CAPITOLO
XIII:
UNO
STRANO ADDIO
“Il
risveglio è traumatico.
Non
so dove diavolo sono.
Non
è una cosa nuova, per me, però questa volta la testa martella
davvero forte, apro gli occhi di pochissimo, la luce mi acceca per
poi rendermi noto che non è luce ma penombra.
Muovo
le braccia e sento un ammasso informe di corpi, la cosa non mi
stupisce.
Dal
sedere che tocco uno è Gerard, lo distinguo fra mille ormai. Ce n'è
un altro, spero non sia Wayne, mi sembrerebbe di fare un incesto!
Non
ho più la forza di muovermi, non ricordo molto di ieri sera, quando
tutti intorno a me hanno cominciato a bere mi sono ubriacato di
riflesso coi fumi dell'alcool che c'erano in giro ed in quel momento
è apparso Riky con Ronaldo il fenomeno brasiliano ed un altro suo
amico. Ciò poteva essere già un allucinazione, non lo so, però è
strano. Dopo di quello è il vuoto.
Mi
ha resistito, mi sono girati i coglioni e me ne sono andato.
Penso
che sia finita fra noi, non che prima stessimo insieme.
Bene,
Cris, stai pensando a lui ancora prima di capire con chi cazzo sei
finito a letto. Bene, davvero.
Fanculo,
conta che ho vinto la Champions, il resto si può fottere.
Anche
Riky, cosa che vorrebbe davvero ma non osa.
Scuoto
il capo e scivolo giù dal letto, non so che letto sia né in che
parte del mondo siamo.
Provo
a stare in piedi ma mi si piegano le ginocchia così gattono, nudo,
fino a quella che mi sembra una porta.
La
apro e con mia grande fortuna trovo il bagno. Che culo.
Apro
il rubinetto della vasca e lascio che si riempia, è proprio quello
che mi ci vuole per svegliarmi. Un bel bagno.
Poi
riesco a sedermi sul water, ebbene sì, mi siedo e faccio i miei
bisogni.
Ci
sto seduto ancora dopo che ho finito. Stremato. La testa continua a
tuonare e i ricordi di ieri sera mi fanno diventare matto. Fin quanti
ne ho.
Sono
tornato dagli altri ed ero davvero nero, a torso nudo fra l'altro.
Abbiamo fatto il bagno con gli spumanti, ci siamo vestiti, siamo
andati sull'aereo e poi di nuovo in Inghilterra dove abbiamo
festeggiato tutta la notte.
Sì,
mi pare sia andata proprio così.
Da
qui in poi ricordare altro è impossibile.
Sicuramente
Wayne mi ha ficcato in gola un po' di spumante contro la mia volontà
e mi ha fatto partire per la Luna. Deve avermi ubriacato e mi sono
attaccato al fantastico cazzo di Gerard e di chissà chi!
Spero
non Wayne!
Noto
la vasca riempirsi, fuma bollente e scivolo dentro mentre continua
ancora un po', al bordo chiudo il rubinetto, immergo il viso e
sospiro. Mi sciacquo bene e resto con gli occhi chiusi.
Sì,
così va meglio.
Cosa
diavolo è successo?
Perchè
Riky mi ha resistito?
Non
capisco proprio.
Lo
voleva, ricordo un po' il discorso che ha fatto e poi mi ha piantato.
Cioè
io l'ho piantato. Ero arrabbiato.
Lui
si nasconde, rifiuta l'evidenza. È disposto ad accettare la sua
natura e che è attratto da me e che mi desidera, ma non vuole cedere
perchè è sposato davanti a Dio.
Ma
non dovrebbe essere perchè ama sua moglie, in caso?
No,
perchè se l'amasse non sarebbe attratto da me, non riuscirebbe a
pensare che a lei, lei dovrebbe essere il suo sogno erotico costante,
niente dovrebbe superarla.
Insomma,
dovrebbe funzionare così, non ne sono certo.
Scuoto
il capo. Comunque rifiuta l'evidenza. Lui è così, lo vuole.
Questa
cosa di Dio lo farà diventare matto, non durerà per sempre.
Basta,
non ci perderò il sonno, non farò nulla, non lo cercherò né
nulla.
Ieri
sera ero poco in me quindi ci ho provato.
Non
accadrà più, sarebbe come umiliarmi e non sono uno che si umilia.
La
porta del bagno si apre e spunta Gerard. Apro mezzo occhio con
fatica, ha una faccia terribile anche lui, occhiaie fino agli zigomi.
Sogghigno e tiro su le gambe contro il petto per lasciarlo entrare,
silenzioso si accoccola dentro, l'acqua esce, si rannicchia
dall'altra parte ed incrociamo le gambe con naturalezza. È come se
fossimo fidanzati.
Perchè
no? Posso prendermi per lui, lui accetta la sua omosessualità, va
bene così, mi desidera e ci sta. È la relazione perfetta. Scopiamo
quando vogliamo ed ha un cazzo fantastico.
No,
ora non ne ho voglia nemmeno un po', nonostante la posizione.
-
Come stai? - Mi chiede. Alzo un sopracciglio e torno a fissarlo con
mezzo occhio e molta fatica.
-
Non si vede? - Sono distrutto.
Sorride.
-
Sì ma io intendevo... ieri sera quando sei tornato dopo che sei
sparito eri furibondo, Wayne ti ha fatto bere perchè altrimenti
picchiavi qualcuno. Così poi hai perso il controllo e... hai detto
delle cose. - Spalanco di scatto gli occhi e me ne pento. Mi bruciano
un sacco, li restringo e lo fisso con una smorfia di dolore e panico.
-
Cosa diavolo ho detto? -
Esita
ed io gli do un colpo col ginocchio.
-
Dai! -
-
Ecco... dopo i festeggiamenti vari, eravamo già qua... -
-
Ma dove diavolo siamo? - Chiedo un attimo. Lui mi fissa divertito.
-
Al centro sportivo del club... non riconosci il bagno? - Scuoto la
testa.
-
Riconosco appena te! - Ridacchia.
-
Insomma, ad un certo punto hai cominciato a parlare di Kakà. - Lo
dice così come fosse un rospo.
Impallidisco.
-
Cosa... cosa ho detto? - Effettivamente il panico sale.
-
Che sbaglia a fare così e se ne pentirà. Che si nasconde dietro la
fede ma in realtà ha solo paura di sé stesso, di affrontare la sua
omosessualità. Dire che la sua fede non glielo permette è facile, è
comodo, ma non è quello il punto. Hai parlato a lungo di lui. - Ok,
forse non è stato così compromettente.
Però
mi guarda aspettando il coraggio di concludere. Oddio, c'è
dell'altro.
Preoccupato
glielo chiedo.
-
Cos'altro ho detto? -
-
L'hai chiamato. - Spalanco ancora gli occhi e mi tendo verso di lui,
ecco ora voglio morire.
-
Cosa ho fatto?! - Gerard si ritira come se fosse colpa sua.
-
Sì, l'hai chiamato. Ma penso non abbia risposto. - Sospiro. Poi mi
incupisco.
-
Perchè cazzo non ha risposto? - Seccato. Lui si stringe nelle
spalle.
-
Era notte fonda. Molto fonda. Insomma, hai detto che solo tu potevi
innamorarti di un omofobo, poi hai detto che non è proprio omofobo
ma è terrorizzato dall'essere gay lo stesso. - Silenzio. Ora non ha
più niente da dire.
Bene.
Cazzo.
-
Io... ho detto davvero che sono innamorato? - Potrebbe essere Wayne
che spara cagate, non gli crederei. Ma Gerard è serio e non spara
cagate.
Sospira.
-
Mi spiace. - Non sa che altro dire. Figurati io.
Voglio
sparire.
-
Non ne sono innamorato! È solo che lo trovo stupido, ecco! - Mi
sembra strano insultare Riky però se lo merita. - Ero ubriaco e non
sapevo cosa dicevo! -
Gerard
è in difficoltà, non ne è convinto.
-
Sì... - Però è un no.
Stizzito
lo schizzo con l'acqua.
-
Ehi, non provo niente, non sono capace di innamorarmi! Sono troppo
immaturo! Mi piace scopare e divertirmi. Lui era solo un pallino, ma
se non vuole che faccia quello che crede! - Liquido tutto così e
resto a guardarlo mentre ormai sono sveglio e mi sono ripreso per
bene.
Lui
ovviamente non la pensa per niente così. Gerard a volte mi dà sui
nervi, è troppo sveglio!
-
Va bene... -
Sono
seccato. Sono maledettamente seccato perchè lui pensa che io sia
innamorato di Riky e mi dà fastidio perchè non è così. Come posso
esserlo? Non lo conosco così bene, è bello stare con lui ma da lì
a dire che mi sono innamorato ce ne passa.
Quindi
sono davvero seccato che lui lo pensi solo perchè da ubriaco l'ho
detto.
Allora
voglio convincerlo che non mi interessa niente e non so perchè sia
così importante convincerlo, non me ne dovrebbe importare niente.
Però forse convincere lui, gli altri, è come convincere me. Lo
rendo reale. Davvero reale.
Con
uno sguardo accattivante mi alzo sulle ginocchia e mi prolungo verso
di lui, le mani sul bordo della vasca ed il viso verso il suo, ho un
sorrisino malefico dei miei e lui mi fissa alienato. Lo sto
torturando.
-
Pensi che potrei fare queste cose con te se fossi innamorato di lui?
- Dico suadente mentre gli bacio le labbra senza approfondire niente.
Una mano scivola sotto l'acqua, sul suo ventre atletico, alla ricerca
del suo cazzo. Non ne ho voglia però lo devo convincere.
Lui
sussulta e si strofina le labbra dopo che gliele ho toccate. Mi
osserva con intensità da questa vicinanza ubriacante, è lui quello
preso per me, lo so bene. Per me è totalmente indifferente. Lo trovo
un bel ragazzo ma anche se mi rifiutasse in questo momento mi
andrebbe bene. Non ne ho nemmeno molta voglia in realtà.
Mi
dispiace, ma è così.
E
se penso a Riky mi si muove tutto.
È
pazzesco.
La
mano strofina il suo cazzo e lui apre le gambe e le stende
lasciandomi sistemare meglio in mezzo, sogghigno e continuo a
masturbarlo fissandolo ancora da vicino ma senza fare altro.
Spinge
il bacino verso di me e lascia la testa all'indietro mentre sento il
suo cazzo crescermi nella mano, sospira eccitato, è abbandonato al
godimento che gli do e gli bacio il collo proprio mentre ormai è
alle stelle.
E
gliele do.
Sorrido
soddisfatto mentre risalgo sul suo viso, è sfinito e confuso ma
lascia che lo baci, le lingue si intrecciano nelle bocche unite e va
tutto bene così.
Ho
vinto io, ma non so cosa.
Non
mi sento un vero vincitore.
Andare
oltre non è altro che mettere tutto da parte con la malata
convinzione d'aver chiuso del tutto.
Non
è così. Non ho chiuso niente ma non me ne importa.
Poche
settimane dopo Gerard mi cerca.
Ha
un'espressione strana, è come triste e dispiaciuto e... non lo so
proprio. È un miscuglio di cose.
-
Cosa ti prende? - Chiedo mentre io penso che sia qua per scopare come
sempre.
Mi
apro i pantaloni, non sono uno che si mette a fare tante chiacchiere.
Vado subito al sodo di solito. Specie perchè con lui posso andare
solo al sodo.
Mi
ferma e prende le distanze però resta pronto ad avvicinarmi.
-
Devo dirti una cosa importante... - Mormora piano. Storco le labbra e
mi riallaccio i pantaloni.
-
Spero che non ti sia innamorato di me perchè non sono uno che sa
amare! - Ormai è il mio motto e lui di solito scherza, però questa
volta resta serio a fissarmi dispiaciuto.
Non
dirmelo, ti prego. Se è così non lo voglio sapere. Non mi interessa
di complicare un bel rapporto facile e leggero.
-
Dai, il sesso può restare sesso senza che si trasformi
necessariamente in altro! - Lo dico senza perdere tempo, convinto che
si tratti di questo. In un certo senso sì ma non solo.
-
Sono convinto che tu non possa amare. Non me. Non succederà mai
quindi è per questo che prendo le mie misure. - Questa non la
capisco. Corrugo la fronte e piego la testa di lato.
-
Cioè? -
Gerard
si avvicina piano.
-
Cioè il Barcellona mi vuole ed io andrò. - Fra Barcellona e
Manchester United, un gran Manchester United, non dovrebbero esserci
paragoni però è credibile che si possa voler andare in un club come
quello.
Non
in questo momento, però.
-
Abbiamo appena vinto la Champions, siamo più forti che mai e tu vai
al Barcellona? - Fingo di non capire, fingo di essere ottuso, fingo
che non me ne importi molto. Lui mi mette una mano sul braccio per
far sì che l'ascolti.
-
Cris... non è una questione di calcio. Sono entrambi degli ottimi
club ed io mi trovo bene qua. Però con te le cose si sono complicate
e non ti nascondo che questa cosa del sesso... non mi basta più...
però so che non potrei avere altro e alla lunga finirà male per me.
Quindi prendo le mie misure. - Ecco qua il suo discorsetto. Da quanto
se l'era preparato?
Non
so perchè ma mi dà fastidio. Forse non ne ho il diritto ma me lo
dà.
Faccio
uno scatto indietro e mi libero dalla sua presa sul braccio, lui però
avanza ed io lo spingo irascibile, non se ne va, non molla, non si
spaventa, non ci rimane male. È consapevole. Sapeva tutto.
-
Lasciami! - Ruggisco. - Vattene! Scappa! Sapete scappare tutti!
Sapete solo nascondervi ed evitare la realtà. - Perchè Geri mi fa
sempre venire in mente lui? Riesco a non pensarci e poi fa qualcosa
che me lo ricorda. Dannazione! Con uno scatto di nervi sbatto il
piede a terra e lui mi prende il viso fra le mani e lo tiene deciso,
forte, intensamente. Non ha paura di me. Non ha mai avuto paura di
me. Del resto non faccio paura.
-
Cris. Tu vuoi solo scopare con me e a me non basta più. Ma non mi
darai mai altro. Quindi non sto scappando, sto vedendo della mia
vita! Non mi farò umiliare ancora! - Brucia, brucia maledettamente
perchè ha ragione, razionalmente lo capisco ma non so perchè
diavolo mi debba dare tanto fastidio questo abbandono. Forse mi
ricorda il suo.
Penso
che veda i miei occhi farsi lucidi e mi abbraccia, mi nasconde il
viso contro il suo collo però è fermo, non cambierà idea ed io
onestamente non voglio che lo faccia. È uguale se resta o se va,
però mi dà fastidio che dopo un po' le persone scappino da me.
Perchè? Perchè non valgo la pena?
-
Siete tutti uguali. Volete chissà cosa però non mi permettete di
darlo! Decidete da soli e ve ne andate. - Ecco qua, ho parlato al
plurale. Ora sa che penso a lui. Non si stupisce molto, penso.
Mi
carezza. Sa anche essere dolce. Perchè è così? Potevo innamorarmi
di lui, era così facile, così perfetto.
-
Non sono il tuo né tu il mio. È tutto qua. C'è il mio e c'è il
tuo da qualche parte. - Semplice.
-
Il mio non c'è! - Esclamo secco e ferito.
Sono
stufo di stare solo? Sono pieno di persone ma sono stufo di stare
solo. È paradossale.
-
C'è. - E' davvero certo di quel che dice.
Poi
mi riprende il viso fra le mani, ancora, e mi obbliga a guardarlo.
Occhi chiari, sguardo limpido che ferisce, penetra e legge.
-
Devi avere il coraggio di amare, Cris. Devi aprirti e cominciare, poi
verrai ricambiato. Ma devi essere il primo a farlo. A provarci. A far
capire che sei disposto a fare seriamente. - il coraggio di amare.
Non pensavo che servisse ma ha ragione. Forse è questo. Non è che
non ne sono capace. Non ho le palle.
-
L'avrai anche tu. - Mormora sicuro. Sa tutto. Sorrido malinconico. Mi
mancherà. Era l'unico decente. Ora non so chi mi scoperò! Ne
cercherò fuori, magari provo qualche donna, cambio genere. sì. Come
no... se me lo facessero venire duro magari...
-
Mi mancherai, Geri... - Dico alla fine senza vergognarmi.
-
Anche tu. - Risponde delicatamente mentre mi bacia. Ed è un bacio
dolce. Il solo che ci siamo mai dati, gli altri erano carichi
d'erotismo.
È
molto tenero questo scambio di labbra e di lingue che diventa
qualcosa di molto profondo che non dimenticherò mai. Specie perchè
so, lo so bene... che sarà l'ultimo. Ci rivedremo di sicuro ma non
ci baceremo più, non scoperemo più.
Così
con uno strano magone per gli addii che odio, mi sfilo la maglia
separandomi brevemente da lui, poi gli prendo la sua e le faccio fare
la stessa fine.
Gli
sguardi seri.
L'ultima
volta mi sembra doveroso.
Lui
ne è consapevole e sorride lasciandomi fare.
È
strano questa cosa con lui, lo è sempre stata ed anche se oggi
finisce e non mi angoscia molto, mi rattrista. È la prova che non so
tenermi nessuno accanto. Forse però come dice lui dovrei almeno
volerlo. Dovrei provarci.
Dovrei
tentare.
Chissà,
un giorno magari vorrò farlo. Un giorno ci riuscirò.”