CAPITOLO LXXI:
OBIETTIVI



Non nascondo che era proprio questo che volevo.
Che mi scopasse anche con la forza, se necessario. Che lottasse come si deve per convincermi, che non si facesse bastare un mio no e nemmeno un secondo ed un terzo.
Lo dovevo mettere alla prova ma era il minimo, penso.
Dormire e averlo fra le mie braccia mi fa sentire fortunato, è una sensazione che mi mancava. Sentire come mi stringe mentre dorme, perchè lo fa sempre, ma anche perchè inconsciamente vuole sempre qualcuno accanto, specie quando non è in sé.
Si sente sicuro, si sente più vivo.
Le sue braccia nude intorno al mio torace, le labbra contro la mia spalla, il suo respiro caldo e regolare. Ed io che non oso muovermi perchè ho paura che si svegli e si giri ed io non voglio che si giri. Voglio che stia così.
Ho paura che torni a lasciarmi però non riesco a rifiutarlo, ha ragione. Hanno tutti ragione.
Finchè continuerò a vederlo e lui a prendermi, io sarò sempre suo.
Sono la sua puttana.
Spero solo che non si stufi presto. La prossima volta non reggerò.
Resto immobile fino al suono della sveglia.
Fra noi due io sembro quello forte ed attivo, quello che gestisce la relazione e cose così. Ma è esattamente il contrario.
Sono quello più debole che si fa gestire del tutto, succube delle sue scelte, sono quello che soffre e che non sa prendere le cose in mano. Sono quello passivo.
Chi l'avrebbe mai immaginato?
Chissà se Wayne lo sapeva...
Quando apre gli occhi mi cerca subito, alza lo sguardo velato di sonno e tasta con le mani per vedere se il suo cuscino corrisponde a me, lo sento rilassarsi appena realizza che sono i miei inconfondibili pettorali, quindi i nostri occhi si incrociano ed io sorrido come se mi arrendessi.
Credo sarò destinato a soffrire. Chi l'avrebbe detto che per amore divento così? Mi annullo del tutto, in pratica... incredibile...
- Buongiorno... - Mormora tendendosi verso il mio viso e cercando un dolce bacio a stampo. È di nuovo il mio paradiso.
Sono creta nelle sue mani.
- Dormito bene? - Chiedo poi dopo che si accoccola meglio su di me.
Annuisce.
- A cosa pensavi? - Fa improvvisamente con voce impastata di sonno. Non gli sfugge nulla nemmeno appena sveglio!
- A quanto mi credevo diverso da come sono. Non mi conoscevo davvero... ed invece... - Sorrido di circostanza poco convinto che sia una cosa positiva, però lui si mette sulla pancia e si appoggia ad un gomito per guardarmi bene, ha i capelli arruffati e le pieghe del mio corpo su metà viso.
È bellissimo. Il mio dolce Riky.
- A cosa ti riferisci? - Alla fine gliene parlerei comunque, gli dico tutto.
- Fra noi due sembrerei io quello forte e attivo, quello che decide e gestisce... invece sono proprio l'opposto. Sono quello più fragile che si fa gestire e si fa trasportare. - Dovrei vergognarmene, ma è quasi una liberazione ammetterlo. Lui ci resta di sasso, non se lo aspettava, non l'aveva mai vista sotto questo punto di vista.
- Scusa ma... e sarei io quello forte della coppia che gestisce tutto? - Logicamente sì...
- E' strano, vero? Però sta succedendo così... - Riky non sa cosa rispondere sulle prime, così io sorrido e gli carezzo il viso. - Dai, guarda che è bello. Io non pensavo che per amore avrei fatto di tutto... -
Questo lo rassicura.
- In amore cambiamo tutti... -
- Intendevo questo... -
Rimane a rifletterci, poi dopo essersi perso nei suoi pensieri e dopo che io mi sono perso nel suo dolcissimo viso, riprende.
- Pensi di subire tutte le mie scelte e di non avere voce in capitolo? Credi che... che decida sempre tutto io e tu no? Devi parlarmene liberamente, se faccio qualcosa che non va bene o che ti fa soffrire me ne devi parlare... io non mi rendo conto spesso... - E' così da sempre. Lui non si rende conto di niente, in effetti... ed io devo subire le sue scelte, le sue incomprensioni con sé stesso... però se glielo dico lo faccio stare male e non voglio. È preoccupato e mi guarda con ansia, così sorrido e gli carezzo il viso.
- Fino ad ora se volevi allontanarti l'hai fatto e poi quando volevi tornare hai trovato la porta aperta. Sei sempre stato tu a decidere quando mollare e quando tenere. Però è una mia debolezza... non riesco a dirti mai di no. - Gli occhi gli diventano lucidi e non gli piace questo discorso.
- Cris, non è una cosa bella... sicuramente ti fa stare male... - Sorrido amaro, mi sfugge proprio.
- Come fai a non rendertene conto? - Ma mi mordo subito la lingua e cerco di rimediare spostandomi e mettendomi sul fianco, lo guardo meglio. - Tu sei troppo concentrato sui tuoi problemi e cerchi di risolverli come ritieni giusto, questo non ti dà una visione obiettiva e completa, ma è normale. Nemmeno io riesco ad averla. Fosse per me ci dichiareremmo subito e manderemmo al diavolo tutto. Ma non va bene nemmeno così... quindi è normale. È mia la colpa, devo avere più polso altrimenti non posso lamentarmi! - Riky assimila il discorso e ci pensa, ma non è molto convinto, così lo bacio sulla punta del naso.
- Scusami... sono così concentrato su me stesso... sono così egoista... parlamene. Dimmelo sempre. Quando pensi che io stia esagerando, quando credi che sia egoista... io ti amo, non devi dubitarne... - Avvicina il viso al mio ed io gli vado incontro, appoggio la fronte alla sua e non perdo il contatto coi suoi occhi neri e grandi, spaventati dal fatto che possa di nuovo rendersi conto di essere diverso da quello che pensava e pieno di difetti.
- Tutti sbagliamo, non siamo perfetti. Piano piano scopriamo come siamo fatti, abbiamo anche dei pregi che non pensavamo di avere... o magari non ci conosciamo in generale e basta... per questo in coppia si cresce di più che da soli. Perchè uno dice all'altro com'è fatto, gli fa notare cose che da solo è impossibile notare... - Non so questa da dove mi esca, non ne ho idea. Mi stupisco io stessa e mi gonfio fra me e me per la perla di saggezza. Anche lui ne rimane colpito, sorride e si rasserena mettendomi una mano sulla guancia.
- Se io non avessi avuto te... non solo sarei indietro anni luce... ma penso che sarei così infelice... è incredibile, pensarlo, no? Prima o poi mi sarei accorto di vivere nei panni di qualcun altro, di non avere ciò che desideravo davvero... mi sarei accorto che mi mancava qualcosa... -
- Se un gay vive la vita di un etero prima o poi va in casino... - La mia profondità è finita. Ma lui scuote la testa.
- Non intendevo quello. È vero, ma io pensavo che mi saresti mancato tu... anche se non ti avessi mai avuto, se non ci fossimo mai incontrati a quella premiazione e non avessimo approfondito. Io penso che mi saresti mancato lo stesso. Non avrei saputo cosa fosse. Perchè è con te che mi sento giorno dopo giorno più completo. È una lotta continua con me stesso, per me. E mi dispiace che spesso perdo di vista l'obiettivo vero e ti faccio soffrire. -
- L'obiettivo vero? - Mi perdo nelle bellissime parole che sta dicendo su di me, non sono abituato, non mi hanno nemmeno mai detto che mi amavano, figurati cose così... sono il suo mondo, mi sta dando dei meriti che non credevo di avere e comunque... non pensavo che si potesse provare qualcosa di simile. Annullarsi per una persona... incredibile.
- Andare oltre la mia superficie e tirare fuori ciò che ho sotto. Anche tu lo stai facendo. Stai capendo di te cose che non pensavi, ti stai comportando in modi impensabili, stai diventando così... così incredibile... oltre la superficie di tutti c'è molto, molto di più. Ma il punto non è renderlo noto agli altri così chè non critichino più. Il punto è scoprirlo noi stessi. Vederci. Essere veri. -
Mi perdo nelle sue parole e potrei ascoltarlo ore, ma il telefono comincia a vibrare, penso che siamo tardi per la colazione. Lo ignoro bellamente e continuo a fissarlo con un sorriso ebete.
Si può amare di più? So che siamo solo all'inizio e dovremo approfondire e passarne molte, però sono sconcertato.
- E' un gran bell'obiettivo tosto... - Concludo poi con un sorrisino per alleggerire il tutto.
Riky fa altrettanto e annuisce.
- E' l'obiettivo di una vita. Andare oltre la superficie. Sia nostra, ma anche di chi amiamo. - Queste sono cose proprio da lui, ha una profondità ed un sentimentalismo, per non dire sensibilità, che io non potrei avere nemmeno fra mille anni luce. O forse li ho, invece... e non lo so...
A questo punto lo bacio e proprio mentre sono perso nella sua bocca e nel suo sapore leggermente amaro che però mi piace lo stesso, che il suo telefono suona. Lo circondo con le braccia e lo giro stendendomi su di lui per impedirgli di rispondere, lo blocco col mio corpo possente, lui ride contro le mie labbra ed io faccio altrettanto, in effetti non ci baciamo più ma non apro gli occhi e non alzo il viso dal suo.
- Sei mio. - Mormoro.
- Dobbiamo andare... - Il telefono continua a suonare, ma dopo un po' smette. - Ora verranno a bussare... - Alzo le spalle.
- Sei solo mio... - E queste parole mi fanno tornare in mente ieri sera, quando ha fatto quella scenata furiosa e possessiva. Il cucciolo che tira fuori le unghie. A dir poco.
Mi ha eccitato un sacco.
Mi alzo e lo guardo sempre tenendolo bloccato sotto di me, lui sorpreso mi ricambia interrogativo sullo strano cambiamento.
- Cosa c'è? -
- Ripensavo a ieri sera... sei maledettamente geloso e possessivo, eh? Sembravi un puma infuriato! - Sorride imbarazzato e arriccia il naso, non penso che ne vada fiero. - Ehi lo adoro! Amo che sei geloso! Potrei continuare a provarci con altri apposta per rivedere quel black Riky! Solo io posso vederti così! -
- Esco di testa solo per te... - Ammette vergognandosene. Allora ridendo lo bacio di nuovo.
- Non potrei chiedere di meglio! -
- E' che ti vedo così bello, che piaci a tutti, noto come ci starebbero con te e... e so che a te piace essere corteggiato, che prima ti divertivi un po' con tutti... e penso che... insomma... magari mentre stiamo insieme non lo fai, ma so che quando ci lasciamo e siamo in rotta ti sfoghi così, facendo sesso con gli altri... e questo mi manda così fuori orbita che... non mi controllo... - Gongolo, il mio ego ora è come un'astronave che fluttua sulla Luna. Sorrido felicissimo e brillo di luce propria.
- Penso che stuzzicherò altre volte questo tuo lato... ti dà fastidio? - Annuisce di corsa.
- Certo che sì! - E ridendo più forte mi decido ad alzarmi per liberarlo!
Si alza in fretta prima che cambi idea e va in bagno a sciacquarsi, tanto poi facciamo gli allenamenti e suderemo...
Che figata... magari ogni tanto ci provo con qualcuno così innocentemente...
- Però non è vero che sei debole... per me sei molto forte, invece... forse soffri di più o in modo diverso. Anzi, soffri come non pensavi fosse possibile, il che è diverso. Però non è che sei debole. Sei forte perchè superi tutto in ogni caso. Ogni prova. Alla fine reggi e resti in piedi, affronti a modo tuo ma... -
Spunta dal bagno dicendolo ed io mi ci infilo veloce al suo posto rispondendo mentre mi sciacquo.
- Nelle altre cose sono così. Quando mi criticano mi rafforzo, reagisco come per un senso di ripicca, non mi abbatto. Però ho visto che in amore faccio lo zerbino, abbasso la testa. - Riky mi aspetta fuori dal bagno, quando esco mi blocca la strada e mi prende il viso fra le mani sorprendendomi.
- Promettimi che non lo farai più. Se mi scatta di nuovo il matto e dico di volermi allontanare, tu impediscimelo. Tu dimmi di no, legami e dimmi di tutto. Non... non farmelo più fare anche se sono io a scappare... - Penso che sia un buon patto.
Sorrido soddisfatto.
- Ti prendo in parola, eh? - Annuisce con vigore.
- Deve essere così. Come io ho dimostrato quanto ti volevo, tu fallo con me. - E' giusto.
Lo bacio e lo stringo a me. Dopo un po' la porta bussa come immaginavamo, ma non lo lascio. Lui smette di baciarmi e ridendo dice:
- Dovresti lasciarmi aprire... - Scuoto la testa e nascondo il viso nel suo collo, come fa lui di solito.
- No. -
- Dai... -
- No... -
- Ma... -
- Smettetela di scopare e venite, a momenti iniziano gli allenamenti e dovete ancora fare colazione! -
La voce di Marcelo grida i fatti nostri ai quattro venti attraverso la porta.
Sbuffo e mi decido a lasciarlo, Riky corre ad aprire e si scusa, Marcelo entra e batte il piede veloce per darci il ritmo incalzante. In fretta e furia finiamo.
- Almeno ne è valsa la pena! - Dice poi quando stiamo per uscire. Ci fermiamo e lo guardiamo senza capire e lui spiega ovvio: - Siete tornati insieme! Non ne potevamo più del vostro muso! Era terribile! - A questo ridiamo tutti ed usciamo così, felici e sereni, di nuovo.
Fino alla prossima batosta.
Non so se riuscirò a fare come dice, però ci proverò. In ogni caso so una cosa. Devo lavorare su me stesso e diventare più forte in coppia ed in amore. E comunque non potrò mai chiudere con lui.
Dopo stanotte ne ho avuto la conferma.
Così, come direbbe Riky e probabilmente sta dicendo... che Dio ci aiuti!


Quando torniamo a correre insieme e a parlare sorridenti e scherzando, l'atmosfera dell'intera squadra cambia radicalmente.
È bellissimo vedere come tutti sono felici per noi, è come se uscisse il sole.
Torno a carezzargli i capelli e a toccarlo per ogni scusa, poi a volte è lui che mi abbraccia da dietro a sorpresa o si appoggia a me. Siamo al centro dell'attenzione di tutti. Non ne abbiamo parlato ufficialmente ma tutti sapevano.
E con il consueto ritardo, Karim ci arriva.
- Era ora, dannazione! - Borbotta col suo delizioso accento francese.
Io ridacchio.
- Mi stavi per ammazzare... -
- Era spaventoso, in effetti... - Si intromette Riky. Karim mi tira una specie di pugno sulla spalla e chiude il discorso.
- Posso anche scopare con tutti e due, ma non voglio essere usato come un'arma! Io non sono una maledetta scusa per ferire qualcuno, sono un metodo per godere e basta! - Forse si è spiegato male con lo spagnolo, ma la cosa mi piace molto perchè sottintende che può anche fare sesso con tutti e due, se lo vogliamo.
Infatti ridendo malizioso gli circondo le spalle e facendomi sentire anche da Riky qua vicino, gli dico all'orecchio:
- Per le cose a tre quando vuoi, sono sempre fantastiche... - Riky diventa di mille colori e si blocca mentre Karim scuote il capo.
- Non intendevo quello, sei un maniaco... intendevo separatamente... -
- Non è che questo è meglio! - Fa Riky con un acuto che mi fa morire dal ridere. Karim non capisce proprio che ci sia di scandaloso.
- Che c'è? Ho fatto avere un orgasmo ad entrambi, quindi significa che vi piacerebbe... - Alzo un sopracciglio con una prontezza che ha dell'incredibile.
Lo fisso per capire se dice davvero, ma la sua testa d'uovo con stampata una faccia, sembra convinto di quel che ha detto. Allora fisso Riky che diventa di nuovo di mille colori e per un momento c'è qualcosa di strano... imbarazzo, tensione, ansia...
- Voi due... avete fatto cosa? - Ok, lo sapevo, Karim me lo ha detto e mi ha fatto infuriare, però Riky non lo sa e mi piace fare la parte del ragazzo cornificato geloso. Non sono mai veramente geloso di lui perchè in realtà mi fido e so che non mi tradirebbe nemmeno quando ci lasciamo...
però si è fatto fare la sega da Karim...
Riky è molto in difficoltà, guarda in basso e balbetta ed io sto godendo lo ammetto. Alla fine Karim mi dà una spallata e mette fine a questo divertimento.
- Guarda che lo sai, te l'ho già detto! -
Riky allora scatta con la testa verso di noi ed io do un pugno a Karim che però non gli fa male. Mi ritorna anche questo naturalmente.
Poi mi distraggo perchò Riky si allontana in fretta da noi e qua capisco che è arrabbiato. Lo rincorro e comincio la litania di scuse.
- Dai, scusa, volevo solo vedere come reagivi... non me lo hai detto e volevo vedere come me lo dicevi... non sono arrabbiato... - Riky si ferma di scatto e si rivolta contro di me, siamo nei corridoi verso gli spogliatoi.
- Io sì però! - Sembra effettivamente un cagnolino che ringhia, ma di quelli piccoli.
- Dai... - lo spingo contro la parete mentre qualcuno ci passa dietro e fa delle battutine che non sento nemmeno. Lui cerca di spingermi via, ma io lo blocco con le braccia.
- No, ma scusa... sei un sadico! Non mi puoi usare per divertirti e mettermi alla prova! - Però si sta affievolendo, così con quel sorriso malefico che gli dà ragione sul fatto che sono sadico, avvicino il viso al suo fino a sfiorarlo con le labbra.
Stiamo flirtando quasi in pubblico. Quasi.
Qua siamo al sicuro. La squadra ormai sa così come tutti i membri che ci lavorano intorno, ma sono le solite cose che rimangono dentro al club.
- Cercherò di farmi perdonare... - Dico piano prima di succhiargli il labbro inferiore leggermente all'infuori per l'arrabbiatura.
Lo adoro, starei ore ad occuparmi di lui in tutti i modi possibili.
- Tu mi farai diventare matto... - Mormora poi sulle mie labbra, piano e con una sensualità innata.
Rabbrividisco e mi strofino le mie prima di aderire e baciarlo.
Lo sento teso e spaventato, ma la voglia che ha di me e l'incapacità effettiva di respingermi, vince sulla paura di baciarci praticamente in pubblico.
A me non importa nulla.
Potrei farmi vedere davanti all'esistenza intera.
Per lui affronterei l'inferno.”