CAPITOLO II: 
PALLA ALTA

Karim si guardò bene dal tornare in palestra a prendere la maglia, andò a lavarsi, si mise il cambio che aveva nel borsone, la tuta del club, ed uscì guidando come un matto per le strade di Madrid e periferia, sfiorando incidenti come ostacoli sugli autoscontri.

La mente viaggiava ad una velocità supersonica mentre riviveva tutto.
Se avesse visto José in quel momento l'avrebbe demolito fisicamente, non doveva vederlo, doveva stargli lontano assolutamente.
Aveva scopato con Gonzalo.
E Gonzalo l'aveva fatto per prendersi un posto da titolare!
Anche solo il fatto che lo considerasse una puttana che scopava col mister lo imbestialiva, ma che lo facesse anche lui era peggio.
Un po' era perchè era proprio con José, il suo José. Un po' perchè era lui, Gonzalo.
Tutti li avevano sempre posti uno contro l'altro dicendo che erano rivali perchè ricoprivano lo stesso ruolo, loro ne avevano sempre riso. Erano amici, lo erano sempre stati, avevano sempre avuto un ottimo rapporto ma non erano espansivi. Gonzalo magari un po' ma lui no, per niente. Quindi aveva sempre faticato a fargli capire che gli piaceva come persona e si trovava bene con lui.
Quando a fine campionato c'era stato il rischio di andarsene e tutta la squadra gli aveva fatto una dedica sulla maglietta per convincerlo a restare, ci aveva pensato per dieci minuti a cosa scriverci, poi aveva optato per 'casa mia è casa tua'.
Veniva da un anno in cui il suo posto da punta titolare era stato preso da lui quando l'anno precedente quel posto era stato di Gonzalo. Sicuramente pensava che fosse lui l'invasore in qualche modo.
Non voleva che fosse quello a spingerlo via.
Quindi aveva detto così.
Avevano la stessa casa, lo stesso ruolo, lo stesso diritto. Nessuno era più importante dell'altro.
Ci teneva che lo sapesse.
Aveva una paura maledetta che pensasse che lui giocava di più perchè si sbatteva il mister.
Non era così, se lo meritava, dannazione. L'aveva dimostrato sul campo che se lo meritava.
Gli bruciava maledettamente sapere che dopo quelle sue parole Gonzalo non aveva capito ed anzi aveva macinato tanto.
Come poteva sapere invece che erano state quelle a convincerlo a restare?
Non si erano parlati... del resto parlare con Karim era complicato. Ammirava Mesut. Sami e Riky che ci riuscivano tanto bene.
Karim era una bomba, a volte.
Ed ora era scoppiato.
Non poteva tornare là e guardarli. Sapere che si scopavano per... per cosa?
José per ferirlo meglio, Gonzalo per uno stupido posto in squadra.
Erano così squallidi?
Che poi l'idea di Gonzalo alla fine non era sbagliata, no?
José voleva avere Cris per sé, Riky era troppo pulito come persona, troppo buono... era Cris il suo ragazzo ideale. Quindi voleva togliersi di torno il rivale.
Che idee assurde... dopo che si erano messi insieme arrivare a pensare a quello.
Del resto dopo le ore passate a sentirlo parlare di Cris in tutte le salse poteva venire il dubbio... poi nel vedere come trattava il suo compagno quel dubbio fastidioso era anche legittimo.
Dopo di questo se ne usciva Gonzalo con la conferma che José in cambio di prestazioni regalava posti in squadra. Come poteva?
Lo credeva diverso, ma se lui diceva che l'aveva fatto...
Si trovò a riconsiderarsi del tutto da cima a fondo, la loro relazione, il motivo per cui poi improvvisamente l'aveva utilizzato tanto... non l'amava... non glielo aveva mai detto, sapeva sarebbe stata dura ma a quei livelli no.
Ed ora lo vedeva bene.
Era stato solo sesso, divertimento e passatempo, ora ne voleva altri, tutto lì.
Però era insopportabile che fosse Gonzalo.
Cioè che lui fosse così e ci stesse.
L'aveva sempre visto come una persona comunque integra e pulita a modo suo. così fuori da quei giri assurdi di bordello...
Prese una curva a gomito e fermò la macchina lasciando metà gomme sull'asfalto, poi scese e si diresse a passo spedito verso la casa a cui era giunto.
Da solo non poteva stare.
Vide la macchina di Sami parcheggiata fuori e la ignorò.
Lui era l'unico da cui poteva andare. Riky era già pieno di problemi e se erano pensieri assurdi quelli che aveva, Mesut era il solo che glielo poteva dire.
Suonò il campanello due volte a lungo e dopo un paio di minuti un seccato Mesut gli aprì. Stava già per dirgli di tutto quando si fermò nel guardarlo bene.
- Cosa diavolo ti è successo? - Aveva un'aria tremenda.
Karim contrasse la mascella, la rabbia ancora pronta ad esplodere, lo stava divorando.
- Sto per uccidere qualcuno. Me lo devi impedire. - Con queste parole entrò, fulminò Sami che non disse nulla capendo che non era aria e si mise a fare a pezzi minuscoli dei bastoncini dello shangai che Mesut aveva in soggiorno come passatempo calmante.
Non rimase niente di quelli se non schegge.
Ovviamente nessuno quella notte dormì.
E non solo loro tre.
Altri due non chiusero occhio.

Dopo averne dette di tutti i colori, gridato ed infuriato a ruota libera, Karim, senza forze e rabbia effettiva, più amareggiato che altro, steso a pancia in giù sul divano coi piedi sopra Sami, disse piano con la bocca contro il cuscino, bofonchiando senza essere capito bene. 
- Non so nemmeno se voglio trovare un modo per tornare con lui... - Mesut capì e provò a dire qualcosa non sapendo nemmeno lui bene come affrontare il discorso. Quei due non si erano ammazzati per miracolo, lui lo sapeva bene...
- E' solo un momento, avete risolto tutto, troverete un modo anche ora... - Non era a suo agio a dare tanti consigli, non ne era proprio capace.
Karim premette il viso ancora di più.
- Non lo so, io sono stanco... - Mesut e Sami si guardarono stupiti.
- Sei stanco di litigare o di lui? - 
Karim alzò la testa per pensare meglio alla risposta, poi guardando l'amico più minuto seduto sulla poltrona di lato, rispose lugubre:
- Tutti e due. Ma di lui di più. Perchè non è più una relazione ma una guerra ed io non ce la faccio. Ora non voglio nemmeno ascoltarlo o risolvere niente! Sono fottutamente stufo! - Sami a quel punto parlò per Mesut, lui una cosa da dire ce l'aveva.
- Non so come hai resistito tanto... so che non è da molto che state seriamente insieme ma anche solo una settimana è tanto... - Mesut non voleva dare giudizi o schierarsi, aveva un bellissimo rapporto anche con José, a volte era come un padre... 
- Non chiudere la porta già ora, magari è un momento, forse devi disintossicarti e poi ti tornerà la voglia di lui... - Karim non ne era convinto ma la confusione, doveva ammetterlo, era tanta. 
Fu così che cambiò discorso senza dire più una parola su José, in ogni caso una ferita davvero fresca.
- E Gonzalo che fa la puttana? Non l'avrei mai detto! Che si scopino pure, chi se ne fotte! Da lui non me lo sarei mai aspettato... Tanto quello stronzo mira a Cris, ne sono convinto come la morte. Io so la fissa che ha per lui, se lo vuole tenere tutto per sé e quindi vuole togliere di mezzo Riky. Che muoia! - Ringhiò mescolando la delusione verso Gonzalo e la rabbia verso José.
Mesut qua però si pronunciò con sicurezza:
- Su Cris non ti so dire ma su Gonzalo sono certo che hai capito male, non è così lui! - 
Karim si alzò di scatto arrabbiato, pronto a litigare anche con lui:
- Me l'ha detto lui, che cazzo! - Era vero, ma non poteva sapere che Gonzalo in quel momento era andato fuori di testa ed aveva detto una variante della realtà. 
Anche Sami era d'accordo con Mesut, tanto per cambiare.
- Per me dovresti assicurartene... - Karim si voltò anche verso di lui coi muscoli di nuovo tesi ed il fastidio gigante dentro di sé a caricarlo:
- Non ci parlo, cazzo! Se ci parlo lo picchio e non posso! Che facciano quello che vogliono! Fanculo! Fanculo tutti! E se dite mezza parola a qualcuno vi disfo! - Sami e Mesut in quanto tedeschi non avrebbero comunque aperto bocca, ma con una minaccia simile c'era da stare attenti.
Certo, per uno abituato a dire tutto al proprio mister evitare di parlare del proprio migliore amico solo perchè era anche il suo ormai ex, era davvero difficile.
Mesut si trovò in seria difficoltà e quando il giorno dopo vide come di consueto José, evitò la colazione con lui e qualunque contatto per non dovergli mentire.
A José non piacque.


Gonzalo, al contrario suo, non aveva nessuno con cui parlare.
Aveva molti amici ma nessun vero confidente. Si vergognava troppo a parlare di ciò che aveva fatto, così decise di seppellire tutto dentro di sé nella speranza che né Karim né José avrebbero più parlato della questione.
Però ci aveva pensato tutta la notte.
Andare a dire al francese che si era fatto il suo compagno aveva dell'assurdo, ma la rabbia provata in quel momento di shock personale era stata tale che non si era più potuto controllare. A volte gli succedeva, non spesso, rimaneva una persona gentile e generalmente buona, allegra, a posto insomma... però quella sera non ci aveva visto.
Aveva cercato di uscire dall'imbarazzo personale creandosene uno ancora più grande.
Lui non era una puttana e non voleva diventarlo, però si era dipinto in quel modo ed ora non sapeva come uscirne.
Sperava solo che il mattino successivo tutto si sarebbe potuto cancellare da solo, in qualche modo, fingendo che niente fosse successo.


Il mattino non portò effettivi consigli a nessuno e mettendo insieme tre persone che non erano molto per le confidenze, le parole ed i chiarimenti, si otteneva un egregio silenzio teso comprendente di sguardi cupi e fulminanti o supplichevoli.
Gonzalo sperava che Karim tornasse a parlargli e sperava anche di trovare le parole per giustificarsi senza apparire un completo imbecille, speranza vana per il momento.
Karim voleva uccidere tutti indistintamente. Cioè sia José che Gonzalo. Cris non lo riteneva diretto responsabile, se José era innamorato di lui cosa ci poteva fare? 
Riky... aveva bisogno delle sue parole positive e confortevoli nonchè sentimentali ed ottimiste ma sapeva quanti problemi avesse. 
Preferiva vegliare silenzioso ed impedire con la sua presenza a José di avvicinarsi in qualunque modo. 
José aveva dimenticato completamente l'accaduto con Gonzalo anzi, in cuor suo gli era anche piaciuto. Era un ragazzo che sapeva stupire...
Ma non poteva venire incontro a Karim. Non correva dietro a nessuno, non l'avrebbe mai fatto.
Anche se voleva dargli giù con una mazza.
Come osava schierarsi con Riky e quindi contro di lui, litigare per questo e piantarlo?
Era stata una litigata complessa, erano volate molte parole ed alla fine Karim l'aveva accusato di falsità ed ipocrisia.
'non devi trattarlo così!'
'lo tratto come voglio!'
'non è una questione di calcio!'
'ti ho spiegato che ho motivazioni precise professionali, è per tirare fuori la sua cattiveria, non è niente di personale!'
'non sono idiota! C'è dell'altro! Tu non fai mai niente solo per lavoro e calcio! Dietro ogni tuo gesto c'è qualcosa di personale e visto che sei così stronzo proprio con lui che non se lo merita a priori perchè è buono e pulito, non posso che pensare che hai mire!'
'mire? E su chi?'
'lo sai meglio di me! Non prendermi per scemo!'
'scemo? Lo stai facendo!'
'dì le cose come stanno!'
'dille tu! Stai facendo un casino assurdo per lui! Guarda che sono io il tuo compagno!'
'e non usare queste parole grosse solo quando ti conviene!'
'sei stancante, Karim! Non so più come parlarti!'
'fallo con sincerità!'
'non c'è niente di personale con Riky!'
'Io non mi faccio prendere in giro da nessuno. Fottiti, José!'
L'ultima conversazione avuta forse era stata illuminante per Karim, non per lui, ma non poteva rincorrerlo per inseguirlo.
Non pensava si fossero lasciati, era certo fosse solo un solito litigio e che prima o poi sarebbe tornato gridando e pestando i piedi, si sarebbero ammazzati e poi avrebbero fatto sesso selvaggio sul il pavimento.
Però... però Karim si era schierato una volta di troppo dalla parte di Riky. Non poteva passarci sopra.
Karim lo accusava di essere sempre su Cris ma lui era sempre su Riky... lo accusava di una cosa che faceva per primo, quello ipocrita era lui!


Karim si isolava molto, parlava solo con Mesut e Sami. Forse fu questo a portare dell'amaro fra loro e José... e, forse, ognuno aveva qualcosa da ridire con gli atteggiamenti poco equi e sensati del mister. La scusa era Riky, ma bene o male l'avevano sempre pensato e dopo Cris, lentamente, uno ad uno tutti stavano scoppiando.
Però la voragine fra Karim e José divenne sempre più incolmabile.
Quando in seguito a quello cominciò a far giocare Gonzalo come titolare e Karim come sostituto, l'umore di Karim precipitò pericolosamente.
Non era tanto per Gonzalo. Cioè si era comportato da mercenario, cosa che non avrebbe mai pensato potesse fare, ma alla fine aveva fatto il suo interesse e non era biasimabile. Chiunque con un po' di carattere e voglia di vincere e giocare faceva tutto il necessario.
Era sconvolto dall'idea che l'aveva fatto con l'allenatore che per di più era impegnato con un'altra persona -suo compagno di squadra, amico ma anche rivale di posizione in campo al tempo stesso-, ma lo era perchè non lo pensava uno di quel tipo. Lo credeva un buono, uno pulito. Meno di Riky od Iker, ma comunque uno a posto. Lo definiva un dritto.
Però se quella era la sua vera faccia andava bene, ora lo conosceva, lo stava digerendo.
José era il bastardo e Gonzalo quello che si faceva traviare da uno che glielo metteva dentro!
Si trovò a rivalutare la sua stessa relazione con lui. Il suo posto in campo. Tutto.
Cosa poteva considerare vero?
Improvvisamente tutto stava andando in pezzi. Il terreno si era trasformato in cristallo e si era screpolato sotto i suoi piedi.
Ora, in pezzi, stava cadendo.
C'era un fondo?
Così male non ricordava di essere mai stato, mai. Nemmeno al primo anno con José, quando avevano litigato sempre odiandosi profondamente.


Uscì dal campo dritto e veloce appena il triplice fischio si udì. L'aveva messo qualche minuto per far respirare Gonzalo.
Non guardò in faccia nessuno, se ne andò fulmineo con sguardo cupo e buio.
Se Riky e Cris non fossero stati impegnati troppo con i loro problemi, sempre con José, si sarebbero resi conto di ciò che stava succedendo a Karim e sarebbero corsi in suo aiuto arginando la diga.
Ma non se ne accorsero e lui si trovò da solo.
Mesut e Sami, gli unici che sapevano, non erano per carattere disposti ad accollarsi troppo le catastrofi altrui. Se questi li cercavano espressamente era un conto, non li mandavano via, ma se si trattava di rincorrerli no, non lo facevano mai.
Karim così si lavò e si cambiò velocemente senza guardare in faccia nessuno, senza calcolare nemmeno mezza anima viva.
Appena poté se ne andò in pullman con le cuffie grandi alle orecchie, la musica alta ed il cellulare costantemente in mano.
Passava le canzoni, navigava un po' su internet senza sapere nemmeno lui bene cosa fare, senza averne voglia. Solo con l'intento di estraniarsi totalmente dal mondo.
La voglia di massacrare José era sempre più grande e non sapeva come distrarsi, non lo sapeva proprio.

Andò a casa da solo, senza passare a stressare Mesut e Sami.
Però non dormì molto.
Fu la notte peggiore della sua vita.

In seguito Karim decise di trovare il modo per combattere il raptus omicida, sentiva le vene pulsare nelle tempie, la testa esplodeva ogni volta che guardava José fare qualunque cosa.
A turno qualcuno ci discuteva più o meno animatamente o magari difendeva Cris schierandosi dalla sua parte.
Insomma, era una situazione sempre peggiore, all'interno della squadra.
Non sapeva nemmeno lui come alleggerire il proprio carico ma volendo stare completamente alla larga da Gonzalo -ogni volta che lo vedeva si chiedeva se scopava regolarmente col suo ormai ex- non gli rimase che concentrarsi sull'unico altro essere umano che reputasse degno della sua attenzione. E che non gli desse sui nervi.
Mesut non voleva schierarsi davvero dalla parte di nessuno, lo sapeva, quindi cercava di non stare troppo con lui. Di conseguenza anche Sami rientrava nella categoria 'amico ma con discrezione'.
Riky si sforzava di essere sereno e rilassato, sorrideva, si impegnava e viveva tutto quello a modo suo.
Per questo decise di difenderlo anche lui da José: gli avrebbe impedito di avvicinarlo e peggiorare la situazione, non gli avrebbe fatto altro male.
Gli stava vicino e fissava con fulmini e saette José così questi alla fine non si avvicinava mai.
La voragine ormai divenne un abisso incolmabile.