CAPITOLO
XVI:
PICCOLI INNOCENTI FLIRT
Feci un ultimo tentativo.
A calcio andavo bene ma non sempre,
diciamo che non potevo lamentarmi, ma a volte ero ancora nervoso e
non proprio lucido sotto la porta.
Questo faceva di me uno ancora
squilibrato.
Non avevo idea che Zizou meditasse
qualcosa a mio favore, qualcosa che mi sarebbe piaciuto molto.
Avrei comunque dovuto aspettare la
pausa natalizia. Prima di essa volevo assolutamente riprovarci, ci
tenevo proprio. Non mi capacitavo di come potesse non volermi
scopare... in generale se stai con qualcuno prima o poi vuoi anche
scoparci, è matematico.
Era la prima volta che non scopavo con
il mio partner. Partendo dal presupposto che ho avuto solo compagni
di trombata e niente altro, si capisce perchè non avevo mai detto a
nessuno 'ti amo'.
Quella parola era lontana anni luce
dalla mia bocca anche se in molte occasioni ero stato vicino al
dirlo. Ero riuscito a dire che ero innamorato perso per Zizou, glielo
avevo espresso con brutalità e convinzione, però un ti amo,
mancava.
Credo aspettasse quello. Insomma... mi
chiesi se aspettasse quello.
Dopo la partita, il giorno dopo, ci fu
il pranzo di natale con tutto il club ed io rimasi col solito Rafa
tutto il tempo. Con lui non parlavo dei miei problemi intimi con
Zizou perchè non c'era quel tipo di rapporto. Parlavo di tutto, ma
non di quei dettagli.
Stavo meditando un sistema per saltare
addosso a quello stronzo, sicuramente dopo il pranzo sarebbe sparito
ed io dovevo riuscire a beccarlo.
Rimase tutto il tempo molto lontano da
me, con davvero molta cura, devo dire.
Mi stava seccando, di cosa aveva paura,
anche se parlavamo ogni tanto? Volevo ucciderlo.
A volte sembrava si vergognasse di far
sapere che avevamo un bel rapporto. Dopo la seconda volta che sono
corso fuori campo ad abbracciarlo al mio goal, mi ha detto di non
farlo più. Allora ho iniziato ad indicarlo da dentro.
Non sono uno che vuole mettere i
manifesti, come Cris, però era la prima volta che avevo una
relazione a cui tenevo e che provavo dei sentimenti, mi piaceva
poterli mostrare un po' di più. Non dicevo niente di eclatante,
niente di eccessivo... però volevo qualcosa... parlare con lui anche
davanti agli altri, ad esempio. Non mi sembrava un'esagerazione.
Sospirai e sbuffai per tutto il tempo e
Rafa paziente mi sopportava. Sopportava me ed il mio mutismo e dagli
sguardi truci che lanciavo dall'altra parte della sala, intuì di
cosa si trattava, ma non si intromise, non sarebbe stato da lui.
Alla fine fu una liberazione concludere
il pranzo, era stato il peggiore della mia vita!
Eravamo in coda per fare il video di
saluti ed auguri, quindi più o meno era un momento in cui eravamo
riuniti insieme. Come sempre lo facevo con Rafa, speravo toccasse
presto a noi, volevo solo andare da Zizou, beccarlo da solo ed al
sicuro e chiedergli il regalo di natale.
Il piano era facile.
Gli dicevo che per natale volevo lui e
che il mio regalo ero io.
Sicuramente non mi avrebbe rifiutato.
Me lo auguravo.
Mentre pensavo alla faccia che avrebbe
fatto ed alla sua risata, mi rilassai e Jese si avvicinò in attesa
come me di poter fare il video.
- Sembra di essere a timbrare il
cartellino! - Disse scherzando, un tono generico come ce ne erano
tanti. Mi girai e lo guardai, non era la prima volta che ci parlavo.
Ora che ci pensavo avevo comunicato con lui altre volte, niente di
serio.
Da quando Cris mi aveva detto che
secondo lui Jese ci sarebbe stato con me, avevo cercato di fare mente
locale ed ora che lo vedevo bene sì... ci avevo parlato brevemente
un paio di volte, ma non proprio con lui.
Erano volte in cui parlavo con altri e
lui spuntava sempre in mezzo, diceva qualcosa di sensato, lo
ascoltavo, interagivo e poi ognuno per la sua strada.
Una volta ho fatto una foto con lui ed
altri due... uhm, forse erano Luka e Gareth!
Mi ricordo che gli ho messo
allegramente il braccio intorno al collo, non lo facevo con molti, a
volte capitava per fare foto. Di solito con Celo e Rafa... è che
faccio poche foto in generale!
Comunque quella volta c'era il
fotografo, stavamo parlando... beh, stavo parlando con Luka, poi dopo
sono arrivati anche Jese e Gareth e col fotografo ci siamo messi in
posa. In quella frazione di secondo ricordo che pensai a chi
appendermi. Sai, quelle pose da fotografia... guardai i presenti e
presi Luka e Jese. I meno fastidiosi. Gareth non lo potevo digerire.
Ripensare a quel momento in particolare
mi sembrò strano, era come mettere insieme i piccoli tasselli
seminati in mesi di conoscenza. Anzi.
Era come se lo stavo notando solo lì
dopo mesi che eravamo in squadra insieme!
Beh, era carino. Se serviva per
stimolare quello stronzo di Zizou potevo scopare con lui volentieri.
Bene, mi dissi, intanto che aspettavo,
e magari cominciavo con la prima lezione a mister perfezione, avrei
testato la teoria di Cris.
Volevo vedere se era vero che gli
piacevo.
A quel punto, sorrisi -evento raro per
me ed infatti rimase di sasso a guardarmi- e risposi.
- Odio fare le code... - Non che mi
fossi sforzato molto, ma per Jese fu davvero sorprendente, però fu
pronto a continuare senza farsi sfuggire l'occasione.
- Anche io! Sono una persona puntuale
perchè odio aspettare in generale, però a volte non c'è scelta! -
Sorridendo ancora, mi stavo davvero sforzando, continuai.
- Di solito sono gli altri che
aspettano me... - Jese rise. Aveva un bel visetto, si illuminò tutto
e lo guardai meglio intravedendo per la prima volta qualche tatuaggio
dai pezzi di pelle scoperta.
Cazzo, lo vedevo sempre nudo sotto la
doccia e non avevo mai notato che corpo avesse!
Il taglio curato ed alla moda ricordava
molto Cris, ma se aveva tatuaggi era più un Sergio.
Ci pensai in fretta.
Sergio... se era come Sergio la cosa
poteva essere fattibile... però non mi piacevano troppo attivi. Lui
era più piccolo, quindi magari mi avrebbe lasciato fare. Solo Zizou
poteva essere l'unico attivo della mia vita.
Fisime mie.
Che poi non era detto che alla fine
sarebbe servito portarmelo a letto, ma provavo ad immaginarlo.
Anzi, non era detto che gli piacessi
davvero.
- Il problema dei puntuali è che
spesso si trovano ad aspettare gli altri, per cui è inutile darsi
tanta pena! Comincio a pensare che fare ritardo sia il solo modo per
non aspettare! - Tutto quel discorso dell'aspettare era sospetto e
solo dopo la ventesima volta che se ne parlava me ne resi conto...
forse era un messaggio nascosto.
Poi ci riflettei meglio.
Forse era chiaro come una torre.
Jese non era tipo da aspettare, odiava
le attese... sperava di andare al sodo o che facessi qualche mossa?
Ero ancora fermo a cercare di capire se
gli piacevo, la seconda cosa che avrei provato a capire era se fosse
attivo o passivo perchè se era un altro attivo col cazzo che mi
sarei messo lì e lui già parlava di andare al sodo?
No, adesso stavo esagerando. Però
decisi di fare un ultimo test, mentre la famosa fila progrediva.
Gli allargai il colletto della camicia
da cui spuntava un tatuaggio e mi protesi per guardare.
- E' nuovo? Non l'avevo notato! - Come
tutto il resto...
Lui sussultò, lo sentii trattenere il
fiato ma non avvampò, poi come se fosse davvero contento si slacciò
il colletto e se lo aprì bene mostrandomi un disegno tribale.
- Interessante... molto carino! - Non
era da me notare cose simili e nemmeno apprezzare. Lo stavo facendo
proprio apposta e non so se Jese se ne rendeva conto, ma si vedeva
che era al settimo cielo.
- Grazie! In realtà ce l'ho da un po'!
- A quel punto non mi feci sfuggire un'altra occasione e prima di
rifletterci se fosse il caso o meno, dissi:
- Ma quanti ne hai? Non ho mai notato
che ne avessi... - Sempre più illuminato mi disse quanti ne aveva
evitando di mostrarmeli.
- Sono in posti abbastanza coperti, non
è il caso mi spogli qua... - Disse con un pizzico davvero piccolo di
malizia. Comunque un po' ce ne aveva messa, il giusto per farmi
capire che se volevo poteva mostrarmeli, ma in privato. Non l'aveva
detto ma si capiva.
Io feci uno dei miei ghigni famosi e
penso che fu per quello che avvampò, fu veloce a girarsi con la
scusa di guardare il telefono e con abilità interruppe il contatto
visivo.
Quando Rafa mi chiamò calmo dicendo
che toccava a noi, lo salutai ed andai davanti alla telecamera con
lui.
Ok, mi dissi.
Avevo appena flirtato con qualcuno.
Cosa che non avevo mai fatto, non mi ero mai abbassato a tanto. Ma se
volevo stuzzicare Zizou, quello era il solo modo.
Flirtare con altri. Jese fra i presenti
era in effetti l'unico con cui mi pareva ne valesse un po' la pena,
così per un secondo notai non molto distante lo sguardo a dir poco
gelido di Zizou. Feci un sorriso a dir poco radioso alla telecamera.
Altro miracolo. Tutti pensarono fu merito del natale, in realtà era
perchè vedevo chiara e netta la possibilità della progressione con
Zizou.
Quanto ero incosciente me ne resi conto
solo dopo, dopo che provai sulla pelle cosa significava stuzzicare
Zizou.
Quel maledetto di Cris e le sue idee
del cazzo...
Mentre io ridevo come non mi avevano
mai visto, e mentre Zizou mi gelava, Jese di lato, fuori campo, mi
guardava con un sorriso altrettanto ammaliato.
Pensava di non essere notato, ma lo
vidi e lì ebbi la conferma di piacergli.
Ok, a quel punto di solito, se mi
andava di scopare, semplicemente lo facevo senza cerimonie, però
capii che in quel caso, se ci avessi provato un po', se avessi
flirtato ancora e magari avessi provato a sedurlo, mi sarei divertito
di più.
Tutto stava nel vedere la reazione di
Zizou.
Restava lui la mia priorità, Jese era
il piano di riserva.
Se Zizou si decideva a scoparmi e ad
avere una relazione più completa, non avrei fatto niente con Jese.
Altrimenti, se quell'altro mi costringeva, gli avrei dato una
lezioncina.
Altro che miracoli del Natale... forse
mi ero bevuto talmente tanto il cervello che sragionavo proprio!
Ma ormai il danno era fatto.
Eh sì, perchè mi sarei reso conto
dopo a quale livello sarebbe arrivato il mio danno!
Appena finito col video, per andare
via, tornai a passare vicino a Jese e lo salutai. Salutai solo lui e
gli altri li ignorai come facevo sempre. A volte più che un gatto
sembravo un orso, ma i gatti non sono molto socievoli quindi il
paragone ci stava sempre.
Lui ricambiò con un gran sorriso e me
ne andai. Cercai Zizou con lo sguardo, ma non trovandolo pensai se ne
fosse andato senza aspettarmi, rimasi deluso e presi il telefono
mentre andavo a salutare Cris e gli altri, dopo non ci saremmo visti
per qualche giorno.
Stavo giusto cercando il numero di
Zizou per chiamarlo e dirgli se potevamo salutarci prima delle
vacanze, quando lui mi precedette e mi chiamò.
Con sorpresa pensai che forse aveva
avuto l'effetto desiderato, sicuramente mi cercava per vederci e
salutarci in modo speciale, magari ci sarebbe scappata la scopata.
- Ehi, Zizou! -
- Ciao... ti ho aspettato ma non ho
potuto rimanere così tanto... tu non ti muovevi... - Era sempre
composto e a modo, non appariva seccato o freddo anche se l'ultimo
sguardo che gli avevo visto piazzarmi addosso era davvero tagliente.
Mi fermai e feci un'aria liberamente
delusa tanto che Cris e Celo smisero di parlare e mi guardarono
apprensivi. Io diedi loro le spalle e mi appartai in un angolo
giocando con le chiavi della mia auto, sperando di poter cavare un
fottuto ragno dal buco.
Mi stava facendo diventare matto.
- Dai, sto uscendo proprio ora... un
secondo solo... dove sei? -
Ma Zizou, sempre senza mostrare
particolari stati d'animo, continuò.
- No, ormai sono a casa, stiamo già
facendo le valige perchè andiamo via qualche giorno con tutta la
famiglia... - Sospirai e questa volta avevo il broncio, l'aria da
gatto sperduto.
- Ma poi non ci vediamo per giorni... -
Potevo fargli pietà, non ero mai stato così apertamente deluso. Mi
sentivo proprio un idiota, ma non riuscivo a controllarmi ed era
grave.
Avevo dentro un tale calore che avevo
il terrore mi salisse su negli occhi. Era un nodo davvero grande. Ci
avevo sperato molto.
- Lo so... ma ormai sono qua, con che
scusa esco? Dai, ci vediamo quando torniamo... passa delle buone
giornate... vai in Francia? - Annuii.
- Clohe è là con la famiglia... -
- Farai le prime vacanze da ammogliato?
- Disse ironico. Io non risi per nulla anche se di norma lo facevo.
- Sarà palloso... - Però che mi
lamentassi era abbastanza normale, così lo sentii ridere.
- Dai, vedrai che volerà il tempo. -
Sospirai e annuii.
- Passale bene anche tu le feste... -
Fortunatamente non troppi giorni.
- Ci sentiamo. - Per la fine era quasi
dolce. Rimasi a pensarci con la fronte appoggiata all'angolo in cui
mi ero rintanato per parlare con lui.
Non so se l'avesse fatto apposta, per
darmi una lezione per il modo in cui avevo flirtato con Jese, però
poi se ne era chiaramente pentito ed infatti aveva cercato di
correggere il tiro.
Sentirmi così abbattuto l'aveva
impietosito ed era un passo in avanti, anche se mi sentivo una merda.
Non ci avevo flirtato in modo evidente,
era una cosa innocente ma per i miei canoni era sorprendente quel mio
parlare e ridacchiare con qualcun altro... Zizou lo sapeva, per
questo l'aveva presa male.
Comunque se ne era pentito. Aveva
capito quanto di merda ci ero rimasto.
Sospirai sempre amareggiato e mi girai,
quando li vidi erano tutti là ad aspettarmi apprensivi. Io scossi il
capo, feci un sorriso forzato e li salutai.
- Ci vediamo fra qualche giorno! Fate
buone vacanze! - Dissi sventolando la mano senza avvicinarmi, girato
a tre quarti verso l'uscita, Cris mi fermò.
- Ti va qualcosa insieme prima di
andare? Andiamo da qualche parte? - Era chiaro cosa fosse successo.
Io e Zizou avevamo litigato ed io ci ero rimasto male. Se facevano
così dovevo apparire proprio come un gatto spauriuto. Io che facevo
pietà? Quando mai?
Li guardai sorpreso apprezzando il
tentativo, ma sorrisi di circostanza e scossi il capo.
- No grazie... vado a fare le valige...
-
- Ma dai, possono aspettare...
tanto.... - Celo insistette venendomi incontro e dopo anche Cris, i
due che sapevano meglio la situazione.
Io scossi il capo sempre sventolando la
mano.
- No davvero... -
- Ma sei così giù, non puoi stare
solo... hai bisogno di essere tirato su o di sfogarti... - Disse
piano Celo cercando lo sguardo che invece evadevo.
- No dai, sto bene... -
- Ma non è vero! - Insistette Cris.
- Voglio stare solo! Va tutto bene! -
- Non va bene se devi stare solo! -
Alla fine mi fermai stanco e sospirando li guardai soffermandomi su
Celo che avevo letteralmente riscoperto quell'anno. Sorrisi in quel
modo arrendevole e dissi:
- Grazie davvero. Ma starò bene. Ci
vediamo fra qualche giorno! Divertitevi! - Con questi finalmente mi
lasciarono andare.
Avevo voglia di starmene in silenzio
con la musica rap a palla e correre in auto come un disgraziato.
Volevo solo far quello.
Era da mesi che non mi sentivo così.
Passai delle vacanze davvero di merda,
specie perchè la regola era che quando lui era con la famiglia, io
non dovevo nemmeno scrivergli. Lui non mi chiamava, io non potevo
farlo ed il risultato fu non solo un esserci lasciati in quel modo
del cazzo, ma pure dei giorni di totale silenzio.
Se non ho ucciso nessuno fu solo un
miracolo.
Giurai a me stesso che non sarebbe più
successa una cosa simile, anche se poi non sapevo di preciso cosa era
successo.
Per prima cosa gli avrei parlato
chiaramente chiedendo cosa diavolo era capitato, poi gli avrei
risposto a tono ed in caso, se avrei ritenuto opportuno, mi sarei
scusato.
Ma sapevo di non aver torto. Avevo solo
parlato con Jese, non avevo fatto nulla.
E comunque non ero consacrato a lui...
tanto più che oltre ad essere sposato, non voleva venire a letto con
me.
Insomma, di fatto non gli dovevo
niente, non mi dava nulla per spingermi a tenere un certo tono, a
comportarmi bene e a non fare il cazzone.
Passavo le giornate a convincermi di
dover fare di tutto per tenermelo e poi ad incazzarmi come una bestia
con lui e a giurare che gli avrei detto di tutto.
Non sapevo bene quale linea adottare,
avevo continui sbalzi d'umore ed alla fine, per fortuna di tutti,
specie di Clohe che stavo per far partorire prima del tempo, tornai
in squadra.
Il ritiro invernale quest'anno è stato
a Madrid, nel centro sportivo rinnovato proprio per il ritiro di
quest'estate. Un investimento per risparmiare soldi sui vari ritiri
futuri.
Non sapevo come sentirmi, se sollevato,
contento o ancor più arrabbiato.
Non capivo come aveva potuto lasciarmi
in quel modo, ma al tempo stesso mi chiedevo se davvero avessi fatto
qualcosa.
Passavo il tempo a farmi domande su
domande e quando lo vidi il cervello si svuotò, divenni un involucro
vuoto senza capacità di movimento, per un cazzo di momento rimasi
immobile a guardarlo.
Poi mi resi conto di quanto idiota
fossi.
Non ero io a dover fare qualcosa ma
lui, se mi voleva ancora, se si reputava ancora il mio ragazzo... se
voleva qualcosa doveva venire a prendersela, esporsi e sforzarsi!
Così scossi il capo seccato prima di
incrociare il suo sguardo e tirai dritto facendo finta di nulla.
Guardai chi già era arrivato mentre mi
dirigevo alla mia camera ritirando le chiavi all'ingresso, notai che
poco prima era arrivato proprio Jese e sebbene il casino fosse
scoppiato proprio perchè avevo parlato con lui, non ritenni il caso
di mancargli il saluto.
Cazzo, dovevo poter parlare, ridere e
scherzare con chi volevo senza che quello mi piantasse in asso come
un coglione.
Dopotutto avevo sempre fatto quel che
voleva. Non lo cercavo per telefono quando era con la sua famiglia,
non gli capitavo a casa, non pretendevo un cazzo e non facevo nemmeno
chissà quali sceneggiate o dichiarazioni.
Non è che negli allenamenti andavo da
lui e gli stavo attaccato perchè sapevo che c'erano i fotografi a
riprendere. Stavo attento, mi comportavo come voleva.
Perchè sostanzialmente era la stessa
cosa che volevo io, però voglio dire... pretendevo solo qualcosa,
qualcosa in privato.
Se ora non mi voleva dare anche quello,
si fotteva!
Sul momento reagii così e dando un
buffetto sulla schiena di Jese, lo salutai con un mezzo sorriso.
Lui mi vide e si illuminò tutto.
Dovevo ammettere che se si sapeva come guardare, vedevi bene.
- Ciao! Come stai? Sei arrivato anche
tu? - Io, ricordando la nostra ultima conversazione, decisi di
citarla scherzando un po', niente di esagerato. Avevo il mio modo di
farlo, semi serio e con una sottile ironia.
- Alla fine non sei diventato
ritardatario... non siamo gli ultimi! - Lui, ricordandola, si mise a
ridere.
- Nemmeno tu ti sei fatto attendere! -
Così accentuando il mio ghigno dimostrai che mi era piaciuta la
battuta.
Non lo dimostrai solo a lui che era
contento, ma anche a Zizou. Sentii il suo sguardo penetrante
provenire da una qualche zona dell'atrio dove l'avevo visto entrando.
Evidentemente mi aveva notato e proprio nel momento migliore.
“Si fotta, non gli devo niente! E poi
sto solo parlando con Jese!”
Mi ripetevo mentre mi montava dentro un
gran nervoso. Quando mi girai vidi che mi stava nullificando con il
suo sguardo sottile e mi sentii paradossalmente più caldo. Gli
effetti che mi faceva lui...
Jese alla fine aspettò che prendessi
anche la mia chiave, poi ci avviammo insieme verso il dormitorio. Le
camere erano numerate ed in ordine, io avevo la nove e lui la venti.
Arrivai prima io dopo aver passato la
otto che era vuota. La otto era quella di Riky, a sua volta vicino
alla sette di Cris. Il destino li aveva uniti persino con le camere.
Robe da matti.
Dopo la mia c'era la dieci di Mesut e
dopo la undici di Bale. Sostanzialmente ero isolato e la cosa mi
stava bene.
Salutai Jese che tirò dritto ed entrai
nella mia, feci in tempo a buttare il borsone a terra e a sbuffare
guardando il telefono, che qualcuno bussò alla porta.
Aprii subito sperando assurdamente
fosse lui, ma ovviamente non era Zizou.
Rimasi deluso nel vedere Celo che mi
diede prima uno schiaffo sulla nuca per la mia faccia apertamente
delusa e poi mi abbracciò forte col suo solito entusiasmo.
Si era legato molto a me, credo che
dopo quella notte di essergli stato a cuore, in qualche modo.
- Come hai passato le vacanze? Spero ti
sia distratto e che abbia risolto tutto! Non mi è piaciuto il modo
in cui ci hai lasciato, te ne sei andato sventolando la coda a mulino
come fanno i gatti quando sono seccati! - Celo parlava tanto e a
macchinetta ed anche in quel caso non si risparmiò. Sbuffando alzai
la mani in segno di resa ed entrai lasciandolo sulla porta. Non era
un invito, ma lo prese come tale, così si buttò nel letto e tanto
fece finchè non mi convinse a raccontargli che diavolo era successo.
Stavo per mettermici quando bussarono
ancora alla porta.
Sbuffando andai ad aprire, mi trovai
Cris e precedendolo dissi veloce:
- Non dirmelo, vuoi sapere se mi sono
ripreso! -
Cris guardò dentro come sapesse già
chi trovare e vedendolo rise, entrò da solo scartandomi e si sedette
nel letto, mio fra l'altro, con lui.
Scossi la testa borbottando in francese
'fate pure con comodo' e nel richiudere la porta, un piede interruppe
il gesto.
Pepe non poteva mancare all'appello.
Lui non sapeva niente della mia storia, ma se c'erano Cris e Celo da
qualche parte, poteva mai mancare?
- E Fabio? - Chiesi a questo punto
visto che i tre non si muovevano mai senza di lui.
Cris mi guardò senza capire, così
dovetti pure spiegarla. Spiegare le battute era terribile.
- E' la vostra ombra! - Così risero e
disse che non era ancora arrivato.
- Allora, che si racconta? Gossip? -
Chiese Pepe tutto entusiasta di essere per la prima volta nella mia
camera. Io ovviamente non sapevo dove sedermi perchè i tre invasori
avevano preso possesso del mio letto, quindi mi limitai ad
appoggiarmi al termosifone per scaldarmi. Ho sempre odiato il freddo
e quando ho da appoggiarmi da qualche parte ed è inverno, mi attacco
ad ogni fonte di calore.
I thé li bevo solo per scaldarmi le
mani che, per inciso, detesto avere fredde.
- Quasi! Se evitate di interromperlo
ogni volta che comincia, forse possiamo averne! - Disse Celo seccato.
Scossi il capo e li guardai mentre
assetati di sangue mi fissavano in attesa, pendendo curiosi dalle mie
labbra.
- Col cazzo che vi racconto i fatti
miei! - Con questo chiusi la saracinesca e rimasi a fissarli
scorbutico con le braccia conserte. I tre rimasero in silenzio in
attesa convinti che scherzassi e che avessi cominciato da un momento
all'altro. Visto che la cosa non si verificò, Celo iniziò a
brontolare arrabbiato.
- Eddai, me lo stavi per dire! Non mi
puoi lasciare così! Sono curioso, ma sono anche tuo amico! Ti ho
visto in certi stati che mi merito di sapere se stai bene e perchè e
comunque sono preoccupato! Te ne sei andato in un modo che si vedeva
la tua nuvola! Ero convinto che ti mettessi di nuovo a... - Corsi per
tappargli la bocca perchè stava per rivelare in quel modo impune che
avevo pianto.
- Ti hanno mai detto che parli troppo?
- Ringhiai. Lui guardandomi mezzo spaventato e mezzo divertito coi
suoi occhi espressivi, annuì. Io scossi il capo e sospirando dissi
rassegnato.
- Ora ti tolgo la mano ma non dire più
mezza parola! - Lui annuì ancora e per miracolo davvero non parlò.
Per due secondi.
- Però davvero... stai bene? - Chiese
poi. Pepe capì che dietro c'era qualcosa di serio e Cris già lo
sapeva. Alla fine pensai che comunque era meglio parlarne, non era
successo gran che dopotutto. Così potevo togliermeli dalle palle.