CAPITOLO XI:
PALLA CONTESA

Alla fine la festa per il compleanno di Gonzalo, Karim aveva ordinato a Marcelo di organizzarla e lui era stato ben lieto di farlo ma aveva capito subito che c'era qualcosa di strano e col musone per eccellenza aveva fatto finta di niente ma poi aveva tempestato subito Gonzalo di messaggi.
Questi l'aveva ignorato bellamente ma nella fantomatica serata non aveva avuto pietà.
- Allora, adesso mi dici tutto o ti brucio la casa! - Esclamò esaltato Marcelo saltellando con quegli occhialoni grandi sul naso. Gli davano un'aria ancor più da esagitato!
Gonzalo incrociò le braccia al petto, la gente intanto andava e veniva a piacimento come se fosse un porto di mare aperto a chiunque.
- L'hai già invasa con la cavalcata delle Valchirie, non so proprio cosa potresti fare di peggio! - Marcelo alzò un sopracciglio scettico.
- Davvero mi sfidi? - Gonzalo alzò le mani avanti.
- No per carità! -
La risata prima di tornare alla carica. Era davvero intenzionato a scoprire tutto e Gonzalo si chiese dove avesse sbagliato.
Non poteva sapere che era stato Karim a chiedergli di organizzare la festa per lui, non lo faceva mai con nessuno.
Alla fine lo prese in parte in un angolo e gli spiegò tutto trovando strano farlo per la seconda volta in poco tempo.
Con Fabio era stato spontaneo ma con lui meno, però si trovava bene a parlarne. Era una persona solare ed aperta, non metteva in difficoltà.
Quando concluse Marcelo esclamò esaltato come un bambino:
- Hai capito il gatto! - Lo chiamavano così quando era in versione pigra e addormentata nonché poco felice. Quando diventava rabbioso lo chiamavano 'tigre'.
- Marcelo, evita i manifesti! È una questione delicata e non voglio che si sappia! E poi non facciamo niente di che, solo qualche... - Marcelo già non lo ascoltava più, si massaggiava il mento con aria poco raccomandabile pensando a cosa fare per aiutare il suo amico discreto che stava per soffrire per amore.
- Partendo dal presupposto che tu sei molto meglio del mister, ti vedo davvero bene con lui perchè sei diverso, sei quasi l'opposto. Sei una persona paziente e felice e soprattutto aperta e sorridente. Non voglio dire che lui sia triste ma è chiuso e musone... e poi è irascibile mentre tu sei buono come il pane. Avete questi punti compatibili! Secondo me potete funzionare bene come coppia. - Marcelo era partito. Gonzalo sospirò e si maledì.
Cosa gli era venuto in mente di dirlo a lui? Era la persona più sbagliata!
- Marcelo fermati! - Esclamò prendendolo per le spalle deciso. - Non saremo mai una coppia, non partire! - Ma Marcelo ormai era andato proprio.
- Vai a quel paese! Certo che lo siete! Siete una coppia meno convenzionale delle altre ma presto questo cambierà perchè lo sarete a tutti gli effetti! - Gonzalo impallidì, era davvero lanciato e convinto ed era proprio il momento in cui si poteva cominciare a preoccuparsi.
- Marcelo ti prego non fare niente... - Lo pregò consapevole che tanto non c'era verso.
- Tu hai bisogno di una mano e lui di una spinta. - Poi si corresse pensandoci meglio. - Lui ha più bisogno di un calcio in culo ma insomma, fidati di me! Non te ne pentirai! - Gonzalo invece aveva il terrore che sarebbe successo. Non riuscì comunque a fermarlo, era già sparito fra la folla che, a proposito, si era duplicata.
- Sarà il cataclisma! Ma proprio a lui dovevo dirlo? - Gonzalo cominciò a pregare.

Marcelo non sapendo chi ci fosse nella lista degli indesiderati aveva invitato anche José perchè lui a quelle feste piaceva presenziare e fare un po' di cagnara. I primi due anni di più, ultimamente era meno partecipe e più staccato ma sapevano che era così perchè stava già pensando alla sua prossima squadra. Dopo due anni si stufava, era una regola.
José arrivò e salutò Gonzalo, per il resto rimase un po' con tutti sembrando quasi quello di un tempo. In realtà studiava la situazione volendo capire a che punto fossero Karim e Gonzalo da cui comunque stava ben alla larga.
Karim arrivò tardi perchè lui non si smentiva mai e vide parlottare Marcelo e Pepe in un angolo come se progettassero qualcosa, sospirò scuotendo il capo. Gli venne subito incontro Fabio il quale voleva capire anche lui cosa provasse il francese per Gonzalo, ormai stava diventando, in un modo o nell'altro, una cosa di dominio pubblico specie perchè anche Cris e Riky lo stavano facendo. Sempre insieme, sempre vicini, sempre mentre amoreggiavano quando pensavano di non essere notati.
Illusi.
- Ma quanta gente ha invitato? - Chiese Karim a Gonzalo porgendogli il regalo come se fosse un sacchetto da buttare. - Tò! - Gonzalo lo prese al volo e lo guardò senza capire pensando effettivamente che fosse spazzatura.
- Che ci devo fare? - Certamente non poteva pensare che fosse un regalo per lui!
Era il suo compleanno e non si era fatto vivo tutto il giorno, tuttavia un messaggio di auguri, puro e crudo, glielo aveva mandato.
Gli era bastato, conoscendolo non avrebbe ottenuto altro.
Si era sbagliato.
- Pulirti il culo se vuoi! Oppure aprirlo! Auguri! - Disse brusco e senza respiri di mezzo, Gonzalo lo guardò stupito come se avesse bestemmiato. - Non fare lo stronzo, è il tuo regalo! È il tuo compleanno, pensavi non ti facessi niente? - Gonzalo da un lato ci rimase di sasso, era stato imprevedibilmente carino a fargliene uno, dall'altro pensò divertito che fosse un orso di romanticismo. Glielo lanciava così fra la folla come se non fosse niente!
Gonzalo non disse nulla e lo aprì, non voleva offenderlo ma cominciava ad emozionarsi.
Quando aprì il sacchetto di carta semplice, vide dentro dei sali da bagno del mar morto. Famosi per le qualità terapeutiche e rilassanti.
Gonzalo lo fissò ancora sorpreso vedendo in quel gesto qualcosa di carino e premuroso.
- Grazie! - Esclamò semplicemente abbracciandolo, Karim allora malizioso al suo orecchio disse piano:
- Visto che la tua vasca è grande è un peccato non sfruttarla come si deve... - Qua arrossì diventando gelatina e Karim rise del suo imbarazzo.
- Non pensavi che te l'avessi fatto con un interesse personale dietro? - Poichè parlavano in francese in pochi li capivano e potevano avere una pseudo privacy.
Questo finchè non planò dietro di lor Marcelo che, cingendo il collo di Gonzalo, sbirciò curioso nel sacchetto gracchiando allegro:
- Oh ma che porco che sei! Dei sali da bagno! - Karim alzò gli occhi al cielo.
- Glielo hai detto! - Esclamò seccato. L'aveva capito subito e Marcelo si stupì quanto Gonzalo.
- L'hai capito subito! -
- Cosa sono, idiota? -
- Di solito ci dormi su e solo dopo capisci cosa uno voleva dire! - Marcelo lo prendeva in giro ridendo di lui e nel frattempo stava attaccato a Gonzalo come fosse sua proprietà privata. Prese anche il barattolo e lo aprì.
- Dai piantala! - Ruggì Karim seccato nel vederlo così in confidenza con lui. Non solo gli aveva detto della loro specie di relazione segreta, ma gli permetteva di stargli attaccato in quel modo.
- Bè, spero di poterli provare anche io! - Fece Marcelo dando un pizzicotto troppo intraprendente sul fianco di Gonzalo che saltò e squittì involontariamente. Karim sgranò gli occhi e Marcelo morse la guancia al ragazzo che continuava a stringere in modo tanto impune davanti ai suoi occhi esterrefatti.
Voleva morire?
Il fastidio che gli salì nel giro di poco fu talmente evidente che anche un cieco l'avrebbe visto... se poi ad osservarlo non erano ciechi ma persone che lo conoscevano bene e che volevano trovare indizi su cosa provasse il ragazzo, il gioco era fatto.
Gonzalo gli diede un colpetto sulla testa per farlo smettere e lo ammonì come uno che cercava un po' di contegno.
- Dai piantala! - Ma Marcelo non ci pensava minimamente e preferì di gran lunga stargli attaccato a pomiciare con lui intenzionalmente. Gonzalo vedeva Karim diventare verde e stava a sua volta male convinto che fosse tutto sbagliatissimo e che sarebbe esploso. Voleva mandare Marcelo sulla Luna e rassicurare Karim, ma siccome non ci fu verso, quando Marcelo prese un cocktail dal tavolo lì dietro e insistette con Gonzalo affinchè bevessero insieme, Karim alla vista prese e se ne andò sbuffando come una teiera.
Appena voltato l'angolo Marcelo lo mollò e Gonzalo gli diede un pugno sulla spalla ammonendolo.
- Smettila non devi fare così! -
- E perchè mai? È perfetto! - Gonzalo non era tipo da usare quei giochetti, era una persona semplice che preferiva aspettare paziente di raggiungere i suoi traguardi. Salvo quando si arrabbiava ed allora perdeva la testa facendo cavolate.
- No che non lo è! Giochi col fuoco! Se Karim si arrabbia... - cercava di preservalo ma Marcelo era davvero convinto e gli allacciò il braccio per proseguire sulla stessa strada.
- Significa che è geloso e gli piaci davvero e non solo per qualche scopata ogni tanto! Lo è, lo vedi? - Gonzalo si spense. Non poteva crederlo.
- Ma figurati! - Marcelo gli morse la spalla.
- Lasciami fare! - Ed intanto, poco distante, Karim continuava a sbuffare e a spingere la gente che si metteva sul suo cammino.
Quando uno di questi fu niente meno che José per poco non tirò giù la casa.
La sua risata aveva del sadico e provò l'istinto di picchiarlo.
- Piantala o ti uccido! - Sapeva perchè rideva e non voleva che nemmeno lo insinuasse!
- Sei un libro aperto Karim! - Karim per un attimo provò a sopportarlo.
- Ah sì? E tu sei quello che lo legge? - Non voleva provocarlo ma alla fine successe, con lui era sempre così. Dopo quella volta si erano parlati solo a calcio e di calcio in modo normale, dovendolo utilizzare per forza di cose frequentemente per via dell'infortunio di Gonzalo, nessuno aveva da lamentarsi e Karim era davvero rilassato in quei giorni. Tutti l'avevano notato, non era più burbero, scherzava di nuovo coi compagni, faceva qualche dispetto dei suoi, sorrideva se c'era l'occasione... insomma, il cambiamento era evidente.
- L'ho sempre fatto! - José era arrogante come sempre e trasudava provocazione. Karim non lo sopportava ed al tempo stesso ne era attratto. Lo era sempre. Però pensò che forse sarebbe stata una cosa che non sarebbe cambiata mai, anche se avesse superato il suo 'lutto'.
- E cosa leggi, sentiamo! - non lo voleva sapere ma quando José provocava, Karim lo faceva di riflesso quindi eseguì automatico mandando giù un drink alcolico.
- Che ti stai prendendo parecchio di Gonzalo! - Lo disse come avrebbe potuto dire qualunque altra cosa, eppure gli aveva appena sparato.
Karim trattenne il fiato impreparato e lo guardò sorpreso, shockato, svanito.
- Che cazzo dici! -
José si avvicinò col suo bicchiere in mano, l'osservò da più vicino fino a sfiorarlo col corpo, sfidandolo ad andarsene. Karim non perdeva mai una sfida e non si mosse per principio anche se fino a qualche tempo prima sarebbe morto a quella vicinanza. Anche ora non gli era indifferente ma era diverso. Ora era sopportabile, riusciva a starci ed anche a gestire la cosa. Poteva saltargli addosso o andarsene. Solo che gli sarebbe piaciuto la prima.
Aveva sempre la capacità di accenderlo.
Si fissarono con occhi scintillanti continuando quella sfida a doppio e triplo senso.
- Non hai imparato un cazzo dalla storia con me. - Disse poi respirandogli in viso. Karim vacillò ma non si mosse facendo forza su sé stesso.
- E cosa dovevo imparare? Che innamorarsi è una fregatura? Che è sempre un casino? Che si soffre in un modo o nell'altro? - Avrebbe potuto continuare con una lunga serie di cose negative ma imperturbabile José dimostrò di essere ancora quello che lo capiva meglio di chiunque altro e che effettivamente lo leggeva con una facilità disarmante.
E basso e penetrante disse:
- Che se cominci una storia col sesso finisci per innamorarti. Non succede a tutti, ci sono quelli che ne restano staccati e che se la vivono solo come sesso... tu non ci riesci. Con me ti sei preso e ti stai prendendo ora con Gonzalo e lo farai fino ad innamorartene. Ormai sei segnato. Nel momento in cui l'hai fatto la prima volta e ti è piaciuto ed hai voluto rifarlo. - non gli faceva piacere dirgli quelle cose ma erano vere e non era tipo da indorare le pillole. Karim ci rimase secco e per un momento non parlò, si ripeté le sue parole e poi decise di non dargliela vinta ed attaccare lo stesso in qualche modo, stizzito.
- Non dire cazzate, non mi sto prendendo! È presto! Ci siamo lasciati da due mesi! Ora sto meglio, è vero, riesco a parlarti senza voler ucciderti ma non significa che l'abbia messa via e che sia pronto per... - José non lo fece finire con la solita prepotenza.
- Non sei già innamorato ma ti succederà! Ora sei preso! Come lo eri da me i primi tempi, quando andavi con tutti ma poi venivi sempre da me. Lentamente hai cominciato a voler scopare solo con me... - Ricordare quei momenti era doloroso e strano allo stesso tempo, erano ancora così vivi per entrambi, così recenti. Lo ricordava bene.
- Non sono a quel punto, questo è diverso. È solo una scopata ogni tanto, ok spesso ma lo sai che scopare mi piace e mi aiuta! - José ridacchiò sornione.
- Sì certo... e so quanto sei focoso e quanto riesci a piacere a chi scopi... - Questo era un modo per riaccenderlo e sedurlo, Karim lo capì ma ci cascò in pieno, troppo preso dal convincerlo che non era innamorato di Gonzalo.
- Non significa nulla quello che faccio con lui! -
- Vuoi dire che andresti con altri ora in questo momento? - Chiese ancora più provocatorio che mai, la voce bassa ed insinuante, lo sguardo pieno di scintille maliziose, la vicinanza eccessiva.
Karim non ci vedeva più dal fastidio, voleva sistemarlo a tutti i costi, avere l'ultima parola e dimostrargli che aveva torto.
- Certo! Quando vuoi! -
- Allora ti aspetto nel nostro albergo quando ti stufi di stare qua! - Era un arma infallibile, si disse.
Se Karim avesse davvero potuto far sesso con qualcun altro era José e nessun altro. Lo sapeva. E sapeva che le voglie si riaccendevano facilmente, con lui.
Anche se si erano lasciati per ragioni sensate, la questione sessuale era sempre andata bene al di là di tutto, di ogni sentimento e di ogni ragione.
José non attese risposte e se ne andò dalla festa lasciando un Karim perplesso e senza parole, in netta difficoltà.
Cosa diavolo era successo?
Boccheggiante bevve ancora per poi buttare il bicchiere. Dannazione, già così non capiva niente!
Gli ormoni si erano riaccesi in un istante ed erano ormoni per José. La voglia di farlo con lui era tornata come una miccia mai spenta, forse si era illuso di poterlo spegnere, forse in realtà non l'avrebbe mai messo via.
Confuso e stordito vide Marcelo ancora attaccato a Gonzalo e si chiese che diavolo di gioco stesse facendo.
Solo dopo una nottata intera l'avrebbe capito, dopo averci rimuginato a lungo. Ma sul momento era nebbia e fastidio e aveva solo voglia di dimostrare al mondo che lui non era preso da nessuno e poteva controllarsi e fare quello che gli pareva con chi gli pareva.
Ed ora voleva farlo con José, solo per dargli una lezione.
Anche lì avrebbe avuto bisogno di tempo per pensare, ponderare e vederci chiaro, ma di tempo non se ne diede e dopo uno sguardo rabbioso a Gonzalo e Marcelo, se ne andò senza dire nulla.
Non andò subito da José, prima girò a vuoto per la città a lungo bisognoso di respirare. Mano a mano che i secondi passavano, distaccato dagli altri riusciva a spazzare via la nebbia; eppure restava il desiderio.
Il desiderio di José ed il desiderio di dimostrare che non era preso da Gonzalo.
Restava solo da capire come muoversi, cosa fare, quale lotta portare avanti e a quale arrendersi. Anche tornare con José non era una cosa che voleva, ma si sarebbe trattato solo di sesso e con lui era fantastico. Oltretutto gli mancava. Certo, era la cosa più difficile mai fatta, vivere con lui.
Era da suicidio.
Si erano fatti tanto di quel male che ora da separati, seppure con sofferenza, aveva dovuto ammettere che il non ferirsi più era stato bello.
Era un contrasto continuo fra cose diverse ed opposte e tutte importanti.
Molte le cose da considerare, troppe.
Inoltre c'era la verità innegabile che i sentimenti, specie così brucianti, non si spegnevano facilmente né velocemente.
Non era proprio possibile.
Fermo davanti all'albergo che avevano utilizzato molte volte nei momenti in cui per qualche motivo non avevano potuto andare a casa di nessuno dei due, guardò la camera con la luce accesa, sempre la stessa.
Aveva la mano sulla chiave della macchina. Spegnerla e salire o ripartire ed andarsene?


Gonzalo lo vide parlare con José e ci rimase male, Marcelo non se ne accorse e quando tornò lo tirò in mezzo alla festa ed al caos obbligandolo a godersi la serata. Karim era seccato da qualcosa e parlava un po' troppo con José. Era il suo ex, cosa doveva pensare?
Teoricamente si erano lasciati e teoricamente Karim non voleva più saperne di lui, ma la verità era che quando Karim parlava tanto era perchè lo faceva su José... e comunque ora erano là a comunicare fra loro, fitto fitto.
Quando José se ne era andato, Gonzalo aveva tirato un respiro di sollievo e si era sentito meglio, però poi aveva visto Karim pensieroso e cupo e non era stato meglio.
Aveva passato del tempo in disparte a fare poco e nulla, aveva ringhiato un po' a destra e sinistra e poi se ne era andato.
L'impressione era precisa, non poteva sbagliarsi, si disse.
Aveva appuntamento da José, ne era sicuro.
Ma non poteva, aveva deciso che si erano lasciati seriamente, non doveva andarci. Anche se potevano tornare insieme non funzionava mai!
La gelosia che prima aveva pensato d'aver visto in Karim, ora era lì in lui e lo rodeva come un cancro, lo stomaco si chiuse e l'umore crollò a picco.
Nemmeno Marcelo, Pepe e Cris nei loro momenti peggiori aiutati da un eccellente Sergio e Callejon, erano serviti... Gonzalo, in piedi immobile e rigido con Riky e Fabio, smise repentinamente di ridere e poco a poco apparve come uno che veniva torturato.
Riky e Fabio, notandolo, si guardarono e preoccupati cercarono di capire cosa fosse successo...
- Pipita, tutto bene? - Chiese Riky dolcemente, lo chiamava col soprannome, non tutti lo facevano ma lui lo conosceva da ormai tre anni.
Gonzalo si sentì trapassato da mille aghi all'idea di rispondere, lo guardò perso e si rese conto di non sapergli mentire. Era il suo sguardo aperto ed onesto, quello di chi sapeva.
Karim aveva parlato con lui e la tentazione di chiedergli cosa gli avesse detto era enorme.
Strinse le labbra e con malinconia rispose amareggiato.
- Niente... - Che appariva come un 'sto male ma non è il caso di parlarne'.
- Andiamo in cucina a cercare qualcosa di analcolico da bere? - Chiese Fabio aiutando Riky, Fabio sapeva la versione di Gonzalo mentre Riky quella di Karim. Poteva uscirne qualcosa di costruttivo, dopotutto.
Gonzalo decise di accettare.
I due angeli custodi lo condussero silenziosi e abili fra la folla che finalmente cominciava a sfoltirsi, in cucina si sedette su una sedia e strinse le labbra pensando che non ne poteva parlare con Riky ma al tempo stesso non c'era niente che volesse di più. Doveva capire cosa ne pensava.
- Allora, cosa ti succede? Eri così felice ed allegro prima... - Fabio lo disse subito.
- E' Karim? - Aveva notato il dialogo con José e poi che se ne erano andati. Riky no ma si fece attento. Fabio sapeva...
- E' Karim... - Ammise poi sconfitto. - Se ne è andato con José. -
- Ma non sono andati via insieme... - Tentò Fabio. Gonzalo lo guardò scettico.
- Dai, non sono scemo! - Riky decise di intervenire. Teoricamente non sapeva nulla ma alla pratica sì.
- Io non dovrei sapere nulla ma in realtà so tutto... - Disse piano con aria di scuse e mortificato, Gonzalo sorrise debolmente e Fabio lo guardò interessato.
- E come? - Non sapeva che parlava con Karim...
- Karim me ne ha parlato... - Ammise sentendosi un ladro a dirlo. Gonzalo distolse lo sguardo, non voleva obbligarlo a dirgli nulla e ad andare contro i suoi principi di buon amico.
Fabio non era così rispettoso perchè con Riky era abituato a parlare di tutto.
- E cosa ti ha detto? - Gonzalo si alzò mettendo le mani avanti a disagio e teso.
- Non voglio sentire nulla! Lui ti ha fatto delle confidenze non perchè me le racconti! Non è giusto! - Fabio lo fissò stupito della sua onestà e Riky sorrise grato.
- Nemmeno io voglio tradire la sua fiducia ma... posso fare qualcosa per te? - Gonzalo restò fermo davanti a lui, le mani nelle tasche, la punta del piede batteva a terra nervoso, si mangiava il labbro inferiore e storceva il naso.
- Io... vorrei solo sapere se lui è con José o no... - Disse come fosse una preghiera. Riky dispiaciuto perchè non lo sapeva davvero, prese il cellulare.
- Se vuoi glielo chiedo. - Gonzalo lo fermò.
- No no lascia... io... inventatevi che sono ubriaco fradicio e che sono andato a dormire, se qualcuno ve lo chiede... restate quanto volete, vado a farmi un bagno e a rilassarmi... -
Fabio non intervenne e Riky lo imitò vedendolo abbattuto e sconfitto da qualcosa che non avrebbe mai voluto affrontare in quel modo.
- E' innamorato di Karim? - Chiese a Fabio.
- E' evidente... - Rispose.
Riky sospirò dispiaciuto.
- E' una situazione molto difficile ma dall'impressione che ho avuto io di Karim, penso che si stia prendendo molto e che possa innamorarsi. Penso che potrebbe davvero... però ora è ancora incerto e fragile, insicuro... ha un caos che... dovrebbe aspettare a fare qualunque cosa. Karim sulle prime non reagisce bene. - Non sapeva che nemmeno Gonzalo non reagiva bene sotto pressione.
Fabio pensieroso dopo un po' rispose.
- Anche io lo penso... devono solo aspettare. Ma l'altro deve smetterla di intromettersi! -
Fu così che lentamente cominciarono a far andare via tutti e svuotarono la casa di Gonzalo che, deserta e disordinata, rispecchiò l'animo disastrato del proprietario immerso nella propria vasca.