CAPITOLO
CIV:
ASSESTAMENTO
“Rientrare
è un sollievo.
Dopo
i due giorni con Cris, sono andato all'evento di beneficenza per poi
tornare da Carol per qualche ultimo giorno. Potevo evitarlo dicendo
che andavo a casa a prepararmi, ma sono ancora incerto sul modo
migliore di fare, non vorrei tirare troppo la corda.
Così
sono tornato e con lei è stato sempre più strano, lei rimane molto
pensierosa e mi studia.
Il
discorso che mi ha fatto sul non far capire a nessun costo come
stanno le cose, mi ha fatto capire che è ancora nel panico e sta
reagendo senza rendersene conto.
-
Fai quello che vuoi con lui, non posso certo obbligarti a fare
qualcosa che non vuoi perchè comunque la faresti lo stesso. Per anni
l'hai fatto e sei stato bravissimo. - Stoccata. Del resto ha ragione.
- Però se qualcuno se ne accorge guai. Sta molto attento a quello
che dicono in giro di voi, che nessuno faccia uscire della vostra
relazione. Anzi, limitate gli atteggiamenti intimi e affettuosi,
datevi una regolata in pubblico. Finchè vi abbracciate in campo per
i goal è una cosa, ma fuori... - Si riferisce a quando lo facciamo
in allenamento. - Evitate carezze o cose del genere, per favore. E
poi state così tanto insieme... parlate troppo. Siete sempre a dirvi
cose. Ogni volta che qualcuno vi guarda o vi inquadra voi siete
insieme a parlare... dovete stare attenti anche a queste cose... -
Che discorsi. Io e lui siamo molto loquaci e parliamo di tutto,
abbiamo anche molti interessi ed opinioni su tutto e su tutti. Ci
piace anche ripetere le cose. Non faccio a meno di parlare con lui!
Infatti qua l'ho guardata stralunato incapace di credere che davvero
mi stesse dicendo una cosa simile. - Riky, davvero! Io non lo volevo
vedere, ma se non fossi stata così spaventata dall'ammetterlo, me ne
sarei accorta da tempo. La prima volta era un caso, ma la seconda...
dai... tu stai male e scopro che hai litigato con lui. E poi stai
bene e viene fuori che hai fatto pace. E questo è solo un esempio!
Ti carezza troppo i capelli! Digli che non lo faccia più! Ma lo sai
che in rete qualche fan vi chiama criska? - Sgrano gli occhi e la
fisso come fosse impazzita sul serio e lei sbuffando -cosa che
nemmeno le ho mai visto fare- tira fuori il telefono e dopo aver
cercato, mi mostra un blog dove si parla di me e di lui e ci chiamano
criska.
Inghiotto
impallidendo, le prendo il telefono e scorro la pagina. È pieno di
foto nostre di ogni tipo, materiale, video...
-
E ce ne sono molti così! -
-
Hai cercato se c'erano articoli su me e lui? - Chiedo allibito.
Lei
annuisce.
-
Certo. Perchè dopo che mi hai raccontato tutto e ci ho ripensato ho
capito che era davvero troppo chiaro. E se lo era magari qualcuno
poteva essersene accorto come avrei dovuto fare io se non avessi
voluto non vedere di proposito. - Sarebbe confusa se non sapessi cosa
volesse dire.
-
Per cui? -
-
Per cui in questi blog c'è di tutto! Si sono accorti della tua K
sulla sua spalla che grazie al cielo poi è sparita... si sono
accorti che nello stesso allenamento tu ti guardavi la tua spalla ed
hanno capito che anche lui ti aveva fatto una C... si sono accorti
che ti carezza tantissimo i capelli... e si sono accorti che parlate
tantissimo, sempre... e poi... le dichiarazioni che fate uno per
l'altro? Sono cose da dire 'passiamo molto tempo insieme, è un
ragazzo in gamba, sto bene con lui' e cose così? - Mi irrigidisco e
allargo le braccia, sto perdendo la pazienza e non è facile, ma se
mi toccano Cris è quasi automatico.
-
Che c'è che non va? - Chiedo cominciando ad essere polemico. Non mi
aveva mai visto così, ma del resto lei non aveva mai fatto così.
Per un momento ci guardiamo come se ci scoprissimo sul serio. Come se
ci conoscessimo.
Quante
cose non si sanno di chi si ha davanti.
-
Hai fatto dichiarazioni... dai... lo hai difeso a spada tratta in
molte occasioni, hai detto che passate molto tempo insieme anche al
di fuori... hai... hai detto che è molto più profondo di quel che
sembra, che parlate di tutto anche se siete diversi... che è meglio
di Messi! Riky, hai detto che è il giocatore più completo del
mondo! E poi in campo ti butti in mezzo alla bolgia solo per
difendere lui, altrimenti te ne resti fuori! Come fa il mondo a non
capire? Certo che poi vi chiamano criska! - stizzito ho uno dei miei
famosi scatti di quando trattengo troppo. Se poi mi toccano Cris...
-
Carol, cosa vuoi che faccia? Siamo compagni di squadra! Anche io
avevo pensato di evitare tutte queste cose, ma poi mi hanno
giustamente fatto notare che giocando insieme in campo si sarebbe
visto quanto ci adoriamo... e fingere di ignorarci al di là delle
partite sarebbe stato più strano e sospetto... avremmo potuto
involontariamente sollevare un polverone maggiore! -
-
Ma che polverone? Sarebbe stata la cosa migliore trattenervi fuori
dalle partite! - Ora alza la voce. È la prima volta che lo fa ed io
ovviamente non posso tirarmi indietro. Si parla di Cris, insomma!
-
Che polverone?! In campo ci adoriamo e fuori ci ignoriamo? Sul serio?
I giornalisti sarebbero andati a nozze! Mentre se ci dimostriamo
amici in campo e fuori, in partita ed in allenamento, poi sembra
tutto molto normale. Sai quanti rapporti così ci sono nel calcio?
Per non attirare l'attenzione l'unica è fare quello che fanno tutti,
essere spontanei e naturali. Se ci comportiamo da amici e diciamo che
siamo amici, sarà tutto normale e nessuno ci passerà al
microscopio. Mentre se siamo incoerenti, la prima cosa che fanno è
studiarci! - Sospira e scuote la testa mentre mette a posto, cosa del
tutto inutile. Lei ha ancora del tempo da passare in Brasile con la
sua famiglia, io devo tornare perchè comincio il ritiro.
-
Non mi credi? - Scrolla le spalle e non risponde. Scuoto la testa. -
Carol... appena abbiamo firmato si sono accaniti con il fatto che
eravamo due stelle che potevamo oscurarci a vicenda e non andare
d'accordo. E ci hanno tormentati e seguiti ossessivamente per averne
conferma. Quando hanno visto che andavamo d'accordo, che eravamo
amici e che lo dichiaravamo senza problemi, ci hanno lasciato in
pace. - Alla fine si deve arrendere. È così. Dirlo lo rende privo
di interesse. Quando ammetti una cosa, poco dopo non è interessante
perchè non c'è niente da scoprire, non ci sono più scoop. Per
questo la cosa migliore è fare quel che fanno tutti e ammettere le
cose. Certo non dire che ci amiamo, ma che stiamo bene insieme sì.
Le
lascio un po' di spazio mentre finisco di fare la valigia, lei rimane
nei paraggi ma non dice più niente, poi sospiro.
-
Faremo attenzione. Cercheremo di non esagerare... così magari questo
fenomeno del 'criska' si calma... - Però ho idea che mi sto solo
illudendo.
Intanto
perchè quando una cosa comincia è difficile che smetta. E poi
perchè si parla di Cris. Non si tratterrà mai!
-
Evitate le carezze gratuite e certe dichiarazioni, per cortesia. -
Dice secca e fredda senza girarsi verso di me.
Sospiro.
-
Va bene. - E' il minimo, questo. Sembra calmarsi. - So che potevi
reagire peggio... potevi usare i bambini per ordinarmi di smetterla
con Cris... o ricattarmi col renderlo pubblico... non so, potevi
prenderla molto peggio... per cui ti ringrazio per come stai
reagendo. E scusami se sono insofferente. È che lui è sempre un
argomento delicato. Anche in campo, l'hai visto, no? Mi arrabbio solo
se lo devo difendere. - E' vero, persino coi giornalisti.
Rimane
un po' con la testa bassa, si calma e quando sembra esserci riuscita,
si gira e mi guarda con un'aria contrita e confusa.
-
Ho pensato di farlo. Però mi sono detta che se per tutto questo
tempo me l'avevi tenuto nascosto così bene, non avresti di certo
smesso ora. Potevi dirmi di sì e continuare come ti pareva. Era
inutile. Quando uno vuole fare una cosa, la fa ad ogni costo. - Ed è
proprio vero. Chiudo la valigia e mi siedo nel letto dandole la
schiena, mi guardo le mani come se cercassi una conclusione. Che
conclusione c'è?
-
Pensi di riuscire a sopportarlo? Dopotutto credo sia un'impresa... -
Mi rendo benissimo conto che lo è e lei rimane basita dalla mia
domanda. Alla fine si siede nel letto anche lei, dall'altra parte
della valigia, guarda in basso riflettendoci con cura.
-
Lo sarà e non so se lo posso sopportare, ma concentrarmi
sull'immagine, mi sta aiutando. E poi è così che stanno le cose.
Quello che perderei nel separarmi da te sarebbe troppo, per me.
Quello che succederebbe... la mia vita sarebbe rovinata ed io... non
so se potrei sopportare quello. -
-
Perciò questo è più sopportabile? - Chiedo cercando di essere
delicato. Alza le spalle ma continua a non guardarmi.
-
Per ora lo è. Se dovessi sottopormi allo scandalo del nostro
divorzio... per noi così in vista e con questa fama di persone
credenti e coppia perfetta... come ne usciremmo? Distrutti! Tu forse
puoi farcela perchè hai lui... hai una forte motivazione per non
mollare... ma io? Che motivazione avrei? Non mi rimarrebbe nulla. -
Con
tristezza lo dico.
-
Hai Luca ed Isbella. -
-
Ed è per loro che devo lottare ed impedire che il mondo sappia di
noi. Niente scandali di nessun tipo. Nessuna vita passata al
microscopio. Nessuna critica di alcun tipo. Intorno a loro deve
essere sempre tutto perfetto e bellissimo. - Lo so che lo fa per
loro, ma lo fa anche per sé stessa. Non sopporterebbe una
torchiatura simile.
Noi
che ostentiamo la nostra fede perchè l'abbiamo sempre trovata una
cosa bellissima da condividere col mondo senza vergognarci, che ci
separiamo e dimostriamo che la fede non basta e l'amore non è mai
perfetto. Le coppie non lo sono. Le persone. Che fallimento sarebbe,
per lei?
Anche
per me, ma come dice lei io ho Cris.
Comunque
il fatto che da questa sua scelta ne gioveranno i piccoli, mi va più
che bene.
-
Farò del mio meglio per proteggerli e per mantenere la situazione
sotto controllo. Tu però mi devi ascoltare e lasciar fare. -
Annuisco. Non intendo litigare con lei.
-
Lo farò. - Piano, con pesantezza.
-
Riky, ci amavamo? Come siamo arrivati a questo? - Ecco la domanda del
secolo, la domanda inevitabile. Chiudo gli occhi, sospiro e cerco una
risposta che per lei sia accettabile. Ho creduto di amarla, ma avevo
confuso il sentimento che provavo per Dio, con quello che si dovrebbe
provare per una persona che si sposa. Come le dico che non l'amavo
sul serio?
-
Eravamo troppo giovani. Se avessimo aspettato, le cose sarebbero
andate diversamente. Penso che non sapessimo ancora nulla di noi... e
nemmeno dell'amore... - Vorrei chiederle se in tutta onestà mi ama.
Perchè è da un po' che non si sente più amata da me ed io penso
che dopo un po' che l'amore non è ricambiato, si spegne comunque.
Però
sarebbe indelicato.
-
Mi dispiace che sia andata così... ero così sicura di noi... - Ma
parla al passato e non so se dopotutto intende la sé stessa di
quando ci siamo sposati, o intende la sé stessa di qualche settimana
fa, prima che lo scoprisse.
-
Anche a me dispiace... davvero... non volevo ferirti, ho cercato
tutti i modi per evitarlo e poi quando ho capito che dicendotelo io
sarei stato meglio ma tu peggio... lì è nato il vero dilemma. - Ci
pensa ed alla fine alza lo sguardo su di me, finalmente.
-
E' meglio sapere anche se fa male e rivoluziona la vita. Quando ci si
rende conto di essere presi in giro è peggio di qualunque altra
cosa. - Lo so che è così, ma dopotutto lei pensava solo che la
nostra relazione era un po' in crisi, niente di più...
-
Però alla fine... rimarremo sposati e faremo tutto per finta davanti
a tutti per questa nostra pace personale e non vivere una specie di
inferno ingiusto. Però se non l'avessi mai saputo e non ti avessi
mai detto nulla... se avessimo continuato così come facevamo,
avremmo fatto comunque finta come faremo da adesso in poi, però tu
ci avresti creduto e non saresti rimasta ferita. Il risultato non
varia se non nel fatto che avresti sofferto di meno. - Scuote la
testa e con malinconia lo ammette, non può farne a meno. Ha passato
i giorni a scapparne, ma piano piano affronta tutto. Non importa se
farà un teatrino per non essere messa in croce, ha il diritto di
fare ciò che vuole. Resta una donna forte.
-
Me ne ero accorta, Riky. Solo che non lo volevo ammettere, ma questo
non cambiava che lo sapevo. Quando... quando sei stato tanto male
questo autunno... fino a quel punto... e poi sei rinato solo nel far
pace con Cris... lì l'ho capito. Non sarei mai stata spensierata in
ogni caso. Vivere nel dubbio di qualcosa è corrosivo. È meglio
sapere la verità. Soffri, ma poi puoi affrontare tutto e prendere le
tue misure. Un giorno mi ricostruirò. Per il momento mi devo solo
abituare. - con una piccola luce di speranza sincera, la guardo e
glielo chiedo.
-
Un giorno starai bene? - Annuisce.
-
Io ti amavo davvero. Col tempo non ho più sentito il tuo amore, ma
possiamo dire che almeno mi volevi bene, no? - Le prendo di slancio
le mani a questa piccola domanda discreta.
-
Te ne voglio. Odio l'idea di ciò che ti ho fatto, ma ci sono stati
dei sentimenti contro cui ho perso ogni lotta. E ne ho fatte molte,
credimi. - sono molto sincero. - Però ti voglio bene. L'affetto è
grande ed autentico. Sei una donna fantastica, in gamba. C'è Dio nel
tuo volto... ed anche se non sei perfetta ed hai atteggiamenti poco
cristallini, non importa. Sei sempre una persona in gamba. Mi sono
legato a te in ogni caso, anche se non nel modo che pensavamo. - Io
vorrei chiederle se mi amava davvero, lei dice di sì. Però io penso
che amasse l'idea che aveva di me e che le avevo dato. Un po' come
era successo a me.
L'idea
che io fossi l'uomo ideale che voleva per sé... buono, di fede,
gentile, perfetto... e così lei... però se dopotutto non amavo lei,
è veritiero dire che lei dopotutto non amava me. Ma l'affetto esiste
lo stesso. Ne sono convinto.
-
Condividiamo moltissime cose... la fede, la visione di Dio, tanti
interessi... il modo in cui il mondo deve far parte della nostra
vita... come devono essere cresciuti i figli... abbiamo moltissimo in
comune. - Dico poi per farle capire meglio quel che dico.
-
Siamo come due complici... - Dice con un sorrisino particolare, quasi
di speranza. Annuisco e sorrido a mia volta incoraggiante.
-
E' così... due complici... - Penso che le serva di sentirsi
speciale, ne ha bisogno. Ormai siamo legati indissolubilmente da due
figli e dal fatto che siamo una coppia troppo famosa e popolare per
poter semplicemente fare quel che vogliamo. Vogliamo vivere in pace,
non saremmo mai capaci di vivere in mezzo ad una guerra, a critiche
ed insulti. Non ne saremmo mai capaci. Non è nella nostra indole. Ne
usciremmo a pezzi.
Dopotutto
è così.
Vogliamo
solo vivere in pace. Questo è un sistema per poterlo fare. Chi ci
può biasimare?
La
vita è comunque nostra, se non fossimo famosi nessuno saprebbe
niente di noi e potremmo fare quel che vorremmo senza essere
criticati. E comunque a nessuno importa veramente di noi...
Alla
fine mi alzo, mi chino verso di lei e le prendo il viso fra le mani
mentre le lascio un dolce bacio sulle labbra che le trasmette solo un
grande affetto, ma non certo quell'amore che trasmetto a Cris quando
lo bacio. Lei lo sente.
-
Troveremo il nostro equilibrio... andrà tutto bene... - Annuisce e
sospira.
Questo
è il nostro punto.
Quando
tornerò a casa dopo il ritiro di questo mese che mi appresto a fare
con la squadra, faremo il nostro 'a capo' e cominceremo un nuovo
capitolo. Diverso, migliore.
Per
lo meno per me.
Quando
esco di casa, sono così sereno e leggero che non mi sembra vero.
Finalmente non ho più pesi, nemmeno mezzo. È davvero un sogno.
Poi
il telefono mi suona, lo prendo e vedo il suo viso sorridente sul
display, Cris mi sta chiamando ed io mi illumino.
Adesso
lo rivedo, tutto il resto passa in secondo piano.
La
gioia è assoluta, di nuovo.
Come
immaginavo, rientrare è terapeutico.
Alcuni
sono già arrivati, altri arrivano con me.
Il
sole di metà Luglio è cocente, mancano i ragazzi che hanno giocato
la Coppa America che non sono molti, per il resto ci siamo quasi
tutti.
Ed
anche di nuovi.
Il
mio sorriso è illuminante, sono così felice che non mi sembra vero
di essere qua, saluto a destra e sinistra, abbraccio anche il mister
con cui ho instaurato un rapporto a dir poco strano. Non riesco ad
inquadrarlo e forse è reciproca la cosa, a volte mi sembra come se
ci studiassimo e capisco un po' il senso di irritazione che sviluppa
Karim nei suoi confronti.
A
proposito di lui, arriva con la sua solita aria addormentata, sembra
che non abbia fatto ferie.
Lo
ricordo l'anno scorso con la stessa espressione insonnolita e musona.
Cris deve ancora arrivare, la star si fa attendere.
Siamo
qua in attesa di rifare le visite mediche, poi ci sposteremo negli
alloggi del centro sportivo e cominceremo la prima parte del ritiro.
Fremo
tutto. Alla fine siamo venuti separati e ci siamo dati appuntamento
qua, però speravo arrivasse prima. L'ansia cresce solo per l'idea di
rivederlo ed è da poco che ci siamo salutati in quei due giorni che
siamo riusciti a fare.
Mi
distraggono i ragazzi che mi abbracciano e mi fanno ridere. Quando
vedo Iker gli salto addosso, non lo vedo da tutte le vacanze. Voglio
un bene dell'anima a questo ragazzo, più che a chiunque altro.
Escludendo Cris che lo amo. Iker è speciale e quando lo rivedo
capisco quanto mi era mancato.
Mi
attacco al suo collo con il sorriso più radioso di tutti e lui fa
altrettanto, l'ho chiamato al telefono un paio di volte per sapere la
sua sullo strano comportamento di Carol, infatti mentre gli altri si
perdono fra di loro a parlare e aggiornarsi, noi ci mettiamo in parte
a fare altrettanto.
-
Allora con Carol? -
Faccio
una faccia molto spontanea ed inarco le sopracciglia.
-
Eh, che vuoi... è particolare la cosa... le sta succedendo quel che
è successo a me in questi anni... da quando ho incontrato Cris ho
scoperto nuovi lati sconvolgenti di me che non sapevo di avere, non
mi conoscevo proprio ed è stato shockante. Per lei è così, ma non
è sconvolta da sé stessa e dai nuovi lati che le stanno emergendo,
come lo ero io quando, ad esempio, riuscivo a nascondere la mia
relazione con Cris. Lei lo fa e basta. Assume questi nuovi
comportamenti mai avuti prima e sono io quello sconvolto! - Iker mi
guarda chiedendomi cosa io intenda, così ci sediamo su uno dei
lettini medici che ci sono in queste stanze tutte uguali per le
visite, e gli spiego meglio di lei che pensa tanto a sistemare le
cose dall'esterno in modo che non escano scandali di alcun tipo e che
tutti continuino a pensare di noi le stesse cose.
A
questo punto piega la testa e fa l'espressione stupita.
-
Sarebbe normale per chiunque altro, in questo ambiante di coppie così
ce ne sono a bizzeffe... è strano che lei sia così e che non se ne
renda molto conto. -
-
Non è proprio così, una volta sono riuscito a parlare con lei e mi
ha chiesto se risulta falsa facendo così. -
-
E tu? - Mi stringo nelle spalle e sospiro.
-
Cosa vuoi che le dicessi? Lo sei? Anche io lo sono! Anche io ho
pensato molto alle apparenze, nascondo la mia relazione con Cris,
fingo di non volermi mai arrabbiare... - Iker alza subito la mano e
me la mette sul braccio per calmarmi, poi con la sua pacatezza
caratteristica dice:
-
Tu sei una persona gentile a cui dispiace far rimanere male gli
altri, per cui ti trattieni. È il tuo carattere. Ma sei umano e come
tutti hai pensieri negativi che poi ti fanno esplodere. Questo non è
essere falsi. E riguardo alla tua vita privata... beh, sei solo
riservato! - Lui un po' è come me, ma è diverso. Sospiro e ricambio
la mano sul suo braccio.
-
Sei un grande amico, ma so come sono. Sono un uomo di fede che
tradisce sua moglie con un altro uomo. È questa la verità. Anche se
lo faccio per amore ed ho tentato di fare le cose 'come vanno fatte',
questo non mi giustifica. Ne sono consapevole. Per questo non posso
permettermi di criticarla se lei ci tiene alle apparenze pur essendo
una donna di fede... e tutte queste cose qua! -
-
Sì ma lei si professa onesta, aperta, genuina... ma non lo è! Ma
non per sua volontà. Non lo è perchè nessuno può esserlo davvero!
Per questo tutti quelli che ci provano non lo sono davvero. - Iker
forse centra il punto della questione e mi fermo, ci ripenso e piego
la testa di lato.
-
Nessuno è perfetto, ma è giusto provare ad esserlo! -
-
Però non puoi essere presuntuoso e pensare di esserlo! - La sua
risposta è pronta. - O di riuscirci davvero! - Tiro infuori il
labbro in cerca di una risposta che non viene e Iker riprende
addolcendosi. Non che prima fosse duro, figurati. - Non voglio dire
che non bisogna provarci, però se parli di tu sposato che ti
innamori e che anche provando a fare le cose giuste non ci sono vie
d'uscita, è una cosa. È la natura, hai sbagliato a sposare Carol,
piano piano sistemi i tuoi errori. Ma se mi dici che lei fin'ora è
stata una montatura e che ora, che sia consapevole o meno, continuerà
ad esserlo... beh, lì è diverso! Non è una questione di natura! -
Lo sapevo che posso parlare di certe cose solo con lui, per avere
delle risposte degne che mi aiutano. Cris mi protegge per partito
preso e credo ce l'abbia con lei, Karim... mah, Karim credo sia preso
male con Mourinho. Fino a poche settimane fa lo era. Poi Roby... Roby
ogni tanto mi dice qualcosa che mi fa pensare ma lui semplifica
tutto. Troppo.
-
No, è vero, è diverso. Ma come la posso biasimare? Sai cosa
significherebbe per lei divorziare? È l'icona delle donne sposate a
calciatori. Noi come coppia lo siamo e lei come donna e moglie... e
lo è principalmente perchè si è posta come una persona semplice,
onesta e genuina... ma soprattutto di fede. Divorziare significa che
la fede non era autentica, perchè è la prima cosa che viene messa
in discussione. E poi che lei non era veramente sincera e pulita,
perchè anche se dice che l'amore è finito e non si prende delle
vere colpe, viene messo in discussione tutto lo stesso. Critiche,
giudizi, studi approfonditi, scoop... non è una cosa che tutti
possono affrontare! - Iker alza ancora le spalle con semplicità.
-
Parli con uno che sta con David Beckham, famoso per badare come un
maniaco ella apparenze... capisco molto bene la questione... -
Scuoto
la testa e guardo in giro gli altri che passano, vanno e vengono.
-
Non è uguale perchè David è famoso per essere perfetto in un altro
senso. Sai... quel genere sempre sorridente, a modo, gentile, che non
si scompone e non si arrabbia... che non fa scandali all'interno
della famiglia... è un altra cosa da lei... di lei verrebbe messa in
discussione la sua integrità ed è la cosa a cui tiene di più. -
Riesco a capire entrambi i punti di vista e anche Iker, penso, perchè
si ferma, guarda nella mia stessa direzione e dopo un po' conclude.
-
Dopotutto è facile parlare senza essere in quella situazione.
Nessuno può capire veramente qualcun altro, perchè comunque nessuno
è uguale ad un altro. Possono capitarci le stesse cose, ma non ci
capiremo mai davvero perchè siamo diversi, con altri caratteri,
vissuti, esperienze... - Annuisco e sorrido un po' contento che abbia
capito ed un po' malinconico. Non ci sono soluzioni. Io la lascerò
fare e l'accontenterò perchè dopotutto sono stato io a sbagliare su
tutta la linea e a ferirla e ingannarla.
Dopo
di questo la nostra attenzione viene attirata da una scena che si
consuma davanti ai nostri occhi.
José
arriva da fuori accompagnando qualcuno che qua non vedo. Vedo Karim
perchè è sull'uscio della porta. Aveva il telefono in mano che si
scriveva con qualcuno, la musica alle orecchie perchè oggi è in
fase asociale. Ma la sua faccia è emblematica.
Da
chiusa e musona col broncio in fuori a stupita, meravigliata e
shockata.
Quando
arrossisce mi viene addirittura male e non posso che esclamare un 'ma
che succede?'. Anche Iker guarda Karim e solo dopo qualche secondo
vediamo ciò che vede lui.
Niente
meno con Zinedine Zidane.
Io
l'ho incontrato in diverse occasioni sul campo e ad un evento di
beneficenza dove alcuni giocatori famosi giocavano insieme, io e lui
eravamo nella stessa squadra, quella volta ci siamo conosciuti meglio
e abbiamo scoperto quanto possiamo ridere insieme e andare d'accordo.
Lui
è uno di quelli considerati erroneamente male perchè in realtà è
tutt'altro di quel che si dice.
È
a posto, in gamba, divertente e molto ma molto di classe, in
qualunque cosa faccia.
Succede
così che capisco.
Zidane
è francese, Karim è francese.
Può
mica essere che Zidane è l'idolo di Karim?
Sapevo
che era una specie di consigliere di Perez, ma non l'avevamo mai
visto in campo, prima.
Che
faccia visita è strano, ma non poi così tanto.
Io
e Iker, il quale ha giocato con lui alcuni anni ed è suo amico, ci
alziamo per andare a salutarlo, ma ci fermiamo perchè Karim è
paonazzo e rigido, non si è nemmeno tolto le cuffie con la musica.
Fa una faccia da incorniciare, è apertamente sconvolto, non riesce a
mascherarla. Infatti è José a togliergli le cuffie con un colpo in
testa che lo fa riprendere.
-
Ehi, non stare lì impalato! Non vedi chi ti ho portato? - Ora.
So
che Karim e José litigavano furiosamente l'anno scorso.
La
cosa mi sorprende.
Mi
sorprende vedere José in tanta confidenza con Karim. Insomma, non lo
uccide!
Comunque
sempre rosso in viso tende la mano che trema ed è dolcissimo a modo
suo. Zidane sorride radioso e aperto, un bellissimo sorriso che gli
illumina tutto il viso affilato che ha. Con gli anni diventa più
affascinante. È sempre stato carismatico, ma ora è come se
attirasse l'attenzione di tutti senza nemmeno dire o fare nulla.
Si
prendono la mano e penso che Karim possa svenire da un momento
all'altro. Non dice nulla. Non dice assolutamente nulla. Zidane dice
qualcosa in francese, ma Karim è proprio KO.
Oddio
sì, è il suo idolo e lo sta incontrando per la prima volta. Penso
che morirei anche io al suo posto!
Io
ed Iker ci guardiamo e ridacchiamo mentre José ride proprio di
brutto, molto sfacciatamente.
-
Sarà uno dei nuovi membri del mio staff... sai, pensavo ad un
sistema per stimolarti, visto che l'anno scorso le mie litigate non
son servite a nulla... ed ho scoperto che lui è il tuo idolo! Poi
Perez mi ha detto che la sua intenzione era di fare l'allenatore, un
giorno, per cui dopo il corso che ha fatto doveva fare una specie di
stage... ed eccoci qua! Gli ho subito detto di spedirmelo! Sei
contento? Poi non dire che sono uno stronzo e che ti odio! - Karim
non capisce e non dice niente, balbetta ed alla fine non parla. Così
decido di intervenire. Iker va ad abbracciare Zidane e lo distrae
dall'imbarazzante momento che si è creato ed io prendo Karim e me lo
trascino via prima che gli sbavi davanti.
Lo
porto fuori a prendere un po' d'aria ed è qua, mentre rido come un
matto per la scena che ho appena visto, che sono io a fare la parte
di Karim di due secondi fa.
Quando
vedo avvicinarsi Cris.
Impallidisco,
il sorriso si spegne, mi dimentico di respirare ed il cuore va a
mille.
Il
panico solo perchè lo rivedo dopo un po' di separazione.
Il
panico e la gioia.
Dimentico
subito il povero Karim e gli salto addosso, le braccia al collo.
Ovviamente avevo visto che non ci fossero fotografi, figurati.
Lui
ridendo mi abbraccia e mi stringe mentre Karim poco più in là
sbuffa e si china sulle ginocchia, ancora sotto shock.
Il
mondo è sempre così fantastico e dopo i momenti difficili arrivano
sempre, matematicamente, quelli belli.
Sono
felice.”