CAPITOLO
XXI:
CHI
COMANDA
“Le
sue chiamate arrivano sempre a sconvolgermi, in qualche modo.
Ma
penso che sia perchè è lui che mi ha sconvolto. Mi ha sconvolto la
vita col suo arrivo. Sto cambiando e lo percepisco ogni istante che
vivo, anche se apparentemente resto sempre io.
Dentro.
Dentro di me è tutto in subbuglio e mi basta leggere il suo nome sul
telefono.
Mi
giro verso Wayne che sta facendo cagnara e sospirando insofferente
esco dalla camera e vado in terrazza. Sono solo e mi chiudo fuori.
Così
rispondo, con la sera che mi circonda e la brezza fresca a cui posso
resistere perchè ora come ora ho un caldo da matti.
-
Ehi piccolo... - Sono io quello più piccolo ma mi viene spontaneo
chiamarlo così. Di solito se mi chiama di sera così improvvisamente
o ha qualche problema o ha bisogno di quel favore, per questo volevo
essere tranquillo. Mi siedo nella sdraia che l'albergo ci da a
disposizione nelle terrazze ampie che ogni camera ha.
-
Scusa se... - La voce gli muore in gola, non ce la fa a dire altro e
capisco che ha qualche problema. Odio che abbia problemi, non lo
sopporto. Lui è una persona così felice, di solito. Quando ha dei
problemi è un filo sottile che potrebbe spezzarsi subito.
Vorrei
poter fare qualcosa per lui.
-
Cosa succede? -
-
Ti... - So anche cosa cerca di dire.
-
Non mi disturbi. -
-
No... - Si sforza. Cosa vuole dirmi?
-
Ti ascolto... - Lo incoraggio cercando di essere dolce anche se mi
rendo conto che di norma non sono molto bravo.
-
E' davvero un problema se ci metto più tempo di quanto sarebbe
giusto per ammettere una cosa che è evidente e forse già so, ma che
mi spaventa moltissimo? - Ha una voce sottile sull'orlo del pianto e
sta parlando confuso. Ovviamente non capisco niente ma lo assecondo.
-
Sei tu che vivi la tua vita, gli altri si adattano a te. Non crearti
problemi se ti serve più tempo. - Sospira, sembra che gli abbia dato
la risposta che aspettava. Che gli serviva. - Cosa è successo? -
Vorrei potergli dire 'tesoro' ma penso sia fuori discussione.
-
Ecco... ho litigato ancora con Andriy. Lui dice che io devo
ammetterlo ed io so che ha ragione, ho provato di nuovo ma al momento
di farlo non ci riesco... - è mortificato. Non lo può mortificare
così. Improvvisa ho la voglia di picchiare quell'ucraino del cazzo.
Come osa sempre ridurmelo così?
-
Lascialo perdere! A fine stagione torna a Londra e non ti rompe più!
È troppo insistente! E poi se non ti va di andare con lui cosa
diavolo vuole? Si deve arrendere! So che per un attaccante come lui è
impensabile, ma arriva il momento di alzare bandiera bianca! Non sei
suo! - Parto in quarta infervorato e lui non sa come fermarmi.
-
No no... cioè in parte è come dici ma non proprio. Non è per me e
lui... il problema è che io non ammetto quello che provo per te ed
in ogni caso non capisco cosa centri con lui. Anche lui dice che non
ha tempo, sta per scadere quello che si era prefissato... ma perchè,
anche se ammetto cosa provo per te poi cosa cambia per lui? Forse è
peggio! - Si sta sfogando e lo trovo delizioso ma d'altro canto
capisco Andriy anche se non vorrei.
-
Pensa che se ammetti i sentimenti per un altro ragazzo poi potrai
ammettere anche quelli per lui. - Sospira, lo sento scuotere la testa
e me lo immagino nella sua camera.
-
Lo sa, gliel'ho già detto. Che per me lui è il mio tipo ma non
colui che desidero. - è bello sentirglielo dire. Godo e mi fa
tornare il sorriso.
-
Non è facile arrendersi. - E' tutto lì. Lui sta solo realizzando
che si deve arrendere.
Sono
arrivato troppo presto. O lui troppo tardi, dipende.
In
ogni caso le cose stanno così e basta.
-
Lo immagino. Infatti cerco di dargli una mano come posso, però non
so bene nemmeno come comportarmi. - penso di capire come fa. Sarà
tenero e rispettoso come sempre.
-
Come fai va bene. Deve fare lui la grande mossa. Quella di arrendersi
davvero. - Ma quanto vorrei parlare di me. Solo dopo che parlo un po'
di loro mi rendo conto che lo sto facendo e non è normale perchè in
realtà sono egocentrico e fremo per sapere di cosa si tratta. Cosa
prova. Cosa pensa. Cosa hanno detto di me.
-
Grazie. Sei... sei ancora il solo che riesce a sgrovigliare certe
cose e... ed io non so come fai. Ci siamo visiti così poche volte
eppure sembra che siano così tante... perchè riesco a parlare solo
con te di certe cose? Perchè solo tu mi calmi in certi casi? Perchè
solo con te... solo con te riesco a fare... anche quello? - E'
imbarazzatissimo, deve essere di mille colori e tenerissimo. Quanto
vorrei vederlo ora. Soffro nel non vederlo.
Vorrei
averlo qua davanti a me.
Come
lo vorrei.
-
Ci sono le persone giuste. Tutti ne hanno. Io forse sono la tua. - La
metto giù semplice. La cosa comica è che io non credo a queste cose
ma so che lui ci crede e penso sia una risposta che possa aiutarlo.
-
Lo penso anche io. - Lo ammette. Questo lo può dire. Bisogna andare
per piccoli microscopici passi con lui. Questo lo sto capendo.
Non
ho fretta. Cioè io ne avrei ma se ce l'ho lo perdo e non voglio.
Sono
a questo punto.
-
Come siete arrivati a parlare di queste cose? - Non voglio saperlo
davvero ma voglio che parli.
-
Faccio una cosa con la lingua in certi periodi. È nato da questo. -
Mi faccio attento.
-
Cosa fai? - Curioso.
-
Mi lecco le labbra. -
-
Ti lecchi le labbra? -
-
Sì... insomma. È venuto fuori che quando penso a te ed è un po'
che non sfogo gli ormoni mi lecco le labbra ripetutamente come un
tic, se invece gli ormoni sono a posto non lo faccio. - Rido.
-
Ti deve aver guardato proprio bene per notare una cosa simile! -
Ride
anche lui, rilassato.
-
Sì... -
-
E... ed ora lo stai facendo di nuovo? Te l'ha chiesto per questo? -
Colpito e affondato.
Ormai
lo sto conoscendo, ce la faccio. Anche se a volte resta un mistero.
-
Sì... - E' poco più che un sibilo ed io sorrido come se me lo
mangiassi, ho quell'espressione da scopata, me la definisco così.
Mi viene naturale, non la controllo. Wayne dice che è la
divorauomini. Mi fa ridere.
-
E' da un po' che non lo facciamo... ne hai bisogno? - Sono abile con
le parole. Potevo benissimo dire 'ti va'. Sarebbe stato meno
traumatico ma se prima uso delle attenzioni, dopo non sono obbligato
a farlo. E poi bisogna stuzzicarlo sessualmente, solo ogni tanto,
solo un po'.
Così
lo faccio.
Boccheggia.
-
Ecco... -
Non
lo faccio continuare. Scivolo subito con la mano sotto ai miei
pantaloni di tuta, mi prendo subito l'erezione ed ecco che in un
istante tutto cambia.
Chiudo
gli occhi e abbandono la testa all'indietro sulla sdraia dove mi
metto comodo.
Respiro
a fondo e mi pregusto quello che sta per venire.
È
come un piccolo angolo di paradiso, posso sognare di averlo.
-
Mi sto toccando. - Dico. Lui sospira, lo sento muovere la mano sotto
i vestiti, fruscii. Il mio piccolo angelo in caduta libera. - Mi sei
mancato, Riky. Bentornato. - Non dice niente. In questi momenti non
riesce mai a dire niente ma non mi serve. Faccio tutto io. - Ce l'hai
in mano anche tu, vero? Tiralo tutto fuori per bene dai vestiti.
Anche io lo sto facendo. Sono fuori in terrazza, sai? Non c'è
nessuno. Siamo solo io e te. - Questa cosa lo eccita, lo so
benissimo. Potrei essere visto. Sospira e traffica come gli dico di
fare. - il mio è morbido come il tuo. È caldo. E non vedevo l'ora
che me lo toccassi. Lo senti sotto le dita come cresce? Muovi la
mano. La muovo anche io. Su e giù. Sto andando più veloce. Ed apri
la bocca perchè ti sto infilando la mia lingua dentro, la senti? Ho
trovato la tua. - Sospira più forte. Lo sta facendo. Impazzisco
mentre lo immagino steso nel letto col suo cazzo in mano che se lo
mena e la bocca aperta. Ce l'ho completamente nelle mie mani. Sono io
la sua persona. Non Andriy. Mi dispiace per lui ma deve rassegnarsi.
- La senti la mia mano come si muove? - Avvicino il telefono sul mio
inguine e gli faccio sentire i movimenti. Poi torno a parlare. -
Continuo a baciarti. Lo faccio anche sul viso. L'orecchio. Ti piace
sull'orecchio? - Mugola. Bene. Ora ti faccio secco. Tengo il telefono
contro la spalla per poter liberare le mani. Mi prendo i pantaloni e
li abbasso del tutto. Wayne sa che quando esco col telefono non deve
venire, per altri non sono visibile. - Togliti i pantaloni e resta
nudo, tesoro. - Ok, mi è scappato il tesoro ma non se ne è accorto.
Sta trafficando. Lo sta facendo. Quando sento che se li è tolto è
la prima volta che lo facciamo così. Vorrei fargli mettere un cazzo
finto dentro, porca puttana.
Userà
le sue dita.
-
Alza bene le gambe e metti il telefono contro la spalla. - sento che
traffica in tal senso e dopo un po' riprendo. - Mi sono tolto tutto
anche io, una mano è sul mio cazzo e l'altra è sotto. Accarezzati
lì dove non ti tocchi mai. È un po' ruvido ma non impressionarti.
Va tutto bene. Ora arriva la mia mano. Ecco la mia mano che ti tocca
anche lì sotto mentre la lingua ti lecca il collo. Ti infilo
l'indice in bocca e lo riempio di saliva. - Lo faccio e gli faccio
sentire il rumore della lingua sul dito, anche lui fa altrettanto
così riprendo sensualmente. - Ora scendo sul tuo piccolo buco
stretto. Te lo tocco, te lo stuzzico e smetto di menarti il cazzo
perchè con l'altra mano ti allargo bene. - Lo sta facendo, non
glielo devo chiedere. Anche io lo faccio e lo sa. - adesso lo faccio.
Adesso un movimento deciso e coraggioso ed entro. Non avere paura, è
una sensazione fantastica. L'eccitazione sale da dentro. È
piacevole. - E lo è davvero specie perchè lui mi ascolta e fa
tutto. - Il mio dito è dentro di te, ora, e lo muovo avanti ed
indietro, sempre più a fondo. Non ti fa male, è piacevole, così ti
stuzzico con la punta e lo roteo un po' finchè non ci va anche
l'altro dito. - E lo facciamo. Sospiro. È così dannatamente bello.
- Amore io sto gemendo, mi piace come lo stai facendo, sei
bravissimo. Ti piace? - Geme. Geme davvero, non si controlla. -
Continua a muoverlo, più va in dentro e più ti piace. Quindi
insisto ed insisto e lo muovo ancora. Ed il cazzo sta salendo da solo
perchè ti eccita tantissimo. Anche il mio ormai è alto e dritto,
sta su da solo. Lo guardi e ti fa diventare matto. Lo vorresti
leccare ma io ti prendo la lingua e ti succhio. Giochiamo fuori dalle
bocche senza unirci. - Continua a gemere senza ritegno. - Ti
piacciono le mie dita dentro? -
-
Mmm... - Oh sì, mugola ancora amore...
-
Anche a me. - Gemo liberamente mentre muovo le mie dentro di me come
mi piace. Il mio cazzo è davvero alto ora.
-
Vorrei piegarmi fra le tue gambe e succhiartelo, leccarlo tutto fino
in gola, fino in fondo. E poi te lo metterei dentro. Il mio cazzo
tutto intero, dentro di te. Oh, Riky... tutto... lo vuoi? - Non si
controlla più ovviamente, è al limite, un piccolo minuscolo spunto
ed è fatta.
-
Sì... - Lo dice. Sono io che sto per venire ora.
-
Lo vuoi? Vuoi che ti scopi? -
-
Sì scopami Cris, lo voglio sentire... ti prego... ti prego fallo. -
-
Metti anche l'altro dito, allargati bene, usa più forza, sentiti
aprire in modo sconvolgente. Fallo... fallo... - Ovviamente lo faccio
anche io ed è divino. Non mi controllo più, gemo e godo liberamente
mentre con l'altra mano torno sul mio cazzo a concludere il lavoro.
-
Riky... Riky... più veloce... - Lo fa, lo sento muoversi e gemere
come me.
-
Cris... più dentro. - Infilo di più le dita.
-
Sì.... ecco... ecco... così... così... - Strascichiamo insieme
gemiti senza senso fino a che raggiungiamo l'orgasmo incapaci di
trattenerci. Dio, sapessi quante idee ho ancora per farti godere a
distanza, piccolo mio.
Ansimiamo,
io sono venuto per terra e lui sarà venuto sul letto, starà
guardando la sua macchia sconvolto. Respira a fatica.
-
Piccolo... va tutto bene... pulisci e lasciati cullare dal sonno...
starai bene per un po'... - E' come parlare di droga ma in un certo
senso lo è ed io lo so quanto il sesso possa diventarlo.
Specie
se è trasgressivo. Per me non lo è ma per lui lo è, quindi ad un
certo punto diventa un pensiero fisso, un'ossessione vera e
propria...
-
Gra... grazie... - Non riesce a dire altro, è sicuramente sconvolto
perchè siamo andati oltre i pompini immaginari. Non potevamo pensare
ad altro di meglio.
Io
per lo meno.
Cazzo
che liberazione sensazionale.
Non
mi scapperai. Ti avrò e quando facciamo queste cose ne sono
dannatamente convinto. Assolutamente. Ti avrò.
-
E' sempre un piacere. - Con questo gli do tregua e lo lascio crollare
sfinito. Come lo sono anche io.
Dio,
che roba... mai fatta così e di cose ne ho fatte molte, lo ammetto.
Quando
rientro in camera Wayne ha smesso di fare casino e sta per
addormentarsi. Mi fissa penetrante. In realtà mi squadra da capo a
piedi come se dovesse denudarmi e sapendo che non ha mire in questo
senso perchè ha già il ragazzo -e Dio solo sa come fa ad averlo ma
me ne faccio una ragione-, mi chiedo cosa diavolo abbia.
-
Beh? - Chiedo allora perchè continuo a non capire, sembra stia
guardando un esemplare raro.
-
Cris entri da fuori in mutande! - Sbotta allora incredulo.
-
Così lo fai sembrare scandaloso! - Dico buttando i pantaloni corti
che avevo in mano sulla sedia accanto al letto.
-
Non è che è scandaloso... ma cosa diavolo hai fatto al telefono
senza pantaloni in terrazza!? - Ma dai, non ci arriva?
Mi
stendo sotto le lenzuola fresche ed intreccio le dita sotto la nuca,
faccio la faccia più beata che esista e sospiro sereno e pacifico.
-
Ero al telefono con Riky! - A questo punto Wayne si alza a sedere da
steso che era, si protende verso di me e mi alza le lenzuola, io non
mi muovo ma lo fisso senza capire.
-
E perchè hai ancora i boxer? - la cosa bella è che è serio e
convinto mentre spara puttanate.
Mi
piace perchè non sta scherzando.
Io
rido divertito e guardo in alto ricordando quello che ho appena
fatto. Che spettacolo.
-
Mi ha chiesto di scoparlo... - Ricordo ancora esattamente la sua
voce, le sue parole... che goduria quando me l'ha detto in quel modo.
Wayne
si mette a pancia in giù e mette una mano sotto al cuscino, comodo
comodo mi fissa in attesa del resto che io ovviamente sono lieto di
raccontare.
-
Facciamo sesso telefonico ogni tanto. Masturbazione, in realtà. Però
succede. - Glielo avevo detto, mi pare. I suoi occhi brillano di
interesse mentre li guardo. - La prima volta una semplice sega.
Stasera gli ho fatto togliere tutto. E me lo sono tolto anche io.
L'ho portato alla follia, Wayne. Non sai cosa gli sto combinando! Non
resisterà a lungo! - Sono estasiato dalla mia bravura seduttiva e si
nota, Wayne ride per quanto sono esaltato da me stesso e seriamente
convinto. Fra un ghigno e l'altro.
-
E ti ha chiesto di scoparlo? - Sospiro sognante.
-
Sì... ma era nel momento del gioco... è diverso dal chiederlo
lucidamente. Era come ubriaco... però l'ha detto. Era preso,
eccitato, gemeva e gli ho fatto mettere le dita dentro, gli dicevo
tante di quelle porcherie che non ce la faceva più. Quando gli ho
detto che volevo scoparlo lui è quasi venuto, allora gli ho chiesto
se vuole che lo scopi e lui ha detto esattamente 'Sì scopami Cris,
lo voglio sentire... ti prego... ti prego fallo.' - Mimo la sua voce
angelica presa e violentata da me. È un sogno, non riesco a rifarlo
uguale ma lui ridacchia perchè riesce a vederselo lo stesso.
-
Però! - Esclama ammirato ed impressionato.
-
Già... - Dico mordendomi il labbro soddisfatto. Sono così felice
che posso toccare il cielo con un dito. Brillo davvero.
-
Ce l'hai nelle tue mani, insomma... - Sospira e mi stringo nelle
spalle piegando la testa mentre nicchio. Continuo a guardare in alto
perchè me lo sto immaginando.
-
Spero... finchè si tratta di tutto quel che riguarda il sesso
comando io, lo gestisco a piacimento. E succede dopo un po' che non
fa nulla, quando ha ormoni in subbuglio che lo rendono nervoso.
Quando esagera e non riesce a stare bene con gli altri -è una cosa
che non sopporta- mi cerca ed io lo comando come mi pare. Però al di
là di questo... mi sembra come... beh, è diverso... è più un... -
-
Lui chiama e tu corri? - Mi capisce troppo bene questo ragazzo. In un
istante mi smonto, la felicità crolla perchè non mi sembra d'avere
tutto sotto controllo, non penso di essere così vicino dall'arrivare
al mio traguardo e non so nemmeno perchè. Nota il mio sgonfiamento
repentino e continua. - Ti vedo quando ti chiama per qualche problema
o perchè gli capita qualcosa di bello. Tu sei lì che pendi da lui e
l'ascolti qualunque cosa ti dica. Anche se ti dice cose che magari ti
feriscono in qualche modo. Quando dice che sei suo amico... però ci
sei sempre, per qualunque cosa lui voglia, anche torturarti
inconsapevolmente. Tu sai che sentirlo quando cerca solo un amico e
non un amante è una tortura per te. In quei momenti è lui che
comanda. Potrebbe dirti di fare qualunque cosa che la faresti. -
Perchè mi sento un idiota mentre prima mi sentivo un Dio?
Wayne
ha questa capacità di buttarmi sotto terra con le sue uscite. Perchè
so che ha ragione. Mi faccio serio, quasi triste in un certo senso.
Non mi sento più un vincitore come prima ed abbasso lo sguardo che
non oso metterlo sul suo. Sento che mi guarda ed aspetta però non so
cosa dire, non riesco...
-
E' così penoso? - Chiedo alla fine sentendomi così. Lui mi tira il
cellulare per far sì che lo guardi, glielo prendo di riflesso e
glielo rilancio. Allora ci guardiamo e scuote la testa con una
strana, stranissima espressione consapevole ed adulta. Non è mai
adulto, l'ho sempre visto come un bambino idiota, per questo mi piace
stare con lui.
-
Non sei penoso. Sei bello! È bello vederti splendente un attimo
prima e triste per lui un minuto dopo. Sono cose che nessuno ha mai
visto su di te e nessuno è mai stato capace di farti fare. - Cosa
sta dicendo? Corrugo la fronte senza capire. O meglio capisco ma non
so se voglio.
-
Che stai dicendo? - Glielo chiedo titubante e lui sorridendo sicuro
di sé lo dice.
-
Ti stai innamorando. Sei stupendo per questo. Un capolavoro. - Non
capisco cosa ci sia di bello in uno che si innamora ma non è questo
il punto quanto...
-
Cosa dici, io innamorato?! - Ogni tanto cerca di insinuarlo ed io
rispondo sempre così, non so perchè ma lo devo rifiutare.
Lui
ride e si stende sistemandosi meglio sul fianco, chiude tutto ed il
buio ci avvolge per poi far sì che riusciamo a vederci lo stesso con
la penombra della terrazza.
-
E' una cosa bella. - Dice piano. Lui lo è.
-
Per chi ci riesce. Ed è ricambiato. - Forse è questo il fantomatico
punto. Lo sto dicendo per la prima volta e me ne rendo conto. Non è
che penso di non essere innamorato, di non poter amare o di non
essere capace. È che penso di non essere ricambiato.
-
Fate sesso telefonico, eri convinto di averlo nelle tue mani... -
Dice indulgente. Mi sento il suo fratellino ed in effetti è questo
che siamo, dopotutto.
-
Sì però poi mi hai dato quest'altra visuale. Quando mi tratta da
amico io ci sto male ma non riesco a mettere le distanze. Glielo
lascio fare e ne sono consapevole. Però non voglio che smetta di
chiamarmi. Mi piace quando si sfoga o quando è felice di qualcosa,
anche se non mi riguarda. - Perchè ho l'impressione che lui ora stia
vedendo molto più in là di me?
Mi
secca che io non ci riesco. Mi mordo il labbro.
Perchè
non riesco a vedere come lui?
-
Non pensarci troppo e vivitela come ti viene. Stai facendo la cosa
giusta. Finchè non sai rifiutarlo non lo devi fare. Se non deve
andare avanti, un giorno tutto si romperà. Fino a quel momento segui
te stesso. - Che consiglio saggio. Mi stupisce un sacco questa sua
enorme saggezza!
-
Wayne, hai mica bevuto? - Chiedo schietto non capendo come faccia.
Non mi ha mai detto cose simili!
Lui
ride.
-
Scemo! Ti salterei addosso se avessi bevuto! Lo sai che quando sono
ubriaco divento un maniaco! - Rido al ricordo. È vero. Quando beve
troppo e sono solo io nei paraggi ci prova ma lo soffoco e lo faccio
dormire.
Potrei
fare sesso come hobby con tutti ma non con lui, è troppo fratello,
per me.
E
poi ha il ragazzo, mi ucciderebbe se lo sapesse.
-
Grazie del consiglio. Lo ricorderò. - Fra me e me dico anche
'sempre'. Non so perchè. È quasi come che io me ne dovessi andare,
come se io non resterò per sempre qua in questo posto che considero
casa, con gente che mi adora. Con persone che sono la mia famiglia.
Perchè
dovrei volermene andare?
Nemmeno
per tutto l'oro del mondo. Non troverei mai niente del genere.
Qua
sono un Dio, sto andando alla grande anche come calciatore, ho vinto
un Pallone D'Oro e la Champions... Manchester è casa. Questi ragazzi
sono i miei fratelli. Ferguson è mio padre. Mi adora. Lo adoro. Mi
dà dei consigli preziosi che seguo sempre e con lui cresco
tantissimo. Non c'è nulla che mi potrebbe far andare via, quindi a
morte questa sensazione strana di me che me ne vado.
Anche
lui sta in silenzio e pensa a questo mio 'lo ricorderò' un po'
strano.
Non
diciamo più niente, stiamo in silenzio finchè non ci addormentiamo
ed io mi sogno con un'altra maglia che non è la mia del ManU. Non so
di quale squadra sia ma non è questa. Non la vedo per intero, non
distinguo nemmeno i colori. Non riesco a vedere un simbolo. Però so
che sono in un'altra perchè ho la 9, non la 7. Qua ho la 7 ed anche
in nazionale ho la 7. Non ho la 9. Perchè questa cosa strana?
È
un sonno molto disturbato e la sensazione non mi dà pace finchè al
mattino non mi sveglio e corrucciato fisso fuori dalla
porta-finestra. Arriccio le labbra facendo il broncio e cerco di
capire.
Non
ne vengo a capo.
Non
voglio andarmene.”
___________________
E'
vero che...
A
fine di questa stagione Cris va al Real Madrid ma in questo periodo
non era contemplato nei suoi progetti, non era ancora nemmeno una
possibilità, di conseguenza questo sogno premonitore non è un suo
desiderio per una probabile occasione, bensì una cosa del tutto
inspiegabile a livello razionale. Ho voluto farlo perchè a me capita
ogni tanto di sognare cose che poi succedono e so che anche ad altri
succede, sono solo dei dettagli specifici ma precisi, non cose
lunghe... così ho voluto arricchire la fic con una sorta di
predestinazione che io vedo tantissimo nel loro rapporto.
Cris
considera davvero Ferguson come un padre (il suo è morto proprio
mentre era al ManU) e Wayne come un fratello (il suo era in
disintossicazione in quel periodo).