CAPITOLO
XXXV:
UNA
PICCOLA VACANZA
“Continuo
a sorprendere me stesso e a fare il bravo bambino. Così bravo che
non ci provo più, non più di tanto.
Mi
limito ad osservarlo, mi perdo a fissarlo e lui ogni tanto lo nota,
ricambia ed io tranquillo sorrido.
È
davvero strano quello che ci sta succedendo perchè in realtà non
stiamo insieme ma siamo proprio su quella strada. A volte è come se
lo fossimo.
Quando
lo accetterà sarà fantastico.
Ho
scritto ai miei amici di levarsi dai coglioni e di lasciarmi casa
libera e di scordarsi la mia barca che serve a me, voglio fare questi
pochi giorni solo con Riky, poi dovrò condividerlo già con troppe
persone.
Quando
arrivo casa mia è gloriosamente libera, non era in programma
tornassi ed è presto, quindi per il momento non ci sono giornalisti,
arriviamo tranquilli ed è l'ambiente che serve a Riky.
Non
lo farò uscire di casa in modo che non lo vedano e lo lasceranno in
pace, è quello di cui ha bisogno. Nessuno scocciatore.
La
mia villa è in zona mare mentre la mia barca è giù al porto
privato.
Faremo
un paio di giorni di assoluto relax.
Io
e lui e basta.
Ho
chiesto a mia madre di andare con gli altri nell'altra casa in città
per lasciarmi solo, del resto fino a ieri c'erano i miei amici che mi
aspettavano.
Ho
liquidato tutti e predisposto affinchè tutto fosse perfetto.
La
casa è piena di vivande, non ho idea di come si cucini ma
sicuramente lui che è perfetto lo sa.
Quando
entriamo in casa la prima cosa che faccio è fischiare e nel giro di
poco arrivano i miei due piccoli tesori.
Sono
due cani che mi porto dietro ovunque e che spero dureranno in eterno.
Abelhinha
e Marosca.
Mi
saltano subito addosso come se fossi stato via per mesi, in realtà
sono stati pochissimi giorni.
Mi
fanno le feste, io mi inginocchio e loro mi saltano sopra. Il
piccolo, un dolcissimo terrier, si arrampica davanti e fa come un
bambino, mentre il grande, un esuberante labrador, va dietro e mi
mette le zampone sulle spalle per leccarmi tutto il lato del viso e
l'orecchio.
Passiamo
un paio di secondi a farci le coccole sul pavimento. Loro sono
l'unica eccezione per cui non mi secca riempirmi di peli e di saliva
puzzolente!
Sono
i miei piccoli amori!
La
risata di Riky mi giunge subito, allora mi ricordo dell'educazione e
prendo il piccolo in braccio porgendoglielo, visto che l'altro mi
costringe a terra devo restare seduto come sono.
-
Questo è Abelhinha! - Riky sorride e si accuccia per salutarlo. Lo
prende in braccio e mi sorprende che la bestiola si faccia fare, anzi
gli lecca la faccia.
Riky
ride solare. È splendido quando ride così.
-
Ma come siamo affettuosi! Ciao Abelhinha! Ma è un maschio? - Mi
chiede continuando a ridere sulla lingua che gli solletica il viso.
-
Sì sono entrambi maschi. - Dico contento che gli piacciano e che
stia sul pavimento con me.
-
Ma scusa, è un nome da femmina... - Alzo le spalle.
-
Sono i nomi che mi piacevano. -
-
E lui? - Indica il labrador dietro di me che mi tiro davanti per
farglielo vedere bene. Riky mette giù Abelhinha e carezza l'altro.
-
E' Marosca. - Continua a ridere.
-
Dio mio, ma sono nomi femminili! - Esclama divertito. Non capisco
proprio che cosa ci sia da ridere! Che diamine, sono i nomi che mi
piacevano!
-
Ma loro non hanno la concezione del maschio o della femmina! Anzi, si
inchiappano anche se sono entrambi maschi! Non gliene importa! - La
cosa lo imbarazza ma se l'è cercata.
-
Potrei dire che visto che sono i tuoi cani non mi stupisce niente, ma
spero non ti offenda. - Mi sorprende molto che faccia battute di
questo tipo!
Significa
che si sta lasciando andare e mi piace, infatti rido contento che
l'abbia fatto ed orgoglioso che in qualche modo sia merito mio.
-
Però hai ragione! Non potevano essere diversi! -
Stiamo
ancora un po' a coccolarci con queste creature perfette che non ci
lasciano andare e quando lo vedo davvero rilassato mi alzo.
Prima
era teso all'idea di stare un po' con me da solo, inizialmente aveva
accettato perchè aveva capito che c'era anche la mia famiglia ed i
miei amici, ma poi gli ho spiegato che gli ho chiesto privacy.
Viene
da me perchè ha bisogno di stare solo in un ambiente sereno e dubito
fosse stato sereno con un sacco di estranei che non vedono l'ora di
riempirlo di domande.
Specie
quei debosciati dei miei amici, gay dal primo all'ultimo, che gli
sbavano dietro come indecenti!
Non
glielo presenterò mai!
A
mia madre e alle mie sorelle sì, ma a loro no!
Sono
geloso, non ci posso fare niente!
Già
all'idea di dover incontrare Carol mi si attorciglia lo stomaco.
Fortuna
che ho quella comunemente definita faccia tosta!
Riesco
a fingere in ogni situazione e ne vado fiero.
Gli
faccio vedere la casa, la piscina sul retro, il giardino immenso e
gli do una delle camere libere che noto prima erano occupate da quei
fenomeni.
Quella
benedetta di mia madre ha pulito tutto. Grazie mamma.
Ci
sono solo poche cose che hanno lasciato ma le butto nel cestino e gli
consegno il suo nido personale.
Mi
secca dargli una camera per lui ma essendo che ci siamo solo noi due
e che è tutto libero, non posso mica dirgli che non c'è posto e che
deve per forza stare con me!
Contrariato
lo lascio solo che si sistemi e si metta comodo, io vado subito alla
mia, di camera, lascio la valigia con le poche cose che mi ero
portato e mi infilo subito il costume.
Prendo
gli occhiali scuri, l'asciugamano e sciabatto fino alla cucina dove
prendo dell'acqua e del ghiaccio, poi vado in giardino e punto alla
piscina.
Non
posso chiedere di meglio, ora come ora, di un bel tuffo in santa
pace.
Questi
giorni con Riky sono stati stancanti a modo loro. Ho pensato di
continuo a come comportarmi con lui e non è una cosa spontanea. A
volte lo sono stato però con lui non va mai bene e così trattieni
qui e trattieni lì ed è finita che mi sono sfiancato mentalmente.
Mi
tuffo subito e faccio un paio di vasche senza fermarmi, sfogo i nervi
tesi. Un po' c'è la contrarietà del non essere più attaccati come
prima, un po' l'eccitazione del passare dei giorni soli come due
fidanzati in una casa completamente a nostra disposizione.
Ci
sono tanti pro e tanti contro.
Penso
che sia meglio continuare come ho fatto ieri.
Non
ci provo più apertamente però ogni tanto gli do delle piccole
conferme, o degli incentivi. Qualcosa che gli facciano capire che
penso ancora a lui e che lo aspetto, ma non calco la mano e lo
apprezza.
Non
si sente messo con le spalle al muro e quando si sente perso arrivo
io con qualcosa che lo indirizza.
Una
carezza, uno spogliarmi... so di piacergli, è solo che fa fatica ad
accettarlo.
Anzi.
Non
è nemmeno proprio questo.
Sa
anche lui che gli piaccio e forse anche lo accetta, ma non si lascia
andare.
Fa
fatica in questo.
Vorrebbe
solo essere sé stesso come lo sono io.
Però
ha mille cose che si intromettono.
La
sua fede, sua moglie, suo figlio... e Dio solo sa cos'altro.
Avrò
pazienza.
Ce
la farò.
Quando
smetto di nuotare e prendo fiato, raggiungo un'estremità e riempio i
polmoni affaticati, mi pulisco gli occhi dall'acqua e li alzo
cercandolo. Lui è fermo a fissarmi ebete in piedi poco più in là
rispetto a me.
Mi
sposto verso di lui senza dire nulla, è ancora vestito ed è di
nuovo imbarazzato perchè penso che il mio fisico lo stia uccidendo.
Di questo ne sono lieto.
I
cani scorrazzano felici per conto loro e siamo solo noi due, qua,
ora.
Gli
faccio cenno di avvicinarsi un po' e lui pensa che mi deve aiutare ad
uscire.
Tende
la mano come faccio anche io, me la prende e non ci posso credere che
ci caschi.
È
il trucco più vecchio del mondo!
Infatti
ci casca perchè riesco benissimo ad agganciare il suo sguardo, a
fargli l'occhiolino e a tirarlo giù in acqua.
Lui
fa un urletto poco virile, come tutto di lui, ed io ridendo faccio
leva sul bordo della piscina ed esco in fretta facendogli vedere che
non avevo bisogno di aiuto.
Vado
sulle sdraie dove ho lasciato l'asciugamano e mi avvolgo brevemente,
intanto lo guardo ridendo mentre si dimena e riemerge shockato.
Quando
mi trova mi fissa come se fossi un mostro.
Come
ho osato fare una cosa simile?
Ovviamente
rido come un disgraziato.
È
così buffo in piscina coi vestiti!
-
Cris ma sono vestito! - Lo dice come se non l'avessi notato!
-
Oh fidati che me ne ero accorto! - Dico alludendo al fatto che se
fosse stato nudo avrei apprezzato di più. Non capisce e scuote il
capo, quindi mi stendo nella sdraia al sole e lui esce raggiungendomi
subito.
Mi
metto gli occhiali scuri e lo fisso sfacciato e soddisfatto.
Lui
è tutto agitato ed in fremito, proprio come un bambino che ha fatto
una cosa nuova.
-
Sei matto! Ora come faccio ad entrare così? Bagno tutto! - Alzo le
spalle.
-
Potevi metterti il costume! -
-
Ma non sapevo che stavi facendo il bagno! -
-
E cosa vuoi che facessi? -
Continua
a lamentarsi ed io allungo la mano verso di lui, si avvicina, mi
metto su a sedere e più veloce della luce gli prendo la maglia e
gliela alzo deciso senza troppi complimenti. Lui si trova piegato con
le braccia allungate sopra la testa a sgusciare via.
Quando
riemerge è solo coi pantaloni di tela estivi che mostrano le sue
cosce ed il suo sedere con l'intimo.
Mi
mordo il labbro e alzo gli occhi sul suo torace che non è scolpito
come il mio ma è piacevole lo stesso. I capelli neri tutti
spettinati e bagnati. Sta benissimo. Gli salterei addosso.
-
Spogliati e ti asciughi, così poi puoi andare a metterti il costume.
- Semplice.
-
E non potevi dirmi di spogliarmi invece di farlo tu? - Mi bacchetta
ed io faccio per attaccare i suoi pantaloni, allora si divincola ed
io ridendo torno a stendermi.
-
Quanto sei scemo! Siamo solo noi due ed io ti ho visto in condizioni
ben più imbarazzanti di questa! Spogliati! -
Boccheggia
ed alla fine indignato cerca di correggere un tiro difficile da
correggere.
-
Non è questo! È che il bagno di solito lo faccio in costume! -
Continuo a ridacchiare e lo sbircio con mezzo occhio mentre gli
faccio credere che mi sto crogiolando al sole e che lo ignoro.
Benedetti gli occhiali scuri.
Sospira
e sbuffa, alla fine si decide pensando che non lo guardi. Di cosa si
preoccupa, poi, solo lui lo sa.
Si
toglie i pantaloni e resta con i boxer. Non sono dei boxer molto
larghi perchè altrimenti sono scomodi, però non sono nemmeno troppo
attillati.
Glielo
becco subito.
Sono
bianchi ed è come se non avesse niente addosso.
Amo
i costumi bianchi per questo motivo.
Si
vede tutto e si vede anche come il suo cazzo pende da lato, per il
momento non spunta, è solo un po' storto però sicuramente se si
stende... mi lecco le labbra, pensa che non lo stia guardando e non
ha notato il particolare che sarebbe indecente secondo lui.
Benissimo.
Inizia
il gioco.
-
Mettiti al sole, ti asciugherai subito! - Dico con voce pigra come se
l'avessi solo sentito e non visto.
Si
sente al sicuro?
Alla
fine si stende nella sdraia vicino e sono lieto di vedere che il suo
piccolo gioiello penda dalla mia parte. Si muove e si sistema
ignorando le sue parti intime perchè imbarazza persino sé stesso.
Ma
come è fatto, questo?
-
Ho la pelle chiarissima, se non mi metto la crema mi scotto e non ce
l'ho! - Alzo un sopracciglio e questa volta lo devo guardare, infatti
giro la testa, abbasso gli occhiali scuri e con alto scetticismo
parlo.
-
Sei brasiliano e hai paura di scottarti? - Lui si rende conto
dell'assurdità ma sbraccia imbarazzato e sulla difensiva. E lo fa in
modo delizioso.
-
Senti, lo so, però è così! Io non sono uno che vive sotto il sole,
non vedi come sono chiaro? Da piccolo ero biondo, ho quella pelle lì!
- Non so se sia una cosa umanamente possibile ma non me ne importa.
Mi metto a ridere così tanto che si contorce seccato. Alla fine mi
alzo e metto le mani avanti cercando di smettere di ridere.
-
Ok ok calmo! Vedo se in casa ci sono dei solari... stai tranquillo e
rilassati! -
E'
così delizioso quando se la prende per delle cagate che lo
stuzzicherei di continuo e penso che è proprio quello che farò.
Mi
sa che mi divertirò parecchio.
Quando
torno fuori lui sta meglio, stringe gli occhi e cerca solo di godersi
il sole ma sembra che sia sottoposto ad una tortura.
Davvero
non gli piace il sole?!
Ma
è brasiliano!
Non
può essere!
Gli
metto i miei occhiali scuri e dapprima fa uno scatto di sorpresa, poi
si rilassa capendo che sono io.
Accetta
gli occhiali e mi ringrazia.
Io
sorrido apparentemente dolce. Apparentemente.
-
Chiudi gli occhi e rilassati, te la metto io. - Eh certo, specie
perchè è a pancia in su e posso divertirmi per bene!
Cris,
ricordati che ci devi provare con lui ma non sfacciatamente. Solo un
pochino, giusto qualche assaggio.
Allora
mi siedo nella sua stessa sdraia, sul bordo, e faccio scendere della
crema sul suo petto.
Trattiene
il fiato ma poi torna a respirare calmo. Calmo per modo di dire.
È
un respiro molto corto.
È
teso.
Bene.
L'espressione
che ho è da squalo, me ne rendo conto da solo, ma non riesco a
controllarla in certi casi.
Mi
piace troppo questo ragazzo.
Gli
passo le mani sul petto, è ancora umido ma è caldo per il sole e la
pelle comincia ad asciugarsi.
Rabbrividisce
al mio contatto, carezzo a lungo i suoi pettorali e mi soffermo sui
capezzoli di proposito, languido mi sposto sul ventre. Pigramente mi
muovo senza fretta mentre la crema si asciuga e si assorbe.
Trattiene
il fiato, ora. Sto scendendo. Mi lecco le labbra.
I
suoi boxer bianchi non sono ancora asciutti per fortuna e posso
vedere bene tutto quanto. Cose che comunque ho visto abbondantemente
già.
Però
è questo che mi piace.
Come
si arricciano sull'inguine e come spunta la sua punta da lato.
Mi
metto altra crema sulle mani e arrivo sulle cosce, lui apre gli occhi
e mi guarda, lo capisco perchè sposta la testa verso di me, io gli
lancio uno sguardo che dovrebbe tranquillizzarlo ma penso che in
realtà gli faccia l'effetto opposto.
Si
succhia il labbro.
Bravo,
succhialo.
Le
mie mani spalmano la crema sulle cosce ed inizialmente sembra non ci
sia niente che non va, scendo sulle ginocchia e poi torno a mettere
altra crema nella parte inferiore. Gli alzo leggermente la gamba e
passo i polpacci. Non serve tutta questa metodicità però è una mia
effettiva caratteristica. Mi ci perdo proprio.
E
poi le mie dita arrivano ai suoi piedi e lui alza di più la testa
incuriosito su cosa io stia per fare.
I
piedi.
Non
nascondo che mi piacciono.
A
me piace ogni parte del corpo di qualcuno, di conseguenza anche i
piedi.
Non
nego che quando me li toccano in un certo modo mi sciolgo, ci sono
dei punti erogeni precisi lì sotto. Ognuno ha i suoi.
A
me, ad esempio, fa impazzire quando mi toccano le dita in questo
modo.
Lo
faccio a lui e trattiene il fiato.
Faccio
un sorrisetto malizioso.
-
Soffri il solletico? - Si potrebbe credere ma non penso sia questo.
-
Sì ma non è questo... - Mormora piano. Accentuo il sorriso che lo
mette a disagio, poi l'atmosfera continua a cambiare. Non sto facendo
niente. È strano spalmare la crema a qualcuno ma è così ingenuo
che non ci arriva da solo ed io posso fare una cosa equivoca come se
fosse normale, la rendo anormale perchè con un semplice massaggio ai
piedi lo sto seducendo.
Appoggia
la testa all'indietro e si lascia andare, non immaginava lontanamente
che una cosa tanto poco sexy potesse essere dannatamente erotica.
Ma
io so come farlo.
La
crema ormai è bella che andata ed assorbita e comunque è al gusto
di un qualche frutto di cui non ricordo più.
Gli
alzo ancora un po' il piede, una mano lo tiene per sotto e l'altra
intorno alle dita.
So
per certo che è in difficoltà ed in piena tempesta ormonale perchè
so quanto bello sia.
E
so che non sta guardando.
È
così che semplicemente lo faccio.
Con
la punta della lingua arrivo sul dorso del suo piede e risalgo
sull'alluce.
Ogni
parte sua è estremamente curata, si era fatto una doccia ed un bagno
in piscina, più pulito di così si muore.
Sa
di cloro e di crema al lampone.
Trattiene
un gemito. Gemito che lascia andare quando avvolgo il dito con le
labbra.
Sospira
profondamente e stimolo coi polpastrelli un punto sulla pianta, un
punto preciso che so provoca sempre belle sorprese, geme il mio nome.
Non
pensavi potesse essere così bello, dì la verità.
-
Ti piace? - Chiedo sfacciato con le labbra sulle dita.
Mugola
di piacere. Penso sia un sì..
-
Vuoi che continui? - Chiedo malizioso.
Annuisce
ma fingo di non capire ed allora lo dice.
-
Sì... sì continua... -
Così
lascio andare questo piede e mi occupo dell'altro, lo massaggio un
po' con gli scarsi residui della crema, la pianta, le dita. Gioco con
le dita e lui torna a respirare piano.
Allora
quando lo vedo pronto torno a leccarlo. Non faccio grandi cose. Mi
limito a leccargli leggero il dorso e di nuovo l'alluce. Glielo
succhio.
Un
esperto potrebbe anche dire cosa significa una cosa simile ma a me
non importa.
Interessa
solo che a lui piaccia.
E
piace anche a me.
Per
lui potrei fare qualunque cosa. Anche la più indicibile.
Gli
farò scoprire cose di sé che non immaginava. Lo spingerò a livelli
impronunciabili.
Perchè
io so che la natura umana arriva in profondità così inesplorate che
nessuno oserebbe guardare. Ma io sono il provocatore per eccellenza.
Amo arrivare dove gli altri non arrivano.
E
lui lo porterò con me.”