CAPITOLO XLV:
TORNANDO ATTIVI

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=Nv7jIjm24BM

 


Mi sento diecimila volte più sollevato anche se c'è stato un momento in cui mi sono sentito davvero male.
Dio, così male... però sono riuscito a superarlo.
Basta trattenersi e controllarsi, ci ho provato fin'ora, ce l'ho messa tutta ma pensavo che fosse un'attesa con una fine. Lui potrebbe restare così, indeciso, fino alla fine dei suoi giorni.
Io devo fare quello che mi sento, non sono uno che si trattiene, non ne sono proprio capace.
Al diavolo.
Come d'accordo, il giorno dopo di buon mattino passo a prenderlo ed andiamo insieme agli studi per l'intervista in coppia, siccome ci filmeranno e ci faranno delle foto, sono stato ore a prepararmi.
Sono molto lungo, passo un sacco a decidere i vestiti e poi provo e mi cambio, provo e mi cambio. Così di continuo. Per fare i capelli perfetti come voglio io sto altrettanto, poi sto un'infinità a scegliere gli accessori ed il profumo.
In macchina siamo di nuovo soli, lui arriva ed è più sorridente che mai, sembra felice e contento.
Non so perchè dovrebbe esserlo visto che i suoi dubbi non li ha ancora snodati, ha sempre tradito ed ingannato sua moglie e quindi non è proprio alla destra del Padre come voleva.
Per non dire che con me non sa ancora cosa fare.
Ma lui arriva e sorride e sembra felicissimo.
- Ma come siamo di buon umore! - Dico infatti partendo a razzo. Riky si tiene sulla maniglia e sul cruscotto.
- Il mio umore non cala se vai più piano, sai? - Ridendo rallento.
- Allora, come mai così felice? - Si stringe nelle spalle.
- Niente, così... -
Lo guardo di continuo mentre guido ascoltando le indicazioni del navigatore.
- Ma non è normale, ti sei svegliato col piede giusto? -
- Può essere... -
- Riky, qualcosa ci deve essere! - Insisto molto ed alla fine la vinco. Ovviamente.
- E' la prima intervista e voglio farmi vedere contento! - Dice la cazzata di turno.
- Sai dire bene le palle! - Esclamo. Lui impallidisce e mi guarda con quella sua faccia da cucciolo bastonato. - Andiamo, sappiamo tutti che non sei contento di essere qua! - Si stringe nelle spalle facendosi serio, amareggiato. Guarda in basso.
- Sì beh... ma ormai ci sono. Devo cercare di fare del mio meglio. La mia strada ormai è questa. - Ed ecco che trovo il punto e rallento ulteriormente per guardare il suo profilo basso e pensieroso mentre si tormenta le mani.
- Non serve che ti sforzi con me. Se sei malinconico fai il malinconico! Non sono tua moglie che si preoccupa. O meglio mi preoccupo. Più che altro mi dispiace. Ma va bene. Sii te stesso. Non importa se non ti va di sorridere. E se vuoi dire qualche parolaccia falla. Sono io. So come sei. - O per lo meno lo intuisco e spero di scoprire presto com'è del tutto.
Sorpreso, alza gli occhi e mi sorride grato.
- Grazie. In effetti io... a volte mi sforzo di apparire felice perchè la gente sa che sono un ragazzo felice. Non voglio dare di me l'idea di una persona depressa ed ingrata. È vero che non ho motivo di stare veramente male. Ho tutto. Forse troppo. Anzi, sicuramente troppo. Però è così. - Blatera cose senza senso, balbetta un po' ma almeno si sfoga, avevo capito che aveva macinato qualcosa. Non poteva essere così felice coi pensieri che gli girano per la testa.
- Scusa... ecco ora mi sono lasciato andare troppo! - Sorrido.
- Ehi va bene, ti ho detto io di parlare liberamente! Fallo! So che con Carol e Luca devi fare la tua parte e la devi fare anche con gli altri... adesso con la squadra tutti si aspettano che tu sia... Kakà! Se vuoi lamentarti, lamentati, con me puoi! - Sono molto astuto, in questo modo lo porto ad esprimere quei pensieri che non osa dire a nessuno, così posso conoscerlo meglio degli altri e a lungo andare sarà dipendente da me, perchè sarò l'unico con cui parla.
- Così è brutto... - Mi mordo la bocca.
- Perchè? -
- Perchè sono una persona falsa. Sembra questo. Ed in effetti è vero. Fingo con Carol di essere l'uomo che lei ha sposato e mi dico che sarà così finchè non decido qualcosa di definitivo. Se decido per lei chiuderò tutto con te e sarò solo tuo amico. Se decido di arrendermi a ciò che sono davvero... un giorno le parlerò e sarò onesto. Non le mentirò per sempre. Ma resta questo periodo in cui sarò falso e le mentirò. Ho già cominciato e lo detesto. Mano a mano che lo faccio mi sento sempre più lontano da Dio e per me è tremendo. Ma non posso prendere una decisione tanto importante alla leggere. - Mi sento già il suo amante. È come se lo fossi. Mi dice tutto, io so i suoi veri dilemmi, conosco la sua vera faccia. E se voglio baciarlo so come fare per non farmi rifiutare.
Però non voglio torturarlo troppo, vedo che non sta bene.
Ma se continua così non deciderà mai.
Se io non lo forzo lui non sarà mai veramente motivato e spinto da nulla, a prendere una posizione finale.
Per questo ogni tanto va bene che io faccia qualcosa.
Qualcosa tipo questo.
Gli prendo la mano che si stringe nell'altra e intreccio le dita quasi con prepotenza.
Come due fidanzati.
Perchè so che così si rilassa, che gli piace. Per fargli capire cosa può avere.
Si tende e si tranquillizza subito accettando la mia mano.
Non lo vede che siamo già una coppia?
Non se ne rende conto?
È possibile che non lo capisca?
Alzo le mani allacciate e gli bacio le dita, lui sorride ed arrossisce mentre mi osserva ormai rassegnato, ancora pensieroso.
- Non sei falso, forse un po' ipocrita. È che sei indeciso e confuso. Prima o poi tirerai via tutta la nebbia, sarai te stesso e rimedierai. - Con 'te stesso' intendo il vero Riky.
Non quello che gli altri si aspettano.
- Sono una persona biasimabile. Mi comporto come gli altri pensano che io debba comportarmi. - a volte mi spaventa, sembra mi legga nella mente.
- Non è così. -
- Sì che lo è! - Insiste.
- No, perchè tu ti comporti come ti hanno insegnato, è diverso. Però resti una persona buonissima, tranquilla, allegra, socievole e piacevole. Lo sei davvero. Solo che a volte vuoi arrabbiarti o stare solo. - Questo è assodato. Lo capisce e lo accetta. Penso di togliergli un gran peso. Mi sorride ed io ricambio mentre parcheggio dove avevamo appuntamento per il servizio.
- Però devi considerare anche la tua natura. Quello è un altro discorso dal porsi con gli altri. La tua natura può restare segreta, è un tuo diritto. Però è bene che tu la guardi e l'affronti, in qualche modo. Capisci? - Parlo molto pacato e gli piace il tono che uso. Sospira e sembra più piccolo di me. Poi gli tocco il naso leggermente a patata che mi piace tanto e lui l'arriccia graziosamente, poi sorridiamo e gli carezzo la guancia con l'altra mano. Si lascia fare perchè fondamentalmente è proprio questo che vuole. Tutto questo. Me. Noi due che ci comportiamo da fidanzati.
Non lo bacio, anche se i vetri sono oscurati da fuori potrebbe essere un pericolo.
Però gli sistemo i capelli sulla fronte. Lo vedo come si fa fare di tutto. È nelle mie mani e non se ne rende conto.

L'intervista va liscia come l'olio, è molto disinvolto e sereno, poi sul finale quando ci danno le domande da farci a vicenda ride e scherza ed io lo assecondo. Io in queste cose sono una macchietta, mi piacciono le telecamere, essere in mostra. Sono anche sempre con la battuta pronta e mi piace prendere in giro chi sta con me, scherzare, insomma. Ma mi stupisce la capacità di starmi dietro di Riky. In pochi ce l'hanno, Wayne ne era capace. Qua non so come sarà, però Riky davvero... risponde a tutto a tono, non se la prende mai per nulla -questo era ovvio- e scherza a sua volta.
Quando deve rispondere a qual è il giocatore più forte contro cui ha giocato, risponde che sono io, poi ride. Ha questo modo di scherzare... a volte ride e basta, altre dice le cose serio e piano ed uno, siccome è lui, si ferma a chiedersi se sia vero o no quel che dice. Poi ride.
Penso che però sia vero, sarò ben il più forte che ha affrontato, no?
A me tocca la domanda 'il giocatore più forte con cui ho giocato' e rispondo subito ridendo che è lui.
Ovviamente.
Ridiamo insieme e ci scambiamo il saluto al posto del 'cinque'. Mi piace trovare qualcuno che tiene su i giochi al mio stesso modo, che non si perde. Quelli troppo seri non mi piacciono e lui alla fine ha molti momenti seri, ma è bello perchè non sono solo quelli. Ne ha anche di felici e divertenti. Si offende raramente, puoi parlare di tutto con lui e sta ad ogni cosa.
In effetti, sta proprio a tutto!
Istante dopo istante mi rendo conto sempre più che mi sto perdendo seriamente. Non c'è niente che non mi piaccia di lui. È fantastico.

Dopo ci sono delle foto e dopo le foto siamo liberi.
Sul cellulare ci arrivano i messaggi degli impegni, il ritiro inizia domani e visto che abbiamo delle cose da prendere, biancheria e cose da bagno, gli propongo di andare insieme.
Lui ingenuamente accetta, avverte casa e poi è tutto mio.
Prima dovevo condividerlo con gli altri che lo fotografavano e lo intervistavano.
Sorrido fra me e me. Pensavo di non poter avere molti momenti, ero nervoso per questo. Invece, mi sa, che mi sbagliavo proprio.
Sto però pensando ad una cosa.
Riusciamo a fare tranquillamente gli amici come niente, scherziamo molto insieme e sembra che non ci siano problemi di alcuna sorta, fra noi.
Potremmo fare così per i prossimi anni a venire. Voglio dire, se decidesse di essermi solo amico e troncare questa cosa. Ci riusciremmo. Dovrei solo sforzarmi di controllarmi e non toccarlo sempre, carezzarlo, saltargli addosso. Posto che quando mi rivedo in sua compagnia, nelle foto che circolano dopo, mi ritrovo sempre con degli sguardi a dir poco imbarazzanti perchè sono totalmente perso in lui.
Ma insomma.
Intendo questo.
Volendo posso farcela. Il punto è che non voglio.
Prima volevo rispettare la sua scelta, ma pensavo che ci fosse un breve termine, ora so che non sarà così. Può tergiversare tutta la vita. Magari ha già deciso. Magari sceglie sua moglie e finge perchè gli dispiace ferirmi.
Però finchè non mi scarica chiaramente io posso fare quello che voglio.
Finchè non mi dice che ha deciso definitivamente, io posso benissimo fare in modo di convincerlo a stare con me.
Prima ho cominciato. Intendo cose di quel tipo. Ed anche cose più spinte, magari, perchè no.
Ma il vero punto della questione, colui che ci separa davvero non è Carol ma Dio.
Perchè Riky ha scelto Carol, a suo tempo, perchè pensava che Dio fosse come lei. O qualcosa di simile. Quella malefica canzone era chiara.
In lei lui ha cercato Dio. Per questo l'ha scelta.
Non per amore. Per Dio.
Per questo non la ama. Per questo ora è perso per me.
Allora io gli devo far capire che si sbaglia. Che ci sono le sfumature. Che Dio vuole che sia felice con ciò che ha, in ciò che è. Se si reprimesse non lo sarebbe, l'offenderebbe.
Perchè lui sta male pensando che si sta allontanando da Lui.
Devo lavorare su questo!
Maledizione, non sono bravo a parlare di Dio, mi sforzerò.
Una cosa la so, però.
Riky non doveva lasciarmi via libera. Io che divento attivo... non sa cosa sta per succedere.
Con un sorrisetto sadico me lo trascino felice e contento per tutti i negozi, cerchiamo di restare in incognito, i cappellini, gli occhiali da sole e camminiamo fra la gente senza guardie del corpo o cose simili. La gente non guarda in faccia gli altri. È così che va.
Quando finiamo di prendere le cose, visto che devo riscuotere il mio favore, me lo porto a casa.
Ovviamente me lo intorto così bene che cede.
Del resto deve ricambiare il favore che gli ho fatto!
Una volta a casa gli offro qualcosa da bere.
Non ci ho più provato, ho fatto l'amico e basta. Ha abbassato la guardia, ormai non si aspetta più niente ed a volte noto la delusione in certi sguardi che mi lancia.
Vorrebbe. Oh, se vorrebbe.

Siamo in camera mia. La mia immensa e spaziosissima camera.
Ho un sacco di valige coi vestiti che non ho ancora disfatto ed ovviamente non capisce perchè non l'abbia fatto.
- Non li metto così stropicciati, devo contattare un'agenzia che mi spedisca qualcuno per le pulizie e per i lavori di casa come lo stiro e roba simile. - Dico come fosse ovvio.
Riky mi guarda inarcando un sopracciglio scettico.
- Fallo da solo! - Io mi metto a ridere.
- Certo! - Lui però mi tira il cappellino.
- Piantala! Vivi da solo, ti fai le cose da solo! -
- Tu te le fai da solo?! -
- Io ho una moglie! -
- Ora capisco perchè ce l'hai e non la vuoi piantare! - La mia lingua parla più velocemente di quanto io pensi, in un nano secondo da atmosfera divertente e rilassante si trasforma in tesa e cupa. Lui mi guarda come spezzato dal dolore, è un istante così veloce che veramente rimango bloccato a fissarlo mentre mi guarda inorridito dall'idea che io abbia detto davvero una cosa del genere.
Alzo le mani immediatamente e mi affretto ad aggiungere in allarme:
- Ehi scherzavo! So che non è così! - Però ormai sembra convinto. Mette giù i vestiti che stava tirando fuori.
- Tu non dici mai niente che non pensi! Il problema è che pensi tutto quello che dici! - Con questo fa per sfilarmi davanti ed andarsene. Essendo vicino alla porta e non essendoci altre uscite, non ha scelta ed io lo fermo subito, si divincola e fa per andarsene, ma io gli prendo i polsi con decisione ed uso un po' di forza. Mi ricordiamo noi ieri, solo che era lui ad avermi ferito, ieri.
- Ehi! - Ma non mi guarda. Allora alzo la voce. - EHI! - Continua a guardare in basso, così lo spingo contro una cassettiera ancora vuota, ma lui scivola di lato, allora stringendo le labbra contrariato da tutto questo, lo tiro sempre per i polsi e lo faccio finire sul letto, sui miei vestiti già stropicciati.
Lui sgrana gli occhi e cerca di spingermi via, sembra un gattino spaventato ed arrabbiato insieme.
Eccolo. Vorrebbe strepitare e fare una piazzata ma gli hanno insegnato che non si fa, quindi cerca un'alternativa che non trova.
No, mio caro.
Adesso ci guardiamo in faccia.
Salgo su di lui a cavalcioni. Mi fissa come se lo stessi violentando e per un momento l'idea mi sfiora la testa.
Godrebbe.
Però prendo i polsi con una sola mano che fermo sopra la testa e questa volta faccio valere tutta la mia forza che è superiore alla sua.
Le ore di palestra serviranno a qualcosa.
- Smettila! - Con l'altra mano gli prendo il viso sotto il mento e lo obbligo a fermarsi e a guardarmi.
Gli occhi gli si riempiono di lacrime di rabbia, delusione e dolore.
Mi dispiace ma in parte è anche vero. Non che sta con lei per farsi fare i lavori di casa, avranno una governante, ma sta con lei per comodità.
Deve cominciare a vedere le cose come stanno, è ora che cominci.
- Stavo scherzando, però è vero che penso che stai con lei per comodità! Ma non perchè ti fa i lavori di casa! Perchè è sicuro avere una moglie! La superficie resta linda e asciutta. Non hai macchie sulla tua splendida fedina penale! Ed intanto fremi nell'aspettare che io faccia qualcosa. Che superi i limiti che per proforma hai chiesto di non superare. Lo sai che io li supero sempre, quei limiti. Ed ogni volta godi! - Forse sono troppo cattivo ma deve ammetterlo. È così.
Stringe gli occhi, si ostina a non affrontare la realtà e così uso i miei soliti mezzi da cinghiale. Non importa, il risultato è quello che conta. L'ha voluto lui!”

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E' vero che...
Riky e Cris prima di cominciare ufficialmente l'anno col Real, quindi prima del ritiro, hanno fatto quest'intervista dove appunto ridevano e scherzavano come due vecchi amici e si guardavano complici, Cris soprattutto aveva degli sguardi davvero persi per Riky. Cose che comunque non partono dopo poco tempo che lo vedi ma se lo conosci da un bel po' e se lo desideri da altrettanto. Cris aveva le idee molto chiare, provava già attrazione per lui, Riky lo conosceva già molto bene.