CAPITOLO XXI:
CHI COMANDA

/kanye west - amazing/




Le sue chiamate arrivano sempre a sconvolgermi, in qualche modo.
Ma penso che sia perchè è lui che mi ha sconvolto. Mi ha sconvolto la vita col suo arrivo. Sto cambiando e lo percepisco ogni istante che vivo, anche se apparentemente resto sempre io.
Dentro. Dentro di me è tutto in subbuglio e mi basta leggere il suo nome sul telefono.
Mi giro verso Wayne che sta facendo cagnara e sospirando insofferente esco dalla camera e vado in terrazza. Sono solo e mi chiudo fuori.
Così rispondo, con la sera che mi circonda e la brezza fresca a cui posso resistere perchè ora come ora ho un caldo da matti.
- Ehi piccolo... - Sono io quello più piccolo ma mi viene spontaneo chiamarlo così. Di solito se mi chiama di sera così improvvisamente o ha qualche problema o ha bisogno di quel favore, per questo volevo essere tranquillo. Mi siedo nella sdraia che l'albergo ci da a disposizione nelle terrazze ampie che ogni camera ha.
- Scusa se... - La voce gli muore in gola, non ce la fa a dire altro e capisco che ha qualche problema. Odio che abbia problemi, non lo sopporto. Lui è una persona così felice, di solito. Quando ha dei problemi è un filo sottile che potrebbe spezzarsi subito.
Vorrei poter fare qualcosa per lui.
- Cosa succede? -
- Ti... - So anche cosa cerca di dire.
- Non mi disturbi. -
- No... - Si sforza. Cosa vuole dirmi?
- Ti ascolto... - Lo incoraggio cercando di essere dolce anche se mi rendo conto che di norma non sono molto bravo.
- E' davvero un problema se ci metto più tempo di quanto sarebbe giusto per ammettere una cosa che è evidente e forse già so, ma che mi spaventa moltissimo? - Ha una voce sottile sull'orlo del pianto e sta parlando confuso. Ovviamente non capisco niente ma lo assecondo.
- Sei tu che vivi la tua vita, gli altri si adattano a te. Non crearti problemi se ti serve più tempo. - Sospira, sembra che gli abbia dato la risposta che aspettava. Che gli serviva. - Cosa è successo? - Vorrei potergli dire 'tesoro' ma penso sia fuori discussione.
- Ecco... ho litigato ancora con Andriy. Lui dice che io devo ammetterlo ed io so che ha ragione, ho provato di nuovo ma al momento di farlo non ci riesco... - è mortificato. Non lo può mortificare così. Improvvisa ho la voglia di picchiare quell'ucraino del cazzo. Come osa sempre ridurmelo così?
- Lascialo perdere! A fine stagione torna a Londra e non ti rompe più! È troppo insistente! E poi se non ti va di andare con lui cosa diavolo vuole? Si deve arrendere! So che per un attaccante come lui è impensabile, ma arriva il momento di alzare bandiera bianca! Non sei suo! - Parto in quarta infervorato e lui non sa come fermarmi.
- No no... cioè in parte è come dici ma non proprio. Non è per me e lui... il problema è che io non ammetto quello che provo per te ed in ogni caso non capisco cosa centri con lui. Anche lui dice che non ha tempo, sta per scadere quello che si era prefissato... ma perchè, anche se ammetto cosa provo per te poi cosa cambia per lui? Forse è peggio! - Si sta sfogando e lo trovo delizioso ma d'altro canto capisco Andriy anche se non vorrei.
- Pensa che se ammetti i sentimenti per un altro ragazzo poi potrai ammettere anche quelli per lui. - Sospira, lo sento scuotere la testa e me lo immagino nella sua camera.
- Lo sa, gliel'ho già detto. Che per me lui è il mio tipo ma non colui che desidero. - è bello sentirglielo dire. Godo e mi fa tornare il sorriso.
- Non è facile arrendersi. - E' tutto lì. Lui sta solo realizzando che si deve arrendere.
Sono arrivato troppo presto. O lui troppo tardi, dipende.
In ogni caso le cose stanno così e basta.
- Lo immagino. Infatti cerco di dargli una mano come posso, però non so bene nemmeno come comportarmi. - penso di capire come fa. Sarà tenero e rispettoso come sempre.
- Come fai va bene. Deve fare lui la grande mossa. Quella di arrendersi davvero. - Ma quanto vorrei parlare di me. Solo dopo che parlo un po' di loro mi rendo conto che lo sto facendo e non è normale perchè in realtà sono egocentrico e fremo per sapere di cosa si tratta. Cosa prova. Cosa pensa. Cosa hanno detto di me.
- Grazie. Sei... sei ancora il solo che riesce a sgrovigliare certe cose e... ed io non so come fai. Ci siamo visiti così poche volte eppure sembra che siano così tante... perchè riesco a parlare solo con te di certe cose? Perchè solo tu mi calmi in certi casi? Perchè solo con te... solo con te riesco a fare... anche quello? - E' imbarazzatissimo, deve essere di mille colori e tenerissimo. Quanto vorrei vederlo ora. Soffro nel non vederlo.
Vorrei averlo qua davanti a me.
Come lo vorrei.
- Ci sono le persone giuste. Tutti ne hanno. Io forse sono la tua. - La metto giù semplice. La cosa comica è che io non credo a queste cose ma so che lui ci crede e penso sia una risposta che possa aiutarlo.
- Lo penso anche io. - Lo ammette. Questo lo può dire. Bisogna andare per piccoli microscopici passi con lui. Questo lo sto capendo.
Non ho fretta. Cioè io ne avrei ma se ce l'ho lo perdo e non voglio.
Sono a questo punto.
- Come siete arrivati a parlare di queste cose? - Non voglio saperlo davvero ma voglio che parli.
- Faccio una cosa con la lingua in certi periodi. È nato da questo. - Mi faccio attento.
- Cosa fai? - Curioso.
- Mi lecco le labbra. -
- Ti lecchi le labbra? -
- Sì... insomma. È venuto fuori che quando penso a te ed è un po' che non sfogo gli ormoni mi lecco le labbra ripetutamente come un tic, se invece gli ormoni sono a posto non lo faccio. - Rido.
- Ti deve aver guardato proprio bene per notare una cosa simile! -
Ride anche lui, rilassato.
- Sì... -
- E... ed ora lo stai facendo di nuovo? Te l'ha chiesto per questo? - Colpito e affondato.
Ormai lo sto conoscendo, ce la faccio. Anche se a volte resta un mistero.
- Sì... - E' poco più che un sibilo ed io sorrido come se me lo mangiassi, ho quell'espressione da scopata, me la definisco così. Mi viene naturale, non la controllo. Wayne dice che è la divorauomini. Mi fa ridere.
- E' da un po' che non lo facciamo... ne hai bisogno? - Sono abile con le parole. Potevo benissimo dire 'ti va'. Sarebbe stato meno traumatico ma se prima uso delle attenzioni, dopo non sono obbligato a farlo. E poi bisogna stuzzicarlo sessualmente, solo ogni tanto, solo un po'.
Così lo faccio.
Boccheggia.
- Ecco... -
Non lo faccio continuare. Scivolo subito con la mano sotto ai miei pantaloni di tuta, mi prendo subito l'erezione ed ecco che in un istante tutto cambia.
Chiudo gli occhi e abbandono la testa all'indietro sulla sdraia dove mi metto comodo.
Respiro a fondo e mi pregusto quello che sta per venire.
È come un piccolo angolo di paradiso, posso sognare di averlo.
- Mi sto toccando. - Dico. Lui sospira, lo sento muovere la mano sotto i vestiti, fruscii. Il mio piccolo angelo in caduta libera. - Mi sei mancato, Riky. Bentornato. - Non dice niente. In questi momenti non riesce mai a dire niente ma non mi serve. Faccio tutto io. - Ce l'hai in mano anche tu, vero? Tiralo tutto fuori per bene dai vestiti. Anche io lo sto facendo. Sono fuori in terrazza, sai? Non c'è nessuno. Siamo solo io e te. - Questa cosa lo eccita, lo so benissimo. Potrei essere visto. Sospira e traffica come gli dico di fare. - il mio è morbido come il tuo. È caldo. E non vedevo l'ora che me lo toccassi. Lo senti sotto le dita come cresce? Muovi la mano. La muovo anche io. Su e giù. Sto andando più veloce. Ed apri la bocca perchè ti sto infilando la mia lingua dentro, la senti? Ho trovato la tua. - Sospira più forte. Lo sta facendo. Impazzisco mentre lo immagino steso nel letto col suo cazzo in mano che se lo mena e la bocca aperta. Ce l'ho completamente nelle mie mani. Sono io la sua persona. Non Andriy. Mi dispiace per lui ma deve rassegnarsi. - La senti la mia mano come si muove? - Avvicino il telefono sul mio inguine e gli faccio sentire i movimenti. Poi torno a parlare. - Continuo a baciarti. Lo faccio anche sul viso. L'orecchio. Ti piace sull'orecchio? - Mugola. Bene. Ora ti faccio secco. Tengo il telefono contro la spalla per poter liberare le mani. Mi prendo i pantaloni e li abbasso del tutto. Wayne sa che quando esco col telefono non deve venire, per altri non sono visibile. - Togliti i pantaloni e resta nudo, tesoro. - Ok, mi è scappato il tesoro ma non se ne è accorto. Sta trafficando. Lo sta facendo. Quando sento che se li è tolto è la prima volta che lo facciamo così. Vorrei fargli mettere un cazzo finto dentro, porca puttana.
Userà le sue dita.
- Alza bene le gambe e metti il telefono contro la spalla. - sento che traffica in tal senso e dopo un po' riprendo. - Mi sono tolto tutto anche io, una mano è sul mio cazzo e l'altra è sotto. Accarezzati lì dove non ti tocchi mai. È un po' ruvido ma non impressionarti. Va tutto bene. Ora arriva la mia mano. Ecco la mia mano che ti tocca anche lì sotto mentre la lingua ti lecca il collo. Ti infilo l'indice in bocca e lo riempio di saliva. - Lo faccio e gli faccio sentire il rumore della lingua sul dito, anche lui fa altrettanto così riprendo sensualmente. - Ora scendo sul tuo piccolo buco stretto. Te lo tocco, te lo stuzzico e smetto di menarti il cazzo perchè con l'altra mano ti allargo bene. - Lo sta facendo, non glielo devo chiedere. Anche io lo faccio e lo sa. - adesso lo faccio. Adesso un movimento deciso e coraggioso ed entro. Non avere paura, è una sensazione fantastica. L'eccitazione sale da dentro. È piacevole. - E lo è davvero specie perchè lui mi ascolta e fa tutto. - Il mio dito è dentro di te, ora, e lo muovo avanti ed indietro, sempre più a fondo. Non ti fa male, è piacevole, così ti stuzzico con la punta e lo roteo un po' finchè non ci va anche l'altro dito. - E lo facciamo. Sospiro. È così dannatamente bello. - Amore io sto gemendo, mi piace come lo stai facendo, sei bravissimo. Ti piace? - Geme. Geme davvero, non si controlla. - Continua a muoverlo, più va in dentro e più ti piace. Quindi insisto ed insisto e lo muovo ancora. Ed il cazzo sta salendo da solo perchè ti eccita tantissimo. Anche il mio ormai è alto e dritto, sta su da solo. Lo guardi e ti fa diventare matto. Lo vorresti leccare ma io ti prendo la lingua e ti succhio. Giochiamo fuori dalle bocche senza unirci. - Continua a gemere senza ritegno. - Ti piacciono le mie dita dentro? -
- Mmm... - Oh sì, mugola ancora amore...
- Anche a me. - Gemo liberamente mentre muovo le mie dentro di me come mi piace. Il mio cazzo è davvero alto ora.
- Vorrei piegarmi fra le tue gambe e succhiartelo, leccarlo tutto fino in gola, fino in fondo. E poi te lo metterei dentro. Il mio cazzo tutto intero, dentro di te. Oh, Riky... tutto... lo vuoi? - Non si controlla più ovviamente, è al limite, un piccolo minuscolo spunto ed è fatta.
- Sì... - Lo dice. Sono io che sto per venire ora.
- Lo vuoi? Vuoi che ti scopi? -
- Sì scopami Cris, lo voglio sentire... ti prego... ti prego fallo. -
- Metti anche l'altro dito, allargati bene, usa più forza, sentiti aprire in modo sconvolgente. Fallo... fallo... - Ovviamente lo faccio anche io ed è divino. Non mi controllo più, gemo e godo liberamente mentre con l'altra mano torno sul mio cazzo a concludere il lavoro.
- Riky... Riky... più veloce... - Lo fa, lo sento muoversi e gemere come me.
- Cris... più dentro. - Infilo di più le dita.
- Sì.... ecco... ecco... così... così... - Strascichiamo insieme gemiti senza senso fino a che raggiungiamo l'orgasmo incapaci di trattenerci. Dio, sapessi quante idee ho ancora per farti godere a distanza, piccolo mio.
Ansimiamo, io sono venuto per terra e lui sarà venuto sul letto, starà guardando la sua macchia sconvolto. Respira a fatica.
- Piccolo... va tutto bene... pulisci e lasciati cullare dal sonno... starai bene per un po'... - E' come parlare di droga ma in un certo senso lo è ed io lo so quanto il sesso possa diventarlo.
Specie se è trasgressivo. Per me non lo è ma per lui lo è, quindi ad un certo punto diventa un pensiero fisso, un'ossessione vera e propria...
- Gra... grazie... - Non riesce a dire altro, è sicuramente sconvolto perchè siamo andati oltre i pompini immaginari. Non potevamo pensare ad altro di meglio.
Io per lo meno.
Cazzo che liberazione sensazionale.
Non mi scapperai. Ti avrò e quando facciamo queste cose ne sono dannatamente convinto. Assolutamente. Ti avrò.
- E' sempre un piacere. - Con questo gli do tregua e lo lascio crollare sfinito. Come lo sono anche io.
Dio, che roba... mai fatta così e di cose ne ho fatte molte, lo ammetto.

Quando rientro in camera Wayne ha smesso di fare casino e sta per addormentarsi. Mi fissa penetrante. In realtà mi squadra da capo a piedi come se dovesse denudarmi e sapendo che non ha mire in questo senso perchè ha già il ragazzo -e Dio solo sa come fa ad averlo ma me ne faccio una ragione-, mi chiedo cosa diavolo abbia.
- Beh? - Chiedo allora perchè continuo a non capire, sembra stia guardando un esemplare raro.
- Cris entri da fuori in mutande! - Sbotta allora incredulo.
- Così lo fai sembrare scandaloso! - Dico buttando i pantaloni corti che avevo in mano sulla sedia accanto al letto.
- Non è che è scandaloso... ma cosa diavolo hai fatto al telefono senza pantaloni in terrazza!? - Ma dai, non ci arriva?
Mi stendo sotto le lenzuola fresche ed intreccio le dita sotto la nuca, faccio la faccia più beata che esista e sospiro sereno e pacifico.
- Ero al telefono con Riky! - A questo punto Wayne si alza a sedere da steso che era, si protende verso di me e mi alza le lenzuola, io non mi muovo ma lo fisso senza capire.
- E perchè hai ancora i boxer? - la cosa bella è che è serio e convinto mentre spara puttanate.
Mi piace perchè non sta scherzando.
Io rido divertito e guardo in alto ricordando quello che ho appena fatto. Che spettacolo.
- Mi ha chiesto di scoparlo... - Ricordo ancora esattamente la sua voce, le sue parole... che goduria quando me l'ha detto in quel modo.
Wayne si mette a pancia in giù e mette una mano sotto al cuscino, comodo comodo mi fissa in attesa del resto che io ovviamente sono lieto di raccontare.
- Facciamo sesso telefonico ogni tanto. Masturbazione, in realtà. Però succede. - Glielo avevo detto, mi pare. I suoi occhi brillano di interesse mentre li guardo. - La prima volta una semplice sega. Stasera gli ho fatto togliere tutto. E me lo sono tolto anche io. L'ho portato alla follia, Wayne. Non sai cosa gli sto combinando! Non resisterà a lungo! - Sono estasiato dalla mia bravura seduttiva e si nota, Wayne ride per quanto sono esaltato da me stesso e seriamente convinto. Fra un ghigno e l'altro.
- E ti ha chiesto di scoparlo? - Sospiro sognante.
- Sì... ma era nel momento del gioco... è diverso dal chiederlo lucidamente. Era come ubriaco... però l'ha detto. Era preso, eccitato, gemeva e gli ho fatto mettere le dita dentro, gli dicevo tante di quelle porcherie che non ce la faceva più. Quando gli ho detto che volevo scoparlo lui è quasi venuto, allora gli ho chiesto se vuole che lo scopi e lui ha detto esattamente 'Sì scopami Cris, lo voglio sentire... ti prego... ti prego fallo.' - Mimo la sua voce angelica presa e violentata da me. È un sogno, non riesco a rifarlo uguale ma lui ridacchia perchè riesce a vederselo lo stesso.
- Però! - Esclama ammirato ed impressionato.
- Già... - Dico mordendomi il labbro soddisfatto. Sono così felice che posso toccare il cielo con un dito. Brillo davvero.
- Ce l'hai nelle tue mani, insomma... - Sospira e mi stringo nelle spalle piegando la testa mentre nicchio. Continuo a guardare in alto perchè me lo sto immaginando.
- Spero... finchè si tratta di tutto quel che riguarda il sesso comando io, lo gestisco a piacimento. E succede dopo un po' che non fa nulla, quando ha ormoni in subbuglio che lo rendono nervoso. Quando esagera e non riesce a stare bene con gli altri -è una cosa che non sopporta- mi cerca ed io lo comando come mi pare. Però al di là di questo... mi sembra come... beh, è diverso... è più un... -
- Lui chiama e tu corri? - Mi capisce troppo bene questo ragazzo. In un istante mi smonto, la felicità crolla perchè non mi sembra d'avere tutto sotto controllo, non penso di essere così vicino dall'arrivare al mio traguardo e non so nemmeno perchè. Nota il mio sgonfiamento repentino e continua. - Ti vedo quando ti chiama per qualche problema o perchè gli capita qualcosa di bello. Tu sei lì che pendi da lui e l'ascolti qualunque cosa ti dica. Anche se ti dice cose che magari ti feriscono in qualche modo. Quando dice che sei suo amico... però ci sei sempre, per qualunque cosa lui voglia, anche torturarti inconsapevolmente. Tu sai che sentirlo quando cerca solo un amico e non un amante è una tortura per te. In quei momenti è lui che comanda. Potrebbe dirti di fare qualunque cosa che la faresti. - Perchè mi sento un idiota mentre prima mi sentivo un Dio?
Wayne ha questa capacità di buttarmi sotto terra con le sue uscite. Perchè so che ha ragione. Mi faccio serio, quasi triste in un certo senso. Non mi sento più un vincitore come prima ed abbasso lo sguardo che non oso metterlo sul suo. Sento che mi guarda ed aspetta però non so cosa dire, non riesco...
- E' così penoso? - Chiedo alla fine sentendomi così. Lui mi tira il cellulare per far sì che lo guardi, glielo prendo di riflesso e glielo rilancio. Allora ci guardiamo e scuote la testa con una strana, stranissima espressione consapevole ed adulta. Non è mai adulto, l'ho sempre visto come un bambino idiota, per questo mi piace stare con lui.
- Non sei penoso. Sei bello! È bello vederti splendente un attimo prima e triste per lui un minuto dopo. Sono cose che nessuno ha mai visto su di te e nessuno è mai stato capace di farti fare. - Cosa sta dicendo? Corrugo la fronte senza capire. O meglio capisco ma non so se voglio.
- Che stai dicendo? - Glielo chiedo titubante e lui sorridendo sicuro di sé lo dice.
- Ti stai innamorando. Sei stupendo per questo. Un capolavoro. - Non capisco cosa ci sia di bello in uno che si innamora ma non è questo il punto quanto...
- Cosa dici, io innamorato?! - Ogni tanto cerca di insinuarlo ed io rispondo sempre così, non so perchè ma lo devo rifiutare.
Lui ride e si stende sistemandosi meglio sul fianco, chiude tutto ed il buio ci avvolge per poi far sì che riusciamo a vederci lo stesso con la penombra della terrazza.
- E' una cosa bella. - Dice piano. Lui lo è.
- Per chi ci riesce. Ed è ricambiato. - Forse è questo il fantomatico punto. Lo sto dicendo per la prima volta e me ne rendo conto. Non è che penso di non essere innamorato, di non poter amare o di non essere capace. È che penso di non essere ricambiato.
- Fate sesso telefonico, eri convinto di averlo nelle tue mani... - Dice indulgente. Mi sento il suo fratellino ed in effetti è questo che siamo, dopotutto.
- Sì però poi mi hai dato quest'altra visuale. Quando mi tratta da amico io ci sto male ma non riesco a mettere le distanze. Glielo lascio fare e ne sono consapevole. Però non voglio che smetta di chiamarmi. Mi piace quando si sfoga o quando è felice di qualcosa, anche se non mi riguarda. - Perchè ho l'impressione che lui ora stia vedendo molto più in là di me?
Mi secca che io non ci riesco. Mi mordo il labbro.
Perchè non riesco a vedere come lui?
- Non pensarci troppo e vivitela come ti viene. Stai facendo la cosa giusta. Finchè non sai rifiutarlo non lo devi fare. Se non deve andare avanti, un giorno tutto si romperà. Fino a quel momento segui te stesso. - Che consiglio saggio. Mi stupisce un sacco questa sua enorme saggezza!
- Wayne, hai mica bevuto? - Chiedo schietto non capendo come faccia. Non mi ha mai detto cose simili!
Lui ride.
- Scemo! Ti salterei addosso se avessi bevuto! Lo sai che quando sono ubriaco divento un maniaco! - Rido al ricordo. È vero. Quando beve troppo e sono solo io nei paraggi ci prova ma lo soffoco e lo faccio dormire.
Potrei fare sesso come hobby con tutti ma non con lui, è troppo fratello, per me.
E poi ha il ragazzo, mi ucciderebbe se lo sapesse.
- Grazie del consiglio. Lo ricorderò. - Fra me e me dico anche 'sempre'. Non so perchè. È quasi come che io me ne dovessi andare, come se io non resterò per sempre qua in questo posto che considero casa, con gente che mi adora. Con persone che sono la mia famiglia.
Perchè dovrei volermene andare?
Nemmeno per tutto l'oro del mondo. Non troverei mai niente del genere.
Qua sono un Dio, sto andando alla grande anche come calciatore, ho vinto un Pallone D'Oro e la Champions... Manchester è casa. Questi ragazzi sono i miei fratelli. Ferguson è mio padre. Mi adora. Lo adoro. Mi dà dei consigli preziosi che seguo sempre e con lui cresco tantissimo. Non c'è nulla che mi potrebbe far andare via, quindi a morte questa sensazione strana di me che me ne vado.
Anche lui sta in silenzio e pensa a questo mio 'lo ricorderò' un po' strano.
Non diciamo più niente, stiamo in silenzio finchè non ci addormentiamo ed io mi sogno con un'altra maglia che non è la mia del ManU. Non so di quale squadra sia ma non è questa. Non la vedo per intero, non distinguo nemmeno i colori. Non riesco a vedere un simbolo. Però so che sono in un'altra perchè ho la 9, non la 7. Qua ho la 7 ed anche in nazionale ho la 7. Non ho la 9. Perchè questa cosa strana?
È un sonno molto disturbato e la sensazione non mi dà pace finchè al mattino non mi sveglio e corrucciato fisso fuori dalla porta-finestra. Arriccio le labbra facendo il broncio e cerco di capire.
Non ne vengo a capo.
Non voglio andarmene.”

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E' vero che...
A fine di questa stagione Cris va al Real Madrid ma in questo periodo non era contemplato nei suoi progetti, non era ancora nemmeno una possibilità, di conseguenza questo sogno premonitore non è un suo desiderio per una probabile occasione, bensì una cosa del tutto inspiegabile a livello razionale. Ho voluto farlo perchè a me capita ogni tanto di sognare cose che poi succedono e so che anche ad altri succede, sono solo dei dettagli specifici ma precisi, non cose lunghe... così ho voluto arricchire la fic con una sorta di predestinazione che io vedo tantissimo nel loro rapporto.
Cris considera davvero Ferguson come un padre (il suo è morto proprio mentre era al ManU) e Wayne come un fratello (il suo era in disintossicazione in quel periodo).