CAPITOLO XX:
RIUSCIRE A DIRLO

Andriy ha qualcosa. Cioè in teoria lo so ma non ne sono sicuro.
Riguarda Cris e mi secca chiederglielo perchè ho paura che finiamo a litigare e non mi va molto... io detesto litigare, quindi penso che dovrei concentrarmi su altro, piuttosto.
In generale va a periodi. A volte ci prova molto con me, altre mi dà tregua. Mi conosce abbastanza da sapere che non può tirare troppo la corda. Eppure forse se non si fermasse in certi casi potrei cedere. È che lui ha troppo rispetto per me, capisce che ne sono terrorizzato e dice solo che non sono pronto, quindi mi lascia stare.
Io penso che non lo sarò mai ma non glielo dico.
Dopo quella volta non abbiamo più parlato di Cris e mi è parsa una mossa intelligente.
È bello che lui sia qua, abbiamo guadagnato una bella amicizia. Quando era qua anni fa ero giovane e completamente ammaliato da lui, adesso è diverso. Sono più grande, so più cose di me, ho capito di cosa si trattava e lentamente riesco a vivere tutto bene e tranquillamente.
Solo che poi ci sono momenti in cui... beh... è tutto sull'orlo di un precipizio. Un precipizio caldo e rovente.
È da un po' che non sento Cris e che non faccio quella cosa, mi sono sentito sporco e preferisco evitare se posso. È successo solo una volta, per ora, ma è stata sufficiente perchè le altre l'ho fatto da solo pensando a lui ed è stato come averlo con me. Cambia poco. Si dice che si tradisce anche col pensiero. Ora capisco cosa intendessero. Però conta più l'aspetto fisico, no?
Ormai vado con Carol sempre di meno, a volte ci riesco ma non è una che insiste troppo anzi, spesso non lo fa nemmeno per prima. Quando ci prova l'accontento perchè detesto che ci rimanga male. Comunque il più delle volte ho Luca come scusa, dico che potrebbe svegliarsi e penso che dopotutto lei abbia la stessa paura.

È una serata strana. Siamo stati con gli altri nella sala comune, abbiamo riso e scherzato molto e poi ognuno nelle sue camere.
Tutto come sempre.
Però forse è la primavera troppo alle porte o forse sono io che sento avvicinarsi il mio compleanno, però c'è una specie di impazienza nell'aria. Ma magari è una cosa solo mia.
Anche Andriy però lo è.
E penso che non sento Cris da molto tempo e mi dispiace. Anche se non ce n'è motivo.
Ma forse è perchè non sfogo gli ormoni come vorrei. In quel modo.
Quando ci penso automaticamente mi succhio il labbro e stasera mi è capitato molto, lui l'ha sempre notato.
Andriy non mi stacca gli occhi di dosso un istante ed ora in camera sembra non abbia voglia di dormire.
Quando ha chiesto di poter stare in camera con me, all'inizio dell'anno, mi è sembrata una richiesta crudele nei suoi stessi confronti, ma siccome ha voluto lui così non mi sono opposto.
Sono già pronto per la notte, mi stendo nel letto e mi copro col lenzuolo solo fino a metà, ho molto caldo anche se non è una temperatura molto alta.
Andriy sta seduto sopra, si stende ma non si copre, è rivolto verso di me e continua a guardarmi come in attesa, mi scruta insistente, così mi decido a chiederglielo.
- Cosa ti prende? - Andriy non aspettava altro.
- E' un gesto che a volte fai spesso... - Cado dalle nuvole ed appoggiando la testa sulla mano e piegando il braccio, lo guardo interrogativo.
- Cosa? -
Lui, tanto per cambiare, non mi stacca gli occhi di dosso.
- Ti lecchi le labbra. È una cosa che non fai sempre ma è inevitabile notarla quando lo fai perchè diventa quasi un tic. Poi smetti per un po'. Non è un vero tic altrimenti lo faresti sempre... - Corrugo la fronte continuando a cadere dalle nuvole.
- Mi lecco le labbra?! - Che gesto sarebbe? Allora me lo mostra, è un semplice strofinarmi le labbra con una punta di lingua in mezzo, niente di che.
- Davvero lo faccio? Non me ne rendo conto... - E' vero, non ci faccio caso.
- Sì, ti succede... è un gesto particolare e mi incuriosisce la cosa... - Ci penso un po', non saprei a cosa si riferisce, perchè mi succede insomma... mi stringo nelle spalle.
- In linea di massima tutti hanno dei tic... -
- Sì, però li hanno di continuo non solo ogni tanto. - Sospiro.
Ok è strano e lo capisco ma non so cosa dirgli. Appoggio la testa sulle braccia che piego in un altro modo, mi sistemo a pancia in giù e continuo ad osservarlo.
Fisicamente resta un gran bel ragazzo, sarebbe il mio tipo se... mah, non lo so nemmeno io perchè no. È il mio tipo ma non sono più preso. Una volta lo ero perchè mi aveva fatto accorgere d'essere gay. Poi l'ho ammesso solo con Cris.
Il mio tipo.
Non so proprio cosa pensare a riguardo.
È comunque un bel ragazzo.
Certo lo è anche Cris, però sono diversi. Allora non è che possono essere i miei tipi entrambi, uno dei due lo è... l'altro è quello che vorrei? Sono due cose diverse. Appurato che non voglio Andriy devo dedurre che è meglio riflettere su Cris?
Ogni tanto ci provo ma vado in confusione...
- Ecco, l'hai fatto di nuovo! - Sgrano gli occhi preso in contropiede. - A cosa pensavi? - Perchè lo vuole sapere tanto? Candido perchè non penso ci sia una connessione, rispondo.
- A Cristiano. - Poi mi rendo conto che a lui sta antipatico e che era meglio non dirglielo. Trattengo il fiato pensando d'aver provocato un danno ma Andriy si alza a sedere meglio sempre sul letto e mi fissa attento, assottiglia gli occhi, cerca di capire.
- Quando ti lecchi le labbra pensi a Ronaldo? Ci pensi solo in certi periodi? - Non ho proprio idea di che senso abbia questo interrogatorio, ma automaticamente rispondo per educazione.
- No, ci penso in vari momenti, non in periodi. - Sta fermo e ci pensa, è davvero preso da questo mistero ed io sorrido divertito. - Senti, è così importante capire perchè a volte mi lecco le labbra? -
- Sì perchè è un gesto tipicamente erotico, specie se non lo fai di continuo come un tic. Lo fai quando pensi a Ronaldo, è probabile. Stavi pensando a qualcosa di specifico che lo riguarda o era in generale? - Oh ma quanto è complicato questo ragazzo. Esasperato ho uno dei famosi scatti di cui parla Cris e sospiro, però mi riprendo subito e rispondo. Sempre perchè è giusto.
- Pensavo al mio tipo ideale! Io penso che tu mi hai procurato tanto caos perchè eri il mio tipo ideale. Poi ho pensato... anche con Cris però mi son venuti fuori i miei istinti omosessuali, quindi anche lui è il mio tipo ideale? Non penso, se lo sei tu non può esserlo lui. Siete così diversi... con te, inoltre, ho le idee piuttosto chiare e si schiariscono mano a mano che sto in tua compagnia. Riesco sempre a trattenermi quando tu.... sconfini... - Arrossisco, non voglio metterlo in imbarazzo ma non fa una piega. Mi ascolta molto attentamente. Così continuo. - Mentre con Cris... non so, lo vedo poco ma quando lo vedo è diverso. Non riesco a controllarmi così bene. Faccio una fatica che non ti dico... credo che non c'entri con il mio tipo ideale o cose simili. Avrei un controllo migliore. Penso che sia... diverso... - Mi lecco ancora le labbra, me ne rendo conto subito perchè ormai me lo fa notare. Lui si riaccende.
È diverso con Cris perchè ogni volta è come impazzire, per me. Mentre con Andriy sono io che ho il controllo. Ed inoltre è l'unico che riesce a farmi fare certe cose che mai e poi mai penserei di poter fare nemmeno sotto tortura. Lui basta che lo dica ed io, per telefono, mi faccio...
Avvampo, mi sento andare in fiamme e nascondo automaticamente il viso fra le braccia incrociate sul cuscino, Andriy si alza, posa i piedi per terra e si avvicina dopo un po' di esitazione.
Si siede nel letto con me. La cosa non mi piace. Cioè non ho paura di lui, so contenerlo. Però sono davvero provato, ora. È da un po' che non mi sfogo in quel senso e a cicli diventa un pensiero fisso finchè non faccio qualcosa.
Forse si tratta di questo.
Alzo di scatto la testa rendendomene conto e lo fisso con la scoperta nello sguardo che gli porgo. Lui mi chiede muto cosa mi prenda ed allora lo dico senza pensare che non sia il caso.
- A periodi mi viene voglia! Cioè tanto! - Sgrano gli occhi e divento blu. Cosa dico? Torno a schiacciare il viso contro le braccia e dopo un po' di sorpresa, Andriy mi mette una mano sulla nuca, fra i capelli, e carezzando cerca di mettermi a mio agio, poi usa la dolcezza che tira fuori solo con me.
- Ti vengono voglie a periodi. È normale. Sei omosessuale, no? O comunque prevale quel lato. Non lo sfoghi regolarmente, ti sopprimi tantissimo, non gli dai proprio retta in effetti. Le voglie da gay sono normali, dopo un po'. È proprio la natura. Maschile per di più. - Silenzio. Fa che sia finita. A parte che mi piace se mi tocca i capelli. Sto meglio però so cosa viene dopo ed infatti puntuale ecco la sua domanda. - In quei periodi pensi a lui? - Annuisco piano, timido. Non so nascondergli le cose o dirgli bugie. A lui non arrivo.
Sento che si china. Pensa che stia per succedere. Lo percepisco benissimo. Il cuore parte, non voglio però mi piace la nostra amicizia ora. È un bel rapporto. Fa che non ci provi.
- E come ti sfoghi? - E' ovvio che mi sfogo, immagino. - Ti basta tua moglie? - E' una domanda trabocchetto, lo sa che una donna non basterà mai ad un gay quando ha le sue voglie.
Smetto anche di respirare per un attimo.
No, ci facciamo per telefono. Non lo posso dire. Beh, è successa una volta. Le altre penso a lui.
Scuoto la testa.
Non chiedermelo, ti prego.
Non farlo.
- Cosa fai, pensi a lui mentre usi la mano? - Ammiro che non usi termini traumatizzanti. Mi conosce, sa come fare. È molto suadente mentre parla, mi sta mettendo a mio agio in tutti i modi.
Non è proprio scorretto ma nemmeno del tutto giusto.
- Per lo più. - Bravo Riky. Esercitati a mentire. E certo e poi come la supero anche quella piaga?
Già il pensare in adulterio è tremendo. Se poi mento sono finito.
- Cosa vuol dire? - Sospiro e giro la testa per metà, respiro, sono rossissimo e brucio. Apro l'occhio verso di lui e lo fisso colpevole.
- All'inizio bastava questo. - Ma capisce che c'è dell'altro.
- E poi? -
- E poi ha cominciato a non bastarmi più. - Sono tremendamente colpevole però è come confessarsi e quasi quasi spero che non molli. Forse è ora di dirlo ed andare fini in fondo. Di fare ammenda. Ma all'idea di non farlo più mi manda fuori di testa.
- Cosa fai, allora? - Non ci arriva proprio? Non lo può dire lui? No, non ne ha idea, così vergognandomi fino alla fine dei miei giorni, lo ammetto piano piano.
- La sua voce... - Sgrana gli occhi incredulo.
- A quel punto sei? - Scatto su con la testa per guardarlo meglio. Cosa significa?
- Cosa intendi? - il cuore va velocissimo. Lui si protende per guardarmi meglio, io mi giro un po' a tre quarti verso di lui e mi passa una mano fra i capelli arruffati, me li toglie dagli occhi.
- Fate sesso telefonico? - Ecco, non ha più la cura per le parole ed io torno a morire, rituffo la testa sul cuscino per soffocare ma mi carezza la schiena e aspetta che mi riprenda. Quando sono pronto ad ascoltare il resto, mi rialzo.
- Non è una cosa grave o scandalosa. - inizia in modo che mi piace. - E' strano che lo faccia tu. È comunque una forma di... -
- Tradimento, lo so. E per questo mi sento sempre peggio ma se provo a non fare niente io... io impazzisco, non ce la faccio! Rispondo male a tutti, litigo addirittura. Specie con mia moglie! Sono arrivato pure a prendermela con Luca! Non so se sia solo una questione di ormoni da sfogare nel modo giusto ma... ma quando l'ho fatto ero al telefono con lui, mi stavo sfogando in generale e lui ha detto delle cose particolarmente erotiche ma non con l'intento di esserlo. Mi sono eccitato, lui l'ha capito ed io... e noi... ed anche lui... - Sorride un po' per la mia spiegazione imbarazzatissima ma fortunatamente non insiste sul resto.
- Così è lui. - Sospira. Ha un'espressione strana, guarda in basso. Cosa significa?
- Andriy? - Chiedo spiegazioni e lui sospirando me lo dice.
- E' lui che vuoi! - Torno a spalancare gli occhi allarmato e in stato di shock. Lui un po' si altera. - Dai, non puoi cadere dalle nuvole così! È evidente! - scrolla le spalle e fa mente locale, poi continua. - ascolta. Io ti ho dato molte occasioni per sfogare gli... istinti da gay, diciamo così. E dici pure che sono il tuo tipo. Sarebbe stato perfetto cedere. Se era una questione ormonale e basta sarei bastato, capisci? Non è che tu vuoi sfogare gli istinti da gay e basta. Tu vuoi lui! - Se mi piantasse una pallottola in fronte sarebbe stato meno doloroso, ne sono certo.
Più che doloroso meno sconvolgente, in effetti.
Rimango di sasso, senza parole e fiato, lo fisso ma gli passo attraverso, penso alle sue parole e cerco di capire se abbia ragione ed è inevitabile. È così, alla fine.
- Voglio lui in che senso? - So in che senso ma se me lo sento dire è diverso, ho materiale su cui riflettere. Andriy esasperato si alza dal letto e mi lascia scuotendo la testa.
- Riky sei assurdo! In quale senso pensi di volerlo? - Mi metto a sedere e lo guardo mentre insofferente si mette le ciabatte. Mi preoccupa. Quando si arrabbia è pericoloso per sé stesso. A volte è irascibile.
- Io... io non so cosa pensare, non è facile affrontare queste cose. Già solo accettare che ho istinti omosessuali è stato difficile, come pretendi che... - Andriy sbuffa stanco.
- Senti, puoi continuare a raccontarti la favola più facile per poterla digerire meglio ma la realtà non cambia e prima o poi la dovrai guardare in faccia. - E' aggressivo e non mi piace quando è aggressivo. Mi alzo dal letto e gli vado davanti per calmarlo, mi dispiace che sia così. Non voglio litigare con lui. Non voglio mai litigare con lui.
- Non ho nessuno che mi corre dietro, lo posso anche capire fra dieci anni. Perchè così tanta fretta per farmelo dire? Se non ce la faccio significa che non sono pronto. Io penso che sia un rapporto speciale quello che ho con Cris ma alla fine siamo amici. Amici speciali che fanno cose un po' speciali. Ed è oltre l'essere il mio tipo, concordo. Ma da lì al resto... io per quanto lo conosca meglio di altri non sono mai stato con lui così a lungo da poter dire che mi... mi sto... - Non riesco a dirlo, ho un blocco, la lingua si annoda, non ce la faccio proprio.
Andriy scuote la testa e con un gesto secco mi manda proprio a quel paese e si gira per andarsene.
Muove dei passi verso la porta, la mano sulla maniglia ed io gli prendo la maglietta, lo trattengo e tutto si ferma.
Anche lui.
- Non potrai continuare così per sempre. Lo sai e lo rifiuti e ne sei anche cosciente. Perchè lo sei, dannazione. Non dirmi palle! Preferisci fingere di non esserlo perchè è più facile! - E' ancora arrabbiato e mi dispiace che lo sia. Sono così agitato per tutto che non so da cosa cominciare.
Appoggio la fronte sulla sua schiena ampia e con le mani scivolo sui suoi fianchi. Il suo corpo è così maschile. Forte. Robusto. Attraverso la maglietta percepisco il suo calore e la sua fisicità che mi fa impazzire.
- Mi dispiace. Mi dispiace, Andriy. Ci provo ma non ci riesco. Non sono pronto. Mi serve ancora tempo. -
Sospira, è sciolto contro di me, vorrebbe girarsi e farmi di tutto, lo so bene.
- Io non ne ho ancora molto. - Trattengo il fiato ed alzo la testa per aspettare che si volti, siccome non lo fa lo rigiro da me con una mano sulla spalla. Lo fa per metà e mi fissa serio, contrito, cupo, addolorato.
- Il mio tempo qua sta per scadere e mi ero prefissato un anno. Se non ce l'avessi fatta me ne sarei tornato a casa. Quella vera. E avrei chiuso per sempre. - il dolore per un momento è lancinante, ma penso che sia l'idea di lasciar andare una persona che ha significato tantissimo per me, con cui sono cresciuto, che ha formato il mio essere in qualche modo.
Penso sia questo.
Capisce di cosa si tratta. I nostri sguardi sono troppo chiari. Il dolore nel suo mi distrugge ma non posso fare altro. Non so mentirgli. Non lo saprò mai fare.
Così lentamente lascio la presa su di lui, gli permetto di aprire la porta e di sgusciare via da me. A leccarsi le ferite.
Non posso, non voglio ferirlo ancora. Ma non andrò mai contro di me. Non è lui che desidero. Potrei facilmente cedere perchè non mi è indifferente ma non è lui.
Non è proprio lui che... che... voglio... così sfinito mentalmente mi ricongiungo al letto, prendo il telefono e mi arrendo.
A volte arriva il momento di farlo.
Ci sono attimi in cui c'è solo una cosa da fare. E la fai.”