CAPITOLO
XXXI:
GESTIRSI
NON E' FACILE
“Il
mio angelo che cade nel peccato.
Sono
un demonio?
Penso
che Dio mi odierà perchè gli sto portando via il suo discepolo
migliore... ma Riky continuerà ad amarlo lo stesso, solo che si darà
piacere senza reprimersi!
Con
le donne non gode, ha fatto un figlio per ingenuità... le sarà
venuto dentro per sbaglio, magari pensava a chissà chi...
La
verità di Riky è qua davanti ai miei occhi. Lui che si masturba
mentre succhia un cazzo finto. Gli occhi chiusi gli danno l'illusione
che sia vero, che sia il mio. Perchè sono io che gli sto dicendo
cosa fare.
La
sua verità è qua e non la ignorerà per sempre, ma è vero che ora
è nel caos più completo e non è giusto forzarlo adesso. Però a
volte è più forte di me, non riesco a fermarmi. Voglio fare una
cosa e la faccio anche se so che non va bene.
Mi
alzo lentamente e sono tentato di fare la stessa cosa con lo stesso
oggetto ma penso che sarebbe troppo.
Allora
lascio andare il vibratore sul letto e guardo Riky ancora seduto a
terra col suo cazzo in mano, ora è venuto e non è più teso, la sua
mano è tutta sporca di sperma, trema ed ansima, è rossissimo e la
pelle è leggermente imperlata di sudore, i capelli un po' attaccati
alla fronte.
Gli
occhi liquidi.
L'imbarazzo
ed il desiderio insieme.
Desiderio
che io faccia qualcosa.
Invece
sto qua, in piedi accanto a lui e lo guardo, ricambio il suo sguardo
e vorrei tirarmi fuori il mio e metterglielo in bocca ma non posso.
Non
posso.
Me
lo farebbe però poi starebbe male, a questo ci arrivo.
-
Non è successo niente. È come le volte in cui lo fai da solo,
adesso te lo tenevo io. Non è stato nulla. - Dico leggendogli nel
pensiero il panico che si fa strada.
Quando
lo sente sgrana gli occhi come avesse la speranza a portata di mano.
Una
speranza di salvezza.
Non
aggiunge nulla, è sconvolto.
-
Devi pulirti e rinfrescarti. - Dico indicandogli il bagno mentre mi
volto verso la finestra per non fargli notare ulteriormente quella
parte di me che ora come ora si noterà sicuramente già benissimo.
Ho
un'erezione da paura!
Riky
non si fa sfuggire l'occasione, sconvolto dal fatto che non abbia
fatto altro ai chiude dentro e faccio un ghigno quando sono solo.
Questo renderà migliore il momento in cui l'avrò.
Perchè
prima o poi l'avrò.
È
stato come quando giocavo a calcio in Portogallo e mi dicevo che
prima o poi sarei andato in una grande squadra. Sognavo il Real, è
vero. Però il Manchester era un ottimo equivalente. Ci sono
arrivato.
Ed
ora sono comunque qua.
La
Casa Blanca, viene definito questo club.
Farò
un altro pezzo di storia.
E
come sono convinto di questo, lo sono anche di Riky.
Mi
siedo sul letto e apro i jeans, mi tiro fuori il cazzo e me lo
massaggio veloce ripensando a quanto è appena accaduto.
Lui
a terra, così spaventato ed ingenuo da non capire dove lo stavo
portando. Che faceva tutto quello che gli dicevo. Cose così volgari.
Non vedeva l'ora di poterle fare. L'avrei in mano, potrei ordinargli
di stare legato nudo tutto il giorno e lo farebbe, potrebbe essere il
mio animale personale, eseguirebbe tutto, sarebbe mio. L'avrei tutto.
E
mentre penso alle mille cose che gli posso fare perchè le vuole come
non mai, anche io raggiungo la mia pace e l'apice mi infiamma ogni
cellula.
Mi
stendo di schianto all'indietro e lascio le mani a lato, l'erezione
fuori che si affievolisce lentamente sulla gamba.
La
porta si apre in questo momento, sono un attimo ancora sconvolto,
ansimo e fatico a connettere, le forze non tornano subito. Riky mi
fissa e si blocca subito, apre la bocca per dire qualcosa ma fa per
tornare dentro istintivamente, allora lo fermo.
-
No aspetta, lascia a me il bagno! -
Così
dicendo mi alzo e vado. Cosa pensava, che potessi andare in giro col
cazzo in tiro?
Mi
sciacquo con l'acqua fredda e mi calmo un po', non ci metto molto.
Quando
esco lui è fermo davanti alla finestra che fissa il letto col
vibratore sopra come fosse il nemico. Sorrido divertito e si gira
verso di me come un furetto spaventato, allora rido.
-
Scusa ma mica potevi pensare che andassi via con quell'erezione!? -
Inghiotte,
so che l'aveva notata.
Ignoro
il vibratore, prendo le cose che mi servono per uscire e con un cenno
della testa lo chiamo per uscire.
È
contento di poterlo fare, una volta fuori respira di sollievo e mi
guarda sperando che cambi tutto come per magia.
-
Ho affittato un'auto ed ho un numero da chiamare. È un agente
immobiliare che ci aiuterà con le case. - Chiamo subito in ascensore
e lei mi dà appuntamento in un posto preciso dove ci sono un paio di
ville in vendita, è un quartiere sicuro.
Riky
sta in silenzio, non fiata nemmeno, è ancora teso e penso che se non
faccio qualcosa non spiaccicherà parola in alcun modo.
-
Ascolta, Riky... io agisco d'istinto... mi dispiace che ti metto in
difficoltà. Se non l'hai notato ho cercato di trattenermi! - Dico
spontaneo. Insomma, non può fare sempre così ogni volta!
-
Ah sì? Non mi sembrava! - Non va nei particolari ma risponde per
affrontare l'argomento. Sorrido divertito.
-
Sì... quando sei venuto volevo alzarmi, tirarmi fuori il cazzo e
farmi una sega sulla tua faccia e poi farti bere il mio sperma! Mi
sono trattenuto, non ti ho toccato e ti ho lasciato andare in bagno!
Mi sono solo sistemato da solo! Insomma, cosa pretendi? Sono umano!
Io queste cose le faccio per abitudine! Ora controllarmi è
complicato ma mi sto impegnando! Dammi tempo! - Ok, sono stato bravo.
Cioè l'ho appena ucciso perchè gli ho detto cosa volevo fare di
preciso, però insomma... sto cercando di fare le cose pensando a
lui. Non mi vengono subito, ma poi più o meno ci riesco.
Riky
di mille colori respira a fatica, tossicchia e si gira dall'altra
parte, si guarda allo specchio e scuote la testa imbarazzatissimo.
Io
ridacchio divertito e lo guardo attraverso l'immagine riflessa.
-
Senti, magari ti abitui anche tu, no? Io sono una persona affettuosa,
mi piace il contatto fisico. Anche in amicizia sono così, eh? Quindi
anche nel caso che noi riusciamo ad essere solo amici, tu devi
abituarti a ricevere i miei abbracci o le mie carezze. Sono cose che
faccio senza pensarci. - Sospiro indispettito.
-
Quello lo posso capire, anche io sono affettuoso. Però non è che in
amicizia ci si masturba... o cose simili... io coi miei non lo faccio
di solito! - Scoppio a ridere perchè vorrebbe parlare d'altro però
si sforza perchè è proprio la cosa giusta da fare. Chiarire.
Si
gira verso di me e mi guarda a tu per tu, pochi centimetri. Cerca di
intimidirmi ma è scarso perchè è solo tenero e coccoloso.
-
Scusa, hai ragione. Dai. Dobbiamo imparare entrambi. Tu a non
scattare per tutto, vivitela più rilassato... io a non calcare
troppo la mano. Piano piano ci riusciamo. Vedrai che andrà bene. Ora
che staremo insieme nella stessa squadra e ci vedremo ogni giorno
dovremo imparare. - Ecco bravo, ricordaglielo, pure, sai!
La
porta si apre e lui sguscia fuori come una molla, io mi guardo un
attimo allo specchio e mi sistemo il cappellino in modo che mi copra
quanto può, mi metto gli occhiali scuri ed esco.
Non
sanno che sono qua, se mi incontrano non penseranno che sia io ma uno
che mi somiglia.
Di
norma mi piace essere riconosciuto ma ora sono qua solo per lui.
Usciamo
dal retro e ci dirigiamo alla macchina che ho affittato. Sportiva.
-
Tu ricordati di non calcare troppo la mano ed io mi ricorderò di non
saltare su subito! - Dice alla fine chiudendo il discorso.
Una
volta in macchina decido di cambiare argomento e passiamo a lui, a
come si sente, cosa è successo, cosa ha fatto. Parliamo finalmente
di quello di cui avremmo dovuto parlare prima, le altre volte per
telefono sono state scarse di particolari perchè non aveva voglia di
parlare.
Ora
pare ne abbia. E che abbia anche bisogno.
Ci
incontriamo con l'agente che fortunatamente non segue il calcio, dice
solo se siamo dei visi noti, noi glissiamo. Finchè non firmeremo non
serve.
Dal
momento che sembriamo una coppia gay io mi ritrovo a flirtare un po'
con lei perchè altrimenti Riky ha una sincope. Comunque è seccato
anche da questo e la cosa mi fa piacere.
Le
ville che ci propone hanno subito successo perchè le avevo già dato
indicazioni precise su cosa volevamo.
Una
zona quasi isolata dalle altre, ville molto grandi, piscine. Ho
chiesto per Riky la stessa cosa, penso che a lui andrà bene.
Comunque
bastava fossero vicine.
Per
l'arredamento andiamo in un bar qua in zona e ci fa vedere dei
cataloghi. Hanno una convenzione con degli arredatori specializzati.
Nel
catalogo propongono delle idee d'arredo ma ovviamente io faccio il
prezioso, così lei ci dice che se vogliamo possiamo incontrare il
loro stilista e parlarne direttamente con loro.
Accetto
e decido tutto io.
L'incontro
è per domani ed ormai il pomeriggio è andato così.
La
tipa si aspetta che la inviti stasera da qualche parte ma ovviamente
se lo sogna.
Le
chiedo come ci si diverta da queste parti e si illumina tutta dicendo
un po' i quartieri ed i locali migliori, io memorizzo tutto, la
ringrazio e la saluto andandomene.
Peggio
di così non poteva rimanerci ma ho flirtato abbastanza, penso che
Riky che non ha spiccicato parola non sia proprio felice.
Una
volta soli faccio come niente fosse successo e gli chiedo dove ha
voglia di andare.
-
Sono stanco, io punterei al letto. - Ma non è una risposta ragionata
e nemmeno normale perchè il suo tono è piccato.
-
Riky, sono le sette di sera, direi di andare a cenare da qualche
parte e poi se proprio sei stanco andiamo a dormire... - Ma potevo
anche dire che a letto con lui ci andavo ad ogni ora.
Però
ho detto che cercavo di fare il bravo, ci devo almeno provare.
Sospira
insofferente come un principino offeso. Ecco qua uno dei suoi famosi
lati difficili di cui parlava...
Non
ci credevo quando me lo diceva, pensavo esagerasse.
Lo
guardo sorpreso aspettando indicazioni prima di mettere in moto la
macchina.
-
C'è il ristorante anche nell'albergo... - Replica come se fosse
ovvio.
-
Sì ma siamo a Madrid ed è la nostra prima notte a Madrid! Non dico
di stare svegli fino all'alba perchè capisco che sei stanco, però
almeno a cena da qualche parte... - Mi sento il ragazzo che cerca di
farsi accontentare dalla ragazza capricciosa. O sono io la ragazza
capricciosa che punta i piedi? Per un momento mi chiedo quale sia il
paragone corretto e mi perdo lui che alza gli occhi al cielo.
Oh
Signore e questo chi è?
È
il Riky mite che pensavo d'amare?
No
se quello pensavo d'amarlo questo me lo voglio sposare perchè è
semplicemente adorabile!
-
E va bene, andiamo a cenare fuori! - Ridacchio mentre mi prendo la
vittoria. Tanto io vincerò sempre con lui.
Metto
in moto e parto.
-
Mi sono informato un po' sui ristoranti migliori e ce n'è uno che fa
i piatti tipici spagnoli in modo superbo! -
Parlo
come fosse tutto a posto ma lui alza le spalle e guarda fuori, mi
ignora ed io lo lascio fare, non continuerà per sempre.
Decido
tutto io ed arrivo seguendo il navigatore, parcheggio e scendo. Tento
qualche argomento come le case e lo stile d'arredo. Siccome la sua
risposta è 'vediamo cosa ci propone domani', provo con l'elenco
delle cose che voglio vedere di Madrid.
Ma
anche lì non ottengo risultati perchè borbotta un altero 'avremo
tempo!'.
Così
esasperato, seduti al tavolo col menù in mano, sbotto spazientito.
Non è che sono molto bravo ad aspettare che si calmi.
-
Dai Riky, ci ho provato con lei per non farle pensare che fossimo una
coppia! - Alza lo sguardo dal menù e mi fulmina.
-
Ti sembra il posto di parlarne? -
Sibila
a denti stretti. A momenti non lo riconosco. Altro che angelo!
-
Non so, visto che non vuoi parlare di niente... - Faccio il polemico.
In quanto a capricci io sono imbattibile, deve stare attento perchè
ha davanti a sé mister auto-viziato -perchè mia madre non ha potuto
viziarmi visto che non aveva soldi!-
Scuote
la testa come un principe con un suddito. Come per dire che non
capisco niente e che non può certo dirmelo lui.
Ora
lo demolisco.
L'istinto
di mandarlo a quel paese ed andarmene ce l'ho ma mi rendo conto che
poi sarebbe meschino da parte mia.
-
Mangiamo e andiamo a dormire. - Ma davvero mi fa il muso perchè ho
finto di provarci un po' con quella?
Mica
stiamo insieme!
Tecnicamente
lui è pure sposato!
Ok,
ok... non ne parliamo qua.
Ceniamo
in perfetto silenzio e mi abbasso al suo livello. Testardamente non
tento più di dire niente, gioco come lui ed è la cena peggiore
della mia vita. Non mi godo per niente i piatti che penso siano
buonissimi, non mi ricordo nemmeno il sapore di quello che ingerisco
e lascio metà nel piatto.
Lui
mangia tutto ma non dice una sola parola.
Poi
si alza per rispondere a sua moglie che lo chiama ed esce nel
parcheggio.
Sospiro
insofferente, mi alzo, prendo il suo borsello che ha lasciato qua e
pago il conto con la mia carta.
Quando
esco ha finito di parlare, mi guarda porgergli le sue cose e inarca
le sopracciglia. Nemmeno mi chiede cosa faccio!
-
Andiamo in albergo, questa serata è una tortura! - Sbotto infatti.
Fa per entrare ed esclamo offeso: - Ho pagato, per chi mi prendi? -
Ma non risponde, apre il portafoglio e fa per darmi quello che pensa
sia la sua parte, io lo fulmino con uno sguardo che non ha paragoni
con niente di ciò che ha visto fino ad ora. Infatti chiude e mette
via. Però non ringrazia.
Bene,
iniziamo proprio bene la nostra convivenza!
Fortuna
che non vivremo davvero insieme, se così fosse lo impiccherei molto
presto.
Stronzo.
Nel
tragitto sta ancora zitto ed in albergo sono io quello che non vuole
parlare dell'accaduto, un accaduto che per me non esiste nemmeno
perchè è normale deviare un po' i pensieri degli altri con certi
atteggiamenti.
Però
è assurdo perchè è ipocrita, non sono io quello terrorizzato dal
fatto che tutti possano scoprire tutto!
Alla
fine sbotto lo stesso anche se mi ero ripromesso di mandarlo al
diavolo, però il nervoso ha lavorato così tanto che finisco per
parlare appena mettiamo piede nella suite.
-
Non sono io quello che non vuole mostrarsi gay! Io non ho problemi!
Mi hanno beccato a frequentare quei locali ed ho sempre confermato
che ero io! Non ho mai negato niente, non mi sono mai nascosto! Io
sono così e la gente lo sa! Non gli vado bene e mi critica ma non me
ne importa! Io mi accetto, Riky! Non sono io quello che non si
accetta! - Lui sgrana gli occhi e si gira in modo da non guardare il
letto dove sopra c'è il vibratore. Ecco, lo vedi?
-
Di cosa parli? Cosa c'entra? -
Senza
pensarci mi dirigo proprio là e lo prendo sventolandoglielo davanti
agli occhi invasato.
-
Di questo! Tu hai paura della tua natura di gay e la nascondi in
tutti i modi. Se io ti aiuto perchè so com'è la gente e so che fa
presto a trarre conclusioni affrettate, a te non va bene! - Sono
davvero seccato e si sorprende del fatto che io lo sia, cerca ancora
di non guardare l'oggetto erotico che ho in mano, infatti gira gli
occhi in tutte le direzioni.
-
Non capisco come mi avresti aiutato oggi! -
Oh
questa poi!
-
Provandoci con lei! Ha pensato che fossi etero se ci provavo con lei.
Quindi che noi fossimo solo amici! Non ci ha riconosciuto, significa
che è un'analfabeta di calcio. Bene! Non vogliamo essere
riconosciuti, no? Sai la prima cosa che pensa chi non sa che due
giocano a calcio e che quindi sono compagni di squadra? Pensa che
sono gay! Specie se cercano casa vicino! - Ora comincia a capire ma
ormai sono un treno e non mi fermo più, sono fuori di me, gesticolo
con questo coso gommoso in mano che gli sventolo sotto il naso e lui
continua in pena a girare la testa.
-
Ci provavo con lei per evitare che pensasse che fossimo una coppia!
Per te, perchè per me andava bene se lo pensava! Ma ho pensato che
non ti sarebbe piaciuto! E poi poteva riconoscerci dopo! Prego,
comunque! - Dopo di questo mi giro e getto il vibratore sul letto e
mi chino alla valigia per terra per prendere le cose per dormire.
-
Cris... - Mormora capendo d'averla fatta grossa. Ecco, dovevo gridare
perchè lo capisse!
Cazzo!
Mi
alzo e faccio per infilarmi in bagno ma mi blocca la strada.
-
Cris... - Continua cercando un dialogo che non voglio, quindi torno
al letto e mi spoglio davanti a lui. Se è questo che vuole
l'accontento.
Mi
tolgo la maglietta ed i jeans e resto in boxer, poi mi metto la
canottiera bianca. Dormo solo con questa. Getto i vestiti per terra
ed ignoro il vibratore che lascio di proposito sulla sua parte di
letto. Mi volto dall'altra parte ed aspetto.
Alla
fine mi lascia un momento per sbollire, lo sento che si cambia anche
lui e sale sul letto, chiude la luce ed al buio la sua mano mi
carezza leggera il fianco. Risale la vita e scivola sul davanti.
Così
mi uccidi, piccolo stronzo.
Cerco
di porre resistenza ma mi bacia la schiena, proprio sotto il collo.
Come
quel giorno.
Dio,
non può fare così ogni volta che litighiamo. Così è lui che mi ha
in pugno.
Dove
andremo a finire?
Se
vuole che siamo solo amici non è questo il modo per esserlo.
Io
penso che lui non voglia solo amicizia da me. Penso che vuole
esattamente che forzi la mano.
E
dopo di questo non ho dubbi.
-
Scusa Cris... ho esagerato. Hai ragione. È che ho visto che ci
provavi con lei e mi sono sentito preso in giro. Pensavo che non eri
davvero chi dicevi di essere, che l'avevi fatto solo per torturarmi e
divertirti con me e... e poi... - visto che non mi muovo ancora,
prosegue piano piano. Un piccolo mormorio dolcissimo.
-
Ero geloso... - ammetterlo è un grande passo, per lui.
Sorrido
perchè non mi vede. Come farò a stare davvero arrabbiato con lui?
-
Mi perdoni? - E' steso dietro di me, con un gomito si sorregge e con
l'altro braccio mi circonda. Mi bacia la schiena e la spalla. Mi fa
rabbrividire. Mi fa morire.
Non
andrò avanti per molto così.
Gli
prendo la mano sul mio petto e intreccio le dita.
Siamo
fidanzati?
Sono
confuso. Ci stiamo comportando da fidanzati... ma ne ha la più
pallida idea?
Io
penso di no...
-
Va bene... è passata... però per il futuro sappi che sono
assolutamente gay ma mi sforzo di stare con le donne, quando capita,
per deviare un po' le voci. - Riassumo un po' il tutto, poi mi giro
per vedere se mi bacerà.
Mi
sistemo sulla schiena ed è come se mi stendessi fra le sue braccia.
Si
sposta appena per farmi posto, le dita rimangono intrecciate, non lo
lascio andare.
Lo
guardo in viso, siamo entrambi tristi per la serata sprecata. È
penombra ma ci vediamo perchè gli scuri sono aperti e da fuori le
luci della città entrano.
Devono
essere delle luci dannatamente belle.
-
Mi dispiace. Scusami. -
Torna
a dire. Siamo separati da pochissimi centimetri e aspetto sia lui a
fare ciò che vuole.
-
Basta così. Non posso stare arrabbiato con te. Non dubitare di ciò
che ti dico, però. Se ho detto che provo qualcosa per te ricordalo
sempre. Se mai mi capiterà di cambiare te lo dirò subito. Però ora
come ora sei tu nei miei pensieri. - Avevamo detto di aspettare per
queste cose ma siamo stesi nello stesso letto e siamo attaccati l'uno
all'altro.
Le
mani unite.
Mi
sembrava il momento.
Sorride
dolcemente ed accetta ciò che gli dico.
È
indeciso su cosa fare, penso vorrebbe baciarmi ma non osa, si dice
che se lo farò io non mi manderà via ma non osa farlo per prima.
Allora decido di facilitargli la vita.
-
Vieni... - Così dicendo, con un luccichio strano negli occhi, mi
alzo dal letto e me lo tiro per la mano che tengo ancora. Lui mi
segue alla finestra, affacciati gli mostro lo spettacolo di Madrid
illuminata di notte.
Siamo
ad un ultimo piano e si vede bene, la visuale è splendida ed è una
cosa che non dimenticherò mai.
Lui
si ferma accanto a me e lo circondo da dietro portandomelo davanti,
seguo un istinto che mi ero ripromesso di controllare. Ma come ho già
detto, non sono davvero bravo in questo.
Si
lascia fare, lo cingo con le braccia e lo tango a me, appoggio poi il
mento sulla sua spalla e ammaliato quanto lui dallo spettacolo,
mormoro piano.
-
Questa è la nostra nuova casa. - Riferito alla città.
-
E' bellissima. - Io annuisco ma penso che lo sia di più questo
momento che è perfetto.
Non
siamo niente e siamo tutto quello che ci piace essere.
Se
vogliamo abbracciarci lo facciamo, se vogliamo baciarci lo facciamo
ma non siamo fidanzati, non ci sono impegni fra noi, non ci sono
doveri. Non dobbiamo parlarne se non quando saremo pronti.
Quindi
va bene così.
Va
bene.
Lo
stringo e basta, non insisto su niente. Penso che lui vorrebbe
baciarmi ma non osa, interrompere il contatto visivo con questo
spettacolo sarebbe un peccato. Così rimaniamo attratti da queste
luci e da questa città che vedrà tutto di noi, in questi anni.
Lentamente
vedrà ogni cosa.
Anche
il nostro amore.”