CAPITOLO
CIX:
NEL
BENE...
“Non
mi sarei mai aspettato che anche lui voleva fare la stessa cosa. Non
mi ha preso un anello, ma un bracciale, però l'ha preso secondo il
mio gusto ed io secondo il suo. Volevamo qualcosa che l'altro potesse
indossare sempre.
Un
pegno d'amore.
Tornati
in camera mentre mi sembra di essermi appena sposato con lui visto
Iker che poteva essere il prete e Sergio il testimone, ci
abbandoniamo sul letto e lentamente le mani prendono confidenza con
noi.
-
Prima hai detto che pensavi a quando siamo entrati in camera insieme
la prima volta... - Dico febbrile mentre mi viene in mente la stessa
cosa, mentre lo spoglio con dolcezza e lentezza assaporando tutti i
momenti, le dita corrono sulla sua pelle liscia e calda, lo sento
rabbrividire. Sono delicato.
Il
suo corpo che ora è solo mio.
-
E' così diverso da ora... - Dice mentre mi abbassa la cerniera della
maglia ed infila le dita sotto la stoffa, alza la maglietta e arriva
al mio addome, scivola sui fianchi e risale carezzandomi piano, quasi
timidamente. E poi con sempre più desiderio.
Lo
sento sensuale mentre esplora ogni mio tratto muscolare.
Adora
il mio corpo e lo percepisco da come mi tocca, da come mi carezza.
-
Ti ho sedotto... -
Sorride
contro il mio collo.
-
Mi hai ubriacato... - Rido a mia volta mentre mi fa scendere la
maglia sulle braccia, cade a terra. Mi alza del tutto quella a
maniche corte e lo aiuto a sfilarmela da sopra la testa.
A
torso nudo si separa da me e mi osserva leccandosi le labbra
lussurioso. Lo sento quanto mi desidera.
-
Ma sapevo che lo volevi e che non osavi... - Forse è la prima volta
che ne parliamo.
Le
mani, le dita aperte, i palmi aderiscono sui miei pettorali, sulle
spalle e poi ad artiglio mi graffia leggero scivolando giù fino a
sedersi sul letto. Trascina le labbra aperte sulla pelle, dalle
clavicole al petto ed all'addome. Da sotto risale con la lingua.
La
cosa mi toglie il fiato mentre lo guardo dall'alto. La sua testa
arruffata sul mio corpo.
-
Oggi quella voglia è ancora più grande... - Dice cominciando a
succhiarmi dove i muscoli formano dei cuscinetti perfetti per la sua
bocca.
La
sento tutta. Lo faccio praticamente impazzire.
-
Come quando hai ceduto a me... - La voce roca.
Lui
continua succhiando salendo e scendendo fino a che mi abbassa anche i
pantaloni coi boxer e mi gira di schiena per occuparsi dell'altra
parte che adora.
Il
mio sedere.
Sembra
eresia, però lo faccio impazzire, ogni tanto mi ritrovo le sue mani
lì sotto senza che nemmeno stiamo per fare sesso. È una sorta di
calamita, per lui.
So
che è splendido, lo alleno molto perchè ci tengo che sia sodo, alto
e perfetto. Però è bello sapere che è il suo punto gravitazionale.
E
le sue labbra su queste mie curve sode, parlano ancora.
-
Tutte le volte... - Già... tutte le volte che ha ceduto a me...
-
Ti facevo impazzire fino a che non eri tu a farlo. Perchè non volevo
mi accusassi... - Sorride, lo sento sorridere mentre mi morde
leggero, mi ricopre di brividi.
-
Mi hai spinto a violentarti, quasi... non ho mai fatto con altri
quello che ho fatto con te! -
-
Lo credo bene! - Dico torcendomi e guardandolo. Lui smette di
mordermi e ride.
-
Sei il primo ed il solo. -
-
E mi auguro l'ultimo! - Ridendo mi morde ancora l'altra chiappa per
poi finire leccandomi, gioca con le mie natiche fino ad infilarsi
dentro con la lingua, mi lecca anche lì e poi sento le sue dita. Mi
piego in avanti e gli do l'accesso migliore che riesco.
-
Ecco perchè mi fa impazzire... - Parla del mio culo. Ed ha quella
voce erotica da non capisco più niente. - Perchè poi tu ti pieghi
così e me lo dai... ed è lì perfetto tutto per me... e mi chiedi
di prenderlo... -
Così
si alza e si strofina con il bacino attraverso i vestiti. Mi tortura
perchè lo sento gonfio ed eccitato e comincio a toccarmi, ma subito
le mani dai fianchi scendono sul davanti e si sostituisce a me. Si
strofina per dietro e mi masturba.
L'ho
cresciuto troppo bene.
Se
poi ci aggiungo la bocca sul mio collo che mi bacia, mi carezza e mi
lecca è finita. Quando arriva a mordicchiarmi gemo.
Il
gemito gli indica che deve allentare o vengo subito, così si separa
e rimane in piedi in attesa che faccia qualcosa anche io.
Amore
mio.
Questi
inviti.
Mi
giro verso di lui. È a torso nudo ma ha i pantaloni, è una tuta,
infilo le mani per dietro, sotto, e li faccio cadere alle sue
caviglie. Se li toglie. Per i boxer mi inginocchio davanti a lui e
praticamente gli prendo in bocca il cazzo attraverso la stoffa.
Gliela
bagno tutta mentre delineo molto bene con la bocca e la lingua il suo
cazzo eccitato. Si indurisce di più. Per qualche ragione gli piace
quando lo faccio.
Continuo
fino quasi a fargli un vero pompino, poi se li toglie da solo ed io
rido. Sadicamente non gli prendo il cazzo in bocca, mi alzo e ci
rimane male. Ma lo prendo sotto le braccia, lo alzo e me lo metto
addosso. Lui avvolge le gambe intorno a me, gli prendo il culo e
stringo alzandomelo e abbassandomelo, me lo strofino addosso e lui
geme mentre mi mette le braccia al collo e mi guarda febbrile,
eccitato. La bocca aperta, l'espressione in pieno godimento.
Lo
stendo giù e mi metto sopra ricambiando il favore. Mi strofino su di
lui mettendomi a cavalcioni, gli passo il mio cazzo duro su tutto il
corpo, il torace, il bacino e di nuovo il torace.
Poi
lo giro di schiena e continuo anche lì. La schiena è ancora più
sensibile. Quando sostituisco la lingua e comincio a leccarlo con la
punta, leggero, su tutta la superficie, lo sento gemere e sospirare
forte. È ricoperto di brividi. La schiena è la parte migliore. Però
dopo un po' ho voglia di altro e finisco a leccargli la fessura, mi
infilo in mezzo con il viso, mi ci perdo, lo faccio mio e lo vuole
così tanto che si mette a carponi per darmi tutto quello che può di
sé.
Mi
fa impazzire se fa così.
Allora
mi stendo a pancia in su, mi metto in modo da infilare la testa sotto
di lui e me lo siedo sul viso, me lo gestisco a piacimento ed ecco
che così arrivo al suo cazzo.
Geme
di nuovo, prende a muoversi e ad inarcarsi, si ondula tutto e spinge
nella mia bocca chiedendomi di più.
Comincia
coi suoi 'sì' erotici e lo immagino mentre è inarcato e si tiene i
capelli con le mani, le braccia alte.
È
mio.
Il
suo cazzo cresce nella bocca mentre lo succhio e pulsa, mi tocco
anche io ma a momenti veniamo così.
Mi
fermo quando sento che stiamo per farlo e riprendo, lo faccio un paio
di volte fino a che insofferente non mi implora. Adoro quando
implora.
-
Entra e fammi venire ti prego... - Dice infatti.
Così
me lo sposto da sopra, lo stendo di schiena, piega la gamba di lato e
si mette a tre quarti, io mi adagio dietro di lui nella stessa
posizione, con la mano introduco il mio cazzo in lui, si inarca e mi
libera l'accesso.
Una
volta dentro, piano piano, inizio a muovermi mentre lo tengo per un
fianco e con l'altro braccio mi tengo su.
I
movimenti diventano sincroni, si muove contro di me, mi viene
incontro ed il ritmo cresce, siamo perfetti, ci sentiamo
completamente e sappiamo cosa vogliamo uno dall'altro in quel
momento, non serve che ci parliamo e ci spieghiamo.
Sappiamo
come farci godere. Come averci. Come prenderci.
Lo
mordo sulla spalla e così si torce sul busto e si gira verso di me,
ho la sua bocca carnosa, tutta mia.
La
prendo. Le labbra aderiscono aperte, tiriamo fuori le lingue, ci
veniamo incontro, ci abbiamo. Ci intrecciamo. Ci fondiamo.
Siamo
uno dell'altro.
Le
bocche, i corpi, le anime. Persino la mente pensa solo a come farlo
godere di più.
Aumento
le spinte, vado più in profondità e mi abbasso per arrivare a quel
punto che lo fa impazzire, quando getta la testa indietro e geme più
forte capisco che lo trovo e continuo a spingere lì in quel modo e
non è più in sé mentre grida.
Lo
sento venire e poco dopo mi unisco a lui.
Tutto
cresce senza controllo e l'idea che sia lui, l'uomo che amo, che
sogno, che ho sempre desiderato, l'unico che abbia voluto sul
serio... l'idea che sia lui mi fa venire in ogni molecola.
Il
calore è come un incendio istantaneo, la mente elettrizzata, fremo
in lui mentre mi sciolgo. Qualche secondo dopo mi rilasso, sospiro,
gli bacio la spalla, il collo e poi la bocca che mi torna a dare.
Rimaniamo fermi così per un istante, uno nell'altro. Poi ci
separiamo, mi stendo sulla schiena e lui si adagia su di me.
Credo
che siamo arrivati ad un punto particolare delle nostre vite e della
nostra relazione.
Siamo
diventati uomini. Abbiamo affrontati i nostri mostri e li abbiamo
abbattuti.
E
sappiamo che qualunque cosa succederà, noi dureremo.
Lo
sappiamo bene. Il noi sarà per sempre, in ogni caso.
Bacio
il bracciale che mi ha regalato, l'unica cosa rimasta addosso, mentre
lo prometto solennemente a me stesso.
Lui
lo vede, sorride dolcemente e fa altrettanto con l'anello.
Noi,
i nostri segni, le nostre promesse.
Su
questo scenario perfetto e positivo, dove tutto sembra girare alla
perfezione senza una sola ombra, le cose lente cambiano.
A
Gennaio Riky rifiuta un'interessante offerta del PSG di Leonardo ed
Ancelotti, i suoi due padri, per così dire, al Milan.
Per
un momento mi era venuto il patema d'animo. Ma forse dovevamo
ascoltare i segnali. Quali?
Era
un segnale la possibilità di farlo andare in un'altra squadra?
A
Gennaio le cose andavano ancora bene, in squadra.
Il
mister era interessato a noi, era dalla nostra parte, Riky giocava
con continuità, la squadra andava alla grande, vinceva e sapevamo,
sentivamo di poter fare grandi cose.
Ci
fidavamo di lui, ci stava portando ad essere un gruppo micidiale,
oltre che unito. Lui era il nostro comandante, il nostro pilota, e
noi le sue macchine da corsa.
Quell'anno,
il 2011-2012, tutto sembrava scorrere nel migliore dei modi.
Quindi
ovviamente nessuno pensò davvero che Riky dovesse andarsene.
Karim
stava facendo la sua stagione migliore affiancato da Zizou, il suo
idolo, che sembrava sempre più essere chiamato nello staff solo per
lui.
Tutti
ci siamo chiesti se ci fosse del tenero fra loro, non che i due
mostrassero particolare predisposizione uno per l'altro. Niente
avances, insomma, però ci sembrava sospetto tutto il tempo che
passavano insieme al di là del calcio, poi ogni tanto li vedevi
arrivare insieme ridendo e parlando e pensavi che il mondo crollasse.
Oltre
a questo, Karim andava sorprendentemente d'accordo anche con il
mister, come tutti. Per questo pensavamo che fosse Dio, per noi.
Perchè
se anche Karim si era deciso ad andarci d'accordo, significava che
era davvero a posto.
Però
ci fregò tutti, ce ne rendemmo conto solo la stagione successiva.
Per
tutto l'anno si mostrò dalla nostra parte, sempre e comunque. Si era
conquistato la nostra fiducia.
Però
poi Angel tornò dal suo infortunio e lui cominciò a reinserirlo con
calma.
Lentamente
Riky tornò in panchina e le cose si oscurarono. Non volevamo vedere,
io primo fra tutti e Riky non era molto bravo in quanto ad onestà.
Ci
dicevamo che sapeva cosa faceva, che fino ad ora non ci eravamo mai
pentiti di esserci fidati, che tutte le sue scelte si erano rivelate
azzeccate.
Non
è che non facesse giocare Riky, alternava molto lui, Mesut e
Angel... però notavo la tendenza a preferire sopra tutti e tre Mesut
e fra Angel e Riky... beh, a volte sembrava che il mio ragazzo fosse
il sostituto di Angel, così come Gonzalo, quell'anno, lo era di
Karim.
Stava
succedendo qualcosa, ma nessuno era lucido per rendersene conto.
Colpa delle vittorie che comunque portavamo a casa, degli ottimi
risultati.
Abbiamo
vinto la Liga e per un soffio non siamo arrivati in finale di
Champions League. È stato il nostro anno migliore, José ci è
rimasto dietro, si è impegnato molto, si vedeva che voleva vincere e
noi, anche se faceva roteare in modo strano Angel e Riky, non lo
contrastavamo nemmeno in segreto.
Perchè
lui era dalla nostra, era ancora il nostro allenatore, ci faceva
vincere, ci motivava, ci adorava.
Per
questo lo seguivamo.
Per
questo non potevamo vedere.
Ma
anche vedendo... beh, onestamente non so cosa avremmo potuto fare.
La
semifinale contro il Bayern Monaco fu una delle più belle mai
disputate, lezione di calcio, la definirono tutti i cronisti ed
opinionisti sportivi.
Pur
perdendo ai rigori proprio per colpa dei rigori miei, di Riky e di
Sergio, uscimmo a testa alta perchè avevamo tenuto loro testa in
modo encomiabile.
Quella
sera fui insostenibile, però Riky riuscì a calmarmi.
Io
non me ne capacitavo.
Era
il nostro anno migliore, eravamo più forti che mai.
O
quell'anno o mai più.
Come
avevamo potuto fallire proprio con un rigore mio?
Io
che sbagliavo un rigore?
Beh,
era stato parato.
E
Riky anche, dopo di me, perchè l'aveva tirato uguale al mio pensando
che Neuer, quel maledetto gatto, si sarebbe tuffato da un'altra
parte. Evidentemente sapeva che io e Riky vivevamo in simbiosi.
Riky
quella sera giocò seppure veniva da uno strano periodo di
accantonamento.
Non
che non giocasse, faceva la Coppa del Re e le partite facili di Liga,
quelle davvero importanti no.
Però
quella sera, quella semifinale di ritorno, quando non sapeva più
dove sbattere la testa, fu abbastanza saggio da inserirlo.
Ci
riprendemmo e riuscimmo a tenere duro per tutti i supplementari,
cercammo sfiniti di fare del nostro meglio.
Ricordare
quella partita mi fa male, però posso dire senza vergogna che
superai quel momento perchè lui era lì.
L'avevo
giocata e persa con Riky e lui provava la stessa cosa.
Quella
notte parlammo delle rispettive brucianti esperienze ed entrambi
convenimmo che perdere in finale era stato peggio. Ad entrambi era
capitato. Era capitato anche perdere in semifinale.
Beh,
in effetti nel 2007 era stato proprio lui a buttarci fuori.
La
notte in cui mi innamorai di lui.
Vedendolo
in campo davanti ai miei occhi giocare in quel modo sublime, aveva
come un'aura intorno.
Poi
alla premiazione a Gennaio me ne convinsi meglio, ma quella sera...
oh, quella sera lui mi conquistò sul serio.
Così
ho superato tutto ed sono andato agli europei del 2012... non dopo
aver festeggiato la meritatissima vittoria di Liga con un punteggio
fantastico che superava il Barcellona.
Era
l'addio di Guardiola.
Ora
potrei dire che forse José risentì del suo addio. In qualche modo
ne risentì.
Lui
era un lottatore, dava il meglio di sé quando doveva fare la guerra
a qualcuno di fortissimo, era così che si motivava.
Nessuno
diede peso a questo aspetto, questa stupidissima cosa.
Però
evidentemente avremmo dovuto.
Partii
per gli europei col mio Portogallo e Riky ovviamente riuscì ad
imbucarsi di nascosto nei momenti migliori per venire a trovarmi.
Anche
quello fu bello.
Diedi
il mio meglio, portai la nazionale alla semifinale, di nuovo, e, di
nuovo, sfiorai l'impresa.
Sempre
ai maledetti rigori.
Questa
volta proprio contro la Spagna. La maledettissima Spagna!
Conoscere
alla perfezione Iker ed altri giocatori miei compagni, non servì.
Alla
fine fu fortuna, perchè lì non sbagliai niente, uno di noi tirò un
rigore parabile e San Iker portò la sua Spagna in finale contro
l'Italia.
Però
tutti constatarono che aveva meritato di più il Portogallo,
obiettivamente avevamo giocato meglio.
Ingoiai
anche questo.
Sempre
grazie a Riky che era venuto a vedere la partita allo stadio,
naturalmente senza farsi notare. Sapeva come passare inosservato.
Alla
fine si infilò negli spogliatoi e mi abbracciò.
Fu
bello.
Solo
lui sapeva come darmi la spinta.
Pur
non essendo in squadra con me, Riky rimaneva importante.
Pensai...
pensai inquietantemente che anche in squadre diverse, eravamo l'uno
il sostegno dell'altro.
Pensai
che potevamo farcela anche separati.
Che
la cosa cambiava di poco. Certo, giocarci insieme era tutt'altra
cosa, ma alla fine non posso dire che era quello che mi cambiava
davvero.
Cioè
non era l'averlo nella mia stessa squadra o meno. Certo, era più
bello, ma non era quello il punto della questione.
Quello
che mi cambiava era sentirlo, poterlo vedere dopo o sentirlo al
telefono, avere il suo sostegno. Era quello che faceva la differenza
per me.
Mi
vedeva prima ed io giocavo bene, se perdevo poi mi consolava ed io
stavo meglio.
Così
funzionavamo e pensai che quando saremmo inevitabilmente finiti in
squadre diverse, quando a fine contratto nel 2016 lui sarebbe tornato
al San Paolo ed io chi lo sa, magari al Manchester, vederci sarebbe
stato complicato, ma in qualche modo avremmo fatto. E comunque mi
sarebbe bastato sentire la sua voce, avere il suo sostegno in tutti i
modi che avrebbe potuto darmelo.
Pensai
a quello, separato tragicamente da lui nelle vacanze estive.
Non
avevamo scelta, lui doveva fare le vacanze con la sua famiglia, io
con Irina e convincere il mondo di quanto favolosi eravamo insieme.
Ci
sentivamo tre volte al giorno per un'ora per volta, andavamo in giro
con gli auricolari attaccati all'orecchio ed io, naturalmente, non mi
separavo dai suoi braccialetti e da tutti i regali che mi aveva
fatto.
Insomma,
inizialmente era stato tragico, ma poi una volta abituati a questo
regime da separati e controllati, la cosa non fu poi tanto male.
Ammetto
che pur io preferisca vederlo ogni giorno e toccarlo con mano, anche
fare le porcherie tramite skype e parlarci ventimila volte al
telefono qualunque cosa faccia, aveva un suo perchè. Non che fosse
meglio, ma era comunque bello. Insomma, si poteva fare. Mi resi conto
sulla pelle che anche in quel caso era fattibile.
Eravamo
molto lontani uno dall'altro, quella volta non pensammo a fare le
vacanze nelle vicinanze perchè con Carol era una situazione
delicata.
Non
capivo bene che intenzioni avesse e come fosse evoluta la cosa.
Mano
a mano che la storia era andata avanti, era sembrata accettare sempre
più la questione fino a diventare amica di Riky, amica come lo era
stata prima di sapere di me.
Perchè
andiamo, quei due erano sempre stati amici, mai amanti, mai
innamorati.
Così
parvero tornare a quello stadio.
Credo
che il lavoro che Carol fece su sé stessa la portò ad avere un
equilibrio suo e ad accettare tutto, anche sé stessa e questo suo
bisogno di piacere ed essere apprezzata ed accettata.
Doveva
dimostrare di essere perfetta ed avere una vita perfetta, non era un
lato bello, però la faceva stare meglio.
Era
come una mania compulsiva.
Non
so con chi parlò e con chi fece questo cammino, ma poi divenne più
odiosamente falsa e tutta d'apparenza. Però ne giovò il rapporto
con Riky, più rilassato e complice. Niente tensioni strane, niente
freddezze.
A
Riky stava bene quella nuova Carol, non pretendeva nulla se non che
lui stesse attento e recitasse la parte del marito perfetto e dedito
a lei.
Non
si doveva sforzare, all'amore mio bastava un sorriso ed un bacio e
sembrava così innamorato da sciogliere chiunque.
Per
quanto mi riguardava, mi urtava profondamente, ma ne volevo rimanere
fuori.
Non
ero geloso dei quadretti e delle farse che quella pazza metteva su,
come dei lunghi post su instagram dove parlava di quanto amasse suo
marito -cosa che, andiamo, quale moglie lo farebbe? Chi ama sul serio
non lo ostenta in quel modo svenevole da film smielato.-
Ero
infastidito da lei.
Sapevo
che lui aveva occhi solo per me, ma mi dava fastidio che lei fosse
così... così... falsa!
Solo
Irina riusciva a calmarmi dicendo che anche noi lo eravamo visto che
facevamo finta di stare insieme.
Però
era diverso. In qualche modo sentivo che era diverso.
Io
avevo cominciato, e continuavo, solo ed esclusivamente per proteggere
Junior e per dargli quello che sono convinto a lui serva.
Un
padre con una reputazione buona, un rapporto stabile, una compagna
che un giorno sarebbe potuta diventare una buona mamma... volevo
dargli quello che avevano tutti. Chiaro, tutti quelli in una
situazione simile alla sua, dove la sua mamma biologica non c'era ed
esisteva solo il papà. Che io fossi famoso non aiutava, però potevo
provvedere al resto. Ovvero... i ragazzi padri prima o poi per il
loro bambino gli procurano una mamma surrogata e gli danno una
famiglia.
Speravo
davvero di poter mettere su famiglia con Irina, una famiglia vera.
Trascinavamo
avanti il rapporto vedendo quanto capaci fossimo e quanto riuscivamo
a volerci bene, ma essendo uguali il tutto assunse note positive. Ci
divertivamo molto insieme, eravamo davvero complici, la reputavo
perfetta per me e stavo molto bene con lei.
Le
vacanze insieme, pomiciare in vista dei paparazzi... era bello e
divertente.
Ma
lo era ancora di più chiamare Riky e fare sesso telefonico con lui.
Come
quel famoso anno separati, io in Inghilterra e lui a Milano.
Che
momenti epici.
Lui
con gli ormoni in subbuglio che non sapeva come gestire il suo ormai
fortissimo lato gay e che mi cercava per domare il tutto.
Ed
io che lo istigavo facendogli avere dei fantastici orgasmi dove gli
dicevo di immaginarmi su di lui a leccarlo, baciarlo e scoparlo.
Eh,
bei momenti.
Ripeterli
ora è stato divertente e bello, ma in modo diverso.
Quando
Riky mi chiama sorpreso per darmi la notizia, penso che sia il
preludio di un anno a dir poco perfetto, dimentico quella strana
inspiegabile sensazione che riguardava José.
-
Cris, non ci crederai mai! - Dice con voce entusiasta e tremolante
mentre io mi alzo a sedere sul lettino sulla spiaggia.
-
Cosa? - Chiedo incuriosito.
-Carol...
ha deciso di trasferirsi qua... di aprire uno studio per un'attività
sua in Brasile, per cui sta cercando casa a San Paolo, dove intende
rimanere. Visto che finirò la carriera qua, ha pensato di anticipare
le mosse e quel che farà una volta che io smetterò di giocare, per
avere la sua attività avviata. Così ora sceglie casa, si costruisce
lo studio, avvia tutto quanto e... beh, rimarrà qua coi bambini!
Ovviamente farà su e giù per farmeli vedere, ha pensato a tutto.
Dice che non può certo trasferirsi punto e basta, sembreremmo
separati. Verrà qua, farà la sua parte, farà tutto in modo che
nessuno pensi niente, però comunque penserà anche alla sua vita,
alle sue cose, ai suoi desideri. - La notizia mi prende totalmente in
contropiede, mi alzo e comincio a camminare sulla spiaggia protetta e
quindi mezza deserta. Ci sono solo persone di un certo tipo e credo
dei paparazzi. Ogni tanto faccio il porco con Irina e tutto va bene.
Il
telefono all'orecchio e la mente a quel che mi ha detto, non me lo
sarei mai aspettato.
-
E così è il risultato del suo percorso... - Concludo. Lui capisce a
cosa mi riferisco, lo sa immediatamente.
-
Mi ha detto che ha ascoltato il tuo consiglio di parlare con Irina...
- Gli avevo detto di quella strana conversazione, ma non pensavo mi
avesse dato retta.
Cerco
Irina in giro ma non la vedo.
-
Non mi ha detto che avessero cominciato a parlare di queste cose...
insomma, so che si sono incontrate qualche volta per questioni
ufficiali... sai... se noi facciamo cene insieme, è ovvio che anche
le rispettive consorti siano con noi. Tutta una questione di
apparenze. Però non credevo che fossero finite per parlarsi! - La
strana coppia.
Irina
è lesbica e Carol è... mah, chi lo sa cos'è quella pazza?
Irina
la vedo come una dea perchè dopotutto è me al femminile ed io sono
maledettamente narcisista. Forse è per questo.
Carol
no, Carol non è Riky.
Carol
non so cos'è ma mi infastidisce! Non so perchè!
-
Fatto sta che ha deciso di accettare certi aspetti non molto
edificanti, che riconosce come non davvero buoni sul piano della
morale e dei principi e dei valori, ma che comunque l'aiutano per un
equilibrio interiore e mentale. Psicologicamente accettare certi lati
non perfetti e positivi di sé, scendere a compromessi, l'aiuta ad
essere felice e ad avere tutto sotto controllo. A sentirsi ancora
realizzata anche se ha fallito come moglie. - A questa spiegazione
rido, mi immagino le lezioni di Irina!
-
Una donna non nasce solo per procreare e fare la moglie! Irina deve
averla distrutta! - Riky ride perchè sa di cosa parlo.
-
C'era un periodo in cui arrivava a casa molto assorta e poco
convinta, non osavo dirle nulla! - Ricordo, mi ha sempre reso
partecipe di tutto.
-
Per cui ora accetta i propri difetti dal punto di vista morale e
cerca di realizzarsi anche se questo significa fare cose senza
valori? - Riky ride alla mia spontaneità e fanculo, finchè ride non
mi importa nulla!
Amo
la sua risata.
-
Tu sei un po' severo... non è che lei sia un mostro travestita da
angelo! Però non è cristallina come pensava di essere, come tutti
pensano che sia. Irina le ha insegnato che anche se si tiene certe
cose per sé è ok e soprattutto che ha il diritto di essere e fare
ciò che vuole, quello che conta è essere consapevoli di tutto ed
essere onesti con sé stessi. Ovvero... ti fai una bella foto? Sappi
che lo fai alla ricerca di apprezzamenti e niente altro. Va bene, ma
non raccontarti che è per condividere un momento della tua vita. E
con chi? E perchè? A nessuno importa davvero, solo che a te piace se
ti dicono 'sei stupenda!' - Probabilmente ripete le lezioni che Irina
le ha impartito.
Assimilo
e mi immagino la mia ragazza dirle così. Che coppia.
-
Dì, ma secondo te si sono assaggiate la passera? - A questa mia
uscita sento un rumore molto forte ed il silenzio, così mi fermo e
preoccupato lo chiamo mentre in risposta non arriva nulla.
-
Riky? Sei vivo? Che è successo? - Finalmente mi risponde!
-
Senti, non voglio immaginare Carol e Irina che si fanno quelle
cose... non so se lo fanno, in ogni caso sono affari loro! Io vorrei
che lei fosse felice, che si sentisse realizzata per quello che è,
che si accettasse così com'è, come è successo a me. Se pensi che
io, proprio io, mi sono scoperto gay ed innamorato di un altro uomo e
che con lui poi ho tradito mia moglie e l'ho ingannata a lungo...
beh, è pazzesco. Ma con un duro lavoro ho accettato tutto e sono
sceso a compromessi. Ovvero la perfezione non esiste, ma bisogna
vivere con onestà nei confronti di chi conta davvero. Senza ferire
nessuno. Ma soprattutto seguendo comunque dei valori. -
-
E non dimenticare di essere felice! - Aggiungo mentre sembra
pubblicizziamo una vacanza alle Hawaii.
Lo
sento ridere di nuovo.
-
Sicuramente è quello che ha detto Irina. Di essere felice, di
realizzarsi, di capire cosa vuole fare e cosa la rende contenta e di
farlo. A modo suo, sembrando chi desidera, facendo la persona che le
dà maggiore equilibrio... ma sempre con consapevolezza. Non siamo
sbagliati. Siamo fatti così, andiamo bene come siamo. Qualunque
difetto abbiamo, va bene. Va solo accettato! - Eh sì... questo è
un miscuglio di preti e puttane. Non so come mi viene, ma alla
fine la conclusione migliore che potessero avere è questa e l'ha
avuta sostanzialmente anche Riky.
Credo
sia la lezione che prima o poi tutti devono imparare.
Io
mi sono accettato subito, però ho avuto altro su cui lavorare. Io
son dovuto crescere, ho dovuto trovare dei compromessi. Ci sono
persone da proteggere.
Mio
figlio, il mio compagno, la mia famiglia.
Camminiamo
per un po', lui lì dov'è ed io qua.
È
tutto così bello, ancora.
-
Per cui starai solo soletto per un sacco di tempo? - Dico realizzando
la parte più importante che mi sono perso per strada. Credo sia
oltre un'ora che parliamo e me ne sono accorto solo ora.
Riky
ride ancora ed io mi illumino, altro che sole. Quanto lo amo!
Ridi
ancora amore!
-
Tutto tuo! A parte quando lei torna coi bimbi... in quel caso sai che
sarò solo loro... mi mancheranno molto, ma dopotutto ho sempre molti
impegni di club ed è giusto che lei si faccia una sua vita, dopo
quello che le ho fatto... riusciremo a farla funzionare, starà un
po' qua ed un po' là, un po' per sé stessa, un po' per i bambini,
un po' per la gente che altrimenti non ci lascerebbe in pace. Non
vogliamo diventare dei fenomeni da baraccone e finire sui gossip. -
-
Per quello ci pensiamo io ed Irina! - Rispondo ridendo per
sdrammatizzare un momento che si stava facendo serio.
Lo
conosco, si colpevolizzerà per sempre per averle rovinato la vita.
Non
posso farci nulla per questo. In effetti l'ha fatto, ma conta che ha
rimediato.
Quanto
siamo andati avanti. Quanta strada abbiamo fatto.
Ora
siamo a chilometri di distanza e va sempre tutto bene. In qualche
modo, qualunque cosa affrontiamo, l'abbiamo sempre fatto andare bene
e continuiamo così. Faremo così sempre. Perchè c'è la maturità,
la solidità dei nostri sentimenti ma soprattutto la consapevolezza.
Non
importa cosa e come, quel che siamo niente sarà comunque cancellato.
Nemmeno da undici ore di volo aereo! Che sono quelle che separano il
Brasile dalla Spagna!
-
Non vedo l'ora di vederti! - Dice poi cambiando discorso.
-
Quando puoi scappare per venire a trovarmi? - Ed eccoci qua a
progettare la prossima fuga. È quasi una sensazione premonitrice. Un
giorno inevitabilmente ne faremo tante, di queste fughe nascoste.
Così
ridendo comincia a farlo con me dicendomi che prima di andare al
ritiro a Madrid, può fermarsi da me due giorni ed io divento più
splendente del sole dell'equatore.
In
effetti anche il non vederlo sempre ha i suoi lati positivi... perchè
poi quando lo rivedo la felicità che provo è meglio della droga
migliore.
Siamo
davvero convinti che andrà tutto bene, non c'è niente che ci turba,
ormai. Stiamo prendendo tutto nel verso giusto, qualunque cosa, che
sia positiva o negativa, che sia una prova o meno. La prendiamo bene
e la superiamo rigirandola a nostro favore.
Siamo
sicuri.
Ci
sentiamo forti.
Andrà
sempre tutto bene.
Chi
lo poteva immaginare che ci mancava ancora la guerra più dura di
tutte?
Quella
che ci coglie del tutto impreparati!”
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E'
vero che...
Il
riassunto della fine dell'anno 2011-2012 che fa Cris è vera, è pura
cronaca, non aggiungo niente. Finisce e va tutto così, con Guardola
che lascia e l'anno dopo Mou è cambiato radicalmente. Metteva da
parte Riky dopo il ritorno di Angel, ma lo utilizzava di tanto in
tanto, poi in semifinale l'ha messo e quello era l'anno buono,
nessuno, io per prima, ha pensato di dover stare attento. In estate
Carol se ne è uscita con questo progetto, di farsi casa a San Paolo
con uno studio lì, ha fatto una specie di fondazione con un sito
internet, qualcosa che ha a che fare sui consigli alle donne ma non
mi sono mai interessata seriamente. In ogni caso si è trasferita in
Brasile lasciando Riky solo soletto a Madrid col suo amore. Tornava
di tanto in tanto, a periodi, da lui e facevano la famigliola felice.
Di fatto comunque Riky è stato mooolto tempo solo... cioè con Cris!
Beh, ho letto anche un articolo che parlava del fatto che Carol ed
Irina erano amiche, ci mettevano dentro anche il rapporto fra Cris e
Riky, per cui non so se è stato più un ragionamento logico oppure
che sapevano cosa dicevano. In ogni caso ho pensato bene di usare la
cosa a mio favore.