CAPITOLO
XXII:
IN UN UNIVERSO A PARTE
- No Karim! Così no! Rifallo! - La sua
voce arrivava per l'ennesima volta a bloccarmi sul nascere
dell'azione.
Non sbuffai, mi fermai e ricominciai
senza fiatare.
Arrivato allo stesso punto, di nuovo il
suo tuono severo e pignolo:
- No! Rifallo! - Ed io di nuovo a
rifarlo.
Ma ancora...
- No! Rifallo! - Continuammo così per
un bel po', lui risoluto ed un tono che non ammetteva repliche.
Teneva una palla sotto il braccio e
stava lì poco distante da me a fissarmi correre in una certa
maniera, come mi aveva detto di fare. Poi mi fermava impietoso e mi
lanciava la palla che aveva andando a recuperare la mia per non farmi
perdere tempo.
Due secondi dopo si ripeteva il tutto.
Cercava di insegnarmi una mossa
particolare, era più che altro una specie di tempistica.
Mi aveva spiegato e mostrato quello che
dovevo fare, però quella volta proprio non mi riusciva.
Quella era più o meno la scena che si
ripeteva ogni giorno, alla fine ci riuscivo. Quel giorno ci mettevo
di più e alla milionesima volta mi fermai e stizzito rimbrottai
esasperato e sfinito. Il sudore mi colava sulla pelle, il petto si
alzava e abbassava velocissimo, il cuore esplodeva su in gola.
- Non ci riesco! - Dissi ansimando. Lui
mi guardò a dir poco raggelante e mi lanciò la palla da dove dovevo
partire recuperando quella che ormai avevo perso.
- Non esiste! Ricomincia! - Sospirai e
scossi il capo piegandomi a metà, lasciai andare giù il busto di
schianto e permisi al sangue di fermarsi dal suo ribollimento
generale, mi sembrava di impazzire.
- No, non riesco, non mi viene! Questo
è troppo difficile! Facciamo un'altra cosa! - Non volevo smettere,
ma quello non mi veniva e pensavo di morire, mi stavo anche
innervosendo molto.
Stare lì con lui ad esercitarmi era
stupendo, lo adoravo. Erano i nostri momenti. In altre zone
dell'immenso campo c'erano altri che si fermavano dopo, ma Zizou era
sempre e solo per me.
Mi insegnava ed io imparavo.
Quella volta non c'era verso.
- Karim, è questo che devi fare!
Finchè non lo impari non ti insegno altro! - Era molto duro e
spietato, non sembrava infuriato, ma aveva un tono piatto, le parole
sferzanti. Sembrava Hitler ai primi tempi, prima che diventasse un
pazzo che ordinava di bruciare la gente. Se quello poi sarebbe stato
il suo passo successivo, c'era da averne paura. In effetti era
l'effetto che faceva a tutti!
- Zizou! È troppo per me! Ho sempre
fatto tutto finchè ci riuscivo, ma adesso sto morendo! Non riesco! È
troppo difficile! - Zizou però scosse la testa e mi venne davanti
continuando a parlarmi con voce alta come mi avesse lontano.
- Non è una questione di difficile! È
solo tecnica e quella la impari! - Era super deciso ed io super
stanco. Scossi il capo testardo.
- Non se sono scarso! - Ma sembrava per
nulla intenzionato a mollare la presa. In quanto a testardaggine mi
batteva.
- Tu non sei scarso! -
- In questo sì! - Non mi importava
dell'orgoglio, volevo solo sopravvivere!
- Tu il talento ce l'hai o non
giocheresti nel Real Madrid, per cui puoi imparare tutto quello che
ti insegno! Rifallo! - Disse imperterrito sulla via dell'ira. Dio ce
ne scampasse da questo, ma lui puntò col dito la posizione di inizio
dove c'era la palla ed io scossi ancora il capo allargando le braccia
esasperato e sfinito con ancora il fiatone.
- Perchè allora non lo insegni a
tutti? Se quelli che giocano qua sono tutti di talento significa che
possono farlo tutti! - Non sapevo nemmeno quello che dicevo, volevo
solo prendere tempo.
- Perchè io voglio che lo impari tu! -
Questo mi fermò, potevo chiedere conferma di quel che avevo capito e
mettere il ditino nella piaga, ma per lui era una bella dichiarazione
ed un grande sforzo. Per cui alla fine sospirai, mi asciugai
sconfitto il viso e mi rimisi in posizione. Lui soddisfatto fece dei
passi indietro pronto a controllarmi, quando stavo per partire mi
disse:
- Ascolta attentamente quello che ti
dico e segui ciecamente la mia voce. Anche se ti sembra che ti stia
dicendo una stupidaggine! - Per la serie 'se ti dico di spararti, tu
fallo e non discutere!'
Hitler, appunto!
Comunque annuii. Con lui si poteva fare
solo così per avere risultati e comunque mi fidavo ciecamente.
Così partii e subito la sua voce su
cui ero sintonizzato con gran concentrazione, cominciò a darmi
indicazioni parlando quasi in codice per essere veloce nel dire le
cose.
- Scatto. - Scattai. - Accelera! -
Accelerai. - Buttati a sinistra. - Lo feci. - Alt! - Mi fermai di
colpo non prevedevo di doverlo fare, ma lo feci automaticamente e con
questo quasi caddi in avanti per il grande trasporto che avevo. -
Giù! - Così mi lasciai andare giù in avanti piegandomi sulle
ginocchia come mi venne spontaneo. - Salto palla! - Salto e palla
intendeva salto con la palla. Da così in basso era impossibile
farlo, però se lui diceva di farlo non potevo oppormi. Così provai
e con grande sorpresa mi resi conto che invece potevo. Nella frazione
brevissima in cui ero in aria di qualche centimetro, il necessario
per schivare un probabile tackle davanti all'area, mi disse: - Tiro!
- Così lo feci e la palla si insaccò in rete.
Ci voleva molta forza per farlo, ma in
effetti era più che altro una questione di trucco.
- Visto che si poteva fare? - Disse
vittorioso venendomi davanti dandomi una pacca sulla schiena. Una
specie di abbraccio da parte di una persona normale. Io mi sentii
subito rinato, certe cose, certe morti, valevano la pena.
- Allora era la partenza... - Capii
cosa sbagliavo perchè effettivamente era la sola cosa su cui mi
bloccava sempre. Ad un occhio meno esperto poteva sembrare che non ci
fosse differenza dalle due volte, ma io che l'avevo fatto l'avevo
sentita. Lui sorridendo sempre orgoglioso annuì spiegandomi.
- Il trucco è partire con lo scatto e
accelerare subito. Il buttarti a sinistra o a destra è una cosa che
devi imparare a fare in automatico perchè in un contropiede in porta
succede sempre che cercano di bloccarti. Tu non hai il dribbling di
Cris o Gareth, è una cosa che si ha di natura. Però puoi imparare
questo trucco per ubriacare gli avversari. - Capivo benissimo cosa mi
stava dicendo ed era un godimento assoluto, anche se intanto sputavo
i polmoni ed ero al limite delle mie forze.
- In pratica ne scarto uno, mi fermo di
botto facendo finta di voler tirare subito dopo. A quel punto, quando
tentano di fermare il tiro con un calcio basso, io mi lascio cadere
in avanti, mi abbasso, salto l'avversario e tiro al volo. - Zizou
continuò.
- E' una questione di fisica, la forza
che ti dai correndo a quel modo, ti permette di avere la spinta e
l'elasticità necessaria per saltare in quel modo ed a quel punto
quando ti fermi improvvisamente. Se non corri a quel modo non ci
riesci perchè non è facile saltare l'avversario. -
Annuivo preso dalla cosa di cui ero
euforico.
- Poi devo imparare a modulare il tiro,
perchè dipende da come si muove il portiere. -
- Sì, su quello lavoreremo dopo che
hai imparato bene questo. È una questione di far memorizzare al
corpo ogni movimento, perchè in partita tu di solito prima guardi ed
in base a cosa succede agisci, ma sei troppo lento ed è lì che ti
fregano. Devi essere più veloce della tua capacità di pensiero e
realizzazione. Devi farlo prima ancora di capirlo e pensarlo. Lo fai
per partito preso a prescindere. Lo fai e basta perchè fidati, e te
lo dico con la mia esperienza, quando un attaccante punta alla porta
con una progressione del genere, i difensori al 200 % agiscono in
quel modo, prima uno ti blocca la strada e tu allora lo devi
scartare, ci sono molti sistemi per farlo, te li insegnerò. Dopo
averne scartato uno hai due opzioni. O li scarti tutti e vai al
portiere e tiri, come fanno Cris e Messi, o usi questo sistema. Fai
finta di tirare obbligando il difensore a fermarti, invece salti e
tiri. Lì devi però fare l'ultimo sforzo e farlo evitando il
portiere. L'unica cosa che devi fare sul momento, senza poter andare
in automatico. -
Sapere alcuni dei suoi trucchi mi
faceva ingroppare in qualche modo, era il mio sogno capire, sapere
come faceva a fare alcune delle sue magie. Mi stava insegnando cose
sue, cose che gli venivano spontanee. Mi sembrava di essere in un
doppio sogno, stavo con lui e mi insegnava i suoi trucchi ed io li
capivo.
Speravo di riuscire a farli bene, un
giorno.
Quello era solo il primo passo, da lì
all'apprendere sul serio la tecnica e riuscire a farla in partita, ce
ne voleva molto. Però se ce l'avessi fatta un giorno penso che mi
sarei messo a piangere.
- Tu sei un giocatore molto più
pratico ed istintivo, di forza, direi. Arrivi, vedi la porta e tiri.
Non perdi tempi in dribbling, trucchi e sistemi. Però se ne impari
qualcuno è tanto di guadagnato! - Annuii, ovviamente aveva ragione.
Abbassai lo sguardo rendendomi conto di quella grande verità.
- Siamo proprio diversi come
calciatori. Eppure sei sempre stato il mio idolo. Ho cercato di
imparare guardando te... - Zizou sorrise in un modo strano, non
saprei descriverlo.
- Beh, non penso che io sia stato il
tuo unico ispiratore. Tu sei un nove, una punta, io un dieci, un
fantasista. Necessariamente devi aver imparato rifacendoti anche ad
altri, magari ad un nove vero e proprio... - Penso che anche lui si
leggesse tutte le mie interviste, ne ebbi la conferma lì, lo guardai
con aria semi colpevole ma anche ironica e gli diedi una piccola
spinta.
- Lo sai a chi altri mi ispiravo. O per
lo meno cercavo. Da lì ad essere uguali agli idoli ce ne passa... -
- Ronaldo Nazairo il Brasiliano! -
Curioso. Lo guardai aggrottando la fronte.
- Non lo chiami il fenomeno come tutti?
- Lui fece un sorrisino furbo e si avviò agli spogliatoi intendendo
che avremmo ripreso il giorno dopo, io lo seguii e non mollai la
presa.
- Ehi! -
Alla fine lo ammise.
- Abbiamo giocato insieme in squadra,
al Real. -
- Ovviamente lo so! -
Ovviamente il Real era la mia squadra
dei sogni non per niente! I miei due idoli erano nella stessa squadra
per un periodo, anche se sul finale delle loro carriere. Più o meno.
Non proprio ma quasi.
- Quando diventi il compagno di squadra
di qualcuno, anche se è il più grande di tutti i tempi, giochi con
lui sminuendo la sua grandezza. Non è per invidia o altro, è solo
un gioco e basta. Più il rapporto è buono e più lo fai. Per cui
per me lui è sempre stato solo Luis, Ronnie o Ronaldo il brasiliano.
Non l'ho mai chiamato fenomeno anche se penso che lo fosse! -
Ascoltavo rapito tutto quello che mi raccontava. Nei nostri
interminabili dialoghi, non mi parlava mai di queste cose anche se
ero disposto a vendere un rene per ascoltarlo. Eravamo arrivati negli
spogliatoi, intanto, ed io ero entrato con lui sovrappensiero. Di
solito se c'erano anche gli altri che sapevamo arrivavano a breve,
non mi ci mettevo mai perchè non volevo la cosa si sapesse al di là
di quelli che già sapevano.
Ma lì avevo voglia di ascoltare e lui,
evidentemente, di ricordare.
Così ci spogliammo senza secondi fini
dietro e ci infilammo nella doccia mentre lui proseguiva il suo
racconto ed io ogni tanto facevo delle domande.
- E' successo anche con altri? Hai
giocato con dei grandi... -
- Beh, non tutti avevano dei
soprannomi. Ronaldo era il solo ad averne già dall'epoca. Soprannomi
del calibro di Il Fenomeno. Ho giocato con David ed anche con lui il
rapporto era molto giocoso. In realtà erano loro ad esserlo. Sai...
David, Luis... personalità di forte spicco. Capiterà anche a te con
Cris... - Provai a pensarci mentre l'acqua scendeva sui nostri corpi
lavandoci dalla fatica di quell'interminabile sessione.
- Sì... beh, ma il suo soprannome, a
parte CR7 è La Macchina. Perchè come ben sai gli riesce tutto alla
perfezione ed è come una macchina, instancabile, forte, perfetto. -
Zizou fece un sorrisino strano, poi mi girò lavandomi la schiena con
naturalezza, non c'era malizia nei gesti ma un forte senso
d'appartenenza. Intimità. Stavo benissimo.
- E non lo prendi in giro per sminuire
le sue super doti che sai bene ha? - Il senso del discorso era questo
e pensandoci dovetti ammettere che mi veniva da farlo.
- In generale sì, lo prendo in giro
quando mi capita. Lui tende a fare lo sbruffone per divertirsi ed io
di rimando lo calpesto come riesco. - Zizou rise e fu un bel suono la
sua risata. Mi girai e ricambiai il favore passando le mani e la
saponetta sulla sua schiena spaziosa che sembrava quella di un
trentenne e non di uno di quaranta.
Che poi c'era poca differenza. I
quarantenni erano in perfetta forma, se volevano.
- Per cui sai cosa intendo. Forse ti
sarà capitato di imbatterti in discorsi su di lui coi tuoi amici...
è naturale... e loro lo chiamano in tanti modi altisonanti...
Macchina, CR7... ora lo chiamano il Comandante... - Sorrisi. Dopo la
vittoria del Pallone D'Oro e le polemiche di quell'idiota che l'aveva
preso in giro scimmiottandolo ed indicandolo come un Comandante, la
cosa era andata a suo favore. Perchè era davvero un comandante, ma
nel senso bello del termine.
- Sì, mi è capitato. - Non mi
soffermai sul suo culo, anche se di solito non perdevo occasione. Si
girò e continuammo a sciacquarci. Entrambi non avevamo i capelli da
lavare, per cui erano docce molto veloci se non avevamo altro da
fare.
- E cosa fai di solito? Tessi coi tuoi
amici le sue lodi? - Risi di gusto ricordando come invece lo sminuivo
e raccontavo episodi svilenti.
- In effetti no! Lo sminuisco in tutti
i modi! Ma in realtà so che è davvero pazzesco. - Così chiuse
l'acqua e fece l'espressione da 'vedi? Hai perfettamente capito!'
Sorrisi a mia volta mentre uscivamo.
- Per cui è Ronaldo il tuo nove
preferito? - Era molto abile nel parlare. Parlare di giocatore in
assoluto mi portava in una posizione scomoda, rischiavo di potergli
dover dire qualcosa di poco carino, io annuii.
- Per me in quella posizione lui è il
più grande in assoluto di tutti i tempi. Ho sempre cercato di
apprendere quanto si può guardandolo giocare. Però ovviamente che
vuoi... è solo un guardarlo e cercare di rifare qualcosa che a lui
viene perchè è un talento naturale! - Ci stavamo asciugando mentre
stavo dicendo questo, lui si fermò con un asciugamano alla vita ed
uno intorno al collo con cui si passava con cura il viso, le
orecchie, il collo.
Si fermò e mi guardò contrariato
senza capire.
- Che dici? -
Io inarcai le sopracciglia.
- Beh, Ronaldo era un talento naturale!
Non doveva impegnarsi e sforzarsi per tirare fuori le cose pazzesche
che faceva! Si parla di quando il suo fisico era in perfetta forma...
- Zizou allora si avvicinò, mi prese l'asciugamano con cui mi
passavo la testa e me la circondò con il proprio col quale mi
agganciò, mi guardò risoluto come se ce l'avesse con me, io lo
ricambiai senza capire. Ero convinto di quel che dicevo.
- Anche tu hai il talento naturale. -
- Sì ho capito, ma non è paragonabile
al suo. Io sono consapevole delle mie capacità! - Ero molto onesto
verso me stesso, sempre stato. Lui però pareva non pensarla come me.
- No, tu non lo sei ed è questo il
problema! - Feci un'aria imbarazzata, non ero abituato ai complimenti
e mi sentivo sul patibolo. Ero come sempre fatto strano.
- Grazie, ma so che non sono
paragonabile a lui! - Strinse le labbra contrariato mantenendosi
risoluto ed elegante insieme. Così per tranquillizzarlo gli misi le
mani ai fianchi, al limite del suo telo bianco. Mi stava facendo
sentire al settimo cielo per quello che faceva, però cercavo di
trattenermi. Avevo paura scappasse.
- Lascia perdere i paragoni, ma tu hai
un talento fantastico e non te ne rendi conto! Perchè credi che
insisto tanto con te? Perchè stiamo insieme?! - Non sapevo se
sentirmi contento perchè aveva detto 'perchè stiamo insieme', cosa
che non faceva spesso, oppure per quel che stava dicendo.
- Non è perchè bacio come un Dio? -
Scherzai imbarazzato. Era sempre quella storia.
Lui non mi calcolò e proseguì con
pazienza ma senza mollare.
- Hai delle caratteristiche uniche che
se approfondite e sviluppate ti faranno arrivare lontano! Io le vedo
tutte e mi dispiace che vengano sprecate perchè nessuno ha il
coraggio di perdere tempo con te e maltrattarti fino a tirare fuori
sangue dalla rapa che sei! - A questo mi sentii leggermente perso.
Dai complimenti era passato alle offese, ma erano offese da
complimento, in realtà, per cui sorrisi ebete e perso.
- E... e cosa c'è di particolare? Io
mi vedo come uno rozzo che corre incontro alla porta mentre vede che
qualcuno sta per fare un cross là davanti. A volte mi va bene e la
metto dentro, altre va fuori! - Era vero che mi ero sempre visto
così. Lui scosse il capo incredulo che lo pensassi sul serio,
continuava a tenermi con l'asciugamano intorno al collo, non mi
abbracciava sul serio ma dopotutto nemmeno io.
- Sei elegante, Karim. Hai un modo di
stoppare la palla che fa capire tutto il potenziale che hai! -
- Come stoppo la palla?! - Chiesi
pensando d'aver capito male. Lui annuì convinto.
- Credimi che se c'è una cosa di cui
posso vantarmi, è che riconosco i talenti in chi li vedo. Li
riconosco tramite varie cose, gesti, dettagli, mosse. Non nel
complesso. Quando guardo un giovane od un giocatore in generale e
qualcosa che fa mi attira l'attenzione, capisco che allora lui ha
talento. Di ognuno dei giovani che ho reclutato ho notato un
dettaglio, su di loro lavoro tanto durante la sessione regolare, ma
ovviamente voglio farlo come si deve anche con te, per questo allungo
il nostro tempo. - Ovviamente non perchè non poteva stare senza di
me. Era comunque bello sapere tutto quello che vedeva in me, io non
lo vedevo. Non l'avevo mai visto.
- Per cui tu sai che da qui a breve
Bale varrà novanta milioni? Tu hai visto questa cifra in lui mentre
giocava al Tottenham? - Dissi scettico. Aveva avuto un inizio
faticoso un po' per problemi fisici ed un po' per l'integrazione, ma
in effetti ora pareva che ci stesse riuscendo e non potevo negare che
stava mostrando dei numeri interessanti.
- Assolutamente. Lo sai come vi stanno
chiamando in giro? - naturalmente non lo sapevo.
- Non seguo le notizie... - Lui con un
sorrisino vittorioso rispose orgoglioso.
- BBC. - La BBC era un'importante rete
televisiva inglese. Rimasi sorpreso.
- Abbiamo una sigla? - Chiesi
incredulo, lui contento continuò.
- Benzema, Bale e Cristiano! Guarda
che, che io sappia, nella storia del calcio nessuna squadra ha avuto
un attacco identificato con una sigla. -
Ero ancora senza parole, ma gli occhi
cominciarono a brillarmi e lui lo notò e di rimando anche i suoi lo
fecero. Stavo cominciando a capire quello che non ero riuscito a
vedere e mi sconvolgeva il fatto che lui invece l'avesse visto molto
prima di me.
- E' pazzesco! Io non immaginavo...
andiamo così bene tutti e tre insieme che ci chiamano BBC? Una sigla
solo per noi? - Annuì.
- Ti ho notato io nel 2009, io ho
suggerito a Perez di prenderti dicendogli che avevi talento. Gli
dissi che da come stoppavi la palla si poteva intuire quello che
saresti diventato! Non insisto tanto con te su certe cose solo per
hobby o perchè tengo a te, ma perchè so che hai i numeri, hai quel
talento, riuscirai a fare quelle cose! - Visto che ero rimasto
shockato, continuò con la sua arringa. - Anche fra Messi e Cris
fanno sempre paragoni, ma sono giocatori diversi, non li puoi
paragonare. Ognuno è unico a calcio, ha un suo modo, un suo talento,
un suo sistema. Messi è come un artista della palla, Cristiano è
una macchina, un cecchino infallibile. Sono fortissimi entrambi e
completi, ma diversi ed imparagonabili. Sai cosa mi piace tanto di
Cris in più di Messi, però? - Questa cosa mi stava sorprendendo.
Non mi lasciava andare ed io d'altronde in quella posizione stavo
benissimo, lo tenevo a me, ma non ci stavamo abbracciando, era una
cosa da noi, in qualche modo.
- Lo dicono tutti. Messi è un dono
naturale. Messi è così. È nato così, non si deve sforzare per
fare le cose che fa. Mentre Cris è solo duro lavoro. Ovviamente come
ti dicevo certe cose riesci a farle solo se il talento ce l'hai, ma
lui si è strappato fuori con unghie, denti e lotte e sforzi tutto
quello che oggi riesce a fare. E tu trovi una cosa che non gli viene
alla grande? - Scossi il capo. - Per questo mi piace tanto quel
ragazzo e dissi a Perez di puntare tutto su di lui. Perchè si
impegnava il triplo degli altri per arrivare sul tetto del mondo, ho
visto fame in Cris, una fame che non ho mai visto in nessun altro
giocatore, mai. La fame di essere il migliore, di vincere, di
farcela, di essere sul tetto, in cima. Quella fame lì. Lui non ne ha
mai abbastanza. Lui aveva un sogno. Essere il migliore. Aveva del
talento, questo era fuori dubbio, ma messo così e basta non sarebbe
bastato. Se si fosse affidato solo al suo talento, come Messi,
sarebbe arrivato in una buona squadra ad un buon livello. Ma a lui
non bastava, lui voleva di più, voleva tutto. Ed ha lottato
testardamente per ottenerlo. Cristiano è completamente duro lavoro e
testardaggine, per questo mi piace. È ambizioso, lotta, si impegna e
non molla finchè qualcosa non gli riesce. Capisci? Non guardare chi
fa cose pazzesche perchè ha il talento naturale per farlo. Guarda
chi fa cose pazzesche perchè ci prova e riprova e riprova
testardamente finchè non gli riesce, finchè non arriva dove vuole!
- Era molto convinto e convincente, era preso, aveva pensato molto a
Cris e penso d'aver capito solo in quel momento l'impostazione che
voleva dare alla squadra. L'impostazione di impegno, dedizione,
ambizione, lavoro, lavoro e lavoro.
Un giorno lui diventerà un allenatore
vero e proprio ed i suoi avranno tutti serio rigore come l'aveva lui,
come ce l'ha Cris. Questo non toglierà niente al resto, ma sarà una
squadra fatta di talenti sfruttati che tirano fuori tutto quello che
hanno e non hanno con sforzo e lavoro duro.
- Sarai un grandissimo allenatore! -
Dissi con voce roca, emozionato nel vederlo per quel che un giorno
sarebbe stato. Ero già fiero di lui. Lo amavo per il giocatore che
era stato ed ora lo stavo amando per l'allenatore che sarebbe
diventato. Ovviamente l'amavo anche per l'uomo che era. Il mio.
Gli vennero gli occhi lucidi perchè
capì che ero sincero e finì che mi baciò per ringraziarmi, fu un
bacio di trasporto, senza lingua né nulla.
Premette le labbra sulle mie e rimase
così per un po', poi le schiuse, schiuse le mie, prese il mio
inferiore fra le sue, succhiò e solo all'ora infilò la lingua
cercando la mia. Lo trovai ed entrambi emozionati per il dialogo
avuto, ci lasciammo trasportare dal momento.
Credeva in me, sapeva cosa potevo
essere ed ora che aveva la possibilità di tirarmelo fuori, lo stava
facendo. Quello che aveva visto in me era incredibile e mi stava
dicendo che lo potevo tirare fuori lavorando sodo.
Era una questione di insieme. Molte
cose incidevano per la riuscita di un giocatore.
La mentalità, la testardaggine, la
dedizione, l'ambizione, il talento, il fisico. Una buona guida. Una
buona squadra. Molti i fattori.
Quando prendemmo fiato, non trattenni
oltre. Lo pensavo da molto, glielo avevo forse detto quando ci
eravamo messi insieme, ma non avevo più avuto il coraggio di
ripeterlo.
Ora lo feci, occhi chiusi, il cuore in
gola, il fiato sospeso, emozionato.
- Zizou, ti amo... - Anche se non
c'entrava col nostro discorso.
Allora lasciò i lembi
dell'asciugamano, mi prese il viso fra le mani senza muoversi da come
eravamo. Aprii gli occhi, le fronti appoggiate, le labbra quasi
unite. Lo sentivo ansimare e lo vidi, così da vicino, con i suoi
occhi chiusi, la fronte aggrottata, un'aria tormentata e quasi di
sforzo. Poi lo disse anche lui.
- Penso di amarti anche io. - E quello
mi uccise davvero. Non respirai e mi girò la testa, sentii le gambe
farsi gelatina.
Non glielo avevo detto per sentirmelo
dire indietro, ma sapevo che non lo diceva solo per quello.
Sconvolto, spalancai meglio gli occhi e
lo guardai.
- Cos... cosa? - Ma ero tanto idiota da
pensare d'aver capito male, da non poter frenare la lingua. Lui
sorrise dalla mia spontanea incredulità, la tensione si sciolse e mi
carezzò le guance coi pollici calmandosi lui stesso. L'avevo sentito
molto teso e ansioso per queste parole. Ora era rilassato.
Ci guardavamo da vicino senza la voglia
di staccarci.
- Penso che ti amo. Devo capire come
sia possibile, se è vero, in che modo incide nel resto della mia
vita privata... devo capire bene... devo... devo ritrovarmi un attimo
ma... io credo che questo sia amore. - Penso che non volesse farlo
con me per quello. Fino a che non si fosse chiarito ogni sentimento,
non voleva fare l'amore con me. Mi sentii più amato per quello.
Non so dire bene perchè. Era così.
Nascosi il viso nel suo collo, sospirai
e non dissi nulla, mi tenni quel momento, quelle parole,
quell'emozione che non avevo mai osato sperare di poter sentire.
Strinsi gli occhi per non piangere come uno stupido.
Stavo piano piano arrivando dove avevo
sempre sognato.
In generale, la mia vita andava verso
tutte le giuste direzioni.
Stavo con la persona che avevo sempre
voluto ed adorato, ci amavamo. Il mio idolo a calcio mi insegnava
tutto quello che sapeva, stavo arrivando ad un livello sempre
migliore, potevo arrivare davvero in alto. Ero nella squadra dei miei
sogni ma ne ero uno dei tre protagonisti principali. Stavo per
diventare padre, una gioia che lentamente cresceva in me
sorprendendomi molto. Avevo amici, avevo l'amore, avevo le
soddisfazioni nel lavoro e nella carriera.
Facevo in generale quello che avevo
sempre sognato in ogni campo, mi stava riuscendo tutto.
E lui mi aveva detto che forse mi
amava.
Detto da lui era la conquista più
grande!
Non facemmo nulla, niente di erotico,
non ci provai, non mi portò da nessuna parte.
Rimanemmo così un po', ci baciammo e
poi ci cambiammo. Quando andai di là a prendere il mio cambio, mi
sentii camminare sulle nuvole.
Gli altri erano andati già via senza
chiedere nulla, forse anche chi non sapeva cominciava a capire. Io
stavo solo bene.
Non mi importava di nulla.
Stavo solo così bene che non volevo
svegliarmi dal mio sogno.