CAPITOLO
IX:
SECONDO
TEMPO
Karim
ci aveva anche pensato a lungo prima di andare da lui, poi aveva
fatto il conto dei mesi passati senza consultarsi ed aveva deciso che
poteva tornare a rompergli le scatole!
Il
francese aveva la mania di rimuginare a lungo sulle cose e nel caso
in cui non riuscisse ad arrivare da solo ad una soluzione, si
consultava con qualcuno di fidato. In quel caso di solito si sfogava
ma era possibile che chiedesse anche un parere.
Ricardo
era uno dei suoi preferiti per quel ruolo perchè gli dava consigli
sensati da brava persona. Con il pacchetto 'Riky' si doveva per
forza prendere anche il pacchetto 'Cris', erano una cosa sola. Così
dopo il consiglio del saggio Riky, c'era quello del perfido Cris.
Non era veramente cattivo ma le sue idee erano diametralmente
opposte a quelle del suo compagno.
Suonò
a casa Ronaldo consapevole che doveva essere da lui.
Non
sapeva che era fortunato a trovarli lì!
Gli
aprì un sorridente Riky e l'umore di Karim si rischiarò subito.
Non che fosse cupo, ultimamente funzionava bene.
-
Ehi ma da quanto che non passavi! - Parlava come se fosse casa sua,
Karim rise.
-
Fai tu gli onori di casa ora? - Riky si rese conto del 'lapsus' e
arrossendo si affrettò a farlo entrare spiegandosi.
-
No cioè non volevo dire... però mi è venuto spontaneo...
intendevo che... - Karim con un buffetto sul sedere passò oltre.
-
Ho capito! - Era un miracolo visto che non aveva detto nulla!
Raggiunsero
Cris e Cris J in soggiorno, padre e figlio stavano dolcemente
amoreggiando e Karim si fermò un istante a guardarli. Erano davvero
molto teneri.
-
Allora, qual buon vento? - Chiese Riky.
Karim
fece un cenno a Cris e si sedette sulla poltrona come fosse casa
sua, poi guardando il piccolo bimbo si chiese se fosse il caso
parlare di certe cose con lui lì. Si disse che avrebbe usato parole
in codice.
-
Ho bisogno di fare un po' di chiarezza e devo sentire una 'campana'
nuova. - Cris guardò male Karim che paragonava il suo amore ad una
campana, ma non disse nulla.
-
Spara! - Fece Riky allegramente, era molto entusiasta di risentirlo,
significava che stava meglio in generale.
-
Sapete che mi sono lasciato con José... - Cris era stato aggiornato
e ricoprendo di baci il viso morbido del figlio restò attento. Riky
annuì come un consulente matrimoniale.
-
Mi dispiace... non so se te l'ho detto... - Karim deviò lo sguardo
e proseguì col discorso.
-
Non importa. - Tagliò infatti. - Però per distrarmi dal pensiero
di lui che mi affondava, ho iniziato una storia di... quel tipo... -
Fece guardando Cris J, Riky ridacchiò. - con Gonzalo. C'è solo
questo da parte mia ma lui si sta prendendo... io vorrei sapere se è
il caso di troncare. Sono stato chiaro con lui più volte, lui lo sa
che non c'è nulla e non voglio nulla, mi dice di non preoccuparmi,
che lo sa e di fare quello che voglio che lui è grande e a sé
stesso ci pensa da solo... insomma, le cose che si dicono. Poi però
io ci penso. Sarà giusto usarlo così solo per stare meglio quando
si sta prendendo tanto? - Cris si stupì che si facesse questi
scrupoli. Lo trovò carino e vide molto lontano all'istante. Lo
guardò come si guardava uno innamorato della persona giusta e restò
ebete a fissarlo mentre Karim si mordeva le labbra stranamente
imbarazzato a parlare di quelle cose.
-
Dai, non è da te farti questi scrupoli! Ti stai già innamorando
anche tu! - Se Riky aveva il tatto di tenersi per sé certe
considerazioni, Cris no!
Riky
lo guardò male -non che fosse particolarmente feroce- e notandolo
il suo compagno si strinse nelle spalle:
-
Magari non era il caso dirglielo così... bisogna rendersi conto da
soli di queste cose... e poi è in una situazione delicata... si è
lasciato da pochi mesi con José... - Parlavano di Karim come se lui
non fosse presente e questi ascoltava confuso.
-
Però se è qua significa che già lo pensa ma non ha il coraggio di
dirlo... serve uno che lo faccia al suo posto! -
Karim
non sapeva nemmeno cosa pensare, era un po' perso.
-
Ma dai... io innamorato di Gonzalo?! - Cercava di rendersene conto
ma non sapeva come si faceva. Riky sapeva che era presto...
-
Senti... - Fece infatti prendendo in mano la situazione e chiudendo
la bocca a Cris mettendogli la guancia di suo figlio sopra. - Lascia
perdere questo che parla a vanvera. - Difficile ormai... - Tu...
dovresti fare secondo la tua coscienza... -
Il
problema era che Karim non pensava d'averne una...
-
Ma voi cosa fareste? - Chiese insistendo ancora su quel chiodo. Era
per avere un'idea di cosa fosse giusto e sbagliato, così poi si
sarebbe regolato. Erano come il diavolo e l'angelo.
Cris
parlò subito deciso, sempre continuando a coccolarsi il figlio:
-
Io continuerei così! Uno scopamico è sempre la cosa migliore,
tanto sei stato onesto, lui sa ed è consapevole. Deve essere lui a
troncare quando non ce la fa, non hai doveri! - Tipico discorso suo,
pensarono gli altri due. Ci potevano giurare che avrebbe detto
così...
A
quel punto intervenne Riky mettendo in bocca a Cris un cioccolatino
per farlo stare zitto affinché smettesse di dire cazzate.
-
Allora... io intanto non mi farei un amico di letto... - Anche su
questo Gonzalo e Cris avrebbero potuto scommettere e ridacchiando
ascoltarono il resto. - però nel caso in cui impazzissi e lo
facessi e mi rendessi conto che lui si sta innamorando, smetterei
subito. A meno che non mi stia prendendo anche io. - Karim saltò su
come una molla parlando senza attivare il cervello, com'era consueto
fare:
-
Se tu ti lasciassi con Cris e avessi bisogno di uno scopamico per
distrarti e questo poi si innamorasse di te, potresti davvero
ricambiarlo? - Era scettico perchè era ovvio che era impossibile.
Cris
gli tirò una scarpa e Cris J ridendo gli si buttò addosso dandogli
pizzicotti e morsi, Karim distratto non vide il mento di Riky
tremare come chi stava per scoppiare a piangere.
-
Io non mi lascerò mai con Cris. - Ecco appunto.
Sentendo
il tono tremolante si fermò col piccolo ometto stretto sotto ad un
braccio e lo fissò stupito.
-
Non volevo dire questo ma insomma, lo sai che io mi sono lasciato
con José... non è da tutto il vostro tempo che stavamo insieme ma
la relazione era intensa e forte, non è facile lasciarsi, pensa
ricominciare con un altro... - Questo era un conto, ma dirgli 'se tu
lasciassi Cris' era davvero da barbari.
Cris
J morse il braccio di Karim e si liberò correndo dietro allo zio
Riky, al sicuro.
-
Ho capito, però devi considerare che potresti ricambiarlo. Non
subito... - Karim si massaggiava il braccio mentre Riky prendeva in
braccio il figlio adottivo.
-
Perchè sei qua a chiedere cosa fare con lui, se devi avere dei
riguardi, se devi lasciarlo per non farlo soffrire... non sono cose
da te... -
Karim
ci rimase. Riky era sempre acuto, avrebbe dovuto venire prima da
lui.
Sospirò
e si sedette in silenzio a pensarci. Era una situazione strana. Riky
sorrise comprensivo e con la sua solita calma, disse:
-
Hai bisogno di pensarci... prenditi del tempo... - Karim riflettè e
storse la bocca.
-
Non so quanto ne ha... - Gonzalo si stava prendendo molto...
Stavano
tutti pensando a quella situazione particolare quando Cris J se ne
uscì con una domanda da terno al lotto:
-
Zio Riky ma cosa sono gli scopamici? - Nella foga si erano
dimenticati di parlare in codice e lui ovviamente aveva sentito
tutto. Ripeté impastando le parole ma fu chiaro a suo modo e mentre
Cris e Karim ridevano come imbecilli, Riky preoccupato e pallido si
affrettò a spiegargli per non bloccargli la crescita:
-
Sono due amici che si fanno le coccole ma che non si amano... però
non è una parola da ripetere, sai? - Se lui gli diceva di non
ripeterla, di solito non lo faceva.
-
Come te ed il mio papà? - Altro pallore cadaverico. Cris si alzò
di scatto preoccupato e Karim si stese a ridere.
-
Ogni tanto vi fate le carezze e vi date i bacini... - Riky e Cris
erano molto attenti quando c'era lui... come poteva essere?
-
Ci fai vedere? - Riky sapeva gestire le situazioni coi figli meglio
di Cris ovviamente e si dimostrò più all'altezza seppure fosse
preoccupatissimo di ciò che poteva aver visto.
Il
piccolo allora carezzò la guancia e la testa di Riky, poi gli diede
un bacio casto sulla guancia e sulla fronte e poi anche sulla testa
e dopo di che gli prese la mano libera.
-
Solo questo? - Cris J annuì e loro due sospirarono sollevati in
tandem.
-
Sono così quelli che avete detto voi? -
-
Ma io e lui ci amiamo! - La sparata geniale di Cris, Riky gli diede
uno scappellotto sulla nuca severo.
-
Il papà scherza, tesoro. Non dargli retta! - Cris J rise e diede
uno scappellotto al padre anche lui.
-
Io ed il tuo papà siamo tanto amici e ci vogliamo bene e fra amici
ogni tanto si fanno queste cose che vedi. - Non voleva insegnargli
la strada del gay ma nemmeno farlo diventare omofobo. Insomma,
trovare una via di mezzo non era facile.
Karim
non aveva smesso di ridere.
-
Un giorno verrà mano nella mano con Luca e vi dirà 'siamo
scopamici anche noi!' - Le risate divennero convulse e Riky lo
guardò così male da farlo smettere fino a soffocarlo senza
toccarlo.
Allora
attaccò a ridere Cris.
Naturalmente
non smisero per una buona mezz'ora.
Karim
uscì pieno di punti esclamativi da casa Ronaldo, quindi la sera
raggiunse Gonzalo a casa sua senza nemmeno pensarci. Sapeva che
doveva parlargli ancora ma non sapeva cosa dirgli e soprattutto non
sapeva che posizione prendere.
Quando
lo vide il suo viso si illuminò talmente tanto di un sorriso radioso
e semplice che si smontò e si dimenticò della conversazione
precedente.
Non
andava bene, si disse. Ma ormai era lì e non aveva più né voglia
di parlargli né di andarsene.
Precisamente
la voglia era una ed unica.
“Non
so come ci riesce e cos'abbia, ma è il primo a mettermelo in tiro.
Il primo che non sia José. I primi tempi, appena mi sono reso conto
delle mie voglie omosessuali, sono andato con chiunque, perfino con
Mesut! Però poi è cambiato, poi è stato solo lui l'unico che
volevo ed anche dopo. Finchè non è arrivato Gonzalo. Non pensavo di
poter scopare con qualcun'altro, però l'ho fatto. Certo ero
incazzato, però ogni volta che lo vedo penso che potrei davvero... e
stasera mi sa che sarà quella buona.,”
Sentì
uno strano calore alla bocca dello stomaco a quel pensiero e come se
avesse una specie di vuoto, entrò in casa sua.
-
Non ti aspettavo! Vieni, stavo preparando la borsa da viaggio. -
Karim si oscurò come gli capitava facilmente di fare.
-
Vai da qualche parte? -
-
A trovare i miei, ne approfitto. L'infortunio si tira per le lunghe e
visto che a momenti è il mio compleanno ho programmato la
fisioterapia in modo da poter andare un po' da loro... -
I
suoi erano in Argentina.
Karim
non mostrò particolari espressioni ma ci rimase male e non poteva
dire perchè, non aveva senso ma soprattutto non ne aveva il diritto.
Lo
seguì in camera dove sul letto c'era una valigia aperta riempita per
metà. Molti vestiti sulla trapunta e l'armadio aperto. C'era un
considerevole casino. Karim si sedette in parte alla valigia e lo
fissò mentre sistemava la roba e ne scartava altra.
-
Non pensavo ci andassi... - Fece non sapendo cosa dire e non volendo
fare la parte di chi ci era rimasto male. E perchè ci era rimasto
male? Si dava fastidio da solo.
Gonzalo
proseguì nei suoi preparativi senza guardarlo, sembrava sereno e
tranquillo mentre Karim arricciava spesso la bocca.
-
Bè, è da un po' che non li vedo, voglio approfittarne. -
-
Tornerai per il tuo compleanno, vero? I ragazzi pensavano di fare
qualcosa... - Come se fosse vero. Non ne aveva idea ma li conosceva,
erano un gruppo affiatato e sicuramente Sergio aveva pensato a
qualcosa.
Non
ne aveva veramente idea ma soprattutto non lo riteneva un vero motivo
per tornare presto.
Gonzalo
lo guardò stupito proprio di quello. A Karim raramente interessavano
quelle cose.
-
Davvero ti interessa fare il mio compleanno insieme? - il francese lo
guardò come se bestemmiasse. Come osava metterlo in dubbio? Poi però
si rese conto che aveva ragione. Non dava mai peso a quelle cose.
-
Sì... bè... non so... mi sembrava una bella cosa... ma se hai altri
programmi... quando pensi di tornare? - Si stava innervosendo perchè
si rendeva conto di star facendo la parte dell'idiota innamorato
anche se era certo di non esserlo, per questo gli dava fastidio. Non
voleva dare false speranze a Gonzalo.
Questi
lo guardò ancora stupito e rallentò la composizione della valigia.
-
Ecco... non so... dipende... prima di una settimana non ho la
fisioterapia... posso tornare quando voglio nell'arco di questi sette
giorni... - Era vago, in realtà Gonzalo voleva provare ad
allontanarsi e disintossicarsi per pensare meglio a Karim e provare a
troncare al suo ritorno, voleva cercare di lavorare su sé stesso
proprio per quello.
Karim
non ci poteva certo arrivare, però continuava ad innervosirsi.
-
Bè, fammi solo sapere quando torni, magari vengo a prenderti! - Si
stava odiando. Addirittura prenderlo? Poteva pagare un taxi come
avrebbe fatto per andare... - E per andare come fai? Ti serve? -
Peggio di così non poteva essere. Stava facendo la parte dello
stupido colossale.
-
Taxi... non preoccuparti, mi arrangio... - Gonzalo riprese a fare il
bagaglio. Era più bravo di lui ad ignorarlo e fingere.
Karim
si morse il labbro e corrugò la fronte. Era davvero infastidito da
tutto, sé stesso per primo.
-
Ma mi avresti detto che partivi? - Gli venne su improvvisa quella
domanda, corrucciato lo fissò e vedendo che non si fermava e non lo
ricambiava più, capì che pensava di andarsene senza dirgli nulla.
Allora seccato mise veloce una mano sui vestiti piegati e lo fermò
di colpo. Lo obbligò a guardarlo solo attendendo truce e Gonzalo si
decise. Dei jeans piegati in mano a mezz'aria.
Inghiottì
a vuoto.
-
Io volevo provare a starti lontano per questa settimana. Non vederti.
Staccare. - Sperava non gli chiedesse altro ma sapeva che sicuramente
l'avrebbe fatto.
Karim
stava per esplodere e non capiva precisamente quale fosse il
maledettissimo punto.
Cosa
gli prendeva?
-
Scappi da me? Guarda che nessuno ci obbliga a fare... - Alla fine non
l'avevano più fatto, era qualche giorno già... però si vedevano
sempre e si comportavano da più che amici. C'era davvero qualcosa di
diverso da prima ma Karim parlava ancora di José e lui non ce la
faceva più.
-
Nessuno mi obbliga ed io non scappo, ho solo bisogno di staccare da
te un po'... non è niente... - Voleva sminuire il tutto ma non era
certo di riuscirci, pensava gli stessero tremando gli occhi e Karim
li vide in effetti diventare lucidi.
Stava
male.
Gli
stava facendo male.
E
lo stava spingendo a scappare.
Non
sapeva perchè, non sapeva come, non sapeva cosa aveva sbagliato.
Dopo i dubbi non avevano più fatto sesso di nessun tipo, certo si
vedevano ma Karim stava bene con Gonzalo, lo trovava un confidente
perfetto e poi lo faceva ridere. Si distraeva. Qualche volta si
baciavano.
Karim
non tolse la mano e Gonzalo glielo chiese gentilmente, ovviamente non
fu accontentato e continuando a fissarlo insistente mentre l'altro
cercava di deviare il suo sguardo, disse:
-
Allora dovresti salutarmi come si deve... - Disse basso e suadente.
Si
rendeva conto da solo di essere un bastardo.
Gonzalo
stava dando i primi segni di cedimento in quel loro rapporto ma non
era capace. Non poteva proprio lasciarlo andare come si era
prefissato di fare nel caso sarebbe successo.
Quando
Gonzalo si chinò per baciarlo rassegnato, capì.
Lo
considerava una cosa sua.
Era
una cosa tipica, pensò. Considerare le persone sue. Era possessivo
con chi gli piaceva. Doveva dedurre che Gonzalo gli piacesse?
Intrecciò
la lingua nelle bocche unite ed aperte e si turbò.
In
che modo gli piaceva?
Gonzalo
non respirava più ed aveva i battiti accelerati.
Furono
dolci e quando Gonzalo turbato da ciò fece per separarsi, Karim lo
tirò per il braccio che gli aveva preso. Non ebbe scelta che
salirgli sopra a cavalcioni e mentre lui si distendeva continuando a
tenerlo con sé, nella bocca, le mani scendevano sulla schiena ad
alzargli la maglia.
Arrivata
alla testa gliela sfilò e smisero di baciarsi.
Era
chiaro cosa volesse fare e Gonzalo emozionato col battito a mille si
fermò ad osservarlo da quella posizione, le mani ai lati, sul letto,
la posizione a carponi per non toccarlo con una parte di sé. Non
voleva eppure era la cosa che desiderava di più.
Si
sarebbe fatto male.
Ma
Karim gli carezzò il viso e gli infilò un dito fra le labbra,
quando lo succhiò capì che sarebbe stato suo.