CAPITOLO
XXV:
CIMA
Sentendo che poteva parlare, disse con
un tono apparentemente meno arrogante, sempre rimanendo sul letto, ma
bloccandomi con braccio e ginocchio.
- Con 'non penso che ci siano soluzioni
accettabili' intendevo dire che non ho scelta. Non posso lasciare la
famiglia, ormai. Ma non posso nemmeno rinunciare a te. È inutile che
cerchi risposte e soluzioni a cose che sono perse in partenza. Ormai
ti amo e voglio far parte della tua vita quanto più posso, voglio
essere il più importante possibile per te, voglio essere tutto il
tuo mondo... o la maggior parte... e... ed io mi chiedevo se lo
fossi. Se lo fossi davvero o magari eri maturato da solo al di là di
me, se io avessi davvero dei meriti, se fossi davvero tanto
importante per te o fossi piuttosto un idolo trasformato in
desiderio. - Dio grazie, ora era chiaro, dissi.
Poi mi morsi la bocca.
Cazzo.
Mi stava dicendo una cosa bellissima ed
io come sempre avevo rovinato tutto con una scenata che non c'entrava
nulla.
Lo zigomo mi faceva un male boia e di
sicuro era gonfio e violaceo, ma mi vergognavo come uno stronzo. Lui
si apriva e mi poneva i suoi dubbi e le sue paure ed io facevo il
difficile.
Smisi di spingere e penso che la mia
faccia fu proprio ebete. Anche lui si ammorbidì e non premette,
tolse il ginocchio ed il braccio alzandosi a sedere, le ginocchia
piegate, un piede sotto di sé ed uno che pendeva giù. Mi guardava
serio, intenso, ansioso di capire cosa pensassi, cosa provassi.
Prendendo respiro mi dimenticai dello
zigomo e delle mie varie vergogne e tirai su la schiena arrivandogli
alla stessa altezza, lo guardai a quella vicinanza accettabile.
Accettabile per poco. Non so che espressione avessi, ma so quello che
provavo.
Ero appena morto e resuscitato, stavo
realizzando che quello che avevo pensato prima del grande crollo era
vero, non erano illusioni.
- Che paure hai? Non puoi averne... non
è chiaro quanto ti amo, quanto tu sia il mio mondo? Io non potrei
fare a meno di te, ormai. Davvero hai il dubbio che non sia tu il
centro del mio sistema solare? -
Scombussolato e confuso, forse
imbarazzato, scosse il capo piano stringendosi nelle spalle. Era
umano. Forse mi eccitavo per la sua versione ribelle, ma mi
scioglievo per quella umana...
- Non lo so... non è sempre facile
avere certezze e questa cosa per me è diventata troppo grande...
così grande che non hai idea... - Mi sembrava che i ruoli si fossero
scambiati, mi stava mostrando tutta la sua fragilità e mi stava
sconvolgendo.
Gli misi una mano sulla guancia
cercando tutta la dolcezza che non avevo mai avuto, non bisognava
essere neonati per aver bisogno di cure, certezze e dolcezze.
Bastava essere umano, bastava amare...
quando si amava tutto si incasinava, tutto cambiava, noi così forti
potevamo trovarci a piangere solo per amore. In amore ci si
rincretiniva.
In amore si riusciva a fare qualunque
cosa.
Non mi guardava perchè si vergognava,
ma quelle erano le sue paure. Di non essere abbastanza importante per
me. Lui stava rivoluzionando tutto sé stesso, stava andando contro
dei principi molto solidi ed indiscutibili e voleva essere sicuro che
ne valesse la pena, voleva essere sicuro di me.
Come potevo fargli capire che ne valeva
la pena?
Come gli facevo capire che doveva
fidarsi?
Come sempre i silenzi agirono per noi,
le risposte vennero inglobate dalle nostre labbra sigillate che
lentamente si unirono. Non sapevo cosa dire, ma sapevo come
mostrarglielo.
Questa volta sapevo come fare.
Gli carezzai le labbra e le schiusi
prendendo le sue fra le mie, quando si aprì a me, infilai la lingua
e mi venne incontro, ci intrecciammo togliendoci lentamente i
respiri.
Le sue mani che erano rimaste giù si
aggrapparono entrambe alla mia maglia, sul colletto. Mi teneva a sé
in quel modo così rude, come non osasse altro.
Ben io potevo osare.
Dopo averlo baciato con una calma che
non mi apparteneva, mi separai, mi presi i lembi della maglia e me la
tolsi. Poi feci altrettanto con la sua e rimanemmo a guardarci negli
occhi capendoci perfettamente.
A parole era sempre un gran casino, fra
noi.
Ma quando stavamo zitti era tutto
perfettamente chiaro.
Tornai alla sua bocca, tornai a
prendermela e faticai a restare calmo, per non divorarlo lo spinsi
giù stendendolo. Tolse la gamba da sotto di sé ed io mi misi in
mezzo in una posa incastrata. Le mie ginocchia e le mie cosce erano
sotto le sue aperte intorno a me.
Steso su di lui, appoggiato con le mani
al letto, continuavo a baciarlo.
Fu lui a sfiorarmi i fianchi e la
schiena a riempirmi di brividi.
Ed io spostai le mie mani sul suo petto
cominciando a carezzarlo, scesi con la bocca sul suo collo, risalii
sull'orecchio e gli sussurrai piano in francese.
- Lo senti quanto ti amo? Sei il mio
mondo... - Piegò la testa prima verso di me istintivamente ai
brividi che gli trasmisi, poi dall'altra parte per darmisi. Infilai
la lingua nell'orecchio, poi gli lambii il lobo. Continuai sul collo
riempiendolo di piccoli baci umidi e fra uno e l'altro gli sussurravo
piano a diretto contatto con la pelle sensibile.
- Farei di tutto per te... - Arrivai
alla clavicola che succhiai e mordicchiai, le sue mani vagavano
libere e piene su di me, sulla schiena, sulla nuca.
- Darei tutto... - Raggiunsi i
capezzoli che mordicchiai e leccai fino a farli diventare duri.
Scivolai sul suo ventre assaggiando
ogni centimetro, facendolo mio fra le labbra e quando raggiunsi i
jeans, li aprii abbassandoli senza scoprirlo del tutto. Su quel punto
estremamente sensibile, mormorai ancora.
- Voglio fare l'amore con te... - Con
la punta della lingua leccai tutt'intorno fino a scoprire il suo
membro del tutto, non era ancora duro ma avrei rimediato presto. Lo
presi fra le mani e lo percorsi leggero, sulla punta appoggiai le
labbra.
- Voglio sentirti dentro perchè voglio
tutto di te... - ridiscesi dietro e arrivai alla base su cui girai,
la presi fra le labbra piegando la testa di lato.
- Ti voglio disperatamente... - Risalii
in quella maniera, con la sua erezione fra le labbra, ma di lato.
- Ti voglio tanto che sto male... - Una
volta sopra e stuzzicato a volontà, lo presi in bocca e cominciai a
succhiare, stringevo e mi aiutavo con la mano che accompagnava i
movimenti della testa.
Lo sentii presto spingere col bacino,
le sue gambe larghe, i piedi premuti sul letto. La testa
all'indietro, le mani sulla mia nuca che mi attiravano a sé e la
voce che aumentava i gemiti ed i sospiri.
La sua voce mi dava alla testa così
come le mani e le spinte del bacino.
Lo sentivo diventare sempre più duro
nella mia bocca e di solito lo facevo venire e finiva tutto perchè
non voleva mai scopare. Lì però provai a vedere fin dove poteva
arrivare il suo controllo.
Lo misi alla prova.
Era duro e grande nella mia bocca, mi
staccai e risalii strisciando sul suo viso, gli succhiai il mento ed
il labbro per poi dirgli sulle sue aperte che mi aspettavano.
- Dimmi che mi vuoi anche tu... - Con
questo succhiai la lingua che aveva tirato fuori, era ubriaco di me e
delle mie labbra che gli parlavano sopra, ovunque andassi era come
una tortura.
Ci baciammo, ma poi mi separai, mi
tolsi la tuta ed i boxer, mi stesi ad una certa distanza obbligandolo
ad alzarsi sui gomiti e guardarmi, ero praticamente steso, avevo
alzato le gambe e le avevo allargate e succhiandomi le dita, me le
infilavo uno ad uno dentro di me.
In pratica una cosa che si faceva
spesso quando si aveva bisogno di essere scopati e non si veniva
soddisfatti. In quei casi farti seghe aiutava a poco.
Di solito si usavano vibratori, ma lì
mi accontentai delle mie dita. Uno.
Mi guardava incredulo che lo stavo
facendo.
Mi succhiai di nuovo la mano.
Due dita.
Non credeva che potessi arrivare a
tanto.
Visto che quando tentai di mettere il
terzo cominciai effettivamente a godere perchè la sensazione era
incredibile, quasi che il cervello si scollegasse da solo pieno di
scariche elettriche, abbandonai la testa all'indietro e iniziai a
gemere sul serio.
Lo persi di vista. Ma il momento dopo
mi sentii afferrare le mani di prepotenza e togliermele di dosso.
Sempre con prepotenza lo sentii
afferrarmi le gambe ed abbassarle un po', poi lo sentii che con la
lingua partiva dal ginocchio ed arrivava fino all'inguine.
Alzai la testa e vidi la sua testa
fermarsi fra le mie gambe, il resto lo sentii.
Mi afferrò il cazzo e mi riservò lo
stesso trattamento. Mi leccò e mi succhiò, ma fu molto più
impaziente. Di solito giocava, questa volta fu spiccio e pratico,
quasi brusco. Lo desiderava molto più di me.
Evidentemente la sua risposta era 'sì
che lo voglio stronzo!'
Mi succhiò il cazzo come non aveva mai
fatto, né lui né altri.
Con un tale desiderio che sembrava lo
volesse divorare, mi divenne subito duro e presto le sue mani scesero
sotto le cosce, tornò ad alzarmele come le avevo messe prima e scese
giù dal mio cazzo fin dove prima mi ero stuzzicato da solo. Alzò la
mano e me la premette sulla bocca, infilò un dito facendomelo
succhiare, io ovviamente lo feci preso alla sprovvista da questi modi
sempre più forti e virili.
Il suo dito entrò ma ero già bello
aperto grazie a me, così gli presi tutta la mano e la leccai in un
chiaro messaggio che lo eccitò molto. Infatti non si tirò indietro
perchè quello era il vero Zizou che faticava a trattenere.
Non fece complimenti.
Mise subito due dita, le rigirò e
quando mi sentì comodo mise senza problemi il terzo. Nel mentre
leccava lui stesso lubrificando.
Provai del dolore, ma non si fermò, mi
tesi e lui non si tolse. Continuò ad entrare ed uscire e a muoversi
fino a che i miei gemiti di dolore non divennero di piacere.
Era il momento in cui le cose si
mescolavano e provavi cose talmente forte da non capire, confondevi
tutto, il piacere, il dolore, il bello, il brutto.
Il brutale appariva dolce e alzando le
braccia sulla testa, afferrai il lenzuolo tirando.
- Entra tu... entra... scopami,
cazzo... - Ero sempre stato attivo tranne che qualche volta con José.
Ma mi ero esercitato tanto da solo, in
quei mesi d'astinenza le seghe non erano più state sufficienti e mi
ero arrangiato da solo con i vari mezzi a disposizione.
Per godere trovavo sempre delle
soluzioni, ma quella lì era decisamente meglio.
Lui era vero.
Tolse la mano e si alzò stendendosi su
di me, le gambe schiacciate fra di noi, le appoggiò sulle sue spalle
e mi si premette sopra fino a raggiungere il mio viso. Una specie di
stretching, erano posizioni abbastanza usate anche se di solito si
faceva una gamba per volta, sempre due a due.
Uno apriva le gambe e le schiacciava e
l'altro si faceva fare.
Le sue labbra sulle mie un istante
prima di entrare, lo sentii e fu come un assurdo sollievo.
Girai gli occhi indietro e mi lasciai
totalmente andare alla beatitudine ed al sollievo.
Lo volevo al punto che stavo diventando
matto.
Lui mi calmò, il suo cazzo dentro che
fermo mi tolse il respiro, il cuore, ogni cosa.
Persi me stesso e mi ritrovai con lui
che si muoveva lentamente. Ero stretto ma non troppo, sapeva che cosa
avevo fatto e con malizia mi guardò mentre gli occhi tornavano
normali. Ci guardammo, mi succhiai il labbro e questo gli piacque
perchè si schiacciò per farlo lui.
- Avevi così tanta voglia, sì? -
Disse poi sempre lì su di me. Ormai i movimenti crescevano e
diventavano più profondi, in quella posizione poteva fare solo lui,
io non potevo venirgli incontro con le spinte. Ma sembrava
sufficiente.
- Non sai quanta... - Volevo essere più
attivo, fremevo.
Lo vidi perdersi nel piacere ma io
proprio non potevo di stare così passivo mentre lui faceva tutto da
solo, così lo spinsi e lui sorpreso mi guardò seccato.
- Che diavolo... - Disse. Ma lo spinsi
fuori, mi girai veloce e mi misi a carponi facendogli capire cosa
volevo.
Così piegandomi su di me mi morse la
spalla e poi il collo, le mani ai fianchi, il cazzo appoggiato sul
mio sedere. Lo sentii ridacchiare erotico.
- Così ti piace di più? - Annuii e
ansimante risposi.
- Vedrai quanto... - In questo entrò
di nuovo con più facilità di prima e riprese i movimenti, il ritmo
divenne subito più intenso perchè mi muovevo contro di lui, gli
andavo incontro ed in perfetta sincronia armonizzavo i nostri corpi
che ad ogni entrata ed uscita si cercavano per averne di più.
Ogni colpo si andava più a fondo e le
nostre voci gemevano forte, sovrapposte.
Era questo che mi ero sempre aspettato,
era questo che avevo sempre voluto.
Tutta la sua passione, il suo
desiderio. Ed il mio.
Noi, una cosa sola.
Sentii le sue mani, sentii le sue
unghie entrare nella carne, lo sentii aumentare i colpi, lo sentii
gemere più forte e visto che era vicino all'orgasmo e che ne cercava
di più, raggiunse quel punto che mi faceva morire.
Con la mano ero corso a stimolarmi da
solo e aiutato da questo doppio piacere venni. Mi appoggiai con la
testa ed il viso sul letto, mi premetti con la parte superiore e mi
schiacciai di più verso di lui con quella inferiore, questo gli
regalò il suo orgasmo.
Io lo sapevo qual'era la posizione
migliore!
Del resto per lui era la sua prima
scopata con un uomo, non so quali fossero le sue posizioni preferite
con le donne, non me ne fotteva.
Ma questa era una delle migliori.
Quando scopavo José anche a lui
piaceva che lo facessi così perchè in quel modo io godevo di più,
lui collaborava e potevo toccargli quel punto di massimo godimento
che lo faceva impazzire.
Scosso, Zizou si riebbe dopo un po', si
sciolse da me, sentii il liquido colarmi lungo le cosce aperte, si
buttò sulla schiena e mi attirò su di sé, prima di abbandonarmi a
lui lo baciai con più calma, ansimanti, sudati, sfiniti, accaldati
ma contenti, realizzati.
Zizou era più sconvolto, forse non
immaginava potesse essere tanto bello. Ovviamente a livello fisico
per gli uomini era più piacevole farlo da dietro, ma se si metteva
di mezzo anche il fattore sentimentale si raggiungeva il top.
E noi l'avevamo raggiunto.
- Ne valeva la pena, no? - Dissi
sfacciato rifacendomi alle sue parole.
Lo sentii fare un sorrisino, ma era
ancora sfinito e sconvolto. Cazzo, era davvero sconvolto.
Avevo la testa sul suo petto e sentivo
il suo cuore che ancora andava a mille.
Provai un'infinita tenerezza e mi alzai
sul gomito per guardarlo sornione e curioso. Lui capì perchè lo
fissavo e mi diede uno schiaffo sul culo, ma non smisi.
- Piantala! Non pensavo fosse così! -
Io allora risi sfacciato.
- E come pensavi che fosse? -
- Meno coinvolgente... - A questo punto
non frenai ancora la mia lingua.
- Perchè con tua moglie non è mai
stato tanto coinvolgente, evidentemente! - Storse le labbra...
- E' stato diverso... i primi tempi era
tutto bellissimo, poi come ti ho detto dopo tanti anni subentrano
molte cose e quando arriva l'abitudine è finita. Io... non so se
fosse mai stato così con lei, credo di sì. Però quello che mi è
successo ora con te ha dell'incredibile. Mi sei entrato dentro come
nessuno pensavo sarebbe mai stato capace. L'hai fatto quasi di
prepotenza... e poi con dolcezza... e mi hai sorpreso. Lentamente non
sono più stato capace di fare a meno di te. - Ok, mi aveva detto
molte cose ma quelle magiche paroline semplici mi mancavano,
spalancai gli occhi senza crederci. Rimasi zitto e dopo un po' si
decise.
- E' solo che ti amo, è successo
questo. Non si può spiegare perchè, succede e basta. - Ed era
verissimo... ma pensare che un giorno sarei stato amato dalla persona
che era il mio Dio, è incredibile.
La gioia che provai non la scordai mai,
fu il motore d'avviamento ad ogni momento difficile.
- Ti amo anche io...e sono felicissimo
come non so dire... - Era vero, avevo tutto, avevo raggiunto quello
stato di cui parlavo prima.
Lo stato della realizzazione.
Ero proprio completamente felice. E
basta.
Zizou mi carezzò dietro al collo e poi
sulla nuca, lì mi attirò a sé e tornammo a baciarci assaporandoci,
gustando ogni sensazione, ogni istante.
Stavo così bene.
Forse a funzionare davvero fu il modo
in cui riusciva a farmi sentire quanto davvero tenesse a me.
Sotto ogni aspetto.
Sotto quello calcistico perchè perdeva
tantissimo tempo con me, a perfezionarmi, ad aiutarmi.
Sotto quello personale perchè ogni
volta che avevo qualcosa che non andava era sempre lì a parlarmi, a
chiedermi cosa avessi... e se vedeva che non poteva aiutarmi a
parole, arrivava un gesto, un piccolo gesto, una carezza, qualcosa
del genere e mi ridava la leggerezza, la forza di andare oltre.
Era sempre in apprensione per me,
lentamente mi fece sentire come se io fossi il suo centro. Prima lui
era stato il mio ed io non avevo mai capito cosa lui provasse. Questo
ci spinse ad una situazione strana, ma poi una volta risolto, una
volta aperto, una volta fatto l'amore... fu come mettere gli
occhiali, per me. Fu come vedere.
Avevo avuto mille dubbi su di lui
perchè non ero sicuro dei suoi sentimenti, ma ora li vedevo ed erano
così chiari, così in bella mostra.
Quanto mi amasse.
Ci si sentiva amati, Riky me lo disse
un giorno, io non capii. Non sentivo mai nulla di speciale.
Però ora capivo.
Ci si sentiva amati.
Ed è così che si spiega questa
sensazione che provo ora.
Ora che esco dal campo pieno di rabbia,
rimpianto, frustrazione, delusione.
Il Clasico è sempre così... o loro
sono più forti o, se siamo almeno alla pari, arriva l'arbitro a
pareggiare i conti e sistemare tutto.
Quando Sergio viene espulso per una
cosa inesistente e ci danno anche il rigore contro, capisco che ormai
è finita. Volevano farli vincere?
Ci sono riusciti!
Era importante perchè dovevamo vincere
per rimanere da soli in testa, però non è questo.
È il principio che brucia.
Ho fatto una splendida partita, ho
segnato una doppietta in azione contro dei mostri sacri e vedermi
sostituire perchè giustamente non possiamo giocare con un difensore
in meno, mi brucia.
Capisco la scelta, era l'unica ovvia.
Ma ero il solo a funzionare, stasera. Tutti nervosi, tutti con la
testa a mille cose, agli arbitri, alle ingiustizie e a che cazzo ne
so.
Io, come mi ha detto Zizou, ero solo lì
per giocare, non pensavo ad altro.
Andavo bene e tak, tutto cambiato in un
istante.
Ecco che devo sacrificarmi, ecco una
partita importante ingiustamente a puttane.
Ecco la voglia di spaccare tutto.
Ecco la delusione che brucia.
Esco dal campo a testa bassa, l'aria
cupa e tremenda. Mi faccio mettere la giacca dall'assistente e vado
verso la panchina dove c'è Zizou che a malapena scorgo. Lui è lì
che si mette proprio nella mia traiettoria e quello che fa mi toglie
il fiato perchè mi prende la mano, mi attira a sé, l'altra me la
mette sul fianco e qua davanti a tutti, un casino pazzesco, con
telecamere che riprendono di sicuro e gente che ci guarda, mi
abbraccia, chiude gli occhi e mi bacia il collo.
Sì, chiude gli occhi e mi bacia il
collo.
Mi toglie il fiato. Lo fa qua in questo
modo, con questo trasporto. Preme con le labbra ed io sento quello
che dicevo.
Quando ci si sente amati.
Lui mi ama.
Potevo avere dubbi prima, non ne posso
avere più.
Pensare a quanto lui sia cambiato,
quanto io sia cambiato, quanto le cose fra noi siano cambiate.
Pensare a dove eravamo, come abbiamo
iniziato, dove siamo arrivati.
Pensare ad ora.
Ora che arriva a fare queste cose per
me, per tirarmi su, perchè ci tiene a me, perchè è perso.
Perchè ora sono io il suo mondo.
Questo aiuta nelle stronzate solite del
calcio e sebbene mi passerà fra una settimana il nervoso, adesso
tutto diventa sopportabile.
Mi siedo in panchina dietro di lui,
aspetto che le cose si calmino, evito di guardare il campo per
evitare che il nervoso si monti e mentre sono tutti presi dal resto
di questa gran merda, mi chino in avanti, mi appoggio coi gomiti alle
ginocchia e sospirando faccio finta di guardare fra i piedi qualcosa
che non è caduto.
Appoggio invece la testa alla sua
schiena. Lui non si gira, sa che sono io.
Tira indietro la sua e appoggia la nuca
su di me per un brevissimo istante.
Si può andare avanti.
FINE
Note finali:
ovviamente
grazie a chiunque abbia letto e a chi ha lasciato qualche commento,
sono davvero felice che la fic sia piaciuta mano a mano che la lettura
procedeva, penso sia nata in sordina anche per il lettore, oltre che
per me. Però se ora è piaciuta a chi l'ha letta, se ha appassionato,
beh, per me è una grandissima soddisfazione.
Penso
che farò altre fic, al momento non ne ho fatte altre, non ne ho in
programma ma la mia ispirazione è imprevedibile e penso che mi ci
metterò senza preavviso!
Cosa
sto scrivendo ora? Una serie di fic sul tennis. Nadal, Djokovic e
Federer. Sono personaggi molto ma molto interessanti, con una dinamica
che merita e che sarà capace di coinvolgere di fic in fic, per cui se
devo consigliare qualcosa con presunzione, consiglierei di seguire
quelle. Anche senza conoscere i personaggi è comprensibile la lettura,
perchè li faccio conoscere mentre scrivo.
Ok, adesso la pubblicità è finita.
Grazie ancora.
Alla prossima.
Baci Akane*