*Le cose ormai sono nella direzione più calda e da lì, una volta che ci entri, non ne esci. Può solo aumentare il livello della dose che di volta in volta servirà a Riky per stare bene, fino a che si farà delle ovvie domande su cosa ci sia dietro al piacere fisico fine a sé stesso. Per Cris è più difficile ammettere che ci possa essere del sentimento, infatti a livello sessuale non ha problemi ma se si tratta di parlare di altro, il discorso cambia. Buona lettura. Baci Akane* 

15. DOSI

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Ovviamente Cris aveva ragione ed ormai non potevo fare finta di non vederlo che era per quello. 
Due giorni dopo tornò da me a chiedermelo ed io, arrossendo, lo ammisi: 
- Credo tu abbia ragione. È sfogare quel mio lato in particolare che mi fa stare bene per un po’... solo che non è giusto, capisci? Per cui finché riesco a farne a meno cerco di tirare avanti e poi... - 
- E poi busserai alla mia porta? - Avvampai perché l’aveva detto malizioso, avvicinando la bocca al mio orecchio e la mano sul mio sedere. 
- E poi vedrò cosa fare... - Ma sapevamo di cosa si trattava, sapevamo cosa avrei fatto. 

E lo feci. 
Cris dovette solo sedersi sul ciglio del fiume ed aspettare il mio cadavere che passò puntuale qualche settimana dopo. 
Di volta in volta diventava sempre più breve il lasso di tempo che intercorreva fra una dose e l’altra, e di volta in volta lui aumentava il livello come se sapesse che non sarebbe bastata la stessa della volta precedente. 
Io e lui ormai eravamo compagni di stanza fissi nelle partite fuori casa, in casa dormivamo nel centro sportivo, la città del Real Madrid, dove ci si allenava, si pernottava e c’erano un sacco di cose utilissime come sale massaggi, piscine, svaghi e quant’altro. 
Ma lì ognuno aveva la propria camera, quindi non c’erano rischi a livello teorico. 
Una volta arrivai a bussare alla sua porta, di nuovo esasperato e con il pensiero fisso. 
Non mi rendevo conto di cosa stava diventando. 
Mi giustificavo in mille modi diversi, ma la verità me la disse lui con il suo solito modo poco edulcorato. 
Non so se se lo aspettava, però quando bussai mi sentivo un ladro e battevo le dita contro la coscia, nervoso a palla, mi guardavo intorno come se qualcuno vedendoci potesse capire chissà cosa. 
Il suo sguardo si illuminò di malizia e senza esitare, con le labbra piegate in un sorrisino maligno quasi, disse: 
- Sei venuto a reclamare la tua dose? È già finito l’effetto? - Spalancai gli occhi avvampando in crisi di nuovo mentre mi ficcava davanti ad una verità non scomoda ma terribile. Dove mi vedevo finalmente per un drogato di sesso. 
- Io non... non reclamo dosi, è solo che è di nuovo un periodo difficile, sono di nuovo nervoso e sento che se non corro ai ripari scoppia un casino di portata gigantesca e... - Cris ridacchiò prendendomi per il polso e tirandomi dentro senza farsi il minimo problema: 
- Fa nulla, vuol dire che alzeremo il livello. - E con questo mi lasciò lì indietreggiando in camera. Prima che la mia bocca potesse emettere suono, lui si stava già spogliando. 
Finora era stato lui a fare a me sesso orale, sia con mani che con la bocca, ma non aveva mai reclamato a parte un poco quella prima volta dove poi mi ero perso. 
In quel momento le cose cambiarono e realizzai quanto bello poteva essere darsi piacere a vicenda e non solo riceverlo. 
Dopo che si tolse i vestiti e che rimase nudo davanti a me, allungò una mano verso di me, io la guardai esitante ma la presi. Mi feci tirare verso di lui, a questo punto Cris mi sfiorò le labbra dolcemente e sensuale, poi mentre ero perso nelle nostre bocche che giocavano eroticamente, mi portò la mano sul suo inguine, si fece carezzare da me. Sussultai distratto, poi ritirai la bocca per guardare cosa gli stavo facendo e lui, sempre dolcemente ma in modo sicuro, mi fece camminare fino al letto, mi fece sedere e una volta lì si fermò davanti a me, al mio viso. Si toccò da solo ancora un po’ fino a che non puntò la sua erezione che iniziava ad indurirsi davanti al mio viso, sulla mia bocca. 
Non disse nulla, ma aprii e tirai fuori la lingua incapace di evitarlo. Cris appoggiò la punta sulla mia bocca.
Non era la prima volta che facevo sesso orale, ma con lui sì e fu strano, come se lo assaporassi consapevole. 
Lo leccai lentamente fino ad avvolgerlo, lo succhiai crescendo d’intensità, mentre lui immergeva le dita sui miei capelli folti spingendo col bacino contro la mia bocca e immaginai mentre lo faceva dentro di me, mentre mi possedeva stesi a letto. 
Mi eccitai un sacco immaginandolo e iniziai a toccarmi da solo mentre continuavo a pompare il suo. 
Cris si separò e continuò da solo venendomi davanti, ma non mi sporcò. Poco dopo era in ginocchio davanti a me, mi apriva le gambe e mi faceva la stessa cosa con impeto e desiderio facendomi venire. Di nuovo nella sua bocca. 
Io in quel momento seguendo un impulso indomabile dei miei gli presi la mano sporca del suo seme e gliela leccai. Aveva un sapore amarognolo e sulla lingua era denso e strano. Ma quando sei così su di giri, così eccitato, pensi poco e capisci ancora meno. 
È solo che cerchi quella dose mentre alzi il livello e prima che te ne accorga, stai venendo sul corpo splendido della stessa persona che ti fa avere un sacco di orgasmi. 

Cris una volta fece questo gioco con me, dicendo di venirci sui nostri corpi nudi. Lui iniziò poi leccandomi ed io feci lo stesso e dopo poco ricominciammo. 

Presto non sarebbe bastato, presto il sesso orale non sarebbe stato sufficiente e quando realizzai che lo stavamo facendo quasi ad ogni occasione in cui dormivamo fuori casa, capii che sarei finito anche a fare tutto il resto, che ormai mancava davvero poco visto che ormai Cris passava anche il tempo a leccarmi dietro e farmi morire nel tormentare la mia apertura. Infilava la lingua, leccava e poi andava dentro con le dita, prima una e poi anche due fino a che mi dilatava. E giocava dicendo che si capiva che non ero vergine, perché...
- Il tuo buco aspetta impaziente di ricevere ancora il cazzo, sai? Si ricorda che gli piaceva... - A lui piaceva giocare con le parole e a me piaceva quando lo faceva, era volgare ed osceno, io non ci riuscivo ma mi eccitavo da matti tanto che una volta di quelle, quando era immerso dietro di me ed io a carponi sporto tutto verso di lui coi glutei, dopo aver sentito le sue volgarità, glielo chiesi io. 
- Ti prego, entra... - Mormorai al limite estremo. Non ero ancora venuto, mi aveva tirato scemo in tutti i modi fermandosi sempre al limite ed ancora non mi aveva fatto venire, così non resistendo e ricordando quanto bello era davvero fare sesso completo, probabilmente anche strafatto di lui e di piacere, completamente fuori di me, lo chiesi. 
- Davvero? - Chiese baciandomi le natiche che aveva fra le mani e stringeva. 
- Ti prego, vieni che non ce la faccio più ormai... - Supplicai gemendo mentre mi mordicchiavo il braccio. 
- Vuoi che ti scopo del tutto? - Chiedeva ancora volgare per istigarmi. 
- Sì scopami ti prego. - Era la prima volta che ero volgare anche io ma davvero non resistevo. 
- Vuoi il mio cazzo dentro? - Mi diceva contro la pelle della schiena, inarcata. I brividi mi facevano morire. 
- Sì, voglio il tuo cazzo dentro, ti prego Cris... - Alla fine si decise anche perché pure per lui sentirmi implorare così era deleterio. 
Mi prese per i fianchi e con una spinta sola era già dentro, duro ed eccitato, io super pronto, dilatato e lubrificato. 
Fu facile, fu come se i nostri corpi non desiderassero altro da secoli.
Quella volta fu devastante, mentre realizzavo che io e Cris stavamo facendo sesso completo, io ero totalmente preso da lui e sapevo di non poter più smettere. Lo chiamavo e chiedevo più forte e più lo facevo, più lui spingeva forte. 
Affondò meravigliosamente, venni prima io, poi lui e fu una prima volta fantastica. Forse quell’alzare il livello piano piano aveva permesso ai nostri corpi di conoscerci meglio, di sapere cosa e come ci piaceva, di abituarci e di volerlo. 
Non sapevo bene, ma fu la cosa più piacevole che avevo mai fatto, sebbene di sesso splendido con Andry ne avevo fatto, ma era diverso, c’erano stati sentimenti. Quello con Cris era stato solo sesso, una dipendenza fisica, una nuova frontiera. Era quello che Cris aveva sempre fatto. Sesso senza sentimenti. 
Mentre ci svuotavamo e ci accasciavamo uno sull’altro baciandoci, sapevo che non avrei mai potuto farne a meno, non più. Capivo che non ci poteva essere un modo per smettere. 

La partita, il giorno di riposo, di nuovo allenamenti a Madrid. 
Tale fu l’attesa durante la quale Cris non mi toccò e non mi sfiorò facendo finta quasi di ignorarmi. Solitamente mi serviva un po’ per ‘godermi l’effetto’ e stare bene con gli altri. 
Ma lì la cosa fu pazzesca perché dopo gli allenamenti regolari rimasi con lui in campo di proposito per gli esercizi che di solito faceva da solo, quando mi vide rimanere lì lui capì e malizioso mi venne dietro per sussurrarmi all’orecchio: 
- Ti serve di nuovo una dose? - Lui scherzava dicendo che quello che mi dava era droga, ma era vero perché l’effetto era lo stesso. 
Mi succhiai il labbro pregustando tutto. 
- Non ti va? - Chiesi io malizioso. Stavo cambiando, ma forse stavo solo scoprendo nuovi lati di me che non immaginavo di avere. 
O forse non sapevo, ma in quel momento contava poco. 
- Lo sai che non vedo l’ora. - Rispose sempre contro il mio orecchio che leccò. 
Rabbrividii e fu una tortura allenarmi con lui perché non eravamo completamente soli, girava qualcuno fra chi sistemava il campo e faceva le pulizia, così dovemmo allenarci in modo molto normale, fino a che, finalmente, stuzzicati dai mille strofinamenti perché giocavamo a marcarci e superarci con la palla, una volta varcata la soglia fui io a saltargli addosso. 
Sentii la porta dello spogliatoio chiudersi, vidi che non c’era nessuno e lo presi per la maglietta, gliela tolsi, lo spinsi seduto su una panchina, mi tolsi la mia maglietta, shorts e slip sportivi, mi sedetti su di lui a cavalcioni e mentre lo baciavo con una passione assurda fino a toglierci il fiato, trafficavo nel suo inguine. Glielo tirai fuori e mi sedetti sopra in modo da infilarmelo dentro. A quel punto, a freddo e senza preparazione, sentii la lacerazione che mi trasmise dei violentissimi brividi confusi nel cervello, li sentii partire dalla nuca, intorpidirmi tutto e andare lungo la schiena e poi nel mio inguine che si eccitò.
Cris era già duro, mi prese per i fianchi e stringendo iniziò a muovermi mentre io stesso mi alzavo ed abbassavo su di lui per sentirlo più in profondità. 
Ci succhiammo le lingue fino a che i gemiti riempirono completamente lo spogliatoio, avvolsi la sua testa con le braccia, avevo bisogno di inglobarlo, di sentirlo con una disperazione assurda. 
Poi venimmo insieme, sporcandoci. La dose era arrivata, ma ormai stava andando tutto fuori dal nostro controllo. Sentivo che a momenti non avremmo più potuto gestire le cose, ma sapevo anche di non poterne fare a meno, non più, non un solo giorno. 

- Cris, che stiamo facendo? - Chiesi una notte dopo averlo fatto con un impeto davvero assurdo e quella volta su un letto. Il suo, quello di casa, perché non soddisfatto ero andato a cercarlo a casa la sera dando a Carol una scusa. Quello poteva essere una specie di limite in effetti.
- Sesso selvaggio? - Disse lui scherzando. Io risi allentando la tensione. 
- Quello l’avevo notato... intendevo... io sto benissimo con te...  - 
- Ed io ho notato quello... due volte oggi... - Rispose sempre ironico perché se non era scemo non era contento. Risi ancora e gli pizzicai il capezzolo. 
- Smettila e fai il serio. Io intendo che sto bene con te non solo a letto. Sto bene sempre. Non facciamo solo sesso. Ci divertiamo molto insieme, ci confidiamo, ci aiutiamo in campo, ci difendiamo dagli imbecilli... - 
- Più tu lo fai quello perché nessuno ti dà mai contro... - Cris aveva sempre qualcuno che lo criticava, non nella squadra per fortuna, anzi, però in giro, magari fra i media e cose del genere. 
L’anno stava arrivando alla conclusione, il giorno dopo ci sarebbe stata una conferenza solenne per i giocatori che avrebbero partecipato al mondiale, insomma la stagione stava finendo e noi avevamo fatto così tutto l’anno, così era normale tirare le fila a quel punto, mentre pensavo a cosa avrei detto il giorno dopo ai media. 
- Faccio solo quello che mi sembra giusto... la gente ti critica perché non ti conosce bene e poi ha bisogno di vendere notizie e tu sei così scemo che ne fai molte! - Lo presi un po’ in giro per sdrammatizzare al suo posto, Cris rise e mi morsicò la spalla senza farmi male. Rotolammo un po’ sul letto giocando per poi rimetterci stesi comodi ed abbracciati. 
- Insomma, che stiamo facendo, Cris? - 
- Stiamo bene insieme, facciamo quello che ci va senza fare scandali e ferire gente che non c’entra. - Perché sapeva che per me quello era davvero importante, ormai era la sola cosa rimasta visto che non potevo consacrarmi a Carol perché non ci ero mai stato, consacrato a lei. La situazione era così contorta che mi dicevo che rimaneva solo questo. Un’atmosfera sana e serena intorno a me e per la mia famiglia. Cris non sindacava mai su quello e stava alle mie regole di segretezza, anche se stavo diventando davvero tanto incosciente ormai. Addirittura cercarlo a casa sua, santo cielo eravamo vicini di casa, poteva essere davvero rischioso. 
- Ho paura di perdere il controllo, ho paura che stia diventando più che piacere e soddisfazione fisica... io non so se è una dipendenza sessuale quella che ci lega. Ci siamo detti questo e ci siamo giustificati così, per poterlo fare, ma... - 
- Tu piuttosto come pensi di fare per il ginocchio al mondiale? Credi davvero di poterci andare? - Cris aveva di nuovo cambiato discorso. Il mio ginocchio lo preoccupava perché era messo abbastanza male, ma siccome c’era il mondiale in Sudafrica e ci tenevo, avevo deciso di resistere. 
- Ne ho parlato con coach e medici ed abbiamo deciso che farò le infiltrazioni e poi mi opererò dopo. So che è la strada più suicida, però dovrebbe essere il mio ultimo mondiale verosimilmente e ci tengo ad esserci, anche se non al mio massimo. - quando prendevo certe decisioni non tornavo indietro. 
- Non sono tanto d’accordo ma capisco il motivo e che per te è importante questo mondiale. Spero solo che ne valga la pena, perché poi starai fuori dal campo per dei mesi, sei pronto a questo, sai cosa significa? - Si riferiva al fatto che l’ultima volta, per un mese e mezzo, ero andato in crisi esistenziale, però poi da quella ne era uscito qualcosa di buono.
Poteva definirsi buono quello che avevamo? 
Ancora una volta Cris mi aveva deviato, me ne ero accorto e un po’ l’avevo assecondato capendo che non sapeva cosa rispondere e che era lui quello non pronto ad affrontare la situazione.
Probabilmente finchè si trattava di sesso andava bene, quando c’era altro no. In quel caso poteva cambiare tutto davvero, perché non tutti sono disposti a mettere un rapporto su un altro piano. Avevo paura di ritrovarmi come quella volta con Andry, però ormai c’ero dentro e me ne rendevo conto benissimo. Non l’avevo cercata ma per non impazzire avevo fatto quello che avevo dovuto, poi avevo perso il controllo ed ora ero lì fra le sue braccia a scaldarmi al tepore del suo petto muscoloso che mi faceva sentire sicuro. 
A volte le cose vanno da sole, a volte c’è una strada e finisci lì comunque anche se non vuoi. A volte puoi lottare, ma non serve a nulla.
A volte devi solo arrenderti. 
Io ormai di errori ne avevo fatti, innamorarmi di lui poteva solo alleggerire un po’ il peso che mi gravava sulle spalle, perché se è per amore molte cose sono concesse, l’amore è sopra ogni cosa, non conta nulla davanti a quello. 
Per cui l’amore va bene, è peggio se lo fai solo per uno sfogo fisico come avevo fatto fino ad ora. Vedevo quel sentimento come un salvagente enorme, ma non volevo aggrapparmici per sistemare almeno un pochino la mia coscienza. Volevo essere sicuro che fosse tutto autentico, per cui decisi di non insistere quella volta con Cris e di lasciare che le cose si evolvessero da sole in modo naturale. Com’era stato fino a quel momento.