CAPITOLO XX: 
ANCORA CASA DI KARIM



Zizou portò Karim via dal centro sportivo, visto che per quel giorno il giovane aveva finito la fisioterapia e che lui avrebbe allenato i suoi nel pomeriggio.
Lo portò a casa sua, approfittò del fatto che ora viveva di nuovo solo.
- Come va con la piccola? - Chiese Zizou entrando in casa dietro Karim.
- Bene, cresce a vista d’occhio, sembra ieri che era un fagotto in braccio. - Zizou sorrise intenerito, percepiva la tensione dell’altro, voleva cercare di metterlo a suo agio, per quello gli chiedeva di Melia.
- E la vedi ogni giorno? - Karim annuì buttando le proprie cose nel mobile dell’entrata, Zizou fece altrettanto mettendo silenzioso ai due cellulari, uno di lavoro e l’altro personale.
- Sì certo, ogni giorno. Vado da lei dopo gli allenamenti, mangio da Clohe e sto qualche ora con la piccola. Lei però vuole trasferirsi in Francia, stiamo organizzando la cosa a livello pratico. Dovrò muovermi molto per stare con lei, ma si può fare, con il jet sto poco a raggiungerla. -
Zizou annuì e si diresse in salotto.
-E funziona? Funzionerà? - Karim si strinse nelle spalle sedendosi nella poltrona vicino al divano dove invece era il compagno.
- Direi di sì, funziona meglio di quando viveva qua e cercavamo di fare la famiglia. Sul ‘funzionerà’ vedremo. Deve funzionare, non abbiamo scelta. Qua Clohe non ha una vita, era venuta per stare con me, ma lasciandoci non ha senso resti… - Zizou ridacchiò.
- Spesso i figli più sereni sono quelli dei genitori separati, perché i due per compensare le mancanze, sono più presenti di come lo sarebbero se vivessero tutti insieme. - Karim concordò appoggiandosi serenamente allo schienale, le mani incrociate sullo stomaco. Poi Zizou proseguì serio: - E’ una scelta rischiosa ma comprensiva. Sei molto altruista. Pensi al bene di Clohe oltre che a quello di Melia e ti adatti pur di farle entrambe felici. Non saresti tenuto, lei è solo la madre di tua figlia, potevi opporti… -
Karim alzò le spalle facendo il broncio:
- Non è nel mio stile, non mi piace piantare casini e lamentarmi per le cose serie. Lavoro, famiglia… sono cose serie. Poi per il resto non importa. Clohe sta con Melia per la maggiore parte del tempo, deve essere assolutamente serena. Se sta qua non lo è. Per cui è meglio che faccia quello che desidera e che io mi adegui, visto che posso farlo. - Zizou rimase ammirato, felice per trovare conferma della soluzione a cui lui stesso era arrivato.
- Sarete una bella famiglia, fuori dalle righe, ma bella lo stesso. Ne sono sicuro. - Fece dolcemente il più grande.
- E’ vero, l’ho notato anche io. Ho un migliore rapporto con Melia ora che vado da lei ogni giorno qualche ora perché lo faccio solo per vederla, per stare con lei e basta. Di conseguenza lei stessa si sente il mio centro in quelle ore e la vedo felice, serena. E soprattutto mi adora come io adoro lei. Non trovo che sarebbe meglio vivere insieme, magari siccome viviamo insieme non la calcolerei molto, non passerei delle ore esclusivamente con lei. - Zizou capiva bene il discorso e concordò.
- Non è facile essere genitori, né vivendo con i figli, né al contrario. Quel che conta è voler essere padri. Se non lo vuoi, puoi stare con loro 24 ore al giorno, sarai comunque assente. -
- E’ la qualità del tempo che conta. Non la quantità. -
I due si trovavano spesso d’accordo sulle loro idee, non era una cosa nuova.
Karim si rese conto del motivo della conversazione, calmo si fermò, lasciò qualche secondo di silenzio, poi si voltò a guardarlo e apparentemente rilassato, chiese:
- E tu, che genitore vuoi essere da qui in poi? -
Zizou sorrise pacato guardandolo dalla debita distanza stabilita da Karim.
Infine si decise a parlare:
- Penso che se tradissi mia moglie con te, tradirei anche loro. E non voglio che si sentano così. Non voglio ferirli. - L’introduzione contorse lo stomaco di Karim che si fece livido, ma non si mosse. - Però è anche vero che una volta tirati fuori i miei sentimenti per te non posso far finta di nulla. Altrimenti non avrei dovuto tirarli fuori per nulla. - Karim annuì. Era proprio questo il punto. Non osava guardarlo, lo ascoltava attento ma gli occhi erano fissi in basso.
- Non vedo una via d’uscita. Non puoi far contenti tutti. - Disse duro Karim sapendo cosa sarebbe venuto dopo.
Zizou sospirò.
- No, hai ragione. Per questo nella vita ci sono i compromessi. -
Karim alzò lo sguardo sorpreso.
- Non sei mai vissuto coi compromessi. E’ per questo che sei così speciale! - Zizou sorrise.
- E’ vero, ma il vivere senza compromessi mi ha portato a scoppiare per l’ennesima volta. Tutte le volte che non accetto compromessi e che sopporto per i miei principi, poi scoppio e di solito è nel momento e modo sbagliati e le conseguenze sono peggio. - L’esperienza di calcio aveva insegnato.
Karim rimase zitto e attento a fissarlo col cuore che batteva fortissimo, incapace di immaginare cosa stava per dire. Non voleva crederci, non poteva.
- Ho provato a seguire i miei principi, ad esserti solo amico e rinnegare tutto e vivere per loro, non riuscivo a stare in casa, a guardarli in faccia comunque. Ero nervoso e rabbioso, l’atmosfera si era fatta pessima. La cosa si è riversata anche nel mio lavoro. E poi su di te, perché non riuscivo nemmeno a vederti come si doveva senza sentirmi in colpa o male. - Karim pensò che non se la fosse passata per niente bene, ma non aveva idea di come fossero andate le cose. Aveva nascosto tutto molto bene.
- Ma quindi cosa farai? - Non riusciva più a resistere.
Zizou si avvicinò a lui spostandosi di lato nel divano, Karim si chinò in avanti appoggiandosi sulle ginocchia, i due si guardarono meglio da vicino senza ostacoli di alcun genere.
Zizou gli prese le mani e con un sorriso dolce che tirava fuori solo per pochi eletti, disse piano:
- Se per te va bene, vorrei provare a farla funzionare. Non posso darti una relazione a tutti gli effetti, non potremo avere una storia clandestina come tanti nostri colleghi hanno pur con famiglia o fidanzate… - Questa premessa lasciò basito Karim.
- E che relazione sarebbe? -
- La qualità del tempo, ricordi? - Ora capiva il motivo di quel discorso. Karim sorrise capendo e lui continuò calmo: - Non potremo vederci troppo o la cosa verrebbe fuori e notata dalle persone sbagliate. Oltretutto non voglio togliere tempo alla mia famiglia, considerando che già lavoro tanto. Però quando ci vedremo, e lo faremo, sarà intenso, sarà perfetto, sarà esattamente nel modo ideale in cui abbiamo sempre desiderato. Il resto del mondo sparirà, non ci saranno ruoli per quelle ore passate insieme. Come fai tu quando stai con la piccola Melia. - Karim annuì con gli occhi lucidi. Era ancora convinto che non fosse vero, che si sarebbe rimangiato tutto e che le cose non stavano come sembravano.
- Per cui poco ma buono? - Disse riassumendo nel suo tipico modo di fare.
Zizou sorrise, sempre tenendogli le mani.
- Se ti può andare bene. Ovviamente sei libero di avere tutte le relazioni che vuoi, serie, non serie… cioè non posso pretendere nulla, chiedo solo un po’ del tuo tempo per me ogni tanto. E che tu faccia di tutto per tenerlo segreto. - Karim annuì, era ragionevole, sensato e fattibile. Era una specie di accordo che accontentava tutti pur scendendo a compromessi.
Non avrebbero mai avuto la storia ideale perfetta che avrebbero voluto, ma avrebbero avuto una storia.
Nel frattempo avrebbe potuto sfogare i propri istinti e frustrazioni con qualcun altro, se ne avesse avuto la necessità.
Zizou rimaneva sposato e per lui la famiglia sarebbe sempre stata al primo posto, però avrebbe avuto anche il suo Karim.
Karim pensò che fosse tipico suo stabilire un piano nei dettagli e poi concordare con l’altra parte. Certe cose non si concordavano, si vivevano e basta, ma con lui funzionava così e cominciando a capire che ce l’aveva fatta, che aveva ottenuto comunque parte del suo sogno nonostante la convinzione negativa che sarebbe andata male, disse accendendosi di un sorriso dolcissimo:
- Dove firmo? -
Zizou rise e si protese verso il suo viso.
- Qua… - E Karim firmò.
Le loro labbra si ritrovarono come qualche giorno prima, si tolsero il fiato e mentre pensava che se avessero fatto sesso ora avrebbe avuto ancora l’odore di James, il pensiero sfumò mentre le lingue si intrecciavano insieme e calme, erotiche, si davano in una danza emozionante e lenta.
Una danza che avrebbero ricordato per sempre, a cui non avrebbero più rinunciato.
Karim si emozionò di nuovo e mentre il bacio saliva al suo apice, Zizou si rese conto che era salato e si separò per vedere cosa succedeva.
Vedendo che piangeva, gli prese il viso fra le mani, gli asciugo le lacrime e sorridendo chiese appoggiando dolcemente la fronte alla sua:
- Adesso però ti è venuta la lacrima facile… - Karim rise allentando la propria emozione.
- E’ colpa tua, mi fai questo effetto. - Karim si alzò e si spostò nel divano accanto a lui, comodo con la schiena rivolta verso il bracciolo, la gamba piegata in mezzo a loro pronto per stendersi e proseguire il discorso.
- Non ci speravo più… non sai quanto ho sognato questo momento… tu non ne hai idea… - Disse cingendogli il capo con un braccio e carezzandogli il viso con l’altra mano, timidamente, remissivo e allo stesso tempo sicuro e con le idee chiare.
Zizou, confuso da quel Karim in bilico fra l’intraprendenza e l’inesperienza, lo guardò vicino a pochi centimetri di distanza, trattenne il fiato e lo ammirò in quella luce negli occhi che brillavano dalla gioia incredula.
- Vorrei regalarti il sogno completo, ma spero che anche questo sia sufficiente… -
Karim capì che non ci sarebbe potuto essere sempre, che non tutte le volte che si sarebbero incrociati al centro sportivo si sarebbero appartati per pomiciare e che non ci sarebbero state mani nascoste che si intrecciavano mentre gli altri parlavano in gruppo, però qualunque cosa gli avrebbe potuto dare, anche solo un paio d’ore in un mese, sarebbe stato sufficiente piuttosto che il nulla di prima.
- Troverò il modo per sopportare la tua assenza in attesa del tuo ritorno… - Sorrise malizioso e furbo lasciandosi andare lentamente giù con la schiena. Zizou lo accompagnò e si posizionò sopra, fra le sue gambe aperte, una delle due giù.
I due si baciarono di nuovo e questa volta il momento della scoperta passò la mano a quello della voglia e del desiderio…
Karim aveva aspettato molto quel momento e non vedeva l’ora di poter soddisfarsi, stentava a frenarsi e a lasciar fare a Zizou, ma sapeva anche che era la sua prima volta in generale con un ragazzo e non pensava che sarebbe stato così automatico.
Amare e desiderare qualcuno era un conto, farci l’amore era un altro. Ci voleva sempre quel po’ di tempo nel mezzo.
A meno che non stessero insieme per puro desiderio e a quel punto la cosa era diversa.
Decise di testare il suo livello di desiderio e iniziò ad esplorare il suo corpo con le mani che dal volto passarono al torace e poi ai fianchi. Lì si infilarono sotto la maglia, trovò la sua pelle liscia e calda e Zizou sussultò a quel contatto.
Era mezzo steso sopra di lui, una gamba piegata sotto di sé faceva da leva per tenerlo alla giusta altezza in modo da arrivare al suo viso.
Karim aveva tutto lo spazio necessario per esplorare anche in altre zone e così fece, dai fianchi passò fra le gambe, attraverso i pantaloni. Cercò la sua erezione e la delineò premendo senza complimenti per fargli sentire qualcosa degno di essere provato.
Zizou smise di baciarlo e Karim approfittò:
- Se non vuoi farlo ora, non dobbiamo… - Zizou ci pensò un istante, non aveva programmato di fare sesso con lui, però era vero che la conversazione era andata meglio di quel che aveva pensato. Forse però bruciavano le tappe. - E’ solo che lo aspetto da anni ed ora che sei sopra di me non riesco a fermarmi. - E quello rispose bene al suo pensiero.
Aspettavano da anni, la portavano avanti da anni.
Dovevano aspettare ancora?
Aveva fantasticato a lungo di fare l’amore con lui, aveva capito che non era semplice amicizia proprio perché si era immaginato a fare certe cose con lui. Zizou si era spesso eccitato, per questo aveva dovuto ammettere quello che provava.
Aspettare di essere più pronto o sicuro non aveva senso, si era fatto avanti perché lo era, altrimenti avrebbe chiesto ancora tempo.
Fu così che si slacciò i pantaloni da solo, si tolse la maglia ed alzò quella di un famelico e sorpreso Karim.
- La tua risposta mi piace di più! - Disse ridendo, Zizou fece altrettanto.
- Lo immaginavo… - E si adagiò col volto sul suo petto, le labbra aperte, la lingua ad assaggiare il sapore della sua pelle, i suoi capezzoli, il ventre che si tendeva al suo passaggio e poi giù sull’elastico dei pantaloni della tuta.
Zizou li prese e li abbassò il necessario per scoprirgli l’erezione eccitata. Lo guardò e con una strana emozione ed il cuore che galoppava, sentendosi di nuovo quel ragazzino che non era mai stato, lo prese in mano e successivamente in bocca.
Karim rimase con la testa alta a guardare se l’avesse fatto sul serio o no, poi vedendo che si buttava davvero, lasciò andare il capo all’indietro aprendo la bocca da cui uscì un sospiro soffocato.
Zizou era uno che non si tirava indietro e che di fatto non aveva paura di affrontare nuove sfide. Quella era una nuova sfida. Ma la vinse senza grossi problemi.
Andava anche troppo bene, Karim si trovò ad accompagnare i suoi movimenti con la mano sulla sua nuca, movimenti sempre più impetuosi e veloci.
Constatò presto che ci sapeva fare con la bocca, che aveva un dono naturale.
- Ah… ah, Zizou… sto per… - Zizou separò la bocca e continuò con la mano e lo fece venire fra i gemiti più intensi di Karim il quale non si aspettava di arrivare già a quel punto appena messi insieme.
Zizou tornò alle sue labbra, gliele succhiò e vi rimase sopra sorridendo malizioso:
- Ho passato il test? - Karim rise sorpreso.
- Sicuro che sia la tua prima volta con un uomo? - Zizou gli prese di nuovo il labbro fra i denti tirando sensualmente:
- So come piace a me… - Karim si fece malizioso riaccendendosi:
- Ah quindi è così che ti piace? Mmm… buono a sapersi… - E così dicendo, Karim lo spinse alzandolo da sé, si tirò su e senza tutta la grazia messa da Zizou, lo fece stendere sulla schiena dall’altra parte del suo lungo e comodo divano bianco.
Senza un ombra di timidezza e indecisione, gli aprì svelto le gambe, gli tirò fuori l’erezione dai pantaloni già aperti e si avventò su di essa togliendogli immediatamente il respiro.
Zizou da che stava pomiciando sulla sua bocca a che questa se la ritrovò fra le proprie gambe.
L’irruenza e la passione che raramente si vedevano in lui, si concentrarono tutte in quel momento, in quell’istante.
In quella voglia indicibile di lui, del suo corpo, di ogni centimetro di Zizou.
Zizou che, sorpreso da quei suoi modi focosi, si lasciò presto andare a gemiti e spinte col bacino, incapace di resistere e gestire quell’eccitazione impensabile, mai provata prima.
Forse era il fatto che fosse la bocca di Karim, a lungo desiderato, o forse era che lui ci sapeva effettivamente fare in quel senso. O forse entrami.
Ma non tardò a raggiungere il suo apice, Zizou cercò di tirarlo via per evitare di venirgli in bocca, ma Karim continuò capendo che era vicino e visto che lui faceva così, così fece anche quella volta.
Zizou sconvolto di quel fatto, lo vide rialzarsi e pulirsi la bocca senza il minimo problema.
- Tu sei pazzo! - Disse ansimante e sconvolto Zizou vedendoselo accomodarsi addosso.
Karim ridacchiò.
- Sono solo più abituato… -
- Ma fa schifo… - Karim ingoiava e ogni volta che il partner se ne rende conto, questi se ne sconvolgeva.
- Non è poi così assurdo e sconvolgente… - Disse alzando le spalle e baciandolo. Zizou arricciò il naso sentendo il proprio sapore.
- Non ne sono convinto… - Poi se ne rese conto. - A che livello è la tua vita sessuale, Karim? - Karim si mise a ridere sulle sue labbra.
- Sicuro di volerlo sapere? - Chiese divertito. Zizou lo spinse sul petto per fermarlo dal giocare con la sua bocca.
- Sì. Puoi continuare a fare quello che vuoi, ma voglio sapere con quanti ti condivido… - Karim rise di nuovo.
- Attiva. La mia vita sessuale è piuttosto attiva. Il sesso è terapeutico. - Disse succhiandogli il mento. - E quando vorrai andare oltre questi preliminari, sarò pronto a soddisfare ogni tuo desiderio! Potrai chiedermi qualunque cosa. - Questo ebbe il potere di eccitare di nuovo Zizou, che però ormai aveva già avuto l’orgasmo e quindi rimase relativamente a riposo in tal senso.
- Non aspetterò molto, mi sa… - Rispose infilando le mani sotto ai suoi pantaloni già molto bassi. Strinse le sue natiche sode e prese possesso della sua bocca tenendoselo addosso come se ormai fosse una cosa sua.
Ed ormai lo era.