*Credo
che mi odierete perchè mi sono fermata come mi sono fermata e credo che
sono stata effettivamente cattiva. Ah, usate i ventilatori! Dunque...
non metto i link alle canzoni ma sappiate che in quell'estate (2009) le
canzoni che andavano tanto sono I know you want me di Pitbull e Poker
Face di Lady Gaga, lo specifico perchè al di là del gusto personale
sono le canzoni che Cris ascoltava (lui segue la moda riguardo ogni
cosa, specie la musica), e si addicono al momento in cui nel capitolo
vengono usate. Si addice specie 'So che mi vuoi'. Beh, leggendo
capirete. Il prossimo sarà domenica e non devo dire cosa aspettarvi!
Buona lettura. Baci Akane*
CAPITOLO
XXXIX:
UN
ULTIMO RICORDO
“E'
stato semplicemente sconvolgente. Non so proprio come ci siamo
arrivati ed onestamente non me lo aspettavo, penso che lo volesse al
punto da non poterne più fare a meno.
Perchè
lui lo vuole sempre solo che si trattiene perchè pensa che non vada
bene.
Però
prima o poi il suo istinto prenderà il sopravvento. Per ora è solo
per qualche momento, poi torna in sé e se ne pente. Io lo so che se
ne pente e sta male. Per questo ora bisogna parlare e trovare una
soluzione.
Non
so nemmeno io cosa sia giusto fare, cosa sia meglio.
Vorrei
solo obbligarlo a guardarsi in faccia, però non si tratta di me. Non
voglio che mi odi. Voglio che mi ami. E mi ami per sempre.
Quindi
devo sforzarmi di fare le cose per bene. Per una volta è così.
-
Prima o poi non riuscirai più a tornare indietro. Prima o poi andrai
oltre ogni cosa, non troverai la forza di fermarti e tornare in te.
Andrai oltre per davvero ed allora non potrai più ignorarlo o
fingere che non sia stato. - Forse sono duro, cerco di non esserlo ma
onestamente non so nemmeno io cosa fare con lui.
Si
guarda le ginocchia piegate e se le abbraccia colpevole di un qualche
grave reato. Si vergogna di sé stesso. Non voglio che si vergogni,
sono cose normali, è lui ed è fatto così. Deve solo accettarsi.
-
Sono ipocrita. Io sto già tradendo Carol e fingo di stare qua a
cercare una soluzione per non tradirla e... e non so... non so
nemmeno cosa sto facendo davvero. Quella è la versione ufficiale.
Sto qua per essere onesto con me stesso e trovare una soluzione a
questo grande problema che ho però... però la verità è che il
problema sta solo crescendo, non sto cercando proprio niente. - Sono
un problema. Ecco qua.
Fantastico.
-
Non sei sbagliato. Non hai un problema. È solo che sei diverso da
come pensavi... - Cerco di farglielo capire ma sono così amareggiato
che capisce e mi guarda.
-
Io non volevo dire che tu sei un problema. Sono io che ho un
problema. Con te si alimenta ma sono io quello che... - Al che sbotto
senza più resistere e lo fisso battagliero.
-
Riky essere gay non è un problema, non sei sbagliato. Non hai niente
che non va! Lo sei e basta! Il problema è che sei sposato e che
credi in Dio in questo modo così assoluto! Ma ci sono le sfumature!
Dannazione, non essere così bianco o nero! C'è altro nel mezzo! -
Ma forse sono caotico e non capisce bene e poi penso che i nostri
cuori siano di nuovo impazziti. Non voglio litigare con lui e nemmeno
lui lo vuole. Scioglie le braccia e mette la mano sulla mia. Non fa
niente altro. Però mi spegne. Mi spegne del tutto. È come un
interruttore. Odia litigare con me e mi fa questo.
Questo
meraviglioso dolce spegnermi.
-
Scusami. A volte mi dimentico che non sono l'unico. Ho questa
mentalità, no? Sono più egoista di te! Penso sempre che io ho un
problema perchè non sono come Dio voleva che fossi. O come io volevo
essere per Lui, come pensavo Lui mi volesse. È sempre tutto un 'io'
'io' 'io'. Ma non sono qua da solo. Per vedere di me e di
sgrovigliarmi, se mai è possibile, sto qua con te e mi aggroviglio
di più. E soprattutto ti faccio male. Ti sto facendo soffrire.
Questa mia indecisione. Questo mio trattenermi, volerlo, esplodere e
poi ritirarmi... ti faccio del male e basta. Forse devo isolarmi dal
mondo completamente. Lontano da tutto davvero. Via. - non dire queste
cose, mi fai stare male. Ho voglia di piangere. Cris, sii uomo.
-
Vuoi andare via? - Chiedo in un sussurro, ormai lo capisco meglio di
quanto si capisca da solo. Forse ha ragione. Forse è così che è
meglio.
Guarda
di nuovo in basso, ci pensa e poi annuisce.
-
Penso sia meglio. Così ti faccio male cercando di trovare una
soluzione a qualcosa che forse nemmeno ce l'ha. Hai visto, prima...
ti ho baciato io. Non penso che potrei resistere ancora molto e prima
ho bisogno di capire... io ne ho bisogno. Sono fatto così. Mi
dispiace. Puoi perdonarmi? - Mi guarda preoccupato e addolorato
mentre lo dice ed io come posso puntare i piedi e fare il duro?
Come
posso pensare a me stesso e a quanto speravo di poterlo avere di più.
Di poter vincere in questi giorni.
Ed
invece devo rimandare tutto sperando che Dio non me lo porti via.
E
se succedesse?
E
se quando lo rivedo dice che non farà più niente?
-
Devi fare quello che credi giusto. - Dico solo. Forse lasciare andare
è espressione di maturità?
O
di stupidità?!
Non
lo so bene. Forse entrambe.
O
forse è un qualche amore.
Però
è giusto. Penso di sì, almeno.
Gli
stringo a mia volta la mano, poi la alzo e me la porto alle labbra.
Come faccio a non farmi dimenticare?
Tremo,
ho paura, sono terrorizzato che mi dimentichi ma non so come
dirglielo.
-
Ti ringrazio. - E' come se gli dessi il permesso. Ma che permesso.
Non lo lego mica...
-
Mi dimenticherai? - Alla fine glielo chiedo e basta, mentre gli
carezzo la mano con le labbra. E non riesco a guardarlo.
A
questo con l'altra mano mi carezza il viso e mi si apre tutto dentro.
-
Non succederà mai. In ogni caso, qualunque cosa io capisca e decida.
Fidati che è impossibile. E poi ormai siamo compagni di squadra, no?
- Ma non sono molto convinto.
Finisce
che mi alza il viso perchè lo tenevo basso e appoggia la fronte
sulla mia, abbassa la mano che gli baciavo e penso che potrebbe farlo
lui... ma ora ha gli ormoni a posto, non lo farà.
Però
incateno gli occhi ai suoi.
Sorride
maturo e dolce.
-
Come puoi pensare che ti dimentichi? Tutto questo è per te. - Ed è
un 'tutto questo' che comprende tutto. Il bene ed il male. Però è
tutto e mi penetra e mi riempie. Mi terrò 'tutto questo' finchè non
deciderà.
So
che sarà dura ma da adesso veramente ci si mette in riga.
Perchè
quando tornerà non saremo più soli, ci sarà sua moglie, una
squadra intera, il mondo.
Però
torneranno questi momenti e saranno perfetti. Niente ci fermerà, non
ci saranno più dubbi e lui sarà mio.
Un
giorno. Non so quando. Si sarà arreso a me. Mi amerà e sarà
disposto a tutto per me. Tutto.
Ed
io per lui.
Ne
sono sicuro.
Questa
volta faccio io l'egoista e gli sfioro le labbra, non esagero ma non
mi respinge. Stiamo così, labbra contro labbra.
Come
fai a non sentire quanto ci desideriamo?
Questo
sentimento... queste emozioni... non le senti?
Quando
apro gli occhi sono così lucidi che mi dà la risposta che
aspettavo.
Lo
sente.
È
solo che ne ha paura.
Beh,
la vedi la mia di paura?
Anche
io ce l'ho.
Di
perderti.
Però
questo glielo dirò un'altra volta.
Per
ora va bene così.
Abbiamo
passato il resto del giorno a parlare di calcio e di aneddoti
divertenti, sono riuscito a rilassarlo e farlo ridere e rivedere il
suo sorriso è stato un sollievo. Sono stato meglio anche io.
Quando
siamo tornati a casa nessuno dei due aveva voglia di uscire, però mi
seccava passare l'ultima sera da soli così senza fare niente di
particolare.
Così
ho messo su un po' di musica per ravvivare l'ambiente.
Non
avevo veramente in mente niente di particolare anche se è strano.
Però
poi le canzoni erano le mie preferite e mi caricavano molto
mettendomi allegria e voglia di... beh, osare.
Come
al solito.
Così
improvvisamente, mentre lo guardavo e gli facevo sentire le mie
canzoni preferite con la scusa di istruirlo su cosa mi piace, ho
capito.
È
la nostra ultima sera, lui domani se ne va e può essere che quando
ci rivediamo non vorrà più saperne di me, saremo come estranei, non
ci toccheremo più. Può essere che sarà tutto diverso. Che lo
perderò.
Non
voglio dire che ho una sola occasione, questa sera, però in un certo
senso sì.
Devo
approfittarne. Non so per fare cosa. Non tanto sedurlo e portarmelo a
letto. Forse anche quello ma non proprio quello.
Devo
approfittarne per costruirmi un ricordo fantastico che mi tenga su il
resto del tempo che passerò senza di lui. Un tempo che potrebbe
essere per sempre.
Se
torna e mi respinge definitivamente dicendo che non accadrà più e
tronca di netto non voglio violarlo.
Poi
forse lo farei lo stesso ma la teoria è questa.
Di
conseguenza ho solo questa notte per un ricordo.
Uno.
Bello
potente.
Non
me lo toglierà.
Non
so cosa sarò capace di fare ma lo farò.
Alzo
così la musica ancora di più sulla set list che alterna Pitbull,
David Guetta, Lady Gaga e vari altri.
Riky
mi guarda interrogativo senza capire cosa mi sia preso, quindi metto
giù il telecomando dello stereo e mi alzo in piedi in mezzo al
soggiorno. Lui è seduto sul divano e mi guarda.
-
Dopo averti fatto sentire la musica che mi piace, ti faccio vedere
cosa ci faccio. - Detta così è fraintendibile perchè io scopo
parecchio con la musica di sottofondo. Ma lui non lo sa.
Allora,
sapendo come muovermi, comincio a farlo con l'unico intento di
provocarlo.
Vediamo
quanto rimani impassibile.
La
musica può non piacergli ma ha un che di erotico, è molto ritmata e
sensuale a modo suo e mi fa partire come al solito.
Ormai
non ci sentiamo più ma non serve, roteo il bacino in quel modo che
sembra quasi semplice ma che non è poi tanto facile da replicare.
So
che gli piace. So che lo so fare bene. È uno dei miei punti forti.
Braccia
alte, ginocchia leggermente piegate e roteo il bacino, per non dire
il culo.
Lui
mi guarda con sempre più interesse, gli occhi non si alzano dal mio
corpo, il viso non sa più che forma abbia... in compenso conoscerà
a memoria quella del mio culo.
Mi
giro di schiena e glielo mostro di proposito. Mi inarco e mi tendo
tutto, classica puttana.
A
volte ci sta.
Spesso.
Dopo
un po' torno a guardarlo ed è lì a stringersi le gambe e a mordersi
la bocca rosso in viso. Bene, ora basta poco.
-
Cosa ti sembra? - Lui torna nel mondo con fatica, mi guarda e si
ricorda che non è in uno dei suoi sogni erotici su di me.
-
Beh... sei bravissimo! - Sogghigno.
-
Grazie. È così che si ballano queste. - Annuisce e si stringe
imbarazzato nelle spalle.
-
Io non ne sarei mai capace, sei proprio portato... - Accentuo il
sorriso malefico. Eccoti qua, sei caduto così bene che non mi fai
nemmeno faticare.
-
E' più facile di quel che sembra. - No, per niente, però non
importa. Capisce cosa voglio quando gli tendo le mani. Lui scuote la
testa fino quasi a staccarsela, sembra abbia le convulsioni ed alla
fine la vinco io perchè lo prendo di peso e lo tiro su. Pone ancora
resistenza ma allora, sempre tenendogli solo le mani, insisto.
-
Dai, non puoi dire di non essere capace se non provi. Ti insegno io!
Una sera facciamo un tuo divertimento. Questa sera facciamo il mio! -
Altro doppio senso che non coglie. Il mio divertimento è scopare,
non solo ballare. Perchè dopo che ballo di solito scopo.
Però
non importa.
Mi
va bene lo stesso.
Mi
va tutto benissimo perchè me la dà vinta, non avevo dubbi.
Gli
lascio le mani e parte la lezione di danza.
-
Piega un po' le gambe. - E' rigido come un manico di scopa. Mi fa
ridere e non mi trattengo.
-
Guarda bene, il movimento è questo. Non è difficile. Sono solo due
semplici cose. Devi roteare. Fai dei cerchi col bacino. Cerchi netti.
- Ci sarebbero delle varianti che gliele risparmio. Basta che impari
questa.
Ovviamente
quando ci prova è effettivamente imbarazzante e per niente sensuale.
Rido
un sacco e lo prendo per i fianchi mentre sta per tornare seduto.
-
Dai dai non rido più. -
In
effetti non sono bravo ad insegnare però potrei usare un espediente
perfetto. Anche perchè è rigido perchè si sente scemo, ma se lo
faccio sentire eccitato forse è diverso. Dovrebbe diventare gelatina
nelle mie mani. È così che decido e me l'attiro contro
completamente.
-
Ora lasciati solo andare contro di me. Lascia che sia io a portarti,
aderisci e basta. Sciolto. Più sciolto. E ascolta la musica. È
seducente, è morbida. Senti che ritmo incalzante ma non aggressivo?
Ti abbraccia... lasciati portare... - Con queste parole ed altro
dello stesso tipo, la vinco io perchè, lentamente, diventa cera. Ora
sarà tutto più facile. Molto più facile.
Gli
tengo sempre i fianchi ma non sa dove mettere le braccia, così per
non lasciargliele pendere inanimate me le metto intorno al collo.
Ha
un sussulto, io sorrido erotico e porto la bocca all'orecchio.
-
Rilassati. - Continuo a muovere il corpo a suon di musica, roteando
tutto, le gambe si intrecciano e premo molto il bacino contro il suo,
voglio fargli sentire il desiderio che sale.
E
siccome insieme al desiderio sale anche il caldo e l'eccitazione, gli
do il colpo di grazia tirandomi via la canottiera da sopra la testa.
La butto a terra e lui per un momento non osa più toccarmi, apre la
bocca e non respira perchè mi guarda. Non sono ancora sudato e so
l'effetto che gli faccio. Lo so benissimo.
Accenno
ad un altro sorriso che lo seduce, gli prendo la maglietta e l'attiro
di nuovo a me.
Non
capisce cosa io stia facendo.
È
spaventato.
Presto
sarai ben altro.
-
Avevo caldo. - Poi sul suo orecchio, di nuovo: - Se hai caldo toglila
anche tu... - Scuote la testa però lo sento mentre comincia a sudare
per quello che gli faccio provare.
Un
gran caldo che parte dal basso.
Sogghigno
di nuovo e riprendo i movimenti ed ora è molto più sciolto, mi
segue piuttosto bene e penso che si stia facendo veramente
trasportare da quello che gli dà il mio corpo.
Parecchio.
Allora
penso a come posso essere più incisivo e scivolo con le mani sul suo
sedere, glielo palpeggio e prima che scatti torno a parlargli, sempre
senza staccare le labbra da lui:
-
E' così che poi si fa mentre si balla. - Ha dei dubbi ma lo sento
sudare ancora, il suo corpo è bollente così prendo da solo
l'iniziativa e gli tolgo la maglietta.
-
Mi sembra tu ne abbia bisogno. - Ma mi fissa come se non fosse più
presente.
E
le mie dita scivolano leggere sulla sua schiena, lui si irrigidisce e
poi mi sfiora i fianchi, non osa, così gliele prendo e le metto
dietro, sul mio sedere. Lo obbligo a toccarlo e arrossisce
nascondendo il viso contro il mio collo.
Peggio
per te.
So
che lì ti piace nasconderti ma adesso non è una buona idea.
A
questo punto lo prendo e me lo porto giù piegandoci sulle ginocchia,
le gambe si allargano mentre scendiamo e gli faccio muovere il culo
come lo faccio io. Poi risaliamo ed è ancora una marionetta nelle
mie mani.
Non
mi tolgo i pantaloni perchè sono già degli shorts molto corti e
sgambati. Sente molto bene anche così.
Oh
se sente. Lo guardo in viso quando risaliamo e lo fisso da vicino
fino a sfiorarlo ma non faccio altro.
È
preoccupato e confuso.
-
Stiamo solo ballando. - Se ci crede è proprio ingenuo ma non penso
che sia proprio questo il punto.
Credo
che sia più che altro il fatto che mente a sé stesso.
Beh,
non lo so, mi limito solo a metterlo ancora una volta alla prova.
E
torno a scendere e risalire strofinando il bacino su di lui come se
fosse una lap dance.
Questa
volta si ferma rigido ed allarga le braccia sconvolto non sapendo
dove metterle e cosa fare.
Tranquillo.
Ora ti verrà tutto spontaneo.”