CAPITOLO
XXX:
UNA
CHIUSURA PER UN'APERTURA
“Vado
come un automa per tutti i giorni che proseguono uno dietro l'altro.
Prendo
decisioni, saluto persone, faccio cose per i club e sempre con la
stessa flemma.
Chiamo
Carol per le cose che riguardano casa, abbiamo deciso di lasciare
tutti i mobili e di portare via solo la roba nostra, mi faccio
aiutare ad impacchettare tutto, è uno degli ultimi momenti in
squadra che ho.
Tutti
si sforzano di essere allegri e farmi ridere, di non farmi pesare
tutto questo, ma la verità è che vorrei solo sotterrarmi.
Salutare
Milanello è stata la cosa più dura, quanto ho pianto non lo so.
Sono
cose che non dovrebbero demoralizzare tanto eppure come faccio a
rimanerne indifferente? È solo calcio però no... è molto di più.
In
tanti finiamo presto, l'ultima serata insieme e poi parto alla volta
di Madrid ufficiosamente.
Nessuno
sa che sarò già là, le visite mediche sono già dovuto andare a
farle i primi giorni, sono cose necessarie subito.
Quindi
non è che devo calpestare di nuovo la sede.
Girerò
in incognito per Madrid con Cristiano e cercherò di abituarmi
all'idea che quella sarà casa mia. Mi sembra quasi di bestemmiare.
L'ultima
serata non è stata drammatica come pensavo, ho dei fratelli
fantastici che hanno fatto di tutto per farmi ridere e ci sono
riusciti bene. Alex comunque era inconsolabile, mi vedeva come la sua
guida, il suo idolo. L'avevo preso a cuore, è un ragazzino tanto
dolce. Sicuramente verrà su bene anche lui.
David
si è trattenuto per me, partirà per Los Angeles e raggiungerà la
sua famiglia a breve anche lui.
È
molto divertente, nasconde un lato assolutamente infantile se si
tratta di divertirsi, non lo pensavo perchè appare come una specie
di divo ed invece è molto alla portata di tutti, ma lo può capire
solo chi è con lui.
Sono
incredibili tutti, comunque, e non è una notte che scorderò.
Domani
un taxi mi porterà all'aeroporto ed una volta là un altro taxi mi
porterà nell'albergo che ha scelto Cris. Chissà come sta lui, anche
lui ha avuto la festa d'addio dei suoi amici ma sarà sicuramente
stata a base di... ehm... cose discutibili.
Per
un momento l'idea che faccia quelle cose mi infastidisce ma non posso
pretendere che metta la testa a posto.
Con
che diritto?
Può
fare quello che vuole.
La
casa è deserta, ci sono solo io e domani mattina la lascerò per
sempre.
Volevano
dormire tutti qua per l'ultima notte, io li ho mandati via dicendo
che sono un sentimentale depresso che vuole godersi la sua ultima
notte nella sua prima casa indipendente.
Sono
diventato grande, qua dentro. Questa resterà per sempre casa mia,
anche se là ne troverò un'altra fantastica.
Sospiro.
Le
cose belle prima o poi finiscono per tutti, non sono speciale. Spero
solo che si aprirà un'altra bella porta. Lo spero proprio.
Il
sonno è molto disturbato ed agitato, però alla fine mi addormento.
Non
sogno nulla.
/Thrift shop - Macklemore/
Penso
che se non avessi avuto lui qua ad aspettarmi mi sarei fatto
riportare indietro e sarei tornato a Milano in aereo.
Fortunatamente
Cris è già qua, mi aspettava davanti all'albergo designato.
È
strano rivederlo dopo Roma ed è strano a queste condizioni. C'è un
gran sole, abbiamo dei cappellini in testa e dei grandi occhiali
scuri che ci coprono la faccia il più possibile. Maniche corte,
jeans leggeri, scarpe da ginnastica eppure lui sembra lo stesso un
modello che sfila.
Non
sa passare inosservato!
Sorrido
e mi ripeto fra me e me che è una fortuna che ci sia lui qua.
Fortuna
davvero.
Per
quanto mi complicherà la vita è così.
Posso
comunque andare avanti accantonando tutto quello che è successo fra
noi e fingere che siamo solo amici, almeno fino a che non avrò
sistemato tutto e non mi sarò ambientato. Quando non avrò altri
pensieri su cui concentrarmi, vedrò di nuovo di lui.
Fino
ad allora gli chiederò una tregua.
Ho
bisogno di un amico.
Mi
abbraccia e mi chiedo subito in che modo lo fa, poi mi dico che così
non va bene e che comunque il suo abbraccio mi ha fatto piacere,
quindi va tutto bene.
-
Come stai? - Mi chiede subito conducendomi dentro l'albergo.
-
Eh... sono stato meglio... volevo tornare indietro, in realtà... -
Dico onesto. Lui sorride e mi carezza il braccio, mi partono i
brividi e mi chiedo che abbia da rabbrividire visto che siamo in
piena estate.
-
Vieni, ho preso una camera unica, ho detto che non sapevo quanto ci
fermeremo ed ho dato l'extra per la privacy. -
Alzo
un sopracciglio mentre un dubbio mi sovviene, lo seguo e non dico
nulla ma non posso non pensarci.
Che
camera avrà preso?
Matrimoniale
o con due letti singoli?
Se
lo conosco bene tirerà su una scusa per quella matrimoniale.
Mi
prende la valigia e mi porta all'ultimo piano, più isolati non
potevamo essere.
Non
mi stupisce nemmeno che sia una suite.
Ok,
Riky, se è una suite è anche una matrimoniale.
Bingo!
Ormai
hai capito come gira.
Beh,
ma se hai accettato la sua compagnia si prende tutto il pacchetto,
tanto sai com'è. E poi ti fa comodo, ammettilo. Almeno non ti farà
stare male.
Ti
distrarrà, ti aiuterà in questa cosa che per te sarebbe straziante.
-
Sai, volevo far fare tutto a Carol ma non mi sembrava giusto, siamo
d'accordo che ci consultiamo per telefono. Lei ha detto comunque che
si fida della mia scelta. - Parlare di lei proprio ora con lui è
proprio una scelta azzeccata. Infatti Cristiano ribatte senza il
minimo problema.
-
Mi occuperò io di te, ti aiuterò a scegliere bene. Sei in buone
mani! - E fa l'occhiolino. Riky te la sei cercata!
Non
dico più niente di Carol e lui non prosegue su questa linea ma tanto
so che non si risparmierà.
In
un attimo non penso più a Milano e alla mia immensa tristezza perchè
sono tutto teso all'idea di passare del tempo con lui da solo. Mi
sono messo nelle mani del lupo volontariamente, ma non sapevo cosa
stavo facendo, ero così fuori di me.
Però
ora è scortese dire che faccio da solo e far venire Carol... no, non
mi pare proprio il caso.
Sospiro.
Devo smetterla di fare così. Andrà tutto bene. Gli parlerò.
Una
volta dentro vedo che si tratta di una matrimoniale, è come una cosa
da luna di miele, è una specie di favola. È enorme, spaziosa,
arredata splendidamente e mi sembra di essere una principessa.
Cris
sistema la mia valigia davanti all'armadio, vicino alla sua, poi mi
guarda e allarga le braccia invitante come se fosse tutta roba sua.
-
Ti piace? - Arrossisco per un motivo completamente sconosciuto e
rispondo balbettando che ha scelto bene.
-
Vuoi riposare o cominciamo subito? Ho trovato una lista di ville in
vendita in una zona tranquilla e protetta di Madrid, troveremo quelle
che fanno per noi. -
Riposare?
Con lui qua che mi fissa? No grazie!
-
No possiamo cominciare subito! - Mi affretto a dire. Forse troppo in
fretta.
-
Ehi, tutto bene? Mi sembri teso... stai ancora pensando alla tua
vecchia squadra? - Si avvicina ed abbassa il tono, sembra quasi
suadente.
Sta
per toccarmi il viso che scatto ed alzo le mani in modo da fermarlo.
-
Ascolta dobbiamo parlare prima di cominciare. Io pensavo di poter
rimandare a quando avevo sistemato tutto. Pensavo di poterti vedere
come un amico nel frattempo, ma se tu non ti comporti da amico io...
- Sgrana gli occhi e cade dalle nuvole.
-
Scusa? - Adesso non fare quello che non capisce di che parlo!
-
Non è che non sia successo nulla fra noi, ora ci rivediamo dopo
questo grande cambiamento, ho tante cose da sistemare e ho deciso di
metterne da parte un paio per pensare a quelle più immediate. So che
forse per te non sono solo un amico ma speravo potessimo farlo. Cioè
fare gli amici e basta. Almeno fino a che non sono tranquillo e non
riesco a chiarirmi le idee... tu... tu puoi evitare cose equivoche o
ti chiedo troppo? - Penso di risultare antipatico e prepotente,
infatti mano a mano che parlo come una macchinetta abbasso il tono e
mi affievolisco vergognandomi come un ladro. Specie perchè lui fa
quello che non capisce che dico.
-
Ci ho provato? Non me ne sono accorto, ho solo fatto l'amico... a me
sembrava proprio di non fare nulla... - Apro la bocca e di mille
colori balbetto cose senza senso che dovrebbero essere scuse. Non mi
tocca ma mi sta davanti e non so perchè io mi senta tanto scemo.
-
No, forse ho frainteso. Hai preso una suite matrimoniale, passeremo
dei giorni insieme ed ora sei così dolce e premuroso verso di me
che... - Ma non so che altro dire perchè è vero che non ha fatto
nulla di particolare, dopotutto.
Quanto
sono sciocco.
Continua
a fissarmi aspettandosi qualcosa di più concreto e siccome non lo
trovo, scuoto mani e testa e dico sbrigativo che non importa e passo
oltre, vado alla mia valigia, mi accuccio e prendo cose che non mi
servono per niente, quindi le rimetto giù e mi do dell'idiota
accucciato davanti al bagaglio aperto. Cosa penso di fare?
Sospiro,
mi fermo e mi prendo il viso fra le mani.
Ho
fatto la figura dello stupido!
Ed
ora come lo guardo?
-
Riky? Vuoi che non ti tocchi? Vuoi che prenda un'altra camera?
Parlami liberamente, se il problema è stare con me io... - Parla
piano e delicatamente per non spaventarmi e questo è ancora peggio
perchè mi sento un cretino integrale.
-
No no Cris, tu non hai fatto niente a quanto pare! E mi piace essere
qua con te... se non fosse stato per te io ora starei ancora a
piangere a Milano... tu mi stai aiutando tantissimo... - Non so che
altro dire e dopo un paio di secondi è dietro di me, si accuccia ed
aspetta.
-
Posso toccarti? - Oh Signore, me lo chiede anche!
Mi
volto e finisco perdendo l'equilibrio, così seduto a terra lo guardo
ed aspetto.
-
Certo che puoi. Io... lascia perdere quello che ti ho detto e fa solo
quello che ti va. - Sorride ed è un sorriso intrigante.
-
Oh, in questo caso ti complicheresti davvero la vita, credimi! -
Sospiro
e avvampo mentre gli ormoni non sfogati da molto mi partono a razzo.
Eccolo
qua l'incarnazione dei miei desideri di gay.
Alla
mia reazione ride e si mette a sedere anche lui.
-
Ok, parliamo. - Fa alla fine serio. Non mi tocca. Decisione saggia.
Ma non mi sento più idiota visto che alla fine ha pensato anche lui
a quello che pensavo io.
-
Beh, io ti ho detto. Cioè... ho bisogno di un amico, ora come ora.
Il nostro discorso speravo di affrontarlo più avanti, quando stavo
meglio. Tu... tu puoi ora fare solo l'amico o ti chiedo troppo? So
che hai ragione a pretendere un chiarimento, ma... ora non sono in
grado, non ho la testa e la lucidità. - La mia onestà è completa.
Manca solo che gli dica che vorrei mi saltasse addosso.
-
Ok. Ci poso provare ma non ti assicuro niente. Tu mi piaci, io sono
qua per te, non te lo nascondo. Ma siccome sono felice già solo di
averti e di cercare casa vicino, dopo tutto quel tempo lontani miglia
e miglia, posso farmi bastare tutto questo. - Lo fisso con tanto
d'occhi come se fosse veramente una specie di apparizione. Come può
essere così comprensivo? - Però se mi scappa qualche gesto
affettuoso non saltare come un furetto! Non ti mangio. Sicuramente
non farò niente che ad ogni modo non gradiresti! - Lo dice
sogghignando furbo e trovo sesso puro questo tipo di sguardo. Mi
trasforma in lava incandescente e sorrido ebete pensando che se ora
mi facesse un paio di quelle cose, sarei assolutamente suo.
-
Ok, è andata! - Dico con la gola secca.
Sorride
ancora e mi spettina la testa come se fossi un bambino. No, non penso
sia la stessa accezione. È più un... gesto affettuoso... che
marchia il territorio. Sono suo.
Mentre
lo penso mi eccito addirittura e mi rendo conto che la rinfrescata
ora ci sta bene!
Infatti
scatto come una molla in piedi.
-
Ecco, ho bisogno di andare in bagno! - Non dice niente, mi vede
andarci di gran carriera ma penso che sarà proprio impossibile
nascondergli che voglio tornare a fare tutte quelle cose.
In
bagno fatico a calmarmi ma a furia di acqua fredda ci riesco. Mi
rimetto a posto e dopo una serie di respiri profondi esco.
Cris
è seduto sul letto che fissa pensieroso la mia valigia.
-
Riky... me la dici una cosa? - Chiede senza un tono preciso.
-
Sì? - Spero che ora si cambi argomento altrimenti qua è la fine
della mia vita.
-
Il mio regalo l'hai portato con te o l'hai lasciato là? - Sgrano gli
occhi e metto male un piede, per poco cado insieme al mondo che mi
frana addosso. Mi tiro su e lo fisso strabuzzando gli occhi.
-
Cris ti prego! Non farmi queste domande! - Lui allarga le braccia
senza capire.
-
Perchè!? Voglio sapere se poi l'hai usato, se l'hai tenuto... -
Ma
dice davvero? È convinto lui!
-
Ma come ti salta in mente? - Cerco di farlo smettere ma mi rendo
conto che non mollerà.
-
Eddai, siamo solo io e te, puoi dirmelo! L'hai riusato? -
Inghiotto.
Mi sento con le spalle al muro anche se non è davvero così.
-
Sì... - Ammetto guardando in basso.
-
Allora ce l'hai ancora! Pensavo l'avessi buttato... - Dice come se
parlassimo di un braccialetto.
-
Certo che ce l'ho, perchè dovevo disfarmene? È stata la prima cosa
che ho nascosto in valigia. Se i miei amici che mi hanno aiutato ad
impacchettare tutto lo trovavano era la fine! - All'idea si mette a
ridere, il sadico, e mi distende in nervi che erano tesi.
-
Allora è qua! - Silenzio. Ti prego, non chiedermelo. - Me lo fai
vedere? - Ecco, appunto. Figurati.
-
No! Non è il momento, non dobbiamo andare a vedere delle case? -
Ride gettando la testa all'indietro e chiude gli occhi, è molto
divertito. Che modo di ridere...
-
Ti vergogni? Non è stato il tuo amico per un bel po'? - Mi mordo il
labbro. Perchè deve sapere tutto di me?
-
Se te lo faccio vedere mi molli? - Dico esasperato. Quando insistono
troppo alla fine sono uno che cede, sono così.
Trionfante
incrocia le gambe sul letto e contento annuisce.
Allora
vado alla famosa valigia, muovo vestiti e quel che c'è, prendo un
astuccio nero e glielo do. Mi sto vergognando come un matto ma è
vero che è stato un grande aiuto a livello ormonale quando lui non
c'era. Pensavo a lui. Guardavo la sua foto. Se ci penso... ed ora è
qua l'originale.
Cosa
accadrà?
Sono
un illuso se penso di poterla gestire.
Alzo
lo sguardo timido e lo spio, ce l'ha in mano e lo guarda come se
fosse tutt'altra cosa. Lo prende in mano. Lo prende. Insomma, io me
lo sono messo in posti che non ti dico e l'ho lavato ma è là che
andava.
Ormai
il mio colorito non sarà più normale.
Dopo,
il genio, addirittura l'annusa.
Perfetto,
guarda.
-
Cosa fai?! - Esclamo scandalizzato senza riuscire a contenermi, forse
a lui che annusa il mio vibratore non lo dovrei chiedere, me le
cerco.
Alza
lo sguardo sul mio, mi incatena letteralmente, mi brucia e mi fa
secco. Sono due lame così seducenti che sono di nuovo molle, non
riuscirò a muovermi per un po'. Resto a terra, in basso rispetto a
lui sul letto, e catturato completamente da un solo sguardo, lo sento
rispondere.
-
Sento quante volte l'hai fatto. - Ora però sta alludendo troppo.
-
C-come... - Aumenta la malizia.
-
Se il tuo odore è forte significa che l'hai fatto tanto ed ora è
impregnato. Non va via anche se lo lavi. - Mi succhio il labbro
mentre trattengo il fiato. Avevamo detto di non parlare di queste
cose e ne stiamo parlando. Perchè non mi dà retta?
Sto
male. Sto così male che sussulto quando me lo porge e me lo mette
sotto il naso per annusarlo. Non voglio farlo ma alla fine non posso
evitare.
Lo
annuso.
È
vero, c'è il mio odore lo stesso. È odore di sesso.
E
nel pensarlo scivolo in un oblio senza fine dove il mondo è una
fornace ardente ed io mi ritrovo lì a cuocermi.
-
L'hai fatto molto... - Sorride malefico e non posso che guardarlo. A
volte è irriconoscibile. E sono le volte in cui gli salterei
addosso.
Quanto
potrò resistere così?
Improvvisamente
non esistono più impedimenti e spero che me lo tolga da davanti ma
decide di carezzarmi il viso con la punta di questo pene finto. È
morbido e liscio e chiudo gli occhi mentre aspiro di nuovo.
Non
devo, non va bene ma Dio solo sa quanto ho desiderato poter rifare
queste cose con lui e non con un suo surrogato. Perchè non è solo
il farlo. È il farlo con lui.
Mi
carezza così la guancia e scende sul mento. Risale sugli occhi, gli
zigomi e poi giù... sulle labbra chiuse. Chiuse per poco.
-
Leccalo. - E' come quelle volte al telefono, lui mi diceva cosa fare
ed io lo facevo. È uguale. Solo che ora è qua. Non apro gli occhi e
incapace di resistere, eccitato più che mai, apro la bocca e tiro
fuori la lingua. Lui me l'appoggia sopra ed io lo lecco.
-
Non vuoi toccarti? - Ok, non mi sta toccando nemmeno con un dito ma
mi sembra che mi stia prendendo in ogni modo possibile.
Non
mi faccio ripetere la cosa, era come se non aspettassi altro. Dentro
di me lo sapevo che era così.
Mi
apro i jeans e tiro fuori la mia erezione, mi massaggio con lui che
sicuramente mi guarda soddisfatto con quel suo sguardo divoratore. E
lecco.
Lecco
e lui me lo muove, me lo rigira per avere tutta la lunghezza e poi
dopo che me l'ha fatto leccare bene, l'immagine di me seduto per
terra davanti a lui che lecco un pene finto che lui mi porge, mi
manda in delirio. Io che mi masturbo, fra l'altro.
Davanti
a lui che mi guarda.
-
Apri bene la bocca e succhia, ora... - Mormora invitante. È come se
lo facessi a lui. Sognavo che fosse così ma ancora non tocco una
sola parte di lui. Posso dire che sono salvo?
Mi
sto solo prendendo in giro.
Però
apro la bocca e lui me lo mette dentro. L'avvolgo, risucchio e lui
tira fuori, mette dentro e tira fuori e continuiamo così per molto.
Fino a che.
Fino
a che la mia mano aumenta e respiro affannato, mugolo dal piacere che
mi do e l'orgasmo arriva come una doccia bollente.
Me
lo tira fuori dalla bocca ed ansimo mentre mi appoggio indietro con
la mano libera, la testa abbandonata.
Ora
se apro gli occhi diventerà tutto reale. Lo diventerà.
Lo
vedrò.
Cosa
ha fatto mentre facevo una cosa simile?
Alla
fine apro gli occhi e lo guardo. Mi sta solo ammirando, non sta
facendo niente. Vedo che è eccitato e vorrebbe toccarsi ma non fa
assolutamente nulla. Lui mi guarda e basta e non ho proprio idea del
motivo. Cosa ha in mente?”