NOTE:
il seguito diretto di Conseguenze, sempre nella serie di fic chiamata
Un giro su Karim. Lì Karim ha una specie di fila di persone che ha
provato o che vuole provare o riprovare la sua dote speciale che ha a
che fare con quello che ha fra le gambe. E prima arriva Marco, così una
cosa veloce veloce. Poi Lucas. E lui si incasina di brutto perché
nonostante stia con Toni non lo fa una volta, ma ben due. E così siamo
al dunque col povero tedesco maltrattato (da me!). Buona lettura. Baci
Akane
NON PROPRIO INDOLORE
Non avrebbe voluto arrivare a tanto, ma non potevano di certo andare avanti così.
Lucas lo sapeva che per lasciarsi bisognava come minimo parlare se non addirittura litigare.
Lasciò correre qualche
giorno mentre tentò di fare il bravo con Karim più per una questione di
‘sistemare la cosa di Toni’ piuttosto che impedirsi di legarsi troppo a
quello fobico dei legami.
“E poi Karim e Toni
sono due cose separate. Insomma, è Toni che ha un problema con me e non
me lo dice. E sono io che non riesco a non farmi infilare da Karim. Per
cui va bene, ci serve una pausa magari, per rivalutare ciò che proviamo
e vogliamo. Però sarà normale dirselo, no?”
Lucas era di quelli che
parlava sempre in ogni situazione, non poteva di certo starsene zitto e
passivo a subire gli eventi e per i suoi canoni ci era rimasto già
troppo buono buono a cuccia.
Così quando quel giorno esplose, fu per l’ennesimo mugugno indifferente di Toni alla sua continua richiesta ‘dobbiamo parlare’.
- Senti, non è
possibile lasciarsi senza nemmeno parlarne! - Sbottò esasperato Lucas
dopo aver preso Toni in corridoio dopo gli allenamenti.
L’aveva preceduto
correndo e l’aveva fermato prima di farlo entrare negli spogliatoi e
così mani ai fianchi ed aria battagliera, erano lì a parlarne.
Era ora, non si poteva fare a meno.
Toni lo guardò restio e imbronciato, lo nullificò con lo sguardo per poi alzare il mento.
- Non capisco cosa ci sia da dire. - Tutto lì.
Toni dopo di questo
cercò di superarlo ma Lucas sbatté la mano sul muro davanti a lui per
fermarlo bruscamente. Questo fece spaventare Toni per un momento e lo
guardò meravigliato di quel suo scoppio.
- Ho sbagliato,
evidentemente c’è qualcosa che non va ed ora che ti piaccia o no ne
parliamo! Perché non è normale lasciarsi senza dirselo nemmeno! - Lucas
non era interessato a farsi sentire o meno dagli altri, ma per fortuna
in quel momento in corridoio non c’era nessuno o forse nello
spogliatoio erano tutti pigiati contro la porta a sentire, visto che
non erano molto distanti.
Toni non voleva
parlarne, si vedeva che preferiva estirparsi un rene a freddo
piuttosto, Lucas lo capiva e si odiava per quello che stava succedendo
perché Toni era un buono e non era giusto che soffrisse, ma le cose
erano andate così. Non sapeva nemmeno quando.
- Davvero Lucas, non
c’è niente da dire. Non hai nemmeno voluto nasconderlo, per cui
evidentemente non vedevi l’ora di scaricarmi. Sei tu che hai scelto
questa modalità, non io. - Lucas voleva esultare perché finalmente
parlava, gli indicò il bagno di servizio in fondo ma Toni scosse la
testa e rimase piantato dove era, duro e rigido. Così sospirò e si
strofinò il viso sentendo una disperazione uscire. Non era facile, per
niente. E farlo così poi ancora meno.
- Non so cosa sia
successo, sono andato in... - Stava cercando una spiegazione
impossibile da accettare per chiunque, a maggior ragione da lui. -
Quando ci si tradisce non c’è un modo migliore od uno peggiore. È
sempre brutto e non ho giustificazioni. L’ho fatto e basta. - Decise di
buttare tutto giù nella speranza di poter almeno ricavare un rapporto
civile con lui.
Toni rimase duro davanti a lui, a non accettare ancora alcuna parola.
- Potevi almeno
lasciarmi prima di farlo. Potevi parlare tu per primo. - Ovviamente
prima di tradirlo. Lucas sapeva che aveva ragione, aveva sbagliato lui
per primo, ma ugualmente:
- E tu non provi il
desiderio di insultarmi e maledirmi e gridarmi contro? - Chiese
esterrefatto senza capire quel suo lato che fino a quel momento l’aveva
solo reso bizzarro e non anomalo.
Toni si strinse nelle spalle capendo di essere di nuovo lui quello fuori posto, com’era sempre stato in tutta la sua vita.
- È il mio modo di
fare. - Disse semplicemente. - Ho capito che tu non mi volevi più e non
ti eri nemmeno degnato di dirmelo prima, me l’hai fatto capire così ed
io l’ho accettato, mi sono abbassato al tuo livello. - Lucas strinse le
labbra depresso e scosse la testa.
- Non lo capisco. Io
proverei una voglia di spaccare la faccia a chi mi ha fatto questo. -
Toni alzò le spalle facendo scivolare via la maschera.
- Non provo niente di
tutto questo. - Poi abbassò lo sguardo rendendosene conto da solo,
stupito. - Non so nemmeno cosa provo. - Lucas provò l’istinto di
abbracciarlo, ma poi qualcosa si ribellò in lui come al solito. Scosse
il capo e fece un passo indietro sentendosi montare di nuovo.
- Forse è questo che è
successo. Non sai cosa provi, non sai dimostrarlo, non sai farmelo
sentire. Forse se imparassi ad esternare almeno un po’ quel che provi,
a capire cosa provi. Forse anzi... forse dovresti iniziare a provare
qualcosa... pensavo che tu provassi ma che non sapessi dimostrarlo, ma
mi viene il dubbio che in realtà non provassi proprio niente e che
semplicemente ti sei lasciato trasportare perché sì, proprio come ora
che hai accettato la cosa perché sì. Io... io penso che davvero ci
serva un momento per capire cosa vogliamo e se proviamo qualcosa. -
Lucas era stato duro ma
si sentiva esasperato da quella situazione sviluppatasi per caso e per
colpa sua. Sapeva che Toni non aveva colpe, ma era anche vero che non
ci aveva pensato un secondo ad andare con Karim.
Se fosse stato sicuro ed innamorato, dubitava che avrebbe fatto tutto quanto.
Un pompino od una sega
era una cosa a parte. Discutibile, ma per gli uomini più una questione
di sfoghi fisici senza significato. Ma il sesso completo, due volte per
di più... Lucas non aveva proprio esitato.
Sicuramente qualcosa fra lui e Toni non andava.
Toni non disse nulla,
non seppe di nuovo cosa dire, così Lucas scosse la testa ed andò dritto
evitando gli spogliatoi di proposito, non potendo subire gli sguardi
compassionevoli o curiosi di nessuno.
Si ritrovò a camminare
quasi a caso per un paio di minuti interminabili, prima di accorgersi
di essere sconvolto e probabilmente di stare anche male.
Quando entrò in palestra pensava solo di fare un po’ di macchine per sfogarsi e tornare in sé.
Non sapeva se voleva
piangere, gridare, parlare o implodere. Non sapeva cosa voleva e non
sapeva che tipo di relazione era stata quella con Toni.
All’inizio era stata
una sfida con sé stesso. Arrivare al muro e superarlo e ci era riuscito
o per lo meno si era illuso, ma evidentemente non era andata come
pensava.
Mosse alcuni passi
nella palestra messa a disposizione dal circolo sportivo che li
ospitava per poi rendersi conto che non era solo.
Un macchinario era in
movimento, si avvicinò al rumore e rimase allibito nel vedere proprio
Karim fare piegamenti delle gambe appeso per le braccia alla sbarra.
Per un momento i
muscoli tonici e gonfi dei suoi bicipiti che guizzavano in concomitanza
con quelli di tutto il corpo, lo sconnessero.
Inghiottì a vuoto e si fermò rendendosi conto che anche in una situazione così riusciva a desiderarlo molto lo stesso.
“Lo vedi che ho qualcosa che non va?”
Poi si corresse.
“Lo vedi che forse non abbiamo mai provato quello che pensavamo uno per l’altro?”
Karim continuò con la
musica alle orecchie a fare quei movimenti con le gambe prima da un
lato e poi dall’altro, lo trovava erotico e perfetto specie se
ricoperto dal sudore, la pelle lucida che lo invitava a strusciare le
mani su di essa.
Lo guardò in viso e si
morse il labbro, quando incrociò i suoi occhi Karim si fermò e lui si
avvicinò imbambolato non sapendo come comportarsi.
Non era il momento di incrociare il suo cammino con Karim e non sapeva nemmeno controllare la propria mimica facciale.
Si stava mettendo
totalmente in discussione, al momento. Lui e quel che aveva provato per
Toni, quel che ci aveva fatto, il motivo. Tutto.
E approcciarsi a Karim
proprio in quel momento non era l’ideale. Però scappare era da bambini,
così provò a sorridere e a fare finta di nulla, ma quando Karim si
tolse gli auricolari scendendo dalla sbarra, gli andò incontro
ansimando leggermente per l’esercizio appena concluso.
Si fermò davanti a lui
e gli toccò il mento con la nocca dell’indice piegato, gli diede un
colpetto amichevole e sorrise indecifrabile. A Lucas venne un tuffo
allo stomaco.
- Finalmente ci hai litigato. - Commentò solamente.
Lucas andò brevemente nel panico e lo dimostrò spalancando gli occhi. Non voleva minimamente parlarne, specie con lui.
E Karim indicando col capo le sbarre dove era lui prima, disse solamente:
- Vuoi provare? - Lucas
lo guardò senza capire se avesse capito bene, Karim così si mise in
posizione dietro le sbarre orizzontali ad una certa altezza da terra e
gli indicò col capo di raggiungerlo.
Un cenno, come sempre.
E lui correva.
“Sto andando proprio male.”
Pensò mentre si rendeva
conto di essersi appena lasciato col proprio ragazzo ed essere corso
fra le braccia dell’amante. Non che Karim fosse l’amante di qualcuno.
Karim non era l’amante di nessuno.
Però ci andò, Karim lo
girò di spalle rispetto a sé, gli prese i polsi e gli mise le mani
sulle sbarre a cui arrivava a stento, poi lo prese per la vita e lo
issò.
- Aggrappati bene. - Ordinò.
Lucas strinse la presa
sulla sbarra mentre si sentiva andare a fuoco per le sue mani alla
vita, mani che rimasero solo più leggere, allentò la presa e si mise di
lato, gli scivolò con una sul sedere e l’altra sotto le gambe che gli
sollevò in un angolo di novanta gradi perfetto.
Lucas tenne la posizione mentre si sentiva percorrere da delle scariche elettriche tremende.
Karim tornò dietro di lui e prendendolo per i fianchi iniziò a rotearlo.
- Adesso devi muoverle
da un lato e dall’altro tirando ogni muscolo del tuo corpo. Tutti o ti
staccherai le spalle. - Lucas eseguì ma subito si rese conto di quanto
era difficile a partire dal fatto che lui gli stava dietro e lo
toccava.
- OPPORCAPUTTANA MA
COME FAI A FARLO COSÍ? LO FAI SEMBRARE FACILE! - Strillò spontaneo,
Karim rise e lo lasciò, questo fu anche peggio perché per poco non
cadde, ma Karim gli indicò le mani.
- Saldo lì sopra! -
Lucas voleva scendere, calò le gambe ma Karim davanti a lui gli prese
le caviglie ed iniziò a muovergliele lui da un lato e dall’altro.
- Dai, non mollare. -
Così era di nuovo complicato rimanere appeso a fare la scimmia, il suo
tocco era erotico nonostante non facesse nulla e da un lato era
sconvolto dal fatto che non volesse parlare di quello che era successo
con Toni, dall’altro ne era felice.
I due finirono per guardarsi negli occhi in silenzio nonostante lo sforzo notevole di Lucas di rimanere appeso.
Poi come sempre fu
Karim a gestire la situazione e aprendogli le gambe sempre tenendole
per le caviglie, si mise in mezzo e gliele fece avvolgere intorno alla
propria vita.
Lucas trattenne il
fiato con la bocca schiusa ma eseguì senza lamentarsi, poi le mani di
Karim arrivarono alla vita sostenendolo, scivolarono sul sedere e
strinsero come per farlo suo.
Lucas si sentì di nuovo
eccitare e solo quando le loro labbra si stavano per sfiorare e
baciare, entrambe aperte ed in attesa, lo capì.
“Ho proprio qualcosa che non va, sono una persona orribile. Non dovevo aprire questo coperchio, non avrei mai mai dovuto.”
Pensandolo lasciò le
mani dalla sbarra, avvolse Karim con le braccia e scoppiò a piangere
nascondendo il viso contro il suo collo.
Karim, spiazzato dalle
sue lacrime che da lui di sicuro non si sarebbe mai aspettato, lasciò
perdere il sesso che pensava di fare e lo strinse a sé sostenendolo.
Come se fosse una
piccola tenera scimmietta lo portò sul lettino basso del bilanciere e
si sedette con lui avvinghiato addosso, poi lo abbracciò e gli carezzò
silenzioso la nuca.
Non disse niente, lo
fece piangere e non fece domande. Rimasero fermi così per un tempo
infinito, poi quando Lucas esaurì le lacrime, semplicemente si staccò e
si pulì il viso nel collo della propria maglietta già sudata per gli
allenamenti di prima in campo.
Karim gli prese il viso fra le mani, era tutto rosso e gli occhi gonfi di lacrime, sorrise dolcemente e lo carezzò.
- Passerà. - Lucas annuì non sapendo ancora come sentirsi.
- Adesso sono solo confuso. Su Toni e... - Karim scosse la testa e gli mise un dito sulla bocca sicuro e delicato insieme.
- Non voglio sapere
niente, davvero. Ma se hai bisogno di qualcosa, ci sono. - Lucas lo
guardò meravigliato ed ammaliato nei suoi bellissimi occhi neri e
profondi, poi appoggiò sfinito la fronte alla sua.
- Stai con me stanotte. - E Karim lo fece.
Ma non fecero sesso, non ci fu niente di sessuale.
Lucas crollò sul suo letto addormentato, sfinito emotivamente e mentalmente ed anche fisicamente.
Karim gli dormì solo
accanto, lasciando che poi nel dormire gli si aggrappasse addosso come
un koala. Lo tenne con sé e basta, senza dire nulla né prima né dopo.
Il giorno successivo, Lucas sorrideva ancora.
Non sarebbe stato di
certo veloce e facile, ma evidentemente era ora di essere onesti con sé
stessi ed iniziare non era mai facile, ma da qualche parte si doveva.