CAPITOLO CX:
...E NEL MALE

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Succede prima del ritorno di Cris.
Penso d'aver avuto le difese abbassate, fremevo perchè si avvicinava il momento di rivederlo e non vedevo l'ora. E poi di natura non sono uno che vive sempre teso in continuo sospetto verso tutto e tutti.
Insomma, per me nessuno trama contro di me. Anche se poi è così.
Cominciano a girare voci fra i media e dietro le quinte, un po' ovunque si sparge la voce di José che vuole scaricarmi, che non mi vuole in squadra e cose così. Siccome il mercato è aperto, Perez gli ha chiesto la solita lista e pare mi abbia messo fra i cedibili e come giustificazione deve aver detto che non rientro nei suoi piani.
La questione non è confermata, è ufficiosa ma non ufficiale ed io mi ostino a non crederci, però non sono più rilassato ed entusiasta come prima.
Diciamo che l'ingenuità scema piano piano mentre i giorni nel ritiro passano ed io mi chiedo se sia vero, cosa abbia detto davvero e se dovevo fidarmi di quel primo istintivo senso di diffidenza che ebbi quando arrivò.
Non aveva mostrato ciò che aveva dietro la sua maschera, noi non ci eravamo interessati a cosa avesse dietro perchè era sempre stato dalla nostra parte e Cris lo adorava, aveva un rapporto splendido con lui. Quindi no, non ci siamo mai guardati bene da lui.
- Io non riesco a capire... non so a cosa credere! - Dico a Cris esasperato mentre tiro avanti una situazione sempre più insofferente.
- Ma scusa, ma ti avrebbe detto... anche perchè così ti puoi guardare intorno in caso... cioè, se pensa di tenerti in panchina perchè non rientri nei suoi piani, te ne parlerebbe! È schietto e diretto, a Karim diceva chiaro in faccia che non lo schierava perchè non era il giocatore che voleva che fosse! - Cris ovviamente ha una mentalità molto lineare ed anche io la penso come lui, ma comincio a credere che ci sbagliamo.
- Non lo so, Cris. Lo pensavo anche io ma... ma qua sta succedendo qualcosa davvero! È come se fosse cambiato! Apparentemente sembra quello di sempre, parla con tutti, ride e scherza come al solito... ma in realtà... - Sospiro senza saper bene cosa dire, ho una sensazione e non so nemmeno come spiegarla perchè è qualcosa che ho ad istinto.
- Ti guarda in modo strano? Ti evita? -
- No no assolutamente! È sempre lui! Mi parla, si comporta normalmente! È questo che mi turba! Se è vero che non intende usarmi non dovrebbe cambiare nei miei confronti? O dirmi qualcosa? - Sono così incerto che anche Cris vacilla.
- Dovrebbe... secondo me finchè non ti parla, sono tutte palle. Sai quante ne inventano i media su di lui? - Questo è vero e cerco disperatamente di aggrapparmi a ciò, però so, sento che non è così facile. Perchè lui non è facile.
- Spero sia così... ma sì, sarà così... è che mi innervosisce questa cosa. Cioè... se vuole che me ne vada va bene, però mi deve dare il tempo di elaborare la cosa, scegliere la squadra migliore... certe cose sono lunghe e complesse! -
Cris è d'accordo, però quando parlo di andarmene lo sento che si irrigidisce e si sforza di essere razionale, perchè ne abbiamo parlato molte volte. Anche se ci separassimo, fra noi non cambierebbe nulla, solo che ci vedremmo nelle pause che di solito sono dopo le partite. E che dovremmo prendere un aereo.
- Comunque non fasciarti la testa prima di romperla. Parliamo di partenze solo quando si verificherà il caso. Ora non si sa ancora nulla. - Lo so che lui ha fatto mille piani ed ogni volta che ci separiamo per le vacanze, li mettiamo in pratica. Sono sempre piani buoni, sfrutta i giorni migliori per scappare e vederci di nascosto senza che nessuno sappia e veda, per il resto siamo in continuo contatto, ore ed ore al telefono ed in video con skype. Va bene, insomma.
Però è diverso dal vedersi ogni giorni. Solo che se ho davvero il rischio di rimanere in panchina no, grazie. Preferisco il piano alternativo, sacrificherò un po' il vederlo, però non sarò un giocatore per sempre. Un giorno smetterò ed allora starò con lui quanto vorremo.
- Dai, goditi gli ultimi giorni che non vedo l'ora di riabbracciarti! Mi manchi un sacco! - Dico alla fine chiudendo il discorso che so lo innervosisce molto.
- Non vedo l'ora di vederti anche io! Di toccarti! Di saltarti addosso! -

I giorni passano e per fortuna volano, sono sempre più all'erta, più mi convinco a rimanere tranquillo e a non pensarci, più sono teso perchè invece sento che è tutto vero. Ma non capisco cosa aspetta a dirmi di cercarmi un'altra squadra e soprattutto non capisco come faccia a non far capire nulla. Sembra davvero quello di sempre. È impossibile che invece mediti di farmi fuori!
Comunque finalmente tornano tutti quelli che hanno fatto l'europeo.
Cris e Sergio si punzecchiano perchè in semifinale si sono scontrati e la Spagna ha buttato fuori ai rigori il Portogallo. A conti fatti meritava il Portogallo e non lo dico perchè il mio ragazzo è portoghese. È vero!
- Diciamo che hai una gran sfiga con le semifinali ed i rigori, quest'anno! - Mette il dito nella piaga Sergio. Cris lo fulmina con uno sguardo terribile e prima che possa rispondere qualsiasi cosa, Pepe arriva e parla al suo posto:
- Parla quello che ha sparato il rigore alla luna di Monaco di Baviera! - Se si tratta di infierire, Pepe è il re indiscusso e lo fa sempre con cattiveria, non per difendersi, per il gusto di calpestare. Però fa parte del suo personaggio e tutti lo amiamo. Infatti alla faccia di Sergio, Cris e Pepe ridendo si battono il cinque ed io rido con loro.
- Te la sei cercata! - Ribatte Cris, Sergio sta per dirne una, ma alla fine Iker se lo porta via. San Iker.
Quanto mi era mancato anche lui.
Li guardo bene tutti, passandoli in rassegna uno ad uno.
Se dovessi davvero andarmene, Iker sarebbe quello che mi dispiacerebbe lasciare di più dopo Cris. È speciale, lo adoro, è il mio confidente serio, se ho problemi con Cris è con lui che ne parlo. Anche con Fabio, però Fabio si deve dividere fra me e Cris che altrimenti si ingelosisce, dice sempre cose strane.
Mi dispiacerebbe lasciare anche Pepe e Celo, ovviamente. Sono il mio gruppo, alla fine.
Karim... beh, di Karim mi mancherebbero le sue lune. Un giorno la luna dritta e ti sorride, ti parla, comunica. Un altro giorno è storta e ti guarda con arie truci e non dice una parola.
Oggi... lo osservo meglio sorpreso di vederlo mentre uccide con lo sguardo José.
Mi sembra strano, l'avevo lasciato che lo adorava, aveva detto che era merito suo se si era trasformato da gatto a leone, al che tutti l'hanno preso in giro perchè l'evoluzione del gatto è la tigre e non il leone. E poi si mette a fissarlo così.
- Zizou ha litigato con Mou e se ne è andato. Per questo ora Karim ce l'ha a morte con lui. Credo che torneranno ai toni battaglieri del primo anno di Mou... - Spiega Cris. A questo punto lo guardo sorpreso dimenticandomi del tutto di Zizou, di Mou e di Karim.
- Scusa, sei arrivato oggi, come fai a sapere tutte queste cose? - Lui allora fa la sua faccia orgogliosa e gongolante risponde:
- Ehi, sono o no il re del gossip? - Finisce che rido di nuovo. Quanto mi era mancato?
Passiamo tutti gli allenamenti insieme a parlare di continuo, come sempre.
Mi era mancato davvero al di là di tutto, ma soprattutto in campo. Ho legato con tutti, adoro tutti, sto bene con tutti ma con lui... non so, riesco a passare le ore a parlare di continuo senza esaurire le cose da dire. E non si stufa se ripeto sempre le stesse ossessive cose. È incredibile!
Non mi capacito nemmeno io di come ci riusciamo, ma a fine giornata, a letto con lui, mi rendo conto di una cosa sorprendente.
E mentre me ne rendo conto, glielo dico sorpreso, meravigliato.
- Ehi... ma lo sai che è il primo giorno in cui sono felice e sereno, da quando sono cominciate le voci di mercato? - Lui apre gli occhi e mi guarda confuso mentre rallenta i movimenti.
- Eh? - Chiede senza capire di cosa parli.
Così ripeto.
- Da quando sono iniziate le voci di Mou che vuole scaricarmi... sono stato così tanto angosciato e teso che ormai pensavo che niente mi avrebbe potuto aiutare... ma tu... oggi... non ci ho pensato nemmeno un secondo e sono stato leggero e felice. Davvero sereno... - Il tono è affaticato e le parole tendono a non essere molto chiare. A volte mi scappa qualche gemito.
Lui capisce e annuisce per poi tornare a muoversi più velocemente in me, mi stringe meglio le cosce che tiene alte da sotto, spinge con maggior forza per andare più in fondo.
Mi inarco e mi prendo il cuscino sotto la testa. Gemo insieme a lui che trovato il mio punto di massimo piacere, continua a premere lì con foga, sapendo quanto mi piace quando spinge su quel punto. Mi fa impazzire, vorrei che non smettesse più.
I brividi mi ricoprono e vado a fuoco.
In breve raggiungo l'apice e poco dopo lo sento fare altrettanto dentro di me.
La sensazione è pazzesca, non la posso descrivere.
Ci si sente davvero mentre succede. Un calore liquido interno. È incredibile. È lì che siamo davvero una cosa sola.
Poi piano piano esce e sfinito si lascia cadere sul fianco accanto a me. Ansimiamo sfiniti, sudati e accaldati, la pelle di entrambi lucida e madida di sudore, i miei capelli scompigliati.
È tutto perfetto, di nuovo.
I cuori battono fortissimi. Quanto mi era mancato?
Mi metto sul fianco come lui e lo guardo, gli carezzo la guancia ed apre gli occhi mentre cerca di riprendersi.
La bocca aperta. Amo la sua bocca, secondo me è bellissima. Come tutto il suo viso perfetto e proporzionato. È un viso da scolpire, da disegnare.
- Ti amo. - Mormoro. - E mi sei mancato un sacco... - Sa a cosa mi riferisco. Che anche se ci siamo sentiti tantissimo e visti tramite skype, toccarsi è sempre unico, per noi.
Tutto torna alla normalità, le preoccupazioni svaniscono, affrontiamo ogni paura.
- Anche tu mi sei mancato. - Poi si avvicina a me, intreccia le gambe e mi circonda con il braccio che sta sopra mentre infila l'altro sotto la mia testa per far di sé il mio cuscino. Mi bacia ed io mi lascio andare a quest'altra unione, più dolce e rilassata. Le lingue per un istante sono una cosa sola.
Poi sulle labbra, risponde. - Ti amo anche io. -
Non siamo mai sazi di dircelo. Io sorrido dolcemente e lui fa altrettanto. Di giorno in giorno, mano a mano che passiamo cose... prove... momenti vari... tutto serve a rinforzarlo e non solo. A renderlo più solido e maturo.
- Sai... davvero dico... ho passato i giorni a pensarci ogni secondo. Poi arrivi tu e mi dimentico di pensarci! Sei incredibile! - Lui sorride soddisfatto baciandomi la punta del naso.
- Grazie! Lieto di essere essenziale per la tua salute mentale! - Così finisce che rido, poi si stende sulla schiena e mi porta su di sé, ci accoccoliamo e riprendiamo a parlare delle nostre solite cose.
Mou, Zizou e Karim sono il nuovo argomento.
Secondo lui è successo qualcosa fra loro tre, tipo che Karim è andato con José perchè è scemo e Zizou, geloso, se ne è andato. Ora Karim si è reso conto di cosa provava per Zizou e non solo ha lasciato José, ma soffre perchè ha perso Zizou. Gli dico che ha visto troppi film, ma non mi stupirei di scoprire che ha ragione.
In pratica abbasso la guardia. È così.
Il giorno dopo Cris sta attento a José, lo studia per bene per capire se è diverso da prima o se è uguale, ma non ne esce. Dice che è una faccia da poker perfetta. Non puoi capire se e quando bluffa.
Così finisce che chiedo udienza col mister.
Cris è sicuro che smentirà le voci e che non c'è niente, per cui è una pura formalità, un modo per farmi stare tranquillo. Il suo modo di affrontare le cose. Di petto. Vai e chiarisci subito a viso aperto. Io avrei aspettato la mossa di Mou. Lui ha detto che potrebbe anche non farla mai.

Così ora sono qua davanti a lui e ho di nuovo quest'ansia addosso che proprio non capisco. Dovrebbe essere più facile, perchè? Dopotutto è solo un colloquio col mister. Lui non mi ha detto nulla, non dovrei essere prevenuto.
Non riesco a spiegarmi come mi sento. Ma forse è normale. Forse tutti lo sentono quando stanno per subire il peggior colpo della loro vita.
Il dolore ci rende sensitivi.
Siamo lontani da casa, siamo nel tour estivo in America, per cui il colloquio ce l'abbiamo in una stanza che non è il suo ufficio.
Siamo comunque soli, seduti ad una distanza ragionevole per guardarci ma non troppo vicini.
Sono nervoso e mi stringo di continuo le mani, guardo in basso per un po', lui aspetta con quella sua aria un po' ironica che ha sempre. Poi alzo lo sguardo e mi decido.
- Sono qui per sapere se le voci sono vere, se hai dei piani particolari che mi riguardano... se... insomma, si dice che mi hai messo nei cedibili perchè non rientro nei tuoi piani di quest'anno, no? Io non credo mai alle voci, ma in questo caso devo saperlo. Devo sapere la verità da te. Una volta che l'avrò saputo starò tranquillo. Mi sembra giusto anche perchè se davvero sono a rischio di partenza, devo saperlo. Devo prepararmi. Mio padre deve cercare qualche squadra, le trattative sono lunghe... insomma... è una cosa che devo sapere! -
Dopo il mio monologo nervoso, contraggo la mascella e mi sento il cuore in gola. Io voglio rimanere qua. Faccio la persona tanto tranquilla e serena, ma io voglio rimanere qua con Cris... con gli altri...
A questo punto José interrompe il silenzio che si è creato e mi risponde senza cambiare espressione. È serio, sicuro di sé e con un qualcosa di indecifrabile, qualcosa che lo rende irraggiungibile. Dietro a quel muro potrebbe pensare chissà cosa.
- Sta bene, mi sembra giusto, dopotutto. Mi chiedevo quanto saresti resistito senza chiedermelo! Per un momento ho creduto che non te ne importasse! - Questa premessa è strana e mi irrigidisce ancora di più, ma tengo sotto controllo ancora tutto di me, anche l'espressione. - La verità è che sì, non rientri nei miei progetti. Per me tu non sei più il Kakà che eri quando ti hanno comprato. Sei stato sfortunato, hai avuto tanti infortuni e nessuno, dopo quasi due anni di infortuni continui, può tornare quello di prima, specie a trent'anni. Quindi la sola verità è questa. Nel tuo ruolo Mesut ed Angel sono migliori, preferirò sempre loro. Qua non ci sarebbe spazio per te se non fra le riserve e non credo che quello sia il tuo piano. Per cui sentiti libero di trovarti un'altra squadra, se vuoi. Però se rimani sappi che sarai secondo a loro. -
Forse se glielo avessi chiesto prima, quando dopo l'inverno smise di utilizzarmi come prima, mi sarei risparmiato questo duro colpo.
Rimango di sasso, credo di non essere mai stato più shockato di qualcosa, perchè tutti gli altri duri colpi, le altre prove erano diverse, erano sempre annunciate, spesso me le sono cercato da solo.
Per cui questo è diverso, perchè arriva in un momento che consideravo perfetto, senza pensieri, dove tutto andava finalmente bene. La mia salute, i rapporti personali... ho risolto tutto.
Ed ora lui.
Ora questo.
Questo che giuro non potevo aspettarmi.
Il cuore nemmeno batte per qualche secondo, o forse non lo sento, divento insensibile, incorporeo, non capisco, vado in uno storico caos. Senza parole cerco disperatamente qualcosa da dire, mi ripeto che devo dire qualcosa e rimanere calmo.
Calmo, Riky. Resta calmo.
Resta te stesso.
Stai tranquillo.
Lui è il tuo allenatore.
Devi stare tranquillo.
Non gli puoi mancare di rispetto. È vietato.
- Ma... ma come... perchè... io credevo di essere ad un buon punto... come mai? -
Sono davvero nel panico e lo nota, però riesco a controllarmi spasmodicamente. Lui non mostra emozioni, nemmeno un po' di dispiacere.
È come se ora vedessi quel che prima non riuscivo a vedere. La sua maschera si sgretola anche senza che lui faccia qualcosa di particolare.
- Riky, quando l'anno scorso, dopo Gennaio invece di recuperare hai avuto l'infiammazione al ginocchio e sei stato a lungo fermo... quando hai avuto quella crisi dove pensavi di dover smettere di giocare... lì io ho capito che tu eri finito e che non saresti mai stato considerabile uno dei titolari. Ho pensato di poterti reinserire fino a quel momento, ma quando ho visto il tuo crollo ho capito che eri finito. Mi sono detto che non mi saresti mai servito! Poi Angel si è infortunato e tu eri il sostituto perfetto, ma tornato lui, tu sei tornato il sostituto di Mesut ed Angel. Stop. Se non sei mai stato in grado di vedere da solo la verità mi dispiace, ma devi svegliarti! - Ora è duro, senza pietà, senza l'intenzione di fingere, di indorare una pillola amara. Si potrebbe dire che lui è così, è normale, cosa pensi?
Ma no, non si tratta che lui è così.
Si tratta di ben altro e mentre me ne rendo conto, mentre lo penso, un'ondata mi sale dentro e non riesco più a trattenermi. Non ce la faccio.
Lo guardo inorridito, gli occhi sottili, l'aria di chi fissa un mostro.
- Ma tu non hai mai fatto niente per farmelo capire! Non solo non me ne hai mai parlato apertamente affinchè io prendessi i miei provvedimenti il prima possibile, ma l'hai nascosto quanto più potevi! Non mi hai mai fatto capire! Perchè non volevi che capissi! Volevi che stessi in panchina ai tuoi ordini, quando ti servivo! È solo questo! Non volevi che me ne andassi! Adesso però sì! Qualcosa è cambiato e non cerchi più di fare buon viso a cattivo gioco! Non mi aiuti, non mi sostieni, non mi dai i tuoi buoni consigli... in quel periodo mi sei stato vicino, mi hai stimolato a tornare a credere in me, a non mollare! Sei stato fantastico! Ed ora mi dici che invece avevi già deciso che sarei stato una riserva? Per cosa ti sei dato tanta pena? Per una riserva? Come potevo capirlo dopo tutte le belle attenzioni che avevi per me? Come? -
Mano a mano che parlo mi altero, sento il controllo che scema via, lo sento sfuggirmi dalle dita e sono disperato, mentre parlo, perchè so che non devo, che non posso permettermelo. Che comunque resta il mio allenatore. Ma sono sconvolto e non so più nasconderlo. Per me è impossibile quello che mi sta capitando, ma lui è imperturbabile e con la sua faccia tosta allarga le braccia e fa semplice senza il minimo problema al mondo.
- Ehi, mi dispiace se non l'hai capito! Non sono mica un mostro! Ti ho trattato come un giocatore che aveva bisogno di ritrovare fiducia in sé stesso! Ma ora che l'hai trovata, non hai bisogno di niente. Ora non sei un giocatore che ha perso la fiducia in sé stesso. Ora sei un giocatore che ha perso la forma di un tempo e che più di un certo livello non potrai arrivare. E a me quel livello non basta. Per cui ti tratto in modo adeguato! Ora puoi giocare a buoni livelli in altre squadre, non sei da Real Madrid. Non sei dal mio Real Madrid! -
Sospiro e scuoto la testa senza capacitarmene. Senza rendermene conto.
Senza realizzare quanto... quanto sia assurdo... impossibile... falso...
Così sbalordito ancora non lo trattengo e scuotendo la testa allibito, dico faticando a tenere la voce ferma:
- Tu... tu sei... sei così... - José a questo punto ha un luccichio strano e leggo qualcosa. Provocazione, curiosità. Come se volesse vedere se riesco davvero ad arrivare ad insultarlo.
Come se... come se pensasse che sono io quello falso... come se volesse farmi buttare giù la maschera che lui pensa io abbia...
Dio mio, non ha capito niente di me... ha giocato con me, coi miei sentimenti, solo perchè non ha capito niente di me.
Così mi alzo e senza dire niente altro, esco. Un'ultima trattenuta come uno spasmo. Non so dove ho trovato la forza di dirgli di tutto, non so come ce l'ho fatta a non andare davvero oltre. Non lo so.
Sulla porta ribadisce il concetto.
- Sei libero di cercarti un'altra squadra. Se rimani sappi che sarai una riserva. Volevi la verità? È questa. A volte fa schifo, ma l'hai voluta tu. -
Scuoto la testa, non dico niente. Mi ripeto di stare buono, di stare zitto, di stare fermo.
Esco rigido come una lama d'acciaio, cadaverico, contratto.
Cris è poco più in là al telefono che probabilmente gira su internet. Alza la testa sorridente, convinto che abbiamo risolto tutto. Perchè lui ci crede un sacco in lui.
Io muovo qualche passo come in sogno, poi quando mi chiede come è andata impallidisce perchè capisce dal mio sguardo, dalla mia faccia terribile, che è andata male.
All'idea di rispondergli mi sento impazzire. Da dentro sale ed esplode tutto quello che ho trattenuto a fatica e la somma di quel che mi ha detto e che mi ha fatto provare, si risolve con un unico gesto imprevedibile, che nessuno mai si sarebbe aspettato di vedermi.
Apro la bocca, la voce non esce, la testa esplode, il cuore è un tamburo da guerra ed un fischio, un fischio della pressione che schizza alle stelle.
Ed il fischio, il dolore alla testa, i tamburi li zittisco con questa voglia storica di gridare che non mi viene. Per cui invece di gridare, tiro un pugno al muro e lo tiro così forte che mi trema tutto il braccio con mille scariche elettriche, la mano rimane bloccata e non la sento più o forse la sento e mi fa un gran male, ma al momento non ho la consistenza del mio corpo.
Dopo mi rendo solo conto che Cris mi prende per le braccia e mi allontana dal muro guardandomi pallido e preoccupato, mi fissa sconvolto. Vedo la sua bocca muoversi, per cui so che mi fa domande, ma non riesco a capire cosa mi dice. Il mio cervello non registra nulla, assolutamente nulla.
Quando lo vedo guardare oltre di me, capisco che deve essere uscito José, stringo la mano con cui ho colpito il muro e sono ancora così fuori di me che non sento il dolore acuto che invece mi fa già gonfiare a vista d'occhio la mano. Cris lo capisce al volo, perchè lui capirà sempre tutti di me.
Mi tira via trascinandomi in camera nostra, poi lo vedo che chiama qualcuno, poco dopo entra Iker.
È tutto confuso, tutto come in un sogno. Come quando fai un incubo dove le cose si muovono veloci e tu non capisci come arrivi da un punto all'altro.
Sento che parlano, percepisco certe cose.
- Ha tirato un pugno al muro, poi è uscito il mister e l'ho visto ristringere il pugno. Giuro che lo avrebbe colpito! - Iker non ci crede.
- Non l'avrebbe mai fatto! Parliamo di Riky! -
- Cazzo Iker! L'ho visto coi miei occhi! L'istinto omicida! Tu non capisci! Pensi che non sia rimasto sconvolto quando l'ho visto? Cristo Santo, ha dato un pugno al muro! - Solo allora si ricordano, nell'agitazione assurda che li prende, che sono seduto nel letto e che tengo la mano appoggiata sulla coscia, ma non la muovo, e non muovo nemmeno me.
Iker mi si para davanti e mi guarda la mano, fa per toccarla ma la ritraggo perchè so che mi farebbe male.
So... lo so o lo sento?
Lo sento.
Il dolore c'è eccome.
Solo ora che lo penso, lo sento davvero, me ne rendo conto. Così chiudo gli occhi e faccio una smorfia di dolore.
Adesso capiscono che sono tornato, sono tornato davvero.
Giro la testa e lascio che si occupino di me, Iker mi prende per il braccio e mi trascina in bagno, mette la mano sotto l'acqua fredda e chiama Sergio.
- Sul serio, Iker? Sergio? Non era meglio chiamare Hitler, a questo punto? - Penso che Cris lo intenda perchè Sergio è un carro armato e non ha mai reazioni utili.
Iker però è molto agitato, quanto Cris, e gli grida quasi contro. È strano vederlo così perchè lui è sempre molto calmo.
- Cris, quando io non so cosa fare è lui quello che risolve le cose! Ed ora io non so cosa fare! -
- Ma Iker! È Sergio! Farà un casino! Andrà da lui e gli dirà di tutto! -
- Ma non sappiamo nemmeno cosa cazzo è successo! - Quando lo dice, sembra che si calmino perchè in effetti è vero. Parlano di me come se non fossi lì, ma mi sto riprendendo, anche se la mano mi fa un gran male.
Sergio arriva in picchiata, non so cosa gli ha detto al telefono Iker.
Mi vede con la mano gonfia e gli spiegano che ho tirato un pugno al muro dopo il colloquio con Mou e non si sa altro. Cris aggiunge che lo stavo per tirare a lui.
Sergio fischia e non so se sia in qualche modo divertito o ammirato.
Forse solo impressionato.
- Sergio! - Lo ammonisce Iker. Lui lo guarda.
- Cosa?! -
- Dobbiamo fare qualcosa! - A questo punto Sergio guarda Iker come se fosse scemo.
- E cosa dobbiamo fare? Uccidere Mou? Sarebbe sensato ma sicuramente non me lo lasciate fare! - Iker ora ha una crisi di nervi ed è sorprendente perchè in tanti anni che son qua, non l'ho mai visto così. Questo zittisce Cris che non si intromette fra i due che litigano, anche questo per la prima volta, e calma me che sento anche meno dolore, al momento.
- Bisogna fare qualcosa! Ha tirato un pugno al muro per qualcosa che quello gli ha detto o fatto! Lo stava per colpire ancora! -
- Iker, non lo ha ammazzato! Avranno avuto una discussione! Con quello che gira su di loro cosa pensi che sia successo? Gli avrà detto che non lo vuole in squadra! Chiunque reagirebbe così! -
- Ma dannazione, lui è Riky, non arriva a questi livelli se la situazione non è grave! -
- Iker, sono d'accordo, ma siamo giocatori e lui è l'allenatore! Non possiamo fare niente! -
- Qualcosa ci deve essere, mi rifiuto di... -
- Non sai nemmeno cosa... -
- Non serve saperlo. Mi basta vedere in che condizioni è! -
- Iker, non possiamo fare niente se non ingoiare e vigilare! -
- Ma Mou non ha mai fatto così! -
- Ah no? Non mi sembra che nel caso Karim si sia mai comportato in modo cristallino! -
- Cosa dici? - Qua i toni si calmano magicamente e Sergio, pur rimanendo agitato, spiega.
- Il primo anno che è arrivato la prima cosa che ha fatto è stato mettere da parte Karim! Gli ha fatto credere che era per stimolarlo a migliorare, ma andiamo! Ci credete davvero? È stata solo una paraculata! In realtà lo credeva scarso e lui quelli che crede scarsi li mette in panchina! Stop! Non li aiuta davvero, non crede in nessuno se non in quelli già bravi che vanno alla grande! Siete tutti degli ingenui se credete che sia quello che fa finta di essere! Non gli fotte un cazzo di noi! Lui vuole solo vincere e pensa solo ai vincenti! Tratta bene i cavalli di serie e tratta come delle merde i perdenti. Stop! Ora, per lui, Riky è diventato un perdente! - Sergio centra in pieno il punto e riassume alla perfezione il nostro colloquio senza che io debba dire nulla.
Lo guardo e scuoto la testa mentre Cris è ancora sotto shock, per fortuna, e Iker non sa cosa fare. È sicuro di dover fare qualcosa, solo che sono troppo fuori di me io stesso per afferrare bene quel suo sguardo. È che non sono in me e non capisco bene cosa significa. Non riesco ad intuire che Iker davvero non si può rassegnare, che ci sono cose su cui i buoni passano sopra, ma altre su cui invece non passano.
Per cui non me ne rendo conto, non capisco che questo suo sguardo, questo suo atteggiamento è il preludio a qualcosa che lo porterà ad una situazione davvero grave ed orribile, per lui.
Così mi guardo la mano gonfia sotto l'acqua fredda e per assurdo un pensiero mi passa per la testa.
Un pensiero stranissimo.
Mi sembra come se questo pugno che ho tirato abbia appena innescato una serie di reazioni a catena che saranno una peggiore dell'altra e che porteranno a conseguenze inimmaginabili.”

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E' vero che...
Siamo nell'estate del 2012, ad Agosto iniziano le voci secondo cui Mou avrebbe messo nei cedibili Riky, verso metà i due hanno un colloquio dove il coach conferma la cosa a Riky e gli dice di trovarsi un'altra squadra perchè non rientra nei suoi piani. I giorni successivi Riky si presenta con le nocche della mano coperte da una fascia rigida che si mette tipicamente a chi dà pugni a cose dure. Non trapela assolutamente niente su cosa abbia e su come se lo sia fatto, gli viene spesso chiesto e lui non risponde mai. L'umore di Riky è molto cupo e teso, in partita amichevole gioca sempre ma lo fa con altre riserve. Una volta che gioca con Cris e che i due segnano, Cris va da lui, lo abbraccia, gli fa l'occhiolino ma lo guarda con aria chiaramente dispiaciuta, come a volerlo tirare su. Riky in quelle partite gioca bene, segna e fa segnare ma non sorride più.