CAPITOLO XXVIII:
NOTTE DI VERITA'

Le mie vacanze non sono nemmeno cominciate, in realtà.
Carol sta organizzando ma io non faccio che dirle di aspettare che tutto può succedere, di stare attenta.
Lei mi tranquillizza, mi vede teso come una corda di violino ma so, me lo sento. Me lo sento che non posso stare tranquillo.
Fra me e Cristiano io sono il colpo di mercato più alla portata, costo di meno rispetto a lui. Sicuramente punta a me Perez. Cioè punta a me e lo so, sta facendo un sacco di offerte, ma voglio dire fra me e Cristiano si fisserà su di me finchè non avrà convinto il presidente.
Non ci posso pensare però non faccio che avere quello in testa.
Quando sono tornato da Roma ero come in pace, era strano perchè in realtà ho tradito veramente mia moglie. Ho baciato tutta la notte un altro uomo.
Però mi sentivo finalmente allineato con l'universo.
Poi l'ho rivista e mi son tornati i sensi di colpa, ma ho voluto scrivere a Cris ripetutamente che nonostante il caos, quella notte era stata fantastica.
Ho cercato di non chiamarlo anche se avrei voluto, avevo paura mi sarebbe scappato quanto male sto di nuovo perchè vorrei rivederlo, ma mi sento pessimo. Pensavo che l'avrei ferito.
Lui ci tiene a me.
Così ho soppresso un po' questa cosa, l'ho diciamo congelata in me stesso ripetendomi che una volta che mi sarei assicurato di rimanere in squadra e che me ne sarei andato in vacanza, mi sarei potuto concentrare su me stesso.
Nel frattempo non ho fatto che pregare Dio di perdonarmi anche se mi rendo conto dell'assurdità. Come posso chiedergli di perdonarmi per un tradimento?
Erano dei baci sentiti e baciarsi senza fare sesso significa proprio perdersi seriamente per qualcuno, non lo posso ignorare.
Però i giorni successivi a tutte queste considerazioni mi hanno obbligato a mettere tutto da parte per il calcio.
Cosa sta succedendo?
Poi Cris mi dice che anche lui ha delle proposte dal Real.
Ok, ci diciamo; sicuramente non puntano ad entrambi.
Il fatto è che comunque ad uno dei due punteranno e a parte che nessuno di noi vuole lasciare la propria squadra... ma... uno dei due necessariamente andrà, ormai so come vanno queste cose. Uno di noi due il prossimo anno sarà del Real. E ci sarà da solo.
Beh, anche ora siamo separati, però l'idea seppure breve di dover essere strappato a forza da casa mia per essere messo in un'altra città, mi aveva dato tregua quando avevo appreso l'eventualità di andarci con lui.
Non sarebbe bastato a farmi dire sì. Specie perchè razionalmente sarebbe un disastro andare in squadra con lui ora che sono così confuso. Sto cercando di mettermi in carreggiata e capire cosa voglio, cosa provo e cosa fare... quindi insomma, ora come ora rivederlo sarebbe davvero sbagliato.
Però al tempo stesso... se proprio deve... se non c'è scelta, se io devo veramente per forza andarmene là... allora spero che sia con lui.
È l'unica cosa che posso chiedere a questo punto.
Però quanto sto pregando che non me ne vada da qua?
Io amo questo posto, questa squadra, questi amici.
Li amo troppo.
L'agitazione sale di ora in ora mentre Carol mi chiede per quando deve fare i biglietti ed io non ne ho proprio idea. Sento che non è il caso, lo sento.
È pazzesco.
- No è che c'è il mercato e voglio prima essere sicuro di una cosa... - Lei mi ripete di non pensarci perchè è inutile visto che sarà la volontà del Signore. La mando avanti in Brasile senza di me, le dico che la raggiungo.
Io so che è così come dice lei, ma non posso fare a meno di pensarci.

È l'8 giugno e non penso sia un giorno che dimenticherò perchè è oggi che ricevo la telefonata di Galliani di recarmi in sede per un colloquio importante.
So che mi cambierà.
So che ci siamo.
Io aspettavo questa convocazione.
Lo sapevo che sarebbe successo. Hanno deciso anche se io li ho pregati di non mandarmi via.
Lo sapevo.
Il cuore comincia ad andare come un matto mentre lo stomaco si contorce in una stretta atroce, sto per vomitare ma non ho mangiato niente oggi quindi spero di resistere.
Tremo come una foglia.
Ci vado con mio padre che mi fa da agente, gli dico che non voglio andare via e lui mi dice che in certi casi nessuno può fare niente.
Gli chiedo quanto abbia insistito e lui ha detto che non è ancora deciso nulla di definitivo e che lui è stato molto categorico lottando per la mia volontà, ma che li ha visti davvero propensi.
Non mi assicura.
Bene, ma io ormai lo so.
Andando scrivo un sms a Cris.
'Mi hanno convocato. Sento che ci siamo. Ho paura.'
Lui mi scrive subito.
'Se ti obbligano a firmare me lo devi dire immediatamente. Io sono col mio agente.'
Non capisco cosa voglia significare.
'Stanno parlando di me con i delegati del Real.'
Non riesco a ragionare. Non ci riesco proprio.
'O tu o io. È impossibile che ci prendano entrambi.'
'Lo so però tu dimmelo.'
Non capisco proprio cosa intenda, se sia per tranquillizzare sé stesso circa il suo destino o per cosa.
Alla fine arriviamo in via Turati e lascio stare il telefono. Salgo.
Penso che questo momento non lo scorderò mai, mai.
E che dopotutto non saprò mai se odiarlo o cosa. Però di certo non lo scorderò mai.
Finchè vivrò tutto questo sarà impresso nella mia mente in un marchio a fuoco. Anche se ora ho un buco nero nella mente ed il nero mi avvolge.
Dal momento in cui entro a quello in cui esco non ho ricordi immediati, solo tempo dopo li recupererò e non li scorderò più.
Ma da che varco la soglia a che la torno a passare, è tutto resettato.
Però esco e sono così shockato che mentre mio padre resta a vedere dei dettagli, io prendo la macchina e guido.
Vado a casa, non riesco a ricordarmi cosa dovessi fare una volta uscito da quella riunione.
Qualcuno mi aveva detto di fare qualcosa di preciso ma di cosa si trattava?
Non riesco proprio a...
Casa mia è vuota come lo sono io, in questo momento penso che dovrei reagire in qualche modo, esplodere, piangere o gridare. Chiamare qualcuno. Dirlo.
Però non ci riesco. Non mi viene da fare niente.
Sono congelato per lo shock.
Così cammino per casa perchè una cosa effettivamente mi sta succedendo.
Sto tremando come se avessi la febbre. Ho i brividi dentro e non riesco a fermarli.
Dio mio, ho così freddo.
Ho le mani gelide, la pelle atrofizzata e le ossa mi danno freddo.
Sto male.
Qualcosa mi sta succedendo.
Quanto cammino per casa senza meta?
Senza fare niente?
Finchè il campanello suona.
Apro senza nemmeno rendermene conto ed è solo col viso funereo di Andriy che mi riprendo un po'.
Forse.
- Cosa... - Cerco di dire cosa ci faccia qua ma non ci riesco, lui nota subito che ho qualcosa che non va e contrae il volto, si preoccupa.
- Tutto bene? -
Respiro. Ci riesco ancora.
- No. Cosa c'è? -
Scuote il capo rispondendo. È sempre funereo, comunque.
- Sono passato a salutarti, stasera torno a Londra dalla mia famiglia, poi vedrò cosa farò dopo. - piego la testa senza capire, lo fisso stralunato. - Me ne vado, Riky. L'anno è scaduto e non è andato come pensavo. Quindi, come deciso, torno indietro. Penso che tornerò davvero completamente indietro. - Trattengo il fiato.
Anche lui se ne va.
Anche lui è sconfitto.
Anche lui, proprio come me, stanotte raccoglierà le sue ultime cose per andarsene via per sempre da questo posto che per lui ha significato tanto. Ci sperava.
Questo mi permette di dirlo e lui è la prima persona che lo sente dalle mie labbra.
È come estirparsi un polmone.
- Mi hanno fatto firmare. Da stanotte sono un giocatore del Real Madrid. - Andriy spalanca gli occhi sconcertato, impallidisce e pensa che io sia matto. Sicuramente lo pensa. O forse che gli altri lo siano.
Io non so più cosa fare, ora.
L'ho detto e mi sembra blasfemia.
Andriy entra e si chiude la porta, muovo qualche passo indietro ma non smetto di fissarlo, anche lui lo fa. È sconvolto.
- Cosa dici? Non possono averlo fatto. Come hanno potuto? -
A questo punto l'amarezza sale, parlare è come togliere un tappo e di cose ne usciranno. Oh, se ne usciranno.
Tutte quelle che ho schiacciato per bene dentro.
Ci sarà solo una notte in cui io sarò l'autentico me stesso con tutti quegli atteggiamenti sbagliati che reprimo perchè so che non vanno bene.
E ci sarà solo una persona al mondo che mi vedrà.
Ce l'ho davanti.
Non conta che sia lui, poteva essere anche uno sconosciuto.
È che lui è qua e penso che stia male anche lui per i fatti suoi. Quindi ci possiamo subire a vicenda.
- Per 67 milioni hanno potuto. Perchè loro sono in rosso, la cassa batte e non c'è scelta. Arriva un momento in cui bisogna dimostrare il proprio vero amore alla squadra e fare il vero meglio per lei. Se io amo davvero questa squadra l'aiuterò a non affondare. Purtroppo non ci sono soldi e non vinciamo da troppo tempo qualcosa che ci dia dei rientri. Stiamo andando sempre più a fondo e questi soldi sono un dono del cielo. Qualcuno deve pensare al vero bene della squadra, no? Così siccome io sono tanto buono e capisco sempre tutto e tutti, siccome io non faccio casino e non mi oppongo, siccome io anche se dico no non è un no categorico perchè non posso ferire nessuno, siccome io sono io. Sono lo stupido di turno. Mi posso sacrificare. E mi spediscono a Madrid. E sai una cosa? Ho un rifiuto in questo momento. Se per miracolo ci ripensavano, dopo il discorso subdolo ed ipocrita che quelli mi hanno fatto, non ci vorrei più restare. Gli ho detto che era la mia casa, la mia famiglia, che io voglio restare qua, non voglio andarmene e loro hanno detto che avevano comunque già deciso e mancava solo la mia firma. Ho chiesto se possono obbligarmi e loro hanno detto che la posso rendere facile o difficile, ma tanto io andrò.
Ed è per il bene di tutti, io devo capire, sai? Devo capire che non conto niente se non per 67 milioni! -
Siccome parlo a macchinetta senza fermarmi, Andriy mi guarda sconvolto perchè sto tirando i muscoli e sto parlando veloce, sempre più concitato, denti stretti, quasi ruggissi.
È come strapparmi i capelli uno per uno.
È sconvolto da questa mia reazione e non riesce a fare niente, è paralizzato.
Perchè io non parlo mai in questo modo, io non dico mai niente di male su nessuno ma soprattutto io non ho mai questo tono accusatorio e amaro.
Mi fermo un attimo e scuoto la testa sconfitto mentre la rabbia è tale da travolgermi come un fiume in piena.
Non mi sono mai sentito così, mai.
Deluso, pugnalato, usato, calpestato, umiliato.
- E sai cosa capisco? - Dico alla fine basso e teso. Col resto urlo e la rabbia esce totale come un vulcano. - CAPISCO CHE SONO SOLO DEI MERCENARI! ECCO COSA CAPISCO! E CHE MI HANNO VENDUTO IN UN MODO COSI' SPORCO CHE MI FANNO VOMITARE! LI ODIO! - ripeto impazzito che li odio e li odio e li odio e mi prendo il viso fra le mani, stringo i capelli, tiro e voglio sbattere la testa.
Ho una crisi di nervi vera e proprio, tremo dentro e fuori, continuo a gridare che odio e mi sento male perchè è vero che odio e non voglio odiare perchè è brutto ma non ci posso fare niente. Odio e sto così male.
Ho freddo. Sono devastato.
Qualcuno mi scaldi, qualcuno mi fermi.
Le sue braccia sono l'unica cosa in grado di riuscirci.
Mi stringe così forte che mi toglie il fiato, allora smetto di gridare e di agitarmi e mi accorgo che sto piangendo.
Si può stare tanto male?
È solo calcio.
Non dovrebbe esserci altro di più importante?
Dopotutto mi hanno solo trasferito ad un'altra squadra anche se io volevo rimanere qua fino alla fine della mia carriera. Dopotutto non mi hanno dato retta.
Dopotutto farò la figura del mercenario falso ipocrita che predica tanto di essere un credente e poi se ne va per soldi, dopotutto deluderò tutti quelli che credono in me e che magari mi seguivano come esempio. Dopotutto deluderò... deluderò tante di quelle persone che... che...
- Mi dispiace, Riky... - Mentre mi rendo conto che lui mi sta sostenendo di peso perchè le gambe non mi reggono più e mi porta in camera, capisco il livello a cui sono giusto.
E mi stende sul letto con delicatezza, colpito dalla mia reazione.
Se ero solo come facevo?
Chi fermava il mio esaurimento?
Chi mi stringeva dandomi calore?
Tremo di nuovo quando mi lascia e lo nota, quindi pensa che abbia freddo così mi copre ma io tremo ancora. Continuo a piangere inconsolabile e non sa cosa fare, è un'anima in pena perchè mi ama e non vuole vedermi così, vuole aiutarmi e non sa come fare.
- Ho freddo. - Dico battendo i denti. È una reazione pazzesca ma non riesco a controllarmi. Isteria. Ho tenuto tutto per troppo tempo.
- Cosa... cosa posso fare? Riky, mi stai uccidendo così... io voglio solo aiutarti ma non so come fare... - è davvero stremato anche lui perchè in macchina ha le valige per andarsene per sempre, sconfitto sta male quanto me ed è qua a provare a consolarmi.
Perchè non amo lui?
Perchè non è lui quello che desidero?
Mi avrebbe reso felice. Ora starei meglio.
Ma forse posso illudermi.
- Scaldami. - E fingere che sia così per una notte.
L'unica in cui distruggerò la persona che cerco di essere per essere quella che sono.
Andriy non capisce se dico sul serio o meglio il modo in cui lo dico.
Tiro fuori un braccio dalle coperte che mi ha messo sopra, prendo la sua mano e lo tiro giù di peso. Sono così fuori di me. Non ho idea di che cosa stia facendo.
Lo stendo con me e gli salgo sopra a cavalcioni, lo guardo e lui mi fissa sconvolto, incredulo.
- Sono vuoto. Riempimi. - Dico senza sapere cosa stia facendo.
- Non sei in te, Riky, non posso... - Mi prende le braccia e mi spinge verso l'alto perchè mi premo su di lui.
- Non importa se non sono in me, sto impazzendo, voglio solo stare bene perchè sto così male che se non mi scaldo muoio. - Parlo con una tale ansia da non saper cosa sto dicendo. Cerco di baciarlo ma ancora si oppone.
- No Riky! È quello che sogno da tutto l'anno ma non lo farò così! Perchè tu non lo vuoi davvero! - Mi fermo e non sento davvero nulla a livello fisico. Le sue mani che mi spingono, il suo corpo sotto di me. Caldo? Freddo? Che ne so...
- Mi ami? - Dico allora seguendo un flash che non so da dove mi venga. Turbato mi risponde piano.
- Si che ti amo... e credimi che sto malissimo ora... -
Gli carezzo le labbra con le dita e mormoro sotto voce:
- Allora amami perchè è tutto ciò che ho bisogno ora. Voglio calore, voglio amore, voglio un abbraccio, voglio sentire energia benefica. Sto male. Fammi stare bene. Amami. - So che non è lui che amo e che voglio che mi ami ma ora come ora sotto mano ho solo lui. E mi ama. E quindi non importa se non sono io ad amarlo, mi andrà bene lo stesso.
Chiude gli occhi e respira profondamente, smette di spingere colpito dalla mia disperazione e dal mio bisogno immenso di sentirmi avvolto da qualcosa di benefico.
Così mi perdo nella sua bocca e penso di ucciderlo mentre lo bacio con foga, non so cosa sto facendo e lui se ne accorge ma decide di prendersi le mie labbra come regalo per la sofferenza che sta per riabbracciare.
Quando se ne andrà starà così male nel cercare di riprendere la sua vita in mano che non posso capire.
Allora si prende una piccola ricompensa. Un piccolo paradiso.
E ricambia il bacio che brucia entrambi, lui sta morendo nella mia bocca, io un po' di caldo comincio a provarlo. Perchè è la sua emozione.
Sta piangendo.
Contavo così tanto?
Significo così tanto per lui?
Mi ama fino a questo punto?
Sì... ed anche oltre.
Perchè dopo il bacio torna in sé, mi separa, mi circonda la testa con le braccia e mi obbliga con la forza a rifugiarmi su di lui, sul suo petto. Non fa altro.
Non prosegue. Non lascia che lo faccia anche se lo so, lo sento che è il suo più grande desiderio.
Mi ama fino a questo punto.
Mi abbraccia e basta e dopo un po' che cerco di oppormi mi arrendo perchè so che non lo farà e lo accetto.
Perchè Andriy è Andriy e penso che al mondo non esista nessuno che mi ami a questo modo.
Né mai esisterà.
Questo calore.
È questo calore che mi fa piangere ancora, ma sono lacrime pure, questa volta. Liberatorie.
Questo suo amore mi fa smettere di tremare dentro e fuori e non lotto più.
Piano piano, non lotto più con niente.
Semplicemente mi arrendo.
Mi arrendo a tutto. Tutto.
- Sono così falsi. Così crudeli. Così arrivisti. Non meritano nulla. Nulla. Come possono esistere persone così? Come? Non riesco a capacitarmene... per soldi... per soldi mi hanno calpestato in questo modo... non mi hanno mai preso in considerazione come persona ma solo come mezzo per arricchirsi. Non li perdonerò mai. Un giorno potrebbero tornare a richiedermi e magari tornerò perchè amo questo posto, però non li guarderò più come i miei secondi genitori. Loro con me hanno chiuso per sempre e solo allora sapranno cosa significa. -
Perchè questo è il meno, dopotutto, che possa dire. Ma lo dico piano, con un po' di rabbia, un po' di delusione, tanto dolore. Ma ce la faccio. Lentamente ci riesco sempre meglio, parlare è meno doloroso e più liberatorio. Questa è la notte in cui sono onesto con me stesso e con una persona. Così Andriy non se lo merita, ma alla fine è anche il più giusto per raccogliere queste mie confessioni delicate. Non le affiderei a nessun altro che lui.
Perchè comunque ha significato tanto, per me.
- Non è che io sono solo gay ed ho desideri sessuali da gay che voglio sfogare con lui. Non è solo una questione ormonale. Non è solo un mezzo ideale per sfogare i miei nervi. Io mi sto innamorando di Cristiano e non penso che serva a qualcosa continuare a negarlo. Forse domani mattina lo negherò a me stesso e dirò che erano solo le parole di un esaurito che non sapeva cosa diceva. Ma tu non dirle mai a nessuno. Portale con te e basta. Ma per Cris non è solo una questione fisica ed ormonale, non è che io lo desidero perchè mi ha reso consapevole del mio essere gay. Io provo in realtà dei sentimenti per lui. Lo voglio in ogni sua forma. E sono stufo di fingere che non sia così. Può essere sbagliato ma è così. Il sesso è la scusa con cui io mi avvicino a lui, perchè è più facile dire a me stesso che ho bisogno di sfogare gli ormoni piuttosto che dire che voglio avvicinarlo a me più che posso. Dio, come sono egoista e sbagliato. Perdonami, Andriy. Il male che ti sto facendo è da persone profondamente cattive e forse è proprio questo che sono. Non ci sarà mai redenzione per me. Ma tu sei il solo che mi può ascoltare e raccogliere, perchè sei qua e mi ami. Perdonami per tutto. Perdonami perchè non sono riuscito ad amarti. Perdonami. - Con questo eterno perdonami, mi addormento sfinito dallo sfogo, dalle lacrime e dall'esaurimento di prima.
Mi addormento e scivolo in un sonno dove sogno me stesso con una maglia bianca ed un numero ad una sola cifra che non è il 22. Ed io che gioco con Cris. Che segniamo insieme e siamo felici mentre ci stringiamo.
L'unica cosa che non capisco è se sia la mia speranza oppure una consolazione. Qualunque cosa sia mi fa dormire tutta la notte.”

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E' vero che...
L'8 Giugno 2009 Riky firma con il Real Madrid. E' vissuta come un obbligo nel senso che Riky veramente non se ne voleva andare ma si sa che quando serve battere cassa, è così che funziona, si prende uno e lo si sacrifica. Riky non ha mai rivelato la verità ufficialmente però ha fatto capire molto bene che lui avrebbe voluto rimanere al Milan, nonostante questo non ha mai parlato male del Real né ha detto cose negative sul suo conto. Si è mostrato felice e professionale.