CAPITOLO
XXXVII:
DUBBI
E TORMENTI
“Porca
puttana, possibile davvero che Dio mi debba battere?
Possibile
che io debba rinunciare a Riky per... per uno che non si fa nemmeno
vedere?
Che
non è fisicamente qua?
Io
ci sono, io sono qua, Riky mi vede, mi tocca, mi sente... e sono
disposto a tutto!
Perchè
deve rinunciare a tutto questo per uno che non è fisicamente qua e
che forse non gli importa nemmeno?
Forse
gli sta bene che faccia quello che gli pare finchè non uccide e non
fa un crimine!
Oh,
ma che ne so!
Sta
qua a... non so, piangere? Mi sta attaccato addosso tremante e sta
male e mi stringe in un modo che mi toglie il fiato. Ed io lo tengo a
me.
E
sento quanto male sta.
Non
sa cosa fare, non ne ha idea ed è pieno di... di cose... domande...
dubbi... e sta andando giù. Lo sento.
Perchè
deve andare bene così?
Possibile
che per Dio ci si debba ridurre così?
Io
ci credo, so che ci sei... però guardalo!
È
giusto che stia male così?
La
sua natura è questa e lo sta portando ad innamorarsi di me. Ha
sbagliato a sposarsi presto ma l'ha fatto per seguirti.
Per
sentirsi più degno di Te.
Perchè
se non lo faceva magari si sarebbe messo con un altro ragazzo e si
sarebbe sentito lontano da Te. Quindi si è intestardito a sposarsi
ed era troppo presto!
Non
l'amava, non l'ha mai amata!
Era
solo perfetta, tutto qua!
Non
capisco proprio... non è che lui ha sbagliato perchè voleva
allontanarsi da Te, ha sbagliato per sentirsi più degno di Te, per
fare ciò che pensava Tu ti aspettassi da lui.
Ed
ora è qua intrappolato in ciò che è ed in ciò che deve.
È
giusto?
È
giusto che stia così e che magari rinunci a sé stesso e al vero
amore perchè ormai quel che ha fatto resterà per sempre e Tu non lo
puoi semplicemente lasciar andare?
Davvero
non c'è una cazzo di seconda possibilità?
Ci
deve essere!
Deve!
Perchè
ricordo che mia madre mi diceva che tu sei grande e che capisci
sempre e che perdoni sempre e che fai in modo di non perderne nemmeno
uno!
Ma
così lo perderai perchè puoi giurarci che se Riky si soffocherà
pensando che è questo che Tu ti aspetti... o pensando che ormai un
matrimonio non si cancella... e quindi in ogni caso sarà un gesto
per Te... sappi che lo perderai, un giorno.
Sappilo!
Perchè
in questo modo ci si perde.
Io
non resterò a guardare, a costo di calpestare tutto e tutti, non
lascerò che affondi e che perda sé stesso e la sua anima nel
disperato tentativo di compiacerti!
O
gli dai una seconda occasione o prenderò io tutto nelle mie mani!
E
poi non lamentarti che sono stato un cinghiale!
Dopo
questo sfogo interiore fra me e Dio e dopo un perfetto silenzio, lo
faccio alzare.
-
Andiamo a dormire... - Mormoro piano e delicatamente. Allo stesso
modo, con il braccio intorno alla sua vita, lo spingo verso casa e
l'accompagno alle camere. Lo lascio nella sua ma è così spossato e
abbattuto che quando passo oltre mi prende la maglietta e mi
trattiene, mi giro sempre in questo buio quasi completo ed intimo, i
suoi occhi sono grandi.
-
Non voglio dormire solo. - Sta male fino a questo punto.
Stringo
le labbra, quanto è alta la mia soglia di sopportazione?
Quanto
potrò stare con lui e rispettarlo nel non saltargli addosso?
Un
giorno penso che lo scoprirò.
Nel
frattempo, visto che non so mai dirgli di no, torno a circondarlo con
il braccio e me lo porto in camera.
Poiché
era già in shorts e maglietta leggeri, come anche io, ci mettiamo
così nel letto e per la prima volta non mi spoglio per dormire.
Si
accoccola verso di me e non gli do la schiena. Mi abbraccia subito ed
io ricambio.
Così
il suo respiro veloce torna regolare e si calma.
Ha
un caos dentro ma un giorno riuscirà a dipanarlo.
È
che sono terrorizzato anche io.
Sono
terrorizzato dal fatto che questa guerra potrei perderla e quando
penso che sia una guerra mi chiedo contro chi sto combattendo
davvero.
È
Dio?
È
la fede di Riky?
Riky
crede in Dio.
Però
ci credo anche io ma in modo diverso da lui. Il fatto è che Dio
resta uno. È come lo vedo io o come lo vede lui?
In
ogni caso è diverso, in questo caso specifico, dire che combatto
contro Dio. Combatto contro il modo in cui Riky vede Dio.
È
diverso.
Sta
a me riuscire a fargli capire che le cose sono meno assolute di come
le vede lui, che ci sono le sfumature. E che deve aggrapparsi ad
esse.
È
questa la mia vera guerra.
In
vita mia non ho mai pensato di perdere una partita, però ora ne ho
paura perchè non c'è una palla da infilare in porta.
C'è
Riky ed il suo cuore.
Ed
io ho paura di perderlo prima ancora di averlo davvero.
Ho
molta paura.
Moltissima.
Il
mattino non potevo chiedere di meglio.
Lui
che mi dorme sopra e mi circonda col suo braccio come se fosse il mio
ragazzo.
Penso
che forse mi sto illudendo di riuscirci, penso che potrei fallire e
penso che sia la prima volta che mi trovo a dubitare di me così.
Forse
è solo l'enorme paura di perderlo. Di non farcela. Cioè è quel che
potrei perdere. Conta troppo per me.
Non
ci devo pensare molto però è vero che sto per perderlo. Potrei
perderlo. Mi sto illudendo?
Lui
mi sta usando per capire la sua sessualità ma in realtà non si sta
prendendo davvero, non si sta innamorando.
Non
lo so davvero, vorrei avere più certezze ma al tempo stesso se
rischiassi con qualche espediente potrei peggiorare le cose. La
verità è che ci tengo così tanto che ne sono terrorizzato.
Cosa
posso fare?
Passo
un paio di minuti ad osservarlo, non mi muovo, non voglio svegliarlo.
Poi
gli carezzo il viso. Mentre mi dorme sopra è così rilassato e
sereno.
Gli
scosto le ciocche dalla fronte e lo faccio con un dito, poi scendo
sulla guancia e dopo arrivo alle sue labbra. Sono carnose e
bellissime. Quando è naturale sembrano quasi imbronciate. Poi sanno
tirarsi in un sorriso così bello che... beh, ultimamente è un po'
triste, lo ammetto.
Non
è lo stesso sorriso di quando l'ho conosciuto.
L'ho
rovinato?
Mi
dico sempre che gli ho solo aperto gli occhi però... forse mi illudo
ancora.
Quando
li apre lui, mi cerca e mi trova illuminandosi in un sorriso timido,
però stringe la presa del braccio e lo fa di riflesso. Per un
momento è confuso, forse sognava che stavamo insieme ed era così
vivido che gli sembra sia vero. E forse gli piaceva molto.
Rimango
sospeso con le dita sul suo viso, sulle sue labbra, aspetto a fare e
dire qualunque cosa fino a che, ancora confuso e convinto di essere
nel suo sogno, alza la testa, la gira e mi sfiora le labbra. Sono
entrambe chiuse ed onestamente non me l'aspettavo, quindi rimango
ebete così, senza reagire. Lui si ritrae e subito si rende conto che
non era un sogno e che era sveglio. Si fa serio, impallidisce e
sconvolto si mette la sua mano sulla bocca mortificato ed
imbarazzato.
-
Scusa io... io pensavo di essere ancora nel sogno e... non mi sono
reso conto di essere sveglio... non... - Sorrido divertito e gli
carezzo la nuca spettinandogli i capelli tutti mossi.
-
Ehi, mi hai solo toccato le labbra, non è successo niente. Cosa
sognavi, comunque? - Chiedo mentre approfitta per sbollire
l'imbarazzo mettendo il viso contro il mio collo. È il suo posto
preferito ma ogni volta che lo fa mi uccide, non va bene mio caro.
Poi
è mattina ed ho già l'alzabandiera di mio...
-
Stavamo insieme... ci stavamo baciando e mi piaceva. Però eravamo
stesi. Penso che fosse quella notte a Roma. Così... così mi sono
confuso quando mi sono svegliato. - Oh ma come faccio ad avercela con
lui? È così dolce!
Mi
fa sorridere ancora di più. Mi illumino proprio in realtà.
E
poi mi parla contro il collo, gli devo spiegare che se lo fa mi
eccita ancora di più!
-
Beh, è successo davvero, che problema c'è? - Cerco di
sdrammatizzare ma lui continua. Sempre senza alzare la testa. Mi sta
uccidendo così, chiudo gli occhi e cerco di controllarmi, non è
facile.
-
Lo so però avevo deciso di aspettare e tornare lucido, capire con
calma cosa fare, cosa voglio, come affrontare... sono ancora troppo
confuso e ti bacio così, dopo che ho fatto una serie di discorsi
infiniti e... - Non continuare o non rispondo di me... - ed insomma,
non è coerenza la mia! Devo stare attento! -
-
Riky se non la smetti di parlarmi sul collo ti faccio vedere io che
problema c'è! Un problema che ho fra le gambe! - Sono volgare, mi è
scappato, ma potevo essere peggio.
Riky
smette di parlare ed alza la testa di scatto. Grazie. Non ce la
facevo più. Mi guarda. Ok, è anche peggio, mi resta vicino e mi
guarda con le labbra serrate e gli occhi spalancati tipo un gatto.
-
Scusa io... non pensavo che... - Ma inavvertitamente -o forse molto
avvertitamente- la coscia attorcigliata alla mia si muove e finisce
che sente cosa di cui parlo.
Avvampa
ancora di più e si tira su di scatto, si tira le gambe sotto di sé
e si siede dritto in mezzo al letto, i capelli sparati per aria,
arruffato. Mi fissa sforzandosi di non scendere sul viso ma poiché
dormiamo scoperti visto il caldo, si vede tutto benissimo. Io di
riflesso abbasso il mio sguardo per vedere in che condizioni sono ed
è bello evidente, c'è la montagnetta anche se ho gli shorts e la
maglia senza maniche di ieri sera.
-
Ecco io... io... - Cerca di dire qualcosa ma non sa cosa ed alla fine
mi alzo a sedere e metto le mani avanti, letteralmente.
-
Dai non è successo niente. È normale di mattina, se poi mi parli
sul collo... sta tranquillo, non è niente. - Non so se lo convinco
ma per vedere se ho ragione abbassa la testa e si guarda, in effetti
non è proprio a riposo nemmeno il suo.
Ora
sarebbe un attimo saltargli addosso e farmelo. Cederebbe subito. È
così fragile.
Però
non vuole. Non posso essere così meschino. Non posso, vero?
Però
anche il fatto che quando è giù od imbarazzato si nasconda contro
il mio collo... è una cosa che mi fa sperare. Non è normale, no?
Mi
confonde un sacco. Sono io che non so cosa pensare in realtà.
Si
mette istintivamente le mani sopra e stringe le gambe in modo
infantile, è come un bambino con la sua prima erezione, è in
difficoltà e non sa cosa fare. Mi viene da sorridere e lo faccio,
penso di fare peggio perchè il colorito è davvero acceso, ora. Gli
piace questo tipo di sorriso?
Sono
malizioso.
Mi
protendo verso di lui e non mi copro per niente, ora ha gli occhi
fissi lì ma quando gli sono a pochi centimetri dal viso mi fissa di
nuovo.
-
Va tutto bene. - Gli dico scivolando sulla guancia e baciandolo in
modo apparentemente casto. Molto apparentemente visto che apro la
bocca e glielo do più umido e bagnaticcio che posso.
Alza
la spalla istintivamente. Ma quanto può essere dolce? Voglio
mangiarlo, altro che lasciarlo andare.
Cris,
controllati.
Devi
controllarti. Non hai scelta.
Controllati.
Mi
separo prima di cercargli la bocca e prima di alzarmi concludo quasi
come una promessa, in un certo senso.
-
Vado in bagno, tu sta pure qua. - Mi alzo e lui mi segue con lo
sguardo senza capire.
-
No io non ho più sonno... - Andando via mi fermo, mi giro, lo guardo
ironico e malizioso. Davvero tanto. E per fargli capire cosa intendo
mimo con la mano il movimento inequivocabile della masturbazione.
-
Non so tu ma io se non me ne faccio una ora sembrerò un maniaco
tutto il giorno. E già di norma lo sembro! - Questa lo fa un po'
ridere ma è più che altro imbarazzato, quindi lo lascio solo e mi
chiudo in bagno.
Una
volta qua mi appoggio alla porta chiusa e faccio subito il lavoro che
il mio amico qua sotto richiede. Certo se fosse Riky sarebbe meglio,
ma devo cercare di trattenermi. Non posso sempre saltargli addosso.
Certo
che l'ho fatto lì con lui tante volte e l'ho fatto apposta ma ora...
ora era diverso.
Se
l'avessi fatto ci saremmo saltati addosso davvero e non so se sia
veramente pronto, ora. Penso di no.
Dio,
non lo so.
Vorrei
sapere ma non ho la più pallida idea di nulla.
Quando
esco è lì che mi fissa, steso sul letto a pancia in giù e la gamba
destra piegata di lato mentre la stessa mano è ancora sotto di sé.
Non si muove, significa che ce l'ha fatta.
Sorrido
malizioso, penso che ormai non potrò farne a meno, mi spiace.
-
Fatto? - Ho pure la sfacciataggine di chiedergli.
Lui
gira la testa contro il cuscino ed io rido come lo stronzo che sono,
poi esco alla volta della cucina per il caffè.
Quando
mi raggiunge ha le lenzuola in mano ed è sempre rossissimo in viso.
Sto
per mangiarmelo di baci ma mi trattengo.
-
Sono da cambiare. Dove le metto? - Se diceva che si era fatto una
sega ed aveva sporcato le lenzuola con lo sperma era meno
imbarazzante!
Penso
che ormai sono perso.
Ridendo
gli dico che c'è la lavanderia sotto le scale e sparisce subito.
Povero,
imparerà. Imparerà tutto.
Ed
imparerà anche benissimo.
La
sua espressione è sempre impacciata ma piano piano va meglio, io non
ne parlo più e lui di questo me ne è grato penso.
-
Dormito bene? - Forse non era questo il modo per cambiare discorso.
-
Sì... grazie... ieri sera ero un po' scosso da quello che abbiamo
parlato e avevo bisogno di qualcuno... io a volte sono un po'...
appiccicoso... - Non sa nemmeno cosa dire. Gli presento il caffè e
tiro fuori fette biscottate e nutella, cose che non mancheranno mai
qua. Poi mi siedo e comincio a spalmare imbrattandomi le dita. Ma lo
faccio con molta cura, la stessa quantità in tutte e senza lasciare
vuoto nemmeno un millimetro. Sono molto metivoloso e perfettino
quando faccio le cose. È una mia caratteristica.
Lui
si perde ad osservarmi e quando gliele presento sono tutto sporco di
nutella ma non è un problema. Mi lecco le dita. Anche quello lo
faccio con molta cura.
Non
lo faccio proprio di proposito ma quando lo guardo ha la bocca semi
aperta ed è perso su quel che faccio, inarco le sopracciglia e gli
chiedo senza parlare cosa ci sia, lui scuote la testa e mangia.
Quando
finisco e afferro la mia fetta, lui continua a guardarmi.
-
Sei sporco sulla guancia... - Mi fa.
-
Dove? - Mi indica il punto sulla sua ed io cerco di pulirmi ma non
becco il punto così si sporge e mi pulisce lui, ovviamente non mi
faccio sfuggire l'occasione per prendergli la mano e leccargli il
dito.
Arrossisce
ed io gli faccio l'occhiolino.
-
Grazie. -
Sorride
imbarazzato e torna alla colazione.
Quando
finiamo è lui quello che ha l'angolo della bocca sporca di nutella
ma io queste cose le faccio con stile o non le faccio.
Infatti
mi alzo, mi chino su di lui che mi fissa spaventato, gli prendo il
mento fra le dita, glielo alzo e poi lo pulisco dalla nutella.
Con
le mie labbra aperte e la mia lingua. Lo lecco e lo succhio come una
specie di bacio.
Proprio
all'angolo delle sue.
Ebete
e perso mi fissa direi sognante e speranzoso che non la pianti.
Invece questa volta mi diverto ad alzarmi e lasciarlo.
Sono
proprio stronzo quando mi ci metto, ma lui non è sicuro quindi non
posso certo forzare la mano!
Che
puttana che sono.
Vado
al lavandino e mi lavo le mani ed il viso, quando mi giro è ancora a
fissarmi a bocca aperta. Che tenero che è!
-
Ascolta, ti va un giro in barca, oggi? - incapace di capire cosa
c'entri il giro in barca con quello che è appena successo, cioè
niente, annuisce e si stringe nelle spalle.
Lo
distrarrò per benino.
Deve
smetterla di pensarci di continuo che tanto non serve a niente!
Ed
io so come fare.”