CAPITOLO XIX:
SUL LETTINO DEI MASSAGGI



Karim portò James nella stanza dei massaggi, dove i fisioterapisti ed i massaggiatori di solito lavoravano.
Aveva parlato con Cris dello strano momento con Zizou non sapendo cosa pensarne lui stesso.
Gli aveva chiesto spazio e tempo e lui glielo stava dando, era bravo in questo, ma aveva paura che non si sarebbe di nuovo fatto vedere e sentire per mesi.
Aveva paura di gioire della sua dichiarazione e di quello che era successo, voleva rimanere saldo coi piedi per terra.
Cris da parte sua aveva parlato di James e del fatto che aveva l’impressione che il piccoletto si stesse prendendo in qualche modo, che anche se era in attesa di Zizou, come minimo glielo doveva dire.
Non stavano insieme, ma avevano qualcosa e James voleva sapere come considerarsi.
Karim chiuse la porta a chiave per evitare sorprese, poi si appoggiò ad uno dei lettini presenti.
James teso si sistemò in quello di fronte al suo, ma non si sedette, si appoggiò e basta.
le mani stringevano nervosamente il bordo.
- Ho iniziato questa cosa con te perché non serviva definirla, perché non era niente. Ci scambiavamo favori e basta. Scopamici, se vuoi darci un nome. - Introdusse senza tatto Karim, lo sguardo concentrato su quello che doveva dire. James pensò che fosse arrabbiato e sussultò iniziando subito a spiegarsi nervoso:
- Lo so, non volevo sembrare un fidanzato geloso, non so cosa ti ha detto Cris, avrei dovuto immaginare che poi te ne avrebbe parlato… io volevo solo sapere se era Zizou e se devo considerare la nostra… scopamicizia… finita! - Karim si raddrizzò e lo guardò accigliato.
- Perchè? - James batté le palpebre smarrito e disorientato.
- Beh, se tu ora ti sei messo con la persona che hai sempre amato… - Karim rise amaro alzando gli occhi in alto.
- Magari! - Poi lo guardò sempre ridendo, ma non di gioia. - Magari fosse così facile. Ci mettiamo insieme e chiudiamo con gli altri perché viviamo una normale storia d’amore! - James ora era completamente perso e non lo nascose. Si grattò infatti la nuca con aria arricciata:
- Ah no? - Karim spense la risata e scosse il capo.
- No. Zizou mi ha detto che prova le stesse cose e non ha mai avuto il coraggio di farsi avanti. Per principi, morale, figli, eccetera… le cose fra noi si erano messe in modo strano e l’altra notte me lo ha rivelato, però ha anche detto che il problema iniziale resta. Ovvero lui vuole mantenersi integro. Adora la sua famiglia e non vuole ferirla e tradirla. - James spalancò gli occhi.
- E quindi ti ha scaricato? - Karim piegò la testa muovendola in modo vago, con aria altrettanto vaga:
- No, però mi ha chiesto tempo per pensare. Non vuole ferire né me né loro, ma non c’è una terza strada dove fa tutti felici. Per cui onestamente dubito succederà mai quello che spero. - James capì la questione e sentì dentro uno strano moto di gioia. Si sentì uno stupido ed una pessima persona, ma non ci poteva fare nulla.
- Mi dispiace. - Mentì bene. Karim sospirò e si strinse nelle spalle guardando in basso.
- Non devi. Ho sempre fatto senza di lui. Farò ancora. Lui c’è come amico, probabilmente continuerà ad esserci, magari cercando di essere più presente… - La voce iniziò a tremargli e imprecò guardando di lato, spingendo un pugno dove sedeva.
James lo captò e si sospese non sapendo cosa dovesse fare a quel punto.
- Ma sai cosa prova… non è meglio? - Lui pensò che se Cris gli avesse detto che lo amava, ma non poteva stare con lui, avrebbe fatto i salti di gioia. Comunque lo amava.
Karim alzò lo sguardo teso, lucido, la bocca stretta e James capì che non era per niente meglio.
- Mi ha regalato un sogno e me lo ha tolto un’ora dopo! Sto solo di merda! - James cercò di tirare fuori il suo inguaribile ottimismo perché vederlo in quelle condizioni gli dispiaceva un sacco:
- Ma non sai come andrà, magari invece scenderà a compromessi perché non riesce a stare ancora senza di te dopo aver… - Karim scosse il capo sorridendo di nuovo amaro, ferito, disilluso.
- Lo conosco bene, non scende a compromessi, mai. Lui è quello che ha mandato a puttane una finale di coppa del mondo perché avevano insultato sua sorella. Certo la tensione e la pressione altissima del momento ma… ma nessuno lo farebbe in una finale di coppa del mondo. Lui sì. Questo è Zizou e per questo mi piace. E’ legato a quei principi, ma non come lo siamo io e te che anche se amiamo le nostre figlie possiamo comunque andare con chi ci pare. E’ legato in un modo che nessuno di noi capisce. Lui non si metterà mai con me. Mai. E non doveva dirmi che mi ricambiava! Cazzo! - Imprecò anche per lo sfogo, non voleva aprirsi con lui e dirgli tutte quelle cose, ma alla fine gli uscirono come un fiume in piena e James, vedendo che la voce era sempre più incrinata, si fece avanti e lo abbracciò aderendo il corpo al suo, infilandosi fra le sue gambe aperte.
Karim rimase seduto e accettò il suo abbraccio posandogli le mani sui fianchi e poi sulla schiena. Lo cinse alla vita e dopo un primo momento di smarrimento, affondò il viso contro il suo collo.
- Mi dispiace, mi dispiace davvero… - Ed ora era sincero. Gli dispiaceva che Karim potesse soffrire tanto per amore e sapeva cosa si provava, capiva come stava, come si sentiva. Era brutto, orribile, non lo augurava a nessuno, ma specialmente a lui, un ragazzo così a posto e riservato che viveva la sua vita senza mai infastidire nessuno.
- So come ti senti e so che non ci sono cose che si possono dire in momenti simili, so che non c’è niente che può aiutare se non… - Stava per dire ‘sesso consolatore’, ma all’ultimo disse: - Un abbraccio, calore umano, una presenza silenziosa. - Karim si sentì capito e nella mente tradusse in ‘sesso consolatore’.
Glielo aveva detto lui che funzionava e lo sapeva.
E sapeva che quello era il preludio di una seconda atroce sofferenza.
Karim girò il viso alzando la testa e cercò le sue labbra, poi le trovò e lo zittì togliendogli il fiato.
Aderì con le sue subito aperte, James lo assecondò capendo cosa stava cercando. In un istante le loro lingue si intrecciarono, giocando con impeto.
Karim gestì il bacio a modo suo, con rabbia e disperazione.
Voleva liberarsi di Zizou, ma non poteva finché tornava sempre quando lui stava per riuscirci.
Non ce l’avrebbe mai fatta, mai.
Il bacio li bruciò e Karim scese dal lettino spingendo James fino ad arrivare all’altro dove prima era appoggiato.
La frenesia esplose come una bomba atomica, quella che Karim aveva tenuto dentro in quei giorni di attesa snervante.
Abbassò pantaloni e boxer a James e lo girò di schiena piegandolo sul lettino, poi si leccò le dita e gliele infilò dentro senza esitare. James si aggrappò al bordo e aprì la bocca trattenendo un sospiro per il piacere improvviso.
Tornò a fare l’operazione e dopo che lo sentì più aperto e scivoloso, con la sensazione martellante di impazzire sotto quei sentimenti pressanti, si abbassò il necessario, si tirò fuori l’erezione ed entrò in lui fluido e veloce, con un’unica spinta possente.
Esitò un istante una volta dentro, James si tese e si lamentò, Karim lo prese per i fianchi e si sistemò meglio, poi inarcando la schiena uscì e rientrò più gentilmente.
La seconda volta andò meglio e James poté godere del fatto che non era né la prima né la seconda volta che lo facevano, ormai.
Via via andava meglio, solo che se non perdeva troppo tempo a prepararlo come faceva di solito, era traumatico.
Si abituò in un secondo momento e quando Karim sentì che non faceva più resistenza, si lasciò andare alle spinte possenti, il ritmo e l’intensità aumentarono insieme alle loro voci che si unirono insieme ai loro corpi.
Il mondo finì per un paio di minuti, mentre James assaporava la passione di Karim e lui si lasciava andare completamente senza riserve.
Bruciarono e Karim raggiunse l’apice, James rimase immobile insoddisfatto sentendolo crollare addosso, con le mani sul letto a cui poggiava, piegato in avanti.
Il suo fiato sul collo.
Il suo corpo pulsante, caldo, forte.
- Scusa. Ne avevo bisogno. Scusa. - James fece un sorriso malizioso girando il viso verso il suo, trovò la sua bocca e su di essa parlò:
- Dunque lo scambio di favori continuerà? - Karim sorrise.
- Tu che dici? -
Per lui la cosa con Zizou era nata e morta nell’arco di quella notte, convinto che non avrebbe mai avuto il coraggio di viverla. Per cui si stava munendo in attesa del colpo di grazia finale.
- Se vuoi scusarti dell’improvvisata, non hai che un modo… - Karim capì a cosa alludeva e ridendo, scacciò di nuovo, per la seconda volta in pochi minuti, il pensiero costante di Zizou.
Lo girò e lo raddrizzò, poi si inginocchiò e sparì nel suo inguine da cui non riemerse fino a che anche lui non raggiunse l’orgasmo.
Dopo di questi i due si guardarono complici e rasserenati, si abbracciarono e Karim prendendogli il viso fra le mani con una delicatezza che usava per la prima volta, lo baciò leggero, dolcemente.
James, sconvolto dal modo incredibile con cui lo stava baciando, si sentì girare la testa.
Non poteva fare a meno di lui, Karim era l’unica cura anti Cris, al momento.

Karim e James uscirono dalla sala che gli altri erano già arrivati ed il colombiano si apprestò ad unirsi a loro. Cris e Jese cercarono di capire come era andata, ma James si mise a ridere e scherzare come sempre  e non fu chiaro. Poteva essere successo qualunque cosa, James sorrideva sempre in ogni situazione.
Karim venne in campo a salutare i compagni per poi andarsene, stava rientrando quando venne fermato da un Zizou sorridente e calmo.
Karim si fermò e lo guardò sorpreso, alcune paia di occhi li guardarono fissarsi uno shoccato e l’altro sorridente, poi videro quest’ultimo cingere la schiena dell’altro con una certa intimità e dirgli qualcosa.
Poi entrarono insieme.
Quando gli allenamenti finirono, dei due nessuna traccia.
Cris sorrise allo stesso modo in cui Jese e James si incupirono e innervosirono.
I tre poi rimasero ad allenarsi ancora un po’, dopo la sessione regolare, poi i due Rodriguez se ne andarono lasciando Cris ad ulteriori rifiniture.

Nello spogliatoio, sotto la doccia, Jese decise di togliersi definitivamente ogni dubbio.
- Cosa sta succedendo a Karim? Ne sai qualcosa? Cris dice di chiedere a lui, ma è impossibile beccarlo e prima avete parlato… tu… tu ne sai qualcosa? - James, sentendosi preso in angolo spalle al muro e tutto all’improvviso, rispose la prima cosa che gli venne, boccheggiando un po’:
- Come mai ti interessa tanto? - Jese si morse il labbro rendendosi conto di essere stato un po’ aggressivo nel chiedere.
- Scusa, non volevo esagerare… è che non riesco a parlarci ed io ne ho bisogno e… - James si chiese se non provasse qualcosa per Karim e decise di semplificargli la vita rispondendo e basta:
- Cris dice che Karim è riservato e che se non si sente di dire lui le cose, non dovremmo essere noi a dirle al suo posto. Credo che la cosa lo infastidisca. - Jese annuì alzando le mani in segno di resa, anche se rimase pieno di nervi.
- Sì è vero, lui lo odia. Ma io non riesco a parlargli e devo sapere se… - James capì che ne era innamorato e non ricambiato, altrimenti Karim gliene avrebbe parlato o l’avrebbe capito, come aveva capito di Zizou,
“Lo capisco, so come si sta a sperare e non sapere o a non essere ricambiato e non saperlo… non so cosa sia successo, se abbiano precedenti, ma lo capisco e mi dispiace…”
- Karim e Zizou stanno definendo il loro rapporto. Di più non so, Karim dice che non succederà mai quello che spera, ma Zizou oggi era qua come hai visto. Per cui non so. - I due finirono la doccia ed uscirono, Jese rimase in silenzio per un po’ a ripensare alla rivelazione, mentre un pugno allo stomaco lo uccideva.
Quando si era dichiarato glielo aveva detto, non era quello il problema quanto…
- Perchè tu lo sai? - Quanto quello.
James, di spalle, fece una piccola smorfia a conferma che i suoi sospetti erano veri e che non voleva ferirlo come stava per fare.
- Sono stato respinto da Cris e siccome anche Karim era in un momento di sofferenza per Zizou, ci siamo usati come ripiego. E dipende da come va ora, non so se continueremo o no. - Lo disse con un ‘mi spiace’ onesto negli occhi.
Quelli di Jese si riempirono di lacrime, si tese tutto e con una smorfia di rabbia e dolore insieme scosse il capo, poi diede un calcio al proprio borsone ribaltandolo.
- Fanculo! - Disse a denti stretti. Poi si mise a dare colpi al muro e continuò ad imprecare. James lo fermò e lo abbracciò di slancio, usando forza per fermarlo. Inizialmente Jese lo respinse, poi lo accettò arrendendosi, trovandolo confortevole.
Assurdamente confortevole.
Un bell’abbraccio, caldo, pieno e dolce.
Si abbandonò e James, dispiaciuto e sapendo cosa stava passando, vedendo entrare Cris nello spogliatoio e con lui la consueta fitta allo stomaco, si separò e gli propose una serata insieme a confrontare i propri guai, sfogarsi e fare un torneo di XBox.
Cris li guardò interrogativo, pur immaginando cosa stesse succedendo, poi decise di non intromettersi e fece finta di nulla.
Aveva imparato la lezione, era meglio che la natura facesse il suo corso.
“Magari i due sconsolati trovano l’amore uno nell’altro… forse avevo sbagliato soggetto, non era Karim ma il suo discepolo… Jese non sarebbe poi così male per James, ancor più alla sua portata.”
Ci teneva a vederlo felice con qualcuno, un po’ perché  era un ragazzo d’oro, un po’ perché l’aveva illuso per problemi personali ed un po’ perché in quel modo non avrebbe più avuto remore nel tempo passato insieme.
James e Jese andarono via insieme e Cris rimase lì a scrivere a Karim.
‘Voglio sapere tutto, miraccomando!’