CAPITOLO VI:
PALO

Dire che non si aspettavano una cosa simile, era poco.
In passato avevano avuto dei dialoghi e dei contatti da amici davvero buoni, ma niente aveva mai lasciato supporre che un giorno sarebbero diventati anche amici di letto, tali si consideravano entrambi.
Gonzalo era felice e Karim scaricava le sue tensioni. Non potevano chiedere di meglio.
- Ti ricordi i primi dialoghi? - Era una domanda strana da fare al mattino appena svegli. Gonzalo aveva un risveglio spettacolare e veloce, Karim, nemmeno a dirlo, l'aveva lentissimo. 
Prima di connettere e registrare la domanda, dovette realizzare che parlava con lui.
- Mmm? - Fece infatti corrugando la fronte e le sopracciglia in una netta fase di sforzo simpatica da vedere.
- I nostri primi dialoghi... li ricordi? - 
Gonzalo era arrivato l'anno prima di Karim, Cristiano e Ricardo. L'anno dopo ancora era arrivato José. Legarsi con Karim per davvero era quasi impossibile, non subito e non facilmente, ma Gonzalo ci era quasi riuscito nell'arco di due anni, il terzo aveva iniziato la relazione con l'allenatore e tutto il resto era passato in secondo piano.
Karim faticò ad andare con la memoria ai primi mesi a Madrid e dovette ricordaglieli.
- Parlavamo di tutto... siccome io ero uno dei pochi a sapere il francese ti ho insegnato lo spagnolo, ricordi? - Karim si illuminò -con notevole sforzo- e Gonzalo proseguì. - Passavamo molto tempo insieme dopo gli allenamenti, a casa mia o a casa tua... - Karim cercò anche di ricordare se per caso si fosse scordato di qualcosa. Avevano fatto già sesso?
- Mica abbiamo scopato e l'ho scordato! - Gonzalo rise di gusto e la sua risata colpì Karim che rimase come un ebete ad osservarlo.
- No no! I miei dubbi di uomo gay mi son venuti ora per la prima volta... sono tardo eh? - Karim sogghignò.
- Non poi così tanto... - Non sapeva giudicare quel genere di cose. 
- Voglio dire... noi eravamo partiti bene... - 
Karim si alzò finalmente e si stiracchiò mentre Gonzalo si infilava i pantaloni della tuta.
- Non siamo mai andati male... a parte queste ultime settimane... - Ammetterlo fu strano. Karim non capiva dove voleva andare a parare Gonzalo e lui la prendeva davvero larga. Quando arrivava al punto? Si distrasse guardandolo spogliarsi. Si tolse la canottiera ed i boxer davanti a lui e Gonzalo trattenne il fiato e lo fissò calamitato dal suo fisico perfetto ed asciutto. E nudo.
Karim nemmeno se ne accorse!
- Già... - Fece vago non ricordandosi più cosa voleva dire. 
Karim lo guardò prima di andare al bagno e vedendolo perso lo rimbeccò col suo solito fare poco delicato.
- Ehi! C'è un punto a cui vuoi arrivare? - Gonzalo si riscosse bruscamente e lo fissò stranito.
- No... cioè sì... - Karim allora attese sulla porta del bagno e lo fissò impaziente, aveva bisogno di rinfrescarsi. - Penso che possa funzionare! - Sparò ricordandosi a stento il pensiero con cui aveva iniziato prima di fare il giro del mondo.
- Oh... - Karim entrò in bagno ripetendosi ancora le sue parole per capirle bene, fece una doccia veloce, uscì, si fece la barba e quando stava appendendo l'asciugamano si illuminò.
Uscì in fretta e spalancando la porta con aria da 'ho capito!' fissò Gonzalo vestito e pronto per uscire ma con un'aria delusa. 
- Tu intendevi la nostra storia? Perchè vuoi averne una? Ma ti ho detto che per me è solo sesso! Non voglio relazioni! Se intendi questo allora sì, anche io penso che possa andare ma non aspettarti niente di più! - Gonzalo ci rimase di stucco, lo fissò trattenendo il fiato e dopo qualche istante di silenzio in cui si osservarono sorpresi, fu lui a scoppiare a ridere.
- E tu hai dovuto lavarti per capire cosa intendevo? - Karim ci restò secco a quella risata sguaiata. Che aveva ora da ridere tanto? Era ancora nudo e lo fissava stordito non capendo. Gonzalo rise ancora un po', poi evitando con cura di guardargli le gioie di famiglia disse rilassato:
- Scusa ma sei unico! - Karim lo prese per un complimenti e andò al borsone alla ricerca della biancheria. 
Quando si rivestì Gonzalo si rilassò e si sedette sul letto aspettandolo, nel mentre replicò. Karim era comunque musone e silenzioso di natura, al mattino poi lo era il doppio...
- Lo so che non vuoi relazioni serie, intendevo questa cosa del sesso fra amici. Avevamo un bel rapporto, volevo solo dire questo. Che la possiamo vivere serenamente... tutto qua... - 
Karim soddisfatto della conclusione lo guardò anche divertito. 
- E tu la notte invece di dormire pensi a queste cose? - Disse provocatorio.
Gonzalo si strinse nelle spalle sorridendo, continuando poi a parlare del più e del meno fino a scendere insieme a fare colazione.
Quando gli altri li videro rimasero a dir poco senza parole. Cosa si erano persi?
José divenne la notte, fu allora che decise che a fine anno se ne sarebbe andato da lì, qualunque risultato avrebbe ottenuto la squadra. Non poteva più restare. 
Era assolutamente impossibile.


Karim ed il suo umore miglioravano di giorno in giorno e tutti se ne accorgevano a distanza, se poi scambiavano con lui due parole ne avevano conferma.
Aveva dell'incredibile perchè sebbene con José continuasse a non parlarsi, non era più una nuvola nera e tempestosa. Accettava le scelte in campo e riusciva anche a dire qualcosa di vagamente a favore del mister. E con questo si intendeva non contro...
Ricominciò anche a scherzare con gli altri, specie con Riky, cosa che aveva messo da parte per mancanza di voglia.
Anche Riky stava meglio dopo le convocazioni in Nazionale, ogni tanto il mister lo usava, quando gli girava, e lui dimostrava sempre di essere in forma e stare bene, giocava bene, segnava... José era incomprensibile, però. Continuava con la sua strada tortuosa senza dare segni di sensatezza.
In molti lo definivano un suicida per le scelte di formazione che faceva.
Quando Gonzalo si infortunò non la prese male perchè sapeva che avrebbe giocato di più Karim, la trovava una bella cosa...
Certo era snervante dover tornare fuori dal campo dopo tanta fatica per conquistarsi il posto, però sapeva bene anche che giocava solo perchè José e Karim erano in rotta.
Prima o poi quei due si sarebbero dovuti parlare realmente, prima di allora decise di lasciare che le cose si mettessero come volevano.
Non forzò niente ma non rifiutò nulla. Non cercò di controllare le cose, lasciò tutto a sé stesso consapevole che tanto non avrebbe potuto opporsi.

Karim stava meglio.
Con Gonzalo ogni tanto si trovavano per fare qualcosa insieme ma alla fine non erano mai andati al sodo, Karim aveva preferito prepararlo in tanto modi, fargli provare tutto per non sconvolgerlo quando sarebbe arrivato il momento.
Era anche restio a fare effettivamente sesso perchè pensava che Gonzalo potesse prendersi troppo e non voleva.
Gonzalo aveva capito che un po' si frenava e non era solo un riguardo nei suoi confronti. Non era solo perchè aspettava fosse pronto, Karim non era delicato, non aveva quelle attenzioni.
Se non era sicuro era perchè meditava su qualcosa e pensava fosse José.
In casi normali non si sarebbe mai intromesso ma quella volta volle parlarne con lui.
Col mister.
Non da giocatore ad allenatore ma da uomo a uomo.
Quella sera lo cercò a casa. Spesso i suoi ragazzi andavano a casa sua, la famiglia ormai li conosceva bene. Era una cosa frequente con tutte le squadre che aveva allenato.
José gli offrì da bere e lo fece accomodare nel salotto. Era tardi ma lui andava a letto a notte fonda, soffriva d'insonnia e ne approfittava sempre per fare degli schemi o lavorare in qualche
modo. Ultimamente non lo faceva, stava su a pensare ad altro.
A Karim e a cosa aveva sbagliato con lui e se avrebbe potuto rimediare mai in qualche modo.
Non è che si parlavano e tanto meno le cose erano effettivamente migliorate, ma non si guardavano con odio profondo. Si sopportavano.
La sensazione, però, era che non fosse merito suo ma di qualcun altro.
Quel qualcuno arrivò quella sera e José capì quasi subito. Del resto aveva avuto sospetti quasi da subito. Lui aveva il sesto senso.
- Come mai qua a quest'ora? - Chiese sorseggiando del thé freddo.
Gonzalo trovava difficile parlare con lui, non era uno veramente diretto a meno che non fosse messo sotto pressione ed ora nessuno premeva. Però voleva parlargli di Karim e non sapeva nemmeno lui cosa dirgli. Aveva solo seguito un impulso.
Tergiversò.
- Ehm ecco... no, non ho fatto caso all'ora, forse però disturbo... - José sminuì con la mano.
- Non pensarci! - Non aveva mai avuto niente contro di lui, anzi. Si era sentito un po' in colpa l'anno precedente per averlo messo da parte per Karim, ma un po' era stato anche perchè aveva pensato non fosse tornato come prima,, dopo il lungo infortunio. Ora lo stava usando per i suoi comodi, peccato che si fosse fatto di nuovo male.
- Dai, cosa ti prende? - Stimolò ancora impaziente. Mica era lì per parlargli di Karim? Non avrebbe retto, era ancora molto sensibile a lui perchè comunque lo amava ancora e si stava rendendo conto solo in quei giorni d'averlo perso davvero. Guardandolo sorridere con lui.
Gonzalo si grattò la nuca.
- Volevo dirti di Karim... - Ecco, appunto! Giusto lui!
José imprecò ma rimase impassibile.
- Che ha combinato? - Disse come fosse normale che combinasse danni.
- No niente! Però sono un po' preoccupato... - Come glielo poteva dire? Voleva che si chiarissero... vedeva che ne avevano bisogno ma dopotutto non erano affari suoi e non era nemmeno il fidanzato di Karim! Con che diritto glielo diceva?
José cominciava ad innervosirsi e capiva di non averne il diritto.
- Perchè? - Grugnì sulla difensiva.
- Vedi, ho fatto involontariamente un gran casino... tempo fa gli ho fatto credere di essere venuto con te... - Arrossì e José sgranò gli occhi come guardasse un pazzo. - Sì... - Abbassò gli occhi e proseguì. - E' scoppiato un gran casino ma poi ci siamo chiariti. In quell'occasione mi ha detto che vi siete lasciati... - José voleva chiedergli di andare al punto, girava troppo intorno alle cose!
- Dai Gonzalo! - Lo sollecitò infatti.
- Ora lo vedo meglio ma c'è sempre qualcosa che... io credo che dovete ancora mettervi via. Solo così, solo quando l'avrete fatto veramente,, potrete andare avanti e stare meglio... so che non sono affari miei ma io penso che... -
- Ecco appunto, non sono affari tuoi! Perchè vieni a dirmi una cosa simile? Dilla a lui! Siete tanto amici ora! - Ecco un attacco velenoso in pieno suo stile!
Gonzalo ci rimase male ma se l'aspettava e con un'espressione contrita si alzò dal divano pensando che era stata proprio una pessima idea.
- Lo so, hai ragione... però lui è più testardo... pensavo che fra i due tu fossi più maturo per capire che è così che dovete fare per stare meglio. -
José si sistemò nel divano accavallando le gambe, l'osservò mentre raccoglieva la sua giacca e lo penetrò provocante.
- E ti sto così a cuore? - Ecco, in quel momento erano l'ex di uno ed il suo futuro compagno nuovo.
- Non è per te. - Disse allora Gonzalo con coraggio fissandolo diretto. Stava morendo dentro ma si fece forza ed aggiunse. - E' per lui. -
Josè capì che si stava innamorando e voleva 'liberare' Karim dalle sue catene, stava solo cercando il metodo migliore.
Effettivamente convincere il 'nemico' era la cosa più efficace.
- No, è per te! - Rispose incisivo alzandosi.
Lo guardò dal basso della sua statura e lo fissò vicino, accattivante, infastidito.
- Vuoi che fra noi finisca definitivamente per avere spazio nel suo cuore. - Gonzalo arrossì ancora nell'essere stato preso in pieno. Era vero, poteva negarlo?
- Però hai ragione su una cosa. - Aggiunse poi dopo un breve sguardo vittorioso. - Se vogliamo andare oltre dobbiamo ancora chiudere definitivamente. L'abbiamo fatto due volte ma non è mai stata quella decisiva. Finchè fra noi sarà così non andremo mai veramente avanti. - Gonzalo lo sapeva, per quello era lì. Non disse nulla, pensava d'aver fatto molti danni.
José rimase ad osservarlo, il ragazzo non abbassava lo sguardo ma voleva sparire. Strinse le labbra e scosse il capo.
- In ogni caso è lui che devi convincere. -
- Vuoi dire che sei disposto a lasciarlo andare davvero? - Josè si stupì di quella domanda.
- Ma non sono io che lo tengo legato a me... - Pensava di non averlo proprio fatto. Cadeva dalle nuvole ed era davvero strano.
- Sì che sei tu. Finchè non lo lascerai andare non ricomincerà mai davvero. - Gonzalo era molto deciso su quel punto, non aveva timore di invadere un campo di non sua competenza.
- E come dovrei fare? - Chiese astioso con un fare d'attaccante puro e crudo. Gonzalo non indietreggiò, lo fronteggiò un'ultima volta pensando che sarebbe stata la decisiva e che a quel punto non aveva nulla da perdere.
- Rinunciare davvero a lui. - Silenzio. Un pugno allo stomaco. José non respirava. - Tu speri ancora che torni ma lo sai che questa volta non tornerà. Hai passato un segno che non dovevi e poi... bè. Io penso che non ci siano effettive colpe. Semplicemente non siete compatibili. Non è una storia con un futuro. Questo è solo quello che penso io ma naturalmente posso sbagliarmi. Spero non te la prendi e che comunque farai ciò che desideri. - Pensava sempre a Karim ma non poteva imporsi con lui. Finalmente si era tolto dall'anima quelle parole, voleva dirgliele da tempo.
Josè rimase in silenzio mentre si rimetteva la giacca. Non sapeva cosa dire ed era la prima volta che gli capitava. Anche solo per contraddire qualcuno ed avere l'ultima parola, diceva sempre qualcosa.
Ma lì... lì aveva ragione e lo poteva capire solo ora.
Aveva sempre sperato che Karim tornasse perchè era sempre tornato. Ma ora era la prima volta che pur di non tornare si aggrappava a qualcun altro andandoci a letto. Non l'aveva fatto le altre volte.
Era dunque veramente finita?
Doveva solo accettarlo e metterlo via?
Rinunciare?
LUI CHE RINUNCIAVA?
Mentre Gonzalo se ne andava in silenzio, rimase a pensare all'infinito a quelle domande.
Forse sì... forse aveva ragione... forse era semplicemente veramente finita. Tutto lì.
Karim non sarebbe tornato ed il perchè non poteva dirlo, ma era così.
Era così.
Si accasciò nel divano e si prese il viso fra le mani con una smorfia di dolore.
Non sarebbe dovuta andare in quel modo, maledizione. Non sarebbe dovuta.