CAPITOLO
VIII:
PALLA
AL CENTRO
Una
volta in casa Karim lo lasciò andare, Gonzalo fece cadere a terra la
giacca che gli aveva messo sulle spalle e andò svelto al bagno;
dentro si lavò di tutto punto, come se si sentisse sporco, grattò
con la spugna e soffrì nel sentire il bagnoschiuma di Karim, era il
suo profumo e a lui piaceva ma in quel momento lo odiava come non
mai.
Non
poteva fargli quello.
Lo
usava per le sue frustrazioni e gli rigirava la colpa contro. Aveva
sbagliato ad andare da José ma l'aveva fatto anche per lui, era
vero che doveva lasciarlo andare, dannazione!
Quando
uscì si guardò allo specchio, aveva ancora un'aria terribile e si
voltò a cercare i vestiti. Solo allora si rese conto di non poterli
rimettere. Erano sporchi di sperma, quello di Karim che, una volta
uscito e raddrizzato, gli era scivolato giù lungo le cosce. E poi
erano a terra dove era anche bagnato.
Sbuffò
e si mise l'accappatoio del francese di merda là fuori. Nero. Il
suo profumo impregnato.
-
Dovrò lavarmi di nuovo! - Borbottò...
Si
strinse nelle spalle e così com'era, nudo in un accappatoio e
perfino scalzo, uscì dal bagno per elemosinare vergognosamente dei
vestiti puliti e poter andarsene.
Quando uscì Karim era in
camera e li stava già prendendo, come se sapesse cosa gli serviva.
Lo incontrò nel corridoio e glieli porse, Gonzalo stupito che
arrivasse da solo ad una cosa così sottile li prese spaesato ma
Karim li trattenne e li attirò a sé, una mano sul fianco, poi lo
spinse contro il muro. Dovette fare mezzo passo, non lo imprigionò.
Lo guardò da vicino, lo scrutò per capire come stava, il suo
sguardo era sofferto e combattuto. Voleva lasciarsi andare perchè
fondamentalmente gli piaceva, ma al tempo stesso voleva scappare per
l'umiliazione ed il dolore interiore. Si era pentito di tutto,
tutto...
- Mi dispiace ma quando esco di testa divento una
bestia. Non volevo farlo così però ero davvero incazzato... non
volevo farti male. Puoi perdonarmi? -
Il fatto che glielo
chiedesse sorprese Gonzalo ma decise di non fargliela così
facile!
Indurì l'espressione, i lineamenti divennero di marmo e
lo nullificò con lo sguardo. Da quella vicinanza faceva effetto ma
Karim non si mosse.
- Anche io sotto pressione scoppio ma non
violento nessuno! - Però la sua pazienza non era così
profonda...
- Andiamo Gonzalo! Non ti ho violentato! Ho fatto un
po' di sesso duro ma non era una violenza! -
- Tu hai dei
canoni inumani! Non sei un giocatore, sei un Navy Seal! - Esclamò
pensando a Steve Mc Garrett di Hawaii Five-O.
Karim a questo
scoppiò a ridere e Gonzalo, disorientato da questa reazione
inconsulta, si fermò. Lo stava per insultare e spingere via ma poi
ritenne che la sua risata era molto bella. Era rara ma
ammaliante.
- Ti assicuro che non volevo essere così
brutale... un po' sì ma ho una soglia diversa dagli altri... non
pensavo che per te quello fosse violento... - Gonzalo si stava
spompando. Dopotutto l'aveva provocato lui, ne era consapevole. E
poi stava cercando di sistemare le cose in qualche modo. Poteva dire
che erano pari. Lo stava per fare quando Karim aggiunse basso e
suadente. - Posso rimediare in qualche modo? - Alludeva chiaramente
a qualcosa di piacevole e Gonzalo arrossì riscaldandosi
improvvisamente.
- Dipende dal tuo concetto di rimedio... - Visto
che lui ragionava come un alieno bisognava specificarlo. Ormai si
era ammorbidito, era appoggiato al muro e stava bene con le sue mani
addosso. Mani che corsero a tirare la cintura dell'accappatoio.
Glielo aprì. Ora era serio ma non cupo. Era intenso. Quello sguardo
che l'ammaliava e l'annullava. Si stava davvero prendendo, se ne
rendeva conto, ma non riusciva ad opporsi.
- Ti va di
dormire qua? - Gonzalo cancellò tutto. Quel suo tono seducente
prometteva molte cose e non riusciva a ricordare quanto male
l'avesse fatto sentire prima sul tavolo. Non poteva capire che era
così perchè si stava innamorando ed allora per amore uno passava
sopra a tutto.
- Mi stai tentando ma mi secca dartela vinta
così presto... - Karim adagiò le labbra sul suo collo, appena
sotto l'orecchio, dov'era tanto sensibile.
Poi sussurrò.
-
Devi darmi modo di farmi perdonare... - Era davvero dispiaciuto per
quanto successo e vedendo che Gonzalo si stava prendendo tanto,
sapeva che quel sistema poteva essere efficace. Non si sentiva una
prostituta, mica lo pagava... lo faceva gratis!
Le mani si erano
infilate sotto l'accappatoio, sui fianchi, ed erano scivolate
dietro, scendeva lentamente più in basso.
- Allora ti metto in
prova. - Fu così che Karim si separò, si riprese indietro i
vestiti che gli aveva dato e lo guardò con mille promesse bollenti.
Gonzalo si sentì privo di forze, sciolto, gelatina pura. Vedendo
che non si muoveva Karim tese il braccio e col dito agganciò il
suo. Aveva dei modi molto languidi, si muoveva lentamente e con
sicurezza, lo fissava con due braci incandescenti e lo faceva
sentire davvero come non si era mai sentito.
Lo tirò e
Gonzalo si mosse ma si rese conto dei dolori fisici dovuti alla
brutalità di prima solo in quel momento. Zoppicò. Karim si fermò
e sgranò gli occhi.
- Ti fa così male? - Esclamò sorpreso. Un
tuffo dentro.
Gonzalo annuì vergognandosi come se fosse colpa
sua.
- Cazzo, non pensavo di aver usato tanta forza... - Gonzalo
abbassò la testa rosso in viso. Il dito ancora agganciato al suo e
lui sorpreso.
- Era la mia prima volta, Karim... non ti sei
nemmeno lubrificato... -
Karim si sentì per la prima volta
una vera merda. Gli lasciò il dito e gli cinse il collo col
braccio, l'attirò a sé e senza pensarci aderì le labbra
all'orecchio.
- Scusami... - Non disse altro, parlò naturalmente
in francese e parlò piano, mortificato. Gonzalo si aggrappò alla
sua maglia e si rilassò. Il calore era assoluto e l'emozione era
alle stelle. Voleva solo questo. Dolcezza. Allora poteva esserlo se
voleva, si disse.
- Va bene... - Mormorò ancora volendo chiudere
tutta quella brutta faccenda e voltare davvero pagina. - Andiamo a
letto. -
Una volta in camera si tolsero i vestiti e si
stesero ma Karim non volle fargli niente, se lo tirò sopra,
l'abbracciò e restò con lui. Voleva solo farsi perdonare ma non
sapeva come senza fargli ancora male. Nella paura di peggiorare la
situazione, si limitò a quello. Gonzalo non avrebbe potuto chiedere
di più.
Il mattino seguente fu dolce.
Karim si
svegliò per primo stranamente, aveva molti pensieri per la testa
che l'avevano fatto dormire male. Cioè era riposato però aveva
dormito poco.
Appena aprì gli occhi guardò subito lui.
Gonzalo dormiva rilassato e sembrava sereno, sospirò di sollievo e
la sua mente si rimise in moto, cosa unica e rara visto il suo
solito lentissimo risveglio.
Ripensò a José, a cosa aveva fatto
Gonzalo ed alla sua reazione successiva. Poi, oscurato, risalì con
la mano sul suo viso per scuoterlo e svegliarlo. Gli uscì una
carezza.
Si morse la bocca, non voleva apparire troppo
dolce ma come poteva fare? Queste cose gli uscivano da sole...
specie perchè non rifletteva mai. Già che ora l'avesse fatto era
un evento!
Gonzalo mugolò impigrito, voleva continuare a dormire
e Karim sorrise intenerito. Finì che gli baciò la fronte ed
allora, spaventato da sé stesso, gli prese una ciocca dalla nuca e
gliela tirò per svegliarlo in modo più appropriato a lui.
Gonzalo
finalmente aprì gli occhi, era mezzo seccato e mezzo in estasi,
però poi ridacchiò.
- Hai problemi di personalità multipla? -
Chiese infatti. Karim corrugò la fronte senza capire: - Prima mi
carezzi e mi baci e poi mi tiri i capelli... - Karim decise di
deviare il discorso, si sentiva già abbastanza scemo.
Con José
non era mai stato dolce... non sapeva di poterlo essere, era una
scoperta nuova.
- Perchè sei andato da José? - Gonzalo
ormai si stava abituando.
- Tu passi tutta la notte a riflettere
sulle cose della sera prima ed al mattino le chiarisci sempre? -
Karim non si rendeva conto di com'era e non rispose. Alla fine
Gonzalo si mise comodo, si girò a pancia in giù e si scostò da
lui, incrociò le braccia sul cuscino ed appoggiò la testa sopra,
con la guancia sugli avambracci. Guardandolo insonnolito rispose:
-
Pensavo di farti un favore. Ti vedo sempre sofferente per quel che
lo riguarda, come se nonostante tutto avessi un conto in sospeso che
cerchi di chiudere ma non sai come fare... - Era molto acuto. Al suo
silenzio Gonzalo approfittò: - E' così? -
Karim si girò
sul fianco, si mise un braccio piegato sotto al collo e rispose
stringendosi nelle spalle.
- Non so... non ci penso mai. Cerco di
non pensarci. Quando lo vedo vorrei fare tante di quelle cose che...
ma poi preferisco evitare... è vero che abbiamo qualcosa in
sospeso... - Ne stava parlando veramente per la prima volta. Quello
era confidarsi. Con Sami e Mesut lo faceva ma era diverso. Grugniva
qualcosa, spesso insulti verso José, e loro ascoltavano silenziosi
senza dire nulla.
- Lui spera ancora che tu torni, lo sai? E'
ancora innamorato... - Non sapeva perchè lo stava facendo, gli
veniva...
Karim ci rimase di stucco. Lo guardò shockato
per un po', dentro lo stomaco sottosopra e la voglia di andare da
José a chiedergli se era vero. Possibile che non si fosse mai
accorto di nulla?
- Dici? -
- Cosa ti ha detto quando è
venuto? - Azzardò ancora Gonzalo. Karim non trovò fastidioso
quella conversazione. Rispose.
- Che eri andato da lui a dirgli
di lasciarmi andare per farti ricominciare, ha capito subito che
abbiamo qualcosa insieme... - Esitò capendolo solo in quel
momento.
- Ci ha provato? -
- Pensavo fosse
solo per torturarmi, niente di che... -
- Era perchè ci spera
ancora ma si vergogna a dirlo normalmente... alla fine è un uomo
come gli altri. Un po' stronzo ma sempre uomo... ti ama... - Karim
si incupì subito.
- Bel modo di dimostrarlo e di tenermi a sé!
Non chiedo tanto, solo fiducia... solo che ci mettiamo al primo
posto... ma poi... cazzo, sono anche io il primo a non riuscirci.
Non siamo compatibili, tutto qua. Ci amiamo ma... non siamo capaci
di vivere insieme, non veniamo sopra ogni altra cosa l'uno per
l'altro... - Finalmente lo sapeva. Si sentì meglio, si sentì al
settimo cielo. Forse aveva una speranza. Un giorno, magari... doveva
avere pazienza. - Mi ha ferito tanto ed io ho ferito lui, non
potremo mai stare insieme più a lungo di così... -
Concluse
grave ma deciso.
- E' così comunque. Lui ci spera ancora... -
Karim rimase un po' a pensarci, roteò gli occhi altrove e poi tornò
su di lui.
- Tu comunque perchè l'hai fatto? Sono stato chiaro
quando ti ho detto che non volevo storie... hai invaso un campo che
non era tuo. - La delicatezza non sapeva cosa fosse. A Gonzalo
vennero gli occhi lucidi e Karim se ne accorse ma non disse nulla.
-
Lo so ma sai... stando tanto con te non ho potuto non affezionarmi.
-
- Gonzalo, anche se ti innamori... -
- Non ti
riguarda! Non ti chiedo niente! - Eccolo che tornava sotto pressione
e che si agitava. Karim gli mise un dito sulla bocca per calmarlo ma
finì per carezzarlo. Aprì e lo leccò.
- Ma è di me che ti
stai innamorando... - Non poteva tenersi niente per sé. Se lo
pensava doveva dirlo e non era diplomatico.
Gonzalo cercò
il suo fianco con la mano, da sotto le coperte calde. Lo trovò, era
nudo anche lui nonostante non avessero fatto più niente dopo.
-
Tu non ti devi preoccupare. Fai ciò che vuoi, lo farò anche io. -
Logicamente aveva ragione ma Karim sentiva che era sbagliato, che
non poteva farla così facile.
Tutto sommato però quei risvegli
erano belli e decise di sostituire il dito con la bocca. Fu un bacio
da risveglio ma si adattarono al loro sapore un po' amaro e Gonzalo
si sentì bene e felice. Poteva farsi bastare quello. Poteva
davvero.
Karim pensava solo che fosse bello, non voleva
rifletterci oltre. E se era bello, semplicemente se lo prendeva.
Quando
si alzò per prepararsi per gli allenamenti, Karim disse di restare
pure a dormire quanto voleva. Gonzalo era infortunato e non poteva
allenarsi.
Gli
sembrò strano poter stare a casa sua quanto voleva come se fosse il
suo fidanzato e lo fece proprio per quello.
Restò
a letto fino a tardi, poi all'orario che sapeva lui sarebbe tornato
si alzò, si preparò e gli fece da mangiare. Non glielo aveva
chiesto, non si erano messi d'accordo ma gli pareva una cosa carina.
Karim
tornò e si trovò un profumo delizioso in casa, incredulo andò in
cucina e quando trovò Gonzalo fra i fornelli si fermò pensando
d'aver per un momento sbagliato qualcosa.
-
Sto sognando? Oppure ci siamo messi insieme e non lo ricordo? - Il
suo famoso tatto.
Gonzalo
se l'aspettava un'uscita simile e tirandogli un goccio d'acqua dal
bicchiere che aveva in mano, disse ridendo:
-
Te lo ricorderesti se ti fossi messo con me, fidati! - non era da lui
fare lo spaccone ma a volte era divertente, Karim apprezzò e si
rilassò. Aveva avuto paura di dover tornare a dire per l'ennesima
volta la sua posizione,.
-
Allora, a cosa devo l'onore? - Disse avvicinandosi ai fornelli per
sbirciare sotto le padelle, Gonzalo gli diede giù con il consueto
mestolo e l'ammonì.
-
Non è pronto! - Karim fece il broncio.
-
Ho fame! -
Gonzalo
era al settimo cielo, si sentiva davvero il suo compagno ed anche se
sapeva che non lo era, magari un giorno lo sarebbe potuto diventare.
-
Mettiti comodo, ho quasi finito! -
Karim
decise di accontentarlo. Andò a mettere giù le cose di calcio e si
cambiò la tuta del club, quindi si accomodò a tavola. Era
apparecchiata per due in modo molto accurato. Karim ci rimase, non
pensava nemmeno di avere tutte quelle cose!
Immerse
un dito nella salsina che aveva preparato da spalmare sui crostini,
il profumo del pane infornato era delizioso e si sentiva un sapore
fantastico di aglio, prezzemolo e burro.
-
Non mi hai risposto! Perchè tutto questo? - Gonzalo impiattò e
finalmente si decise a rispondere.
-
Bè, mi sono addormentato e risvegliato tardi, ho visto l'ora, ho
pensato che ormai stavi per tornare e che tanto valeva aspettarti
invece che fare il ladro e scappare in tua assenza... - La sera era
dimenticata, era come se non fosse mai successo niente.
Karim
non replicò, gli pareva sensato e non era uno che sindacava.
Cominciò
a mangiare e apprezzò l'antipasto composto, appunto, da crostini di
pane scaldati al forno e ricoperti di aglio, burro e prezzemolo,
sopra ci mise quella strana salsina col pomodoro. Era molto buona.
Solo
dopo un po' si decise a parlare.
-
Ho rivisto José stamattina... - Era normale, era l'allenatore... a
Gonzalo si chiuse subito lo stomaco e non ne fece mistero, lo guardò
attento rallentando la masticazione. Parve quasi avere un macigno in
bocca.
Karim
invece mangiava con appetito e lo fece guardandolo negli occhi e
parlando contemporaneamente.
-
Non ci siamo parlati né nulla. Non abbiamo fatto cenno a ieri sera.
Prima o poi però dovrò risistemarlo. Se pensa davvero che io torni
si sbaglia. Cioè potrei lasciare che il tempo glielo dimostri. Se
non faccio nulla lo capisce da solo ma mi dà fastidio che lui pensi
che io torni. Mi fissa convinto che io lo farò. Non è così. -
Gonzalo capì che finchè Karim gli avrebbe parlato del suo ex,
significava che non se l'era ancora tolto dalla testa e dal cuore e
che non c'era speranza.
Si
mise il cuore in pace.
Passò
gran parte del tempo a parlare di lui e scoprì che Karim se si
trovava bene con qualcuno parlava anche molto. Così aveva fatto con
Riky all'epoca in cui si era reso conto di essere innamorato di José.
Ora
lo stava facendo con lui.
Si
chiese se fosse sullo stesso piano del brasiliano ma non si rispose.
Era un buon piano ad ogni modo, si confidava, lo proteggeva...
però... bè, naturalmente c'era la speranza di cambiare per lui.
C'era sempre, ma forse sarebbe rimasta tale.
Continuava
a parlare di lui, di José, ed alla fine ci fece il callo.
Pensò
che fosse brutto abituarsi in quel modo però non ci poté fare
nulla.
Esasperato
da questo, una volta finito e sistemato la cucina, Gonzalo raccolse
le sue cose e se ne andò a casa dicendo che poi nel pomeriggio
avrebbe avuto fisioterapia.
Sospirò
in macchina.
Era
difficile. Era molto difficile. Ma pur di stare con lui anche quello
andava bene.
Come
diavolo aveva fatto a ficcarsi in quella situazione e ad innamorarsi
così?
Non
trovò risposta.