CAPITOLO
LXIX:
PER
DARE UNA LEZIONE
“Diventa
una questione di orgoglio, più che altro.
Dopo
essermi rivisto con Gerard mi sento meglio, mi amo di più e già
prima mi amavo parecchio.
Così
sono in grado di affrontare Riky nel modo giusto, come va affrontato.
Ero
caduto in basso, mi volevo male, mi consumavo per lui ma non mi
merita. Preferisce Dio e sentirsi giusto per Lui?
Che
stia con Lui!
Ma
quello che desidera, quello che lo farà godere sarò sempre e solo
io.
-
Ti vedo rinato! - Commenta Marcelo stupito nel rivedermi pimpante
negli spogliatoi. Io sorrido con la mia tipica sicurezza che avevo
perso da un po'.
-
Lo sono infatti... -
-
E cosa è successo? Il famoso cazzo leggendario di Gerard ha colpito
ancora? - Il sorriso che tiro fuori è molto malizioso e del tutto
chiaro, Marcelo ride saltandomi addosso per complimentarsi a modo suo
e sapere i particolari.
-
Mi ha fatto capire che è da anni che vado avanti così! Dal giorno
del suo Fifa World Player nel dicembre del 2007. Capisci che è un
po' esagerato? Sempre così. Lui che cede, lui che mi scarica, lui
che mi riprende, lui che torna da Dio... mi sono rotto, non è
possibile, no? E puntualmente io sto male, sto sempre male, cerco
sempre qualcuno che me lo faccia dimenticare. Non devo cercare
qualcuno per dimenticarlo, devo cercare qualcuno per ricominciare
un'altra vita, uno che mi meriti e non mi usi a piacimento come una
puttana! Riky mi usa solo per scopare, per sfogare i suoi istinti!
Non è giusto! Io lo amo, ma da adesso basta così! Si fotta! La
porta è chiusa per sempre! -
Ne
sono molto convinto, ma Marcelo ride e mi batte la spalla:
-
Buona questa! -
-
Dai, dico sul serio! Ho chiuso, dannazione! - Usciamo dagli
spogliatoi pronti per l'allenamento e Marcelo, prima di unirci agli
altri, mi risponde scettico:
-
Vuoi dire che se ti fa una sega tu non gli vieni in mano? - Mi mordo
il labbro sforzandomi di non immaginarlo che poi potrei venire già
ora.
-
Tanto non verrà mai a farmi una sega, quindi il problema non si
pone. - Marcelo scuote la testa perplesso. È sempre molto sincero e
mi piace per questo.
-
Hai detto tu che va e viene. Tornerà, è sicuro. Tu davvero, quando
tornerà, lo rifiuterai? - Sospiro e mi incupisco guardando in basso
sull'erba che calpesto. Mi irrigidisco e mi sembra di essere in
un'altra dimensione. Sento tutto ovattato.
-
Ma poi tornerà ad andarsene ed io non potrò reggere. Non reggerò.
Mi devo corazzare ora che sono ancora in tempo. - Lo dico in un
sussurro come lo dicessi a me stesso per la prima volta, Marcelo si
ferma e mi lancia un'occhiata molto penetrante.
-
Sei sicuro di essere in tempo? - Non rispondo, vorrei dire di sì ma
non lo sono, quindi sarebbe inutile.
Sospiro
e mi unisco agli altri facendo la parte del ragazzo spensierato che
non ha un solo problema al mondo, come tutti vogliono vedermi.
Riky
arriva poco dopo e fortunatamente non ha sentito nulla, mi osserva,
si avvicina e mi saluta. È la prima volta che lo fa da quando mi ha
lasciato, ci siamo evitati in tutti i modi, quindi questo saluto mi
lascia perplesso. Io non rispondo, in teoria è fuori luogo.
Come
lo conosco. Ci ha già ripensato?
Ha
già bisogno di scopare?
No,
non sono il suo giocattolo! Non può prendermi e scaricarmi quando
vuole.
Gli
darò una di quelle lezioni che non dimenticherà mai e gli farò
passare la voglia di fare l'altalena a scapito degli altri.
Non
siamo tutti oggetti al suo servizio, non so chi si crede di essere ma
non c'è solo lui e quello che vuole lui, ha a che fare con esseri
umani e tutti desiderano delle cose. Non sono solo i suoi desideri
quelli che contano.
Quando
vede che non lo saluto ci rimane male, me ne rendo conto, ma la cosa
non mi tocca.
Ovviamente
vorrei solo ricambiare e mandare tutto al diavolo, però so che se
cedo ora cederò per sempre, non mi calpesterò più. Mi voglio bene,
dannazione.
Con
orgoglio continuo ad ignorarlo per tutto l'allenamento, fa dei
tentativi di avvicinarmi ma non c'è verso, per me non esiste.
Marcelo, Pepe e Karim fissano insistenti convinti di vedermi cedere
da un momento all'altro, ma non mi conoscono bene. Quando mi metto in
testa una cosa non mi smuovo.
Wayne
ne sa qualcosa... quando da ubriaco ci provava con me era
maledettamente insistente, ma io non cedevo mai!
Che
paragoni... Wayne era un fratello, Riky lo amo e lo scoperei dalla
mattina alla sera. Però quando voglio una cosa è quella.
L'allenamento
per fortuna finisce, sarei morto un minuto di più con lui che cerca
di avvicinarsi e parlarmi del più e del meno come niente fosse.
Negli
spogliatoi mentre mi preparo per la doccia, mi si avvicina e decide
di essere chiaro:
-
Devo parlarti, possiamo farlo ora da te? - Alzo un sopracciglio
scettico e lo fisso per la seconda volta in questa giornata. Lo
squadro, penso anche di nullificarlo con un certo disprezzo di fondo,
ne rimane colpito, trattiene il fiato e gli vengono gli occhi lucidi.
Mi sto dilaniando da solo, ma alla fine tiro fuori la durezza che mi
serve.
-
No, non ho niente da dirti e non voglio nemmeno ascoltarti! Quindi se
ti presenti a casa mia non ti aprirò! - Sono estremamente categorico
e malefico, mi odio però so che è necessario, è lui che deve
smetterla di corteggiarmi e poi mollarmi.
-
Cris, per favore... abbiamo bisogno di parlare... - Mi supplica con
un tono che mi divora. Mi giro e finisco di spogliarmi dandogli le
spalle.
-
No, non abbiamo niente da dirci! -
Così
nudo sfilo davanti ai suoi occhi e vado a farmi la doccia veloce. Mi
mordo il labbro per tutto il tempo, il cuore va a mille e vorrei solo
poter cedere. Come vorrei. Ma non devo.
Lui
torna alla carica sotto la doccia, si mette in quella vicino a me e
mi guarda continuando.
-
Dai Cris... non possiamo andare avanti così e lo sai... dobbiamo
parlare... - Inarco un sopracciglio saccente e torno a guardarlo
mentre mi strofino con la saponetta.
-
Sei stato molto chiaro Riky, ho capito cosa hai detto. Non sono un
mentecatto. Ora io ho chiuso con te e sto andando avanti... - Noto
che è in lotta interiore, per me è un libro aperto. È distratto
dalle mie mani sul mio stesso corpo e dall'altro lato vorrebbe
chiedermi ferito cosa intendo con questa frase. In un istante capisco
cosa fare per dargli la famosa lezione.
Io
non sono un suddito al suo servizio.
Non
so come gli sia venuto in mente, ma è così. Chiudo gli occhi e
fingo di aver concluso, continuo a strofinarmi e mi soffermo sulle
mie parti basse. Lascio perdere la saponetta e mi prendo il cazzo in
mano. Me ne sbatto che sono tutti qua, qualcuno ci guarda di
sottecchi, altri ci ignorano.
Sento
lo sguardo di Riky addosso, mi brucia, lo sto eccitando, me ne rendo
conto. Poi mi sciacquo sempre con languore, le mani lente su di me
accompagnano la schiuma e schiudo le labbra bevendo dal getto che mi
carezza il viso e poi il corpo.
Apro
gli occhi in due fessure laterali, lui non mi ha staccato gli occhi
di dosso ed ovviamente comincia ad avere reazioni.
Mi
desidera e mi desidererà sempre. Però mi ha perso.
Chiudo
il rubinetto e mi avvicino a lui, non lo tocco ma lo sfioro,
trattiene il fiato, muoio mentre vorrei solo toccarlo e fare l'amore
con lui seduta stante. Lui bagnato come un pulcino.
-
E' finita, Riky. Era quello che volevi. Non mi riprenderai per poi
lasciarmi di nuovo quando ti fa comodo. Mettitelo in testa. Mi hai
perso. - Non so se ci crede, ma so come fare per convincerlo.
Il
giorno dopo è la stessa storia, lui testardamente cerca di crearsi
occasioni per parlarmi, mi saluta, tenta il dialogo diverse volte. Io
imperterrito lo ignoro.
Alla
fine faccio in modo di soffermarmi con Karim, l'unico che si
presterebbe a queste cose.
Gli
dico se mi accompagna in palestra per fare qualche macchinario in
più, Riky ci nota ed esita mentre vira per gli spogliatoi.
Ci
lancia un'occhiata che non maschera nemmeno.
Karim
alza le spalle e mi segue.
Adesso
le cose sono due.
Se
entra mi avvento su Karim, se non entra gli farò solo credere
d'averlo fatto.
Per
evitare equivoci potrei farlo davvero in ogni caso.
-
Cosa state combinando? - Chiede Karim dopo un po' che comincia con
gli esercizi per le gambe. Si tiene ai lati alle maniglie e tira su
le gambe per poi riabbassarli con una cadenza regolare. Mi perdo un
attimo sui muscoli delle cosce che guizzano, poi mi metto in quello
vicino che però è per i pettorali. Sempre seduto come lui, apro e
chiudo le braccia sull'attrezzo coi pesi.
-
Perchè? - Chiedo fingendo indifferenza. Lui spazientito risponde:
-
Non sono scemo! -
-
Cosa sembra che combiniamo? - Chiedo curioso.
Alza
le spalle, non ama fare questi giochetti.
-
Lui che ti rincorre e tu che scappi! - Preciso, schietto e sintetico.
-
E' proprio così. È già nella fase del pentimento. È durato poco
meno di un mese, come noti. -
-
E perchè non vai da lui allora? - Per lui è tutto così semplice.
-
Non voglio! Non mi userà come gli pare! Poi dopo un po' tornerà a
piantarmi! Non se ne parla! Gli sto dimostrando che non sono il suo
giocattolo! -
Karim
inarca un sopracciglio, lo noto.
-
Rifiutandolo? -
-
Anche, ma non solo... tu sei una delle parti per farglielo capire. -
Smette di alzare ed abbassare le gambe e mi fissa torvo, penso che mi
sbranerebbe se non fosse incastrato nella sua macchina.
-
Devo fare il tuo nuovo ragazzo? - Mi sorprende che sia così sveglio!
-
Come hai fatto a capirlo? -
Scuote
il capo e torna a muovere le gambe.
-
Non sono idiota come sembro. -
-
Ebbene? - Chiedo insistente senza fermarmi a mia volta.
-
Ebbene fottiti! Non sono io quello che si farà usare! - Sospiro
spazientito.
-
Non dobbiamo stare veramente insieme. Basta che scopiamo e che glielo
facciamo sapere. Lui penserà che stiamo insieme. Voglio solo che
capisca la lezione. Non sono la sua puttana, cazzo! - Karim si ferma
di nuovo ed è sempre più arrabbiato, così smetto di fare il
macchinario e mi alzo per accucciarmi davanti a lui per guardarlo
meglio.
Mi
fissa imbronciato.
-
Non sono io la tua puttana, però! E poi non ci crederà mai! -
Inarco un sopracciglio, pensa che non siamo credibili, gli tocco le
ginocchia e risalgo le cosce senza distogliere gli occhi dai suoi.
Sono malizioso.
Arrivo
agli shorts e raggiungo l'inguine che tocco senza problema da sotto
la stoffa.
Respira
più corto.
-
Pensi che non siamo credibili? - Dico sottovoce avvicinando il viso
proprio sul suo inguine, sul suo bacino che stuzzico con la punta
delle dita. È caldo, gli piace. Sto per metterci la mia bocca anche
se c'è questa stoffa fastidiosa di mezzo. Di solito è una cosa che
manda in tilt.
La
mia bocca è aperta e pronta, ma dice qualcosa che mi ferma.
-
E' venuto da me qualche giorno fa. - Mi immobilizzo ed alzo gli occhi
senza separarmi del tutto da lui. Le mani sempre nelle sue cosce, io
accucciato davanti a lui fra le sue gambe aperte.
Mi
fissa serio.
-
Ti sei messo con lui? - Vado subito all'eventualità peggiore, è
irrazionale sotto tutti i punti di vista, ma è il mio terrore. Forse
non gli vado bene io per qualche motivo.
Non
ho mai osato pensarlo. Il cuore mi sta per scoppiare e lui ci mette
tutto questo tempo a rispondere.
-
No Cris. È innamorato di te. Voleva sapere che stai combinando, se
ce la facciamo insieme. - Questo mi dà un'altra ondata di calore
fortissimo, mi alzo e tolgo le mani da lui.
-
Era geloso... - Me ne compiaccio, faccio un sorrisino maledettamente
soddisfatto e lui scuote il capo. - E tu che hai detto? -
-
Che abbiamo fatto qualcosa, ma che se non si sbriga scoperemo. - E'
la verità. Credo che non sia capace di mentire, ma non per eccessiva
ingenuità, è solo che è diretto.
-
E... e cos'altro avete... - Per un momento mi muore la voce di nuovo
perchè lo conosco e so che tutto quello che deve dire lo dice col
sesso di mezzo.
Fa
lui il sorrisino ironico.
-
Gli ho detto che tu lo ami ancora e lo aspetti e gli ho detto di non
fare il coglione che anche se cerca di fare le cose giuste, lui ti
vuole ed è questo che conta. Perchè anche se non starete insieme, è
la volontà che conta. Lui ti desidera ed ormai è fregato. Tradisce
lo stesso, quindi è inutile. Ma che se aspetta ancora sarà tardi. -
Devo
ripetermi tutto nella mente, lo shock di sapere che non hanno fatto
niente mi rilassa. Poi però capisco che non ha detto chiaramente che
non hanno fatto nulla.
-
Ma come glielo hai detto? - E riecco quel maledetto sorrisino.
Karim
scioglie i piedi dai pedali e unisce le gambe davanti a sé.
-
L'ho sbattuto sul tavolino, gli sono salito sopra e gli ho fatto una
sega. Per questo non crederebbe mai che stiamo insieme... - Vorrei
picchiarlo a sangue, vorrei tagliargli il cazzo e metterglielo in
culo!
La
rabbia e il bruciore che provo è senza pari, credo che potrei
impazzire. E lui santarellino che finge di dover parlare con me
perchè mi vuole ancora...
-
E' venuto? - Karim alza le spalle.
-
Ovvio! - Sto per prenderlo per il collo, ma poi la porta si apre e
intravedo con la coda dell'occhio Riky, così reagisco d'istinto dopo
aver saputo questa cosa.
Ho
la testa fuori uso, non mi interessa un cazzo, voglio solo fargliela
pagare. Lui che fa il santo e poi viene con un altro che gli fa una
sega! Che cazzo!
Allora
mi chino su Karim, mi siedo su di lui a cavalcioni come la puttana
che spesso sembro e tutti pensano che io sia, gli circondo la testa
con le braccia e lo bacio.
Karim
preso alla sprovvista trattiene il fiato e mette le mani sui miei
fianchi, quindi con la mia lingua in bocca risponde allo stesso modo.
È
un riflesso incondizionato, penso.
Baciarlo
è piacevole per il fatto che sa farlo egregiamente, ma soprattutto
ha una bocca davvero bella.
Ci
prendo più gusto di quel che pensavo, giochiamo con le lingue
mettendone e ritirandole, non c'è fretta e nemmeno lentezza.
Cresciamo e lo sento sbattere in qualcosa, così ci separiamo, Karim
lo vede e capisce che cosa ho fatto, allora Riky, con le lacrime agli
occhi, si morde la bocca e penso stia per scoppiare.
-
Ti serviva qualcosa? - Chiedo fintamente innocente, come se fosse
normale una situazione del genere. Lui scuote il capo con decisione e
nel panico si scusa e se ne va.
Fanculo,
se l'è cercata.
Fa
tanto il santo, ma deve capire che non lo è e quindi la deve
smettere di fare l'ipocrita.
Deve
fare quello che vuole una volta per tutte senza pentirsene. Fino in
fondo.
Cazzo!
Quando
siamo di nuovo soli mi alzo e lascio andare Karim, lui scuote il capo
scontento, mi rimprovera e si alza.
-
Se pensi di arrivare lontano facendo così accomodati! Vediamo chi
sarà il primo a piangere! -
Non
mi piace l'insinuazione che fa, per una volta ho davvero tutto sotto
controllo e non come le altre volte che dicevo d'averlo e non era
così.
Riky
può fottersi. Faccio quello che mi pare ed ora ne ha la prova. Non
sono il suo servo.
Però
quando rimango solo ho un maledettissimo istinto del cazzo.
Andare
da lui e dirgli che non era un bacio vero e che voglio ancora lui.
Dio
se lo voglio... lo odio, ma lo voglio... non è finita. Non finirà
mai. Cazzo. No, devo farcela.
Riky
è volato via e per il resto della giornata non si fa vivo.
Devo
pensare seriamente a cosa fare. Se davvero l'ho convinto potrebbe
essere finita sul serio.
Potrebbe.
È
questo che volevo, dovrebbe andare bene.
Il
giorno dopo Riky è molto cupo, non mi saluta di nuovo ed io decido
di stuzzicarlo provandoci ancora con Karim, mi appoggio a lui molto
spesso, parlotto di continuo -in realtà dico stronzate e lui mi
insulta- e faccio finta di essere il suo ragazzo.
Agli
occhi di Riky dovrebbe sembrare questo.
-
Smettila. - Dice alla fine, quando mi metto sotto la doccia con lui.
Lo guardo sorpreso.
-
Non ti piace più? - Chiedo malizioso. Karim mi fissa a dir poco
male, si sbriga a lavarsi e prima di uscire risponde.
-
Non sono la tua fottuta puttana. -
Spero
che Riky non abbia sentito, quando lo guardo è nell'altro angolo,
troppo lontano.
Non
so fin dove mi spingerò, ma è presto per smettere.
Mi
lavo in fretta ed esco, Karim ha quasi finito, è in piedi che
raccoglie le sue cose ed io mi appoggio al muro bloccandolo con le
braccia, lo premo col mio corpo. Si gira per guardarmi in viso, siamo
molto vicini.
È
chiaro a tutti il gioco che c'è fra noi tre e nessuno si mette in
mezzo, penso che in pochi approvino ma loro non sanno i dettagli di
quello che mi ha fatto Riky. Nemmeno Marcelo e Pepe fanno qualcosa.
-
Ti do due secondi per lasciarmi, al termine ti do un calcio. -
Sorrido compiaciuto e lo lascio andare.
Riky
ha visto, rallenta la vestizione come me, lasciamo che vadano tutti
via e solo quando siamo soli ed io sono coi boxer e lui è seduto,
finalmente mi parla.
-
Stai con lui? - Glielo posso concedere.
-
E' difficile dirlo... - Non voglio incasinare troppo Karim.
-
Karim è d'accordo? - A questa insinuazione gli vado davanti e lo
faccio apposta perchè sono mezzo nudo. Lo fisso, sono in piedi e lui
mi guarda da seduto. Alza lo sguardo affilato e accusatore.
-
Stai dicendo che sto facendo finta? -
-
Non mi sembra molto consenziente Karim... e poi mi aveva incitato a
sbrigarmi a rimettermi con te, dubito che poi si metterebbe lui... -
Aveva ragione, alla fine, ma io ho agito d'istinto.
Mi
metto le mani ai fianchi e mi avvicino ancora a lui che si raddrizza
sulla panchina, cerca di fissare solo il mio viso, ma ormai non può
muoversi ed andarsene. È obbligato a stare qua seduto davanti a me e
aspettare che io faccia qualcosa, che lo liberi o gli salti addosso.
Gli piacerebbe che gli saltassi addosso.
Mi
fissa desideroso, speranzoso, inghiotte spesso, è affannato.
-
Che ti piaccia o no io sto andando avanti, non puoi pretendere che
stia qua ad aspettare solo i tuoi comodi. - Voglio che lo pensi,
voglio ferirlo, voglio dargli una lezione perchè mi ha fatto tanto
male.
Ma
alla fine mi sorprende, come sempre. Mi prende per i fianchi. Non
pensavo avesse reagito così, credevo sarebbe scappato e si fosse
messo a piangere.
-
Sai cosa penso? - Dice cercando di essere sempre docile e gentile,
mentre il suo sguardo e le sue mani su di me dicono altro. - Penso
che tu vuoi farmelo credere, ma che in realtà mi stai aspettando e
cederai sempre. - E questa presunzione da dove arriva?
Inarco
le sopracciglia mentre lo fisso. Non mi muovo da dove sono ma è come
se mi tagliasse i fili. Ora lo desidero più che mai.
È
in uno di quei momenti dove cede alla pressione e fa quello che
vuole. Non resiste più. L'ho tirato così tanto che alla fine è
arrivato, proprio come volevo.
-
Sei un presuntuoso, Riky... - Lo dico e non pensavo l'avrei mai
fatto.
La
gente non può capire il livello in cui sono in grado di spingerlo.
Tutti prima o poi cedono. Tutti. Solo che quando quelli buoni lo
fanno, è epico.
E
lo è anche ora, perchè improvvisamente, ma lentamente, sposta una
mano fra le mie cosce e sale oltre il mio sedere, prende l'elastico
dei boxer stretti e tira giù deciso per poi mettere il viso nel mio
inguine, apre la bocca e si accarezza da solo col mio cazzo. Non fa
niente di particolare, non lo mette in bocca e non lo lecca.
Se
lo tiene contro il viso, gli occhi chiusi. Abbandonato a questo
piacere strano.
-
Tu non mi dimenticherai mai perchè nemmeno io potrò mai
dimenticarti. Ormai che lo vogliamo o no la strada è solo una. -
Credo sia una delle cose che gli ha detto Karim. Voleva tornare con
me in modo dolce, ma visto che gli ho messo i bastoni fra le ruote,
ha usato questa mossa.
Chissà
fin dove può spingersi oltre a questo?
Incuriosito
dal vedere un Riky che mi violenta, lo respingo e faccio un passo
indietro. Lui ci rimane molto male, ma io senza pietà mi tiro su i
boxer ed in silenzio mi vesto, è senza parole e sembra tornare in sé
violentemente, arrossisce e resta paralizzato, completamente pentito.
Dai,
gioca di più...
-
Non è sufficiente così... - Non so cosa capisce, qualunque cosa sia
lo lascio a pensarci. Domani c'è il ritiro pre partita, ci
ritroveremo in albergo. Vediamo fin dove sa spingersi. “