IL
TRIANGOLO NO
PROLOGO:
SANTO
IKER
Un
rappresentante per nazionale fra i giocatori del Real Madrid erano
riuniti nella sala stampa del Bernabeu a fare una conferenza riguardo i
sorteggi dei mondiali imminenti.
Ronaldo
e Kakà dopo essersi amichevolmente salutati in un abbraccio allegro ed
aspansivo, dove la furba mano di Cris per ‘giocare’ era finita sul
fondoschiena dell’amico che si era messo a ridere istericamente, si
erano posizionati nelle due sedie libere ai lati di Iker Casillas, come
due angeli custodi. Anzi. Un angelo ed un demone custodi!
Ad
ognuno un paio di domande sulla propria nazionale e sul gruppo nel
quale erano finiti e poi sugli stati d’animo all’idea di incontrare i
propri compagni o altre squadre molto forti.
Erano
stati tutti molto rilassati, chi più professionale, chi più spiritoso,
e molti erano stati i momenti divertenti fra commenti ironici da parte
di un po’ tutti.
Giunto
il turno di Ricardo di rispondere alla domanda posta a tutti:
-
Come farete a segnare a Casillas se incontrerete la Spagna? - ognuno lo
guardò curioso vista la sua famosa modestia. Il giovane, invece, come
niente fosse e con un sorriso tranquillo sulle labbra, rispose
profondamente convinto di quel che pensava:
-
Io spero di non incontrare la spagna nei sedicesimi di finale così che
possiamo giocare con loro il più tardi possibile, che può succedere se
entrambe finiamo in testa ai nostri gruppi. Luis Fabiano è un gran
giocatore e può segnare a Casillas. Santo Iker è uno dei migliori
portieri al mondo. È grande averlo nella propria squadra, ma ogni
nazionale è una storia diversa. - Come a dire che certamente temeva il
proprio capitano e lo stimava, ma che anche loro avevano un altro
portiere in gamba ed un attaccante altrettanto bravo. Certo, Luis
Fabiano, non sé stesso.
All’uscita
sul ‘Santo Iker’ tutti risero fissandolo divertiti, normalmente il
brasiliano sembrava troppo serio per fare certe battute e sebbene tutti
notarono ciò che Ricardo aveva abilmente nascosto fra le righe ma non
glielo fecero notare per tatto, Cristiano se ne sbatté crudelmente e
piegandosi davanti a Iker che stava in mezzo, richiamò a sé l’amico che
si chinò a sua volta per ascoltarlo:
-
Significa che tu non pensi proprio di riuscire a segnare a Santo Iker?
- Fece infatti malignamente e con ironia marcata, compiaciuto del
soprannome simpatico che aveva trovato per il loro capitano in ascolto
e attento alla risposta sincera del compagno:
-
Non oserei mai essere blasfemo! Se è Santo è meglio non avere la
presunzione di poterlo superare, altrimenti poi non riesco a segnargli
davvero! - Iker e Cristiano risero all’uscita oltremodo originale,
quindi il portoghese si appoggiò alla spalla del capitano avvicinandosi
meglio a Ricardo sporto a sua volta sul portiere ridente.
-
In pratica sei superstizioso e non vuoi tirarti dietro la sfiga dicendo
che certamente riuscirai a segnargli! -
-
Non sono superstizioso, sono religioso ed è diverso! Non credo certo
alla sfiga! - Puntualizzò Riky fintamente offeso, ancora sorridendo
addosso al capitano che non si spostava continuando ad ascoltare
divertito per il dialogo comico:
-
Sì, come la vuoi chiamare! -
-
Magari non vuole apparire presuntuoso. Sai che lui sta attento a queste
cose… - Si inserì allora Iker venendo in aiuto a colui che comunque in
poco meno di un anno aveva finito per piacere a tutti.
-
Perché dici che non voglio apparire presuntuoso? Significa che in
realtà lo sono e che cerco di nasconderlo? - Fece dunque ora seriamente
preoccupato Ricardo temendo di essere diverso da quello che aveva
sempre pensato, guardando quasi terrorizzato il compagno accanto a lui.
Questi dapprima fece una gran fatica a non scoppiargli a ridere in
faccia, chiedendosi se fosse serio e soprattutto se uno così esistesse
davvero, ma all’uscita successiva di Cristiano:
-
Benvenuto nel mio mondo! - e alla conseguente risposta onesta
di Ricardo:
-
Ma tu SEI presuntuoso. E non fai nemmeno niente per nasconderlo, se è
per questo! - non resistette e scoppiò a ridere seguito a
ruota dagli altri due che l’avevano evidentemente preso per una
poltrona e non per una persona!
Fra
le risa dalle quali scesero due lacrime per tanto che lo divertirono,
Iker disse battendo la spalla al brasiliano:
-
Santo Ricardo, altro ché Santo Iker! -
Anche
perché la cosa più esilarante fu il fatto che l’avesse detto proprio
lui, il più sincero, educato e gentile della squadra. Non insultava
mai, se diceva qualcosa che appariva come un’offesa significava che la
pensava davvero e che non la vedeva come tale ma solo come la pura
verità.
Una
creatura come poche!
Perfino
Cristiano non poté non piegarsi dal ridere nascondendo il viso contro
la spalla del compagno accanto.
Una
scenetta divertente immortalata da molte foto sulle quali tutti,
vedendole, non avrebbero potuto fare a meno di chiedersi che cosa si
erano detti di così comico.
Quello
fu una specie di inizio sebbene sin dal suo arrivo al Real Madrid,
Ricardo fosse andato subito d’accordo con tutti ed in special modo con
Cristiano, arrivato insieme a lui, e con Iker, il capitano.