CAPITOLO
III:
E’
GELOSO!
Che
le donne poi facessero solo danni all’umanità era una verità che in
molti avrebbero sempre sostenuto, che però in quell’occasione non fosse
completamente colpa di una donna era altrettanto vero.
Bisognava
dire la verità.
Cioè
era stato fatto facilmente passare per un problema con una di quelle
creature femminili dal grande potere in mano, ma in realtà ciò che era
stato veramente era ben altro.
Molto,
molto di più.
La
scusa per far traboccare la goccia dal vaso di Cristiano, era stata
comunque Sara Carbonero e le sue dichiarazioni sul calciatore
portoghese.
La
compagna di Iker Casillas.
Definendo
severamente il portoghese aveva destato le ire supreme
dell’effettivamente egocentrico e per lo più individualista ragazzo,
peccato che ciò che c’era realmente dietro a quelle famose ire supreme
era ben altro e non certo la giornalista spagnola rea di aver poi detto
solo la verità.
Il
nervoso cosmico accumulato da Cristiano nei confronti di Iker era nato
durante il ritiro e cresciuto a dismisura dopo che Ricardo era stato
operato ed aveva ricevuto un numero -a detta dell’attaccante- eccessivo
di visite dal loro capitano!
L’unico
vero nome di tutto quello era semplicemente gelosia, ma da lì ad
ammetterlo sarebbe potuto anche cadere il mondo, Cristiano non
l’avrebbe mai e poi mai detto!
Stava
di fatto che l’astio che non aveva mai avuto nei suoi confronti era
repentinamente ingigantito dopo che si era messo col grazioso
brasiliano, sebbene non fosse una vera e propria relazione poiché
ufficialmente Riky era sposato e lui stesso, per deviare le voci di
corridoio che già cominciavano per l’eccessiva amicizia dei due
ragazzi, si era deciso a fidanzarsi con addirittura una modella!
Dopo
il loro approfondimento Ricardo aveva cominciato a sentire il bisogno,
di tanto in tanto, di confidarsi con una persona fidata che non fosse
Cristiano, di certo per poter parlare proprio di lui e dei suoi modi
discutibili che spesso non riusciva a capire. Questo aveva creato un
rapporto profondo e confidenziale durante il quale il più giovane
parlava praticamente di tutto quello che non poteva -o riusciva- a dire
al suo ragazzo.
Cristiano
non l’aveva mai capito ed aveva visto quel loro nuovo rapporto sempre
più solido come un sicuro possibile tradimento futuro di quello che
considerava sua proprietà -esclusa la moglie, ovvio!-
Sarebbe
stato più facile e civile chiedere direttamente all’interessato il
motivo di tutto quello splendido rapporto piuttosto che farsi film e
decidere che ora che gli aveva aperto la strada si stava buttando su
ogni uomo che gli andava a genio.
Certo
non ci sarebbe stato niente di male visto che lui stesso aveva paura
dei veri legami, però il problema derivava anche dalla consapevolezza
che a Ricardo andava a genio tutto il pianeta e considerando quanti
uomini, specie quelli decenti ed interessanti, che c’erano, era ovvia
la sua gelosia.
Peccato
che aveva completamente frainteso tutto!
Il
genio aveva comunque deciso di non parlarne a nessuno dei due e
continuando imperterrito per la propria strada era diventato sempre più
teso nei confronti del genere umano, specie verso Iker.
L’esplosione
atomica era giunta negli spogliatoi a campionato iniziato.
Le
ennesime dichiarazioni negative della ragazza di Iker su Cristiano non
erano state digerite e come con ogni cosa che il portoghese non
digeriva, le aveva immediatamente vomitate alla prima occasione.
Era
stato nell’aria da tutto il giorno ma dopo gli allenamenti, coi
compagni lì intorno che si sistemavano tesi come corde di violino al
vedere la nuvoletta nera sulla testa di Cristiano, questo con
un’espressione cupa e furiosa era infine sbottato diretto e astioso,
senza la minima esitazione, come non vedesse l’ora di poterci litigare
per bene:
-
Vedi di tenere a bada la tua ragazza e dille di piantarla di sparare
cazzate sul mio conto! - L’arroganza usata era marcata di proposito,
così come lo sguardo infastidito ed il dito puntato sul compagno. Iker
si girò e con stupore cercò la calma per non prenderlo per il collo,
quindi controllandosi a stento chiese di ripetere. Cristiano fu lieto
di farlo, alzando malamente i toni: - Ho detto che la tua ragazza la
deve piantare perché mi girano le palle! - Breve, chiaro e conciso.
Che
fosse veramente motivo di fastidio era una cosa, che fosse tutto lì il
problema col portiere era un altro paio di maniche.
Il
silenzio calò nello spogliatoio e tutti si fermarono guardandoli
attenti e pronti a fermarli, certo un litigio serio fra i due sarebbe
stato quanto di peggiore possibile… specie se poi l’avrebbe saputo il
mister!
Iker
si oscurò e seccato spinse via il dito schiacciato arrogantemente
contro il petto, poi sbottò sullo stesso tono, per nulla diplomatico e
controllato:
-
Veditela con lei, io non c’entro col suo lavoro! - Era vero anche
questo. Insomma, Iker era il fidanzato di Sara, non il suo informatore
privato. A meno che Cris non pensasse anche questo, cosa possibile
visto il suo talento per disinserire il cervello spesso e volentieri.
La
tensione salì vertiginosamente e si poté notare solo negli sguardi
rabbiosi che si lanciarono, i compagni imprecarono mentalmente
avvicinandosi nel vedere lo scatto dei muscoli del portoghese che si
tendevano. Si chiesero perché Ricardo quando serviva non ci fosse mai.
Certamente
l’unico in grado di placare quel carro armato era solo il brasiliano,
al momento lontano dal campo per l’operazione al ginocchio fatta da
poco.
-
Io ti avverto, visto che sta con te. Se non la pianta mi incazzo! -
Eppure
tutto quello che c’era fra le righe di quel discorso lo colse solo Iker
davanti a lui che lo fissava come se lo volesse divorare.
Poche
volte in vita sua aveva perso il controllo e sperava non succedesse
ora, però la voglia di prenderlo a pugni era così forte che temette di
non resistere.
Sapeva
che non doveva, e che lo volesse o no era un suo compagno di squadra e
soprattutto che, per disgrazia o fortuna, era il ragazzo di Ricardo,
suo amico, ma quel suo astio dovuto all’evidente gelosia mascherata per
altro era davvero insopportabile.
- E
tu non attaccarti a queste cazzate! Io non c’entro niente! - Anche qua
ci fu un evidente lettura fra le righe che però colse ovviamente solo
Cristiano. La colse e la rifiutò con uno sguardo infuocato ed un uscita
furiosa dallo spogliatoio.
Iker
lo guardò e rimase inebetito a scuotere il capo.
Sicuramente
un litigio con uno come lui prima o poi sarebbe stato da mettere in
conto, ma per un motivo simile no.
O
meglio… le dichiarazioni della sua fidanzata giornalista non erano
certo una cosa grave tanto da farlo infuriare a quel modo, si capiva
che c’era dell’altro e preferì che nessuno capisse tutto quel resto.
-
Gli passerà! - Liquidò cercando di tranquillizzare i suoi compagni
alcuni dei quali avevano seguito Cristiano schierandosi dalla sua parte
senza nemmeno sapere come stavano veramente le cose.
Il
problema era la gelosia ma era assurdo che ci fosse… dopotutto lui e
Ricardo erano solo amici.
No?
A
meno che non gli avesse fatto discorsi strani…
Al
pensiero si chiese se dovesse approfondire il discorso con Cris oppure
parlarne con Riky ed informarlo di quel ‘dietro le quinte’.
Tanto
le voci sarebbero arrivate comunque, forse era meglio spiegargli per
bene tutto, anche quello che Cristiano aveva sottinteso senza bisogno
di dire chiaramente.
Ricardo
stava facendo esercizi per il ginocchio in palestra, quando si vide
arrivare come un toro inferocito Cristiano che sbattendo la porta e
fulminando il fisioterapista gli fece capire che voleva stare solo col
suo compagno. L’uomo capendo che non era il caso di finire sotto fuoco
incrociato, diede le ultime indicazioni al brasiliano e poi uscì
discreto.
-
Cosa è successo? - Chiese preoccupato Ricardo smettendo di fare quello
che gli era stato detto. Lo guardò con attenzione e lo vide muoversi
nervoso su e giù per l’ampia sala fra gli attrezzi e le sbarre, decise
di aspettare che si placasse da solo non potendo certo saltellargli
dietro, ma non riprese i suoi esercizi.
-
C’è che quel coglione è un coglione! Ecco che c’è! - Cominciò colorito
e fantasioso. Ricardo non capì di chi parlasse, così azzardò la
domanda:
-
Chi? - Che ce l’avesse con l’allenatore era fuori discussione poiché lo
venerava… ma con chi altri potesse essere imbestialito proprio non ci
arrivava.
Cristiano
prese un manubrio leggero e cominciò a muoverlo forsennatamente come
fosse un calmante. Ovviamente non funzionò e aumentò i pesi.
-
IKER, CHI SENNO’? - Certo così ovvio non era per l’altro che sgranò gli
occhi non immaginando potesse aver dei problemi con lui!
Ok,
aveva notato che Cris ultimamente era strano, ma non avrebbe mai
pensato che fosse a causa del loro capitano.
Rimase
seduto dov’era con la gamba incastrata nell’attrezzo e si grattò la
nuca in difficoltà temendo per la propria vita, poi si azzardò di
nuovo:
-
Ti va di raccontarmi? - Quando era così incazzato era davvero
pericoloso in qualunque modo lo si prendesse, perfino per lui.
Pregò
vivamente Dio affinché in uno scatto d’ira non gli lanciasse il peso
addosso e assistette alla seconda parte della sfuriata. Anzi, a quella
autentica.
Mise
giù l’oggetto e riprese a camminare di nuovo veloce e rabbioso:
-
Quella stronza della sua ragazza continua a fare le sue sparate del
cazzo su di me e lui si guarda bene dal metterla a cuccia! Magari è lui
che le dice cosa scrivere nei suoi articoli di merda, no? E poi mi dice
che non c’entra e che me la devo vedere con lei! Deve sperare che non
lo faccia, perché altrimenti la sistemo a modo mio e dubito che le stia
bene poi non poterla toccare per tutti quei mesi! -
-
CRIS! - Fece ad alta voce scandalizzato, poi abbassò il tono
controllandosi: - E’ una donna! - Come se fosse quello il nodo della
questione!
- E
ALLORA? E’ UNA PUTTANA! STA CON LUI SOLO PER POTER AVERE LE
INFORMAZIONI PIU’ PRIVATE E DI PRIMA MANO SU UNO DEI CLUB PIU’ IN VISTA
AL MONDO! - Gridò infervorato andandogli davanti, Ricardo faticò a non
ritirarsi ma probabilmente la sua espressione fu talmente limpida da
non aver bisogno di altri gesti. Un lampo di timore nei suoi grandi
occhi scuri. Era confuso e dispiaciuto ma prima di tutto sconvolto che
la pensasse così… lui era il loro capitano, una tale reazione solo per
delle parole negative della sua ragazza era esagerata… però come
dirglielo rimanendo poi vivo? Non poteva nemmeno scappare… guardò le
sue stampelle lontane dalla propria postazione e si diede
dell’imbecille -non esattamente con quel termine-, era assurdo avere
paura di Cristiano, sapeva che non avrebbe mai alzato un dito su di
lui.
Riprese
a misurare la palestra a grandi passi sbuffando come una teiera, quindi
il brasiliano azzardò nuovamente con mitezza:
-
E’ solo questo? -
Cristiano
ebbe un altro scatto ma rimase a debita distanza, riprese ad urlare
come avesse Iker stesso lì davanti:
-
SOLO QUESTO? MICA LO DIFENDERAI, ORA! SCUSA, DA CHE CAZZO DI PARTE
STAI? - Come se fosse ovvio che doveva stare dalla sua pur non
conoscendo i particolari.
Anzi,
come se da quella risposta dipendesse la risoluzione od il
peggioramento della propria gelosia che si ostinava a non ammettere
essere tale.
Fu
lì, mentre Riky era in netta difficoltà perché non sapeva cosa
rispondere per non peggiorare la situazione, che la porta della
palestra si aprì di nuovo e un fulmine entrò spedito diretto verso
Cristiano.
Quando
si fermò e il ragazzo seduto riconobbe Iker, impallidì notando la sua
aria arrabbiata come non l’aveva mai visto e cominciò seriamente a
temere per la loro vita.
Gli
puntò il dito contro come prima l’altro aveva fatto con lui e senza più
remore e freni si mise a gridare allo stesso modo:
-
SEI UN IPOCRITA! DI’ LA VERITA’! DI’ CHE NON C’ENTRA UN CAZZO SARA! NO,
PERCHE’ A QUESTO PUNTO MANCANO SOLO I MANIFESTI, TESTA DI CAZZO! -
Cristiano, che a quanto pareva non aspettava altro, si tolse malamente
il dito di dosso e lo spinse gridando di rimando:
-
VAFFANCULO! - Questo riassumeva tutto, poi aggiunse: - TI HO GIA’ DETTO
TUTTO QUELLO CHE DOVEVO! VATTENE E LASCIAMI IN PACE! VA DALLA TUA SARA
E NON ROMPERMI IL CAZZO ANCHE QUA! -
Iker
però lo prese per il colletto della maglia attillata e lo spinse con
forza contro un attrezzo alto lì accanto:
-
MA CHI TI CERCA! NON SONO MICA QUA PER TE! SEI TU CHE URLI COME UN
COGLIONE! - Questa volta pareva proprio fuori di sé e Cris sembrava non
aspettasse altro, Ricardo prevedendo una degenerazione terribile si
alzò e cominciò a saltellare stando attento a non poggiare la gamba
operata. Prima che arrivasse, Cristiano tentò di spingere via Iker ma
non ci fu verso, nonostante la sua notevole forza l’altro era talmente
fuori dalle grazie divine che non si smuoveva, anzi premeva
furiosamente il corpo contro il suo per impedirgli ogni movimento.
-
AH BENE, SEI QUA PER RIKY ALLORA! COS’E’, QUELLA LA’ NON TI BASTA?
VOLEVI METTERMI CONTRO ANCHE LUI? - Intendendo che fosse lui la voce
dietro gli articoli di Sara.
L’istante
prima che Ricardo giungesse faticosamente a loro fra un ostacolo e
l’altro, Iker come un lampo furibondo si scostò il necessario e lo
colpì con un pugno che fece finire l’altro di lato ripiegato su sé
stesso.
Non
perse tempo a lamentarsi dal dolore, si tirò subito su e fulminandolo
con lo sguardo ricambiò il pugno sul suo zigomo.
-
BASTA! - Si intromise Ricardo mettendosi proprio in mezzo fra i due che
si erano già ripresi rispettivamente per il colletto.
Il
momento di tensione fu inaudito e tanto loro erano infuriati, tanto
Ricardo temeva di finire sotto le loro mani.
Solo
mesi prima la sensazione di averne due paia addosso non gli era
dispiaciuta… chissà perché ora lo terrorizzava?
Certo
perché la natura delle ‘carezze’ ora era nettamente differenti.
-
PIANTATELA! NON SI RISOLVE COSI’! SIETE IMPAZZITI? SE LO VENGONO A
SAPERE, SE IL MISTER LO VIENE A SAPERE, E’ FINITA PER VOI! -
Non
furono poi tanto le sue parole quanto la sua voce che penetrò le loro
menti fino a farli tornare, seppure con una piccola parte di loro
stessi.
Si
resero conto di aver messo quasi in croce il loro compagno e si
mollarono immediatamente, peccato che nel lasciarsi non c’era più
nemmeno un appoggio per il povero operato che non aspettandosi un
rilascio simile, barcollò pericolosamente. Naturalmente fu ripreso al
volo da entrambi, mossi istintivamente. Chi con le mani sui fianchi chi
sulle spalle, una strana scossa elettrica percorse Ricardo
sconnettendolo momentaneamente. Gli ci volle un profondo respiro per
tornare in sé, così alzò le braccia per far capire che c’era e poterono
lasciarlo.
Saltellò
indietro per mettersi di lato ed i due si guardarono in cagnesco.
L’unica
cosa buona era che parevano aver scaricato i furenti e pericolosi bassi
istinti.
Si
chiese cosa dovesse dire e fare, non era un Mourinho con un polso di
ferro, era piuttosto uno che ascoltava e faceva da spalla su cui
piangere… o da pungiball al massimo!
-
Parlatene civilmente, non è questo il modo di risolverla! Mi stupisce
che reagiate in un modo simile per… per una cavolata! - Ammise che il
motivo ufficiale per cui sembravano essersi addirittura picchiati era
una cazzata e stupito quanto mai scandalizzato attese che si
giustificassero sentendosi più come un fratello maggiore che un
compagno di squadra!
-
Non è per Sara! - Esordì allora Iker venuto lì per parlarne con Ricardo
e trovare insieme una soluzione.
Cristiano
si aizzò di nuovo ma la mano del compagno prontamente sul suo braccio
lo bloccò:
-
Che cazzo dici?! -
Iker
alzò il tono marcando sulle parole, ma spostò lo sguardo stufo e
seccato su Ricardo:
-
E’ geloso di noi due e il genio ha deciso di deviare tutto su quelle
stupide dichiarazioni negative sul suo conto da parte della mia
ragazza… è solo un coglione! - Che ormai aveva disinserito la parte
cerebrale inerente alle buone maniere che di solito cercava di tenere
ben attiva, era evidente; Ricardo non sindacò sulle parole quanto sul
senso.
-
Eh? Ma dai, non può essere… e perché mai? -
Ma
Cristiano non era per niente d’accordo e come punto da un insetto
velenoso tirò di nuovo i muscoli domando a stento la voglia di colpirlo
con un pugno sulla bocca!
-
Non dire puttanate! - Ringhiò infatti con un controllo dovuto solo al
magico tocco del suo ragazzo sull’avambraccio.
Iker
non se ne intimorì e piantando le mani ai fianchi, riprese cercando una
lucidità che proprio non trovava… c’erano quei momenti in cui la
perdeva, per un motivo o per l’altro, ed allora non poteva che sperare
di non esagerare.
-
E’ così e lo sai, piantala di fare l’ipocrita! Siamo diventati amici,
lui si confida con me per quel che ti riguarda o per le cose serie che
gli stanno sull’animo e a te dà fastidio! Sappi che non c’è niente fra
noi, cazzo, sono fidanzato! -
- E
questo cosa diavolo c’entra? Tutti noi siamo impegnati, questo è un
altro discorso! E poi non sono geloso! Ma porca puttana, e di cosa
dovreste parlare?! DI ME?! - Finalmente era riuscito a saperlo e
seppure col secondo treno l’aveva realizzato e si era scoperto.
-
Di tante cose, cosa importa?! Sei un egocentrico, non sei contento di
essere al centro dei nostri dialoghi? Questo dovrebbe tranquillizzarti!
- Iker ormai era lanciato e Ricardo che faticava ad elaborare le
informazioni per lui sconvolgenti che stava ricevendo, lo lasciava fare
sperando non tornassero ad azzuffarsi perché in quel caso li avrebbe
lasciati fare.
- E
perché cazzo dovrebbe tranquillizzarmi? - Chiese malamente Cristiano
avvicinandosi col busto al suo interlocutore che lo riprese per il
collo della maglietta mettendo il proprio viso a due centimetri dal
suo:
-
Perché vuol dire che pensa sempre e solo fottutamente a te! -
Normalmente quello non era nemmeno il suo linguaggio, se era per
quello, ma quando usciva di testa a quel modo -e pochi ci riuscivano a
sbattercelo così- non sapeva più controllarsi.
La
voce bassa lo penetrò facendolo rabbrividire ed ingoiare a vuoto. La
spina si staccò di netto come se gli avessero dato una scossa e invece
di aizzarsi, si spense. Ricardo prese allora anche Iker per il braccio
e ottenendo il suo sguardo contrariato e lugubre, sorrise in quel suo
modo puramente dolce e tranquillizzante, come di gratitudine; gli fece
capire che da lì poteva pensarci lui e che si sarebbero sentiti per le
scuse ufficiali.
Senza
dire niente e capendo al volo il messaggio annuì con la testa e
carezzandolo appena a sua volta si separò dai due e se ne andò
lasciandoli soli.
Quando
il silenzio li inglobò rimasero immobili per un po’ senza parlare.
Cristiano guardava in basso con rabbia ed imbarazzo mentre Ricardo
l’osservava incerto su cosa fare e dire per primo.
La
sua attenzione infine fu attirata dall’angolo del labbro che sanguinava
per il colpo ricevuto, quindi non avendo alcun fazzoletto per pulirlo
si avvicinò, si leccò il dito e lo passò delicatamente sul punto
tumefatto. Il rivoletto fu presto svanito per lasciare visibilità al
livido che in breve si sarebbe formato. Nella speranza che non fosse
troppo evidente e non sapendo comunque cosa aggiungere, Ricardo spostò
le dita dietro al suo collo e poggiò al loro posto le labbra schiuse
finendo la medicazione con la propria lingua.
Quel
gesto semplice e quasi ingenuo calmò Cristiano che era ancora teso,
sciolse di netto i muscoli e rilassò il corpo senza trovare però la
forza di toccarlo a sua volta. Si sentiva un perfetto imbecille ora che
si rendeva conto che Iker aveva ragione.
Infuriarsi
tanto per sforzarsi di non vedere la verità era stata la cosa più
stupida… eppure lui non era così ipocrita. Magari dentro di sé,
inconsciamente, sapeva anche che non c’era veramente motivo per essere
geloso…
Comunque
rimaneva il fatto che ora aveva sbagliato completamente tutto.
Capendo
perfettamente il suo stato d’animo e sapendo che non si muoveva perché
si vergognava di sé, gli prese lui le mani e se le mise alla vita
cingendolo a sua volta.
Lo
strinse finché non lo sentì ricambiare e con un sorriso sollevato
contro la sua guancia, raggiunse l’orecchio mormorando con la serenità
che lo caratterizzava quasi in ogni momento:
-
Non importa, lui ha già capito. Basterà che ti scusi. - Come a dire che
con lui il problema nemmeno esisteva ma solo con Iker. Un problema più
o meno facilmente risolvibile vista l’enorme stima che aveva del loro
capitano.
Il
suo tono caldo e rilassato fu come balsamo e restituendogli la pace
persa per quel colpo di testa colossale, lo strinse con più forza
attirandolo quanto più poté a sé, baciandogli il collo come fosse un
piccolo incantesimo benefico.
La
seconda parte dell’incantesimo fu l’appropriarsi delle sue labbra che
l’altro gli concesse volentieri ponendo fine a quel brutto momento di
tensione.
Fondendo
le loro bocche, giocarono con le lingue fino ad intrecciarle in quel
piccolo darsi reciproco rigenerante.
Pace
era stata raggiunta ma un nuovo pensiero strisciante ed inaspettato si
fece inconsciamente largo in Cristiano.
Un
pensiero che lì per lì preferì ignorare ma che dentro di sé avrebbe
sicuramente elaborato.
“Cosa
significa il potere che Riky ha su di me?”
Una
domanda la cui risposta l’avrebbe spaventato non poco.