CAPITOLO
LXXII:
LE
PARANOIE INIZIANO
“Penso
di essere arrivato al limite in qualche modo.
In
più di un senso.
Mi
sono rimesso con Cris come sapessi cosa sarebbe successo, perchè se
avessi dovuto affrontare questo periodo senza di lui non avrei
resistito.
Succede
esattamente questo, poco tempo dopo l'inizio del campionato.
Comincio
ad accusare dei dolori alle cosce interne, nella zona pubica e anche
in generale sul resto delle cosce fin giù alle ginocchia.
Non
è una cosa costante, dipende dai momenti e da cosa faccio. A volte
con un buon riscaldamento passa, quindi prima di farne parola mi
limito a venire prima e a fare esercizi in palestra, Cris mi
accompagna perchè anche lui vuole fare sempre palestra prima.
Non
dico niente, sono bravo a tenere nascoste le cose. Ma prima di
allarmare devo capire se è un problema di riscaldamento o cosa. Non
l'ho mai avuto, ma deduco che crescendo il corpo cambi, può essere.
I
giorni con lui passano sereni e felici, siamo incoscienti perchè
stiamo costantemente insieme con ogni scusa. Spesso anche senza
scuse.
Quando
ci chiedono qualcosa uno dell'altro, i giornalisti, rispondiamo
dicendo un sacco di cose carine l'uno dell'altro.
Mi
è anche scappato che ceniamo spesso insieme, che parliamo di tutto,
che condividiamo un sacco di cose e che anche se siamo diversi siamo
compatibili e siamo molto amici. Ho difeso spesso Cris dicendo che è
molto più maturo della sua età e di quello che tutti pensano.
E
lui ha ricambiato dicendo cose che mi hanno sciolto.
Fra
noi va molto bene e non sento, per il momento, la paura di farci
scoprire. Non me ne rendo conto per nulla, vivo tutto con incoscienza
e mi faccio letteralmente trasportare da lui.
Se
non fosse per questo forse mi sarei angosciato prima, chi lo sa. Non
è che è una colpa il fatto che mi renda così felice da mettere da
parte questo strano dolore muscolare. A volte però mi sembra dipenda
quasi dai tendini, mi sono capitate cose così. Non proprio così
così ma so distinguere i tipi di dolori, di solito.
Dopo
qualche giorno che vedo che anche in campo fatico più del solito
-per me inserirmi in una squadra nuova, con nuovi giocatori e nuovo
tipo di gioco, è molto difficile. Non sono al mio meglio.-
Allora
Cris mi chiede se ho qualcosa che non va ed io mi decido a dirgli che
ho un po' di fastidi muscolari che penso dipendano perchè non mi
scaldo bene, allora lui mi guarda esterrefatto ed è
sorprendentemente serio:
-
Mi prendi in giro? Se ti scaldi il doppio di sempre... è per questo?
È da tutto questo tempo che va avanti? - Sono delle settimane, ma
non poi così tanto...
Abbasso
lo sguardo e mi sbrigo a lavarmi, l'acqua appiattisce i capelli sulla
fronte e gli do le spalle. Mi sento terribilmente in colpa. Mi prende
per il braccio e mi gira con sicurezza, questo gesto attira
l'attenzione di qualcuno intorno a noi ed io trattengo il fiato
sperando che non si arrabbi. Non voglio che si arrabbi. Lo guardo con
questa paura cristallina e lui si ammorbidisce, ma mi prende da tutte
e due le braccia e mi fissa con preoccupazione.
-
Perchè non me lo hai detto quando è venuto fuori? -
con
forza lo guardo ancora.
-
Era leggero e non continuo, pensavo fossero i soliti risentimenti
muscolari per qualche fatica... capitano di continuo a noi atleti...
- E' vero.
Sospira,
sento si sta calmando.
-
Dovevi dirmelo subito. E farti controllare. Perchè non l'hai detto?
-
-
E'... è solo qualche giorno... è vero che a volte non ce l'ho...
con un buon riscaldamento passava ma... ora rimane... -
-
Non ti fa nemmeno giocare come dovresti. - Mi mordo il labbro, è un
punto doloso questo e cerco di non darlo troppo a vedere.
-
Sì ma pensavo non dipendesse da problemi fisici. - Cris capisce che
dietro c'è molto di più e così scuote il capo e mi mette lo
shampoo sui capelli lavandomeli coi polpastrelli.
Mi
fa sentire più amato di sempre, ora. Mi coccola e mi rende prezioso.
È
così protettivo.
Non
dice niente finchè non usciamo dalla doccia. Penso che non voglia
farmene parlare davanti agli altri, mi piace questa sua attenzione. È
vero che non voglio far sapere i miei problemi agli altri.
Di
là si comporta normalmente, come non fosse successo niente. Ride e
scherza ed alleggerisce la situazione come sempre.
Anche
nel pullman non fa parola. Si mette con Pepe e Marcelo si siede con
me davanti a noi, cerchiamo di non stare proprio sempre attaccati
quando usciamo dal centro sportivo o dai posti che riteniamo sicuri.
Però
a volte ce ne freghiamo e facciamo come vogliamo.
Marcelo
sa che c'è qualcosa che non va, ma non dice niente, spara a raffica
un sacco di cazzate e non dice niente a proposito.
Recuperate
le macchine, mi dice di passare da casa sua. In questi casi passo da
dietro ed entro nel suo enorme garage che conta un paio delle sue
super macchine.
Così
Carol non può vedermi arrivare.
Una
volta in casa mi dà qualcosa da bere e mi fa sedere nel divano con
sé, mi si mette vicino e mi circonda le spalle col braccio. Mi
prepara alla ramanzina.
Quando
ritiene che siamo pronti, attacca.
-
Non devi confrontarti con la mia capacità di adattamento... anche
Karim fa fatica, vedi? Dal gioco francese a quello spagnolo ce ne
passa... così tu. Tu sei brasiliano, ma giocavi in Italia...
insomma, non pensare che non sei come prima perchè sei bloccato o
cose così. È normale faticare ad adattarsi ad una cosa così nuova.
Tu poi eri molto legato alla tua vecchia squadra. Ti mancano, no? Ti
mancano anche così... - Mi fa riflettere su cose che mi ero
obbligato a mettere da parte.
Allora
mi arrendo e mi sistemo meglio contro il suo fianco, appoggio la
testa e fisso le nostre mani allacciate.
È
molto ma molto dolce e protettivo. La gente non lo sa quanto può
esserlo. Mi sorprende e mi sconvolge ogni volta.
Sono
il suo tesoro.
Lui
dice che fra noi è quello fragile, ma io lo vedo così forte. Non
molla mai nonostante tutte quelle che gli combino.
-
Sì, mi mancano. Non ho mai voluto pensarci, ma seguo tutto quello
che li riguarda e... e soffro quando perdono o non gli va bene. - Lo
ammetto.
Dirlo
ad alta voce mi aiuta. Mi toglie un peso che non immaginavo di avere.
-
Ti mancano ed è normale, questo ti disorienta. Nuove persone, nuovo
gioco... se la tua testa ti blocca a calcio devi capire il perchè.
Ti sei mai fatto queste domande? - Non capisco dove voglia arrivare e
dopo che il fastidio ed il timore di non so nemmeno bene cosa,
aumenta, mi stendo e appoggio la testa sulle sue gambe, mi
raggomitolo e lui mi carezza i capelli umidi. Adora carezzarmeli ed
io adoro che lui lo faccia.
-
Stai dicendo che sono bloccato nel gioco perchè mi mancano i miei
compagni e non riesco ad abituarmi a questa nuova squadra e al nuovo
gioco? - non lo vedo in viso da dove sono, per cui risponde con un
leggero 'mm' che è un annuire. Il cuore mi va molto forte.
-
Però non è solo questo. Tu giochi in un ruolo che ti obbliga a
conoscere a menadito tutti i tuoi compagni e non è facile arrivare a
questo tipo di conoscenza. Ti ci vuole più tempo anche per questo
motivo. - Questo mi rincuora perchè in effetti, in teoria, ha
ragione. Mi sento meglio.
-
Però se quando senti problemi fisici non lo dici a chi di dovere, la
cosa si può aggravare ed allora anche questa cosa influisce sul tuo
gioco. Hai messo in atto una serie di cose che non ti hanno aiutato.
Devi riconoscerle tutte e affrontarle. Spaventarsi e non affrontarle
non serve a niente. - E' una mentalità da vincente, come fa a dire
che non è forte? Beh, lui a onor del vero ha detto che a calcio è
molto forte. È vero. Intendeva questo.
Non
si scoraggia, localizza ed affronta tutto.
È
incredibile.
Mi
sento meglio solo per il fatto che sto con lui che è così sicuro e
determinato.
Sa
cosa va fatto.
-
Domani ti fai visitare. E se hai pensieri per la testa sul calcio
parlamene. Anche se vuoi parlarmi della tua vecchia squadra... lo
sopporterò! Però tu non tenerti niente dentro perchè sei emotivo e
quelli emotivi somatizzano i problemi e le ansie così. - Per un
istante penso che questi dolori siano provocati dalla mia stessa
ansia.
-
Ho paura che non sarò quello che ero al Milan, che lo ero perchè
ero là con dei giocatori che risaltavano il mio gioco, perchè avevo
un allenatore fantastico che mi ha fatto da padre e mi ha fatto
crescere in tutti i modi e... e non so, anche l'ambiente... mi
adoravano tutti, anche i tifosi... a volte penso che sono quelle le
cose che mi hanno reso quello che sono... e che non ho tutto questo
grande talento naturale. Ho talento naturale? Non so... non fanno che
parlarne, ma se l'avessi ora dovrei tirarlo fuori. Ed invece mi
sembra di non riuscirci... sono mediocre come tutti gli altri... -
Sto
un sacco a parlare di questo e a lamentarmi, non immaginavo di avere
così tante cose da dire.
Alla
fine mi risponde con calma e sicurezza.
Secondo
lui sono le classiche paure dell'uccellino che vola fuori dal nido
per la prima volta.
Che
è normale avere queste paranoie per me, però non è vero che il mio
talento era localizzato in quella squadra e basta. Dice che io sono
bravo e che lo dimostrerò anche qua.
Non
so come fa ad essere così sicuro. Lui ha cominciato a giocare come
prima da subito... non ha problemi. Lui è un vero talento.
Io...
io non so... e se ero bravo perchè al Milan mi avevano costruito la
condizione ideale per esprimermi al massimo e diventare bravo?
E
se tolte tutte quelle cose non sono niente di speciale?
Non
voglio deludere nessuno.
Ho
solo paura e vorrei avere questa granitica certezza che ha Cris.
Per
questo quando ho sentito dei dolori non mi sono dato retta. Sono
paranoico, mi son detto.
È
vero che sono paranoico, ma non c'entrava coi dolori fisici.
Finisce
che guardo l'ora per caso ed è così tardi che mi viene un colpo.
Salto
giù dal divano e dalle sue comode gambe e lo saluto ringraziandolo
in fretta e furia. La paura che Carol sia sveglia e mi veda arrivare
così tardi e mi faccia domande è tale, che mi fa dimenticare per un
momento tutti i problemi che credo di avere.
Mi
sento meglio dopo che ne ho parlato con lui.
Però
ugualmente mi sento peggio di quel che mi potevo aspettare, quando il
medico mi dà la diagnosi.
Pubalgia.
Quando
lo dico a Cris e che dovrò stare fermo del tempo, che è una rogna
perchè spesso ci mette più tempo del previsto a guarire e può
avere ricadute, fa una faccia strana.
Questo
mi deconcentra.
-
Che c'è? -
-
Conosco la pubalgia... - Tutti la conosciamo a calcio.
-
E' una rogna... - Dico cominciando a demoralizzarmi. Proprio ora che
avevo bisogno di giocare per abituarmi alla squadra...
Cris
annuisce e fa il broncio, la cosa non mi aiuta e speravo mi tirasse
su di morale.
Abbasso
le spalle e mi ammoscio un po' come lui.
-
Devo fare riposo assoluto per qualche settimana, poi cominciare con
la riabilitazione e la ginnastica correttiva. Dice che ho cominciato
ad assumere delle posture sbagliate, oltre che a prendere botte e
strappi che hanno accumulato la fragilità dei muscoli e dei tendini
pubici. E devo stare molto attento e fare continui controlli e
massaggi e accorgimenti perchè posso avere ricadute. Se ricomincio a
giocare presto può... -
-
Con... - Mi interrompe, parla con un filo di voce e guarda a terra,
sembra debba dire una cosa che lo preoccupa molto, come che fosse
grave. Cosa deve dirmi?
La
faccia che fa ed il tono che usa mi preoccupano molto, infatti lo
guardo in viso ed impallidisco.
-
Cosa? - Chiedo ansioso.
-
Con riposo assoluto si intende... -
-
Nessuna attività che coinvolga il pube e le cosce in generale. -
Proprio non ci arrivo, ma mi fa venire un batticuore estremo. Siamo
al centro sportivo e di tanto in tanto qualcuno passa e ci guarda
perplesso.
-
Quindi nemmeno... - Non capisco se si vergogno oppure se non osa dire
qualcosa di così grave che lo spaventa.
-
Cris, mi stai angosciando... di cosa parli, si può sapere? - Chiedo
quasi urlando e mettendogli le mani sulle spalle per incoraggiarlo.
Alla fine prende respiro, alza gli occhi e lo chiede.
-
Quindi nemmeno sesso?! - Capendo cosa lo angustiava tanto mi sospendo
ogni funzione vitale, mi staccano la spina.
Apro
la bocca e lo fisso ebete aspettando che dica che scherzava per
alleggerire la situazione.
Però
non lo dice, mi fissa col suo broncio infantile e aspetta la mia
risposta.
Non
è che si vergognava. Era davvero spaventato da questo.
Ma
è malato!
-
Cris, ti sto dicendo che mi andranno dei mesi per guarire del tutto e
come si deve e tu mi chiedi del sesso?! Onestamente è il meno! -
Incrocia subito le braccia al petto ed accentua il broncio. È
proprio un idiota sto qua! Ma che ci posso fare?
Alla
fine la prende così seriamente che mi fa ridere.
-
E' il meno quello! -
-
No, dai! Prima non lo facciamo per un sacco perchè ci siamo
lasciati, ora torniamo insieme, facciamo un po' di sesso qualche
giorno e torni a togliermelo! Non è giusto! -
Scuoto
la testa e lo lascio andare senza capacitarmi che stiamo avendo
davvero questa conversazione.
-
Vai da Karim e fatti aiutare! - Lo dico senza pensarlo davvero, lui
allora si accende.
-
Però se lo faccio davvero te la prendi! Ma uffa! Ed io che non posso
toccarti per tutto questo tempo? - quando capisco che è veramente
angosciato per questo, decido di calmarmi. È fatto così. È Cris e
lo amo anche per queste cose. Lui considera importanti cose che per
me non lo sono, ma sembra viva molto meglio di me in generale, quindi
forse sono io quello che sbaglia.
Gli
circondo le spalle con un braccio e abbasso la testa per guardarlo in
viso.
Allora
accondiscendente e un pizzico di malizia che non so come mi esca,
rispondo dimenticando del tutto la pubalgia.
-
Intanto il riposo assoluto è per una ventina di giorni, poi se tutto
va bene comincio con la riabilitazione e la ginnastica correttiva.
Dopo qualche altra settimana mi riunisco a voi per gli allenamenti,
anche se ne faccio a parte. - Lui alza gli occhi e continua ad essere
demoralizzato.
-
E come dovrebbe tirarmi su? -
-
Per venti giorni non potremo farlo ma non è che esiste solo la
penetrazione... per provare piacere reciproco ci sono anche altri
sistemi, no? - A questo punto mi viene in mente addirittura il pene
finto che mi ha regalato lui, arrossisco mille volte di più nel
pensare a come potrei usarlo su di lui per rasserenarlo... però
evito di dirlo.
Comunque
cambia tonalità, si riprende e si illumina, così rido. Non ci posso
credere, è malato di sesso!
-
Dici davvero? - Così mi sforzo ancora.
-
Ma certo, mi hai insegnato tu che sono tante le gioie del sesso... la
penetrazione è solo l'ultimo atto... e poi dai, venti giorni
voleranno... - Non ne sono davvero convinto, ma penso che almeno il
pensiero di non stressarlo per la storia del sesso possa aiutarmi.
Già
solo il fatto di dovermi ingegnare per farlo godere e quindi farlo
felice e rilassarlo, è un'attività che mi aiuterà a distrarmi.
Ho
paura che mi farò prendere dalle mie paranoie, sarà inevitabile...
ma a quanto pare fra noi funziona così... ci aiutiamo a vicenda. È
tutto molto equo!
Sorridiamo
insieme, lui tutto contento e malizioso ed io imbarazzato per quello
che sto pensando di fargli. Solo lui riesce a portarmi a certi
livelli... non so come fa.
A
questo punto do uno sguardo veloce intorno a noi per vedere se siamo
soli e poi gli concedo un bacio.
Quanto
è scemo il mio ragazzo. Ma lo amo anche per questo.
Quando
arrivo a casa, Carol si stupisce di vedermi.
Non
so bene come affrontare questa cosa con lei e mi chiedo se si sia
accorta di qualcosa, che io sono diverso, che... non lo so...
Però
ora sono più preoccupato per il calcio, sto facendo più fatica del
previsto ad adattarmi al nuovo gioco e come se non bastasse mi è
venuta la pubalgia, non mi ci voleva.
Ho
paura che questo mi fermerà più di quel che posso immaginare.
E
se il blocco si ingigantisce?
Che
faccio?
Tutti
si aspettano grandi cose da me ma non è solo per l'aspettativa ed i
molti soldi spesi per me, non l'ho chiesto io di venire qua e
spendere così tanto.
È
che amo il calcio e se non riesco più a farlo come vorrei e a
divertirmi, che senso ha?
Deve
essere una cosa bella, non motivo d'angoscia. Invece passo più tempo
preoccupato che sereno. Non è un rifugio, non è ciò che mi va bene
e basta... sta diventando un problema. Ho paura che sia questo.
Ho
paura che le cose non vadano come dovrebbero perchè non mi sto
comportando bene, è una specie di legge compensativa.
Dio
è buono e misericordioso e non agisce con occhio per occhio... però
in realtà in generale nella vita uno raccoglie quello che semina,
indipendentemente da Dio.
Non
è Dio che manda le punizioni o le cose brutte, lui sostiene nei
momenti difficili.
Però...
non lo so nemmeno io cosa pensare.
Carol
viene a salutarmi stupita e le spiego cosa è successo e lei
minimizza il problema dicendo che così mi avrà più in casa. Dice
che non devo preoccuparmi, che ho già avuto problemi di salute e che
è andato sempre tutto bene.
Io
annuisco e sorrido, ma forse non sono convincente.
-
Però ti vedo più preoccupato... - Mi stringo nelle spalle e sospiro
sedendomi nel divano pesantemente. Mi strofino il viso e mi chiedo
che cosa posso dirle.
-
E'... è complicato... - Carol si siede accanto a me aspettando che
mi decida, nel frattempo mi guarda con la sua solita dolcezza. A
volte penso solo che una coppia non può andare avanti così come
facciamo noi per tutta la vita senza mai niente che non va.
È
impossibile... come le coppie della pubblicità. Dall'esterno
appariamo così ed in casa lo sembriamo davvero. Però poi guarda in
profondità. Io amo Cristiano e sto con lui e tradisco mia moglie.
Capisci
quanto sbagliato sono?
Non
perchè lui è un ragazzo ma perchè la tradisco. È questo.
Come
faccio a dirlo che vedo questo problema di salute capitato proprio
ora che ho deciso di vivere la storia con Cris per davvero... che la
vedo come una punizione della natura per rendermi un po' più degno
per Dio?
Mi
sono sporcato, per recuperare devo avere delle mancanze da qualche
parte, devo fare penitenza. E siccome non intendo lasciare Cris
perchè lo amo, la mia penitenza è la salute e nella fattispecie il
calcio.
-
Per una persona qualunque una pubalgia non è un grosso problema, ma
per me sì perchè mi sono appena trasferito, fatico molto ad
inserirmi nel nuovo gioco ed emergere... mi manca la mia vecchia
squadra e non è facile cambiare, per me. Io col Milan ho avuto il
mio vero imprinting... ed ora devo cambiarmi quasi del tutto. Qua è
diversissimo. Quindi io ho solo bisogno di giocare e giocare e
giocare e fermarmi così tanto proprio adesso che sono nel pieno
della mia difficoltà è davvero brutto. Non mi ci voleva. Ho paura
che non recupererò più al livello che ero prima, al Milan. Certo
posso tornare bene, ma non a quel livello. Se ora non mi metto subito
in pari, e non posso farlo, perderò qualcosa definitivamente. Io ho
paura che sia così... - Non le posso dire che temo che la mia
redenzione sia soffrire a calcio.
Redenzione
da cosa, mi chiederebbe... ed io dovrei dirle 'perchè ti tradisco'.
Evito
di guardarla ma quando mi alza il mento con dolcezza gli occhi mi
diventano lucidi e lei mi abbraccia. Io non ho nemmeno il coraggio di
guardarla. Se capisce che non sto male per il calcio, ma perchè non
la amo e la sto ingannando... è finita.
Se
mi farà un giorno una domanda diretta del genere io non saprò
mentirle.
Un
conto è omettere e nascondere, ma mentire ad un 'va tutto bene fra
noi?' è impossibile per me.
Già
che riesca a nasconderle tutto è angosciante, per me.
-
Dai, non andrà così. Recupererai tutto. So che è il momento più
sbagliato per fermarsi, ma sei un campione indipendentemente dalle
difficoltà che incontri. Un fuoriclasse lo è di natura. Tu ci sei
nato così, non lo sei diventato perchè al Milan ti hanno aiutato a
diventarlo. Lo eri. Lì sei solo cresciuto. Ora affronterai un
momento difficile ma non smetti di essere il campione che sei. Il tuo
talento è naturale, ce l'avrai sempre, non lo puoi perdere. -
Per
quel che mi dice ed il modo in cui mi sostiene mi abbandono al suo
abbraccio. Per me è come la mia migliore amica, mi capisce, mi
conosce, mi tira su... però non è una moglie, non lo è più.
Io
non posso fare a meno di pensare che sia tutto collegato in qualche
modo... che... che il fatto che la tradisca incide sui problemi che
ho a calcio e che stanno per aumentare.
Ne
ho il terrore.
Però
non posso certo dirglielo e temo che se lo dico a Cris mi demolisce.
Potrei provare a parlarne a Roby, ma anche lui riderebbe e mi darebbe
dello sciocco. Iker? Fra tutti è quello più comprensivo.
Potrei
parlarne con lui.
O
forse tenermelo per me e basta. Tanto cosa cambierebbe?
Io
ormai ho scelto Cris... e Carol... la guardo con ancora gli occhi
colmi di lacrime e tremante, lei mi stringe le mani e aspetta che mi
calmi.
Carol
dovrei lasciarla e spezzarle il cuore... è che non se lo merita e
non ho il coraggio né la cattiveria di farlo. Ci vuole cattiveria
per fare una cosa del genere ad una persona fantastica come lei.
È
questo.
Se
almeno litigassimo e non andassimo d'accordo... se qua fosse una
situazione al limite... ma è tutto così perfetto e sereno. Non
litighiamo mai, non discutiamo... è sempre tutto perfetto, no?
Sempre...
forse è questo il problema.
Non
vedo una soluzione.
Non
lascerò mai Cris. Mai.
Non
ne sono capace. Comunque continuerei ad amarlo anche da separati e lo
vedrei ogni giorno. Non riuscirei a stargli lontano. A questo punto
tanto vale evitare di essere ipocrita e vivere ciò che già desidero
con tutto me stesso.
Però
non riesco a far soffrire Carol. Non ce la faccio. Poi soffrirebbe
anche Luca e piuttosto vivo così per sempre, rinuncio a tutto ma non
a loro... non a Cris e a Luca.
Non
credo ci siano soluzioni vere. Non credo proprio. Dio, perdonami. So
che non sei tu a dovermi perdonare, ma io.”
_________________________
E'
vero che...
Le
dichiarazioni che si facevano l'un l'altro erano come dice Riky, si
difendevano e non facevano che dire cose belle uno dell'altro, han
detto che cenavano spesso insieme, che passavano molto tempo insieme
e che parlavano di tutto. Riky soprattutto lo difendeva dai vari
attacchi che riceveva.
Riky
ha anche detto che all'inizio aveva problemi a calcio e che non
riusciva a segnare e in quei momenti ne parlava tanto con Cris, si
sfogava con lui. Infatti poi ha così spiegato il segno particolare
che hanno fatto insieme ad uno dei suoi goal. Da uno di questi gesti
si capisce anche che Riky era andato a piangere da lui perchè non
andava bene a calcio.
E' anche vero che Riky ha avuto la pubalgia, all'inizio.
Sembra
un'esagerazione, ma il pensiero tipico dei cristiani evangelisti è che
se ci sono problemi di salute, significa che non si è dei bravi
cristiani e che quindi si deve scontare peccati e cose simili.