Registro le sue mani che si infilano sui miei fianchi, sotto le braccia, risale intimo sulla vita e mi attira a sé. Da dietro.
Si sistema accanto a me, ma sempre in modo da tenermi su di sé, sempre
le sue mani addosso in quel modo così intimo e per un momento, sentendo
come mi tiene forte e come mi si appoggia, mi sembra di essere da solo
con lui in camera.
giro la testa cercando il suo volto, ma poi realizzo che siamo
circondati da un sacco di persone, che siamo nella passerella per la
città, fra i tifosi che si sono radunati per festeggiarci. Che ci sono
fotografie e video che partono dappertutto e soprattutto ci sono i
nostri compagni tutt’intorno che festeggiano con noi.
No Karim, non sei solo con il tuo Zizou.
Sei in mezzo ad un sacco di persone, all’aperto.
Perciò lo guardo stordito, sorpreso, ricordandomi di non baciarlo.
Zizou è sempre lì che sorride al pubblico, e continua a tenermi a sé, come se avesse paura che scappo.
- Guarda quanta gente! - Mi dice felice. A me, onestamente, della gente importa poco.
Rimango fra le sue mani, letteralmente, e sono al settimo cielo.
Lo sta facendo davvero, lo sta facendo davanti a tutte queste persone.
Senza esitare. Senza problemi. Senza pensare a trattenersi.
Come se volesse invece mostrarlo il più possibile.
Poi si avvicina Jese, poco dopo qualcun altro, si ride, si scherza
insieme, ci sono foto, video e tutto continua a correre e girare.
Però rimangono impresse le sue mani su di me, che mi tengono stretto.
La gioia che ho provato nell’essere suo davanti a tutto il mondo, in quel modo così sfacciato.
E’ stata bella tutta la notte, ma quel momento, quel momento per me è stato il migliore.
Punto e basta.
Sarà quello che ricorderò per sempre, gli anni passeranno ed io
ripenserò a questa notte, alla Undecima, e ricorderò questo istante con
lui, davanti a così tante persone e le sue mani addosso, lui appoggiato
a me da dietro e così felice, così realizzato.
La notte è stata lunga e bella, sono successe molte cose.
Vincere la champions, la mia seconda in carriera, è stato bellissimo.
Anche se con una partita difficile, nervosa, timida come quella che
abbiamo avuto. L’abbiamo vinta per un pelo e nessuno di noi, pochi
comunque, possono dire di aver giocato davvero bene. La paura di
perdere ci ha presi tutti.
Però sorrido ricordando la prima cosa che Zizou mi ha detto appena ha
avuto l’occasione di avermi a tu per tu, senza orecchi indiscreti, fra
un tempo e l’altro.
- Lo sai perché ti ho dovuto togliere, vero? -
- Beh, la partita era arenata, l’attacco non funzionava, servivano
nuove forze, nuove idee… nessuno di noi riusciva a fare nulla… -
Però lui ha voluto specificare.
- Sì, ma perché proprio te… - Ho aggrottato la fronte. Non ho capito
come mai ha voluto specificare. Di solito mi cambia e basta.
Mi sono stretto nelle spalle.
- Cris non si cambia… e Bale forse stava facendo meglio di me? - Ho
chiesto senza esserne sicuro. Prima di Zizou mi cambiavano perché sì.
Poi è arrivato Zizou ed ha usato i cambi in modo ragionato. Cioè se io
meritavo di rimanere in campo, mi ci lasciava. Quando mi toglieva,
aveva le sue ragioni. Ma non ne abbiamo mai parlato.
- Quando c’è il presidente ed ho bisogno di cambiare qualcosa in
attacco perché non parte, io ho due divieti assoluti. Cris e Bale. - Il
resto lo ha lasciato intendere, io ho realizzato cosa significa, ho
annuito un po’ triste, poi lui mi ha dato una carezza dispiaciuta.
- Stasera eravate tutti sullo stesso piano, nel gioco. Però c’era lui.
Mi dispiace, lo sai, vero? - sono rimasto così colpito dal fatto che ci
tenesse a spiegare, che mi sono ripreso.
Non avevamo ancora vinto la partita, ma in quel momento, per me, le cose sono andate bene.
Mi sono sentito leggero, gli ho sorriso e l’ho ringraziato.
- Va bene, non importa. Adesso vediamo di vincere, però. - E dopo abbiamo vinto.
Ripenso a quel dialogo. Zizou era davvero angosciato all’idea che io ce l’avessi con lui o che la vivessi male.
Poi ci sono state altre occasioni fra di noi, durante i festeggiamenti sia in campo che fuori.
Tutti belli. Tante occasioni per dirsi sottovoce che ci amavamo, il
solito bacio sul collo quando mi abbracciava, le carezze intime, quel
legame così vivo, così evidente.
Ogni tocco che arrivava dopo l’avvicinamento puntuale di James, un James che tentava ripetutamente di attaccarsi a me.
Fra me e lui le cose sono un po’ strane. So che piaccio a James, ma io
sto con Zizou, senza rimpianti. Adoro James, mi trovo bene con lui e
non voglio farlo star male per niente al mondo.
Però tutte le volte che James mi si avvicina, mi abbraccia, mi si
appiccica, Zizou poi fa qualcosa nei miei confronti, come per magia,
davanti a tutti. Uno scambio divertente che sfocia nei sorrisi, un
tocco, un abbraccio. Quel bacio sul collo che mi fa morire tutte le
volte.
Conteso?
Un po’.
Sì, un po’ lo sono e, se devo essere onesto, mi piace.
Anzi, mi piace da morire.
Conteso. Proprio io.
Sorrido.
La notte è infinita, ci ritroviamo al mattino in giro per la città a
Madrid, nella nostra piazza, a fare la festa con i tifosi. E lì Zizou è
anche più presente di prima.
Non c’è un effettivo momento in cui possiamo rimanere soli e scambiarci
le congratulazioni private, per cui si vive tutto così, con sorpresa,
euforia ed audacia.
E la voglia di poter stare un po’ da soli, come si deve.
Specie perché sull’aereo per tornare a casa c’erano anche familiari che
ci avevano seguito, compresa sua moglie, ed era difficile per noi avere
un momento insieme.
Una volta scesi noi siamo andati con la squadra per la città ed ora che
anche questo enorme infinito giro sta finendo -con Cris che si mette
pure a ballare su di me pensando forse che io sia Riky- spero di
poterlo avere, quel momento.
E’ un continuo correre da un posto all’altro, ma di grazia dopo la
notte e la mattina passata in piazza a festeggiare e ballare e fare
cori, ci portano al centro sportivo dove possiamo cambiarci e riposare
un poco prima del prossimo appuntamento.
- Oggi sarà lunga, non è finita! - Esclama Zizou mentre si sfila la giacca, nello stesso modo che faccio anche io.
Lo guardo strapazzato.
- Sì, ho percepito che avremo una giornata intera in giro… fino a
stasera al Bernabeu… io non penso di arrivare vivo. Sono morto già ora!
-
Facendo due conti ho riposato solo nelle due orette d’aereo da Milano a
Madrid, ma riposare era una parola forte perché eravamo tutti eccitati
e c’erano quei deficenti che facevano confusione.
Per cui è da un giorno intero che non dormo e potrò posare la testa sul cuscino e staccare la spina solo fra un altro giorno.
- Pensi di resistere 48 ore senza dormire? - Penso che Zizou spari
delle ore a caso, infatti lo guardo per correggerlo, ma lui si è appena
tolto anche la maglia sotto ed è a torso nudo, così evito i conti e mi
mordo il labbro.
Io sono ancora con la maglietta.
- O crollerai prima? - Domanda.
Io alzo un sopracciglio incerto, malizioso.
- Dipende… - Rispondo sornione, sedendomi sul letto della sua camera, dove mi ha tirato dentro poco democraticamente.
zizou sorride divertito e si avvicina a me, rimanendo in piedi a
guardarmi, mentre si apre i pantaloni e se li fa scivolare lungo le
gambe snelle.
Osservo il suo fisico perfetto di quarantenne.
Lo invidio, spero di arrivare così alla sua età.
- Da cosa? - Chiede abbassando il tono della voce.
Io abbasso gli occhi sul suo inguine, coperto dagli slip bianchi.
Mi mordo di nuovo il labbro.
- Da come riesco a caricarmi ora…. - Allusivo? Molto!
Zizou ride e si china a prendermi i lembi della maglia dalla vita, la
alza come io alzo le braccia e me la sfila da sopra la testa.
- Vediamo se mi rimane ancora qualche idea… - Dice alludendo al fatto che le ha usate tutte per la finale.
Non avremo davvero vinto nel classico modo in cui si vince una partita.
Più che altro non abbiamo perso.
Però anche quello è importante. Riuscire a non perdere quando le cose
non sono bene, quando i giocatori non sono lucidi e non giocano bene,
quando la squadra avversaria è carica e gioca meglio di te.
Quello è stato il suo talento. Non ci ha fatto perdere.
Punto.
Le mie mani risalgono sulle sue cosce, per dietro, mentre lui mi
carezza le braccia e raggiunge le spalle ed il collo. Mi massaggia in
quel modo, carezzandomi di tanto in tanto la testa, mentre io mi occupo
di togliergli gli slip e mi lascio scivolare il suo membro sul viso,
chiudo gli occhi assaporando il momento, masturbandolo mentre me ne
servo da solo.
I suoi massaggi e le sue carezze mi rilassano e mi ricoprono di
brividi, sono stanco morto, anche se non ho giocato tutta la partita.
Ripenso a quando ha voluto spiegarmi perché mi ha cambiato e sorrido.
- Sei molto dolce… - Commento visto che prima non ho potuto dirglielo. Zizou è preso dal mio trattamento e si sta scollegando.
- Perché ti carezzo col mio pene? - Domanda senza pensarci. Alzo gli
occhi sorpreso, di solito ha una classe naturale che non gli permette
di dire certe cose, ma ora penso sia davvero stanco anche lui.
- Perché hai voluto spiegarmi perché hai dovuto cambiare me anche se
non ero davvero il peggiore. Non eri tenuto a farlo, so che di solito
fai rotazione, cerchi di cambiare un po’ tutti per non togliere sempre
gli stessi. - Zizou che sa a cosa mi riferisco, continua a carezzarmi
la nuca mentre io mi occupo del suo inguine.
- Ma in Champions avrai notato che tendo a togliere sempre te in ogni
caso… - Certo che l’ho notato, ma conosco la teoria di Perez.
- C’era sempre il presidente allo stadio, no? - Rispondo prima di prenderlo in bocca.
Zizou sta per dire qualcosa, ma alla fine gli esce un sospiro lungo e
rilassato. Interrompiamo il dialogo per farlo godere. E lui gode.
Come merita di godere. Ma voglio farlo godere ancora di più, si merita più piacere di questo.
Accompagno i movimenti del suo bacino verso la mia bocca che succhia
con sempre più impeto e mano a mano che mi preme verso di sé, io mi
carico di un’eccitazione che parte dalle mie gambe. Eccitazione che mi
tocco attraverso i vestiti. E poi anche sotto.
L’erezione di Zizou cresce in fretta nella mia bocca, fino a che lo
sento pulsare eccitato, a quel punto smetto, mi apro i pantaloni sotto
cui mi ero già servito da solo, mi alzo un po’ ed abbasso tutto fino
alle cosce. Zizou si china e finisce di spogliarmi.
- Mi sembrava di dover essere io a prendermi cura di te… - Dice
malizioso risalendo verso il mio viso. Io mi faccio indietro sul letto
e lui sale sopra gattonando verso di me.
Non lo faccio arrivare alle mie labbra fino a che non siamo messi bene.
- Ma lo fai sempre, in ogni modo possibile… - Zizou sorride in quel suo modo magnetico e padrone della situazione.
- Faccio il mio dovere di allenatore… - Ma io a questo punto mi fermo e
abbasso la schiena, mi stendo e gli prendendogli il viso con le mani e
l’accompagno su di me.
- Vuoi dire che ti scopi tutti? - Zizou si ferma proprio sulla mia bocca, mi guarda divertito e malizioso ammette.
- Beh, magari con te ho una particolare predilezione… - Io sorrido a mia volta.
- Magari… - Poi lui mi bacia e le mie mani scivolano sui suoi fianchi,
mentre me lo sistemo sopra in modo che le erezioni si strofinino. In un
istante si muove su di me stuzzicando tutti i miei punti erogeni, che
lui conosce molto bene, coi suoi. Grazie anche al famoso fisico
atletico che si ritrova.
In poco il mondo sfuma fra i brividi di piacere e la stanchezza lascia posto alla voglia di essere suo.
Mi prende le mani e le ferma con le sue ai lati della testa, come a bloccarmi, ma non ho intenzione di ribellarmi.
Ci sono volte in cui mi prende forte, altre in cui mi prende dolcemente.
Ma ho sempre la sensazione di essere la cosa più preziosa del mondo, per lui.
Non so come si fa a trasmettere una cosa simile, ma lui me la dà.
Sempre.
Ed io, semplicemente, mi abbandono a lui, perché so che qualunque cosa
mi farà, qualunque decisione prenderà, in qualunque campo e settore,
vita privata o professionale che sia, sarà sempre la miglior scelta per
me o per la situazione che affronta.
Perciò sono qua, pronto, che mi fido e mi fiderò sempre.
La sua bocca scivola sul mio collo e lentamente, dolcemente,
delicatamente si prende cura di ogni centimetro del mio corpo, la mia
pelle scotta al suo passaggio, i muscoli guizzano sotto il tocco
leggero ed umido delle sue labbra, la sua lingua maliziosa ed erotica
mi fa suo.
Il mio ventre, il mio inguine, la mia erezione, e poi giù, fra le mie
gambe, nella mia apertura che è di nuovo sua mentre gli do il mio
accesso stringendomi le ginocchia contro il petto.
La sua bocca su di me, la sua lingua dentro, le sue dita mi marchiano.
come oggi mi ha marchiato davanti a tutti, stringendomi a sé con quel sorriso felice.
Zizou oggi era felice anche per me. Ha vinto la prima Champions dopo
solo 5 mesi da allenatore, ma l’ha vinta con me e penso che questo
abbia contribuito a quella gioia che ha mostrato stando sempre, sempre
con me.
- Zizou… Zizou ti prego… - Non serve che dico altro, sono già
abbastanza carico da non resistere e lui lo sa. ridacchiando si
raddrizza su di me, mi avvolge le gambe intorno alla sua vita, una mano
fra di noi ad indirizzarsi dentro, gli occhi che non si staccano dai
miei.
- Spero di star facendo un buon lavoro di ricarica e cura… - Dice
malizioso. Io sorrido e mi succhio il labbro, alzo le braccia sopra la
testa e spingo le spalle e la nuca in modo da alzare il bacino verso il
suo. Chiedendogli silenziosamente di sbrigarsi, che sono pronto.
- Fin qua sei andato alla grande… - Commento allo stesso modo. Lui
ride, poi si fa serio e con una spinta possente entra in me. Smettiamo
di sorridere, scherzare e parlare. Il silenzio ci accoglie con un
sospiro di entrambi, il tempo si sospende, lo spazio si mescola e siamo
solo io e lui, finalmente uniti in una cosa sola.
E, finalmente, un’ondata comincia a scaldarmi e salire prepotente, magica, sconvolgente.
zizou spinge e ad ogni spinta entra di più, ed ogni volta io mi perdo
sempre più. Il contatto con me stesso scivola via, resta solo lui che
mi fa suo, lui in me, lui che si muove ed io con lui, che gli vado
incontro.
E poi lui che si abbassa su di me, schiacciandomi col suo corpo, fa
leva con le mani ai lato del mio corpo, una mano sotto la mia schiena a
tenermi più a sé. Ripenso a prima, quando l’ha fatto davanti a tutti.
Un senso di possessione mi invade.
Sono suo.
Zizou è bravo a controllare tutto e a dire le cose con diplomazia senza sconvolgere od offendere.
E così allo stesso modo lui lo fa con me.
dice a tutti che sono suo, a chi mi sta dietro, di starmi lontano perché sono suo.
A chi mi odia di non osare toccarmi perché sono suo.
A chi vorrebbe ferirmi, che non ci riuscirà mai perché poi ci sarà sempre lui a prendersi cura di me.
E lo fa ancora, e ancora, e ancora.
Il mondo sparisce nel nostro orgasmo che si mescola sui nostri corpi caldi, rigenerati da queste scariche ormonali.
E’ tutto perfetto.
La Undecima nel nostro palmares e noi insieme più che mai.
Lo amo così tanto che a volte non riesco nemmeno a dirglielo.
Ma lo amo, lo amo un sacco.
Il suo cuore batte sotto il mio orecchio, la mia testa sul suo petto,
le mani allacciate, l’altra mi carezza la schiena, io tutto avvolto su
di lui.
Non voglio altro.
Solo che il mondo si fermi.
Ora come ora la mia vita non è perfetta, ci sono diverse cose che non
vanno, ma lui ha il potere che quando siamo insieme, non mi manca
nulla. Sono felice comunque.
- Se quest’anno non sono crollato, se ora non sto male e sono felice
comunque, nonostante tutto quello che mi è successo, è solo merito tuo.
- Mormoro piano.
Sorride, lo sento. Mi bacia la testa, stringe la mia mano.
- Faccio del mio meglio per non farti mancare nulla. Non posso
cancellare le cose brutte, posso solo starti vicino quando ti
succedono. Spero sia abbastanza. - così alzo la testa e lo guardo,
emozionato, gli occhi lucidi.
- E’ tutto. - Anche lui si emoziona, così semplicemente i baciamo e tutto rimane perfetto.
Non amerò mai nessuno come sto amando lui. Mai.