*Eccoci qua, in questo nuovo capitolo vediamo l'ultima notte da compagni di squadra di Riky e Cris, non poteva essere una cosa felice e nemmeno semplicemente erotica. Serviva qualcosa di adeguato al momento che stanno passando perchè anche se non si lasciano e si vedranno, sarà diverso, sarà più difficile. Da che vivi in simbiosi con qualcuno per 4 anni e lo vedi sempre in ogni campo della tua vita, a che improvvisamente devi prendere un aereo e ti devi accontentare delle foto e dei momenti liberi e della sua voce per telefono, beh, la cosa fa male a chiunque.
Comunque in questi ultimi tempi (parlo di qualche mese) Cris ha sempre questi 2 braccialetti fissi al polso, è raro che li tolga e se non li ha entrambi ne ha uno per volta. Mentre, sempre in questi ultimi mesi, Riky ha un altro anello all'anulare sinistro. La sua fede è diversa, è una fede d'oro semplice. Per cui questo anello non è la sua fede e ce l'ha da qualche mesetto, anche lui molto spesso, quante più volte può. La mia testa non può non pensare che sono delle promesse e che non si sono fatti i regali uguali per non essere sgamati (come chi segue il bennoda sa che è avvenuto). Anche perchè il periodo in cui sono spuntati è lo stesso. La mia ipotesi è che uno dei due bracciali è un regalo di Riky a Cris per un compleanno, mentre l'altro bracciale è un regalo da anniversario nella cui stessa occasione Cris ha fatto il famoso anello a Riky. E si sono scambiati dolci promesse d'amore sposandosi in privato fra di loro! Se non è realtà prendetela per un retroscena da fic. Ci sono ancora due capitoli e poi questa mini fic è finita, però vi avverto che ho cominciato un 'Real Milan', tipo Intrecci, Casini e Deliri Milanisti unito a tutte le miliardi di fic sul Real che ho fatto. Insomma, LA STORIA da qui in poi. E prenderà anche tutti i coprotagonisti dei due divi.
Da cosa ho preso per scrivere questo capitolo? Il momento notturno in cui Riky dice il suo fatidico 'sì' a Galliani è un retroscena raccontato da loro due in conferenza. Ovviamente io ci ho messo le mie logiche conclusioni. E' vero che è successo a quell'ora della notte.
Il prossimo capitolo vedrà il mattino ed i saluti, non estremi ma in un certo senso sì. Lo metto sabato. Buona lettura. Baci Akane*

CAPITOLO III:

L'ULTIMA NOTTE



Salutarli fu più difficile del previsto ma alla fine ci riuscì.
Una volta andati via, Riky e Cris rimasero lì. Non si prendeva le valige perchè tanto andava in fretta solo per le visite mediche e per firmare, sarebbe tornato la sera stessa dopo cena per impacchettare casa e prendersi tutto.
A Milano aveva mantenuto la sua vecchia casa, aveva sempre sperato di tornare. Come ci potevano essere dubbi su cosa avesse voluto davvero?
Suo padre l'aveva avvertito sul tardi che per lui andava bene, che avevano trovato l'accordo e glielo aveva detto, comunque il sì finale spettava a Riky.
Erano le 2.30 di notte quando Riky si decise a chiamare, aveva voluto finire la serata coi suoi amici e poi essere solo e tranquillo, solo a quel punto si era reso conto di quanto tardi fosse.
Chiamato Galliani per cinque volte senza successo, si ritrovò ad un certo punto la voce di un altro uomo dall'altra parte della linea.
Riky aveva guardato male il cellulare e Cris aveva guardato speranzoso Riky. Magari Galliani ci aveva ripensato.
L'uomo, che di certo non era Galliani ma che rispondeva al suo telefono a quell'ora della notte, chiese se fosse urgente o se potesse aspettare l'indomani mattina. Riky, shockato da quanto aveva scoperto, disse che poteva aspettare l'indomani mattina.
Sapeva che il jet del dirigente sarebbe partito alle 10 dall'aeroporto. Sarebbe arrivato là alle 9 e gli avrebbe chiesto se aveva un posto per lui. Sarebbe stato anche uno scherzo divertente.
Messo giù, guardò Cris sconvolto, a bocca spalancata e non solo aperta e l'aria di chi ha appena appreso come nascono i bambini.
-Che è successo? Ti ha detto picche? - Chiese Cris speranzoso. Riky scosse il capo.
-Ha risposto un altro uomo. Che non conosco. -
Cris si fermò, alzò un sopracciglio e fece mente locale.
-Beh, ha un compagno... - Riky divenne grigio.
-Ma hai presente Galliani? -
Solo a quel punto si ricordò di che viso avesse.
-Zio Fester! - Esclamò Cris. Riky annuì ancora shockato.
-Ecco perchè non si è mai sposato! -
-E' gay! -
-Ha un compagno! -
A quel punto Riky lo realizzò fino in fondo e inorridito si mise la mano sulla bocca.
-Oh mio Dio, stavano facendo sesso! -
A Cris vennero i conati di vomito ad immaginare zio Fester e Lurch a fare sesso -per una strana associazione di idee- e Riky rimase senza parole, incapace di riattivarsi, a fissare il telefono mentre Cris fissava lui.
Dopo un paio di minuti il telefono tornò a squillare e Riky lo fissò come se fosse un alieno mutaforma.
-E' lui... - Mormorò spaventato. Cris voleva buttare il telefono fuori dalla finestra, ma sapeva che non sarebbe servito.
-Rispondi, dai! -
Riky prese un profondo respiro e rispose.
Era Galliani e Riky non sapeva se trovare sollievo od essere ancor più imbarazzato.
-Riky, se mi chiami a quest'ora puoi trovare sorprese sgradevoli! -
-Credimi, non dimenticherò mai più la lezione! Scusa comunque. - Troppo chiaro di cosa si trattava.
-Allora... è la risposta, immagino... - Riky scosse il capo, prese respiro e si rese conto che stava per dare uno dei 'sì' più importanti della sua vita.
Guardò Cris davanti a lui seduto sul letto, sorrise con dolcezza e poi con convinzione e gioia rispose.
-La risposta è sì! Accetto! Sono di nuovo a casa, zio! -
Ormai fra i giocatori affezionati al Milan, chiamavano Galliano zio proprio perchè ricordava Zio Fester. Era comunque molto legato a loro anche se a volte doveva fare il suo lavoro, il più delle volte una parte ingrata. Ma c'erano momenti come questi che era davvero bello. Sorprendentemente bello, in effetti.
Riportare a casa una delle migliori persone mai avute nelle proprie fila.
Non da un punto di vista calcistico -si sapeva che a 31 anni dopo 4 anni di infortuni e poche partite un campione non era più tale- ma da un punto di vista umano. Nessuno era mai stato tanto buono e puro come Riky, pieno di valori e principi sani, una persona squisita che tanto poteva dare agli altri, ma non come calciatore bensì come guida, come amico, come idolo per i giovani. A quella squadra, la squadra che aveva ora, mancava qualcosa e non era una serie di qualità tecniche. Era l'umiltà. Per quello era sempre restio a dar via Allegri, per quanto in certi casi non fosse all'altezza, era umile e dava importanza al gruppo e alla tranquillità mentale ma soprattutto dava fiducia e spazio a tutti, anche a chi non lo meritava.
Galliani quindi pensò che più che un calciatore prendeva un esempio umano che sperava avrebbe portato al gruppo l'unica cosa che mancava e che non in tutti era innata, ma che con un piccolo aiuto si poteva apprendere.
“Del resto guarda cosa ha fatto a Ronaldo... quando era arrivato era la persona meno seria del pianeta ed adesso guarda... l'influenza di Riky gli ha fatto benissimo. Farà la stessa cosa ai nostri. Il resto non conta!”
-Bentornato Riccardino! - Disse contento tornando al soprannome con cui lo chiamava sempre.
A Riky era mancato anche quello. Tutto. Ogni cosa.
Sarebbe stato diverso, perchè era andato via che era poco più che un bambino e lo chiamavano il Bambino D'Oro, ora tornava con un calo di prestazione innegabile ma con esperienza e maturità. Doveva essere una guida, ora. Quella volta la sua guida erano stati Sheva e Pippo. Ora sarebbe stato lui un Sheva ed un Pippo per altri di loro, giovani in gamba come Stephan e perchè no, persino Mario il quale era un gradino sopra gli altri ma che poteva ancora imparare qualcosa.
Quando mise già gli occhi gli brillavano e vide che anche quelli di Cris brillavano. Ma dalla tristezza. Era andata davvero. Ci aveva un po' sperato. Fino all'ultimo.
Però quell'ultima serata così insieme era stata terapeutica, passarla completamente solo con Riky sarebbe stato peggio, si era distratto ed era stato affrontabile. Gli avevano regalato un cagnolino che gli avrebbe ricordato per sempre quei 4 anni lì e lui gli aveva fatto un super regalo grandemente utile per i loro appuntamenti erotici a distanza. E si erano divertiti perchè con Marcelo e Pepe non potevi non divertirti.
Finchè non sarebbe andato, finchè non avessero superato lo scoglio, non sarebbe finito quel continuo senso di oppressione. A volte lo sopportava ma altre era infernale.
Altre come ora.
Stavano ancora guardandosi, ora entrambi seri con un dispiacere sempre più palpabile ed inevitabile.
A distrarli l'sms di Roby, gli aveva detto di scrivergli la risposta definitiva a qualunque ora sarebbe stata.
Così, dopo la chiamata con Galliani, aveva scritto a Roby 'E' fatta, domani torno!'
Lui aveva risposto immediatamente rivelando che l'aspettava sveglio.
'So che tromberai di meno ma il tuo culo ti ringrazierà! Almeno non rischi più la pubalgia!'
Riky aveva sorriso.
'Quanto sei scemo, non viene per quello la pubalgia!'
'No ma contribuisce!'
Sentendolo ridere, Cris aveva alzato lo sguardo incuriosito dopo averlo distolto infastidito, Riky così gli aveva letto i messaggi.
Cris accennò ad un piccolo sorriso ma non fu niente di speciale, di solito si beccava con Roby perchè lo trovava divertente.
Quando non disse nulla ma si limitò ad andare in camera, Riky sospirò, chiuse il telefono e lo raggiunse.
Era seduto sul letto di schiena rispetto a lui, dall'altra parte del letto. Una situazione analoga a quando ne avevano parlato la prima volta quindici giorni prima.
- Beh, dovrò tornare, faccio quello che devo e poi la sera stessa prendo l'aereo, per mezzanotte circa sarò di ritorno. Galliani mi impresta il suo jet, non avevo mai avuto bisogno di uno prima d'ora ma mi sa che me ne prenderò uno anche io, che ne pensi? È così comodo... parti quando vuoi, torni quando vuoi, viaggi in pochissimo tempo... tu ne hai uno, no? - Riky cercava di tirarlo un po' su ma era da giorni che ci provava, sembrava riuscirci ma poi lo vedeva incupirsi e sospirare. Cris non riusciva a muoversi e a girarsi, aveva finito la forza di reagire?
A Riky si strinse il cuore.
- Sì ce l'ho già. - il brasiliano sorrise, ci stava provando di nuovo. Erano tentativi goffi ma almeno tentava, era lodevole.
Era tutto quello che gli chiedeva.
- Mi verrai a prendere tu domani notte? - Chiese piano sedendosi dalla propria parte del letto ma rivolto verso di lui, ancora di schiena, ancora ricurvo.
- Avrei la nazionale domani... - Gli occhi di Riky si sbarrarono e poi si abbassarono.
Come poteva condividere con lui la sua grande gioia di tornare in quella che aveva sempre considerato casa sua?
Il Milan, l'ambiente rossonero era sempre stato la sua culla ed anche se i giocatori erano quasi tutti cambiati non contava, perchè era il posto in sé.
- Oh... - Mormorò.
Cris sospirò e si strofinò la faccia.
- Potrei inventarmi tipo un infortunio, qualcosa di leggero. Dico che mi fa male un muscolo della coscia e mi danno qualche giorno di riposo. - Riky tornò a sgranare gli occhi.
- Lo faresti davvero? Proprio tu?! Il calcio per te è sempre venuto prima, non voglio che... - Però voleva eccome, avere ancora dei giorni insieme era una bella prospettiva.
Cris si voltò, finalmente, e lo guardò con un sorriso forzatissimo che sembrava una smorfia.
- Certo. Per te tutto! Tanto sono solo i primi giorni, farò in modo di esserci per le partite. Credo che ti ci vorrà un giorno per fare tutto, no? Hai un po' il tempo contato anche tu... - Riky annuì pensandoci, aveva la presentazione giovedì e prima di allora sperava di riuscire ad entrare nell'altra casa, quindi doveva chiudere quella. Carol sarebbe riuscita a venire due giorni perchè era nel pieno del lavoro, in Brasile. Si era consultato con lei nel pomeriggio e con lei aveva deciso di accettare qualunque proposta pur di tornare a Milano. Gli aveva detto che sarebbe partita martedì in giornata e sarebbe arrivata a Madrid per finire di disfare casa in serata. Poi insieme sarebbero andati a Milano e dopo aver sistemato casa nuova sarebbe tornata in Brasile.
- Sì penso che un giorno... dici che non è un problema? - Era la prima volta che si proponeva di una cosa simile.
Cris tentò di accentuare il suo sorriso e annuì. Cercava di essere ottimista e positivo ma era un agonia. Ottimista e positivo quando aveva solo voglia di piangere?
Voleva piangere e disperarsi.
Non era un addio però non l'avrebbe visto ogni giorno, sarebbe stato diverso, l'avrebbe sentito e avrebbero preso il suo jet per raggiungerlo...
Riky sapeva che si stava sforzando di non rendere l'ultima notte deprimente, però era un'impresa. Sapeva che non era possibile, vedeva la sua voglia di piangere. Cris tornò a voltarsi dall'altra parte prima di intristirsi, gli occhi pungevano ogni volta che lo vedeva. Non era mai stato male a quel livello, un livello così intimo.
- Ripetimi ancora una volta perchè? - Disse dopo aver preso respiro.
Gli veniva da piangere, si sentiva il petto schiacciato e lo stomaco contratto spasmodicamente.
Riky era ancora dall'altra parte del letto e decise di cedere anche lui. Aveva tenuto duro e cercato di dire sempre le cose giuste, fare le cose giuste, pensare agli altri e a cosa potevano provare o come potevano rimanere. Ma a volte teneva troppo e poi esplodeva. Volte come quella. Però parlò demoralizzato. Perchè non lo capiva, Cris?
- Perchè sono un calciatore, Cris. Forse in questi 4 anni ho avuto così tanti problemi a calcio che la cosa si è un po' persa però lo sono e voglio esserlo ancora. E voglio essere sicuro di poterlo essere. Qua non c'è spazio e lo sai. Non c'è. Punto e basta. Carlo può dire quello che vuoi ma tutti sanno che è così. - Cris sapeva che era vero, che l'avrebbe fatto giocare ma non certo come Riky voleva.
Era un calciatore, si ripeté. Erano cose normali.
I calciatori erano sempre pronti a partire. Erano stati fortunati a resistere 4 anni, c'era chi durava di meno in una squadra.
4 splendidi anni.
Ora sarebbe stato tutto diverso. Si sarebbe abituato. Anche lasciare Manchester era stata dura ma ci era riuscito.
- Io non durerò qua senza di te molto. - Mormorò alla fine parlando piano. A Riky si spezzò il cuore del tutto.
Non poteva essere così difficile.
Gattonò sul letto e arrivatogli dietro lo strinse e lo abbracciò cingendolo con braccia e gambe, lo strinse e lo prese a sé cullandolo, le mani sul viso a coprirglielo come per dirgli 'piangi e fallo, raccolgo io per te.'
Quel gesto così pieno e simbolico lo colpì perchè quando Riky era stato male convinto di dover finire la sua carriera nel peggiore dei modi, aveva passato i pomeriggi a piangere con lui e lui aveva raccolto le sue lacrime.
Cris non aveva quasi mai pianto.
- Piangi. Piangi tutta la notte. Piangi amore. Perchè così ti liberi e poi domani mi lascerai con un sorriso. Piangi ora. - ma l'indomani non avrebbe di certo sorriso.
Cris finalmente si liberò, mise le mani sulle sue, sul proprio viso, e lasciò andare tutto. Tutta quell'oppressione, quello scontento, quella contrarietà. Lasciò andare tutto e si sciolse in lacrime che vennero tutte raccolte da Riky. Quando le sue mani furono troppo bagnate, Riky si sciolse e se lo rigirò fra le braccia, quindi gli tolse la maglietta e si tolse la propria fissandolo negli occhi così belli e così uguali.
Cris sorrise fra le lacrime.
- Stai piangendo anche tu! -
- Io sono il re delle lacrime. -
Questo aiutò Cris perchè si lasciò guidare da Riky e le lacrime lente lasciarono il posto dei baci e dei sospiri.
Carezze di labbra, carezze di lingua, carezza di dita.
E amore. Un amore trasmesso con ogni molecola uno all'altro.
Un amore totale.
I corpi nudi, la mente alla loro prima volta. A quanto era stato bruciante ed emozionante.
Ora era diverso.
Ora era amore.
Ora era un sciogliersi uno nell'altro.
Riky accarezzava Cris con tutto il suo corpo, lo baciava senza mai smettere, gli prendeva ogni parte per farlo sospirare di piacere. Voleva dimenticasse il dolore.
Voleva che il dolore fosse surclassato dal piacere.
Voleva che sospirasse. Che stesse bene.
Il suo corpo fu il suo tempio e Riky divenne il tempio di Cris. Un tempio di pace.
Quell'amore non si sarebbe cancellato.
Quell'amore sarebbe rimasto intatto.
Quell'amore sarebbe diventato più forte.
Riky gli scivolò addosso arrivando all'inguine.
Quel suo modo di dargli piacere con la bocca facendogli pensare assurdamente che fosse dolcissimo.
Cris ricambiò trovando le forze di cambiare le posizioni, lo prese e lo invase fino a che la camera si riempì dei loro sospiri, degli ansimi.
Le mani non si sarebbero più staccate dai loro corpi.
Una volta che l'eccitazione ed il calore ebbe preso il posto di ogni altra cosa, sulle labbra e uno sull'altro, intrecciati in modo indissolubile, Riky mormorò.
- Prendimi amore, prendimi come farai sempre... prendimi e non dimenticarlo mai... che io sarò sempre tuo... -
Cris strinse gli occhi e si alzò circondandosi la vita con le sue gambe, poi trovò la strada e la fece sua. Si adagiò in lui e si abbandonò a quell'avvolgimento totale. I brividi lo invasero, le scariche passarono dalla testa lungo la spina dorsale fino ai piedi. Ogni parte di sé godeva e gemeva e le voci si unirono in quel piacere.
Fino a che, colpo dopo colpo, non divennero un tutt'uno. Riky si alzò e avvolse le braccia intorno al collo di Cris e aderì la bocca aperta al suo orecchio, gli respirò ed ansimò dentro.
- Amore... amore... - Ad ogni spinta quello, ad ogni spinta che lo sentiva di più, ad ogni spinta si perdeva in lui. Ad ogni spinta il piacere sempre più grande nel venirgli incontro e nel darsi a lui completamente.
Lo strinse ed affondò le unghie nelle spalle intrecciandosi a lui, incapace di lasciarlo, incapace di ritrovarsi. Incapace di dimenticare.
Sarebbe stato diverso.
Però sarebbe stato bellissimo lo stesso.
Come gli aveva detto Cris quel giorno.
- Ti amo, non devi mai dimenticarlo... io sono tuo per sempre, tu sei mio per sempre. -
Ansimò mentre l'aiutava a raggiungere l'orgasmo inarcandosi tutto e riprendendosi a lui di continuo. Una spinta ed una parola.
E finalmente il culmine, quel calore totale, teso e tremante, massima espressione di un amore indissolubile.
Le cose cambiavano, le cose cambiavano sempre. Ma quelle importanti, quelle vere, duravano.
Per loro era un sodalizio eterno, i braccialetti di Cris e l'anello di Riky erano la testimonianza di ciò che erano.
L'equivalenza di un vero matrimonio. Un giuramento solenne.
- Non smetteremo mai. - Un legame senza fine. Senza ostacoli.
- Mai. -
Non avrebbero mai smesso.