CAPITOLO
LXI:
VITA
DA MADRIDISTA
“Non
avevo appuntamento con nessuno, quindi mi stupisce il campanello che
suona di buon mattino.
Impreco
e rotolo giù dal letto, mi trascino stancamente all'ingresso in
boxer e guardo nel citofono.
Sono
mezzo addormentato ma appena vedo il suo viso sorridente mi sveglio
subito e vispo gli rispondo.
-
Riky amore! Ma che bella sorpresa! - Si guarda intorno come un ladro
terrorizzato dall'idea che lo vedano.
-
Fammi entrare! -
Per
un momento penso che abbia detto tutto a Carol e che l'abbia buttato
fuori di casa!
Che
bello sarebbe!
Però
ovviamente è un pensiero egoista. Dandomi dell'idiota gli apro e
aspetto trepidante che entri.
Quando
varca la soglia dopo qualche minuto, sa stupirmi ancora più di
quanto non abbia appena fatto.
Penso
che sia la sua dote principale.
Non
mi saluta nemmeno, mi butta le braccia al collo con un gran bisogno.
Lo sento trattenere il fiato e stringermi il collo stretto stretto.
Nasconde
il viso contro il mio collo, come quando gli si agita l'impossibile
dentro.
Ormai
capisco al volo ogni cosa di lui.
Gli
circondo la vita dopo aver chiuso la porta e gli carezzo la nuca, fra
i capelli mossi e neri. Lo sento rilassarsi via via e appoggiando la
guancia contro la sua testa, sussurro baciandolo leggero.
-
Cosa ti succede? - Scuote la testa.
-
Mi sei mancato! - Sorrido.
-
Anche tu. Ma questo va al di là della normale mancanza. Poi ci siamo
visti ieri. - Dico paziente. Sebbene sia bellissimo sapere che gli
mancavo, so che non è proprio così.
Lo
separo un poco da me, gli prendo il viso fra le mani e lo guardo con
dolcezza aspettando che si decida. I suoi occhi neri sono grandissimi
in questo momento e mi fissano colpevole.
-
Con Carol mi sento così in colpa... e mi sento in colpa perchè
riesco benissimo a fare la parte che dovevo. La parte del marito. È
come tutti gli altri anni prima che succedesse tutto questo. Come se
non fosse cambiato nulla, capisci? Così mi sento... non so...
perso... non mi riconosco più, sono pieno di dubbi e domande. E mi è
venuto un attacco di panico stamattina con lei. Perchè stava andando
di nuovo tutto benissimo. E prima di scoppiare e dire tutto sono
uscito dicendo che passavo da te perchè oggi abbiamo un intervista
insieme. Avevo bisogno di vederti subito, stringerti. Solo con te mi
sento meglio. Mi sento a posto. Sai... - Abbassa lo sguardo
colpevole. - E' come se mi ricordassi perchè lo faccio. Non lo
dimentico mai, ma dopo un po' arrivo al punto che ho bisogno di te,
della tua forza, di stringerti e toccarti per tornare in pace. Per
non esplodere. Per restare calmo. - Sorrido con fermezza, dolcemente,
mentre l'ascolto e mi scaldo alle sue parole. È agitato ed
allarmato, sicuramente in uno stato d'animo non molto positivo. Ma è
splendido che abbia bisogno di me per tornare sereno. Per stare bene.
-
Stai meglio ora? - Dico solo, semplicemente. Lui sorride ed annuisce
timidamente.
-
Sì... grazie... - Gli bacio le labbra con leggerezza.
-
Non ho fatto niente. -
-
Ci sei. Hai pazienza. Mi ascolti. Riuscirò a ripetere queste cose
mille volte e tu le ascolterai sempre, e mi abbraccerai e mi dirai le
cose giuste. Sei importante. Sei importantissimo. Io non potrei
affrontare questo momento se non ti avessi con me. Se dovessi
affrontare una crisi matrimoniale, se mi fossi accorto di non amare
Carol... e non fossi con te... penso che non ce la farei! Impazzirei!
Non so come farei! Sei tu la mia forza in questo momento. Avevo
bisogno di abbracciarti, l'ho fatto e sto bene. -
Mi
vengono gli occhi lucidi sentendo queste cose bellissime, non mi ci
abituerò mai.
È
fantastico quando la persona che ami ti dice queste cose, ti fa
sentire così amato, la sua forza, il suo mondo, il suo tutto.
È
bellissimo e non so descriverlo.
È
come quando ottieni una vittoria importantissima. Per me ogni giorno
con lui è così.
Spero
che vada avanti per sempre. Lo spero davvero.
Li
nota e si scioglie, sorride, si intenerisce, diventa amore e mi
prende il viso come sto facendo io con lui, mi bacia, apre le labbra
e mi assorbe. Le lingue si trovano e tutto ritrova il suo equilibrio
perfetto.
Possiamo
affrontare tutto perchè siamo insieme, siamo vicini.
Lui
si è accettato, sta facendo la commedia con Carol, si è messo con
me ma solo perche siamo qua vicini. Se eravamo ancora in città
diverse... non saremmo a questo punto.
Per
noi la nostra forza è la vicinanza. Ho il terrore di quando ci
separeremo. Saremo in grado di continuare?
Sono
terrorizzato quando ci penso, però penso che per quella volta, fra
sei anni, le cose saranno più solide fra noi.
Quando
c'è quella solidità affronti tutto.
Scende
con le mani sul collo e poi va giù sul petto. Sono praticamente nudo
e sorridendo contro la sua bocca gli prendo le mani e faccio un passo
indietro tirandolo con me. Ci separiamo un istante, mi guarda
smarrito, assetato, quindi lo conduco al soggiorno e mi lascio cadere
sul divano con lui sopra che si sistema seduto a cavalcioni.
Il
mio angelo che prende il suo peccato quotidiano ed in cambio purifica
il suo demone custode.
Siamo
perfetti perchè ci completiamo, ci compensiamo.
Lui
non è perfetto ed io non sono solo difettoso.
Ci
diamo l'un l'altro ciò di cui abbiamo bisogno.
Lo
tengo per la vita, sotto la maglietta, mentre lui si appoggia alle
mie spalle e riprende a baciarmi.
Potremmo
stare così anche tutta la mattinata, non ne avremo mai abbastanza,
non sarà mai sufficiente.
Saremo
sempre bisognosi di tutto questo.
Dopo
un po' si strofina col bacino sul mio e fa spazio per infilare la
mano nei miei boxer, mi prende l'erezione e muove la mano su e giù
stringendo, mi masturba e sospiro contro le sue labbra, mi succhia la
lingua ed è come se mi prosciugasse per un istante, come se fosse un
vampiro ed io il suo umano preferito. Il suo sangue. Il suo
sostentamento giornaliero.
Mi
fa sentire come se fosse incapace di smettere, come se ne avesse
bisogno sempre di più.
L'attrazione,
il calore, il desiderio. Cresce tutto subito. Mi desidera come non ha
mai desiderato niente, è come se fossi sua proprietà privata, come
se mi marchiasse.
Gemo
mentre mi dà piacere, riesce a stupirmi sempre la sua
intraprendenza. Ci sono volte in cui sono io l'attivo, ma altre è
come se avesse bisogno di prendermi a farmi suo. Non so dire bene la
sensazione che mi trasmette. Ma mi fa sentire suo. Sento che mi vuole
disperatamente.
Così
aumenta il ritmo sentendo che mi eccito incredibilmente e non smette
fino a che non vengo e non mi bagno l'addome. Abbandono la testa
all'indietro ed ansimo preso da questo splendido orgasmo mattutino.
Mi
bacia così il collo e scende sul petto, mi succhia un capezzolo ed
alzo la testa per vedere se fa davvero quello che penso.
Quando
lo fa mi dà la chiara visione di quanto mi desideri e mi voglia.
Supera
i limiti che pensavo avesse.
Lecca
un goccio di sperma sul mio stomaco ed è così che perdo il
controllo e finisco per alzarlo e stenderlo accanto a me, nel divano.
Gli salgo sopra e mi perdo fra le sue gambe dopo averlo spogliato
velocemente, con foga, bruciandolo. E lo brucia anche la mia bocca
che lo divora. Il suo cazzo cresce, la sua voce mi chiama e chiede
ancora, mi chiede di non smettere, mi preme le mani sulla nuca,
accompagna i movimenti della mia testa.
Ci
desideriamo e cresce. Tutto cresce. Quando stiamo insieme è come se
tutto il resto non contasse più.
Come
se tutto sparisse.
Siamo
solo noi due, i nostri amori, i nostri desideri.
E
bevo il suo piacere mentre si perde nei gemiti e spinge contro la mia
bocca, impazzito dal godimento.
Insaziabili,
inesauribili. Infiniti.
Riky
sta piano piano tirando fuori tutti i suoi lati nascosti che non
immaginava di avere. E vorrei uscire e fare una conferenza stampa e
dire a tutti che lo amo e stiamo insieme, vorrei mettere i manifesti,
vorrei che fosse chiaro ad ogni essere umano che lui è mio e mi ama.
E
guai a chi lo tocca e ci prova.
La
gente mi critica eppure lui mi ama, com'è possibile? O lui è pazzo
o magari in realtà sono una brava persona.
O
forse ci sono delle sfumature di noi che nessuno conosce.
Non
ha importanza.
Voglio
vivermi questo paradiso raggiunto con fatica.
Passiamo
la mattina pigramente sul divano a coccolarci, poi ci sciacquiamo
velocemente e ci prepariamo per uscire, abbiamo un'intervista con
tutti i nuovi membri di quest'anno e siccome è in un posto alto dove
soffia un sacco di vento ci copriamo bene.
Lo
facciamo insieme. Lui non vorrebbe farsi niente ai capelli mentre io
sto mezz'ora solo per farli perfetti col gel. Quando finisco e lo
guardo non li ha toccati nemmeno con la spazzola.
Scuoto
la testa e lo prendo, così lui che stava parlando si ferma e mi
fissa spaventato mentre vede che prendo il pettine.
-
Che... che vuoi fare? I miei capelli vanno bene così! - Dice subito
sulla difensiva.
Ridacchio
e scuoto il capo.
-
Hai un taglio antico! Devi fartene uno moderno! - Fa il broncio.
-
I miei capelli stanno bene come stanno! - Esclama allora facendomi
ridere. Mio malgrado gli ci metto mano e comincio con l'acqua e con
un po' di gel glieli sistemo. Mi piacciono queste cose e ci tengo
molto. Le capigliature, lo stile. Anche le sopracciglia, i peli!
Passo
ogni settimana dall'estetista.
-
Ci faranno delle foto oggi. Non voglio che sfiguri vicino a me! -
Ovviamente scherzo e lui tira fuori la punta della lingua fingendosi
offeso.
-
Queste cose non contano e poi non saprei tenerli bene se li tagliassi
in qualche modo strano! Non sarebbe da me! - Alla fine del mio
capolavoro di parrucchiere sta molto meglio e allargo le braccia
soddisfatto ammirandolo.
-
Lo so, sei splendido come sei. Però ogni tanto se ti ritocchi non è
mica brutto... - Lui sembra arrendersi, scuote la testa senza dire
nulla e si guarda allo specchio.
Io
mi appoggio alla sua schiena e metto il mento sulla sua spalla
facendo capolino.
-
Allora? - Chiedo in attesa di complimenti. Lui sa cosa voglio e
ridendo mi prende in giro.
-
Mmm... non male... pensavo meglio! - non gli ho fatto grandi cose,
gli ho solo domato un po' la frangia ed i capelli che gli stanno
incasinati intorno al viso!
-
Ehi, sei un gran gnocco così! - Commento piccato raddrizzandomi.
Lui
ride e si gira con un'espressione ironica.
-
Come, prima ero brutto? - a lui non interessano queste cose, però mi
piace che giochi. Lo adoro, ha un gran bel senso dell'umorismo.
Sa
scherzare, sta a tutto.
Lo
circondo con le braccia e infilo le mani nelle tasche dei suoi jeans,
sul sedere.
Che
palpeggio con cura.
-
No, ma adesso sei più bello... - Dico basso e suadente ammiccando.
Lui arrossisce e mi fa ridere che arrossisca dopo tutto questo tempo
che faccio così.
Dopo
aver gettato la testa all'indietro e aver riso, lo bacio e
concludiamo il battibecco in un modo più congeniale.
Lo
lascio andare ed esce dal bagno al che lo fermo incredulo.
-
Ehi! - si gira.
-
Che c'è? - La mia aria è 'non dimentichi niente?'
-
Ed io? Sto bene? - Ovviamente ci tengo ai complimenti, sto ore a
farmi bello! Mi piace che mi dicano che sto bene!
Lui
ride e siamo così sereni e rilassati insieme, da soli. Il mondo
fuori e nessun problema.
-
Sei stupendo, tesoro. - Lo dice accondiscendente, ma mi piace il suo
'tesoro'. Così mi accontento. E poi so che lo pensa davvero.
Una
volta fuori lui comincia a guardarsi intorno ed io lo sapevo.
È
fatto così.
Fuori
dalle sicure mura di casa mia diventa paranoico ed apprensivo e penso
che sarà un dramma ogni volta.
-
Ehi, siamo vicini di casa ed andiamo agli stessi appuntamenti per il
club, è normale se ci vedono insieme... - Lui però è teso e
stringe le labbra. Si mette gli occhiali da sole e non dice niente.
Ha
il terrore che Carol lo veda.
Non
penso che potrà andare avanti così per molto, prima o poi glielo
dirà e scoppierà uno scandalo.
I
due sposi perfetti che divorziano per misteriosi cause. Allora
nessuno si salva!
Sempre
che lei non accetti il matrimonio di facciata proprio per evitare lo
scandalo... la cosa non mi stupirebbe. È raro che un santo sia
veramente santo. Ci sono sempre delle dosi di demonio da qualche
parte. Tutti ce l'hanno.
Nemmeno
lei si salva.
Non
si salva Riky, del resto...
Arriviamo
comunque sani e salvi nell'edificio dell'intervista e ci troviamo con
gli altri.
Il
posto è un palazzo molto alto, saremo sul terrazzo. Le pareti sono
in vetro e si vede fuori.
Siccome
l'edificio è davanti al Santiago Barnabeu, noi staremo proprio qua
per quello, per avere, nello sfondo, lo stadio del club.
Fra
questi c'è anche Karim.
Siamo
disinvolti e appena ci circondano gli altri, Riky è molto naturale e
sorridente.
Siamo
due attori consumati. Io lo so che se voglio posso esserlo. Non che
abbia motivi per avere il muso e non sorridere. Va tutto alla grande.
Però
Riky era preoccupatissimo appena è uscito di casa ed adesso è così
rilassato appena ha incontrato tutta questa gente.
Specie
quelli che ci faranno l'intervista.
C'è
un giornalista, un camera men per delle riprese ed un fotografo.
C'è
anche un agente del Real perchè ci consegnano le magliette per le
foto.
Riky
resta a suo agio, ha una capacità di dimostrare ciò che vuole che è
incredibile.
Ride
e scherza, si meraviglia del panorama mentre sale le scale e lo trovo
delizioso, gli tocco la schiena ed anche a me vengono naturali questi
gesti.
Teoricamente
ci siamo incontrati da poco eppure mi comporto già come lo
conoscessi da una vita. Perchè è così. Io e lui traffichiamo da
molto più tempo di quanto la gente pensa e mi piace 'marcare il
territorio', è una cosa che mi viene spontanea.
Una
volta sul tetto, il sole ed il vento sono allucinanti e Karim attacca
a lamentarsi, penso che non faccia altro che quello e la cosa mi fa
ridere un sacco. Anche lui si trova bene con me e con Riky in modo
particolare, ovviamente siamo quelli con cui ha avuto più contatti
dall'inizio dell'avventura, ma c'è differenza da come siamo
affiatati io e Riky e si vede molto bene. È quasi una scritta
luminescente.
Quando
si affaccia oltre la ringhiera per vedere quanto è alto lo prendo e
lo riporto al sicuro col cuore che per un momento fa una capriola. Lo
fa qualcun altro e lo guardo senza battere ciglio.
Non
so se sia chiaro a tutti, ma per me conta solo Riky.
Dopo
l'intervista ed il servizio fotografico dove Karim continua a
lamentarsi dalla A alla Z, proponiamo il pranzo insieme perchè gli
allenamenti sono nel pomeriggio, più tardi.
Però
siccome gli altri sono andati, ci ritroviamo solo noi tre e così
visto che non conosco ancora bene i posti di qua, propongo casa mia.
-
Per me è uguale... - Dice Karim alzando menefreghista le spalle.
Riky però obietta.
-
No è meglio di no, se Carol mi vede da te si chiederà che ci
faccio. -
Karim
lo fissa stralunato.
-
E che voi fare? Sei a pranzo con noi! - io rido, questo ragazzo è un
mito!
Riky
fa una smorfietta deliziosa.
-
No è che... devo ancora abituarmi al rischio e... e capire cosa fare
con lei... - Karim scuote il capo ed alza le mani in segno di resa.
-
Dovremo farci portare dagli spagnoli in qualche ristorante
interessante... - Dico senza aggiungere nulla sull'argomento
delicato.
-
Se volete casa mia è libera e lontano dalla vostra. Cioè non in
culonia ma nemmeno di fronte! - Karim è polemico ma lo è in modo
simpatico, quindi Riky ride e dopo rido pure io.
-
E sia casa tua, allora! - Rispondo anche per lui che finalmente torna
a rilassarsi all'idea di non sfiorare certi pericoli.
Sto
contando i secondi. Quanto ci metterà a cadere?
Casa
di Karim è come me l'aspettavo.
Vive
solo in un super appartamento ed è un casino assurdo.
-
Karim, da quanto sei qua? - Lui inarca le sopracciglia in quel suo
tipico modo da 'eh?' ed io rido.
-
E' un casino! Non puoi aver fatto sto casino in così poco tempo! -
Lui sbadiglia e si butta sul divano scomposto, alzando i piedi sul
tavolino.
-
Qualche settimana! -
-
La fai pulire da qualcuno, mi auguro... - Indago mentre Riky si
guarda intorno sconvolto.
-
Dovrei? - Chiede sorpreso della mia domanda.
Io
mi piego in due e rido.
-
Sei uno spasso! -
-
Certo che devi farla pulire! Ma scusa, è la prima volta che vivi
solo? - Chiede Riky preoccupato.
-
Beh, certo! Prima in Francia ero con i miei, ma qua ho voluto venire
da solo. -
-
Significa che non hai niente da mangiare? - Chiedo passando alla
parte successiva del problema.
-
Ma come no! E come vive, di aria? Avrà del cibo... - Karim ci fissa
di nuovo con quella faccia assente di chi non capisce che stiamo
dicendo. - Karim, cosa mangi? - Riky è seriamente preoccupato, ora.
Ed io mi sto divertendo un sacco!
-
Ordino per asporto! - Mi metto le mani sul viso per ridere ancora e
Riky lo fa, ma per disperarsi ancora di più, così il padrone di
casa si raddrizza sul divano e se ne risente, finalmente. - Ehi, non
so cucinare! Non è che ordino schifezze tipo fast food, eh? - Io
ovviamente continuo a ridere, ma Riky è seriamente preoccupato.
-
Sì ma non puoi vivere solo di questo! - Karim sminuisce la cosa e
torna a buttarsi giù sul divano.
Un
gatto bianco fa il suo trionfale ingresso e sale sullo stomaco di
Karim ed io rimango di stucco.
Il
capolavoro. Gatto e padrone hanno la stessa aria accidiosa ed
annoiata, da non credere!
-
Lo sapevo che aveva un gatto! -
-
E a lui gli dai da mangiare in modo corretto o gli ordini i ravioli
al vapore? - Chiede Riky che pensa davvero possa farlo.
Io
mi siedo sulla poltrona e mi rassegno a ridere ancora. Riky mi fa
morire e mi fa più morire Karim che lo fissa con quelle sue facce
ovvie. Non capisce proprio dove sia il problema.
-
Certo che no! Se lascio anche altro cibo gli faccio mangiare anche
quello... -
Riky
si copre di nuovo la faccia e sta per urlare.
-
Dai, gli do pure le crocchette! Guarda che so come si tiene un gatto!
Ne ho da quando ero piccolo! -
-
Ora capisco perchè sei come loro! - Mi inserisco, Riky scuote la
testa e va in cucina per vedere cos'ha e noi rimaniamo a parlare.
Karim non capisce come mai tutti lo paragonino ad un gatto e mentre
il micio gli strofina la coda sul viso e lui non fa una piega, io
sogghigno e lo indico.
-
Se avessi una telecamera ti filmerei e ti darei la risposta! Siete
identici! Avete lo stesso modo di fare flemmatico e pigro! -
-
Senti... invece di dire cagate... - Fa con il suo tono seccato e
l'accento francese, la sua erre la amo.
-
Come si chiama? - Lo ignoro ovviamente.
-
Monsieur Leon! - Rimango stranito per il nome... che nome strano...
-
Monsieur Leon ad un gatto?! - Lui mi fissa torvo.
-
Che ha che non va, ora? Senti, da quando siete arrivati non avete
fatto altro che criticarmi!- Comincia a lamentarsi, mi mancava, così
alzo le mani e ridendo chiedo scusa.
-
Niente, Monsieur Leon è fantastico! -
-
Hai animali? -
-
Sì! -
-
Come si chiamano? -
-
Non vuoi sapere cosa sono, prima? -
-
E cosa sono?! -
-
Due cani! -
-
E come si chiamano? -
-
E non vuoi sapere la razza? -
-
Non me ne fotte un cazzo!
-
Sono un labrador e un terrier! -
-
E MI VUOI DIRE COME CAZZO SI CHIAMANO? - Il gatto salta via.
-
Abelhinha e Marosca! -
-
E TI SEMBRANO NOMI DA DARE A DEGLI ANIMALI?! - Questo lo doveva dire
per partito preso però si capisce che lo pensa davvero, così
scoppio di nuovo a ridere e mi butto indietro sulla poltrona dove
sono affondato. Rido fino a piangere, perchè si è acceso un sacco e
a momenti mi ammazzava! Ed alla fine ha pure ragione!
-
Dai, hanno un bel significato! - Dico senza prendermela fra una
lacrima e l'altra.
-
E quale? Sacco e Merda? - E' un comico! Gli vengono così senza
rifletterci. Le spara e basta. Sono spontanee e le dice così
incazzato che mi fanno morire. Penso che non mi riprenderò più.
Rinuncio
a dire cosa significa ed alla fine Riky viene a vedere perchè tutto
questo chiasso, ci trova me che mi sbraco dal ridere e Karim col
broncio e furioso.
-
Ragazzi, calmatevi o chiamano la polizia! -
-
E poi tua moglie deve prenderti alla centrale perchè ti arrestano
per schiamazzi? - Karim quando è seccato spara a zero a random,
l'acidume scende a valanghe ma se lo fa su di me è un conto, se lo
fa su Riky è un altro.
Così
gli salto addosso, gli metto il braccio intorno al collo e tiro
strozzandolo mentre me lo rigiro a pancia in giù sotto di me.
Potrei
anche ucciderlo.
-
Chiedigli scusa! - Riky urla e si avvicina cercando di togliermi
preoccupato.
-
Fermati, così lo uccidi! - Ma in un secondo Karim mi ribalta
letteralmente giù dal divano e non so come, ma finisce che mi spinge
un ginocchio contro la nuca e mi tira il braccio in modo innaturale.
Sta per rompermelo ed usa una forza incredibile.
A
questo punto Riky, urlando di terrore, me lo toglie di dosso prima
che mi ammazzi e la cosa mi stupisce perchè Karim usava una forza
pazzesca e Riky non dovrebbe essere più forte di noi.
A
meno che io non sia in pericolo, evidentemente.
-
Adesso smettetela di fare i bambini! - Lo dice severo come un padre e
ci punta coi diti. Per un momento mi sembra di essere tornato
indietro a quando ero piccolo con Hugo che combinavo di cotte e di
crude e mia sorella più grande ci sgridava. Quanto ci divertivamo...
E'
bello avere questa sensazione. A parte che ho paragonato Riky a
Katia, ma non fa nulla. Lui è un po' femminile. Un po' tanto.
Penso
che sarà bello.
Anzi.
Ne sono sicuro.”
________________
E'
vero che...
L'intervista
in questione, come notate, c'è stata davvero. Ed è anche vero che
quando salivano gli infiniti scalini dell'edificio, Riky si era
fermato per vedere fuori dalla vetrata e mentre gli altri son passati
oltre, Cris si è fermato un attimo e gli ha accarezzato la schiena
(se guardate il video su youtube lo trovate, dovete però arrangiarvi
a trovarlo che ora non ho tempo di farlo io! :-P ). Karim si
lamentava tutto il tempo del sole negli occhi e Cris per farlo stare
zitto ad un certo punto gli ha dato i suoi occhiali da sole, ma Karim
non li ha presi. Riky faceva foto a tutti a tutto andare, era come un
bambino contento. Quando si è sporto oltre la ringhiera del tetto,
Cris l'ha subito preso e rimesso indietro!
I
cani di Cris, come ormai ben sapete, si chiamano davvero così. Karim
ha un gatto bianco ma non so come si chiama!