NOTE: allora... tormentata da quel che sta accadendo in questi giorni e da tutti questi esagerati alti e bassi mostruosi circa il destino di Riky, ho deciso di mettermi chiarezza così. Anche perchè poi ci si mette pure sua moglie Carol a dire che lei ed i figli vanno in Brasile e che anche se Riky va via da Madrid (ERGO NEMMENO LEI E RIKY SANNO CIO') loro non lo seguiranno da nessuna parte. Cioè lei è in Brasile e lui in Europa. Ovunque sarà, per questi anni, saranno così. A meno che non cali un colpo di scena stratosferico e lui vada al San Paolo, ma da quel che dice lei o a Madrid od ovunque ma sempre in Europa. Si vedrà. Ad ogni modo... questo alimenta la relazione di Riky e Cris e per esigenze di copione ho dovuto fare quello che leggerete a Carol ed Irina. Perchè dovevo giustificare in qualche modo la sua partenza definitiva a San Paolo. Ecco qua la mia storia. Buona lettura. Baci Akane

IN UN MODO O NELL'ALTRO

/Feel again - One Republic/

 Era da molto che non gridava. Tutti quelli che lo sentirono si preoccuparono, anche Riky che non ebbe tempo per continuare ad essere cupo... 


 - Ma non ti accorgi che non ti considero come giocatore? - Duro. Dannatamente duro. Che diavolo di problema c'era, ora, tutto d'un colpo con lui?
 Ricardo cadde letteralmente dalle nuvole, non si era mai accorto di questo, José gli aveva sempre detto d'avere dei motivi tecnici per farlo giocare di meno, gli aveva spiegato che a volte erano giornate in cui non lo vedeva in forma, altre semplicemente aveva bisogno di giocare qualcun altro nella sua posizione. Aveva capito, ci aveva creduto.
 Ora se ne usciva così, fissandolo come avesse un ebete davanti.
 Ricardo lo guardò sbalordito e con una semplicità tipica sua, rispose onesto: 
 - No. - José avrebbe pensato di essere preso in giro se non avesse avuto lui davanti. Ma era lui e non poteva che crederci. 
 - Dannazione, ragazzo, non vedi come ti ho fatto giocare di meno rispetto a tutti gli altri? Come puoi non capire? - 
 - Tu mi dicevi che c'erano motivazioni tecniche... erano tutte bugie? - Ricardo era impietrito, non poteva crederci. Non riusciva ad associare quel José con l'uomo che, insieme a Cris, gli aveva fatto provare eccezionali sensazioni sul letto. In quel momento se ne vergognò come un ladro e sentendosi la peggiore persona del mondo, invece d'aver voglia di piangere divenne il buio. Un buio cupo, pericoloso e mai visto prima. Davvero impressionante. 
 - E credi a tutto? Dai, hai l'occasione di andartene, fallo perchè se pensi che quest'anno ti faccia giocare di più solo perchè questi mesi sei migliorato moltissimo, ti sbagli! La mia prima scelta andrà sempre su altri a prescindere! - 
 Ricardo si alzò lentamente dalla sedia, suo padre accanto non credeva a ciò che sentiva ed aveva una gran voglia di spaccare la faccia a quell'essere ignobile. Ma il giovane si alzò e con una calma raggelante gli disse con due fessure puntate sui suoi occhi.
 - Io e te abbiamo chiuso. - Dopo di questo, semplicemente, uscì.


 Cristiano e tutti gli altri prima sentirono le sue dichiarazioni, poi sentirono e videro lui. Solo dopo capirono.
 ' Voglio andarmene dal Real Madrid. Milan o Poggibonsi non importa dove, purché io me ne vada.'
 Parole simili da lui non erano mai, mai, mai uscite in quei tre anni lì, nemmeno nel periodo peggiore di tutti.
 Quando era stato fisicamente male nell'arco di due lunghissimi anni José era stato fra quelli che gli aveva sempre dato fiducia e pazienza dicendogli che avrebbe ripreso tutto.
 Ora perchè faceva così?
 Non riusciva a capire.
 Non riusciva proprio a capire.


 - Cosa diavolo significa, quello? - Disse Cristiano allarmato, l'ansia minacciava davvero di ucciderlo quella volta, la voce gli tremava e le mani anche. A Ricardo si strinse il cuore e piano, con dolcezza, disse.
 - Mourinho ha detto che non mi farà mai giocare di più e che mi ha messo poco rispetto ad altri perchè non mi considera come giocatore e non lo farà mai. Non so, non gli piaccio come calciatore e forse mi ha sempre preso in giro le volte in cui mi sosteneva e mi stava vicino. Però... però ora è finita. Cris, ho l'amor proprio. Non è per giocare a calcio e recuperare ancora meglio la mia forma. E' solo perchè mi voglio bene. Se resto finisco per cambiare come non voglio. Devo. Andarmene. - Piano, lento, sussurrato, calmo. Agghiacciante. Gli occhi neri, neri dentro. 
A Cris questo bastò.
 Imprevedibile come non mai prese e scattò come una furia verso José, dall'altra parte del campo. Erano tutti lì per i soliti allenamenti.
 Ricardo impallidì. 

Gli altri sentirono solo il suo - Cris, no. - Poi videro la scheggia partire verso José che visionava alcuni appunti. 
- Tu pensi di poter trattare delle merde chi vuoi solo perché sei Mister José Mourinho, Lo Special One? - Esordì spigliato e sostenuto. Non urlava, non ancora, ma benedetti gli allenamenti a porta chiusa.
Dopo le prime partite in cui Riky non era stato nemmeno convocato da José e le pessime figure fatte, erano tutti molto tesi. La questione era che a nessuno andava giù quello che José stava facendo a Ricardo, il beniamino del gruppo. Però nessuno si lamentava apertamente, c'erano solo sguardi torvi in sua direzione e sbuffi vari. Quando avevano cominciato a giocare sottotono e gli stadi erano stati sempre più vuoti, l'idea che fosse un segno di protesta verso l'allenatore era arrivato come un treno ed il muro si era eretto, ma nessuno si era veramente espresso. Lo conoscevano. Chiunque avrebbe detto qualcosa sarebbe stato messo fuori. Solo uno poteva permettersi di dirgli ciò che pensava ed era giunta l'ora.
Gli sguardi di tutti puntati su i due, Riky fermato da Iker. 
- Devono vedersela loro. - 
- Ma Cris... - Provò Riky preoccupato.
- Non lo picchierà! - Fece sicuro Iker. Poi aggiunse. - Spero. - 


- Hai qualcosa di preciso da dirmi? - José lo provocò a scoprire le sue carte, non che avesse particolare bisogno...
- Certo che ce l'ho! Se un giocatore è una testa di cazzo e si merita di essere disciplinato e trattato di merda allora è un conto, ma se obiettivamente non se lo merita perchè fa bene il suo, sta al suo posto ed è una persona da esempio a tutti, perchè cazzo devi trattarlo così? - 
José sapeva bene a cosa si riferiva ma era convinto che nemmeno lui potesse osare tanto.
- Non sa difendersi da solo? - Arrogante e stronzo, a Cris vennero i fumi neri.
- Lui è superiore, non ha bisogno di difendersi! Solo che io voglio dirti cosa penso! - 
- Allora stai attento a cosa dici perchè ci sono segni che nemmeno tu puoi passare! - 
Qua Cristiano non ci vide più.
- NO SEI TU CHE NON LI PUOI PASSARE! - Le urla. Il silenzio. Ricardo che voleva andare a fermarli ed Iker che lo tratteneva ancora. 
- NON ALZARE LA VOCE CON ME! POSSO SBATTERTI FUORI IN UN ISTANTE! - 
- BE' SE LA SQUADRA CONTA COSI' POCO PER TE FALLO! SEI UN IPOCRITA! E DIRE CHE TI VANTI DI DIRE SEMPRE QUELLO CHE PENSI! NON TI FOTTE UN CAZZO DI NOI E DELLA SQUADRA, TU VUOI SOLO SODDISFARE LE TUE FOTTUTE ESIGENZE DI SADICO! - 
- NON TI PERMETTO DI PARLARMI COSI'! - Anche José era furibondo perchè sapeva che non poteva davvero punire Cristiano come avrebbe voluto, non dopo 3 partite del genere con 2 sconfitte ed un pareggio misero.
- ED IO LO FACCIO! - 
- SE NON VUOI CHE TI MANDI VIA IL RAGAZZO PERCHE' POI NON SAI CHI SCOPARTI SONO CAZZI TUOI! IO FACCIO QUELLO CHE DEVO! - 
- NO TU FAI QUELLO CHE VUOI, E' DIVERSO! E NON E' UNA QUESTIONE DI PARTENZE O NON PARTENZE! IO E LUI SIAMO CIO' CHE SIAMO INDIPENDENTEMENTE DA DOVE VIVIAMO! E' UNA QUESTIONE DI RISPETTO! LO TRATTI COME UNA MERDA E NON SE LO MERITA, L'HAI SEMPRE PRESO IN GIRO ED E' UNA PERSONA ONESTA CHE HA LAVORATO IL TRIPLO DEGLI ALTRI PER RECUPERARE LA FORMA PERSA, E' UN ESEMPIO E PUO' PIACERE O NO COME CALCIATORE, MA IN TUTTI I CASI, ANCHE SE LO VUOI MANDARE VIA, NON SI MERITA DI ESSERE TRATTATO COSI'! E' UNA PERSONA CHE VALE E NEL REAGIRE COME STA FACENDO DIMOSTRA CHE VALE MILLE VOLTE PIU' DI TE! - 
Detto -gridato- questo senza la minima paura delle conseguenze, si voltò senza dargli tempo di ribattere. José gridò dietro di lui inferocito.
- NON DISTURBARTI AD ALLENARTI OGGI! - 
Cristiano non ci avrebbe di certo pensato...
Arrivato da un pallidissimo Ricardo che lo fissava con gli occhi più grandi di questo mondo -gli altri non erano da meno- gli disse rabbioso e ancora furioso. 
- Se resti in questa squadra giuro che non ti parlo più! C'è un limite a tutto e vedere come ti tratta fa troppo male! Io non ci sto! - Dopo di che, con la bocca aperta e shockata di Riky, Cris se ne andò dal campo.
Tutti sapevano che in qualche modo avrebbe risolto con José, era giusto, era l'allenatore ed anche se era uno stronzo certe volte, era giusto lo stesso. 
Però per il momento la spaccatura sembrò incurabile e comunque di sicuro le cose non sarebbero mai più state come prima. Mai più.

Riky naturalmente lo seguì negli spogliatoi mentre in campo tutti guardavano José e nessuno osava avvicinarsi. Karim primo fra tutti.
Lui ci aveva litigato già ad inizio agosto ed era da molto che non si parlavano più. Proprio per questo modo di trattare Riky, in risposta Karim si era attaccato a Mesut e Sami. Gliel'avrebbe fatta pagare lui. 

Negli spogliatoi, Cris cominciò a dare calci alle scarpe ed alle borse un po' di tutti e dietro gli andava Riky sistemando tutto ciò che poi lui tornava a buttare all'aria.
Non l'aveva mai visto così.
- Dannazione, non capisco perchè fa così! Due anni a sostenerti in tutti i modi e poi ti tratta così! Perchè cazzo? Può avere le sue preferenze tecniche, può dire che preferisce altri tipi di giocatori, non importa, va bene! Può anche dire che preferisce i cattivi ragazzi a quelli buoni, ma non ha veri motivi per trattarti così! Non ne ha, niente lo giustifica! E poi non è la questione che tu sei il mio ragazzo, questo alimenta ma è il principio. E' un pezzo di merda! Lo credevo diverso! - Cris era tanto furioso proprio perchè con José aveva legato moltissimo. 
Riky sospirò e solo allora Cris si fermò dandogli la schiena e stringendo i pugni.
Era orribile, così.
Andare via in quel modo era veramente uno schifo.
- Ero pronto ad andare, lo sai... all'inizio di Agosto ne abbiamo parlato. Ma andare via così è davvero... - Cris finì per lui che cercava di trattenersi.
- Una merda! - Riky non disse niente ma aveva ragione.
Annullando lentamente la distanza, gli arrivò dietro e mettendogli le mani sui fianchi appoggiò la fronte sull'ampia schiena muscolosa e tesa. Lo sentì rilassarsi al colpo, stava anche tremando.
- Mi dispiace che sia così... anche se vado l'ambiente qua sarà irrespirabile. Dovete risolvere in qualche modo, voi comunque rimanete qua, siete una squadra e dovete fare il vostro anche per voi. - 
- A nessuno piacerà se te ne vai ma credimi che piace ancora meno come ti sta trattando. Sei ancora un giocatore del Real, perchè diavolo non ti fa giocare? Potresti dimostrare che ti meriti questa maglia perchè sei in forma e prezioso e lui lo sa, l'ha visto quest'anno quando giocavi, l'ha visto ora nelle partite estive. E lui non vuole che tu sia tanto importante perché è un figlio di puttana. - Ricardo gli baciò la schiena. Era commosso dal suo fervore nel difenderlo, era la persona più dolce del mondo.
- Starò bene, troverò il modo per stare bene. Via di qua o anche rimanendo lo stesso... se nessuno riesce a prendermi devo restare, il presidente lo obbligherà ad utilizzarmi ed anche solo 30 minuti qualche partita io gli dimostrerò ciò che valgo. E tutti lo sapranno. Questo conta. Troverò sempre il modo per stare bene, perché sono fatto così. E' lui quello che, facendo così, vive male. - Questo discorso maturo era tipico suo e Cris lo invidiò. Sapeva farne di splendidi, era davvero prezioso sotto molti punti di vista, ma sotto uno in special modo.
Cris si voltò fra le sue braccia e si fece circondare mentre altrettanto faceva lui, gli prese il viso, l'accarezzò, lo guardò e l'amore gli diede pace. Avevano un modo di guardarsi che spegneva tutto il resto. 
Quello che erano niente l'avrebbe spento in ogni caso.
- Ti amo e senza di te penso che non esisterei nemmeno... - Cose romantiche che gli diceva solo in privato. Che solo lui riusciva a tirargli fuori. 
Cose che alimentavano Ricardo stesso.
- Ti amo anche io e sei la mia forza in ogni istante. - In qualunque situazione, sempre, sarebbero andati avanti così. Insieme.



Poi, in ogni caso, nessuno avrebbe potuto prevedere cosa sarebbe successo di lì a poco.

Era sera quando Cris capitò da Riky, si era fatto due conti e sapeva quando il compagno tornava dagli allenamenti.
La sua espressione era strana, tesa, shockata e sembrava aver perso le parole per strada. Gli occhi sgranati e l'aria di chi pensava di star sognando.
- Cosa... cosa è successo, ora? - Chiese Riky spaventato, i capelli ancora bagnati, il telefono in mano.
- Dimmelo tu! - Esclamò stridulo, era anche comico in effetti ma Riky si trattenne, distingueva bene i momenti in cui era il caso di prenderlo dolcemente in giro e quando invece no.
Cris entrò e si chiuse da solo la porta alle spalle, poi ancora sconvolto alzò l'i-phone e gli mostrò la pagina di twitter dove aveva letto la notizia più pazzesca dell'ultimo secolo di vita. Ancora più assurda del Chelsea che vinceva la Champions contro uno dei miglior Bayern Monaco di sempre.
Ricardo vide il post pubblicato da sua moglie e senza stupirsene sorrise in modo strano, quasi indecifrabile. Era un po' malinconico ed un po'... impossibile dirlo.
Il post aveva una foto di Riky con uno dei premi vinti come miglior giocatore ed un'altra con lui e lei che baciavano il Pallone d'Oro. Poi le sue parole.
Il migliore al mondo per la FIFA! Pallone D'Oro!
Hai vinto ogni premio possibile e impossibile.
Hai raggiunto vittorie che ogni giocatore sogna, giocato nei migliori club in Brasile e in Europa. Sofferto e vinto.
Hai affrontato lotte e difficoltà e sei uscito vittorioso.
Sei stato ferito e sei guarito.
Avresti potuto smettere di giocare anni fa ma continui, puntuale, laborioso, impegnandoti, disciplinato, dedito come non ho visto nessun altro.
Ti meriti tutto il prestigio ed il riconoscimento.
L'ammirazione delle famiglie dei posti in cui siamo stati in tutto il mondo è sempre per l'essere umano che sei: fedele, autentico, una persona integra, con una buona reputazione. Di carattere unico.
Tornerai in alto perché Dio onora coloro che lo onorano.
Per sempre sarai il mio migliore del mondo. Miglior marito, padre e professionista.
Papà ti voglio tanto vene!
E presto saremo di nuovo insieme!
Brasile, i fan, gli ammiratori, gli appassionati di calcio... abbiamo bisogno del vostro sostegno.”
Al termine Cristiano esclamò sempre più istericamente stridulo:
- Ora. DIMMI CHE DIAVOLO SIGNIFICA!? -
Riky, candido, rispose piano e calmo:
- Non si capisce? -
- CERTO CHE SI CAPISCE! CIOE' NO! - Cris era un po' confuso e Riky sorrise, quindi lui gesticolò come un invasato sempre più nervoso.
- NON ERANO IN VACANZA IN BRASILE? - Lui sapeva solo questo.
Ricardo sospirò rassegnato, ora bisognava spiegargli tutto quello che lui aveva vissuto in circa un mese di vacanza ed in quello successivo, al suo ritorno a Madrid.
- Vieni e sediamoci, è lunga... - A Cris questo piacque di meno, lui voleva sapere, non ce la faceva più a farsi ipotesi e rispondersi da solo come un idiota. Faceva e smontava. Il peggior pomeriggio della sua vita, considerando la litigata con José.
Una volta che furono sul divano, Cris si rialzò di nuovo e tornò a camminare nervoso allora Riky gli prese la mano al volo e lo tirò accanto a sé. Cris si spense un po' ma continuò a battere il piede per terra.
- Senti, non te ne ho parlato perchè non volevo fare un polverone per niente, poteva essere tutto falso. - Una premessa peggiore non poteva farla.
- Vai subito al San Paolo e mi pianti molto prima del tempo! Cazzo, Riky! Avevamo detto tre anni in Europa, poi il Brasile... mi sarei abituato in tre anni, poi ti avrei visto di meno ma insomma, sarei stato pronto. Ok che non ci lasciamo ma sai, Europa e Brasile non sono dietro l'angolo, se è difficile fra Spagna Italia che sono attaccate figurati tu Spagna Brasile... devi darmi più tempo e poi non ho ancora preso il jet per... - Era partito in quarta con l'ipotesi peggiore, Riky dovette mettergli la mano sulla bocca per zittirlo e poter spiegare, quindi sforzandosi ancora di non ridere, si limitò ad un sorriso anche molto dolce.
- Non vado al San Paolo, a meno che Real e Milan mi scarichino entrambi e non ci siano proprio altre squadra che mi vogliono e fidati che ce ne sono. - Questo lo tranquillizzò, però non escludeva a priori la possibilità. - E comunque come dici tu prima o poi ci torno... -
- Si ma! - Non riuscì a dire di più, Riky premette di nuovo la mano e risoluto si decise a dirgli tutto.
- Zitto e ascolta! - Questo eccitò pure Cris che smise di scalmanarsi. Poi avrebbero fatto tanto sesso. - L'idea è sorta pensando ad Andry... -
- Ok questa non mi piace per un cazzo! - Cris non riusciva proprio a tacere, sembrava una sit-com.
Riky sospirò stanco.
- Andry, quando è andato al Chelsea l'ha fatto un po' perchè il Milan voleva i soldi, un po' perchè lui voleva allontanarsi da me ed un po' perchè la moglie voleva vivere a Londra e crescere i figli là. - Ok, fin qua era chiaro. No, non molto. Però cercò di stare zitto anche se sentire Andry gli procurava un conato di vomito. - Poi, dopo il Chelsea, è venuto un anno a Milano come, forse, potrei fare io. Ma la famiglia è restata a Londra perchè non voleva muoversi. Quando Andry è andato a Kiev, loro sono rimasti sempre là... -
- Si sono separati... - Riky piegò la testa.
- No, non proprio... al lato pratico sì, però ufficialmente non si sono mai separati... -
- Erano separati in casa. Bè, nemmeno, a distanza... - Cris a momenti capiva ad altri no, Ricardo proseguì paziente.
- All'incirca. La famiglia voleva avere una base stabile e trovava in Londra quella base ideale. Poi tu lo sai come me, Andry non è mai stato davvero innamorato di lei, ha sempre amato me quindi infelice e depresso com'era immagino fosse stato difficile per lei vivere con lui... e quando hanno avuto l'occasione l'hanno colta. Ognuno per la sua strada ma sempre mantenendo contatti, parvenze ed una specie di rapporto per i figli. -
- Vuoi fare la stessa cosa con Carol? Ma mi sembrava che comunque andaste molto d'accordo, lei è la tua migliore amica ed ora che sta con Irina... - Ricardo a questo punto fece un'espressione davvero addolorata ma non per lui.
Cris si fermò ed impallidì... - Si... si sono lasciate? -
Riky lo fissò capendo che cadeva dalle stelle.
- Non te ne sei accorto? -
- NO! - Esclamò l'altro come se gli avessero detto che il sole era nero!
- Ma scusa, quasi ci vivi con lei, dici che la sposerai e non ti accorgi se si lascia con la sua compagna? - Per Riky era inconcepibile!
- E cosa ti devo dire? È un'amica, non la mia vera ragazza... stiamo bene insieme, ridiamo e scherziamo, lei non rompe il cazzo ed io faccio altrettanto! - Che modi di vivere, pensò Riky. Lui comunque sapeva tutto di sua moglie anche se non ne parlavano apertamente. Fino a quest'estate.
- Bè, è successo durante tutti questi mesi estivi. Quest'anno per loro è stato complicato, mia moglie non è proprio facile... cioè in lei è molto radicata la sua fede ed i valori che io non sono riuscito a seguire in pieno... io avevo la tendenza da sempre... per lei questa è la prima ed unica volta, non è mai stata pienamente sicura. Ho capito che stava succedendo qualcosa quando durante le vacanze l'ho sentita molto attaccata a me. Da quando sta con Irina si comportava solo d'amica, non ci siamo mai baciati se non qualche volta in pubblico in modo leggero e cose simili. Niente di serio. O, sai, per i figli... - Ricardo non ne andava fiero, sapeva che prendevano in giro i loro sacri pulcini ma non poteva farci niente, non gli aveva comunque fatto mancare nulla. - Ecco... l'ho vissuta live, in pratica. Poi un giorno che l'ho vista piangere le ho chiesto cosa fosse successo e lei mi ha detto tutto, non ce la faceva più a tenerselo dentro, aveva bisogno di parlarne. Mi ha detto che sa che sto con Cris e che io so che sta con Irina... e che hanno problemi. Ti risparmio i dettagli però non è colpa di nessuno se non che Carol ha passato la stessa crisi che ho passato io durante il nostro primo anno insieme, sai quando sono diventato cupo ed intrattabile e stavo affondando e ti ho lasciato? E se non fosse stato per te... bè... - non proseguì ricordando uno dei momenti peggiori della sua vita. Cris abbassò gli occhi, ora capiva e gli dispiaceva, erano comunque due donne in gamba. - Solo che Irina non è te, lei penso l'abbia presa male e ha acconsentito al lasciarsi. Penso sia molto arrabbiata con lei, che nemmeno si parlino, non lo so. Comunque ho avuto il mio da fare a distrarla e tirarla su. Poi al momento di tornare a Madrid lei era davvero angosciata, mi sono sentito un verme ad obbligarla a fare la vita specchietto che abbiamo scelto, anche se lo facciamo per i figli. Lei a Madrid starà male, non posso... -
Cris lo interruppe aggrottando la fronte, non capiva più.
- Cosa... cosa hai fatto? -
- Le ho detto se voleva stare un po' in Brasile da sua madre... qualche giorno, quanto le sarebbe servito per tornare. All'epoca non era in vista alcun trasferimento, posto che poi ci sia... - Ormai si doveva parlare sempre per ipotesi...
- Ed ora lei vuole restare? - Cris ci era arrivato.
- Ne abbiamo parlato per tutto Agosto, lei lì sta bene, ai nostri figli piace e comunque c'è la prospettiva certa che io massimo fra qualche anno vada là e mal che va ci vado subito se qua non trovo nessuna squadra che mi voglia. - Anche se, in quel caso, il Real era costretto a tenerlo ed in quel caso tutti erano convinti che José l'avrebbe riutilizzato lo stesso. Di meno, ma l'avrebbe fatto. - Così in questi giorni abbiamo deciso di farlo, lei rimane lì a San Paolo in pianta stabile, prova a rilanciare la sua carriera di cantante che aveva in patria ed io intanto finisco gli anni qua, o a Madrid o a Milano o dove sarà... poi la raggiungo a concludere al San Paolo. Però è una cosa proprio di oggi, infatti poi sono uscite le dichiarazioni che sai... lei ci tiene a dimostrare che è e rimarrà sempre mia moglie, specie per Luca ed Isabella, ed io son d'accordo. -
Cristiano rimase in un proverbiale lungo silenzio per diversi minuti mentre si ripeteva tutta la storia e capiva cosa significava.
Era davvero pazzesco, in realtà. Da non credere...
Poi, finalmente, reagì. Piano, lento, scandendo bene le parole, incredulo... forse aveva capito comunque male...
- Cioè... per questi... tipo tre anni potrebbero essere forse... vivrai solo? - Ricardo annuì conscio di ciò che significava.
Il brasiliano annuì, non sorrideva, era serio ma in attesa dell'esplosione. Esplosione che puntuale arrivò investendo tutto.
Cris saltò letteralmente in piedi e sbracciandosi cominciò a camminare su e giù a ritmo di una qualche musica immaginaria molto allegra. L'espressione un sole, risate e la voce più squillante mai usata. Una bella differenza da prima che aveva urlato come un matto contro José.
- Cioè sarai mio in ogni caso! Certo, magari vai a Milano o dove cazzo ne so ma sarai comunque sempre solo, sempre solo mio! Io prendo il mio jet e ti raggiungo in un istante! Mi compro un pilota sordo e muto per di più analfabeta così non sono problemi che dica tutto. Ma se rimani per miracolo, e dannazione prima volevo che te ne andassi per quello stronzo ma prima non sapevo che potresti essere tutto mio, che potremmo praticamente vivere insieme, fare cioè come avremmo sempre voluto. Ok, sono un padre e quando ho tempo libero sto anche con mio figlio... gli dispiacerà non vedere più Luca... bè, insomma... mi divido con Cris J però posso anche dormire con te, chi se ne frega, nessuno lo sa, nessuno ce lo impedisce! Niente scuse idiote per chissà chi! OH MIO DIO RIKY MA E' FANTASTICO! Certo mi dispiace per lei ed Irina, dopotutto sono brave persone e ci hanno tolto dai guai un sacco di volte per non dire che da quando stanno insieme non dobbiamo mentire a loro. No tu capisci? Possiamo fare come una vera coppia sposata! Vivremo nel nostro appartamento così nessuno ci vede entrare ed uscire insieme, ogni tanto torniamo nelle nostre case, poi sicuramente Carol e i tuoi figli verranno a trovarti e quando io sto con mio figlio insomma, ognuno per conto suo, ma poi torneremmo là! Cazzo è fantastico, mentre se vai via davvero pazienza, il punto di ritrovo rimane sempre questo ma sarò più io che vengo a trovarti con il jet anche ogni notte, chi se ne frega! No, cioè ho un figlio ma siccome non dorme con me sono comunque più libero se so che non dobbiamo andare in albergo e sto a casa tua... però se stai qua... capisci? CAPISCI? - Riky ormai rideva a quel fiume umano di parole, era troppo divertente e finì per piangere steso nel divano, non ce la faceva più, sembrava un bambino davanti al gelato più buono ed enorme del mondo.
- RIKY NON DICI NIENTE? E' FANTASTICO! -
Ricardo era occupato a ridere, Cris allora si fiondò sul divano con lui e cominciò a ricoprirgli il viso di baci, tanti e veloci, come se dovesse farlo resuscitare.
In qualunque modo andassero le cose questa era una splendida notizia.
Finì ovviamente per baciarlo anche sulla bocca, ma niente di veramente approfondito, Riky rideva troppo e quando gli mancò il fiato lo spinse via per chiedere tregua. Cris stava comunque steso sopra di lui ed ansimavano entrambi. Ridenti, felici come non mai.
- E' bellissimo... cioè ci sono i contro e poi dispiace per loro... e mi mancheranno tanto i miei figli, sai, io e Luca siamo molto legati e vederci di meno sarà dura ma... dall'altra parte significa stare di più con te e non potrei chiedere di meglio, sia che vado via da qua, sia che resto. Certo, nel caso in cui mi troverò a tornare al San Paolo ora davvero, prima del tempo, la cosa sarebbe piuttosto triste ma prima bisogna vedere cosa sarà. Fino alla fine non si saprà veramente. - Cristiano passò dalle stelle alle stalle all'idea che comunque si potesse avverare anche l'ipotesi peggiore di tutte.
Riky lo vide incupirsi e se ne dispiacque, non voleva che facesse così però voleva che fosse pronto a tutto; così, per distrarlo, gli carezzò il viso con dolcezza esprimendo anche così quel suo stato d'animo quasi perenne.
- Grazie per oggi... per esserti schierato così. Fortunatamente non c'erano giornalisti e fotografi... -
- Non l'avrei fatto davanti a tutti altrimenti, però se lo meritava. - Riky accentuò il sorriso.
- Non potrei vivere senza tutto questo ed in un modo o nell'altro l'avremo sempre. Da vicino, da lontano ma l'avremo sempre. Ed è questo che mi fa fare qualunque scelta, anche l'apparentemente peggiore di tutte. - Cris divenne un brodo caldo, adorava quando faceva così e percorse il viso dai lineamenti perennemente fanciulleschi col dito. Piano sul naso piccolo, le guance morbide, le labbra carnose. Dio, come le amava. Amava tutto di lui ma poteva perdersi solo quando lo baciava... per poi non tornare più.
- E noi staremo sempre insieme a qualunque costo, in ogni caso, sempre e comunque. - Come quella promessa emozionante che avevano fatto quell'inverno. Perchè per loro quello era un sodalizio eterno e niente li avrebbe separati mai.
Fu con quella serenità ritrovata che Cris si perse in lui, nelle sue labbra che erano solo sue da un po'.
Riky le aprì subito accogliendolo e con dolcezza gli andò incontro con la lingua, si trovarono e non si lasciarono più. Ogni volta il loro sapore ubriacante gli dava alla testa, scattava sempre qualcosa. Era incredibile. Le mani di Riky scesero sulle spalle e sulla schiena, quindi sotto la maglietta si sentì meglio. Sulla sua pelle un po' sudata per i salti pazzi di prima.
L'amava così tanto da non poter trovare niente di meglio che rifugiarsi in quelle labbra.
Morirci proprio.
E così fecero.
Riky dopo aver toccato la sua pelle se ne ubriacò e volendone istintivamente di più, gli alzò l'indumento sempre più fino a riuscire a sfilarglielo da sopra. Smisero di baciarsi per un istante e quando Cris capì cosa voleva fare il suo compagno, si alzò a sedere su di lui a cavalcioni, già solo questo bastava a dargli alla testa. L'immagine di Cris a torso nudo seduto addosso era qualcosa di troppo eccitante. Si strofinò le labbra gonfie e respirò a fondo. Anche per Cris non era facile sopravvivere a quella visione. Una visione dannatamente peccaminosa, dal suo punto di vista di -lui si definiva così- peccatore.
Gli alzò a sua volta la maglietta ma non gliela tolse, non voleva si muovesse.
Si limitò ad accarezzarlo con la punta delle dita, questo lo stimolava molto, c'erano certe zone erogene che gli davano alla testa e quando lo sfiorava scattava sempre contorcendosi sotto di lui, Cris sorrise malizioso.
Gli tormentò i capezzoli e si decise a farlo anche con i denti, li prese, chinandosi su di lui ancora, e li tirò alternandosi come se fossero linfa vitale. Le mani scesero.
Sul limite dell'elastico dei comodi pantaloni di tuta che indossava a casa, abbassati per l'esigenza ovvia, Cris continuò a solleticarlo. Quel punto era deleterio, Riky inarcò la schiena e si tese gemendo.
Era davvero drammatico, non poteva continuare così.
Gli abbassò del tutto pantaloni e boxer, come gli serviva per scoprirlo per bene nell'intimità, e attese malefico che Riky cominciasse a mormorare piano, desideroso e sommesso...
- Ti prego... - Ma non era sufficiente...
Cris con la punta della lingua intorno alla sua erezione continuò a torturarlo senza toccarlo in altro modo.
- Dai... - Ma non era questo che voleva sentirgli dire. La sua bocca pura doveva sporcarsi di più...
Riky l'accontentò senza resistere più, senza nemmeno accorgersene. Con le mani sulla sua nuca e spingendo quanto riusciva col bacino contro di lui, lo implorò ad occhi chiusi.
- Prendilo in bocca... - Era la parola magica, bastava lo dicesse e Cris non poteva più controllarsi. L'avvolse con le labbra e lo bagnò, lo sentì gonfiarsi subito, era davvero molto eccitato. Probabilmente dopo quel periodo dove per tensioni ed incertezze varie avevano fatto poco l'amore, quello era quasi un sogno.
Cris sorrise sul suo membro ritenendo molto dolce quella sua eccitazione precoce e si separò per dargli respiro, non voleva che venisse già... voleva che lo facesse dentro di lui. In quel momento, con la sua tipica luce malata negli occhi che preoccupò e accese ulteriormente Riky, si alzò per togliersi i pantaloni ed i boxer, rimasto nudo non si preoccupò di sfogare la propria erezione ma si prese cura di un'altra parte di sé.
Questo non l'aveva ancora fatto perchè le volte in cui Riky era stato attivo, l'aveva sempre fatto lui, ma ora voleva che rimanesse così. L'angelo caduto che si lasciava sporcare dal diavolo, inerme, splendido, solo suo.
Ed era la prima volta sul suo divano, di solito o erano da Cris o nel loro appartamento.
Era una sensazione davvero speciale farlo lì così.
Tornato su di lui si mise a carponi, le gambe larghe con lui in mezzo, una mano si teneva allo schienale e l'altra... l'altra se la portò dietro di sé.
Quella posizione era da porno star.
Riky trattenne il fiato capendo e fece capolino oltre la sua spalla vedendo alla fine della sua schiena dove finiva la sua mano.
Proprio là.
- Cris ma ti stai... - Tornò con la mano fra i loro visi, Cris lo guardò complice e dannato e facendogli l'occhiolino mormorò:
- Mi dai un'aiutino? - Riky capì di che genere d'aiutino parlava e gli diede dimostrazione pratica di ciò che voleva. Si mise in bocca le due dita usando molta saliva, poi fece fare altrettanto a Riky che, conscio che quello era il sapore della sua saliva, lo leccò a dovere. Era una cosa strana, si sentiva stordito pur non stesse facendo niente. Capiva cosa voleva ma non l'avevano mai fatto.
Quando le dita furono adeguatamente lubrificate, tornò dietro e alzando lo sguardo per fare attenzione, sembrò presto trovare la via d'entrata. Si morse il labbro quando si penetrò da solo e Riky strinse le gambe sotto di lui. Non era possibile.
Lo stava facendo davvero.
- Dio, Cris non puoi... - A Cris piaceva parecchio, però... ci stava prendendo un certo gusto.
- Non è la prima volta, eh? - Riky avvampò alla milionesima volta che facevano sesso e Cris si eccitò paurosamente.
- Sai quante volte, pensandoti? E sai quante dita ho messo ricordando quanto è fantastico avere il tuo cazzo dentro? Tre. E tu sai cosa si prova quando sono tre... stavo per mettere il quarto una volta. Capisci quanto ero eccitato e quanto ti volevo? Mi bagnavo e mi lavoravo da solo... poi quando ho sentito quel punto, quando sono arrivato lì ed ho visto il tuo viso sensuale ed eccitato per me... sono venuto senza toccarmi il cazzo... - Ricardo lo immaginava bene. Troppo. E non resisteva più. Cercava di muoversi ma era praticamente bloccato. Ora ne necessitava e dopo aver unito i respiri ai suoi per la voglia di entrare, finì per dirglielo fissandolo ancora implorante.
- Ti prego fammelo fare... - Ma Cris non poteva evitare...
- Cosa? - Ogni volta glielo doveva dire. E Riky ogni volta non ricordava la versione pulita e decente della richiesta...
- Fammi entrare! - Bè, dai, questo non era male...
- Fammi entrare? - Appunto... figurarsi... Cris era sadico. Riky avvampò e Cris divenne un fuoco, per poco non venne solo così, mentre le dita entravano ed uscivano da sole dilatandosi già così bene.
- Mettimi dentro di te... mettimi tutto dentro di te... devo... - Poi Cris ebbe pietà, era in uno stato mai visto, sudato, bollente, quasi delirava.
- Devi scoparmi? -
- Sì, ti prego... o muoio... - Strofinandosi col bacino su di lui lo tese il necessario per poi sfiorargli la bocca, alzarsi e con espressione intensa e carica di desiderio, sedersi proprio sulla sua erezione eccitata e pronta.
Con attenzione fece in modo di metterselo dentro da solo e quando lo sentì, quando la sua punta fece capolino spinse senza pietà in modo da sentirsi subito squarciare. Riky si eccitò il doppio di prima e prendendolo per i fianchi premette la nuca sul cuscino cominciando a gemere forte.
- Oh Cris... così... più veloce... - Cris l'accontentò, per lui quella posizione era congeniale, poteva guidarlo lui direttamente verso il piacere più intenso, quel punto che lo faceva scollegare e con qualche movimento circolare di tutto sé stesso, compreso il busto che sembrava stesse quasi ballando, lo trovò. Trovò il massimo godimento e da lì non si mosse cominciando ad andare sempre più veloce, unendo i gemiti ai suoi.
Venne quando sentì le sue unghie affondare sulle cosce e graffiarlo. Meravigliosamente forte, intenso, volgare, eccitante, splendido e suo. Solo suo. Possessivo. Suo. Amato. Suo.
Se lo prese e si diede e fu sconvolgente.
La fine di un qualcosa e l'inizio di un altro. Una vita passata con una donna fantastica a dover però sempre fingere e contenersi il più delle volte. Ed ora un'altra nuova senza di lei, solo con la persona che amava di più, con cui sapeva avrebbe in un modo o nell'altro passato il resto della sua vita. Senza dover trattenersi così tanto.
Cris si tolse e crollò addosso senza forze come se l'avesse posseduto lui.
Riky lo cinse delicato ed il Paradiso tornò in Terra. Quella sensazione mai niente gliela poteva dare. Mai.
Dopo un paio di secondi a respirare ansanti insieme, i battiti ancora impazziti, Cris mormorò sfinito contro il suo collo.
- Ti amo e sarà così qualunque cosa succeda da qui in poi. - E poteva essere di tutto. Davvero di tutto.
- Ti amo anche io ed andrà tutto bene, vedrai, qualunque cosa succederà. - Riky ora ne era più convinto che mai.
In un modo o nell'altro, così sarebbe davvero stato.

FINE