CAPITOLO LV:
A CUORE APERTO



/ Runaway - Kanye West /

Non potrei mai riuscire a dormire, non potrei nemmeno mai crederci.
Mio Dio... è stato così... incredibile!
Ero furioso ed un momento dopo ero sciolto nella sua bocca, fra le sue braccia.
Non ci credevo, ero stufo, ero fuori di me perchè era tutta l'estate se non di più che faceva così. Prendeva e mollava, prendeva e mollava. Non ne potevo più.
Volevo mandarlo al diavolo, non gli credevo più.
Però poi... poi me l'ha fatto sentire... che era vero.
Mi amava.
Mi ama.
Il suo cuore era impazzito sotto le mie dita, lo sentivo così bene. E tremava, piangeva e mi aspettava pregando che io gli credessi.
Poteva sopportare tutto, ma non che non gli credessi. Non che lo lasciassi.
Forse sono troppo egocentrico, per questo gli ho creduto. Ho creduto che lui amasse me. Ma dopo che mi ha dato prova fisica che è vero, come posso non crederci?
Il suo cuore lanciato a folle velocità e le sue lacrime sono un conto, tutto il resto va ben oltre il Riky incerto di prima.
Prima si fermava sempre ad un certo punto, ma quando si è inginocchiato davanti a me ho capito che era deciso.
Che era tutto vero.
E mano a mano che andava avanti a fare l'amore con me trovavo sempre più conferme che era così.
Mi voleva, ma non era solo quello. Era che voleva convincermi, che ci teneva sentitamente.
Per me si è dato e mi ha preso, è andato oltre. Oltre ogni cosa. Oltre i suoi valori, i suoi blocchi, il suo credo, la sua morale, i suoi problemi.
Per me è andato oltre ad ogni cosa, specie alla mia superficie.
Non sono più quello eccitante che non vale la pena amare, per cui non vale la pena rivoluzionarsi.
Ora ne valgo la pena.
L'ho sentito, me l'ha fatto sentire.
Sarebbe stato facile per lui stendersi passivamente e lasciarmi fare, ma no. Lui ha voluto dimostrarmi quanto mi voleva, non è stata una finta, lo sentivo, lo provavo.
L'ho avuto dentro.
Mi ha devastato, mi ha sconvolto, mi ha... amato...
Era lì per me.
Si è deciso per me.
Per non perdermi.
Ha capito che ero al limite ed ha messo me davanti a tutto sé stesso.
Persino davanti a Dio.
Ero girato e nel momento dell'orgasmo non ha visto la mia piccola lacrima scendere.
Un'emozione così non l'ho mai provata.
Non ho mai fatto l'amore, ho sempre scopato e basta.
Questa è la differenza.
Emozionarsi.
Desiderare di morire con lui dentro. Cristallizzare l'attimo.
Indelebile nella mia mente, me lo terrò per sempre.
Ma quando ci stendiamo e ci abbracciamo e lui mi tiene a sé, ce lo diciamo di nuovo.
Che ci amiamo.
E mi dice di non mollare mai con lui.
Beh, di natura sono uno che non molla.
È da un anno e mezzo che insisto con lui, non sono decisamente uno che si dà per vinto.
Ora, poi, non mi si toglierà di mezzo facilmente.
Passa del tempo, ma so che non dorme, le sue dita sono leggere sulla mia schiena e sul mio braccio.
Ora stiamo davvero insieme.
Dio mio, ci sono riuscito.
Ancora non me ne capacito. Penso che da domani lo realizzerò davvero.
- Non riesci a dormire? - Mi chiede piano. Sorrido, sapeva che ero sveglio.
- No. Nemmeno tu. - Sorride anche lui.
- Sto pensando a quello che è successo. Sai... non avrei mai pensato che... che sarebbe successo così... pensavo mi sarei preso ancora del tempo. Io sono lungo a decidermi, non sono mai sicuro e... ma poi ho capito che ti avrei perso ed in un istante non importava più niente. -
Mi riempie di orgoglio. Sono stato più importante di tutto.
- E Dio? Come l'ha presa? - Non voglio prendermi gioco di lui, ci sto scherzando ma voglio solo saperlo. Lui mi dà un piccolo pizzicotto e mi risponde.
- Non lo so. Penso che... sai, quando non volevi credermi gli ho detto che se era Lui che voleva la nostra unione, che se era davvero Lui che aveva permesso ci trovassimo in questa squadra, se aveva dei piani per noi... allora doveva aiutarmi. Così in quel momento mi hai creduto e mi hai baciato. Penso che gli vada bene, non credi? - Sorrido. Spero che non lo dimentichi.
- Ricordatelo anche domani! - Sa perchè lo dico, ride un po' e poi sospira.
- Ricordamelo anche tu! - Si conosce. Mi piace perchè sta crescendo sulla sua pelle insieme a me, anche io sto crescendo. Abbiamo ancora molta strada da fare, ma siamo consapevoli di noi. Più di prima.
- Pensavo non ti saresti più deciso e mi davi così tanti segnali contrastanti che... - La voce mi trema e lui stringe la presa del braccio intorno alle mie spalle, le dita salgono sulla nuca, fra i capelli. Gli bacio il collo su cui arrivo e lui fa altrettanto con la fronte.
- Non ti nascondo che sono terrorizzato, non so quale sarà la mia forza quando usciremo da questa camera, quando tornerò a casa. Però so per certo che ti amo e posso negarmelo e scappare quanto voglio, non cambierà mai. Perchè sei ormai la cosa più importante, la prima a cui penso ogni istante. Quello che guardo di continuo. A cui faccio riferimento per le cose importanti. Quando sono angosciato vengo da te e mi calmi, quando voglio condividere qualcosa di divertente lo dico a te e spero sempre di farti ridere, e sono al settimo cielo quando succede. Per me ormai sei la mia vera costante, sei quello che non può mancare nella mia vita. Posso averne paura, ma è così. Penso che a Dio tu piaccia e penso anche che gli errori non si cancellano. Ho sposato Carol, è nato Luca. Non posso cancellarlo. Dovrò affrontarlo e non ho idea di come farò. Però non ti rinnegherò più. Sono stato ipocrita fino ad ora. Noi due stiamo insieme da quel giorno alla premiazione del Fifa 2007. -
Sentirglielo dire è così liberatorio che non so nemmeno se sospiro o cosa. Però mi mordo le labbra per non fare la parte del bambino piagnucolone. È bellissimo quello che mi dice, è bello perchè lo conosco e so che è sincero e quanto gli costa. Lui che cerca sempre di essere perfetto e fare la cosa giusta, ora sta lì ad ammettere che ha sbagliato tutto e che è stato biasimabile.
Per lui è davvero molto.
Lascio che il silenzio cali, ci penso per un po'. Provo ad immaginare cosa sarà. Ho paura anche io che mi lasci, penso che sarà difficile ma dovrò lottare. La vera avventura inizia ora. La vera partita.
Poi mi sorprende con una domanda.
- Cris... ma tu l'hai mai detto alla tua famiglia che sei gay? - Forse sta immaginando di dirlo a Carol.
- Lo dirai a Carol? - Alza le spalle.
- Non lo so, un giorno spero di riuscirci, quando avrò coraggio... quando Luca sarà più grande... quando penso che possa essere il momento giusto... non lo so... -
- No comunque. Non gliel'ho mai detto. Sai... non ci sono mai stati momenti adatti... ed ora... boh, penso che sarebbe difficile per loro capire. Pensano che io passi da una ragazza all'altra e che i giornalisti si inventino le notizie di me che vado per locali gay... - Lo dico con noncuranza.
- Ma se non vuoi che lo scoprano dovresti mascherarlo meglio. Non fai niente per evitare che venga fuori. Anzi. Non neghi mai quando ti chiedono se hai fatto questo o quello. -
Riky vuole semplicemente capire e mi piace quando mi chiede di me.
- Lo so, però loro sanno che ai giornalisti serve un capro espiatorio, qualcuno su cui scrivere per poter vendere. Io faccio notizia perchè ho una certa apparenza di personaggio facile e discutibile e mi piace tenermi bene, quindi questo dà l'idea di una persona superficiale ed arrogante. Gli ho insegnato a non leggere i giornali e a non credere a cosa dicono e che se mi sentono dire qualcosa di strano, loro sanno qual è la verità. Pensano che a volte dico di sì solo per togliermeli di torno. - E' vero che è così. Non crederanno mai a quell'immagine di me e mi sta bene.
- Non vuoi dirglielo? Non hai mai provato il desiderio di farlo? - Chiede delicatamente. Io alzo le spalle.
- Non particolarmente. C'erano sempre molti problemi a casa e non volevo darne anche io, ho fatto in modo di non pesare mai, di essere motivo di orgoglio. Quindi sapevo che se glielo avessi detto gli avrei dato un ulteriore dolore e mia mamma ne aveva già troppi fra mio padre e mio fratello. -
Riky cade dalle nuvole, mi fa alzare e sistemare sul fianco, scende al mio livello e mi guarda in viso tenendomi però la mano con dolcezza. Sì, lo amo.
- Tuo padre e tuo fratello? -
Inghiotto e gli occhi mi diventano lucidi pensandoci. È sempre una ferita aperta. Penso che certe cose non si rimargineranno mai, dopotutto.
- Mio padre era un alcolizzato e non c'è mai stato verso di aiutarlo, ci è morto. Nel 2005. per me lui era un grande, lo vedevo come il mio punto di riferimento, il mio eroe. Sai... era grande, mi sembrava forte... volevo somigliargli eppure... eppure di nascosto beveva. Quando la cosa è diventata ingestibile l'ho visto crollare, fallire, umiliarsi. Il mio eroe è crollato e mia madre era la sola a lavorare, lui si è ammalato al fegato, servivano cure e le mie sorelle studiavano. Così io facevo il mio, giocavo a calcio e mi impegnavo insistendo che sarei diventato un calciatore famoso e che avrei pagato io le cure per mio padre. Lei rideva pensando che non sarebbe mai successo. Sai. I soliti sogni dei bambini. Quindi avevo solo quello. Mi concentravo sul calcio, sicuro che sarebbe stata la mia soluzione. -
Silenzio.
Come è facile aprirsi con lui.
I suoi occhi neri aspettano il resto e con dolcezza me lo chiedono.
- E' morto per il fegato... -
- Era andato in cirrosi, era impossibile fare qualcosa. È stato l'alcool ad ucciderlo, non tocco un goccio di alcool per questo. Per evitare che mi rompano, quando c'è festa fingo di bere, ma non lo faccio mai davvero. Può capitare di rado che mi conceda qualche piccolo brindisi ma è solo mezzo bicchiere e basta. -
Parlarne mi fa sempre un effetto strano, se posso evito ma era come se non vedessi l'ora di dirglielo. È dispiaciuto, mi ascolta con cura e mi bacia le dita.
- E tuo fratello? -
- Hugo era un tossico. Da ragazzo si faceva, mia madre oltre a suo marito si è dovuta prendere cura anche di lui, si è fatta la schiena per potergli pagare la disintossicazione. Poi ci è ricaduto. Però ho potuto pagare tutto io, quella volta. Almeno questo ho potuto farlo. Queste cose sono costose. Non avevo veri rapporti con lui, era preso da questo e... e tutti erano pieni di pensieri. Eravamo anche poveri, fra l'altro. Non c'era modo per prendersi spazi e confidarsi. Ho sempre cercato di essere l'oasi di mia madre. Le mie sorelle erano un po' come me, cercavano di vivere la loro vita e non dare problemi. -
Riky ci rimane davvero male nel sapere di mio fratello, io sorrido quando vedo il suo sguardo triste e mi avvicino sfiorandogli le labbra.
- Ora va tutto bene, tutti fanno qualcosa, si sono realizzati e mia madre non deve più lavorare! Non c'è più motivo per essere angosciati. - Anche se mio padre non può godere di questo.
- E quando le cose si sono sistemate non hai voluto parlarle della tua natura? Cioè non ne senti il bisogno? Non credi di... non so... nascondergli una parte importante di te? - Mi stringo di nuovo nelle spalle, ci penso e faccio quell'espressione tipica mia da 'mah, non saprei....'
- Bah... è una cosa delicata, ho sempre avuto paura che dicesse... 'ecco, ora ho risolto tutto e mi rimane questa grana!' non voglio fare questa parte. - fa un sorriso triste perchè penso che capisca, dopotutto.
Non so se Carol capirebbe se glielo dicesse.
- E non hai mai avuto il bisogno di dirlo a nessuno, a parte gli amici? -
- L'ho detto al mister. -
- Ferguson? - Capisce subito che è lui.
- Sì, per me lui è stato come un padre. Ha vissuto in pieno l'enorme problema del mio, la sua morte, il mio dolore. Mi è stato vicinissimo ed è stato come un padre, poi. Veramente una persona importante ed insostituibile. Lo sento ancora, mi chiama regolarmente per sapere come sto, se va tutto bene. Penso che si senta anche lui padre con me. Gliel'ho detto. Lo sapeva tutta la squadra ed un giorno ho pensato... 'chissà cosa direbbe mio padre...' ero triste. Per me era sempre importante la sua opinione, che lui fosse orgoglioso di me. Cercavo di renderlo fiero. E così dopo che mi sono ripreso dal lutto, gliel'ho detto. Alex ha sorriso arrossendo, te lo puoi immaginare. Lui ha una pelle che prende colore subito. Poi mi ha dato un buffetto sulla guancia, lo faceva sempre, era il suo gesto per me. E poi ha detto 'quello che conta è che non ti butti via, per il resto puoi fare quello che vuoi!' - Sorrido con gli occhi che si illuminano mentre parlo di lui a ruota libera, incapace di fermarmi. - Ricordo bene il nostro dialogo. 'Tutto qua? Non pensi che sia strano?' 'Perchè dovrebbe? Ragazzo mio, prima di te sono stati gay un sacco di altri giocatori! Fa le cose con la testa, tieniti da conto e sii felice!' Era così buono, lui insegnava felicità, valori, impegno e rigore. Quando è morto mio padre... Dio, se non ci fosse stato non so se sarei riuscito a proseguire nel calcio. Ho seriamente pensato che non sarei mai potuto tornare a giocare. Per me è stato un duro colpo perderlo. Alex veniva a casa ogni giorno e stava tantissimo con me, passavamo ore ed ore a parlare ed io riuscivo a dirgli tutto. Ho pianto un sacco di volte con lui. Non penso che una persona che non ha legami di sangue con te possa fare così. A meno che non sia il tuo compagno di vita, ovviamente. Lui non era né questo né un amico. Era il mio allenatore. Eppure... eppure è stato incredibile. Così ho avuto qualche ragazzo, ci ho provato un po', e glieli presentavo. Lui ridendo li conosceva tutti, poi in privato mi chiedeva quanto sarebbe durata questa volta. Nel giro di poco finiva sempre, non si stupiva mai. Lui ha sempre saputo quando una persona andava bene o no. Sai cosa mi ha detto dopo la premiazione della Fifa 2007? Dopo che io e te abbiamo avuto il vero approccio? 'Ragazzo mio!' mi chiamava sempre così, 'chi hai conosciuto?' io ci sono rimasto. 'nessuno, mister... te lo presenterei subito, lo sai!' lui ha riso e mi ha dato il suo buffetto famoso 'non puoi mentirmi! Ti stai innamorando! Vedrai che andrà bene! Ne sono certo!' ci sono rimasto. 'ma non lo hai nemmeno visto, come puoi dirlo?' e lui 'Lo so! Ti vedo! Sei tu che sei diverso! Vedrai che non mi sbaglio! Quando scoprirai che avevo ragione chiamami per dirmelo!' io ho riso pensando che tanto non me ne sarei mai andato. Ed onestamente non pensavo nemmeno che sarebbe mai andata con te. 'ci puoi giurare!' - Qua mi fermo, ho parlato a ruota libera tantissimo di lui. Come nemmeno di me stesso o di altre cose.
Di lui potrei parlare ore. Alex è sempre stato il primo a difendermi, mai una volta che abbia parlato male di me. Mi ha sempre sostenuto.
Riky è contento di vedermi parlare di lui così ed è preso dalle mie parole, ha quel sorriso dolce e rapito.
- Glielo devi dire... - Sorrido anche io.
- Assolutamente. - E' così che Riky conclude tornando ad abbracciarmi. Mi sento come quello guidato, forse è normale che sia così, è lui quello più adulto e maturo. O forse ci completeremo per sempre.
- E' una persona incredibile, sei stato fortunato ad averlo. - Annuisco e contento, leggero, sereno mi accoccolo sul suo petto come prima. Dio, come sto bene.
Ho tutto.
Cosa mi manca, adesso?
- Continuo ad esserlo. Adesso ho anche te. È tutto perfetto. - Non dice niente, mi bacia la testa e lascia che mi addormenti.
È tutto così splendido.
Così perfetto.
Prima stavo malissimo eppure se era per arrivare a questo va bene. Non capisci la vera felicità se non la provi e di solito la provi solo dopo la sofferenza. Penso che sia sempre così. Allora va bene, dai... se alla fine si arriva a questo, va più che bene!”

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E' vero che...
La storia di Cris è vera, loro erano poveri, lavorava solo la madre come donna delle pulizie e prendeva poco, si occupava della famiglia numerosa, 4 figli. Il marito era alcolizzato ma era anche l'eroe di Cris, stravedeva per lui. Quando è morto d'alcolismo (problemi al fegato), era il 2005 ed è stato un durissimo colpo per Cris che lentamente ha visto crollare l'immagine che aveva del padre. Fortunatamente aveva un secondo padre, un certo sir Alex Ferguson che l'ha cresciuto, gli è stato vicino e l'ha sostenuto in tutti i modi possibili. Tutt'oggi Cris parla di lui come di un secondo padre, lo adora e lo adorerà sempre, quando lo incontra in campo lo abbraccia come un bimbo col papà. E' vera anche la storia di Hugo, il fratello di Cris. Ha avuto 2 momenti di tossicodipendenza, la prima sua madre in qualche modo è riuscito a curarlo, la seconda volta Cris ha potuto occuparsene lui e pagargli le cose. Adesso stanno tutti bene ed anche le sue sorelle hanno delle loro attività, sono tutti realizzati e la vita ha ritornato un po' di quello che la mamma di Cris ha patito. Per cui Cris non tocca un goccio di alcool, mai. La storia è proprio questa. Cris per questo avrà sempre la mia più grande stima, in ogni caso.