CAPITOLO LI:
COME UNA MISSIONE



Entrato in camera con lui, noto che ha uno sguardo molto corrucciato, penso che non capisca bene cosa sta succedendo. Mi viene voglia di tormentarlo un po', questo ragazzo è troppo divertente. È sempre imbronciato!
Va bene, visto che devo far ingelosire Riky tanto vale...
Senza dire niente, comincio a spogliarmi, mi tolgo la maglietta e lui mi guarda subito stupito, è proprio espressivo.
Ridacchio malizioso e mi avvicino come se lo stessi seducendo, movimenti languidi, sguardo divoratore. Non è un brutto ragazzo, ha un suo fascino. Un fascino maschile. Per questo me lo farei.
Gli prendo i lembi della sua maglietta e gliela tolgo. Alza le braccia per aiutarmi e posso ammirare meglio il suo bel fisico soddisfacente. Non arriva ai miei livelli ma non è lo stesso male.
- Ti piace? - Chiede in uno spagnolo molto spicciolo visto che ancora stenta tantissimo. Io ridacchio, ha questo forte accento francese che è davvero sexy a modo suo.
I francesi tendono a parlare con la bocca protesa in avanti, come stesse sempre per baciare qualcuno. E la sua è molto bella. Gliela prendo fra le dita e stringo, lui seccato mi prende i polsi ed esce il suo carattere attivo.
- Hai una bella bocca! - E' vero.
- Solo quella? - Chiede allora permaloso. Io continuo ridacchiando e divincolo le mani per scivolare sul petto, mi soffermo sui capezzoli e glieli prendo fra le dita tormentandoglieli, me li rigiro fra indici e pollici e lui trattiene il respiro.
- No, anche il resto non è male... - Ma non sembra presuntuoso o narcisista, non gode nei complimenti. È strano questo ragazzo.
Mi prende per la vita, finalmente mi tocca un po'. Scivola abbassandomi l'elastico degli shorts che ho e stanno poco a cadere giù alle caviglie, così mi tolgo le scarpe e resto scalzo.
- Vuoi davvero farlo? - Mi chiede. Non capisco perchè me lo chieda, siamo qua per questo, no?
- Pensi che non voglia? - Chiedo abbassandogli i suoi di pantaloni. Quando si mette scalzo mi risponde sempre corrucciato.
- Non ci si mette d'accordo per scopare. Succede e basta. Pensavo scherzassi... mi sembrava... - sto attaccando i suoi boxer e cominciamo ad avere caldo, dopotutto è estate.
- Sicuro? Io posso anche mettermi d'accordo... - Sospira spazientito e si morde la bocca invitante che si ritrova, per ora mi tiene solo per i fianchi e basta, così mi fermo anche io.
- Mi sembrava che avessi qualcosa con Riky... - Alzo un sopracciglio. Questo ha l'aria addormentata, come ha fatto a notarlo? Non è che abbiamo fatto ancora chissà quali cose...
- Come fai a dirlo? - Mi irrigidisco appena e lui allora mi lascia capendo tutto.
- Pensi che sia scemo? Cos'è, volevi farlo ingelosire? Hai sbagliato strada! Va da lui! - la sua pelle comincia ad imperlarsi perchè la porta finestra è chiusa, anche io in effetti mi sento accaldato.
Non so come dovrei sentirmi, mi sta scaricando ma non avevo davvero intenzione di farlo con lui. Quindi forse va anche bene così. Mi appoggio all'armadio e decido di essere sincero. Non lo conosco per niente, non so che tipo sia e se posso fidarmi ma alla fine è il primo vero contatto che ho al di là di Riky. Ci sono alcuni che conoscevo già, più o meno... c'è Pepe che è portoghese e Marcelo che lo parla perchè è brasiliano... però non ho ancora tutti quei grandi rapporti.
E Karim è qua.
Alzo le spalle e gli parlo di noi, cerco di farlo con parole semplici e spesso devo spolverare il mio stentato francese perchè non mi capisce. Poi ci inserisco anche un po' di inglese. Insomma, ci capiamo.
Lui seduto sul letto mi ascolta attentamente, sempre concentrato e col broncio. È un broncio naturale, non è che ce l'abbia per qualcosa. Credo. Insomma, cerca di capire!
- A me non piacciono queste cose! - in un primo momento torno ad irrigidirmi. Cosa intende?
- Queste cose? Gay e tradimenti? - Riassunto molto spiccio della situazione. Scuote la testa.
- Non mi interessa un cazzo dei gay e dei tradimenti! Ho avuto esperienze gay anche io, giocando a calcio capita! E riguardo la fedeltà... bah, ormai è rara! Non è questo! - Qua mi perdo proprio e di solito sono piuttosto acuto. Metto le mani ai fianchi e lo guardo, siamo ancora in boxer e sudiamo perchè fa un maledettissimo caldo.
- Allora cosa non ti piace? - Sbuffa stufo.
- Questi casini per conquistare qualcuno! Tu che fai finta di andare con un altro per farlo ingelosire... io non voglio essere odiato da lui! Ci giocherò spero per molto tempo, è un ragazzo che sembra a posto, voglio essere suo amico! - A questo punto scoppio a ridere di gusto, testa all'indietro e bocca spalancata.
- Ma dai, prima che lui odi qualcuno... è come un prete, non odierà mai nessuno! - Karim se ne risente e va alla porta vetri per aprirla, io ci penso un attimo. Penso che ci sia. Sarà lì fuori nel terrazzo che abbiamo in comune. Ci starà aspettando, sarà un'anima in pena, potrebbe essere in effetti. Piego la testa di lato e lo lascio fare.
Una volta che apre, un'arietta deliziosa entra a farci respirare, poi prima di uscire mi guarda torvo e mi ammonisce col dito.
- Non mettermi in mezzo! - E' uno molto chiaro e tutto d'un pezzo. Penso proprio che mi troverò bene con lui!
Esce e lo seguo poco dopo. Come previsto Riky è lì fuori, siamo entrambi in boxer e sudati, potrebbe sembrare che l'abbiamo fatto.
Ci fissiamo, nonostante è buio si vede che è sconvolto. Soppeso l'idea di farlo.
Farlo davvero.
Cioè dirgli che l'ho fatto.
Lui rientra di corsa ed io lo seguo istintivamente.
Quello che succede dopo è come una specie di fulmine, non ho il tempo di realizzarlo. È velocissimo ed imprevedibile.
Riky fa una vera e propria piazzata di gelosia, cerco di mantenere di riflesso la mia posizione e fargli credere che sia successo, però lui è come se impazzisse, si agita un sacco e mi aggredisce. Cioè LUI aggredisce ME!
Quando mi spinge capisco che è davvero fuori di sé.
Non so come sia possibile, io sapevo che lui soffocava questi suoi lati focosi ma non pensavo potesse arrivare anche ad essere così tanto acceso.
Mi ricoprono i brividi per un istante e prima di pensare e decidere cosa dire, lo abbraccio e lo placo.
Tutto si ferma, lui nasconde il viso contro il mio collo in quel modo tipico suo e mi uccide. Mi uccide proprio.
Era da tanto che non lo faceva e mi mancava incredibilmente.
Volevo così tanto lo rifacesse.
Dio mio... che sensazione magica.
I brividi mi rammolliscono tutto, non capisco, non penso, non ho idea... importa solo che lui sia contro di me, le mani sulla mia schiena ed io che lo tengo a me.
È così preso da me. Così tanto...
Ecco che quando me lo chiede glielo dico.
Che non ci sono andato. Sto per dirgli tutto il resto ma non mi dà il tempo, le sue labbra soffocano le mie irruenti e mi toglie il respiro. La lingua viene requisita dalla sua, non mi dà tempo di controllare la cosa, fa tutto lui.
Così come le mani che mi abbassano i boxer e si occupano del mio cazzo.
Da non crederci, mi sta baciando e mi sta facendo una sega!
No, aspetta.
La sta facendo ad entrambi!
Oh cazzo!
Cioè è proprio il caso di dirlo!
Sotto pressione poi scoppia e diventa... alla faccia dell'attivo!
Potrei usare questo espediente... dopotutto funziona. Prima o poi si spingerà ancora più in là, ne sono certo.
Mi godo il suo bacio e le sue mani e quando mi sussurra completamente assorbito da me che vorrebbe entrarmi dentro, non mi controllo perchè già ero eccitato di mio, così mi dà il colpo di grazia!
Vengo senza ritegno e lascio che lo sperma scenda giù un po' sulla mia gamba ed un po' a terra.
In parte è anche il suo.
Riky è sconvolto, a momenti sviene. Non si capacita di quello che ha fatto, così decido di tornare ad occuparmi io di lui. Finchè non accetterà tutto sarà così. Lui che si trattiene, lui che esplode, lui che va in crisi.
Devi accettarti. Devi solo accettarti. Ti stai innamorando.
Scrivo a Karim e Lass 'ripristiniamo le camere' e poi chiudo tutto e mi metto con lui, me lo sistemo sopra, lui mi abbraccia e ci chiariamo. Che volevo farlo ingelosire.
Lui allora mi chiede di aspettarlo ed è tanto. È tantissimo perchè in un certo senso questo significa che io e lui stiamo per metterci insieme. Non mi chiederebbe di aspettarlo se non pensasse che finiremmo così.
Lui sa cosa vuole, cosa desidera e cosa prova. È solo che fatica ad ammetterlo.
È tutto qua.
Così lo bacio e in silenzio gli dico che va bene. Che posso aspettarlo.
Questa richiesta mi dà la forza di lasciargli i suoi tempi ed i suoi spazi. Me la dà e spero onestamente di non pentirmene.
Spero che questa mia prova di fiducia non mi si ritorca contro.

Il mattino abbiamo cambiato posizione ma lui è sempre qua che mi abbraccia stretto come un koala, sorrido subito.
Sono felice, penso che se arrivasse a dirmi che mi vuole bene, che se accettasse tutto questo... penso che arriverei al paradiso.

È così che la nostra avventura al Real prosegue.
Io e lui sembriamo i due fidanzati che non ammettono di esserlo. Lo lascio fare, lascio che gestisca più o meno la cosa e piano piano ci inseriamo nella squadra. Restiamo sempre uno il mondo dell'altro. Siccome comunque siamo in pochi a parlare portoghese, quella è un po' la scusa. Leghiamo con Pepe e Marcelo, loro due sono proprio pazzi, ma poi al termine di ogni idiozia io torno sempre da Riky che mi aspetta per gli esercizi insieme.
Parliamo di continuo e comunque sono uno dei pochi che riesce a farlo ridere quando è serio ed in questi giorni lo è spesso.
Spesso si perde nei suoi pensieri, gli manca la sua vecchia squadra, in parte è questo. In parte sono io ed il casino che gli ho portato nella vita.
Pensa a cosa fare con sua moglie, con Dio e che ne so.
Allora lo distraggo sempre immancabilmente. Non mi piace che stia così serio, lui ha un bellissimo sorriso e quando si illumina è come se venisse il sole.
Davvero mi sento di essere la sua sola forza, a volte.
Si integra con tutti, per carità, però tiene un po' le distanze. Fatica a lasciare andare i suoi vecchi compagni. Penso che se accetta questi è come se chiudesse con loro.
Quindi arrivo sempre prontissimo a togliergli questi pensieri dalla testa, lo distraggo. Faccio il buffone, dico battute, faccio il pettegolo. Non ha vera importanza, dopotutto. Voglio solo che sia. Che sia così. Che lui rida e stia bene.
Giorno dopo giorno ci riesco.
È difficile non saltargli addosso la sera, ma quando lo sfioro si irrigidisce e poi mi sorride con quel terrore negli occhi, il terrore di non saper fermarsi.
Allora capisco che non è ancora pronto.
Mi ha chiesto di aspettarlo ed io ho deciso di aspettarlo, potrebbe cambiare idea tante di quelle volte da non essere normale, potrei stufarmi ma finchè mi basta anche solo averlo accanto va bene.
Dio mio, mi basta averlo accanto... che sorrida... che stia piano piano sempre meglio...
non è possibile.
Non ci posso semplicemente credere.
Sono a questo livello svenevole?
E la cosa più assurda è che davvero sebbene l'ormone sia impazzito, riesco a domarlo. A non saltargli addosso ma non solo. A non andare con altri.
Di bei ragazzi ce ne sono. Sergio, Iker, Xabi, Gonzalo e Karim stesso. Che non vuole essere messo in mezzo ma gli piace scopare.
Voglio dire... potrei!
Per me sarebbe facile!
Però non lo faccio.
È come... è come se avessi rispetto per lui. Già altre volte mi è capitata questa cosa, sempre con lui, ma poi comunque gli saltavo addosso o lo forzavo in qualche modo.
Adesso a parte quando non riesco a domare l'istinto di abbracciarlo, carezzarlo, toccarlo, va bene. Ce la faccio.
Lui si lascia sempre fare, non mi respinge mai, mi piace. Non mi dice mai di no. Non mi spinge via. Magari non sempre ricambia l'abbraccio o cose simili ed a volte quando gli carezzo i capelli, perchè si faccio anche quello, si irrigidisce. Ma altre quando mi vede scherzare troppo con altri mi arriva da dietro e mi abbraccia lui stesso. Mi ha sorpreso quando l'ha fatto, mi ha proprio tolto il fiato. Ero così felice!
Ci sono volte in cui proprio lui ha queste iniziative. Mi tocca, si appoggia, ricambia qualche abbraccio... e mi piace un sacco, ovviamente.
Come mi piace che anche se la sera a letto faccio molta fatica a non fare niente, il mattino me lo ritrovo arrampicato addosso perchè dormendo mi abbraccia.
Sono le volte che preferisco.
Le mattine.
La mia testa è quasi esclusivamente fissa su di lui, ogni istante della giornata sono lì che lo guardo, che gli parlo, che ci penso.
Sono geneticamente incapace, ormai, di separarmi da lui e siccome vivo praticamente con lui ed a parte gli altri compagni non abbiamo veri seccatori che ci dividono -leggasi sua moglie-, mi sento relativamente sicuro.
Anche per lui è una manna dal cielo questa separazione da lei, è come se vivesse in un altro mondo perchè deve solo pensare a me. Me che vede ogni giorno. E non vede lei, la sente per telefono ma non la vede.
Sto diventando importante, lo sento.
Ne sono certo.
Manca poco, manca pochissimo.
Devo solo resistere.
Resistere alle chiamate che fa con Carol e che sento torturandomi.
Chiamate come questa.
- Sì qua va tutto bene, mi sto integrando. Mi mancano i miei amici ma questi compagni sono molto in gamba. Poi fortunatamente sono con Cristiano e con lui le cose vanno bene. Sì, mi manchi molto, ma i ritiri sono così, non ci vorrà ancora molto. Non vedo l'ora di essere di nuovo a casa con te e con Luca. Ti amo, tesoro. - E mi chiedo ogni volta, visto che sembra molto convincente, quanto ci creda lui stesso.
So che non ci crede, però lo dice in modo così vero che mi sento sempre male.
Potrebbe andare avanti così tutta la vita.
A fingere.
Lo sa fare benissimo.
Io penso che lui sia una persona fantastica, fondamentalmente pura e pulita, però non lo è fino in fondo perchè nessuno può esserlo davvero al cento percento. Tutti hanno qualcosa che non va e se su qualcuno sembra non esserci niente, è solo che sono bravi a nasconderlo.
Non mi interessa, però lui è così. È solo bravo a nascondere certe cose. Questo non lo rende sporco o meschino, solo umano.
Però questo suo ostinarsi a non accettarsi. È un umano, pecca come tutti. Non lo può controllare.
Quando rientra dal terrazzo devo avere un'aria molto contrita e triste, al contrario suo non riesco a mascherarmi molto.
Così mi guarda, si ferma e mi studia per poi chiedermi cauto cosa io abbia.
Alzo le spalle cercando di fare come lui. Non è che sia molto facile...
- Niente, perchè? - sono sempre stato uno abituato a dire le cose come stavano.
Riky fa la faccia da 'a chi la dai a bere?' così mi decido e mentre mi stendo sul letto e l'aspetto che mi raggiunga, glielo dico.
- Penso che tu sia molto credibile quando parli con lei. - Lui raddrizza le spalle. È un argomento delicato ed io un elefante. Sospiro e mi dispiace. Non voglio farlo stare male, ma a volte penso che avendo pazienza e lasciandogli i suoi tempi, potremmo andare avanti all'infinito.
- Mi stai dando della persona falsa? - stringo le labbra, si siede nel letto e mi dà le spalle, sta fermo prima di stendersi. Non osa guardarmi.
- Non sei certo trasparente... Riky, sei un po' opaco, ma non fa niente. Nessuno è trasparente per davvero. - Allora si gira di scatto.
- Tu lo sei sempre! - E' vero... alzo le spalle e gli prendo il polso per poi tirarlo obbligandolo a stendersi. Si gira sul fianco verso di me e resta cupo e confuso. Deliziosamente imbronciato.
- Grazie. È un mio dono. Però ho mille altri difetti. Sono egocentrico e narcisista! Ed anche molto egoista! - Sorride un po' rischiarato, la impronto un po' come uno scherzo ma sa che lo penso davvero.
- Io sono falso. Faccio di tutto per apparire come desidero essere. Come penso sia giusto. - Come pensi che Dio vorrebbe tu fossi. - Però è difficile perchè ci sono dei difetti che... - Amarmi è un difetto. - E' così sbagliato cercare di combattere i propri difetti per perfezionarsi quanto più si può? Se io so che un comportamento mio è sbagliato penso sia giusto provare a modificarmi. È come quando pecchi e sai che hai peccato e cerchi di non farlo più. - Sono di nuovo un difetto. Un peccato. Bene. Non si va proprio avanti qua. A volte tasto il terreno ma se lo lascio fare da solo come vuole, non c'è verso di spostarlo da lì.
È la persona più cocciuta che io abbia mai incontrato!
- Nessuno è perfetto, nessuno mai lo sarà. È giusto aspirare alla perfezione ma senza la presunzione di poterlo essere davvero. E poi attento a non confondere il voler togliere i propri difetti con il cancellare sé stessi. Certe cose sono parte di te ed anche se tu le vedi come difetti... beh, semplicemente non le puoi modificare. Sei così. Ti devi accettare. - E comunque tu non parli di rifiutare un tuo difetto. Tu parli di rifiutare me. Sono una persona, dannazione!
Ci pensa attentamente e si mette a pancia in giù, la mano fra noi è a pochi centimetri dalla mia. Vorrei prendergliela e penso che lui vorrebbe la stessa cosa.
- Ho accettato che sono gay, non so se considerarlo un difetto o cosa. Ma l'ho accettato. -
- Però non accetti quello che provi per me. - Sono sferzante ma cerco di essere delicato. Non so che risultato ottengo. Forse il solito disastro.
- Non è che non... - ma non sa cosa dire, così sospiro e quella mano gliela prendo, me la porto alla bocca, la bacio e lui si rilassa. Lo vedi come siamo?
Anche se quando ti tocco davanti agli altri ti irrigidisci, sei il primo a rilassarti quando lo faccio in privato. E sei il primo a ridere solo quando parlo io con te, a non pensare più ai tuoi problemi.
- Senti. Tutti hanno cose che cercano di nascondere. È normale. Difetti, cose di cui si vergognano, segreti... nessuno è perfetto, nessuno può esserlo. È giusto cercare di esserlo, ma non puoi pensare di riuscire a diventarlo davvero. Ma ricordati... che non puoi pretendere da te l'impossibile. Ed è impossibile andare contro sé stessi. Non puoi farlo per sempre. -
Non so se lo convinco, non mi fa un sorriso, resta serio e preoccupato a pensare a questa riflessione che gli propongo, così gli tocco il naso con la punta della dita, è un po' a patata il suo e lo adoro. Poi gli bacio la fronte, sorride finalmente, così posso chiudere la luce e addormentarmi. Siamo troppo importanti. Non posso mollare.”

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E' vero che...
Negli allenamenti Cris carezzava spesso Riky, gli toccava i capelli, lo abbracciava, aveva moltissimi contatti fisici con lui sin dai primi allenamenti insieme. Riky lo toccava e lo abbracciava di meno e spesso si irrigidiva, però lo faceva anche lui, più discretamente.