CAPITOLO V:
IN PARTITA UN GIORNO
Karim si rese conto dell'esistenza di James in partita, un giorno.
Erano uno davanti
all'altro su un calcio di punizione, c'era mischia selvaggia come
sempre e vedendo che venivano spintonati si era chiesto se quel
piccoletto non sarebbe morto sotto qualche pestone.
“Ma cosa gli salta in mente di buttarsi in mischia? Si farà male!”
E così si mise meglio
davanti a lui, gli prese il polso per tenerlo a portata di mano e
guardando la palla in movimento sopra le loro teste, saltò con lui
cercando al tempo stesso di proteggerlo per impedire che gli altri lo
demolissero con la loro scarsa delicatezza.
Questo fu il modo in cui Karim si rese conto della sua esistenza.
Karim lo fece istintivamente, anche se non era per nulla solito porre certe attenzioni, specie in partita.
James lo notò, infatti a
fine partita, diretti verso gli spogliatoi per lavarsi e cambiarsi, gli
mise una mano sulla schiena sudata e gli sorrise dolcemente:
- Grazie per prima! -
Karim si girò a guardarlo sorpreso e senza capire. - Quando mi hai
protetto. Di solito finisco con qualche ginocchio su un rene... - Karim
rise per il modo simpatico con cui l'aveva detto ed alzò le spalle
fingendo che fosse normale.
- L'avrei fatto per
chiunque. - Con questo scappò accelerando il passo, come fuggisse da
quel momento imbarazzante dove qualcuno aveva osato ringraziarlo per un
gesto altruista.
Marcelo era piombato su James poco dopo, scardinandogli la spalla.
- Non è vero. - Disse ridendo. James accolse il brasiliano senza capire, ma con allegria.
- Cosa? -
- Che lo fa con tutti. Non
considera anima viva. Mai. Sia che giochi, sia che non giochi. Karim è
come un treno, fissa l'obiettivo e lo raggiunge. O tenta. Ma gli altri
intorno a lui sono un contorno! - James lo guardò sorpreso.
- Davvero? Fa molti assist e per essere un 9 è anomalo... significa che è altruista. -
- Quello è il suo modo di giocare, non di essere. - James si mise un dito sulla bocca riflessivo.
- Quindi non aiuta nessuno di norma? -
Marcelo alzò le spalle.
- Comunque anche gli
assist sono principalmente per Cris. Ogni tanto Gareth. Ogni tanto
qualcun'altro che si inserisce nei goal. Ma principalmente lui gioca
con Cris. - James sentendo quel nome sussultò e sorrise.
- E' normale cercare di far segnare Cris... - Marcelo rise.
- Se giochi con lui
diventa una regola per tutti, ma Karim lo fa spontaneamente, non perchè
deve. - A James piacque quest'immagine di Karim, poi si imbambolò a
guardare Cris ed ogni altra considerazione precedente fatta, venne
scordata.
Non certo da Marcelo, ovviamente, che aveva già capito la tendenza che quell'anno avrebbe avuto la squadra.
Entrato negli spogliatoi vide Karim spogliarsi veloce e Jese parlargli a macchinetta seguendolo fedele.
Poi vide James fare altrettanto con Cris il quale considerava James un cagnolino divertente con cui giocare.
“Eh sì, sarà un anno interessante!”
Pensò il terzino brasiliano pimpante mentre li seguiva con lo sguardo.
Non aveva idea di quanto avesse ragione.
A Jese piaceva
sentitamente Karim, Karim se ne era accorto e gli piaceva come amico e
persona, ma non voleva storie e casini, per cui lo considerava un
fratello, gli stava vicino e si divertiva con lui, ma non c'era la
stessa cosa che aveva Jese per lui.
Un po' aveva i rimasugli di Zizou, un po' era una cosa del tutto istintiva.
Poi a James piaceva Cris
il quale si trovava bene con tutti, specie con le persone allegre e
spumeggianti come lui. Sapeva di piacergli e ne approfittava, si
divertiva a nutrire il proprio ego.
Oltre a questo Cris stava
passando un periodo particolare, perchè Riky si era lasciato con sua
moglie e stava ponderando l'idea di lasciarsi anche lui con Irina e
fare coming out con calma, nel tempo.
Insomma, era un po' in una fase di cambiamento radicale.
James era una boccata
d'aria fresca, giocava con lui, si faceva corteggiare, un po' lo
illudeva per distrarsi e divertirsi, ma fondamentalmente non era altro
che un compagno di giochi.
Sapeva che non era carino
quello che faceva, perchè James era davvero perso per lui, ma non ci
poteva fare nulla. Aveva bisogno di una distrazione dalle proprie
decisioni solenni. E Riky non era nemmeno sicuro della separazione da
Carol.
Karim ci mise un po' a capire che James sbavava dietro a Cris perchè ci mise un po' a notare come si doveva il piccoletto.
Lo notò definitivamente in un'altra partita, quando lo fece segnare e gli saltò addosso abbracciandolo forte.
Il suo abbraccio gli diede una solenne scarica elettrica, di quelle potenti.
Aveva un bell'abbraccio,
dolce, pieno, sentito e senza paura di darlo. Non era un abbraccio di
circostanza come quello di tutti gli altri.
Era un abbraccio voluto, sincero, cercato.
Karim si sconvolse a sentirsi abbracciato in quel modo.
Non scappò subito, se lo tenne stretto e assaporò il momento.
Poi lo rifece. E di nuovo. Ed ancora.
Piano piano prese gusto a provocare occasioni per abbracci.
O grazie a dei goal in combinazione oppure unendosi a lui negli abbracci di gruppo.
Una volta lo vide
abbracciare Cristiano e Gareth e approfittò bellamente della cosa,
infatti potendo piombare su di loro da diverse parti, ci andò proprio
da dietro.
Gli si appiccicò per bene, aderì il bacino al suo fondoschiena e lo schiacciò contro i due compagni.
La sensazione fu elettrizzante.
Dopo un paio di mesi Karim
si era accorto che gli piaceva abbracciare James ed era così vero che
ad un certo punto iniziò ad abbracciarlo anche al di là delle partite.
Ad esempio prima di scendere in campo o dopo. O negli allenamenti.
In questi piano piano iniziò ad unirsi al suo gruppetto.
Di solito Karim non aveva un gruppo con cui si allenava, stava con Raphael.
Da un certo punto iniziò a stare nel gruppo di Cris, Marcelo, Pepe e James.
James era vitale per il suo umore.
Gli piaceva la sua risata.
Aveva una risata contagiosa e spontanea ed una dolcezza che non stufava.
Era l'opposto di Zizou ed era diverso anche da Jese o da tutti gli altri con cui era stato.
Ricordava molto Antoine,
il suo compagno di nazionale che però non vedeva spesso. Ora giocava
all'Atletico Madrid e c'erano più occasioni, ma di fatto per lui
contava molto il vedere regolarmente una persona.
Le cose a distanza e concordate non erano per lui.
Forse perchè non arrivava
a provare un sentimento tanto forte da voler farle funzionare, come
cercavano di fare a fatica e fra alti e bassi Riky e Cris a distanza
oceanica.
Quindi gli abbracci con
James divennero un rito splendido e lo divennero anche gli allenamenti
con lui. E poi il sedersi vicino se c'era occasione ed il sentirlo
ridere e scherzare.
La sua dolcezza stimolava qualcosa in lui, non sapeva spiegarlo, non gli era mai capitato.
Lo faceva sentire diverso da come l'avevano fatto sentire tutti gli altri.
Le varie relazioni,
sessuali o meno che fossero state, erano sempre state caratterizzate
dalla forza di carattere di entrambi e da una scarsa dolcezza
relazionale.
Forse era questo che gli era sempre mancata. La dose di dolcezza.
Lui non era una persona dolce, per cui necessitava di quella di qualcun altro.
O forse lo faceva sentire
uomo. Non tanto virile, quanto uomo. Quell'uomo che protegge qualcuno e
che si sente vivo ed importante per quello.
Karim si sentiva tanto turbato quanto euforico e felice.
Era bello. Qualunque cosa fosse, James lo faceva sentire bene.
Il resto non contava.
Per quello notò che moriva
dietro a Cris e che Cris a volte ci giocava un po' troppo trattandolo
come il suo animaletto personale.
Non aveva nulla contro
Cris che adorava come un fratello, ma se pensava di usarlo per
distrarsi dai propri stress personali causati da una relazione
complicata a distanza o da scelte decisive varie, si sbagliava.
Non era giusto illuderlo così.
- Glielo devi dire. - Disse Karim tuonando un giorno mentre erano rimasti ad allenarsi insieme come di consueto.
Karim era cupo, quel giorno.
- Cosa? - Chiese Cris senza capire.
- Che stai con Riky e che
nemmeno la morte vi può separare. Non è giusto che lo usi per nutrire
il tuo ego o distrarti o perchè è bello farsi corteggiare. So che sei
così, ma non è giusto che lo illudi! -
Cris aggrottò la fronte
fermandosi dal contendere la palla a Karim, il quale si girò e tirò un
colpo così forte che colpì la traversa.
- Ma chi? -
La palla schizzò e la traversa tremò, Karim sputò e si girò.
- Il piccoletto. - Cris allora capì ed alzò le spalle.
- Non ne sto approfittando. Per me è un amico come lo sono Celo, Pepe e Fabio... - Karim sospirò.
- Ma non è così per lui. Lui ti muore dietro e lo sai. Devi essere chiaro con lui. Se lo stritoli per ridere... -
- Lo faccio anche con gli altri... - Karim chiuse gli occhi paziente.
- Sì. - Poi li riaprì e lo
guardò diretto e serio. - Ma lui non lo sa. Quando sei perso per
qualcuno pensi che ogni gesto sia un segno di quel che spera. Devi
essere estremamente chiaro senza tramortirlo e ferirlo. Però almeno sa
e non si illude. - Cris rimase zitto col broncio, non gli piaceva fare
quelle cose. Preferiva che le persone gli girassero intorno senza
doverle gestire personalmente. - Ci sono passato e so come funziona. Io
mi sono illuso molto con Zizou. Alla fine ci sono stato di merda. -
Questo convinse Cris che aveva ragione.
Annuì e lasciarono perdere l'allenamento.
Si avviarono agli spogliatoi continuando a parlare.
Parlarono di Cris che si
era lasciato con Irina, del terzo pallone d'oro che segnava qualcosa di
importante nella sua vita calcistica, la fine delle ambizioni
probabilmente, e poi parlarono di Riky che non era riuscito a mantenere
la separazione con Carol ed era tornato con lei.
- Però non devi usare
James perchè sei deluso dal fatto che Riky sia tornato con sua moglie.
Loro stavano insieme prima che voi vi accoppiaste, questo non vi ha
impedito nulla. - Cris annuì.
Karim era logico e razionale e molto diretto. I suoi erano ragionamenti estremamente giusti.
- E' vero. Hai ragione.
Sistemerò le cose. - Evidentemente, si disse Karim sorridendo a modo
suo, aveva molte cose da sistemare, non solo James.