CAPITOLO I:
ACCENDENDO LE VOGLIE

Mi sentivo idiota, completamente idiota.
Perchè mi perdevo a fissarlo e lo trovavo maledettamente sexy e affascinante.
Poi sono passato a pensare chiaramente che fosse bello.
Sono una persona chiusissima e riservata, per cui quando ho qualcosa su cui rimugino me la tengo, se mi piace qualcuno dal di fuori nessuno lo capisce.
Però con Zizou lì avevo quest'aria ebete stampata e mi perdevo, ero completamente assente tanto che non ascoltavo cosa mi dicevano, non ero per niente reattivo.
Io ho davvero passato la mia infanzia a guardare Zizou in tutte le salse.
Averlo lì mi ha scombussolato moltissimo.
Così nel vedermi perso, letteralmente, José arrivava da dietro e mi spingeva, mi dava qualche sberlotto o mi fischiava nelle orecchie assordandomi per svegliarmi.
Rideva, mi prendeva in giro.
- Mi sa che ho sbagliato, facendo venire Zizou! - Commentava, così poi io lo guardavo come se bestemmiasse e lui rideva. Rideva di me. Io mi stizzivo, gli rispondevo a tono e finalmente mi attivavo.
In due parole mi rimetteva in moto.
Continuava a seguirmi senza starmi addosso come l'anno precedente. Stava davvero usando un altro sistema, con me.
José il secondo anno di panchina è cambiato radicalmente, nei miei confronti.
Fu come scoprirlo.
Dall'esterno ci guardavano e non si spiegavano cosa succedeva.
Non avevano dei veri rapporti, non parlavamo gran ché, non ci confidavamo e soprattutto non ci sfioravamo. Non facevamo niente che potesse far pensare che uno dei due ci provasse con l'altro, però il fatto che non litigassimo era stranissimo.
Non c'è mai stato un momento di vero avvicinamento, non ci siamo mai messi a parlare e confidarci. Non siamo mai diventati complici, amici o qualcosa.
Però il cambiamento c'è stato.
Io non dimostro mai ciò che provo a parte che sia insofferente verso qualcosa e che poi la cosa sfoci in rabbia, ma è raro che faccia vedere qualcosa di me.
José invece dimostra tutto, però non si confida, la cosa è diversa. Non si apre davvero. È diretto, dice quello che pensa, insulta se deve insultare, scherza con cani e porci, può piacere a chiunque se vuole... però non è uno veramente aperto che parla di sé, che si dà a qualcuno.
Quindi legare seriamente con lui è un'impresa.
Succede senza che te ne accorgi.
Lui ha tanti buonissimi rapporti, molti lo adorano, scherzano e parlano... però è diverso dal dire 'legame speciale'.
Non so onestamente se con qualcuno l'abbia mai avuto, ma qua in squadra non ne vedevo uno con cui passava del tempo in modo speciale.
Mi misi a studiarlo perchè non mi capacitavo del motivo per cui avesse fatto tutto questo per me.
Portarmi in squadra il mio idolo. Il mio!
Ma poi quando cercavo di capirlo, di inquadrarlo, mi passava davanti Zizou e tornavo a perdermi.
Zizou da affascinante divenne bello e sexy nel giro di poco e siccome non ero tipo da condividere cose simili, mi sentivo scoppiare ogni volta, gli ormoni erano a palla e la voglia di scopare mi si accendeva solo con lui.
Mi bastava vederlo.
Si teneva i capelli cortissimi, rasati come i miei. Cioè io li tenevo come i suoi.
I lineamenti di uno senza età, il viso liscio, affilato, gli occhi e lo sguardo da pantera, le iridi nocciola. E quelle espressioni... a volte così fredde, altre così brucianti.
Bucavano chiunque guardasse.
A volte era un mistero. Non faceva capire cosa pensava, ma penetrava e demoliva.
Mi perdevo ore ad osservarlo, facevo mie ogni sua inclinazione, ogni dettaglio.
Ne ero ghiotto, non ne potevo fare a meno, non riuscivo a non guardarlo, non ce la facevo proprio.
E più lo facevo, più mi ritrovavo arrapato.
Mi piaceva sempre di più.
Sapevo che incontrare i propri idoli poteva fare effetti strani all'inizio, ma lì si trattava di qualcosa di esagerato.
Idolatrare e adorare era un conto, volersi portare a letto qualcuno era un altro.
A casa mi masturbavo pensandolo.
Per me stava diventando sempre più forte, la cosa. Ed ingestibile.
Tanto che dovetti per forza parlarne.
Trovai in Mesut e Sami, i due tedeschi, dei perfetti confidenti.
I due si stavano giusto mettendo insieme in quel periodo, fu per questo, forse, che mi misi a parlarne con loro.
Mi stavano aprendo un certo mondo.
Non ero analfabeta di rapporti omosessuali, ne avevo avuti. Con Gonzalo, ad esempio. Con Jeremy.
Però con Zizou era diverso, lo desideravo tantissimo, ma mi dicevo che era una questione di idolatria.
Così mi bloccavo.
Però non ne potevo fare a meno.
Di farmi le seghe pensando a lui.
E di sospirare quando c'era.
E fremere se mi toccava.
I primi tempi lo osservavo, e ci sbavavo, da lontano.
Mesut e Sami si stavano mettendo insieme, io li ho aiutati ed ormai mi chiedevo sempre più se dopotutto non stessi perdendo davvero la testa per Zizou e se non fosse una questione di adorazione e basta.
Così ne parlai con loro.
Erano chiusi, si aprivano con pochi, ma erano disponibili con tutti. Classico carattere a me perfettamente congeniale.
E soprattutto non solo non giudicavano nemmeno sotto tortura, ma non dicevano niente di quel che confidavi loro.
Mi trovavo bene soprattutto con Mesut.
Quando lo dissi per la prima volta ad anima viva, cioè loro due, eravamo a cena da me, li avevo invitati.
Avevamo ordinato al giapponese e mangiavamo sul divano davanti ad una partita, il volume basso. Tutto di contorno.
Avevo l'ossessione di dirlo a qualcuno per capire, ma non sapevo come fare. Non ero abituato ad aprirmi e confidarmi. In effetti non l'avevo mai fatto in vita mia.
Così semplicemente dopo aver passato i giorni a pensare a come si faceva, fissando il sushi nella ciotola, lo sparai come se mi stessi tirando fuori un dente senza anestesia.
Parve quasi un insulto, in effetti.
- Non capisco cosa provo per Zizou. - Ecco, la frase l'avevo pensata per giorni. Mi si era formata in mille modi diversi ed alla fine era uscita così, diretta e nuda.
Perchè di fatto di quello si trattava.
Mesut e Sami mi guardarono trattenendo il fiato, fermarono le bacchette a mezza via e dopo qualche secondo di silenzio li guardai con quelle facce ebeti e caute. Non osavano dire nulla, ma era chiaro che non sapevano se scherzassi o cosa.
- Sto dicendo sul serio e piantatela con quelle facce! - Mesut fu il primo a riprendersi e polemico rispose.
- Ma dai, non è normale che te ne esci con una cosa simile! Non hai mai parlato di te! - Ovviamente mi offesi, lasciai la cena a metà e mi alzati brontolando furioso.
- Al diavolo! È per questo che non lo faccio mai! -
- Per questo cosa?! - Chiese Sami spontaneo senza alzarsi. Dalla cucina rispuntai seccato e gesticolando col broncio.
- Perchè non vengo capito ed è maledettamente imbarazzante! - Sami fissò Mesut con una chiara espressione da 'ma cosa gli dovremmo dire?' che mi fece imbestialire.
Così scuotendo il capo li scacciai con la mano.
- Sentite, fate come se non avessi detto niente, ok? - Sparii nella cucina a cercare da bere, aprii il congelatore e ficcai la testa dentro per qualche secondo.
Fra il pensare a Zizou, il parlare di lui, l'esprimermi ed il ricevere sguardi da 'sei matto?' la cosa mi aveva fatto ribollire il sangue. In tanti modi.
- Che fai ora? - Adesso la voce di Mesut veniva da dietro di me, alzai di scatto la testa per la sorpresa e presi la botta sulla nuca, uscii con la testa dal congelatore e lo fissai imbarazzato. Come odiavo tutto quello.
Mesut mi fissava incapace di capire se fossi davvero matto o se dovesse solo smorzare la tensione.
Forse con Cris sarebbe stato più facile.
Anzi, con Cris e Riky.
Perchè Riky mi avrebbe preso subito sul serio e Cris avrebbe sdrammatizzato con qualche stronzata.
Cosa mi veniva in mente di dirlo a loro due con cui non mi ero mai confidato davvero?
Beh, di fatto non mi ero confidato con nessuno, davvero.
Ma Cris avrebbe detto a mezzo modo della mia cotta... o qualunque cosa fosse. Mentre io volevo che rimanesse in segreto.
A questo punto, dopo esserci fissati circospetti... cioè lui circospetto, io male, alzò le mani e si scusò.
- Scusa, ricominciamo da capo? Giuriamo di prenderti sul serio e di non metterti in imbarazzo... tu... parla liberamente... cercheremo di darti una mano come possiamo... spiegati bene, cosa intendevi con non sai cosa provi per Zizou? -
A questo punto lo guardai, trattenni il fiato ancora qualche secondo e poi sospirai.
Potevo riprovarci.
Tornammo in salotto con Sami che aspettava e spiegai loro la situazione dalla A alla Z. Mi sembrò strano, farlo. Era la prima volta ed infatti fui incasinato, ma dopo un paio di domande chiarificatrici, riuscirono a capire.
- Non so dove sbattere la testa. Non capisco di cosa si tratta... è ossessione perchè lo adoro o mi sto veramente prendendo una cotta di quelle coi fiocchi? - Dopo la mia domanda i due continuarono a guardarmi cercando delle risposte, il primo a trovarne una fu Sami, schietto.
- Beh... io ho molti idoli... ma non mi faccio le seghe pensando a nessuno di loro... - Mesut concordò subito.
- Vero. Anche io. Certe cose per i propri idoli non è che si fanno, a mio avviso... tu... tu stai andando un attimino oltre, quindi forse qualcos'altro la provi... tutto sta nel capire bene di cosa si tratta. Può essere attrazione e basta, non so... - Non è che mi furono molto d'aiuto. Di fatto poteva comunque essere molto altro. Una cotta, attrazione, un puntiglio, un falso innamoramento da fan... cioè, poteva essere tanto altro e la sostanza rimase che dovevo studiarmi bene la cosa prima di fare delle mosse nei suoi confronti.
- Forse dovresti provarci... -
Quando lo dissero li fissai come se avessero bestemmiato.
- Scherzate? Io provarci con lui?! È come se Riky incontrasse Gesù e ci provasse con lui! Non è proprio una cosa nelle mie capacità! - Il paragone fece ridere molto entrambi e finii per unirmi a loro e smorzare da solo la mia tensione. Dopo di questo continuai spiegando. - Non ho problemi a provarci con gli altri se li voglio, però ci sono certi limiti... Zizou è un limite. Lui è troppo il mio Dio, capite? - Questo era molto chiaro, perchè annuirono e concordarono.
- Capisco... in effetti non penso sia facile... immaginarlo e volerlo è un conto, ma farlo... -
- Ok, ma allora cosa te lo chiedi a fare se comunque non ci proverai mai? - La domanda del secolo di Sami. Lui che non perdeva mai tempo e non girava intorno alle cose. Mesut era meno drastico, in effetti.
Trattenni il respiro e sospirai poco dopo.
- Sì beh... è vero... però ho bisogno di saperlo, non so che dirvi... non vi è mai capitato? - Loro ci pensarono fissandomi un po' persi e scossero il capo.
Sospirai e mi strinsi nelle spalle chiudendomi in me stesso. Confidarsi era difficile, avevo fatto molti passi in avanti, ma non essere capito del tutto, alla fine, mi fece tornare indietro.
Loro capirono che non si poteva più insistere, così lasciarono semplicemente perdere.
Due amici ideali, per i miei gusti.


Le notti era sempre più dura, perchè mi ritrovavo a sognarlo e mi svegliavo con l'alzabandiera, mi facevo pensandolo e poi al mattino lo vedevo.
Per poco non mi venivano degli infarti.
Il minimo era evitarlo.
Alla fine José esplose, nel vedermi che regredivo invece che il contrario.
Mi prese in un angolo del centro sportivo, una zona fra gli spogliatoi e la palestra dove non passava nessuno, mi spinse con poca gentilezza e fissandomi come se fossi completamente idiota, mi disse col suo accento portoghese:
- Ma sei rincoglionito davvero, allora! - Era un'affermazione che mi urtò il sistema nervoso, perchè sapevo a cosa si riferiva. Mi accesi come una miccia ignorando il fatto che era lui, il mio allenatore.
Sbracciai e lo fissai fuori di me.
Molto espressivo.
- Non è facile avere a che fare col tuo Dio, lo sai? Ti è mai capitato? - José non parve bisognoso di pensarci.
- Mai avuto Dei! - Disse infatti. Io seccato sbuffai e lo scacciai di lato con la mano per superarlo.
- Allora che cazzo ne parlo con te? - Era come se non fosse più il mio allenatore, visto quanto avevamo litigato l'anno prima.
José però mi riprese per il braccio e mi fermò girandomi con forza, mi fissò ancora con quella sua aria arrogante e diretta che mi metteva su una gran voglia di picchiarlo.
Si leggeva nella sua faccia cosa pensava di me.
Che fossi fortemente idiota.
- Hai un'occasione d'oro e la sprechi? Non si sa mai quanto uno rimanga, il prossimo anno potrebbe non esserci. Non mi importa se è il tuo Dio ed è difficile. È un'occasione che non puoi sprecare! Non fare l'idiota! - Ero davvero snervato, allucinato. La pressione salì alle stelle. Tutti premevano lì su quel punto e mi dicevano le stesse cose, ora anche lui.
Io non avevo idea di come sbloccarmi, ma soprattutto non capivo una cosa che gli chiesi fuori dai denti, ricambiando il suo sguardo furioso ed insolente:
- Cos'è che dovrei farei secondo tutti voi? Non riesco proprio a capire! -
José ancora con quello sguardo di chi non se ne capacitava.
- Non lo so, chiedergli cose sul calcio, su di lui... passare in generale del tempo con lui! Ci saranno cose che hai sempre desiderato chiedergli o fare nel caso in cui l'avessi incontrato, no? - Scossi il capo all'estremo massimo del mio nervoso, mi mordevo le labbra e me le strofinavo, mi sentivo ribollire perchè pensavo a quello che ultimamente gli volevo fare ed era impensabile.
- Se faccio quello che vorrei fargli, la cosa finirebbe decisamente male! Credimi! - Sbottai alla fine senza più riuscire a trattenermi!
Non avrei di certo immaginato di finire a confidarmi con lui di quelle cose, ma pareva che tutti prima o poi parlassero dei cazzi privati con lui. Aveva uno strano potere e lo testai sulla pelle quel giorno.
Mi fissò sgranando gli occhi, capendo a cosa alludevo, poi il suo viso accattivante si illuminò di un'espressione malefica e maliziosa, era davvero divertito.
- Lo sapevo che ti piaceva! - Detta così era una cretinata, infatti mi avviai verso la palestra dopo aver cambiato idea. Precedentemente volevo andare a casa ed ero diretto agli spogliatoi, ma ora dopo quella discussione necessitavo di smaltire la rabbia, così volevo fare un po' di attrezzi.
Lui mi seguì senza mollare ed io scocciato risposi come se non fosse il mio allenatore.
- Certo che mi piace, è il mio idolo! Che novità! - Lui ovviamente non mollò e seguendomi dentro nella palestra ormai vuota, disse.
- Lo sai in che senso! - Visto che non mollava e che continuava a seguirmi, mi fermai e mi voltai sbottando senza più resistere:
- Senti, mi faccio le seghe pensando a lui! Se gli parlo rischio di chiedergli se posso succhiarglielo! Cazzo! Per me è già difficile controllarmi così, se gli parlo è finita! - Alla fine lo dissi nudo e crudo com'era nel mio stile e lui ci rimase per un istante, così dopo aver messo i pesi nel bilanciere, mi stesi nel lettino e cominciai ad alzare il manubrio sperando di smaltire tutto.
Lui era ancora lì, quando mi parlò con un tono diverso, più sorpreso. Come che mi stesse scoprendo davvero.
- Sei a quel livello? Pensavo che avessi una cotta ma non certo che ti facessi pensando a lui... - Non sapevo quale fosse il suo tono, nel dubbio la presi male e gli risposi con cattiveria.
- Sì, beh, sono a quel livello invece! Ed ora che ne parliamo ho di nuovo voglia! Fino a questo punto, penso a lui! Figurati se ci parlo! - Non lo vedevo nella posizione in cui ero, ma rimase zitto, così pensai che se ne fosse andato.
Continuai seccato ad alzare e abbassare il bilanciere, furioso con tutto e tutti ma soprattutto me stesso. Poi, dopo qualche istante, la sua voce tornò ed aveva un tono davvero strano.
- Si vede! - Ovviamente mi ero perso. Fermai un istante i movimenti e aggrottai la fronte imbronciando le labbra.
- Cosa? -
- Che ce l'hai duro pensando a lui! - Sgranai gli occhi e per poco non mi strozzai con l'asta che stringevo fra le mani.
Mi stava guardando il cazzo?!
Non poteva essere!
Di solito si pensa che gli allenatori, per quanto aperti e disponibili siano, mantengano una certa distanza.
Lui davvero mi fissava il cazzo?
Non ci potevo credere, così misi giù il bilanciere e mi alzai a sedere. Nella posizione avevo le gambe aperte, indossavo degli shorts ed una maglietta senza maniche, ero sudato fradicio.
E lui era lì davanti a me che mi fissava davvero il cazzo. Teso, fra l'altro.
- Ma piantala! - Ruggì schietto senza ricordarmi chi lui fosse. Del resto era il primo a dimenticarselo.
Alla fine fece un sorrisino compiaciuto.
- E perchè dovrei? Sei ben dotato, è normale guardare! -
- Ma per niente! - Sbottai infatti, lui si riprese solo a questo e alzò gli occhi sottili dal mio pacco alla mia faccia, ero incredulo e scandalizzato, era la prima volta che mi capitava che un allenatore ci provasse con me, ne avevo avuti pochi ma nessuno era arrivato a tanto.
I nostri sguardi si incrociarono e lì successe qualcosa.
Qualcosa di strano che tutt'oggi non saprei definire.
Lo sguardo dell'uomo che avevo davanti mi apprezzava. Anzi. Mi divorava.
Sentivo seriamente la sua volontà di saltarmi addosso ed io ero lì fermo e seduto ad aspettare che lo facesse.
Nessuno dei due si mosse, rimanemmo in silenzio a guardarci per un po' fino a che non tornò all'argomento di discussione.
- Comunque io fossi in te ne approfitterei e ci proverei, se è questo che voglio davvero. - Faticai a ricordare di cosa si parlava, poi tornò Zizou nella mia mente e fu anche peggio. Non capivo più un cazzo, chi mi stava eccitando di più e di preciso di cosa avessi voglia.
Cioè di scopare, ma con chi?
Non era più chiaro.
- E dopo la sua testata con che coraggio lo guardo ogni cazzo di giorno in campo? - José a quel punto alzò le spalle e mosse il piede per andarsene, ma prima di voltarsi, sempre fissandomi negli occhi sfacciato, disse:
- Io non ti rifiuterei... magari non lo farà nemmeno lui! - Di fatto era un rischio troppo grande ed avventato, era un suggerimento del cazzo che non avrei mai e poi mai seguito. Zizou era sacro.
Però che lui non mi avrebbe rifiutato mi piaceva.
E mi piaceva che mi aveva fissato il cazzo e che aveva apprezzato.
Quando rimasi solo mi toccai, infilai la mano dentro ai pantaloni corti e controllando che non venisse nessuno, completai l'opera stendendomi nel lettino su cui ero.
Il bilanciere dimenticato.
E due visi confusi. A momenti mi eccitava uno, a momenti l'altro.
Quando venni, mi tirai fuori tutto e lo feci nell'asciugamano che mi ero portato. Dopo di che, ansimante, rimasi steso a pensarci col cuore che galoppava e la voglia di avere la mano di qualcun'altro addosso.
Poteva essere la voglia di farlo e basta. E loro erano quelli che al momento mi sarei fatto.
Però con Zizou era stato un lento e progressivo crescere di emozioni che esistevano bene o male da sempre. Adesso lo vedevo meglio, lo vivevo di più per cui mi arrapavo come da adolescente non mi capitava. Ma era sempre tutto nella norma. Per quanto poteva esserlo.
Con José no. L'anno prima non mi era piaciuto e nemmeno quello presente. Fino a quel momento.
Cos'era cambiato improvvisamente?
Beh, ci aveva provato con me. Questo era cambiato.
“Non mi farei mica tutti quelli che ci provano con me...” Pensai infatti logico alzandomi e andando verso gli spogliatoi imbronciato, senza capire.
No, però di fatto era quella la sola cosa ad essere cambiata.
Prima José non ci provava con me, ora ci provava con me. Ed io me lo volevo fare.
Decisi di non perderci molto tempo, le riflessioni non erano per me.
Tanto valeva lasciar perdere ed improvvisare.
Qualunque cosa fosse andava a mio favore, visto che io ero arrapato e che lui mi aveva detto chiaramente che ci stava con me.
In quel caso non approfittarne sarebbe stato da idioti.
Con Zizou no, ma con José sì. José lo voleva, Zizou sicuramente no. Come poteva volere me uno come lui?
Fra l'altro pure sposato e con figli.
No, impensabile.
Cose dell'altro mondo.
Però un ripiego di nome José ci poteva stare. Sì, ormai ne ero convinto.