CAPITOLO
XXXIV:
TI
ASPETTERO'
“Il
suo discorso mi ha lasciato basito, non me lo aspettavo. In realtà è
profondo, non sembra però è così. È bello saperlo, anche se è
sconvolgente trovarsi faccia a faccia con queste cose... come si fa
ad accettarle e basta?
Accettarci...
Sarebbe
bello riuscirci ma a volte vieni a sapere cose di te che non sei
pronto ad affrontare.
Visto
il caldo decidiamo di riposare un po' e poi di uscire stasera,
partiremo domani per la sua villa, faremo un po' di vacanza in
isolamento. Poi quando mi sentirò meglio andrò in Brasile dove mi
aspettano Carol e Luca.
Potrebbero
richiamarmi al club per delle cose da fare urgenti, quindi è pratico
rimanere nei paraggi,ma soprattutto è un buon metodo per
riprendermi.
Sono
ancora tutto scombussolato, sono stato così fuori di me da quando mi
hanno fatto firmare che fino ad ora penso d'aver vissuto in modalità
automatica.
Devo
ritrovare la lucidità. Ho bisogno di staccare da tutto e da tutti e
stare con l'unica persona che sa tutto di me.
Non
so come sia possibile che uno relativamente sconosciuto sappia tutto
di me. Forse non lo è.
Sconosciuto,
dico.
Lui
sa della mia vera natura, sa che sono confuso, sa che sto cercando di
capirmi. E sa quanto male sto per aver lasciato la mia squadra, i
miei amici, casa mia.
E
soprattutto sa il grande problema che ho con Carol. L'adoro ma non è
la persona che amo. Cioè la amo ma più come ad una grande amica,
non come mia moglie. Non è la persona più importante, per me. Ogni
volta che la sento e la vedo ho paura che possa accorgersene.
Ora
come ora sono troppo fuori di me per affrontarla, mi serve solo un
pochino di tempo per me stesso, per riprendermi almeno un po'. Poi
potrò guardarla di nuovo e tornare alla vita di prima.
Un
giorno riuscirò a decidere cosa fare.
Adesso
non ho la testa per farlo.
Mi
stendo sul letto ripensando ancora al nostro discorso di prima. A
volte mi sento così pesante che ho paura di non riuscire a
rialzarmi.
E
poi lui mi fa questo discorsi sull'essere sé stessi e
sull'accettarsi che non so proprio dove guardare per primo.
Non
è facile. Non lo è proprio.
Mi
stendo nel letto mentre lui è ancora in bagno ed il sonno del dopo
pranzo mi schiaccia gli occhi, lentamente mi addormento staccandomi
completamente da me.
Sogno
Cristiano nudo, penso che sia normale visto tutto quello che mi sta
facendo in un solo giorno.
Non
so come ne uscirò da questa vacanza ma è anche vero che riesco ad
essere onesto solo con lui, è una cosa che non mi era mai capitata.
Sono
sconvolto, per questo non riesco ad escluderlo come dovrei.
Mi
tormenta in ogni modo ma mi piace, non lo posso negare.
E
sognarlo nudo è quasi un'abitudine, ormai.
Lo
desidero.
Lo
desidero tantissimo, è inutile che menta a me stesso.
Quando
mi sveglio dormo abbracciato, come sempre, a qualcosa. Correzione.
A
qualcuno.
E
chi vuoi che sia? È lui che dorme con me!
Dopo
che però mi rendo conto che sono a diretto contatto con la sua
stessa pelle, apro gli occhi veloce e di scatto, è un risveglio
traumatico e sono subito frastornato.
La
sua schiena. Nuda. Come l'ho sognato.
Stacco
la testa e sciolgo le braccia. Non faccio attenzione a non
svegliarlo, si muove subito e si gira verso di me, si sveglia
assonnato e mi guarda con un sorriso velato.
Resto
sospeso per un istante, l'ho mollato e continuo a guardarlo come in
estasi. Farà qualcosa? Il cuore mi parte. In realtà aspetto proprio
questo. Che faccia qualcosa. Di solito lo fa. Non me la fa passare
liscia.
-
Scusa... - Mormoro consueto perchè lo abbracciavo.
-
E di cosa? - Chiede non capendo.
-
Ti stavo abbracciando di nuovo. - Sorride e nasconde il viso sul
cuscino.
-
E ti devi scusare di questo? -
Arrossisco.
-
Beh, non è proprio... -
-
E' bellissimo essere abbracciati mentre si dorme. Specie da te! Non
devi scusarti! -
Arrossisco
ancora di più.
-
Ok... - Mormoro non sapendo bene cosa dire e cosa fare.
Era
così bello abbracciarlo. La sua pelle è così liscia ed i suoi
muscoli così sodi.
Dio
mio, sono così gay!
Non
ho possibilità di uscita da questa cosa.
Ed
ho solo voglia di tornare ad abbracciarlo, quindi spero che lo faccia
lui, stiamo un po' a guardarci.
È
così carino tutto arruffato. I capelli spettinati non sono perfetti
come sempre. Mentre ci osserviamo a vicenda mi mette un dito sulla
punta del naso e me lo schiaccia come si fa coi bambini, fa un
sorriso un po' particolare che non so decifrare ma mi piace e
ricambio un po' spaesato.
Tutto
qua?
Non
fa niente altro?
Non
cerca di saltarmi addosso?
Poi
lo guardo bene, è solo coi boxer.
Sgrano
gli occhi e torno svelto sul viso, ma ride perchè mi ha già
beccato.
Imbarazzo.
-
Non gradisci la visione? - Chiede senza peli sulla lingua.
Sì
giusto... perchè lui non si vergogna mai di sé stesso!
Come
lo invidio!
Allora
mi giro a pancia in giù e nascondo il viso sul cuscino come aveva
fatto prima lui.
Vorrei
morire, ora.
-
Gradisco troppo! - Mi esce spontanea e lui ridendo in quel suo modo
marcato e rumoroso si tira su dal letto.
-
Allora mi vesto... - Giro di scatto la testa e lo guardo senza
nemmeno sapere cosa aspettarmi. Lui si ferma. - Che c'è, mica posso
andare in giro così! - Ah no?
Fortunatamente
me la tengo per me questa e balbetto qualcosa a proposito del
programma.
-
E' già ora di cena, poi abbiamo deciso di andare in qualche
locale... - Mi ricorda mentre gira per la camera solo con quei suoi
boxer minuscoli e stretti. Non lasciano niente all'immaginazione, si
vede benissimo il suo... beh, il suo inguine. Perfettamente.
Poi
noto che è tutto rasato e che il suo fisico è asciutto come non ne
ho mai visti.
Ogni
muscolo al posto giusto.
È
come un incantesimo, mi ipnotizza. Non riesco a staccargli gli occhi
di dosso.
Come
farò?
Mi
metto a sedere sul letto, le gambe sotto di me e l'aria arruffata,
cerco di riprendermi ma non è facile. Almeno dovrei staccargli gli
occhi di dosso.
Ma
lui è lì che guarda la sua valigia aperta e sceglie i vestititi, li
fissa e si carezza il torace.
Cioè
si tocca i capezzoli!
E
non contento scende sul ventre e poi sul... pacco... che delinea
ancora meglio.
Infila
la mano dentro e si sistema, poi fa altrettanto col dietro. Il suo
sedere è tipo quello scolpito nelle statue. In realtà tutto il
corpo lo è.
-
Hai trovato qualcosa? Sei lì che fissi da un'ora... - Dico sperando
si sbrighi a vestirsi.
Lui
non si gira e non altera il suo tono che resta pensieroso.
-
No e tu? - Avvampo.
-
Io?! - Fingo di non capire... allora lui gira la testa per metà e mi
lancia un'occhiata obliqua delle sue che mi demolisce. Ora non posso
alzarmi senza rivelare una cosa imbarazzante fra le gambe.
-
Anche tu fissi da un'ora... - Non chieso cosa, potrebbe peggiorare la
situazione. Me ne sto zitto ed alla fine corro in bagno sentendo che
proprio non ce la faccio oltre.
Non
è una soluzione, però!
O
mi faccio davanti a lui in modo totalmente volgare, o lo faccio da
solo in bagno. Ma è sempre pensando a lui. O guardandolo.
Non
cambia di molto il risultato.
C'è
sempre la mia mano sul mio inguine che mi soddisfa.
Signore
mio... come ne uscirò?
E
dire che non ha fatto niente, ora. Cioè meno di sempre.
Quando
torno di là mi sono rinfrescato per bene e lui è grazie al cielo
vestito.
Divinamente,
direi.
Non
avevo dubbi.
Intende
uscire, dopo cena. Spero vivamente che non sarà una serata
imbarazzante, ne ho abbastanza. È che i suoi divertimenti sono
famosi, ma se è con me magari si limita. Glielo devo chiedere, poi.
Per
fortuna, comunque, tutto torna ad una specie di normalità. Siamo
entrambi vestiti, ci prepariamo e non parliamo né diciamo cose che
potrebbero ritorcersi contro di me. Quindi tutto bene, in linea di
massima.
Anche
se penso sia uno spreco stare qua da solo in camera con lui senza
nessuna situazione da panico.
Quando
mi rendo conto di quello che ho pensato colpisco di proposito il
piede nel comodino per tornare in me, mi lamento e lui non dice
niente.
È
tutto così familiare fra noi, siamo disinvolti come facessimo sempre
queste cose.
Io
e lui che ci prepariamo per uscire la sera insieme. Come una vera
coppia. Quasi.
Quasi...
perchè non ci ha più provato.
Da...
da stamattina?
Corrugo
la fronte. Che è successo?
È
quello che volevo, no? Che non ci provasse più con me e mi desse
tempo per assimilare, pensare e riflettere. Tornare in me. Vedere che
fare senza pressione.
È
quello che gli avevo chiesto.
Mi
sta accontentando.
Eppure
perchè... perchè ora mi pare che mi manchi qualcosa?
Al
locale c'è molta gente, noi in teoria siamo in incognito ma è uno
di quei posti pseudo sicuri dove gira un certo tipo di gente, non ci
sono giornalisti e curiosi, la clientela è selezionata e se qualcuno
si sente importunato può denunciare il locale, quindi tutti fanno in
modo che l'ambiente garantisca privacy.
Ovviamente
lui riesce ad attrarre comunque la gente come le api col miele.
Del
resto è spettacolare.
Si
è vestito in modo da valorizzare il suo corpo, i capelli è stato
un'ora a farseli ma ne è valsa la pena. Nel complesso splende
proprio. È normale ci provino tutte con lui. Ed anche molti ragazzi
lo puntano, ma cerca di trattenersi.
In
molte lo invitano a ballare. Invitano anche me ma io faccio notare
che sono sposato e che non posso, così mi lasciano in pace.
Insistono solo un po' ma basta mettere in scena Gesù e tutto va per
il meglio.
Se
non che mi rendo conto che Cris forse vorrebbe ballare ma non può
lasciarmi solo, allora penso al mio egoismo ed al fatto che non lo
posso consacrare a me mentre io sono super indeciso, faccio
semplicemente ciò che ritengo giusto.
Allora
lo spingo a ballare almeno un po'.
La
ragazza che vince il trofeo se lo trascina in pista prima ancora che
lui possa dire qualcosa, alla fine ballano e Cris è bravo. Davvero
bravo.
Mi
perdo sul suo corpo perfetto che si muove come una divinità in
pista, sulla musica dance che gli piace. Rotea il bacino contro
quello della ragazza che si allaccia al suo, si infila fra le sue
gambe e l'invidia sale prepotente come un'ondata.
Andava
tutto bene prima che quelle arrivassero.
Parlavamo
insieme, ridevamo e ci divertivamo. Non pensavo più ai miei mille
problemi.
Poi
sono arrivate loro ed io sono qua a guardarlo strusciarsi contro
un'altra!
Cavolo,
mi sento così sciocco... perchè vorrei essere al posto di quella ma
non posso, è una cosa che non farò mai nemmeno se per assurdo mi
mettessi con lui.
A
parte che non mi piace ballare, ma in pubblico, quelle cose... oh,
no...
Eppure...
mi mordo il labbro.
Eppure
forse vorrei.
Non
per farlo ma... per poter essere contro di lui e... e averlo che si
muove così su di me...
Il
calore sale ed è un miscuglio fra mille cose. C'è anche invidia e
gelosia. Lo stomaco si chiude e infastidito distolgo lo sguardo, gli
occhi mi bruciano.
Non
siamo così e fosse per me non lo saremo mai. Significherebbe
complicarci la vita. È già complicata così.
È
meglio che veda di stare con qualcun altro ed io continui con mia
moglie.
È
molto meglio così.
Però
mi brucia e mi fa male. Mi fa malissimo. Mi dà così tanto fastidio
che vorrei solo andarmene, ma se lo faccio lui capisce che sto male e
che non volevo che ballasse. Era giusto lo facesse se lo voleva. Non
stiamo insieme.
No,
non stiamo insieme.
Me
lo ripeto come per torturarmi. O per ricordarmelo.
Ed
alla fine la musica cambia e forse sono contento, perchè lo vedo
tornare. Il tempo di una canzone, quattro o cinque minuti ed io sto
così.
Fantastico.
Gli
basta uno sguardo per capire che ho qualcosa. Forse se l'aspettava.
-
Vuoi tornare in albergo? Ti sei stufato? Ti vedo un po' giù... -
Andiamo, lo sai cos'ho!
Se
ne parliamo però è peggio, lo fa per delicatezza nei miei
confronti. Così continuiamo col buon viso al cattivo gioco. È per
il mio bene.
Finchè
non sarò pronto a parlarne.
-
Se vuoi che restiamo per me è uguale. - Bugiardo, voglio solo
andarmene.
Lui
finisce il suo drink analcolico mentre il mio è finito da un pezzo.
-
Dai, andiamo. - Fa mettendomi una mano sulla schiena. Sulla zona
lombare.
Sussulto
tutto, è come se mi desse una scarica elettrica fortissima.
Oh
mio Dio!
Vorrei
mi toccasse ancora ma la mano scivola via ed io mi ritrovo a
seguirlo.
È
stato delicato. Non è stato davvero antipatico.
Non
riesco nemmeno ad avercela con lui.
E
poi perchè dovrei avercela con lui?
Che
senso ha?
Non
ce l'ha...
In
macchina guardo fuori dal finestrino, l'aria condizionata ci
rinfresca i visi accaldati e la Madrid notturna ci scorre davanti
agli occhi.
C'è
silenzio, non attacca la musica come sempre.
Non
so nemmeno che atmosfera sia. Leggera? Pesante?
Sono
io che sono pesante. Mi sento una zavorra.
-
Non è giusto che stai ad aspettarmi. - Dico alla fine senza nemmeno
programmarlo. Mi esce da solo. Immagino d'averlo pensato per tutta la
serata ma spero mi smentisca.
Lui
sta in silenzio.
-
Io sono indeciso e non so che fare e potrei stare così chissà per
quanto. Non è giusto che tu aspetti me. Se vuoi avere delle storie,
fare la tua vita di sempre, divertirti davvero... devi essere libero
di farlo. Forse è meglio che domani io vada da Carol e tu riprenda
la tua vacanza come pensavi... - Non voglio andare già da Carol. Mi
piace poter essere me stesso con lui.
Mi
piace stare con lui.
Nonostante
tutto.
E,
forse, è solo che mi piace lui e basta.
Mi
mordo la bocca e mi stringo le dita.
Smentiscimi,
Cris, ti prego.
Non
dice niente per tutto il viaggio, poi arrivati in albergo parcheggia,
spegne l'auto e sto per scendere ma trattiene la mano sulla mia per
impedirmi di aprire, così mi giro e lo guardo. Il cuore in gola. È
buio, ci vediamo a stento. Lui profuma ancora ed adoro il suo profumo
così maschile e... da lui...
Inghiotto
a vuoto. Mi riempio gli occhi di lui. Sono terrorizzato. Vorrei tutto
e niente. Non posso andare avanti così.
Che
emozione è mai questa?
Finalmente
si decide a parlare. Il suo viso è abbastanza vicino al mio.
Potrebbe fare qualunque cosa. Non mi muoverò.
-
Non voglio nessun altro che te. Se non ci provo più è perchè
voglio rispettare la tua richiesta di darti tregua finchè non sarai
mentalmente più calmo e tranquillo. Aspetto che tu sia pronto per
affrontarlo. Ma io voglio ancora solo te. Le donne, poi, meno che
mai! - è come se un peso venisse tolto. Un peso che mi schiacciava e
mi toglieva il fiato. E mi ritrovo a sorridere stupidamente come non
ho il diritto di fare. Ma lo faccio e respiro e gli occhi sono
lucidi. Fortunatamente non li vede bene.
Non
so cosa dire. Non lo so davvero, così mi prende la mano e una
scarica elettrica mi attraversa.
Baciami.
Quando
si tratta di lui sono gelatina.
Baciami,
ti prego.
Non
oso chiederlo e farlo per primo. Ma lo desidero.
-
Ti dispiace se ti aspetto? - Chiede poi delicatamente, il tono è
basso, si è avvicinato molto, il mio cuore galoppa. Fallo.
-
Ne sono felice. - Ammetto alla fine. Anche per lui questo è un peso
che si toglie. Sorride in modo molto dolce e, sempre con dolcezza, mi
sfiora le labbra. Fa solo questo. Non approfondisce niente, non le
apre, non le preme, non usa la lingua.
Mi
sfiora le labbra e basta. Ed io chiudo gli occhi catturando questa
splendida sensazione emozionante che mi dà alla testa.
È
di una delicatezza inaudita. Non oserà mai nulla che io non voglia,
per questo mi fido ciecamente di lui e passo questo tempo con lui.
Perchè
so che non me ne pentirò.
E
mi farà bene. Imparerò ad essere onesto con me stesso, forse, o
forse mi ci vorrà ancora più tempo. Però starò bene.
-
Grazie. - Mormoro alla fine. Non so perchè ma mi sento di doverlo
dire, allora la sua carezza sulla mia guancia mi dona ancora più
pace ed in qualche modo sento di essere sulla strada giusta.
In
qualche modo è così.
Non
sono capace di forzare le cose ma non le combatterò con tutto me
stesso come pensavo di dover fare. Sarà più... un abbandonarsi agli
eventi... e vedere cosa succede.”