CAPITOLO LXXIII:
FRA PARANOIE E PIACERI

Lo conosco il mio fiorellino, so quante para si sta facendo, però credo che basta distrarlo un po'...
Quando ho pensato questo non avevo precisamente idea di cosa dicevo.
Riky gestibile in fase di paranoie?
Forse mi sono dimenticato di quanto tempo ci ha messo per decidersi con me... e quanto ancora ci ripensi sempre. Non su di me, ma sulla questione Dio, matrimonio, giusto e sbagliato.
Ora che si è aggiunta questa grana della pubalgia chissà che pensieri catastrofici ha!
Io credevo che tendesse un po' al malinconico, ma che appena mi vedeva tornasse a posto.
Lo palle!
Appena mi vede si deprime meglio!
È come se vedendomi si convincesse che fa bene a stare depresso.
Penso che questo sarà la mia prova.
O maturo e divento più forte... o muoio!
Due sono le cose!
Ma io sono forte e resisterò.
Adesso è il momento in cui i ruoli si invertono, prima mi sentivo quello fragile che subiva, adesso devo invertire i ruoli.
I giorni passano più o meno uguali.
Allenamenti per me e riposo per lui, poi torno a casa, gli faccio uno squillo e dopo un po' arriva.
A Carol dice che approfitta per conoscere meglio gli altri della squadra, a turno si sono imposti di passare del tempo con lui e fargli compagnia in questo periodo di riposo assoluto.
Ovviamente io faccio per tutti e venti.
Gli ho dato le chiavi di casa e di tutti i cancelli, può arrivare quando vuole e venire da dove vuole.
Ovviamente lui non può darmi le sue, ma non gli farei mai una sorpresa... mi sembra il minimo!
Così quando arriva è ogni giorno più buio in viso e Riky buio non è lui.
Aspettavo i primi giorni che si abituasse e ammortizzasse il colpo, ma vedo che mano a mano che va avanti il colpo diventa più duro da digerire. Sta macinando qualcosa, lo conosco.
Così di norma cerco solo di distrarlo, gli dico delle cazzate di Marcelo e Pepe, lui ride. Poi gli racconto qualcosa di Karim e finisce che mi dice la sua.
Alla fine è distratto e più sollevato, però siccome passo gran parte del tempo a tirarlo su, alla fine quelle 'altre cose' alternative al sesso, che però sono piacevoli lo stesso, non le facciamo mai.
So che ho il pensiero fisso, però davvero mi fa stare come su una barca... mo si scopa un sacco e mo no!
Mi ucciderà così...
Alla fine dopo qualche giorno mi secca e lo affronto. Nelle mie rosee aspettative, lui mi dice che è convinto di essere finito come giocatore, io lo convinco che non è così e poi facciamo quella sottospecie di sesso.
Ma le mie rosee aspettative sono troppo rosee.
Quando oggi viene, è particolarmente cupo. Non immaginavo che Riky diventasse così in certi casi.
So che è emotivo, ma credevo che fosse meno distruttivo e forse non ho nemmeno visto il peggio.
Cammina piano per non sforzare le cosce e si siede subito, poi sbuffa senza nemmeno salutarmi o chiedermi come è andata.
Io inarco le sopracciglia e lo fisso incredulo, quando se ne rende conto si riscuote e me lo chiede:
- Sì scusa, come è andata?! - Questa cosa non mi piace per niente, quindi mettendo giù la bottiglia di acqua nel tavolino, mi siedo accanto a lui, gli prendo le gambe delicatamente e gliele alzo per sistemarle ad incrocio su di me.
Si lascia fare e si distende con la schiena, la nuca sul cuscino.
Gli carezzo leggero le ginocchia e le cosce e poi scendo giù fino ai polpacci e al dorso dei piedi. Poco dopo gli ho tolto anche gli infradito.
Quando deve andare da casa a casa ha solo quelle anche se ormai la stagione sta per passare.
Il massaggio ai piedi ci riporta alla mente quelle porcate nella mia villa in Portogallo, quando eravamo da soli.
Che goduria.
Però non divento maniaco, mi mantengo tranquillo.
- Dai... perchè non parli liberamente? So che cerchi di trattenerti perchè pensi di essere pesante ed inopportuno... però ne hai bisogno e non importa. Voglio subire anche la tua pesantezza. - Dico dolcemente. Non serve che ci diciamo altro, non ho bisogno di osservarlo un minuto di più per sapere che ne ha bisogno, così si mette un braccio sulla fronte e sugli occhi, se li copre e sospirando scontento comincia a parlare flebile e amareggiato. Come una seduta di psicoterapia.
- Io credo... io credo che questa cosa avrà conseguenze peggiori di quello che pensiamo. - Lo sapevo che l'avrebbe detto. Me l'aspettavo.
- Perchè lo dici? Sai quanti hanno la pubalgia e poi guariscono senza problemi? -
- Sì però... mi è venuto proprio ora... adesso io dovrei giocare più che posso per abituarmi alla squadra, già fatico... non sono quello di prima e se mi fermo ora... -
- Sì però lo sai che poi basterà allenarti di più e recupererai lo stesso. Si tratta di ritardare il tuo favoloso ritorno, non è un problema. Hai 27 anni, sei giovane, hai tutto il tempo per riprenderti e tornare. È solo una pubalgia, Riky... certo, ti costerà più che ad altri, però tornerai. Vedrai. - Riky sospira drammatico, conosco questo sospiro, lo conosco benissimo.
- Non lo so... - E conosco i suoi non lo so.
- Perchè pensi di no? - Riky non toglie il braccio dalla faccia così mentre gli massaggio le caviglie, con l'altra mano gli prendo il gomito e tirando scivolo alla sua, la prendo e la intreccio sul suo stomaco.
Finalmente mi guardo, è serio e amareggiato ed ha una luce diversa, buia. Davvero buia. È strano vederlo così. Non pensavo potesse arrivare a questi livelli.
- Credo che sia la conseguenza della mia scelta definitiva. - Ovviamente non ci arrivo, perchè chi arriverebbe a pensare una cosa del genere?
Nessuno!
- Quale scelta? -
Riky si morde il labbro ed alla fine lo dice.
- Te. - Se mi dava un calcio allo stomaco era meno shockante.
Mi toglie il fiato e lo fisso. Come può dire una cosa del genere?
Lo fisso sconvolto che lo pensi davvero.
- Stai scherzando, vero? - Scuote il capo, è totalmente inespressivo, non è che si sente in colpa per la cazzata che ha detto. - Come puoi dire seriamente una stronzata del genere? Io per... per cosa? Per la tua salute? No spiegami bene perchè non ci arrivo. - Riky allora si alza e ritira mani e gambe, si siede e mi guarda mantenendo una distanza di sicurezza.
- Non sei tu... è che tradisco Carol. Ho deciso che non ti lascerò, però non riesco nemmeno a lasciare Carol per due motivi principalmente: resterò sposato con lei anche se la lascio, è questo il matrimonio davanti a Dio. Quindi non risolverei nulla se non che almeno saprebbe la verità e non la ingannerei. E poi... se glielo dico soffrirebbe, ne morirebbe e non voglio spezzarle il cuore, non posso... non se lo merita. Non ha fatto niente di male, sono stato io a sbagliare, a non capire che non sarei potuto essere felice con una donna accanto... che... che non sono stato onesto con me stesso. E ne soffrirebbe anche Luca. Non lo posso permettere. -
- Per cui ti tolgono la salute? È solo una pubalgia, Riky! Che tu lo voglia o no guarirai! -
- Sì, ma a calcio non sarò più quello di prima! Già ora non lo sono, adesso mi fermerò chissà per quanto e anche se tornerò non sarò comunque quello del Milan. - è testardamente convinto di quel che dice, mi sembra sia impazzito, lo fisso come con un alieno e glielo chiedo perdendo la pazienza ed alzando la voce:
- Ma come fai a dirlo! Non lo sai! Ti allenerai di più e tornerai tu! Dai... stai dicendo che ti toglie il 30 % del tuo talento nel calcio perchè stai tradendo Carol o, alla meglio, la farai soffrire dicendoglielo? -
Annuisce e siccome continuo a guardarlo come se fosse completamente svitato, spiega.
- Ascolta, so che può sembrare folle... e non dico che sia così, io ho solo paura che sia una specie di... penitenza... perchè io ho scelto questa strada. E non è che sia sbagliata. È sbagliato ingannare e far soffrire qualcuno consapevolmente. Per cui in qualche modo devo fare penitenza e la penitenza è una sofferenza, una mancanza, un problema da affrontare... dipende, insomma. - Penso ancora che sia schizzato, però gli sto dietro solo per capire a che livello è la sua follia.
- Perciò quando supererai tutto questo potrai stare sia con Carol e ingannarla che con me e vivere la nostra storia senza sensi di colpa e turbamenti perchè hai dato in cambio qualcosa e patito il necessario per il tuo misfatto! - Riky non annuisce ma mi fissa con quella sua inespressività che sa di convinzione. Oh Signore, come gli faccio capire che è pazzesco?
Mi strofino il viso e prendo molti respiri.
Sì. Era molto peggio di quel che pensassi.
- Cris, io non ti lascerò mai, sono pronto ad affrontare tutte le conseguenze, però sappi che per me non sarà facile... per me il calcio era la mia oasi, la mia gioia... se ora comincio ad averci problemi non sarà facile vivere con me. Voglio solo che tu lo sappia. Devi essere pronto... anche se nessuno potrebbe essere pronto a me in quelle condizioni... - Questa frase teatrale mi mette la pulce nell'orecchio e visto che ci sono gli chiedo anche questo.
- Quali condizioni, che stai dicendo? -
Riky ora cerca la mia mano e sospira calmandosi, prova a spiegarmi senza farmi arrabbiare. Non è che io sia arrabbiato, penso solo che sia pazzo.
- Quando sto male e sono, diciamo, in fase depressiva... quando sto moralmente a pezzi... sono tremendo, vado giù e con me affondano tutti quelli che mi stanno intorno. Io divento così. Sono tanto positivo quando sto bene, quanto negativo quando sto male. Non mi sopporta nessuno. - A questo rido, sicuramente sta sdrammatizzando.
- Quando mi hanno detto che sarei rimasto paraplegico, anni fa, per quell'incidente in piscina... quando stavo per morire e mi sono salvato per miracolo... ho passato un periodo terribile. Tu non hai idea. Avevo 18 anni, ero nelle giovanili della mia squadra, giocavo a calcio e mi si prospettava una carriera da professionista. Non immaginavo certo quale. Però avevo grandi speranze. Ed improvvisamente non solo nessuna carriera in quello che io adoravo, il calcio. Ma non avrei potuto camminare. È stato tremendo. Io sono stato cresciuto nella fede, ma in quei primi tempi ho avuto una crisi allucinante. Non volevo vedere nessuno ed ero negativo, così negativo che nessuno mi riconosceva. Nessuno si avvicinava, nessuno riusciva a starmi vicino anche se vi provava. Quando mi hanno detto che invece c'era una speranza, ma che dovevo seguire delle istruzioni precise ed avere fede, sono tornato da Dio. È stato lì che la mia fede si è rafforzata. Io so che devo tutto a Lui. Non solo mi ha salvato la vita e mi ha permesso di camminare, ma mi ha dato un tale talento a calcio. Lo vedi quanto corro veloce? Lui mi ha dato qualcosa di prezioso... -
- E pensi che te lo possa togliere se non ti reputa alla Sua altezza? - Non ci voglio nemmeno pensare, ma se è lui a pensarci che ci posso fare?
Riky abbassa la testa e sospira stringendosi nelle spalle un po' perso.
- Non so cosa pensare, devo avere fede e basta. Questo è tutto quello che so. E accettare quel che mi manda. -
- Il Suo disegno ti ha portato da me. Ti ha fatto nascere così. Hai sbagliato con Carol però... però non ti punirà, è stato Lui a farti così, capisci? - Alla fine mi addolcisco mentre gli metto una mano sulla guancia e l'attiro a me, appoggio la fronte sulla sua e cerco i suoi occhi, finalmente me li regala. È ancora molto confuso.
- Togliti dalla testa che sia una punizione o... o qualunque altra cosa tu credi che sia. Sono solo delle prove per renderti più forte, niente altro. Non vuole toglierti nulla e nemmeno compensare ciò che sbagli... hai una prova da superare e la supererai come quella volta della paraplegia. -
Non sapevo comunque nei dettagli quello che aveva passato e nemmeno che fosse stato così recente. Quasi dieci anni fa, alla fine. Io non immaginavo.
Non so come la prenderei io se mi dicessero che non posso più camminare.
Diventerei matto.
Riky mette a sua volta una mano sulla mia guancia, non capisco in quale senso lo faccia. Se si sia convinto o se la pensa ancora così ma accetta che non ci credo.
Forse è la seconda, conoscendolo. È troppo testardo.
- Io so solo che non sono una persona corretta e pulita ed anche se ho delle valide motivazioni per fare ciò che faccio... le azioni sbagliate restano. Non so se la mia sia solo paura immotivata o cosa... però mi fa pensare. È successo proprio ora che ho preso la mia decisione definitiva. Davvero non significa nulla? - Resto in silenzio, sapevo che non lo convincevo. Chiudo gli occhi e cerco qualcosa, ma alla fine non ci sono parole.
- I fatti ti convinceranno che ti sbagli. Nessuno ti toglierà niente. È solo un ostacolo da superare per essere più forte di prima. -
A questo punto appoggia le labbra sulle mie e su di esse mormora molto piano, quasi inudibile.
- Spero tu abbia ragione, in ogni caso stammi sempre vicino. - Apro di nuovo gli occhi e prima di baciarlo gli rispondo prendendogli il viso con entrambe le mani, gli trasmetto forza e sicurezza.
- Lo sai che lo farò in ogni caso. Anche se Dio dovesse toglierti davvero il 30... e che ti tolga pure il 50 o il 70! Io starò sempre con te in ogni caso e ti sosterrò e sarò la tua felicità nei momenti bui. - Però so che non sarà come dice. Dio non toglie. Non è lui che manda le malattie a seconda della simpatia. Perchè c'è gente che soffre e non lo merita e non è lui che la manda, quella sofferenza. È che siamo uomini liberi e la vita ci presenta le prove da superare, qualcuno le ha più difficili. È così e basta. Non c'è un motivo, è la natura. Dio ci dà la forza per superare le prove, ma dobbiamo crederci o quanto meno credere in noi stessi. .
È questo che penso.

Passeremo molte ore così a parlare di queste cose. All'infinito.
Con lui e la sua testa appoggiata sulle mie gambe, io che l'accarezzo, lui che si sfoga e spiega la sua visione negativa delle cose, le sue paure, la sua convinzione che nulla sarà come prima, che avrà problemi a calcio da ora in poi... ed io a ripetergli che non c'entra nulla, che non è né Dio né la compensazione della natura, è solo che a tutti capitano le dure prove, prima o poi. Chi prima chi dopo.
Io le ho avute da ragazzino, la mia infanzia non è stata facile fra mio padre e mio fratello... e tutti i problemi economici che avevamo... noi eravamo poveri, avevamo una famiglia numerosa, mio fratello si drogava e mio padre beveva... non è che sia stato tutto rose e fiori!
Lui è stato felice fino ad ora, non ha avuto grossi problemi ed ora semplicemente ne deve affrontare qualcuno di serio per la prima volta. Queste cose fanno crescere, per questo servono.
Alla fine parliamo moltissimo e passiamo i giorni a ripetere le stesse cose.
Non so da dove mi esca tutta questa pazienza. Però quando lo vedo stare meglio, alla fine delle nostre sessioni, mi sento meglio anche io.
Gli fa bene tornare a fare ginnastica correttiva e riabilitazione, lo distrae il lavoro pratico che deve fare e siccome non ha solo il riposo assoluto da osservare, piano piano in generale va meglio.
Anche se tende sempre alla depressione.
Sarà sempre così?
Se sta con me avrà comunque qualche ombra per via del calcio o di Dio o di Carol? E se invece mi pianta starà comunque male per me?
Sarà sempre così?
Niente pace?
Non è per me, io posso soffrire o no, non importa... a me dispiace che lui ne abbia sempre una. È come incapace di non preoccuparsi per qualcosa.
Spero di riuscire ad aiutarlo un po'.


Sembra una delle serate buone, così decido di approfittarne.
Torniamo insieme perchè finiamo nello stesso momento, così come al solito passa da me.
Oggi la sua luna è bella dritta.
Parlare di lui dicendo così sembra una barzelletta... come, lui non è sempre di buon umore?
Auguro a tutti di avere un ragazzo emotivo, complessato e paranoico!
Lo adoro e lo amo, ma cercare di capire di che umore è dal modo in cui chiude la porta di casa, non ha prezzo.
Specie perchè non ho mai avuto di queste attenzioni in vita mia.
Oggi la chiude piano, quindi significa che è felice e non passerà il tempo a dire che sta male e che forse non tornerà più come prima.
Ho avuto molta pazienza, specie per il lato sessuale. Avevamo detto di fare lo stesso qualcosa, ma alla fine sono stati venti giorni e qualcosa di più di piatta nera.
Ora che si sta allenando di nuovo, anche se per conto suo, è come avere il via libera. Certo non può esagerare, però ora mi sono stufato di aspettare.
Se chiude la porta gentilmente significa che sta bene.
- Com'è andata oggi? - Chiedo riferendomi alla sua ginnastica.
Lui sorridendo mi fa il resoconto, il succo è che non ha avuto molto male e che va decisamente meglio.
- Lo vedi che ti sei preoccupato per niente? -
Riky fa l'aria infantile di scuse.
- Meglio preoccuparsi per niente che per qualcosa! -
Ha sempre la risposta pronta. Assottiglio gli occhi, ma è vero. Se aveva ragione nella sua follia, chi lo teneva più?
Vado in frigo a prendere qualcosa da bere e gli do un bicchiere di thé che prende sedendosi al tavolo, io lo guardo stupito in attesa che si sposti in posti più comodi.
- Che c'è? - Chiede senza capire, anche lui in attesa che io sia chiaro.
- Stiamo in cucina? - E' anche la zona della casa che uso di meno!
Riky alza le spalle senza arrivarci.
- Vuoi andare sul divano? - Io gli lancio un altro sguardo interrogativo, perchè queste domande sceme?
Ho aspettato tanto che stesse bene ed ora che è così è chiaro che si scopa!
Davvero non ne sente il bisogno e la voglia?
Dovrebbe essere lui!
- Ah, per me possiamo anche farlo qua... - Dico mettendo in chiaro, ma con malizia, a cosa penso. Ammicco e lui arrossisce come i primi tempi che ci provavo con lui. Amo quando fa così. A volte penso che non si abituerà mai!
In risposta beve come una spugna tutto il bicchiere ed io, ridendo, mi avvicino a lui. Resta seduto e mi guarda dal basso, appoggio le gambe alle sue che gli apro e mi infilo in mezzo.
Ho quest'aria altera e provocante, sorseggio il thé e continua a fissarmi in attesa, nonché parecchio interrogativo!
-Tu... vuoi farlo così a freddo? - Questa domanda che mi pone esitante mi fa morire dal ridere, infatti butto la testa all'indietro e rido sguaiato.
- Se vuoi ci scaldiamo un po' con una corsa sul posto ed un po' di stretching! -
Riky apre la bocca e la richiude stizzito che lo stia prendendo in giro, così punto sul vivo torna alla carica, ma senza alzarsi o spingermi via, sventola il dito. Quando è seccato fa così.
- Tu scherzi, ma per me sarebbe meglio! -
- Correre? - Chiedo sempre schernendolo.
- No, fare stretching! E se mi faccio uno strappo? -
- Riky, non ti è venuta la pubalgia scopando troppo con me... anche perchè venivamo da un periodo di astinenza! - Lo rimarco così si ricorda da quanto mi tortura. Lui torna ad arrossire, ma continua a sventolare il dito come un maestrino. Io glielo fisso... vedi dove te lo metto questo dito se non la pianti.
- No però contribuisce! Se sono in un periodo di stress muscolare, farlo tanto non giova molto! - Adesso lo uccido. - Cosa pensi, che il medico non mi abbia raccomandato di stare attento col sesso? Io voglio guarire bene il prima possibile, adesso che ho questo entusiasmo tu... - Visto che parte con la predica che non ho proprio per niente intenzione di ascoltare, gli prendo questo dito malefico, metto giù il bicchiere e me lo infilo nei pantaloni e nei boxer. La mano si apre automaticamente appena va a contatto con il mio cazzo e finalmente si zittisce diventando rosso, rigido e adorabile.
Rido malefico mentre mi godo la sua espressione.
- Stavi dicendo? - Chiedo malizioso mentre gli muovo la mano e gli faccio prendere bene il mio cazzo, comincio a masturbarmi con lui.
Riky non sa cosa fare, se ritirare la mano o smettere di parlare, la sua bocca rimane semi aperta e la sua faccia è ancora ebete.
- Beh? Non sei convinto di scopare con me? Tranquillo, faccio da solo... non devi nemmeno sforzarti! - A questo punto, come un maledetto stronzo quale sono se voglio, mi lecco l'altra mano per bene e poi la infilo sotto i vestiti a raggiungere le altre due. Mi lubrifico da solo come se dovessi entrargli dentro, in realtà va bene anche se devi fare un semplice lavoro di mano.
Sente che il mio cazzo cresce e la sensazione della sua fottutissima mano sul mio cazzo è splendida. Mi mancava.
Tutte quelle noiose depressioni mi avevano ammazzato la libido.
Finalmente mi dà retta e smette di parlare di stupidaggini e abbassa meglio i vestiti liberando la vista del mio inguine.
Continuo a masturbarmi usando Riky e finalmente lo sento partecipare. Però non lo faccio smettere né continuare da solo per vedere se ci mette la bocca. Me lo fissa come fosse una cosa irresistibile. Dopotutto gli mancava anche a lui, solo che aveva paura di sforzarsi troppo.
Visto che si eccita guardandomi e che io sospiro indicandogli quanto piacevole sia, infila la mano dentro ai suoi pantaloni e fa la stessa cosa da solo. Molto bene.
- Attento a non sforzarti, sai... potresti avere una ricaduta... - Dico ansimando. Sono davvero cattivo quando voglio. Lui assottiglia gli occhi e si morde le labbra per poi preferire gemere a sua volta. Abbandona la testa all'indietro mentre si eccita da solo. Vorrei che si scoprisse, ma anche così mi piace. Vedere cosa fa se lo lascio fare.
Allora gli mollo la mano e vedo. Lui continua con entrambe: una su di sé e l'altra su di me, metto le mie ai fianchi e spingo il bacino nei movimenti sempre più veloci.
Dannazione, se mi era mancato.
È come un incantesimo. È il suo tocco. È lui che mi fa qualcosa.
Riesco a non desiderare nessun altro, nemmeno quello più bello di questo mondo.
I miei gemiti aumentano e chiudo gli occhi, quando lo faccio sento la sua lingua sulla punta della mia erezione ed è il colpo di grazia, perchè cerco la sua nuca, affondo le dita fra i capelli, glieli spettino e poi l'attiro meglio a me in modo che lo prenda tutto in bocca e che si sbrighi.
Questo gesto prepotente e virile lo accende ulteriormente, va più veloce ed intensamente, sospira per ciò che si provoca da solo e spingo più forte, più veloce.
Fino a chiamarlo e a dirgli di continuare a succhiare, di farlo ancora, ancora...
Mi accontento di questo orgasmo che mi scioglie ogni nervo teso e mi fa dimenticare delle lunghe giornate con le sue paranoie.
Forse è vero che deve risparmiarsi, però almeno questo me lo poteva concedere...
Gli sono venuto in bocca, ma non è ancora per l'ingoio, così si alza veloce e va al lavandino a sputare e si lava la mano perchè si è venuto addosso.
Quando è pulito si gira ed io ridacchio malizioso a queste sue reazioni ancora da perfettino.
Arriverà il giorno in cui ingoierai tutto e ti spalmerai di questa schifezza perchè sarai così eccitato da non avere idea di che cosa fai.
Intanto ti schiaccio contro il frigo e ti bacio e mi prendo la tua bocca, il mio sapore e poco dopo il tuo corpo.
Solo carezze e piccoli segni che ti lascio, che ti fanno sapere che sei solo mio e ricordarti che non puoi davvero fare a meno di questo.
Ricordatelo. Tu ormai mi appartieni.”

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E' vero che...
Come dicevo, gli evangelisti hanno questa idea che se hai problemi di salute significa che non sei un bravo cristiano e che è un sistema per scontare i tuoi peccati.
La storia di Riky e dell'incidente che lo lascia paraplegico a 18 anni, è vera. Ha rischiato grosso e lui era appena entrato nel professionismo che il San Paolo. Gli han detto che è guarito per miracolo e questo lo ha avvicinato molto a Dio.
E' pure vero, o meglio si capisce dalle interviste, che Riky in quel periodo della pubalgia passava i pomeriggi a lamentarsi e piagnucolare con gli amici, fra cui Cris era quello più gettonato. Infatti il significato delle loro esultanze di quel primo anno, significa questo.