CAPITOLO XXII:
SPOGLIATOI
James uscì dal campo col sorriso sulle labbra, parlando con Cris.
Si era fermato con Jese ed
alcuni altri a fare qualche esercizio di rifinitura, essendo in un
periodo difficile dove le cose non sembravano andare esattamente come
avrebbero dovuto, alcuni si sentivano in dovere di fare qualche
esercizio in più.
Cris ultimamente sembrava
aver ritrovato la scioltezza nello stare con James e questi era di
nuovo al settimo cielo, nonostante si dicesse ripetutamente che non
doveva vederla come una cosa speciale, che lui quando era amico di
qualcuno faceva così.
Però fra il dire ed il fare c’era un abisso ed intanto James era felice.
Passavano di nuovo delle
bellissime ore insieme e James coinvolgeva Jese di proposito il quale
si tirava dietro il fedele Isco. Si stava creando un bel gruppetto che
non gli dispiaceva, pensò James.
- Vi va di andare a pranzo insieme da qualche parte? - Chiese tutto entusiasta non volendo separarsi assolutamente da Cris.
Isco e Jese accettarono
entusiasti, Cris non aveva ancora risposto e James ovviamente aspettava
proprio la sua risposta. Entrarono nello spogliatoio.
- Cris, sei dei nostri? - Chiese James speranzoso.
Cris andò a prendere il
cellulare nella propria sacca chiedendo un secondo, in quell’istante
Karim entrò avvolto in un asciugamano, tutto gocciolante.
Il silenzio l’accolse insieme a tre paia d’occhi ed un fischio d’apprezzamento.
Il fischio era di Isco il
quale, degno allievo di Sergio, era molto in pace con la propria libido
e non aveva problemi ad apprezzare in ogni modo chi gli piaceva. E gli
piacevano tutti.
In particolare sembrava avere un bel rapporto col sedere di Karim.
Karim stava per tirargli
la ciabatta - lui odiava quel genere di avances anche se erano per
gioco - quando la voce dal tono estremamente dolce di Cris, si levò:
- Ehi tesoro, ho finito
ora… - Cris stava parlando al telefono e tutti spostarono la loro
attenzione su di lui rivolto al muro, l’espressione dolce quanto la sua
voce. Karim capì che parlava o con suo figlio o con Riky e si
disinteressò velocemente, Jese rimase in crisi mistica in un angolino a
fissare il francese incapace di muoversi, Isco cercò di togliergli
l’asciugamano innescando un meccanismo di lotta serrata fra i due.
James rimase attento a fissare Cris per capire con chi parlasse.
- Come? Arrivi fra quanto?
No, ma che sorpresa! Hai fatto bene! Sei un pazzo! Non importa, io lo
farei anche solo per un’ora! - Disse tutto entusiasta facendo i salti
di gioia. Si girò senza accorgersene rivelando un luccichio negli occhi
che sembrava preludere alle lacrime, Karim scosse il capo alzando gli
occhi arrendendosi nudo ad Isco, gli tirò un calcio ed andò al proprio
borsone a prendersi il cambio, poi stropicciò la testa a James il quale
aveva capito che non era suo figlio al telefono con Cris.
Cercava di mascherare
un’espressione delusa e di dolore, ma non ci riuscì bene, rimase lì ad
ingoiare e guardare le proprie cose mentre non riusciva a tornare
presente e capire cosa dovesse fare.
- Salutami Riky! - Disse Karim a Cris come fosse normale amministrazione.
- Ti saluta Karim. - Poi si rivolse al francese: - Ricambia. Chiede come stai. - Karim si infilò i boxer colorati.
- Bene, a parte l’infortunio del cazzo nel momento peggiore. - Cris si mise a ridere.
- Ti aggiornerò ben. - Si
limitò a dire. - Sì ok, mi sbrigo e arrivo. Ci vediamo a casa. E’ così
bello poterlo dire… - Cris rise ancora e poi mise giù cominciando a
vestirsi velocissimo mentre spiegava a Karim l’ovvio, parlando a
macchinetta come se avesse bevuto diecimila caffè.
- Riky ha qualche giorno
libero per varie cose e doveva vedere la famiglia, ma visto che sono
appena stati a trovarlo, miracolo dei miracoli, e che i giorni liberi
sono capitati all’ultimo, ha deciso di venire qua col jet veloce. Non
sai che felice che sono! - Karim rise lanciando regolarmente lo sguardo
a James ancora fermò che doveva andare a lavarsi, come anche Cris.
Isco e Jese tornarono dal
locale delle docce bagnati con l’asciugamano addosso a loro volta,
Karim lo tolse ad Isco per ricambiargli il dispetto e Isco sculettò
ridendo.
- Dai, che aspetti? -
Disse Jese a James non trovandosi ancora a suo agio con Karim, specie
se mezzo nudo. Era sicuro di potercela fare, aveva trovato un buon
sistema per non esplodere. Il sesso aveva funzionato, pensava di poter
usare James di nuovo, ma se quello perdeva tempo a piangersi addosso
dietro a Cris che non lo calcolava, era inutile.
James si riscosse e si alzò prendendo le proprie cose, diretto verso le docce si fermò e si girò verso Cris.
- Tu non ti lavi? - Chiese a Cris. Questi, che si stava asciugando e vestendo, scosse il capo.
- So che puzzo come una
merda, ma vista l’occasione farò la doccia speciale a casa… - Karim
rise mentre James faceva un ‘oh’ scoraggiato e se ne andava in doccia.
Isco e Jese si guardarono,
allo stesso modo di Karim e Cris. I 4 sospirarono e Cris si strinse
nelle spalle come per dire che non ci poteva fare nulla.
- A me dispiace, ma cosa ci posso fare? - Disse piano.
- Magari evita di fare lo svenevole per il tuo ragazzo davanti a lui? - Disse Karim usando il nome in codice.
Jese e Isco non sapevano
di Riky, solo che Cris era gay. Ora avevano capito che aveva il
ragazzo. Non avevano sentito la conversazione di prima, per cui non
avevano idea di nulla.
Cris inarcò un sopracciglio.
- Magari quello… - Karim
scosse il capo e vedendo che James ci impiegava più del necessario,
mandò via Cris, poi rivoltò a Isco e Jese:
- Dovevate mangiare
insieme? - Chiese. Isco annuì, Jese ancora in difficoltà a comunicare
con lui. - Mi sa che non è dell’umore… - Disse. Isco annuì comprensivo.
- Ne so qualcosa… - Fece lanciando uno sguardo significativo a Jese il quale fece finta di nulla.
- Ci penso io, andate pure. - Fece poi vedendo che loro erano pronti e che James ancora non tornava.
Jese riluttante se ne andò seguito da uno stranamente serio Isco.
Una volta soli, Karim era
vestito. Si appoggiò al divisorio dove i giocatori mettevano gli
asciugamani, si trattava di pannelli in plastica che si aprivano e
chiudevano dondolando. Non lo spinse per aprirlo e non guardò dentro.
Bussò.
- Sono andati tutti via. - Disse a voce un po’ più alta per farsi sentire.
Poco dopo James uscì con un sorriso tirato e gli occhi rossi e gonfi di lacrime.
- Speravo che capissi e lo
facessi… - Disse con una vocina, asciugandosi il viso con l’asciugamano
preso dal pannello. Non se lo avvolse intorno alla vita o sul corpo, si
limitò ad affondarvi il viso, per il resto rimase nudo e bagnato.
Karim sospirò, glielo
prese e lo avvolse con esso passandoglielo intorno alla schiena ed alla
testa, poi con dolcezza lo strofinò asciugandolo. James si lasciò fare
remissivo mentre rimaneva a testa bassa, quasi del tutto nascosta dal
telo. Gli passò i capelli e poi glielo fece scivolare sulle spalle,
infine gli prese il mento fra le dita e gli alzò il volto. Era triste e
ancora sull’orlo delle lacrime.
- Sono uno stupido. - Fece
James finalmente con voce roca. - So che sta con lui, so che lo ama, so
tutto. So che per me prova solo amicizia, ma visto che è così allegro
ed affettuoso mi illudo tutte le volte, anche se mi dico che non è
così. Non riesco a non illudermi, a non cascarci. Forse ora che l’ho
sentito, l’ho visto com’è quando parla con chi ama davvero, mi entra in
questa testaccia dura. -
Karim lo lasciò sfogarsi,
poi pensò che probabilmente non era uscito per parlare con Riky come
faceva di solito, proprio per farsi sentire da James e fargli capire
meglio la situazione. A parole era un conto, ma a fatti era un altro.
- Lui è così quando è
amico. - Fece Karim piano rimanendo con una mano sulla sua spalla e
l’altra sul suo mento, l’accarezzava col pollice.
- Ma non è con tutti così. E’ molto amico anche tuo, ma non ti tratta con lo stesso entusiasmo… - Karim sospirò.
- E’ molto amico anche con
Fabio, ma non lo tratta così. Però tratta così Pepe e Marcelo. Dipende
dal carattere degli altri. - Spiegò breve e conciso Karim. James capì
che aveva ragione e che doveva finirla di vederci cose che non
esistevano.
Doveva farselo entrare in testa.
- E’ così difficile… così
difficile stare con lui senza morire ad ogni tocco, ad ogni sorriso… -
Fece allora arrendendosi, non potendone proprio più.
Le lacrime tornarono a
scendere di nuovo e Karim fece scivolare la mano dal mento alla nuca e
l’attirò a sé, lo fece nascondere contro il proprio collo e James, pur
nudo con un asciugamano sulle spalle, si rifugiò contro il suo petto
volentieri.
Era l’unica sensazione di
conforto, non poteva capire come ci riuscisse, forse ormai aveva
associato Karim all’atto consolatorio contro Cris. Per cui quando
soffriva per lui, doveva per forza andare da Karim e, come per magia, o
più probabilmente una questione psicologica, poi si sentiva meglio.
Autosuggestione, forse.
James non ne aveva idea,
ma sapeva che Karim funzionava ed esausto, esasperato e fuori di sé
dalla delusione e dal dolore, spense quel bruciore interiore che usciva
dalle lacrime, baciando Karim.
Cercò la sua bocca veloce e veloce la trovò.
Karim se lo ritrovò contro
con sorpresa, senza fiato, gli occhi ancora aperti. Poi la sua lingua
chiese il permesso e lui l’accolse come un riflesso. Sempre come un
riflesso gli prese il viso fra le mani e continuò a baciarlo, cercando
di calmare l’ardore disperato con cui James lo stava facendo.
Ma questo accese ulteriormente la sua follia, quel momento di esaurimento, quella ricerca disperata di benessere, di fuga.
E scappò in lui, in quel
bacio e con le mani che scendevano e si infilavano nella tuta e poi nei
boxer. Karim trattenne il fiato e cercò di staccarsi, ma lui avanzò
spingendosi su di lui per impedirgli di ritirarsi.
La mano, decisa come poche volte lo era stata, prese la sua erezione ed iniziò a muoversi su e giù.
Karim contro la sua bocca
cercò di chiamarlo, ma senza successo. James gli prese il labbro fra i
denti e succhiò, così il francese, stringendo gli occhi per il piacere
che provava e che non era certo fosse giusto, indietreggiò. James
avanzò aggrappato a lui, deciso ad andare fino in fondo.
Arrivarono al muro e alla
panchina dove Karim finì per sedersi coi vestiti abbassati, James non
gli diede tempo di coprirsi, si inginocchiò fra le sue gambe aperte e
sparì col viso nel suo inguine.
- James, non credo sia…
Aah… - Karim cercava di parlare ora che aveva la bocca libera, ma
quella di James aveva imparato bene la pratica ed era davvero difficile
ragionare quando l’organo maggiormente funzionante era privo di
cervello.
Il piccoletto continuò
imperterrito a succhiare e Karim, dopo aver tentato debolmente di
toglierselo, pensò che il patto con Zizou, era di esserci nei momenti
che decidevano di stare insieme, ma che al di là di quello non c’erano
vincoli od obblighi.
Zizou era stato molto
specifico in quello, proprio per permettergli di avere le sue storie e
non impazzire in una consacrazione a lui priva di senso. Dopotutto lui
non gliela poteva dare, era sposato.
“E se poi James piange perché dice che io non sono Cris, gli tiro un pugno!”
Concluse abbandonando in
buona pace il capo all’indietro in un’espressione di puro godimento,
mentre la mano accompagnava la testa dell’altro fra le sue gambe.
James lo sentì duro e pulsante e nella foga si staccò poiché focalizzato su un dettaglio nello specifico.
Si raddrizzò da terra strisciando con la bocca sul suo corpo, arrivò al suo viso e gli leccò le labbra con falsa innocenza.
- Adesso che è duro usalo
per farmi godere! - Karim sorpreso e sconvolto sentì una tremenda
ondata d’eccitazione, per poco non venne così.
Lo guardò meravigliato,
scattò in avanti col viso per prendersi quella lingua impertinente che
però si ritirò, per cui veloce e senza ragionare gli prese i capelli
corti sulla nuca senza fargli male, ma con decisione e padronanza, poi
allo stesso modo disse:
- Se volevi godere bastava
dirlo. Il mio cazzo funziona egregiamente anche senza essere stimolato!
- James sorrise malizioso trovando conforto in quel modo di essere
sfacciato da gatta in calore.
- Per cui non ti è piaciuto? - Karim rise e tornò alla sua bocca.
- Non ho detto questo. -
Karim gli succhiò la lingua, giocandoci a piacimento per un po’, quando
ne fu soddisfatto lo alzò in piedi e se lo girò di schiena, in modo da
prenderlo per le natiche. Lo allargò e vi si immerse leccando, infilò
le dita e continuò l’operazione piegandolo in avanti in modo da avere
un accesso migliore che James fu ben lieto di dargli.
Karim poi trovò un sapone
liquido intimo proprio lì vicino e con un sorriso malizioso, lo prese e
se ne mise un po’ nella mano che poi tornò a fare quel che faceva.
Le dita entrarono molto
più facilmente e agevolmente che con la saliva, la preparazione durò la
metà del solito. Ci teneva che quando entrava James non provasse troppo
dolore.
Karim smise di occuparsi
del suo piccolo ingresso strofinandosi il resto del sapone nel proprio
membro, poi girò James e se lo sistemò sopra. Si sedette su di lui a
cavalcioni e se lo indirizzò addosso.
Il colombiano inizialmente si tenne allo schienale dietro Karim, poi si prese alle sue spalle e si lasciò scivolare su di lui.
Lo sentì entrare molto più fluido e veloce del solito e lo guardò stupito per un momento, sospeso in una specie di limbo.
- Cosa hai messo? - James non aveva visto e di solito non usavano nulla, infatti ci metteva più tempo prima di entrare.
- Sapone intimo… è
perfetto… - James sorrise, si leccò le labbra e poi leccò le sue.
Infine mettendo i piedi sulla panchina iniziò a muoversi su di lui,
accompagnato dalle sue mani che lo aiutavano ad entrare ed uscire.
- Così la gestisci tu… -
Spiegò Karim sulla sua bocca, mentre stentava a non alzarsi e spingere
in lui per bene. James aprì gli occhi febbrile. - Lo senti tu, ti puoi
muovere come vuoi… fino a che non arrivo a quel punto che ti fa
impazzire. -
James capì e continuò a
muoversi alzandosi e sedendosi su di lui, ogni volta affondando di più,
ogni volta eccitandolo di più, ogni volta con più brividi.
- Hai ragione… - Disse riferendosi sia al prodotto usato che l’aiutava a scivolare meglio, che alla posizione.
James perse Karim molto
presto, fra gemiti e godimenti che prendevano quota. Non tardò a
raggiungerlo. Quando riuscì a farlo entrare del tutto, si inarcò
mettendosi nella posizione giusta e quasi per caso trovò quel punto, il
punto che diceva Karim.
Una volta trovato iniziò a
muoversi più forte e con maggior frenesia, fino a che effettivamente il
piacere esplose espandendosi in ogni parte di sé.
Un piacere che non ebbe
pietà. Lo annullò completamente, gli spense il cervello, gli sconvolse
i sensi e non fu paragonabile alle altre volte, quando l’orgasmo era
venuto con Karim fuori.
Con Karim dentro era la
prima volta e fu sconvolgente, raggiunse l’orgasmo toccandosi
l’erezione mentre si muoveva su di lui ad un’intensità folle.
James impazzì e svanì, non ebbe idea di quanto ci mise, seppe solo che fu incredibile e diverso dalle altre volte.
Si accasciò su di lui nascondendo il viso contro il suo collo, Karim gli lasciò del tempo per riprendersi, in realtà non molto.
- Ci sei? - Chiese dopo un
po’. Il piccolo allora si riattivò e solo allora si rese conto che lui
era ancora dentro ed era duro.
- Tu non sei venuto? -
Chiese retorico e sorpreso, di solito veniva prima lui e poi si
impegnava per ricambiare. Oppure lo faceva prima di entrargli dentro.
Karim sorrise.
- Non è la mia posizione preferita, ma è l’ideale per chi riceve. -
Disse spiegandolo.
- Oh… - Fece sorpreso James. - E a te quale… - Karim non gli fece finire la frase.
Si alzò e lo spostò. Uscì
qualche istante, il tempo di mettersi in piedi e girarsi. Mise James di
schiena, piegato, lo fece appoggiare alla panchina e allo schienale,
poi lo prese per i fianchi ed entrò di nuovo con un sospiro liberatore.
- Io adoro questa… - fece
poi. James si morse il labbro. Non era per niente romantica, ma con
Karim non si poteva pretendere molto.
Iniziò a muoversi.
In realtà non era nemmeno
comoda per lui, non senza un appoggio più consistente sotto, come un
tavolo od un letto. Però a Karim piaceva e questo bastava.
E, oh… a Karim piaceva eccome.
Presto il ritmo esplose, così come l’intensità con cui entrava ed uscita tornando con maggior foga ogni volta.
Fino ad essere più in
dentro e più velocemente, fino a sentire di più, fino a togliersi il
respiro, fino a spegnersi, scollegarsi, impazzire nella frenesia più
acuta.
Karim gettò la testa all’indietro liberandosi in un piacere atteso e meritato.
Poco dopo lo raddrizzò e
lo cinse con le braccia intorno al torace, gli girò la testa verso la
propria ed ancora ansimante si prese la sua bocca morbida.
Poi, in quel momento, col corpo impazzito dal piacere e la testa ancora assente, Karim disse:
- Mi sono messo con Zizou. - E su questo, James spalancò gli occhi tornando bruscamente alla realtà.