*Ecco
un altro capitolo. Qua Riky fa una sorpresa a Cris e lo va a trovare
verso la fine o metà vacanze. LE cose con Carol sono sempre strane, ma
fra Riky e Cris vanno così bene che il capitolo è una scusa per una
lunghissima scena hottissima! Per cui poche chiacchiere. Il prossimo lo
metto venerdì e si torna dalle vacanze, mentre Riky comunque continua
il momento d'assestamento con Carol. Buona lettura. Baci Akane*
CAPITOLO
CIII:
LA
PROVA SUPERATA
“-
Giuro che se non la piantano di fotografarci, non lo faccio più
uscire di casa! - Ringhio a denti stretti stringendomi Junior,
cercando di fargli in qualche modo da scudo.
-
Penso che saresti davvero punibile per legge! - Dice Irina
scherzando, io la ignoro e continuo ad inveire contro i paparazzi.
-
Sarò ancora più punibile per legge quando li ucciderò! - Rispondo
molto sensatamente. La sua risata risuona nell'aria ed alcuni nostri
amici si girano a vedere perchè ridiamo.
-
Sei troppo possessivo! - Commenta coraggiosa. Nessuno tranne lei e
Riky oserebbero dirlo.
-
Lo so, però non ci posso fare nulla! Mi urta che lo fotografino! È
un bambino, dannazione! - Sono davvero furioso e mi stanno rovinando
la vacanza. Sbuffando scuoto la testa e decido di tornare a terra
prima del tempo, così dico a mio fratello di invertire la rotta.
Dopotutto il sole comincia a calare.
Non
discutono e Irina scuote il capo mentre vedo che si messaggia con
qualcuno, chissà chi è la fortunata di turno.
Junior
mi sente più rilassato una volta che ce ne andiamo, così si
appoggia su di me e si addormenta.
-
Non sopporto che lo prendano di mira solo perchè è mio figlio e
perchè non sanno da dove sia spuntato! E da dove vogliono che sia
spuntato? Da un utero! Non certo da un esperimento di laboratorio! -
Sbuffo ancora mentre borbotto fra me e me senza rivolgermi a nessuno
e Irina, senza distogliere lo sguardo dal telefono, mi parla quasi
annoiata.
-
Sono ossessionati perchè tu ti fissi dal non farlo vedere a
nessuno... se lo mostrassi in pubblico senza problemi, non ci sarebbe
tutta questa foga nel fotografarlo. - Smetto di brontolare e la fisso
intensamente aspettando che mi guardi, visto che non rispondo nulla
alza lo sguardo e vede che la fisso, così alza le spalle e mi spiega
semplicistica: - Che c'è? Guarda che è elementare nel mondo dei
paparazzi! La regola numero uno è concentrarsi su ciò che è
raro... e se le foto di tuo figlio sono rare, indipendentemente dal
motivo, loro cercheranno di fargliene. Se invece tu non lo nascondi e
quindi non lo rendi raro, piano piano la pianteranno di accanirsi. -
Sto in silenzio a comprendere per la prima volta quello che fin'ora è
stato un vero mistero. La guardo meravigliato pensando quanto ragione
abbia e non me ne capacito. - Non dirmi che non ci eri arrivato da
solo! - Ora mi fa sentire un perfetto idiota, cosa che odio. Ma il
peggio è quando si mette a ridere di me. Le tiro così la ciabatta
mentre prendo un asciugamano e copro il piccolo visto che ci stiamo
muovendo verso il molo e c'è più aria.
Lei
ride ed io le faccio la linguaccia mentre mi rilasso un po' più di
prima. Sono meno furioso, diciamo, ma il fastidio rimane.
-
E' che mi secca... mi dà fastidio... non possono capire che è un
bambino? - Lei alza le spalle.
-
Pensano in fattori economici. Tutto quello che ti riguarda frutta
loro molti soldi. Tutto qua. - Che discorsi di merda. Torno ad
innervosirmi e scrollo le spalle mentre mio figlio sospira nel sonno
ed io cerco di calmarmi.
-
L'ho capito, ma lui è un bambino! Non c'è rispetto nemmeno per
loro? Perchè lo devono violare così? Estremizzando la cosa
arriviamo alla pedopornografia! - So che esagero, però se uno vuole
con le foto dei bambini trovati in rete, possono fare dei lavori
osceni. L'idea che lo facciano con lui mi manda fuori di testa.
-
Sì ok, ma non è solo questo! - Irina ha un po' troppo coraggio, del
resto non poteva colpirmi una senza palle.
-
E cioè? - Chiedo per vedere se davvero ha capito.
-
E cioè... lui è tuo. È TUO figlio. È questo il punto. Nessuno può
toccare le tue cose. Tutto qua. - La mette già molto cruda e
semplice e mi sconvolge un sacco perchè dopotutto è il riassunto
del mio egocentrismo.
Storco
la bocca e mi ammutolisco un po' seccato.
È
solo questo?
Considero
mio figlio una cosa mia personale? Mi dà fastidio che altri lo
guardino per questo?
Non
sarebbe molto carino...
Non
diciamo più niente, Irina capisce che ha esagerato ma non voglio
litigare anche perchè penso che sarebbe onestamente stupido, per una
cosa simile. Ha detto quello che pensava senza peli sulla lingua,
come fa sempre. Forse non ha torto, un tempo ero così. Riky dice che
sono cambiato, ma magari non poi così tanto.
Non
capisco bene se devo guardarmi in faccia e ammettere che è come dice
lei, oppure correggerla.
Arriviamo
al molo e ci dirigiamo all'albergo dove pernottiamo tutti quanti
insieme in questi giorni di vacanza in questa splendida città di
mare.
Dovevo
essere qua con Riky. Doveva raggiungermi. Non è lontana da dove le
fa lui. L'abbiamo scelta apposta.
Sbuffo
e tenendomi il piccolo sulla spalla che dorme ancora, seguo gli
altri.
L'hotel
è a due passi da qua.
Sono
ancora sulle mie e contrariato, per loro è normale che succeda e non
mi dicono nulla.
Quando
arriviamo, Irina prima di entrare mi prende Junior ed io la guardo.
Di solito non lo fa. Di solito almeno me lo chiede.
Ora
lo fa e basta, poi sorride in modo stranissimo e dice che si occupa
lei di lui.
Le
sto per chiedere che diavolo intenda, ma dà una spinta alla porta
che avevo socchiuso qualche istante fa e dall'interno la figura più
bella che potessi immaginare, appare davanti ai miei occhi.
Lui,
il suo sorriso, il suo corpo, la sua forma. Lui per davvero. Si alza
in piedi, mi viene incontro sorridendo radioso e luminoso e non
stando più nella pelle mi getta le braccia al collo.
-
Ciao amore! - Mormora sul mio orecchio nascondendo il viso contro di
me.
Questo
non è uno dei sogni che ho fatto queste notti.
Il
groppo esplode tutto in una volta e le lacrime mi si formano sugli
occhi che stringo mentre gli circondo e lo stringo forte forte.
Non
voglio più lasciarlo andare. Non voglio svegliarmi se è un sogno.
Voglio rimanere così per sempre.
-
Cucciolo mio... - La cosa è svenevole, lo so, Irina infatti ridendo
ci spinge dentro e chiude la porta prima di vomitare. Ma in privato
ci chiamiamo così. Lui mi chiama Amore, io Cucciolo. Più un sacco
di altri nomi. Però questi sono quelli principali.
Riky
è qua, il resto non conta davvero.
Mi
annullo, mi perdo, dimentico tutto. Ogni cosa finisce, svanisce. Ogni
cosa.
Ogni
arrabbiatura, seccatura, riflessione, fastidio. Tutto via. Tutto
finito.
Lui
spazza via ogni cosa e mi accoglie fra le sue braccia mentre a sua
volta si rifugia fra le mie.
Amore
mio.
-
Dio mio, quanto mi sei mancato... - Mormoro chiudendo ancora più
stretti gli occhi e stringendo di più le braccia fino a tremare per
la forza che ci metto.
Mi
ritrovo a piangere per l'emozione, non credevo mi potesse fare questo
effetto.
Era
settimane che non lo vedevo ma... mio Dio... è incredibile... è
incredibile quello che provo... incredibile... non lo so descrivere.
Sapevo
che mi mancava, ero nervoso e sofferente però rivederlo mi ha fatto
crollare tutto quello che tenevo faticosamente su.
In
qualche modo mi ha devastato.
Capisco
cosa siamo, cosa lui è per me, solo ora che lo rivedo dopo un po' di
separazione forzata.
Sentirlo
e parlargli ogni giorno è un conto, so che c'è indipendentemente da
tutto, so che mi ama ed io lo amo.
Ma
vederlo e stringerlo, averlo qua con me è... è qualcosa che supera
tutto. Tutto.
Va
ben oltre.
È
come se fosse la mia attuale anima, la mia forza, la mia pace, la mia
serenità.
Vivo
per lui a prescindere, ma poterlo toccare mi ricarica, mi ridona la
spina dorsale persa.
Capisco
quanto significa per me ora. Nel rivederlo in questo modo. Non riesco
a staccarmi, a muovere un passo, a parlare. Non ci riesco. Ho paura
che si romperebbe questo delicatissimo equilibrio.
-
Tesoro. Non sapevo che venivi... - Lo sento sorridere, le mani mi
carezzano dolcemente sulla schiena e sulla nuca.
-
Volevo farti una sorpresa... -
-
E ci sei riuscito! - Rido cercando di smettere di piangere, così mi
separo e gli tengo il viso fra le mani, spaventato che possa svanire.
- Quanto mi sei mancato... - Lui, il suo bel viso dolce e delicato,
il suo sorriso solare e aperto, gli occhi scuri commossi, i capelli
lasciati a loro stessi, morbidi. La sua bocca carnosa. Mia.
-
Irina ad un certo punto mi ha scritto che eri intrattabile e se
potevo farti una visitina per calmarti prima di ucciderti. Così la
voglia di vederti è diventata frenesia. Ho capito che dovevo a tutti
i costi. E sono arrivato. -
-
Allora ti scrivevi con lei, prima... - Annuisce.
-
Mi ha avvisato che stavate tornando. Mi ha dato tutte le indicazioni
del caso per trovare il posto e ha lasciato detto alla receptionist
di farmi passare e non registrarmi. Ha pensato a tutto. - In questo
momento potrei amare Irina. Mi illumino di luce propria mentre mi
sento così bene... Dio, così bene... che non voglio altro, non ho
bisogno di altro. Ho tutto.
Sono
così fortunato.
-
E' una complice fantastica! - Dico infatti. Lui annuisce per poi
avvicinare il viso al mio fino a sfiorare le mie labbra. Dolce.
Leggero. Piano.
-
Sei fortunato. - Questo deriva dalla somma dei giorni passati
forzatamente con Carol. Penso che l'idea di scappare da me fosse un
sogno, in effetti. Me ne rendo conto solo ora.
-
Come è andata con lei? - Chiedo riferendomi a Carol. Le ultime cose
non me le ha dette perchè in questi giorni appena passati, cercavo
di distrarlo e di parlare di altro.
Sospira
un po' malinconico e alza le spalle mentre si scioglie dal mio
abbraccio e tenendomi le mani, va indietro verso il letto. È scalzo,
così mi tolgo le scarpe e mi siedo con lui sul letto aspettando per
qualunque cosa, in attesa che mi racconti.
-
Strano. Siamo in fase di rodaggio. Ci vorrà un po' ma penso che
potrebbe andare bene, un giorno. Dobbiamo capire cosa siamo. Cosa
eravamo davvero. Trovare un nostro equilibrio, una dimensione.
Dobbiamo. - Annuisco capendo a cosa si riferisce.
-
Le hai detto che venivi qua? - Scuote la testa.
-
No, le ho detto che avevo un evento di beneficenza. In effetti è
vero, fra due giorni ce l'ho. Ma conta che lei sappia che in questi
giorni ero a fare questa cosa. - Piego la testa perchè capto la sua
stessa contrarietà.
-
Piano piano le potrai dire tutto. Che vieni da me, che cosa fai
davvero... però ora è presto. Hai fatto bene. Avete più parlato
dopo quella volta? - Non riesco a staccargli le mani e le braccia di
dosso. Tengo le sue strette alle mie e gliele bacio mentre me lo
rimiro e mi riempio gli occhi e la mente della sua immagine. Mi era
mancato troppo. Spaventosamente.
Sapevo
che l'avrei rivisto e speravo superasse questo casino, quindi ero
concentrato su questo. Però rivederlo... mi ha buttato tutto
addosso.
-
Sì... ci siamo parlati. Lei è stata molto pensierosa in questi
giorni, ovviamente. Ha pensato a me, alla mia storia, a quello che le
ho detto... mi ha chiesto se lei fosse stata falsa. Cosa le potevo
dire? Non lo era coscientemente. Non era proprio falsità... era così
angosciata da tutto questo... - Lo posso immaginare perchè Riky i
primi tempi lo era allo stesso modo. Per ogni cosa di sé che
scopriva. Quando ha capito di essere gay, quando ha capito di amare
un altro, quando si è messo a fare cose erotiche a distanza con me,
quando l'ha tradita sul serio... quando è riuscito a mentirle...
sono tutte cose che l'hanno sconvolto perchè non sapeva, non credeva
di esserne capace.
-
E tu cosa le hai detto? - Chiedo piano scostandogli una ciocca
dall'angolo dell'occhio, continuando a carezzarlo premuroso e
delicato.
Si
stringe nelle spalle e fa un'espressione naturale.
-
Che lei faceva ciò che credeva giusto. Agiva come le veniva
spontaneo. Che spesso non ci si rende conto di come si è e cosa si
fa, viene tutto automatico. Solo davanti a certi eventi ci fermiamo a
riflettere su noi stessi e capiamo come siamo. E solo davanti ad
altri shock, capiamo che cosa siamo sul serio, scopriamo certi lati
di noi che non conoscevamo... ci guardiamo sul serio fino nel
profondo. - Concordo con lui. È questo che ho sempre cercato di
fargli capire e che finalmente ha compreso.
-
Non ci conosciamo mai abbastanza. Passeremo 100 anni a cercare di
capire come siamo e ogni volta scopriremo nuovi lati di noi. - Quanto
sono saggio. Sono orgoglioso di me e visto che mi guarda sorpreso e
compiaciuto, sono orgoglioso il doppio.
-
E' proprio vero, sai... a quasi 30 anni noi capiamo come siamo fatti
e... e scopriamo che c'è molto di più! E continueremo di sicuro. -
Annuisco e gli bacio la fronte.
-
E mano a mano che ci scopriremo, saremo sempre più fantastici. Anche
io non sapevo di essere tanto profondo e saggio... - Lui sorride.
-
Però che eri megalomane e narcisista lo sapevi... - Ridacchio e gli
mordo una guancia.
-
E' questo che ti piace tanto di me... - Lui ride.
-
Adesso non esagerare... c'è una cosa che mi piace ancora di più
della tua megalomania... - inarco le sopracciglia curioso e mi scosto
per guardarlo interrogativo, così risponde.
-
Amo il tuo grandissimo cuore... che giorno dopo giorno si ingrandisce
così tanto che presto ci sarà posto per troppa gente... e comincerò
ad essere geloso! - Questa non so come gli esce ma mi fa ridere,
anche se è solo un tentativo di dire una cosa bellissima in modo
meno pesante. Anche lui sta progredendo molto.
Ridiamo
e lo spingo steso sul letto, mi sistemo su di lui, sistema la testa
sul cuscino e dopo aver riso e fatto un po' di solletico, mi faccio
serio e lo contemplo un'ultima volta, vicino, pronto.
-
Sei tu che hai aperto le porte... stai scoprendo ciò che ho dentro
con me, non mi conoscevo per niente... - Ci siamo invertiti i ruoli,
di solito è lui quello svenevole ed io quello che sdrammatizza un
po', questa volta siamo invertiti.
Sorride,
gli occhi lucidi, le mani sulla vita si spostano sul viso, mi carezza
coi pollici. Percepisco tutto il suo fortissimo sentimento.
-
Andremo avanti molto bene in qualunque situazione. Dopo di tutto
questo, ne ho la certezza. Ci siamo separati a Madrid incerti su quel
che sarebbe stato, dipendeva tutto da Carol. Poteva fare qualunque
cosa. Ricattarmi coi figli e obbligarmi a smettere con te, rendere
tutto pubblico, lasciarmi... poteva fare di tutto... non era una
situazione facile da affrontare. Ma ci siamo separati e l'abbiamo
superata a pieni voti. In qualche modo supereremo qualunque altra
cosa si presenterà. -
E
questo? Questo chi è?
Lo
guardo sorpreso incredulo.
-
E questo chi è? Che ne hai fatto dello spaventato Riky che non vede
chiaramente nel suo futuro e che teme che il mondo gli possa cadere
addosso immediatamente? - Lui ride e mi pizzica le guance, ma poi mi
carezza e si specchia nei miei occhi sempre mezzo ridente e mezzo
serio, come lo sono io.
-
Sono cresciuto grazie a te... sono diventato positivo. Ora sono un
combattente... - Ma non ho ancora idea di quanto lo diventerà sul
serio.
-
Lo siamo in due. - Queste certezze granitiche cresceranno insieme a
noi, così come il nostro rapporto. Sempre più pronto a tutto, ad
ogni bomba.
Ma
adesso siamo qua insieme, io e lui e basta. Il mondo è là fuori e
me lo posso godere un po'.
Amore
mio. Quanto mi sei mancato.
Poi
il ricordo delle parole di Irina che mi avevano oscurato, torna
brevemente e come un guizzo mi interrompono mentre lo bacio.
-
Riky... secondo te è vero che considero le persone che amo, quindi
sia te che mio figlio, cose mie e che sono possessivo e geloso per
questo? Che è per questo che odio che altri facciano foto e notizie
su di loro? Perchè sono mie e basta e non perchè le voglio
proteggere? - Chissà se mi sono spiegato bene. Lui mi guarda
sorpreso della strana domanda, aggrotta la fronte meravigliato che
glielo chieda e poi risponde.
-
Tesoro... ma certo che no! È solo che il tuo modo di amare è così
assoluto e forte che costruisci tutto un mondo sicuro intorno a
queste persone. Non è una questione di possessività. - Con questo
torna il sole, la leggerezza, la serenità, la pace.
Lo
bacio sorridendo raggiante.
-
Quanto mi sei mancato! - Lui sorride e mi abbraccia.
-
Anche tu. -
Solo
noi due ci conosciamo, solo noi due sappiamo tutto uno dell'altro
fino al punto di massima perfezione. Solo noi due.
Mi
lascio finalmente andare alle sue labbra, così dolci solo per il
fatto che si danno a me.
Le
sue labbra sono solo mie, è come se fossero state create per
accogliere unicamente le mie.
Le
schiudiamo subito e il secondo dopo le lingue sono intrecciate
insieme in una lenta danza che cresce, chiudiamo gli occhi e
catturiamo ogni sensazione di morbidezza che ci avvolge. È qualcosa
che parte da dentro, come se fosse una magia.
Appena
lo bacio, ogni volta si espande questo enorme calore soffice dalla
bocca dello stomaco, a volte ho la sensazione che mi manchino dei
battiti.
Infilo
la mano sotto la sua maglietta, gliela alzo e trovo i capezzoli,
glieli tormento, gli carezzo il petto e poi scendo giù sul ventre
che muove impercettibilmente perchè quando si emoziona, respira
piano piano per paura di disturbarmi.
Il
bottone dei jeans viene slacciato con maestria, con la punta
dell'indice abbasso la zip e infilo la mano sotto i boxer, gli
carezzo l'inguine e la sensazione di sempre torna come se non lo
toccassi solo da ieri. Eppure sono settimane. Il cuore accelera
quando ci penso.
Settimane
che non lo tocco ed è tutto invariato anzi, forse è più bello.
Dopo
aver carezzato col palmo la sua erezione, gliela prendo e la tiro
fuori per potermi muovere agevolmente. Lo massaggio fino ad
eccitarlo, lo sento duro sotto il tatto e lui respira sempre più
corto, le labbra sono uscite dalle sue. Gli ho baciato il viso, gli
ho leccato l'orecchio e sono arrivato a mordicchiargli il collo. Qua
sento il suo cuore correre sempre di più mano a mano che la mia mano
si muove.
Quanto
lo volevo.
Mi
rendo conto che tutto il mio nervoso era dovuto principalmente a lui,
al fatto che non l'avevo con me. Ci sono andati di mezzo tutti i miei
amici e a momenti anche Junior.
Ora
è come se fossi in pace, non c'è niente che mi importi, niente che
mi turbi.
Persino
Carol che mi aveva fatto tanto arrabbiare è lontanissima.
Che
faccia quello che vuole, finchè io ho il mio mondo qua fra le mie
braccia non ho paura di nulla.
Lo
sento gemere mentre lo masturbo più in fretta e pulsa mentre cresce
e spinge il bacino verso di me. Così vado sui capezzoli, li tiro coi
denti e li tormento con la lingua, diminuisco l'intensità con la
mano finchè mi dirigo proprio lì con la lingua. Lo carezzo lungo
tutto il mio percorso, lo inumidisco lasciandogli tracce della saliva
e lui mi prende la testa direzionandola proprio sulla sua erezione.
Io
sogghigno e pongo resistenza mentre lo guardo e nemmeno lo tocco.
Sta
su da solo e lui ora respira più in fretta.
Lo
vuole come un matto ma mi piace quando dice qualche porcheria. Il mio
angelo imperfetto.
Così
lo stuzzico leccandogli alla base, proprio dove la pelle è più
sensibile.
Lui
sussulta sofferente. Dev'essere una vera tortura quello che gli
faccio. L'eccitazione che si crea dopo una stimolazione simile è
alle stelle ed interromperla in questo modo è da stronzi.
Ma
continuo a leccargli tutt'intorno divertendomi mica poco, così si mi
rimette le mani sulla nuca per spingermi il viso sul suo cazzo,
resisto e lo guardo dal basso, appoggiato alle mani sul letto, in
procinto di assalirlo. Lo sguardo da predatore. Lui alza la testa e
mi fissa implorante, disperato.
-
Cosa c'è? - Ma mentre lui miagola che non ce la fa più, a me viene
una grande idea.
Così
per rimediare a tutte le settimane mancate, mi alzo e gli sfilo via
la maglietta che poi uso per bloccargli i polsi sopra, sulla
spalliera del letto. Lo lego che lui nemmeno se ne rende conto, solo
quando tira le braccia lo capisce e sgrana gli occhi fissandomi come
se fossi impazzito.
-
Cris! - Chiama. Io ridacchio come lo stronzo che sono. Mi tiro su
sulle ginocchia e ammiro il mio capolavoro con occhi accesi e di
gradimento.
-
Ma sul serio? - Dice capendo che davvero l'ho legato. Io accentuo il
sorriso malefico e mi alzo dal letto tirandogli via il resto delle
cose che indossa. In pratica lo denudo senza troppi complimenti.
Lui
ancora non ci crede ma soddisfatto rispondo con le mani ai fianchi,
ammirandolo dall'in piedi.
-
Sono serissimo! -
Lui
si morde il labbro mentre mi guarda in attesa di una mossa, ma la
domanda che mi fa sarebbe da registrare per risentire nei momenti di
nervosismo.
Quando
hai voglia di spararti.
-
Ed ora cosa pensi di fare? - Infatti getto la testa all'indietro e
rido della grossa perchè non si può fare altro. Lui mi ammonisce.
-
Daiiiii! Criiis! - Amo quando mi fa così, per cui prendo il
telefono e con gran sadismo gli faccio un piccolo innocente video che
avrò solo io.
Del
resto potrebbe succedere di nuovo che non può stare con me per un
po', io devo avere qualcosa con cui farmi le seghe e rilassarmi.
Quando
capisce che lo sto riprendendo sul serio si dimena... che poi vabbé,
si limita a pestare i piedi nel letto come un bimbo capriccioso!
Io
ridacchio ma continuo riprendendolo da sotto a sopra, riprendo bene
il suo alzabandiera da record, infatti mi abbasso per mostrarlo di
lato, poi vado sul suo dolcissimo viso imbarazzato e come lo scemo
che sono, gli chiedo:
-
Cosa mi hai detto, ora? -
-
Ma guarda tu questo... - Si lamenta con la sua vocina poco mascolina.
Amo anche questo, ovviamente.
Mi
eccita da morire quando è virile, ma di norma non lo è proprio per
niente.
-
Dai, fammi contento... rifammi quella domanda? -
-
Se la ripeto mi liberi? - Lo sguardo è davvero maligno e lui lo
riconosce, però faccio finta di ripensarci.
-
Tu ripeti... - Non l'ho fregato, ma spera comunque che la pianto,
dopo che lo fa. Così mi accontenta.
-
Ed ora cosa pensi di fare? - Io torno a ridere come uno scemo e
mentre continuo a riprenderlo, gli rispondo.
-
Ti ho legato e ti ho spogliato. Cosa mai potrei volerti fare? -
Sbuffa contrariato per quanto lo sto prendendo in giro.
-
Hai finito di divertirti alle mie spalle? - Alzo il sopracciglio con
finta innocenza.
-
Io?! Alle tue spalle?! Ma quando mai? Mi diverto davanti a te! -
Classica mia risposta. Scuote la testa e fa finta di tirarmi un
calcio, io mi allontano in tempo e ridendo ancora aggiungo. -
Comunque non preoccuparti, non ti pentirai di essere stato legato da
me! - Con questo inquadro bene il suo viso preoccupato, allontano il
telefono con una mano e mi infilo nell'inquadratura mentre mi chino e
lo bacio. Dopo di questo chiudo il video e procedo col resto del
trattamento.
-
Ora mi liberi? - Scuoto la testa.
-
Nemmeno per idea. Vedrai che quando avrò finito mi ringrazierai. -
Sono così sicuro di me che vacilla e smette di lamentarsi. Quando mi
metto accanto a lui, sempre in piedi a terra, mi fissa in attesa di
essere liberato, ma ovviamente la mia idea è migliore e mi carezzo
il petto da sotto la maglietta.
L'altra
mano va sotto al costume che indosso dalla giornata in barca e
comincio a carezzarmi sempre con più calma ed intenzione, senza
fretta. Centimetro per centimetro.
Specie
sotto.
È
lì che lui fissa e quando mi sento abbastanza duro, smetto, mi
prendo i lembi e mi sfilo la maglietta, poi mi giro e gli do le
spalle e roteo il bacino per qualche istante. So che gli piace tutto
il mio corpo e che lo faccio impazzire quando mi muovo così. Mentre
continuo faccio cadere il costume, rimango di schiena, i suoi occhi
mi pungono mentre il desiderio già sale.
Alla
fine mi giro e salgo con le ginocchia sul letto, accanto a lui. Non
lo tocco ma mi faccio guardare bene, infatti allargo le gambe e mi
appoggio giù. Mi lecco una mano che poi va sui capezzoli che mi
tormento, mi lecco l'altra che torna giù, mi prendo il cazzo in mano
e mi masturbo davanti a lui. Abbandono la testa all'indietro e roteo
gli occhi per dare l'idea dell'enorme piacere che provo. Gran parte è
per lui che mi guarda, so che mi desidera, che lo sto mandando fuori
di testa. Quando mi metto a gemere è il tocco di grazia perchè lo
sento respirare, ansimare... lamentarsi.
Apro
gli occhi e lo guardo, si è eccitato di nuovo anche se non si può
toccare. Gli basta guardarmi.
Continuo
a carezzarmi sempre leccandomi le mani e portandole sul mio corpo che
sembra aspetti solo lui.
Però
davvero sembra non farcela più ed infatti mi chiama, mormora il mio
nome roco e pieno di un desiderio folle. Credo che non sappia più
quel che fa o dice.
-
Mmm? - Faccio infatti come niente fosse.
-
Ti prego... - Biascica succhiandosi il labbro. Io ancora continuo a
masturbarmi e carezzarmi davanti a lui come uno stronzo, alzo le
gambe, cambio posizione e mi appoggio con una mano dietro e l'altra
sparisce sotto, infilo un dito e lo muovo da solo.
-
Ti prego cosa? - Chiedo continuando a trattarmi da solo. Sta
delirando. Credo che la voglia di me non sia mai stata più forte di
così. Se potesse mi violenterebbe. Ed io amo quando vuole farlo.
-
Toccami... - La scarica elettrica mi investe e faccio fatica a non
saltargli io addosso. Continuo a toccarmi e infilo un altro dito
dentro con agevolezza, gemo perchè è comunque piacevole e lui torna
a chiamarmi.
-
Cris dai... - Riapro gli occhi e inarco le sopracciglia. - toccami...
penso di morire... - La cosa mi piace troppo, così decido di
accontentarlo.
Mi
sistemo a cavalcioni sulla sua testa, al contrario rispetto a lui, mi
chino e arrivo con la bocca al suo inguine. Lentamente mi adagio
sulla sua, sento la sua lingua leccarmi sulle cosce e poi risalire
fra le mie natiche, per un istante mi dimentico di ricambiare e mi
sistemo con la mano in modo che arrivi proprio nel mio ingresso. Ora
la sua lingua mi sta leccando e sento il suo stesso sollievo mentre
lo fa. Mi lecca e sta meglio, la cosa mi dà alla testa e mi prendo
il suo inguine, questa volta l'avvolgo bene e mi muovo. Quando sente
le mie labbra e la mia lingua sul suo cazzo, smette di leccarmi e
geme con così tanta liberazione che quasi ho un orgasmo.
Però
continuo a succhiare, mi aiuto con la mano e visto che non riesce a
leccarmi perchè è troppo occupato a gemere, mi sposto leggermente e
gli metto il mio cazzo in modo che gli penda davanti alla bocca. Si
distrae, penso che lo guardi, sorrida e fra una cosa e l'altra va nel
caos.
-
Succhio se succhi anche tu... - Dico smettendo per un istante.
Allora
apre bene la bocca e mi abbasso per metterglielo dentro, la chiude su
di me, stringe bene e posso muovermi. Lo sento che trattiene e
succhia mentre mi muovo col bacino su di lui, come se lo scopassi. In
effetti gli sto scopando la bocca.
La
cosa è maledettamente eccitante. Non può usare le mani, può fare
solo quello che voglio io ma lo sento quanto gli piace, il suo cazzo
è durissimo mentre faccio la stessa cosa che mi fa lui.
Sono
distratto dal godimento che mi dà, per cui calo l'intensità e lui
invece aumenta riuscendo a concentrarsi meglio.
È
qua che succede.
Non
riesco a controllarmi, spingo le mani ai lati del suo corpo, alzo le
spalle e la testa all'indietro mentre spingo la parte inferiore
continuando a cavalcarlo in questa posizione, i miei gemiti si levano
nell'aria più forti e lui continua stringendo con la bocca,
succhiando, ingoiando quando gli arrivo fino in fondo. Il movimento
della sua gola in quei momenti mi stimola un piacere incredibile ed è
proprio qua che non capisco più niente, mi alzo in tempo per non
soffocarlo mentre arriva l'orgasmo. Esco un secondo prima e lo sporco
sul mento e sul collo, scivola giù sul petto e poi sul letto.
Mi
sposto e lo guardo. La visione è assolutamente porno e se il mondo
che lo santifica lo vedesse, avrebbe orgasmi multipli. Come a momenti
capita a me.
Sono
quasi nella pace dei sensi per il mio, però lo bacio e mi diverto a
spalmargli il mio seme addosso, è una cosa schifosa che mi piace
fare se gli vengo addosso. Mentre lo faccio, gli libero le mani.
Abbassa le braccia e si massaggia un po' i polsi, poi soddisfatto mi
alzo e mi stendo a lato ansimante, soddisfatto, in un mondo pieno di
caos e sensi impazziti.
Ho
un'aria davvero beata perchè si pulisco col braccio e la mano e mi
fissa contrariato. So cosa sta pensando.
-
Guarda che io non sono venuto... - Sembra che non abbia più
intenzione di fare nulla, che per me sia finita. Infatti mi fissa con
quest'aria da 'non oserai!'
ovviamente
non oserei mai, ma mi diverte stuzzicarlo perchè so cosa esce dopo.
Ed
esce il suo meglio.
-
Pensi di rimediare? - Mi dice ancora stizzito. Io inarco le
sopracciglia con finta innocenza e allargo le braccia sopra la testa
mettendomi più comodo.
-
Non ti basto? - Questo, in effetti, gli basta.
Perchè
mi si butta addosso e con un lamento che soffoca contro il mio petto,
riesce a dire solo:
-
Brutto.... - Perchè poi mi morde il capezzolo così forte che lo
devo staccare prima che ci pensi lui.
-
Ahia! - Così scende e continua a mordicchiarmi in altre parti.
Siccome
il mio corpo è molto ben sviluppato anche a livello di muscoli,
approfitta di ogni rilievo che il mio torace ed il mio addome gli
offrono. Inizialmente morde... poi lecca... poi succhia.
Alla
fine succhia ogni muscolo, montagnetta, linea, cunetta che il mio
corpo offre e non sono poche.
Ogni
curva dei miei addominali lui la succhia e la cosa mi manca in estasi
perchè non l'aveva mai fatto.
-
Riky... - Mormoro carezzandogli i capelli che amo.
-
Mmm? - Sta proprio godendo di me...
-
Ti piace il mio corpo? - Che domanda...
-
Mi fa impazzire... - Infatti mi risponde direttamente sulla pelle,
scendendo sul basso ventre. Segue tutte le linee naturali ed in
rilievo e con le mani mi carezza come se fosse in mia contemplazione.
Mi sento adorato, in effetti.
Gli
sto dando alla testa e lo percepisco.
Non
risparmia niente. Risale sui capezzoli, i pettorali e poi scende
ancora sugli addominali, va sulla vita, sui fianchi e si infila sotto
di me, così mi spinge ad alzarmi. Lo faccio e mentre torna su a
succhiare ancora altre parti del mio torace, le mani esplorano con
dovizia la schiena. La spina dorsale, le scapole, ogni singola parte
che mi compone. Non carezza leggero, tocca per avermi, per farmi suo,
per godere di me.
Così
lo aiuto alzandomi in ginocchio perchè c'è una parte di me che deve
ancora avere. No, il mio cazzo l'ha già esplorato per bene.
Mi
giro mentre la sua bocca mi fa suo... e continua anche dietro,
succhia allo stesso modo, mi tiene a sé anche quando mi chino in
avanti.
È
questa la posizione che lo manda fuori di testa. Appoggio la testa e
le braccia contro il letto, inarco la schiena e gli do tutta la parte
inferiore del mio corpo, a carponi, tutto proteso verso di lui.
Esita
per un istante, si riempie di me, mi guarda, mi prende i glutei, li
esplora alla stessa maniera, gli piacciono da impazzire. Poi le
labbra, le carezze con la lingua e di nuovo qualche piccolo morso
fino a che arriva in mezzo e torna a farmi suo. Lo fa con la bocca,
lo fa con le dita e poi lo fa con tutto sé stesso.
Si
alza, mi carezza nel mezzo proprio col suo cazzo in tiro e con le
labbra sull'orecchio, dopo che mi si è steso sopra nella stessa
posizione, mormora.
-
Adesso ti faccio sentire quanto mi eri mancato... - Sogghigno, giro
la testa e lo guardo.
-
Non vedo l'ora... - Mi succhia il labbro, tiro fuori la lingua e lo
fa anche con questa. Poi si alza e con una spinta decisa entra.
Eccolo
qua... virile... mi fa impazzire. Sembra abbia due personalità
diverse. Le amo entrambe.
Lui
che si fa fare di tutto e lui che mi fa di tutto.
Lo
adoro.
Il
suo cazzo entra in me facilmente, lo volevo con una tale intensità
che ero prontissimo.
Si
ferma tutto dentro di me, la testa all'indietro. Lo scorgo con il
volto in abbandono completo, gli occhi chiusi e lui che è bello come
un dio.
Eccitato
si muove tenendomi per i fianchi, io gli vado incontro e comincia
molto piano. Riesco ancora a scrutarlo di lato, da oltre la mia
spalla, ma quando va più forte e più veloce, per me rimanere saldo
è impossibile e premo il viso contro il lenzuolo, lo prendo fra i
denti e poi mollo contorcendomi tutto per il piacere troppo forte.
Comincio
a chiamarlo fra i gemiti e lui fra altrettanto, mentre si muove più
forte, mi veloce, più intensamente.
Siamo
come un'unica onda perpetua che si va incontro e che cresce di volta
in volta diventando un cavallone.
Quando
il muro d'acqua raggiunge picchi inenarrabili, ci travolge entrambi
ed il suo corpo spinge contro il mio quasi con furia e bisogno, mi ci
abbandono, mi alzo e mi appoggio a lui perchè così lo sento meglio,
lo stringo di più e gode più forte.
Il
piacere ci investe entrambi perchè in questo modo tocca quel punto
speciale, impazzisco e mi schiaccio su di lui che mi tiene per i
fianchi, affonda le unghie e affonda un'ultima volta con foga.
Mi
inonda, mi riscalda, mi sconvolge e mi porta via.
Intensamente.
Fortemente.
Unicamente.
Dopo
quanto siamo qua crollati distesi, lui si adagia sul mio petto che
bacia ripetutamente, risale piano fino ad arrivare alle mie labbra ed
è un bacio dolce che ci diamo. Gli carezzo la guancia, gli sistemo i
capelli sulla fronte e lo guardo con tutto il sentimento grandissimo
che provo per lui.
È
qua con me ed ha ragione. Ormai fra noi può solo che andar bene,
possiamo affrontare tutto, anche un periodo distanti. Se poi
rivedersi è così... beh, che ben vengano le separazioni momentanee.
Semplicemente
favoloso!”
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E'
vero che...
Pur
passato un anno, Cris continuava ad avere problemi coi paparazzi che
volevano fotografare suo figlio, cosa che lo mandava in bestia. Non
voleva esporlo al mondo, era una sua fissa. Querelava tutti quelli
che pubblicavano foto sue.
Poi
piano piano ha cambiato idea e lo ha reso pubblico lui stesso.