CAPITOLO LXIII:
GODERSI LE GIORNATE SERENE

Gioca a fare il muso per tutto l'allenamento, però mi sta sempre nei paraggi. Brontola da finto offeso, ma ci riesce male perchè non ne è molto capace.
Io me lo godo e fingo di non voler far pace, classici giochi.
Poi, quando torniamo negli spogliatoi mi dà le spalle perchè se mi guarda poi si scioglie e non riesce a continuare questo finto muso.
Allora, proprio mentre si sta togliendo la maglietta sudata, ignorando la presenza di tutti gli altri, lo prendo alle spalle e lo spingo contro la parete, gli metto le mani sulle sue e lo blocco parlandogli all'orecchio come il maledetto che sono.
- Vediamo se riesco a farmi perdonare... -
Sento che trattiene il fiato, diventa bollente immediatamente e sgrana gli occhi girando la testa verso di me.
- Non qua in mezzo agli altri, Cris! - Gli bacio il collo sudato e ignoro il suo sapore salato che è come il mio. Non me ne frega niente se non è pulito e profumato. È il suo sapore e mi piace. Mi piacerà in ogni caso.
Frugo con le mani sul suo torace già scoperto e scendo fino all'elastico dei pantaloncini corti.
- Sanno già tutti... - E se non lo sanno è bene lo sappiano.
Che Riky è mio.
Sento gli sguardi addosso. Chi cercava conferme ora le ha. Molti sono curiosi. Alcuni sono morbosi. Altri, forse, vorrebbero essere al posto nostro.
Gli succhio il collo con molto impegno e lui si appoggia a me cercando di spingermi. Le mani provano a fermare le mie ma con scarsi risultati.
- Dai... dai no... - Però è quasi un sospiro. Il collo è uno dei suoi punti deboli ed ormai ho la mano dentro i boxer. Lui cerca di toglierla, ma con scarsi risultati.
Guardate pure, lui è mio.
Nessuno dice niente, sembra tutto normale. Mi piace quando è così. La gente pensa che siano cose impossibili e che siamo tutti super etero perchè ci scopiamo super modelle. Come è facile ingannare la gente.
Personalmente non me ne importa niente, posso anche farmi vedere mentre bacio Riky in pubblico. Non ho problemi a mostrarmi gay. Solo che mi dispiace per la mia famiglia che ancora non sa niente. Mia madre, per lo meno. Gli altri ormai avranno capito.
Visto che non mi accontento più di strofinarlo e che glielo prendo con l'intenzione di tirarlo fuori, questa volta mi dà una gomitata di riflesso e mi allontana davvero, poi ne approfitta per scivolare via al sicuro, si toglie in fretta e furia tutto, prende il doccia shampoo e si fionda nella zona delle docce.
Pensa che sia al sicuro... sorrido divertito leccandomi le labbra mentre mi spoglio con una luce preoccupante nello sguardo.
Il mio angioletto casto e puro...
Quando lo raggiungo gli altri hanno finito ed escono, così sono lieto di vedere che è quasi tutto per noi.
Restano in pochi che comunque sanno molto bene di noi.
Iker, Karim, Sergio e Gonzalo.
Gonzalo non so se lo sa, però vedo che sta discutendo con Karim in francese, non so cosa si dicono, sembra quasi un litigio.
Karim non è una persona facile.
Iker e Sergio parlano fitto fitto e non ci calcolano.
Così lo metto in un angolo, il mio amore, e lo blocco fra le mie braccia.
Mi limito a poggiarmi tutto su di lui, non faccio altro.
Solo questo innocente movimento.
E col bacino sul suo lo accarezzo scivolando insieme all'acqua.
Trattiene il fiato e mi spinge, ma poi le mani finiscono per scendere sui fianchi e sulla schiena.
E sul mio culo.
Ah, so che gli piace, è bello tondo. Mi alleno tanto anche per dargli una bella forma!
Ci tengo al mio culo!
Però non fa altro, è frenato dagli altri ugualmente. Mi fermo e giro la testa a metà, lancio loro uno sguardo e Sergio e Gonzalo si tirano via i rispettivi compagni lasciandoci soli.
Sogghignando torno a lui e mi prendo la sua bocca.
Finalmente si rilassa e mi lascia fare. Risponde al bacio e penso che non vedesse l'ora.
Ci siamo svegliati così e ci salutiamo allo stesso modo. Che bello.
Riky ed il suo corpo sono miei, mi richiama e me lo prendo.
Affonda le dita in ogni parte del mio corpo, sui miei muscoli sodi, risale la schiena e scende di continuo, come ipnotizzato dal mio corpo perfetto.
Dopo di che, lentamente, mi inginocchio.
Scendo sempre più leccandolo lungo la strada. Mi accompagna con lo sguardo stralunato chiedendosi se lo farò davvero. Visto che lo farò davvero, appena sente la lingua sul suo cazzo, appoggia la testa all'indietro e si abbandona.
Non c'è più nessuno qua a vederci e poi anche se ci vedessero, dannazione, chi se ne fotte.
Sono come noi.
Cresce subito nella mia bocca, succhio e lo faccio mio e per l'ennesima volta mi approprio del suo sapore. Un altro.
Mi piacciono tutti, sempre. La sua saliva, la sua pelle, perfino il suo sudore ed il suo sperma. Tutto di lui. Non mi importa.
Anche i suoi piedi.
Lo adoro.
Ed è solo mio.
Non gode così con Carol, non ha mai goduto così. E non godrà mai con nessun altro.
Quando risalgo, mi abbraccia e nasconde il viso contro il mio collo, è sfinito ed ormai posso scordarmi che ricambi.
Però posso stimolarlo un po'... continuo le mie carezze, me lo coccolo e gli faccio sentire contro la pelle dell'inguine quanto il mio sia teso e bisognoso delle sue cure.
Lo sento che sorride.
- Vuoi qualcosa? - Mi chiede febbrile.
Gli succhio il lobo in risposta e si sta muovendo con le mani quando dall'altra parte sentiamo delle urla che ci distraggono. Riky si spaventa come un gatto ed io mi smonto nel giro di poco.
Impreco.
- Che cazzo... - Poi distinguiamo frasi incomprensibili, francesi ci pare. E la voce di Karim.
- Questo è un insulto... - Dice Riky chiudendo l'acqua e andando di corsa di là.
Quando arriviamo c'è solo Gonzalo che fissa la porta sbattuta proprio in questo istante.
Gli altri sono spariti.
- Gonzalo? - Chiama piano Riky mentre io ormai decido che possiamo anche asciugarci, ormai.
Prendo due asciugamani ed uno glielo do mentre con l'altro mi strofino subito il viso ed i capelli.
Gonzalo si gira e ci guarda, solo ora si rende conto che c'eravamo ancora e sorpreso nonché imbarazzato, si scusa.
- Tutto bene? - Chiede. A me non importerebbe però se a Riky importa ascolto anche io.
Gonzalo fa sì con la testa e poi no perchè è inutile mentire, si vede che non va bene.
- Non volevo disturbarvi... - Dice mortificato. Io rido.
- Ormai... - Riky mi dà una gomitata e si avvicina preoccupato con il telo intorno alla vita e i capelli gocciolanti sul viso. Quanto è bello il mio amore.
- Dai, ti va di parlarne? - Sembra che siano già amici, in realtà penso si stiano parlando per la prima volta. Io non mi aprirei però forse Gonzalo ha bisogno di parlare.
O forse nessuno sa dire di no a Riky.
- Mah io... non so cosa dire... -
- Di Karim? - Introduce delicatamente. Gonzalo alla fine si siede ed io continuo ad asciugarmi fingendo di farmi i fatti miei.
Però ascolto e alla fine si sfoga per bene. Per me è Riky che ispira.
- Abbiamo fatto sesso un paio di volte. Non che io l'avessi fatto altre volte. Quindi ero un po' spaesato. Lui oltretutto non mi ha cercato sempre, era un po' strano. Così per capire gli ho chiesto cosa fossimo, cosa dovessimo fare... e lui ha detto che non stiamo mica insieme, che facciamo quello che vogliamo. Io gli ho detto 'ok, ma dimmi cosa vuoi da me... è solo sesso? Ogni tanto faremo sesso e basta? E se vogliamo altre storie siamo liberi di averne?' domande legittime, no? E lui mi ha detto che non ci conosciamo e che è assurdo parlare già di queste cose e che fra noi non c'è niente. Però non è che fai sesso se non siamo niente... io sono un po' confuso... - Riky sospira e lo ascolta attentamente, in pensiero.
- Beh, hai fatto bene a chiarire subito, almeno ora sai... credo che per lui sia presto parlare di queste cose, forse è meglio se aspetti un po' di vedere come evolve, magari vi prendete... dagli un po' di tempo... - lui è quello del tempo, per lui si risolve tutto così!
Io sono diverso ed intervengo anche se non sono richiesto.
- Karim è il classico allergico ai legami! Non gli serve il tempo! Deve essere bastonato! Non puoi usare le maniere dolci e aspettare che gli vada... non va lavorato con calma, va picchiato a sangue. Solo così gli tiri fuori qualcosa! - Ne sono convinto, ho capito che tipo è.
- Karim è un gatto e come tutti i gatti va solo addomesticato, ci vuole tempo e dolcezza! Così scappa e basta! - Riky però è convinto di quel che dice.
- No, non è un gatto! Anche io lo pensavo, ma hai visto oggi... lui in realtà è una tigre addormentata. È tutta un'altra cosa! Ora sembra un lamentoso flemmatico essere. In realtà è uno rabbioso, un pessimo elemento. Solo che dorme. Se lo stimoli a dovere la tigre si sveglia, però sono cazzi tuoi dopo... credo che non sia controllabile uno così... - Riky non dice più niente, penso che stia pensando che forse ho ragione. Gonzalo invece ha bisogno di pensare e sospirando scuote il capo ed esce dicendo che non lo sa.
- Hai capito bene Karim... io pensavo fosse un semplice gatto... - Dice Riky avvicinandosi con un dolce sorriso sorpreso. È contento che ho analizzato Karim? Che gliene importa?
- Comincio a pensare che non abbiamo visto niente di lui... gli serve uno che lo stimoli a tirare fuori il suo vero carattere, però poi penso che sia ingestibile, il vero carattere. - Le dico come le penso, come sempre. Lui mi ascolta con attenzione.
- Anche una tigre si innamora... - Per lui si riduce sempre tutto a questo. All'amore.
La verità è che nella vita ci sono così tanti tipi di rapporti che spesso l'amore passa in secondo piano.
Può essere che Karim trovi uno in grado di stimolarlo, non è detto che sarà quello che amerà.
Può anche essere che non amerà mai. Non è che si innamorano sempre tutti per forza.
- Tu sei il solito romantico... - Dico infatti lasciando giù l'asciugamano e mettendomi i boxer. Lui fa altrettanto e sorridendo risponde alzando le spalle.
- L'amore è il vero ingranaggio in grado di muovere il mondo! -
- E' Gesù, questo? - Chiedo con un risolino. Lui non si smentisce.
- Certo. Ed è vero. Pensi che io avrei mai accettato tutto questo e sarei mai sceso a compromessi se non fosse stato per amore? Quante cose ho cambiato di me? Fin dove sono arrivato? Solo per amore... uno rigido ed impaurito come me... pensa un po'... - Questa idea mi piace molto, improvvisamente.
E Karim è subito dimenticato.
Chi se ne importa di lui.
Sono ancora un maledetto egocentrico. Guardo solo quello che piace di me. E di me la cosa che mi piace di più è lui.
Si sta strofinando i capelli che si arruffa e lo prendo attirandolo a me, gli acchiappo il culo e lo schiaffeggio scherzando, lui fa un gridolino poco mascolino, poi mi circonda il collo con un sorriso dei suoi.
- Sono contento che mi ami, allora... evviva Gesù! - E' la mia conclusione semplicistica. Lui ride ed io mi prendo anche quella. La sua risata. La sua bocca. La sua lingua. E finisco quello che prima avevamo cominciato.
Così va molto meglio.
La sua pelle liscia, la sua pelle profumata, la sua pelle morbida.
La sua pelle calda.
La sua pelle.
Mia.
Le mie mani sul suo corpo. Che è mio.
E su ogni linea che guizza al mio tocco, eccitato si tende e si rilassa e ricambia le carezze fino a che mi separo dalla sua bocca solo per girarlo e piegarlo in avanti.
So che non c'è molto romanticismo, ma siamo in un cazzo di spogliatoio, non ci sono letti o tavoli e ci accontentiamo di noi.
L'essenziale.
Gli carezzo la schiena con una mano mentre con l'altra lo tengo per il fianco contro di me, mi strofino contro la curva del suo sedere. Si appoggia con le mani alla panchina avanti a lui, si inarca e gira la testa fin quanto può, fino a guardarmi.
Aspetta che entri e non lo faccio ancora. Amo farmi attendere. Farmi desiderare.
Desiderami.
Amo quando mi prende e mi fa suo.
Però amo anche prenderlo e farlo mio.
- Dai... - mi incita. Così per questa volta mi basta.
Lo prendo bene con le mani ed entro. Si tende, ma si abitua subito, riprendo a muovermi, entro meglio, lo faccio mio e affondo ad ogni colpo, affondo sempre più.
Sarà questa la nostra vita da ora in poi. Una vita maledettamente bella.
Quanto cambia le cose e le persone, l'amore.
Io che mi perdo a contemplare lui e a desiderare che sia felice. Io che non penso più solo a me.
Ha ragione col suo eterno romanticismo.
L'amore può far farne di cose... assurde.
Cose come farmi avere un orgasmo in lui mentre lo chiamo e lui geme.
E ce l'ho perchè mi rendo conto sul culmine che è lui, che lo sto facendo con lui e non con un altro. Con la persona che desidero di più al mondo, che adoro.
E che amo.
Perchè questi pensieri hanno il potere di farmi toccare il cielo e di sciogliermi.
Amo Riky, se non fosse entrato nella mia vita non so cosa sarei e penso che il nostro viaggio sia appena cominciato.

E' stata una giornata da sogno, siamo stati quasi completamente insieme e penso che se per me è difficile tornare a casa da solo e non condividere anche la sera con lui, per lui è peggio doverlo fare con sua moglie.
A volte, quando varca quel cancello, ho il terrore che poi mi chiami per dirmi che non ce la fa e che vuole lasciarmi.
Dal di fuori sembro forte e spavaldo, uno sicurissimo di sé, ma la verità è che mi sforzo di nascondere la mia insicurezza e le mie mille paure.
Non mi interessa di far sapere che sono gay e che faccio molte cose fuori dal comune. Come il sesso a tre.
Mi interessa che niente al mondo rovini questo delicatissimo equilibrio con Riky.
Ho il terrore che con lui finisca, che non resista e mi lasci.
Ho il terrore di perderlo. Penso che se succedesse io... io non so cosa farei... la prenderei male. Malissimo.
Per mesi mi sono sforzato di reagire bene, stare fermo ed in me, di crederci nonostante tutto e comunque di concentrarmi su cose che mi distraessero. Mi sono sforzato di essere forte, insomma.
Ora se dovesse lasciarmi... non ci riuscirei, non sarei forte. Sono anche lontano da quella che era la mia famiglia. I miei compagni di squadra, Wayne, il mio mister... loro, quando io avevo qualcosa che non andava, lo capivano subito e sapevano come aiutarmi anche senza che lo chiedessi.
Ora sono solo... certo, sto facendo amicizia, Marcelo e Pepe sono fantastici... però è diverso. Non sono ancora al livello che mi guardano e sanno cosa va fatto.
Se ora Riky mi lasciasse sbatterei la testa contro il muro. Sono certo che riuscirei a fare delle sciocchezze stratosferiche, mi conosco. Questa volta niente mi terrebbe fermo.
La casa enorme e vuota mi avvolge, i cani ci impiegano qualche istante a venirmi incontro e mi assalgono, sento sollievo quando mi fanno le feste. Mi sento meno solo.
Mi dirigo in cucina a vedere cosa posso mangiare, quando il telefono mi suona. Rispondo senza guardare chi è. Quando ho questi pensieri su Riky mi innervosisco.
Apro il frigo e prendo dell'acqua fresca che apro, la porto alle labbra per bere e prima dico 'pronto'.
Bevo e la sua voce sembra esca dalla mia testa, invece esce dal telefonino.
- Cris... che fai, ti va di cenare da noi? Carol ti ha invitato a cena e mi ha chiesto di farti venire... sa che vivi solo ed è preoccupata e le farebbe piacere conoscerti meglio... -
Così l'acqua mi va di storto, tossisco come un animale, mi vedo la vita scorrermi davanti agli occhi e poi, dopo due minuti abbondanti di tosse, torno in me.
- Sei sicuro che sia una buona idea? - Chiedo con un filo di voce, ancora provato dall'acqua che ha preso il tubo sbagliato e mi è finita nella respirazione nasale.
- No, ma se non lo faccio si insospettisce, solitamente faccio tutto quello che lei chiede e poi obiettivamente non c'è una buona ragione per negarglielo... - Ora parla piano e capisco che è dalle sue parti.
Ha una voce incerta anche lui. Sapessi io...
Ci penso mordendomi le unghie, me le mangiucchio come sempre e dopo qualche secondo durante il quale mi figuro una serata surreale con Carol, l'angelo divino che fa domande ingenue del tipo 'come mai non hai la ragazza', sospiro ed accetto.
Dopotutto ha ragione.
Per lei siamo così amici che abbiamo scelto casa vicini... se rifiutassimo si chiederebbe perchè ed è meglio che non indaghi.
Oh, decisamente meglio che non indaghi mai...
- Arrivo... -
Mah... speriamo bene...”

________________
E' vero che...
Cris cenava spesso con Riky (e si suppone Carol), quando erano a Madrid. Riky ha detto infatti che passavano molto tempo libero insieme, parlando di tutto, e che Cris anche se era molto diverso da lui era molto più adulto di quello che appariva, perchè si potevano fare discorsi di ogni genere.