CAPITOLO
XXV:
FINE
DELLA CORSA
“Si
può correre quanto si vuole, alla fine, prima o poi, cadi.
Ti
fai dei piani, pensi siano perfetti e pensi che anche se ci sono
delle sorprese saprai affrontarle. Agisci per il meglio, fai una
specie di bilancio e pesi un po' di cose che vuoi, ne scegli una e
dai tutto per quello. Ci provi. Fai di tutto.
Ma
poi, alla fine, se non è quello che il destino vuole non puoi farci
niente.
Io
ero destinato a diventare uno dei più forti calciatori del mondo e
vincere una Champions ma non certo due. E di certo non ero destinato
ad avere l'amore.
Penso
che dopotutto se l'avessi lasciato prima, forse per la finale sarei
stato più concentrato.
O
forse la pressione mi avrebbe ucciso lo stesso.
Il
mister ha detto che sono giovane e che avrò tempo di lavorare sulla
mia emotività, che prima o poi riuscirò a scendere in campo nelle
partite importanti dove tutti hanno gli occhi puntati su di me e
fregarmene. Giocare bene, come so fare.
Un
giorno.
Ho
pianto aggrappato al suo collo, come un bambino, come suo figlio.
Inconsolabile
perchè era l'unica, l'unica cosa che poteva essere bella e perfetta
della mia vita.
Il
calcio, vincere.
Ho
detto che la mia vita sentimentale era un disastro ma che almeno
avevo il calcio.
Ed
ora ho perso la partita più importante della mia vita.
Roma
mi resterà sullo stomaco per sempre.
Perchè
ho lasciato Riky capendo che mi sarei fatto solo del male e che mi
stavo riducendo al ridicolo, mi sono concentrato solo sul calcio ed
il paradosso è stato che non riuscivo più a farlo. Non come volevo.
Sempre
distratto, sempre assente.
Ed
il risultato, stasera, nella finale contro il Barcellona, s'è visto.
Io che non ho fatto un cazzo.
Il
dolore che si può provare quando punti tutto, tutto, tutto su una
cosa, una sola. E poi fallisci proprio lì.
Chissà,
magari se avessi 'tenuto' Riky sarei stato stranamente sereno. Lui
riusciva a calmarmi, anche se non gli ho mai chiesto niente.
Non
lo so, non riesco a smettere di piangere perchè mi brucia.
Dio,
quanto ci speravo.
È
normale sperarci tanto?
Ed
è andata, finita, morta, defunta.
Non
ce l'ho fatta, non ci sono riuscito.
Me
lo ripeto aspettando che faccia meno male ma non è così. Non farà
mai meno male.
E
voglio solo pensare ad altro. Non voglio pensare a questo. Non ci
voglio più pensare.
Lo
voglio cancellare, cancellare per sempre.
Voglio
cancellarlo.
Come
posso spazzare via tutto come un uragano?
C'è
gente che vuole salutarmi e farmi i complimenti lo stesso, io evito
tutti e dico ai miei compagni di occuparsene loro, io non ci posso
riuscire, non ce la posso fare. Sto male, sto troppo male per essere
quello che tutti si aspettano. Io voglio solo piangere e cancellare.
Per
questo quando il mio amico mi propone un po' di sesso di consolazione
con certa gente accetto senza pensarci due volte.
È
da mesi che non ne faccio. Sesso occasionale sì ma di questo tipo
no.
Alzo
le spalle e ci vado.
Forse
sarà la sola cosa in grado di scaricarmi e mandare via ogni cosa.
Voglio
solo questo.
Il
freddo lotta col bruciore che sento dentro. Sono freddo fuori e
bollente dentro, rabbioso, folle.
Non
riesco a scaldarmi fuori e a calmarmi dentro, entro ed esco da corpi
che non mi trasmettono niente e sono tutte azioni vuote e prive di
senso, ormai.
Faccio
ed aumento nella speranza di sentire qualcosa ma il mio cazzo cresce
però non è abbastanza, cambio buco ma resta tutto uguale. Lavorano
di bocca in due, non mi viene nulla, mi occupo del cazzo del mio
amico, non mi cambia nulla.
Non
ho voglia, non ho voglia proprio di niente.
Alla
fine rabbioso e svogliato scendo dal letto e mi scrollo tutti e tre
di dosso, mi guardano allibiti e mi chiedono cos'abbia, io scuoto la
testa e li mando a quel paese.
-
Non ho voglia, ecco cosa! - Mi rivesto senza nemmeno lavarmi, ho il
loro odore addosso ma non me ne frega.
Esco
di qua e cerco di mascherarmi per non essere riconosciuto.
Ho
bisogno di aria.
Ho
bisogno di qualcosa che mi dia pace in qualche modo.
Non
funziona più niente.
Ho
pianto e non ha funzionato, ho scopato con tre persone e non ha
funzionato.
Cosa
devo fare?
Il
nervoso esce, mi sento matto, fuori di me completamente, frenetico,
stufo.
Perchè
doveva andare così?
Cammino
per le strade di Roma dove mi sono fermato, la città è bella, è
una delle più belle, specie di notte.
Cerco
strade deserte ma al tempo stesso vengo attratto da posti che possano
togliere il fiato.
Ed
è così che attraverso uno dei ponti che ci sono. Non ho idea di
dove sia ma so tornare in albergo.
C'è
un momento di solitudine qua dove sono e resto con l'aria di fine
primavera che mi rinfresca il viso e mi fa un po' respirare. Un po'.
Però
sono così stretto dentro che vorrei buttarmi in questo splendido
fiume ed annegare.
Non
doveva andare così e non so nemmeno cosa sia di preciso che mi fa
tanto stare male.
Ho
perso una finale importantissima, forse basta.
Guardo
il telefono.
Sono
così vicino a Riky.
Forse
è stato questo a farmi giocare tanto male.
Pensavo
di essere a portata di mano sua, che se voleva poteva venire allo
stadio e che forse c'era... lo sento mentre respiro, è il suo Stato.
Perchè
ci penso ancora?
Come
faccio a non pensarci?
Forse
perchè quando si sta male si vuole solo chi conta tanto per te e per
me lui conta tantissimo.
Così
tanto, nonostante tutto... e come? Come ha fatto a contare tanto?
Vedendolo così poche volte. Tre? Quattro? Sentendoci per telefono
così spesso... come si fa?
Per
me è solo un'illusione.
Guardo
la rubrica. Come vorrei scrivergli e dirgli di venire da me che lo
aspetto. Come vorrei.
Ma
non lo faccio perchè sarebbe sbagliato.
Ed
è esattamente mentre ci penso che è lui che mi chiama.
Dio,
mi sta chiamando. Il cuore comincia ad andare a mille allora, mi
raggelo e lo stomaco si contorce tutto, mi pare che vomiterò.
Che
cosa diavolo succede?
La
mano mi trema stupidamente mentre rispondo perchè non posso certo
non farlo.
-
Riky? - Chiedo incerto con un filo di voce.
-
Dove sei? - Poteva salutarmi. Non ci sentiamo da un mese e non ci
siamo lasciati molto bene.
-
E che ne so! Mica è la mia città! Sono su un ponte! - Sospira.
-
Dammi un punto di riferimento, sai quanti ponti ci sono a Roma? -
Sospiro,
ma perchè non mi dice cosa vuole da me? Dove sono! Mi deve far
indovinare?
Gli
dico il nome del mio albergo e lui capisce in quale devo essere.
-
Ok, aspettami lì... - Sgrano gli occhi. No, non sono preparato anche
a questo.
Perchè
mi deve torturare?
Io
davvero non so cosa diavolo abbia il destino contro di me.
Ma
forse mi dà una mano perchè avevo chiesto di poter abbandonarmi
alla persona che più contava e lui mi chiama.
È
magica Roma?
Non
lo so... però forse la rivaluto. Forse...
Mi
appoggio coi gomiti al muretto e nascondo il viso fra le braccia.
Sono
tutti spariti, è davvero molto tardi e la notte sta giungendo quasi
al suo termine.
È
bello eppure penso che il mio cuore questa volta non reggerà.
Perchè
lo sta facendo?
Io
non volevo, non volevo più vederlo e sentirlo e lui viene.
Cosa
pensa di fare?
Mi
farà male, mi torturerà, sarà terribile.
E
non so quanto tempo passi ma la sua voce è così leggera che penso
sia un sogno, forse l'ho immaginata.
-
Cris? - Chiama insicuro. Alzo la testa, spalanco gli occhi ed ho il
terrore più assurdo che abbia mai provato.
Mi
volto molto lentamente come fossi al rallentatore, è tutto sospeso
in me, il respiro, il cuore, la testa. Non so cosa pensare, non so
come mi sento.
Ma
non ho più dubbi appena lo vedo perchè è davvero qua sorridente
col suo cappellino in testa uguale al mio.
Tutto
mi viene a mancare, in questo momento. Ho solo un'azione e la faccio
come se non potessi far altro, come se non ci fosse più scelta.
Mi
butto addosso e mi appendo al suo collo nascondendo il viso e
l'emozione è così alta che torno a piangere ma non so se piango per
la partita fallita o perchè lo sto rivedendo dopo... un inferno
passato a pensarlo.
Quanto
male sono stato pensando di non potermi essere innamorato per la
prima volta in vita mia dell'unica persona che non potevo avere.
Convinto
che non l'avrei più rivisto.
Ed
ora gli sono davanti proprio la sera più terribile della mia vita.
E
mi circonda, mi sostiene, mi abbraccia, mi carezza la schiena ed io
stringo così tanto che gli tolgo il fiato per metterlo nei miei
polmoni.
Sono
sconvolto dal modo in cui mi sento. Non pensavo che mi sarei sentito
così, non sapevo cosa aspettarmi. Male. Non certo una cosa simile.
-
Mi dispiace tanto, Cris... - Dice piano contro il mio orecchio, i
brividi che mi percorrono mi riattivano, così mi separo con fatica
da lui, mi asciugo le lacrime veloce vergognandomene e lo guardo da
vicino.
Il
mondo sta andando, intorno a me, e forse potrebbe pure esplodere una
bomba che non me ne accorgerei assolutamente.
Non
percepisco più niente che non sia lui, il suo sguardo, la sua pelle,
il suo corpo, le sue mani, il suo sorriso incerto ed imbarazzato.
Vorrei
baciarlo, vorrei morire fra le sue braccia però mi sento stupido e
scoperto e prova a correggere il tiro.
-
E' meglio che andiamo da qualche parte, non è saggio stare
all'aperto. - Dice riattivandosi per primo.
Non
diciamo niente, non aggiungo nulla. Mi sciolgo, smetto di toccarlo e
lui mi conduce per la stessa strada che ho fatto prima. Lo stesso
albergo.
Lo
trattengo per il braccio e lo faccio aspettare fuori, entro per
primo, chiedo una camera e gli allungo dei soldi per andare un
momento a bersi un caffè.
Quando
Riky entra nessuno lo vede e lui mi guarda grato della premura che ha
avuto.
Silenziosi
andiamo in camera e non so veramente cosa succederà, non è saggio
stare in camera insieme dopo una notte simile, per me.
Però
siamo qua e non lo lascerò andare via visto che è venuto e mi ha
cercato.
Ne
ho bisogno, ne ho un disperato bisogno e non me ne fotte un cazzo se
non è la cosa giusta e se sbagliamo. Fanculo, cazzo. Fanculo
davvero.
Mi
faccio del male, poi non lo vedrò più e chi se ne fotte? Il
campionato è finito, ho l'estate per leccarmi le ferite.
Per
stavolta vedrò solo dei miei maledetti capricci perchè sto male e
ne ho bisogno.
Lui
è così strano, non riesco a capire cosa voglia e cosa pensi e cosa
si aspetta, però non rifiuta nulla, mi asseconda e penso che forse
potrei anche baciarlo senza dire niente.
Quanto
l'ho desiderato.
Ma
è strano quanto io non sappia cosa fare.
-
Non volevo vederti. Non volevo nemmeno venire allo stadio, ma siccome
ti ho difeso tanto durante l'anno, i miei amici hanno pensato di
farmi una piacevole sorpresa portandomi qua. Non potevo dire che non
era una buona idea. Hanno provato a farmi incontrare ma hanno detto
che tu non volevi vedere nessuno. Così delusi se ne sono andati, un
paio hanno detto che sei quello che pensavano, altri hanno detto che
nessuno avrebbe voglia di vedere gente in questo stato. Io non ho
detto niente. Sai... non capivo se ne ero sollevato o deluso. - Parla
di tutto quello che ha pensato ossessivamente in queste ore. Io lo
guardo e lui guarda me, siamo in piedi, io appoggiato al balcone
della finestra, lui alla porta. La luce è accesa e ci illumina, ci
mostra tutte le nostre emozioni e sono molte. Anche per lui.
È
tutto così strano fra noi.
-
Perchè allora mi hai cercato? -
Scuote
il capo ma non riesce a togliermi gli occhi di dosso.
È
così serio.
-
Ho agito d'istinto. Quando loro sono andati in albergo io sono uscito
e ti ho chiamato. Sapevo che dovevi essere ancora qua. Onestamente
pensavo di trovarti in compagnia... - Allude al sesso. Beh, mi
conosce.
-
Ci ho provato ma non riuscivo a concentrarmi... - Stupito sta in
silenzio. Non sa più cosa dire?
Segue
un impulso, mi chiama, ci vediamo ed ora? Ora che ci siamo cosa
dovremmo fare?
Non
farò niente se lui non mi darà un solo cenno perchè potrei anche
violentarlo, nello stato in cui sono, ma poi non voglio pentirmene.
Un
barlume di me rimane lucido ed aspetto. Non gli rendo la vita facile
perchè non mi muovo, però non ce la faccio più a stare fermo così
e fissarlo.
-
Stai tanto male? -
-
Avevo puntato tutto su questo. Ho detto 'fanculo tutto, ho il calcio
e sarà fantastico!' io non so perchè cazzo ci credevo tanto, forse
ci ho creduto troppo ed è andata male per questo. È stupido stare
tanto male per una finale persa? - La voce mi trema e smetto di
parlare, alzo gli occhi per fermare le lacrime che premono, vorrei
solo un po' di consolazione ma lui se ne sta là terrorizzato ed io
non so cosa sia venuto a fare, alla fine.
-
Io so come ci si sente a perdere una finale importante. Brucia. È
orribile. Fa davvero male ma è una cosa che può capire solo chi ci
passa, solo chi gioca. Perchè arrivi lì e ci speri davvero ed alla
fine tutto sfuma. Non sai come riempire il vuoto. - Parla sapendo
perfettamente cosa dice ma non è solo questo. No, c'è dell'altro e
stizzito perchè non lo capisce scrollo le spalle e stringo
convulsamente il bordo della finestra a cui sono appoggiato, poi mi
asciugo una maledetta lacrima traditrice e risentito parlo concitato,
agitato, attaccando nemmeno io so cosa, chi e come.
-
Non è solo questo! È un insieme di cose! Ho passato un periodo così
di merda che mi sono detto che questo, almeno questo, mi sarebbe
andato bene. Puntavo a questo per risollevarmi ed invece mi è
crollato il mondo addosso... -
Riky
capisce, lo vedo nei suoi occhi ed ha il coraggio di chiedermelo con
un filo di voce.
-
E' anche colpa mia? - Non è così egocentrico da pensare che tutti i
problemi di una persona dipendano solo da lui, ma sa che parte lo
sono.
Mi
esce spontaneo e sbotto:
-
Certo Riky! Mi sono innamorato, Dio Santo! E della persona sbagliata!
È la prima volta che mi succede ed era quella sbagliata! Appena l'ho
capito ho agito per il mio meglio ma non è servito ad evitarmi il
male ed ora è crollato tutto... tutto! - mi stacco di scatto dalla
finestra e mi giro tendendo ogni muscolo, stringo i pugni ed
esasperato come un'anima in pena mi prendo il viso fra le mani, me lo
strofino, mi passo poi le mani sui capelli e butto il cappellino via
stizzito. Sono così nervoso che vorrei prendere a calci qualcosa.
Ma
è proprio qua, quando sto per esplodere, quando sono su quel
maledettissimo punto di merda, al mio capolinea completo.
La
luce si spegne, è l'interruttore che scatta. È lui che la chiude.
Un
soffio, un respiro trattenuto.
E
lui è dietro di me che mi stringe. Le sue mani scivolano sui miei
fianchi e risalgono per avanti, sul petto. E si appoggia alla mia
schiena, la bocca sul mio collo, dietro, sotto la nuca.
E
mi bacia su questo punto sensibile.
Oh
Dio, sono finito.
Sono
sconfitto.
Sono
veramente finito.
Non
ce la farò, da qui in poi.
Le
lacrime sgorgano libere perchè Dio lo sa, non c'è niente nella mia
vita di ora che io volessi più di questo.
Solo
le sue braccia, niente altro. Nemmeno il suo corpo, nemmeno entrare e
morirci. Volevo solo che mi abbracciasse.
Solo
questo.
E
lo sta facendo.
Non
ho più bisogno di niente altro. La pace cercata con tanta
disperazione è arrivata.”
___________________
E'
vero che...
Il
Man U nel 2009 ha perso la finale di CL contro il Barça. Cristiano
ha fatto una pessima finale. Si disputava a Roma. Pare sia stato
visto, quella notte, entrare in un albergo con un suo amico
dichiaratamente gay e con altre due donne. Ora la logica suggerisce
che essendo uno dichiaratamente gay e l'altro evidentemente gay
(Cris), quelle due penso fossero trans. E' comunque una notizia
risaputa che lui in passato fosse stato visto anche con questo genere
di persone, oltre che con altri gay. Non è uno che si fa problemi o
fissato con un solo genere, è molto aperto in quel senso. Non sono
cose inventate da me.
Avevo
usato questa cosa dell'amico e delle due trans già in passato ma la
notizia reale si riferiva proprio alla finale persa di CL a Roma.
Naturalmente
io con abilità ho saputo rigirare il tutto a favore della coppia più
bella del mondo...