CAPITOLO XVII
PARTE DEL TUO MONDO

- Sto... sto, dai! Potrei stare meglio, ma sono stato peggio... le vacanze sono passate, quindi sono sopravvissuto! - Cercavo di essere criptico, cosa che mi veniva bene, e al tempo stesso dargli delle risposte, cosa che mi veniva male.
- Ok... ma cosa diavolo è successo? - Chiese allora Cris schietto non potendo aspettare più che mi andasse di parlare.
Mi morsi la bocca e tornai al termosifone, strofinai le mani scaldandomele e guardando in basso cercai le cose più adatte con cui spiegare quella strana cosa che era capitata.
- Avete litigato e non avete più fatto pace? - Chiese Celo sapendo che a grandi linee le cose fra noi potevano facilmente essere andate così. Io feci un sorrisino e piegai la testa colpevole.
- Circa. Non abbiamo litigato... - Poi abbassai ancora lo sguardo cercando una spiegazione sensata. - Non so cos'è che è successo. Quando siamo con tutti gli altri non stiamo mai troppo vicino, è una regola non detta che va bene ad entrambi. Quindi al pranzo di natale aspettavamo di finire per salutarci prima di non vederci per qualche giorno. - Bene, ci stavo riuscendo. Riuscivo a parlarne. Parlavo piano e quindi il silenzio era quasi mortale, pendevano dalle mie labbra ed io fissavo sempre il pavimento, un po' imbarazzato perchè ne stavo parlando. - Prima della fine abbiamo fatto il video, no? Ero in fila per registrare il mio con Rafa ed intanto ho scambiato due parole con Jese... - Al suo nome alzai gli occhi su Cris, sapeva la questione di Jese ed infatti si illuminò capendo, ma non disse niente. - Non ci ho provato, non ho fatto niente, ci ho davvero solo parlato un po'. Poi ho fatto il video e per quando avevo finito, Zizou che prima era là ad aspettarmi, non c'era più! Ci sono rimasto male ma ho pensato fosse uscito da poco, così volevo chiamarlo, ma mi ha preceduto lui e mi ha detto che ormai era a casa e che avevo tardato troppo e che non potevamo vederci per salutarci. Mi ha fatto le buone feste e tanti saluti! - Questo era quanto.
Pepe mi fissò stralunato senza capire come poteva esserci un problema in tutto questo. Celo un po' capiva, Cris lesse tutto per bene.
- Karim, hai testato la mia teoria? - Qua potevamo capirci solo noi ed io parlai subito difensivo, quindi bello acceso.
- No! Me lo sono ritrovato lì ed ho pensato 'chissà se Cris ha ragione!' e l'ho salutato! Insomma, non ci ho provato, non ho testato niente! L'ho pensato ma poi non ho fatto niente! - Cris però mi guardava dubbioso mentre gli altri non capivano ma non si intromettevano.
Stranamente.
- Cosa avete detto? - Io scossi la testa inalberandomi.
- Era lontano, non ha sentito cosa ci siamo detti, e comunque stronzate sull'impazienza dello stare in coda! - Quando me la prendevo parlavo seccato e sgarbato. Cris però non demordeva, ci pensò un po' e disse.
- Allora è qualcosa che hai fatto! -
- Ma insomma, io non trovo il problema così grande... hanno parlato, ma solo per quello Zizou si può ingelosire? - Chiese Celo.
- Che cosa? State insieme tu e Zizou!? - Pepe ci era arrivato e gridando per poco non si fece sentire da tutto il piano. Gli tirai una ciabatta che avevo sistemato vicino alla porta del bagno e grugnii di stare zitto.
- Sì, stanno insieme, ma non è una questione di stato... tientelo per te! - Disse secco Cris. Pepe annuì. Dopo due secondi disse:
- Ma da quanto? - Sospirai truce pronto a tirargli anche la scarpa e Cris allargò le braccia in segno di 'Pepe per favore!' e si zittì davvero. Poi tornò a Celo.
- Tu non sai tutto... Karim, posso raccontargli? - Alzai le spalle, lui sapeva comunque una parte, tanto valeva sapesse il resto. Cris gli raccontò della mia conversazione con lui, poi tornò a me.
- Alla fine era un buon consiglio! La gelosia ha smosso qualcosa! -
- Zizou geloso... pazzesco... - Fece Celo capendo il senso delle parole di Cris.
- Zizou e Karim insieme... incredibile... - Fece a sua volta Pepe ancora sconvolto. Volevo ucciderlo ma mi concentrai su Cris, l'unico vagamente sensato...e dire una cosa simile di lui era davvero pazzesco.
- Dov'è la tua coscienza? - Chiesi disperato non sapendo cosa rispondere.
- Se vuoi lo chiamo, dovrebbe essere a Milanello... - Ovviamente sapeva che mi riferivo a Riky.
Scossi la testa e guardai da un'altra parte.
- Lascia perdere. - Ero più calmo, così Cris tornò alla sua domanda.
- Ascolta... se ti ha piantato in asso in quel modo è chiaro che era geloso di te e Jese... ci deve essere qualcosa che hai fatto! - Mi strinsi nelle spalle senza arrivarci ed esasperato risposi.
- Non ho fatto niente di che! Capisco che per i miei canoni parlare con qualcuno senza ruggire è un evento, ma non è stata nemmeno una conversazione lunga! Non ho fatto grasse risate! - Cris col broncio mi fissò cercando di capire da solo e pensieroso mi disse:
- Ripeti i gesti con me... - Si alzò e come poteva sapere che c'erano dei gesti? Lo guardai senza capire, poi mi decisi e ripetei il gesto del vedere il tatuaggio che spuntava dal collo.
- Gli hai tirato il colletto e lui se l'è aperto facendoti vedere il tatuaggio? - Chiese per capire bene. Io annuii e lui batté le mani divertito.
- Bravo! Così mi piaci! Hai fatto bene! - Anche Celo e Pepe a quel punto avevano capito e si erano messi a ridere e battersi i cinque come se fosse merito loro. Io ovviamente rimasi a fissarli inebetito senza capire che diavolo dicevano.
- Si può sapere che diavolo avrei fatto? - Non capivo proprio.
- Karim! Tu non fai mai così con nessuno! Nemmeno ci parli, quasi! Se ti metti addirittura a notare che c'è un tatuaggio sul collo di uno e ti interessi addirittura per vederlo beh... per una persona normale quello non è flirtare... ma per te sì! -
E così ci ero arrivato anche io. Rimasi totalmente bloccato, fissai a terra rivedendomi dal di fuori ora con questa nuova ottica e realizzai.
- Non ci provavo... ho pensato 'chissà se Cris ha ragione'. Basta! Non l'ho fatto di proposito... ero incuriosito, tutto qua! - Cris allargò le braccia con la sua faccia ovvia e questa volta parlò Celo.
- E' così che succede con te! Tu sei un gatto, i gatti sono indifferenti a tutto tranne con le cose che li incuriosiscono, allora si avvicinano! La questione ti ha incuriosito! - Ancora non mi era chiaro il passaggio.
- Ti sei interessato a qualcosa e quel qualcosa era un dettaglio particolare su qualcuno! Una cosa del genere non è da te, di norma! Capisci? È come dire che ti interessa Jese! - Corrucciai la fronte e li guardai truce senza proprio capire come erano arrivati a quel punto dato che nemmeno io ne ero a conoscenza!
- Mi prendete per il culo? Quando mi sarei interessato a Jese? - I tre sospirarono e Pepe mi tirò indietro la ciabatta di prima.
- Ma sei davvero ritardato! Tu non noti un cazzo di nessuno, non guardi niente... quando lo fai, quando riesci a notare il tatuaggio che spunta e cerchi di guardarlo, significa che ti interessa, che noti, che c'è qualcosa di diverso! - Ora finalmente la nebbia cominciava a diradarsi e notandolo, Cris e Celo incalzarono.
- E Zizou che ti conosce bene lo ha capito subito! -
- Si è ingelosito e ti ha piantato! -
- Ha cercato di darti una lezione ed in effetti ci è anche riuscito visto quanto male ci sei rimasto! -
Ma io ero fermo al 'ti ha piantato'.
Infatti guardai male, davvero male, Cris che lo aveva detto in quel modo e grugnii.
- Non mi ha lasciato, cazzo! Non ci siamo salutati di persona, tutto qua! - Parlarne mi stava facendo rivalutare la cosa, loro la stavano ingigantendo troppo... o forse l'avevo ingigantita io.
Ora ero decisamente confuso!
- No no, però quel giorno non vi siete salutati, quindi vi siete lasciati male! In quel senso ti ha piantato! - Specificò Cris.
Alla fine non sapevo cosa pensare e non mi sentivo meglio, avevo solo più voglia di prima di fare una strage, il nervoso era davvero alle stelle e scuotendo il capo dissi a denti stretti.
- Se ha problemi che parlo con altri o che mi interesso ad un essere umano, come minimo me lo deve dire chiaro e tondo... e poi andiamo! È assurdo! Non vuole scopare con me, ma vuole che mi consacri solo a lui? Davvero? - Me lo ripetevo perchè davvero non ci credevo, mi sembrava una vera barzelletta. Così mi limitai a borbottare sottovoce come facevo sempre fino a che loro dissero l'opinione non richiesta.
- Per me non devi piegarti! -
- No infatti! Devi puntare i piedi e stabilire tu qualche regola! -
- Fin'ora le ha stabilite lui e tu ci sei stato... però devi farti sentire! -
- Se c'è qualcosa di particolare che vuoi, devi dirglielo! - Sarebbe comunque stato quel che avrei fatto, perchè si trattava di me. Era ovvio che avrei fatto così!
- Se vuole qualcosa me la deve dire lui chiaro e tondo, altrimenti non vedo perchè dovrei cambiare! - Quella fu la mia decisione finale. Dopotutto era sensata. Beh, lo era per me.

Quando mi ritrovai con la squadra in mensa, fu il primo momento in cui fummo tutti insieme nello stesso posto. Così ci incrociammo, ci guardammo e lì ebbi un attimo di esitazione col cuore che andava a mille.
Lo saluto o no, mi chiesi.
Alla fine decisi di metterlo io alla prova, troppo arrabbiato per come mi aveva trattato solo per una stronzata del genere.
E lo ignorai.
Feci finta di niente mettendo i manifesti -con lui- che intendevano che ce l'avevo a morte.
Non disse e non fece nulla, non venne certo a salutarmi, ma quel pomeriggio avemmo il primo allenamento, fu lì che fece qualcosa. Qualcosa che in effetti mi sorprese non poco.
Potevo mettere la mano sul fuoco che non si sarebbe mai e poi mai piegato in alcun modo, non mi sarebbe venuto incontro e forse ci avrei litigato furiosamente solo perchè io mi sarei abbassato a parlargli. E comunque non pensavo di risolvere.
Invece mi sorprese... in effetti dovevo abituarmi, da quando l'avevo incontrato, non faceva altro che sorprendermi.
Dopo gli allenamenti regolari, quando furono tutti congedati con quella di potersi andare a lavare e a riposare, Zizou disse ad alta voce facendosi sentire da tutti.
- Karim, tu no, fermati! - Mi fermai di colpo e con me anche i tre di prima.
Ci guardarono incuriositi, io fissai Zizou attraverso i miei compagni che andavano via e solo dopo qualche secondo disse disinvolto, senza guardarmi, mentre recuperava una palla coi piedi.
- Facciamo un po' di allenamento extra... voglio fare degli approfondimenti speciali sotto porta apposta per te. -
E con questo segnò una specie di punto.
Un punto gigantesco che portava a capo il periodo... anzi, a pagina nuova.
Cris, Celo e Pepe ridacchiarono di sottecchi, forse per colpa della mia faccia ebete e spontaneamente felice a quel che mi stava dicendo.
Non dovevo essere così contento, ma dentro di me facevo i salti di gioia.
Se questo era il risultato dell'averlo stuzzicato e poi aver tenuto duro sulla sua lezioncina, alla fine potevo dire che ne era valsa la pena.
Fanculo, Zizou!
Il goal quella volta l'avevo segnato io!

Volevo provare a vedere facendo finta di niente, come si sarebbe comportato. Ignorarlo al mio arrivo e forse anche l'andare su alle camere con Jese, aveva suscitato l'allenamento extra solo con lui.
Forse continuando sullo stesso piano potevo ottenere anche di più.
La mia logica era molto semplice.
Andai a bordo campo e recuperai dell'acqua che bevvi, mi bagnai il viso e mi asciugai con il braccio. Anche se era inverno e faceva un freddo cane, dopo un ora e mezza di allenamento chiunque era accaldato e sudato. Zizou mi guardò penetrante e disse neutro.
- Non dovresti bagnarti troppo così sudato e con questa temperatura... - Così ricambiai il suo sguardo con uno stupito e alzai le spalle.
- Sono sudato, ho bisogno di rinfrescarmi anche se siamo a cinque gradi! -
Zizou non rispose, attese che gli altri se ne andassero, io mi sedetti qualche secondo in una delle panchine e mi asciugai con una pettorina abbandonata lì da qualcuno.
- La tua igiene lascia a desiderare... - Commentò ancora Zizou mentre, mani in tasca, palleggiava a poca distanza. Allora alzai lo sguardo seccato e con aria da 'oh, ma allora vuoi proprio litigare', risposi polemico:
- Poi mi faccio la doccia, eh? - Insomma, mi aveva tenuto per rompermi i coglioni meglio?
Poi realizzai che forse, nell'ottica della visione visionaria di Cris, se Zizou era davvero geloso e voleva allontanarmi da Jese, quello era un sistema perfetto. Mi tratteneva in modo che il piccolo se ne andasse.
Scossi il capo, se anche fosse stato vero, mi sembrava di essere in un film.
Decisi di improvvisare e vedere cosa avrebbe fatto e comunque godermi quella che mi sembrava una piccola vittoria importante.
Passare del tempo extra con lui era sempre bello, ma volevo vedere se aveva la faccia tosta di dirmi qualcosa su quello che era successo.
Ammesso che si fosse accorto di qualcosa.
- Allora, andate bene le vacanze? - Disse sempre palleggiando col piede, le mani in tasca e l'aria concentrata su quel che faceva. Poco distante da me, l'orecchio teso alla mia risposta. Io lo guardavo appoggiato coi gomiti ai ginocchi. Era sempre molto elegante nelle sue mosse a calcio. Sembrava non avesse mai smesso, mi incantavo a guardarlo.
Com'era sempre stato.
Alzai le spalle.
- Noioso! - Non erano cose per me, quelle. Zizou ridacchiò e mi sentii un coglione perchè stavo meglio.
- Chissà perchè mi aspettavo una risposta simile! - Disse ironico. Io alzai ancora le spalle.
- Perchè mi conosci! - Borbottai. Non avevo proprio idea di quel che pensava riguardo noi, se si era reso conto che era successo qualcosa e cosa ne pensava.
Continuò a ridacchiare di sottecchi senza essere troppo evidente e quando erano ormai andati via tutti, smise di palleggiare ed io, in attesa, lo guardai senza muovermi.
Mi fissò e mi indicò di seguirlo. Come per dire 'che fai ancora lì?'
- A te come è andata? - Chiesi invece di alzarmi.
Non fece una piega.
- Bene. - Non disse altro. - Cominciamo. - Così mi alzai e lo seguii senza avere idea di che cosa volesse fare con me. Teoricamente lui giocava come trequartista, non come punta. Per cui non poteva insegnarmi dei trucchi del mestiere, cosa per cui avrei dato un polmone e mezzo cuore.
Facendosi serio e professionale, non che di norma fosse chissà che sorridente, disse con la palla davanti alla porta.
- Volevo perfezionare i movimenti sotto porta. Ti ho osservato bene in questi mesi ed ho notato che certi movimenti in certe situazioni non ti riescono. Voglio che lavoriamo sulle azioni sotto porta. Tu sei un nove, sei una punta pura. Non hai caratteristiche da ala o trequartista nemmeno a pregarti in ginocchio. Prendi la palla che ti arriva e la butti in porta in ogni posizione tu ti trovi. Però ci sono dei gesti, dei movimenti che ti aiutano in questo, cose che un nove come te deve assolutamente imparare e perfezionare. Devi lavorare su queste tecniche. - Annuii preso dalla spiegazione, mi sentivo gongolare di gioia. Il mio idolo mi insegnava a me e solo me delle cose private. Potevo morire felice.
- Tu però non eri un nove, non sei mai stato una punta... - Replicai come se potessi osare dire una cosa simile al mio idolo, allenatore e compagno.
Beh, al compagno sì.
Zizou non si scompose e mi rispose come se fosse una frase legittima la mia.
- Sì è vero, ero più un dieci. Però ero pur sempre un attaccante. A parte questo, un allenatore completo deve essere in grado di insegnare qualunque cosa ai suoi ragazzi, in qualunque posizione giochino. - Mi parlava da allenatore, logicamente. Non dissi nulla e proseguì con uno strano sorrisino. - Vedrai che saprò esserti utile lo stesso! - Era la prima volta che si faceva ironico ed io mi accesi sventolando le mani rendendomi conto di come potevo essergli sembrato.
- No non volevo dire che... non volevo mancarti di rispetto! Lo sai che io ti considero il migliore, per me tu sei il mio esempio in campo anche se non giochiamo nello stesso ruolo mi hai sempre ispirato! Imparare direttamente da te delle tecniche particolari è il mio sogno da quando ero un nanerottolo! Non sai quanto felice mi stai facendo... è solo che pensavo che non giochiamo nello stesso ruolo! - Ero anche agitato e a questo punto Zizou scoppiò a ridere e mi parve che tutto venisse scaraventato via, come se non fosse successo nulla.
Volevo dimenticare ogni cosa, tutta la delusione sentita in quei giorni precedenti e pensare che fosse sempre andato bene, ma non ne ero certo.
Pensavo mi mancasse proprio qualcosa, per arrivare al punto che idealmente desideravo davvero.
- Sebbene so che lo sei, non l'hai mai fatto tanto come ora! - Disse criptico e divertito. Io mi fermai senza arrivarci.
- Cosa? - E lui, ridendo, disse.
- Il fan! - Così arrossii al punto che lui riprese a ridere, era allegro, contento e divertito ed io volevo sotterrarmi. Quanto mi sentivo idiota.
- Va bene, ma tu non pensare che ti manchi di rispetto! Non lo farei mai! - Così approfittò per rispondere ironico e quasi tagliente. Anzi. Provocatorio.
- Ah no? - Così capii che aveva percepito tutto benissimo e che non intendeva tirarsi indietro anche se non era tipo da spiattellarsi troppo.
- No... - Così abbassai lo sguardo sentendomi in qualche modo colpevole. Poi ci pensai. Cazzo. Non era colpa mia quello che era successo e fanculo, non era nemmeno successo davvero qualcosa!
- Ti sei sentito offeso? - Chiesi piano senza alzare lo sguardo e giocando con la palla sotto il piede senza farci nulla di particolare. Eravamo in piedi uno davanti all'altro, fermi davanti alla porta in uno dei tanti campi vuoti del centro sportivo.
Eravamo completamente soli.
- Avrei dovuto? - Rispondeva sempre senza doversi scoprire. La cosa mi seccava.
- Ma ti sei sentito così? - Alzai lo sguardo diretto e serio, insistente. Così scese al mio stesso livello e piegando la testa rispose.
- Dovevo sentirmici? - Non era capace di rispondere e basta. Sospirai insofferente e mi strinsi nelle spalle con aria un po' persa.
- Che cazzo ne so? Ti sei comportato in modo così strano... - Lui però mi guardò con sguardo affilato, più del solito.
- Quando? - Circospetto, cercava di capire cosa io avevo percepito. Insomma, volevamo parlarne senza esporci.
- Quando prima della pausa natalizia non mi hai aspettato e te ne sei andato. - Dissi piano. Non mi avrebbe mai toccato lì all'aperto anche se sapevamo di essere soli. Non si mosse, ma non distolse lo sguardo dal mio viso, io ero tornato a guardare in basso quel pallone con cui giochicchiavo.
Le mani ai fianchi.
Lui eretto e posa semplice ma elegante.
- E' questo che ti ha seccato tanto? - Così tornai ad alzare lo sguardo.
- Ti sono sembrato seccato? -
- Mi hai ignorato, prima, quando ci siamo visiti in atrio! - Strinsi la bocca. Potevo tirare delle scuse e negare, ma era da stupidi, così ammisi che in effetti l'avevo fatto. Tenendo totalmente fuori la questione Jese. Poteva essere una visione di Cris e nel nominarlo avrei peggiorato tutto, non volevo rischiare.
Mi strinsi nelle spalle andando dal basso ai suoi occhi seri e concentrati sui miei.
- L'ho fatto perchè tu te ne eri andato in quel modo. Ci tenevo a salutarti bene, sapevi che lo volevo... - Non negò che lo sapeva, ma non fece una piega. Era sempre parlare con un muro di cemento armato.
- Non ti sbrigavi più... - Disse piano, a quello scattai e lo guardai con aria da 'non prendermi in giro!'. La mia espressione era molto chiara, in effetti.
- Dai, su... non so cosa sia successo, ma è successo qualcosa! Non ho idea del perchè prima eri lì ad aspettarmi e poi eri sparito... però mi hai fatto rimanere male e quando sono tornato ho reagito spontaneamente ignorandoti! Però lo sai che non potrei continuare così chissà per quanto... - Conclusi guardando in basso ancora e lasciai andare le mani lungo i fianchi, mi sentivo nudo davanti a lui. Non mi diceva nulla, mi ascoltava e mi guardava penetrante ed io volevo solo capire cosa pensava...
- Mi sono sentito messo da parte. - Disse finalmente in un sussurro. Quando lo disse tornai sul suo viso e stava guardando verso la porta. Non in basso ma nemmeno verso di me. Era una via di mezzo, si vergognava comunque ma non voleva dimostrarlo troppo.
- Cosa? E perchè? - Ero senza fiato. Non avevo contemplato come si poteva essere sentito lui, ma rimaneva ancora da stabilire se era qualcosa in relazione a Jese.
- Perchè... - Esitò e si decise a guardarmi, ora mostrava qualcosa di sé seppure con il contagocce. Era a disagio ma si stava sforzando di parlare. Sapeva che me lo doveva e mi sentii importante come ancora non mi ci aveva fatto sentire. - Perchè stavi mostrando interesse per qualcun altro e non era da te. E perchè in quel momento non ero più parte del tuo mondo. - Si fermò, pensò se dirlo ed alla fine con coraggio lo disse. Decise di fare un ulteriore passo verso di me per dimostrarmi che in realtà ci teneva. - Mi sono sentito geloso. -
Così, sentendomi euforico, felice e shockato al tempo stesso, chiesi con un filo di voce.
- Per Jese? - Zizou annuì e non sapeva come mi stava facendo sentire. Mi faceva sentire come il suo ragazzo, sul serio, e non potevo che chiedere di meglio. Avevo desiderato come un disperato arrivare a quel punto ed ora c'ero.
Non avevamo ancora il sesso, non era una relazione perfetta, non ci eravamo detti che ci amavamo o cose simili, ma lentamente la cosa stava progredendo. Lentamente era sempre più una relazione.
Sentendomi scoppiare, lasciai la palla, lo presi per la manica e lo tirai con poca gentilezza verso l'ingresso agli spogliatoi ed al magazzino, in un punto coperto, contro il muro, dove comunque niente e nessuno ci avrebbe potuto vedere in alcun modo. Poi mettendomi io stesso le spalle al muro lo presi per la giacca, sul petto, l'attirai a me e lo guardai da vicino con un'emozione che non sapevo trattenere.
- Per me sei e sarai sempre tu il centro del mio mondo! Tu mi stai facendo diventare matto con tutte queste attese... - Corrugò la fronte senza capire, si appoggiava al muro dietro di me per non toccarmi, ma mi sfiorava col bacino ed era una posizione maledettamente erotica. - Non so perchè non vuoi scopare con me, ma mi manda fuori di testa, mi fai diventare matto ma tu resti il centro di tutto il mio mondo. Anche se litighiamo e non abbiamo una relazione ancora completa, anche se siamo all'inizio e non è tutto perfetto e pieno... per cui cazzo... non dubitare più... non... non mettermi da parte in quel modo perchè non sai come mi hai fatto sentire! Non pretendo la luna, non voglio dichiarazioni, non voglio che stiamo insieme davanti a tutti o cose simili però... però almeno quando abbiamo i nostri momenti... me li devi dare... - Avevo parlato tanto ed espresso bene tutto.
Forse non tutto il male veniva per nuocere.
Avevo maledetto tanto Cris e la sua idea della gelosia e di usare Jese e cose così, perchè mi avevano portato a dei giorni di merda senza Zizou, però alla fine, ora, non potevo dire di stare davvero così male... non se lui ora, invece di andarsene, mi prendeva il viso fra le mani, mi guardava rischiarato, capendo bene tutto, e poi con dolcezza senza dire altro, di nuovo nei nostri silenzi comunicativi, mi baciava.
Le sue labbra rischiosamente sulle mie all'aperto, le accolsi, aprii e mi venne dentro con la lingua, ci incrociammo, ci fondemmo e ci prendemmo i nostri sapori con una calma ed un bisogno che contrastavano fra di loro. La voglia di goderci lentamente e la frenesia del farci nostri, possederci. Quanto ci eravamo mancati? Ora era chiaro e lo era che anche se per qualche motivo era bloccato a letto con me, comunque mi voleva. Dopo un tempo infinito passato a baciarci, mi disse sulle labbra, contemplandomi da vicino con quel suo sguardo magnetico che adoravo.
- Voglio davvero stare con te. Non lo devi dubitare. Ok? - Annuii. - Come ti dissi quella volta... finchè non ti trovi in una data situazione non puoi sapere come reagirai e come la vivrai. Io non potevo immaginare come sarebbe stata con te, ma eccoci qua. La sto provando e sto vedendo che certe cose mi vengono tanto facili quanto altre difficili. Però non rinuncerei mai a te. Ci voglio provare, voglio continuare, voglio andare avanti. Non... non dubitare... - Parlare del sesso senza nominarlo chiaramente ed essere diretto senza dire le cose in modo schietto... solo lui poteva riuscirci.
Ero completamente suo, ogni giorno di più, qualunque cosa succedeva. Eravamo sempre più una coppia, io ero sempre più suo. Non sapeva quanto lo volevo.
Così scivolai con le mani sui suoi fianchi e mi appoggiai a lui, nascosi il viso contro il suo collo e chiusi gli occhi respirandolo.
- Non sai quanto ho bisogno di te... quanto ti desidero... non hai idea di... di quanto ti voglio dentro di me... - Dissi ansimando contro il suo collo. Lo sentii trattenere il fiato e tendersi tutto, strinse la presa mentre mi cingeva, la mano sulla mia nuca rasata.
- Lo voglio anche io... credimi... è... è solo che... volerlo fino a stare male a volte non è sufficiente... ci si mettono in mezzo così tante cose che incidono e... - Cercava di fare il misterioso perchè era la sua natura, poi però si rese conto e continuò tenendomi in quella posizione che stavo semplicemente adorando. - Sono sposato, Karim. Da anni. Non l'ho mai tradita, specie con un uomo. È la mia prima esperienza con un ragazzo. Sono cose che alla fine incidono più di quel che potessi immaginare. Sto andando ad istinto, con te. Sto facendo di volta in volta quello che desidero, però a volte non basta. A volte ci sono altre cose che mi bloccano. Ma ti voglio... ti voglio davvero... voglio te e voglio stare con te... - Capivo cosa diceva e capivo che era sincero. Sospirai e annuii.
- Ti credo... ti credo... - Dissi piano. Non so quanto rimanemmo lì, le sue dita mi carezzavano leggere il collo e mi faceva morire, mi aveva rilassato totalmente e anche se da un lato morivo dalla voglia di fare allenamenti extra con lui, dall'altro non avevo più le forze, me le aveva totalmente levate.
- Zizou... -
- Mmm? - Non mi sembrava messo meglio.
Non si staccava da me.
- Io muoio dalla voglia di allenarmi con te sotto porta ma... - Lo sentii sorridere sapendo cosa stavo per dire.
- Ora ti ho rilassato troppo... - Concluse per me ed io annuii.
- Non riuscirei a muovere nemmeno mezzo passo! - Così lo sentii anche ridere e tutto si rischiarò di nuovo, tutto tornò ben visibile, ogni cosa a posto. Insicurezze abbattute, dei passi importanti in avanti.
- Però da domani ci diamo dentro sul serio! - Non vedevo l'ora.

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E' vero che...
Quest'anno, ad un certo punto, Zizou ha preso Karim e gli ha fatto fare allenamenti extra sotto rete per la parte dell'attacco.