CAPITOLO
CVI:
UN
LUNGO DURO PERCORSO
“Per
mia somma fortuna, ha smesso di fare il geloso.
Penso
che lo sia ancora, ma sa trattenersi. A volte becca Carol e la cosa
diventa tesa ed imbarazzante, perchè i due dopo la grande scoperta
non si sono più parlati, ma quando si incrociano perchè lei ad
esempio viene allo stadio per far vedere quanto brava moglie perfetta
sia, capita che poi si becchino.
Lo
guarda in un modo che fa proprio paura. Più che altro la paura mi
viene quando vedo Cris che ricambia.
Stanno
a distanza di sicurezza uno dall'altro, non si avvicinano, non si
dicono assolutamente nulla, ma io so che se Carol facesse un minimo
vago cenno di qualcosa, sarebbe la fine.
Così
quando vado a salutarla nella zona che i familiari possono
raggiungere per salutare i calciatori a fine partita, devo per forza
baciarla e noto che tiene lo sguardo fisso su Cris, non in modo
evidente, assottiglia gli occhi.
Ed
è qua che ho una paura enorme che Cris arrivi, mi prenda e mi baci
con tanto di lingua, cosa di cui sarebbe capace anche in pieno
stadio.
Mi
fa fare sempre di più di queste cose.
Saluti
affettuosi in pubblico, foto col bacio, cose tutte impostatissime...
anche con Luca e Isabella.
Non
saprei proprio che pensare. So che lo fa per reazione. Non vuole
perdere quello che ha ottenuto in questi anni e lo vuole mantenere,
non vuole che il mondo smetta di pensare quello che già pensa,
ovvero che è una donna perfetta, una moglie perfetta, una madre
perfetta... però prima non si sforzava, era così perchè le veniva
spontaneo, le piaceva essere e fare quello che faceva. Ora si sforza.
È tutto costruito perchè naturalmente baciarla non è una cosa che
mi viene spontaneo, che vorrei fare. Non avrebbe senso fra noi. Ma
lei mi cerca quando vede che c'è qualcuno intorno, specie se siamo
in qualche locale pubblico. Amoreggia molto con me, cosa che prima
non faceva mai, quando pensava che stessimo veramente insieme.
E
quando non c'è nessuno che ci vede, si fa le foto. Cose mai fatte.
A
casa mi riempie di prediche se per caso io e Cris siamo stati
fotografati mentre parlavamo o se abbiamo avuto atteggiamenti intimi.
Non mi molla.
Io
sono una persona pacifica, voglio solo essere lasciato in pace,
vivere la mia vita nel modo in cui io credo sia giusto o come sento
di dover fare per me stesso. Non per altri, non perchè così
piaccio, non perchè mi han detto di fare così.
Una
volta vivevo nel modo in cui ero stato cresciuto, ma ora da quando
sto con Cris mi conosco meglio e ho scoperto che ci sono cose che
voglio fare e che prima non osavo, ma le faccio perchè è così che
mi sembra più giusto per me. Non è assolutamente per mettermi in
mostra o dimostrare qualcosa a qualcuno.
È
che vorrei solo essere lasciato in pace, non dover dare spiegazioni o
dimostrare cose a nessuno.
Ora
lo devo a Carol e lo faccio perchè mi sento in debito. Però sta
esagerando.
Dobbiamo
trovare un equilibrio.
Persino
Karim ha il suo equilibrio, ora, il che che è tutto dire, visto che
era quello più problematico della squadra.
Non
litiga più col mister, ci va d'accordo, gioca tanto e bene, segna
molto, il doppio dell'anno scorso ed è con Zizou ogni volta che può.
Spesso si fermano a parlare nel suo ufficio. So che gli piace e sono
contento se instaurano questo rapporto, spero che per lui le cose
continuino ad andare bene.
Perfino
lui è equilibrato.
Voglio
esserlo anche io e per questo devo parlare con Carol.
A
casa c'è molta freddezza fra noi se i bambini non sono vicini,
altrimenti gioca con loro, mi coinvolge, fa come faceva prima.
Ci
tiene che loro siano sereni però vedo che Luca sorride come sempre,
però i sorrisi di Isabella sono rari. È strano.
È
una bambina e ci chiediamo perchè sorrida poco, è carattere però
io e lei siamo entrambi tipi che ridono molto... continuiamo a
pensare che sia solo carattere fino a che non la vedo ridere di gusto
con nonni e zii, allora preoccupato comincio a studiarla quando è
con noi.
Dopo
un po' mi rendo conto che Carol con lei è particolarmente ossessiva.
Mentre Luca è sempre stato la mia ombra ed è comunque cresciuto in
un periodo delle nostre vite dove pensavamo di amarci... o per lo
meno lei pensava che ci amassimo... Isabella è diversa. È nata
sulla nostra crisi matrimoniale. Sono d'accordo che è piccola, però
dopo che l'ho vista ridere coi nonni e gli zii, mi è venuto da
pensarci.
Qualcosa
c'è!
Carol
pensa che siccome Luca è 'mio', in un certo senso contorto, Isabella
debba essere 'sua'. Di sua competenza, una specie di suo territorio.
Per
cui sta tanto, tantissimo con lei. Non se ne separa mai. Mentre Luca
sta con me o anche per conto suo o con amici, Isabella sta tantissimo
con lei e Carol la tocca di continuo, la carezza, la coccola, le
parla di tutto... è proprio ossessiva. È come se cercasse di
dimostrare a tutti, ma sé stessa per prima, che è una mamma
perfetta, che mamma e figlia sono un tutt'uno come io e Luca... è...
non so dirlo bene, ma è Cris, come sempre, a darmi un'opinione
obiettiva. Per quanto lui possa esserlo. Ora la detesta.
-
E' in competizione con te, Riky! - Lo dice come se fosse ovvio. Io lo
fisso mentre corro con lui in campo, intorno a noi ci sono altri,
però non si intromettono perchè parliamo di cose nostre.
-
Con me?! - Ovviamente la cosa mi sembra assurda.
-
Sì! - Ci fermiamo e cominciamo con lo stretching, io mi tengo a lui
e lui a me.
Poi
gesticola mentre mi spiega la sua visione, è molto agitato ogni
volta che parla di lei.
-
Lei pensa che tu sei un pessimo elemento, un cattivo cristiano, uno
che fa cose sbagliate... ma ti vede felice, circondato da persone che
ti amano... molte di queste sanno chi sei davvero... - 'chi sei
davvero' lo dice fra virgolette. - E soprattutto vede che sei un
padre fantastico, che Luca ti adora, ti segue ed è felicissimo. Per
cui è in competizione. Come puoi tu avere tutto ed essere così
sbagliato, ai suoi occhi? Lei è perfetta, lei non ha mai peccato,
non è mai uscita di strada... perchè non ha le tue stesse cose? -
Sono un po' disorientato.
-
Ma la amano tutti... -
-
Sì però perchè si sforza di mantenere una certa immagine. La vera
prova, per lei, è sua figlia. Se instaura lo stesso rapporto che tu
hai con Luca, significa che va bene, che è al tuo livello o che
forse in qualche modo è meglio. Pur non avendo mai peccato. Capisci
cosa intendo? - Corrugo la fronte e lo fisso ancora un po' confuso.
-
Non bene, in effetti. -
Sospira
e mi fissa torvo.
-
Allora. Mettiamola così. Tu per lui sei una persona non a posto,
però hai un rapporto splendido con Luca. Lei si sente migliore di
te, però vede che non ha lo stesso rapporto con Isabella. Per cui è
una specie di senso di inferiorità, ma visto che si crede migliore
perchè non ha peccato e cazzate varie, è in competizione con te in
relazione ai figli. Isabella deve essere con lei come Luca è con te,
solo che forza la cosa e sua figlia, anche se è piccola, si sente
soffocare. Non può essere felice con lei. Devi farle capire che sta
usando il metodo sbagliato. - Finalmente la cosa è chiara. Non che
sia meglio.
Mio
Dio, ma da dove esce questa teoria?
Lo
fisso poco convinto e ci penso, ripenso in generale ai suoi
atteggiamenti e a cosa mi ha dato l'allarme.
-
Isabella è diversa con lei, questo è vero... dici che si sente in
competizione con me? -
Cris,
soddisfatto, alza le spalle.
-
Per me sì! -
Sospiro
e storco la bocca. Spero si sbagli, ma lui sa tutto di noi, specie di
me. Mi fido ciecamente.
La
sera stessa decido di affrontarla all'ennesimo scoppio della piccola.
Ad
un certo punto, esasperata dalle attenzioni eccessive della madre, si
mette a piangere. Visto che cerca di farla smettere e che non ci
riesce perchè è troppo nervosa, la prendo in braccio e poco dopo si
calma. Riesco a distrarla e a farla ridere e questa è la classica
goccia.
Lei
se ne accorge da sola che Isabella con lei non è come vorrebbe, la
cosa non può certo essere piacevole.
Dopo
che si è calmata, la metto nel box dove si perde con un gioco, dopo
di che vado da lei in camera.
È
girata di spalle, sta mettendo a posto il cassettone già a posto,
cerca di distrarsi per non avere una crisi di nervi e per un momento
mi fermo e me la rivedo la prima volta che l'ho incontrata.
Così
pura e vera.
Quando
ho scritto in quella promessa di matrimonio che in lei ho visto Dio
era vero.
Lei
era la sposa ideale per me, innamorato di Dio.
Era
luminosa, così buona, così dolce. Era davvero così.
Mi
capiva sempre al volo, condividevamo tutto il nostro modo di essere e
di vedere il mondo, la vita, qualunque cosa. Eravamo uno la copia
dell'altro. Stavamo così bene insieme. Potevo parlare di tutto,
specie di cose che riguardavano la fede.
Adesso
a stento ci parliamo ed è così... così cupa... così forzata...
così costruita, come dice Cris.
Prima,
fino a qualche anno fa, era così spontanea e vera. È davvero stata
così. Non era una montatura.
Solo
che adesso è come se si fosse convinta d'aver perso tutto e di
doverlo essere comunque. Di farlo.
Mi
siedo nel letto dietro di lei che resta in piedi, mi dà sempre le
spalle ed io la guardo. Guardo i suoi capelli lunghi e scuri, guardo
la sua vita stretta e le mani che le tremano.
-
Non serve che tieni il controllo su tutto... a volte se ti lasci
andare poi stai meglio... - Mormoro infine non sapendo nemmeno come
affrontare il discorso. So che questo crollo è colpa mia, cosa
pretendo?
Ha
perso il controllo della sua vita e ne è terrorizzata, per cui cerca
di mantenerlo con ossessione ma usa metodi sbagliati. Si sta
rovinando.
Lei
si ferma dal sistemare quello che poi è già in ordine, ma non si
volta verso di me.
Trattiene
il fiato, incassa la testa nelle spalle alte.
-
Controllo su tutto? Ma se non ho il controllo di niente, ormai!
Niente! - Lo dice con amarezza, come se lo ammettesse a sé stessa,
al voce è spezzata, non sta bene. Mi dispiace. Mi dispiace davvero,
perchè una volta non era così.
-
Ti ho rovinato io. - Alla fine lo dico pure io e con questo silenzio
pesante che si crea davanti a queste due verità che ci siamo detti,
rimaniamo fermi, io fisso per terra e lei le sue stesse mani.
Non
so quanto rimaniamo così.
-
Dove abbiamo sbagliato? - Chiede ad un certo punto senza ancora
girarsi.
Sospiro.
Forse non smetterà mai di chiederselo. Ma poi io che ne so? Mi sento
vuoto e freddo e tutto sbagliato.
-
Forse siamo noi ad esserlo. Forse ci credevamo diversi da quello che
eravamo... e scontrarci con la dura realtà ci ha sconvolto... ci
siamo persi... - Io ora mi sento ritrovato, ma mi sono perso. Solo
che per lei io sono ancora perso perchè non potrà mai capire come
si possa amare qualcun'altro che non sia la tua sposa.
Non
lo so. Lei mi ama? Dopotutto, mi ama?
Vorrei
chiederglielo.
Non
mi ci sento amato.
Mi
sento amato da Cris, ma da lei... non so cosa mi sento...
-
Non eravamo puri? Eravamo sporchi, in realtà? - Dunque è così che
si sente. Forse Cris nella sua contorta visione intendeva anche
questo.
Mi
si stringe ancora il cuore, è sempre colpa mia, lo so. Ma cosa posso
dire?
Cosa
posso fare per lei?
-
Eravamo puri, lo eravamo davvero. Però non immacolati, non
incontaminati. Non perfetti come credevamo di essere... - Sembra
facile. Io ci sono arrivato dopo molte sofferenze congiunte mie e di
Cris. Ma per lei sarà lunga.
Si
gira e si appoggia al cassettone, io alzo lo sguardo ma lei tiene il
suo basso. Però almeno è rivolta verso di me.
-
Ma ad un certo punto qualcosa ci ha sporcato, Riky. Cosa è stato? -
Ma che domande. La risposta la sa, solo che vuole che sia io a dirlo.
Non lo dirò, non dirò quello che vuole che dica perchè non è
vero. Mi rifiuto.
Cris
è stata la cosa più bella e giusta della mia vita. Forse l'unica,
chi lo sa. Dio escluso, ovviamente.
-
Io. Ti ho sporcato io, Carol. Quando ho scoperto chi ero davvero.
Sono io quello che nascondeva la testa sotto la sabbia incapace di
guardarsi in faccia, io che ho fatto scelte che non avrei mai dovuto
fare. E dopo tutti i miei errori, ho sporcato anche te. Ti ho
rovinato. - Non dirò mai 'Cris'. Non è lui, anche se è questo che
pensa lei.
Alla
fine lo alza lo sguardo ed ha un moto di rifiuto per questa versione
che comunque la fa uscire migliore di come ne esca io.
-
Le tue scelte sbagliate? Si tratta di Cristiano, dopo tutto. Il resto
è una conseguenza. È lui la tua sola scelta sbagliata. - Oh, come
lo sapevo. Potremo parlarne mille volte e non sarà mai una uguale
all'altra. Ma soprattutto mai giusta.
Mi
alzo di scatto e con un moto che ormai Cris conosce bene, la guardo
torvo e lo dico senza la minima esitazione. Risoluto. Sicuro.
-
Cris è la mia prima scelta giusta, Carol. Io non dovevo sposarmi.
Non così presto. Non con una donna. Ero gay e non avevo il coraggio
di ammetterlo. Avevo una cotta per Andry e mi sono nascosto da
questo. Cris mi ha solo messo davanti ad uno specchio. Mi dispiace...
ma la mia vera scelta sbagliata è stata non accettarmi prima...
prima di rovinare la vita di molti, la tua per prima. - Con questo
scuoto la testa amareggiato che lei non lo capisca ancora. Potrò
scriverlo sui muri, non lo capirà mai. Gliel'ho già detto, ma è
ora di finirla.
Alla
fine mi giro e faccio per andarmene, ma poi mi fermo e la guardo
ancora con risolutezza.
-
Non voglio che Cris sia più messo in mezzo nei nostri problemi e
nelle nostre colpe. Amare non è una colpa. Scambiare affetto con
amore, è una colpa. Non accettarsi, è una colpa. Non guardarsi in
faccia, è una colpa. Ingannare, essere falsi... sono tutte colpe.
Amare non lo è. Mi dispiace. Cris mi ha salvato in tanti modi e tu
non puoi capire, nessuno lo potrà mai capire. Ma io non lo
rinnegherò mai, l'ho fatto abbastanza ed ho toccato il fondo e chi
mi ha riportato alla luce è stato lui, sempre lui. Solo lui. So che
non è piacevole saperlo, ma sii onesta con te stessa e rispondi a
questa domanda. Mi ami ancora? Mi hai detto che ci si sente amati e
tu hai sentito che non ti amavo. Ricordi? Bene. È da tempo che io
sentivo la stessa cosa da parte tua, solo che avendo l'amore di Cris
non me ne sono accorto. È colpa mia. Ma tu prenditi le tue. Un
rapporto si rompe per colpa di due persone. -
-
E dove sarebbe la mia colpa? Io ti amavo, Riky! Sei tu che non ti sei
accettato e sei andato avanti in una cosa che non avresti mai dovuto
fare! Perchè mi hai sposato? Come hai potuto credere di amarmi se
eri gay? - Non so se lo rifiuta ancora o semplicemente non lo
capisce. In questo ci somigliamo, torniamo sulle cose mille volte e
diventiamo ossessivi.
Ora
è molto agitata e lo sono anche io. Allargo le braccia mentre il
cuore sale in gola e batte fortissimo. Odio discutere.
-
Devo fare anche la tua analisi, ora? Ne ho avuto abbastanza con la
mia. La mia analisi è iniziata nel Gennaio del 2008, quando ho
approfondito la mia conoscenza con Cris ed ho capito che avevo
istinti indomabili che non potevo frenare. Ci ho provato in tutti i
modi e ne ho fatte di tutti i colori... ma la mia analisi è
cominciata quella volta e Dio solo sa quanto è stata dura arrivare a
questo punto, a questo equilibrio, a questa fermezza. Io sono sereno
con me stesso, mi dispiace per quello che ti ho fatto, ho sbagliato e
non ti chiederò mai perdono abbastanza. Ma ci si deve accettare
anche nei propri peccati ed andare oltre cercando di migliorare dal
punto in cui si cade. La buca resta, ma possiamo evitare di
ritornarci dentro! - Batto le ciglia e mi rendo conto d'aver perso il
filo, lei mi guarda come se parlassi arabo ma credo che in cuor suo
capisca e sappia che in questo ho ragione. - Non è mai tardi per
conoscere sé stessi ed accettarsi. Non so in cosa hai sbagliato. Non
so cosa provavi per me. Non so cosa sia cambiato né quando. So però
che non voglio che i nostri figli ne soffrano! Devi mollare con
Isabella. Lei non è il riflesso del tuo successo o del tuo
fallimento. Lei è solo tua figlia e chiede solo di essere felice, di
essere amata, di vivere serenamente. Non pressarla con le tue
aspettative. - Gli occhi le diventano lucidi, l'ho toccata nel suo
punto più debole. Mi dispiace. Sospiro, mi fermo, lei si gira e si
copre il viso piangendo.
Non
voglio che sia così, non voglio.
Mi
avvicino e l'abbraccio.
Ho
promesso che l'avrei aiutata come Cris ha aiutato me a capirmi ed
accettarmi, ma la verità è che io non posso essere per lei quello
che Cris è stato per me, perchè io provo affetto per lei, non
amore.
La
cingo con dolcezza e aspetto che si calmi. Fra le lacrime si sfoga.
-
Io ti amavo e mi sentivo amata! Tu in me vedevi la donna ideale per
Dio, ma io in te vedevo l'amore vero. Tu hai confuso quello che
provavi ma io no. Tu non eri chi credevi di essere e non ti
accettavi, ma io sapevo chi ero e mi piacevo. Ora sono cambiata e non
so quando sia successo e come. So solo che tutto mi è sfuggito di
mano e ne sono terrorizzata. Non voglio svegliarmi un giorno e
rendermi conto che ho fallito, che sono andata in rovina. Che in
realtà vivevo un inferno e non un paradiso. Io faccio quello che
penso sia giusto però non so cos'è che sto facendo! E quando vedo
Isabella che ride con tutti e non con me la cosa mi... mi manda fuori
di testa! Lei mi dimostra quanto fallisco e quanto sbaglio e non so
come rimediare. Io voglio solo che sia felice, ma come faccio a
renderla felice? Non voglio che tutto svanisca. Ero felice. Ero così
felice. Non voglio che finisca. Lo devo mantenere così com'è, lo
devo mantenere intatto in qualche modo, devo farlo. - Sospiro e le
faccio un lungo 'ssss' dolce che finisce per calmarla.
Non
so bene cosa dirle, so che però non può farcela da sola. Un'analisi
come quella che ho fatto io con me stesso... beh, è difficile, da
sola non è possibile. Io non l'ho fatto da solo. Ma come posso
aiutarla?
-
Andrà tutto bene. Non perderai niente. Noi rimarremo qua. Non sarà
facile ma ce la farai. Supererai tutto. Andrà bene. In qualche modo
andrà bene. - Lei scuote la testa.
-
Non so come... è tutto così falso e costruito... -
-
Ormai ci siamo. - Le prendo il viso fra le mani e la guardo con
sicurezza e calma. - Ormai siamo qua. Siamo sposati ed abbiamo una
famiglia, dei figli. Non permetteremo che soffrano. Separarsi
significherebbe scandalo per noi, per ciò che siamo agli occhi del
mondo, per il fatto che siamo popolari. E loro ne soffrirebbero.
Faremo quello che è necessario. Possiamo essere amici come lo
eravamo prima. Lo siamo sempre stati, parlavamo di tutto,
condividevamo tutto, ci capivamo. Eravamo più amici che amanti,
dopotutto. - Gli occhi le si illuminano a questo discorso e smette di
piangere.
-
Amici... -
-
Ci vogliamo bene, siamo solo spaesato per il cambiamento, però è
questo che siamo sempre stati. Collaboreremo per chi amiamo. Io
voglio solo vivere una vita serenamente, in santa pace. E voglio che
i miei figli siano felici. Non voglio altro. Costruiamo questo. -
Questo discorso la fa stare meglio, la illumina e si rilassa.
Lentamente
da qua le cose andranno meglio.
Quando
supero la tempesta e riesco a rilassarmi nel divano con Carol che
dorme in camera, mi rendo conto di quanto significhi Cris.
Lo
so bene, però ogni volta c'è una prova in più che me lo dimostra.
Penso
che di giorno in giorno il legame si rafforzi, se è puro. Per quante
prove affrontiamo, diventa più indissolubile.
Mi
sono reso conto di quanto significhi averlo avuto al mio fianco ora
che vedo Carol in queste condizioni e so cosa sta passando e quanto è
difficile superarlo da soli.
Se
non avessi avuto Cris sarei andato in crisi lo stesso, un giorno.
Perchè non ero chi pensavo di essere e vivevo una vita sbagliata.
E
non ce l'avrei fatta da solo. Non l'avrei superata.
Capisco
la questione del non voler fare scandali e del mantenere intatte le
apparenze. È una cosa logorante da un punto di vista morale, i
propri valori vanno a quel paese in questo senso. Però il bisogno di
vivere in pace e serenamente è tutto, ad un certo punto. Specie se
sei un personaggio tanto famoso. Sei sempre sotto i riflettori, sei
sempre sotto inchiesta.
È
facile parlare di essere veri per chi non deve affrontare scandali
e... beh, sostanzialmente il mondo intero.
Però
è nostro diritto vivere serenamente.
Mi
viene in mente l'anno scorso e alla promessa con Cris che non ho
infranto.
Quella
sera, quando siamo tornati insieme, ci siamo scambiati dei regali
improvvisati ed abbiamo fatto delle promesse costruite sul momento,
spontanee.
Però
in effetti fra poco ricade l'anniversario e sarebbe carino farlo
seriamente.
Scambiarci
regali seri e promesse altrettanto serie, pensate, solenni.
Qualcosa
che ci resti come una sorta di matrimonio, un legame indissolubile.
Perchè
è il legame che abbiamo raggiunto ora e va testimoniato con qualcosa
di tangibile.
Ci
penso un po' e gli scrivo.
'E'
stata una tempesta sconvolgente.'
Lui
risponde subito anche se è tardi.
'Carol?'
Credo che aspettasse mie notizie.
'E'
scoppiata.'
'Ora
dov'è?'
'Dorme.'
Nel
giro di poco mi chiama e gli racconto tutto. Perchè gli racconto
sempre tutto e siamo logorroici entrambi, per cui finiamo sempre per
parlare molto.
Passa
la solita ora. Ci vediamo domani ma non possiamo aspettare di
aggiornarci.
Viviamo
praticamente insieme, ci vediamo per un sacco di tempo ogni giorno ed
ancora ci teniamo al telefono un sacco.
Siamo
come incapaci di stare separati.
Però
penso ad una cosa...
Penso
che quando dovremo andare in squadre diverse, e prima o poi
succederà, ce la faremo. Il rapporto si rafforzerà, resisteremo.
Ne
sono sicuro.
Perchè
quello che abbiamo raggiunto, quello che abbiamo superato, ci rende
immortali a tutto.
Per
questo, nel nostro anniversario, le promesse avranno un valore
grandissimo.
Mi
emoziono all'idea di cosa sarà e non vedo l'ora, mentre parlo con
lui penso a cosa faremo, cosa regalargli e la mente vaga insieme al
mio entusiasmo. Voglio fargli una sorpresa, ma conoscendolo vorrà
farmene una anche lui. E se lo conosco bene... faremo la stessa cosa.
Anche lui mi farà un regalo da promessa.
Non
possiamo regalarci la stessa cosa, ovviamente, perchè il mondo nota
tutto quello che abbiamo addosso, figurati se indossassimo due cose
uguali. Però saranno due regali di cui non ci separeremo mai.
-
Io sono d'accordo con il mantenere le apparenze, al mondo non frega
davvero un cazzo di voi. Finchè siete come loro vogliono che voi
siate, vi adorano, ma appena siete voi stessi e quindi uscite dalle
righe, allora vi tirano sassi e merda. Ma di fatto non gliene fotte
un cazzo sul serio. Per cui è giusto che pensate alle apparenze, io
ed Irina abbiamo fatto lo stesso ragionamento. Proteggo Junior in
questo modo e ne ha un gran bisogno essendo il figlio di una delle
persone più discusse di sempre. Poi in casa fra di voi... beh, se
riuscite ad essere amici tanto di cappello. Sarebbe la cosa migliore
sia per voi che per i vostri figli e parenti. Per cui sono d'accordo
con le vostre scelte. E lo sai che ti sosterrò sempre in ogni caso.
- Sorrido intenerito come se l'avessi qua. Posso immaginare il suo
viso dolce mentre mi dice queste cose premurose. Mi sento caldo come
se ci fosse davvero.
-
Lo so che ci sei. - E mi dispiace che Carol non abbia il suo Cris.
L'aiuterò come posso e le auguro di trovare tutto quello che le ho
tolto. Glielo auguro davvero.
-
E togliti dalla testa di essere responsabile del tutto. - Conclude
alla fine. Ovviamente gli ho detto anche quella parte. Sapevo che mi
avrebbe detto così. Sorrido anche per questo.
-
Ma è vero. -
-
Al mondo esiste una sola persona per noi e questa persona è unica
perchè è destinata a ricambiare il tuo sentimento. Come io e te. Tu
non eri la sua persona, eri la mia. Per cui nemmeno lei era la tua.
Vi siete confusi in due, avete frainteso in due. Tu eri giovane ma
lei lo era più di te. Quanto vivi prima di capire cos'è davvero
l'amore? Quante esperienze devi fare? Quanto devi maturare? Voi
eravate solo troppo piccoli. Tutto qua. È questa la sola colpa che
avete. E tu non ne hai più di lei. Sì, poi l'hai gestita male, ma
non è che lei ora la sta gestendo bene. Tutti hanno colpe, tutti
sbagliano e nessuno è perfetto. Chiaro? - Il suo tono non ammette
repliche, ma immagino abbia ragione.
Così
assimilo anche questo suo ragionamento che mi fa stare meglio, mi
alleggerisce ed ho conferma di quello che già so.
Non
potrò mai vivere senza di lui. E per me lui ci sarà sempre. Da
vicino o da lontano, non importa come, dove, quando e quanto. Ma so
che ci sarà sempre. Come io per lui.
Ed
è esattamente questo che mi fa affrontare qualunque cosa, sento di
essere pronto a tutto. “