CAPITOLO
LXXIII:
FRA
PARANOIE E PIACERI
“Lo
conosco il mio fiorellino, so quante para si sta facendo, però credo
che basta distrarlo un po'...
Quando
ho pensato questo non avevo precisamente idea di cosa dicevo.
Riky
gestibile in fase di paranoie?
Forse
mi sono dimenticato di quanto tempo ci ha messo per decidersi con
me... e quanto ancora ci ripensi sempre. Non su di me, ma sulla
questione Dio, matrimonio, giusto e sbagliato.
Ora
che si è aggiunta questa grana della pubalgia chissà che pensieri
catastrofici ha!
Io
credevo che tendesse un po' al malinconico, ma che appena mi vedeva
tornasse a posto.
Lo
palle!
Appena
mi vede si deprime meglio!
È
come se vedendomi si convincesse che fa bene a stare depresso.
Penso
che questo sarà la mia prova.
O
maturo e divento più forte... o muoio!
Due
sono le cose!
Ma
io sono forte e resisterò.
Adesso
è il momento in cui i ruoli si invertono, prima mi sentivo quello
fragile che subiva, adesso devo invertire i ruoli.
I
giorni passano più o meno uguali.
Allenamenti
per me e riposo per lui, poi torno a casa, gli faccio uno squillo e
dopo un po' arriva.
A
Carol dice che approfitta per conoscere meglio gli altri della
squadra, a turno si sono imposti di passare del tempo con lui e
fargli compagnia in questo periodo di riposo assoluto.
Ovviamente
io faccio per tutti e venti.
Gli
ho dato le chiavi di casa e di tutti i cancelli, può arrivare quando
vuole e venire da dove vuole.
Ovviamente
lui non può darmi le sue, ma non gli farei mai una sorpresa... mi
sembra il minimo!
Così
quando arriva è ogni giorno più buio in viso e Riky buio non è
lui.
Aspettavo
i primi giorni che si abituasse e ammortizzasse il colpo, ma vedo che
mano a mano che va avanti il colpo diventa più duro da digerire. Sta
macinando qualcosa, lo conosco.
Così
di norma cerco solo di distrarlo, gli dico delle cazzate di Marcelo e
Pepe, lui ride. Poi gli racconto qualcosa di Karim e finisce che mi
dice la sua.
Alla
fine è distratto e più sollevato, però siccome passo gran parte
del tempo a tirarlo su, alla fine quelle 'altre cose' alternative al
sesso, che però sono piacevoli lo stesso, non le facciamo mai.
So
che ho il pensiero fisso, però davvero mi fa stare come su una
barca... mo si scopa un sacco e mo no!
Mi
ucciderà così...
Alla
fine dopo qualche giorno mi secca e lo affronto. Nelle mie rosee
aspettative, lui mi dice che è convinto di essere finito come
giocatore, io lo convinco che non è così e poi facciamo quella
sottospecie di sesso.
Ma
le mie rosee aspettative sono troppo rosee.
Quando
oggi viene, è particolarmente cupo. Non immaginavo che Riky
diventasse così in certi casi.
So
che è emotivo, ma credevo che fosse meno distruttivo e forse non ho
nemmeno visto il peggio.
Cammina
piano per non sforzare le cosce e si siede subito, poi sbuffa senza
nemmeno salutarmi o chiedermi come è andata.
Io
inarco le sopracciglia e lo fisso incredulo, quando se ne rende conto
si riscuote e me lo chiede:
-
Sì scusa, come è andata?! - Questa cosa non mi piace per niente,
quindi mettendo giù la bottiglia di acqua nel tavolino, mi siedo
accanto a lui, gli prendo le gambe delicatamente e gliele alzo per
sistemarle ad incrocio su di me.
Si
lascia fare e si distende con la schiena, la nuca sul cuscino.
Gli
carezzo leggero le ginocchia e le cosce e poi scendo giù fino ai
polpacci e al dorso dei piedi. Poco dopo gli ho tolto anche gli
infradito.
Quando
deve andare da casa a casa ha solo quelle anche se ormai la stagione
sta per passare.
Il
massaggio ai piedi ci riporta alla mente quelle porcate nella mia
villa in Portogallo, quando eravamo da soli.
Che
goduria.
Però
non divento maniaco, mi mantengo tranquillo.
-
Dai... perchè non parli liberamente? So che cerchi di trattenerti
perchè pensi di essere pesante ed inopportuno... però ne hai
bisogno e non importa. Voglio subire anche la tua pesantezza. - Dico
dolcemente. Non serve che ci diciamo altro, non ho bisogno di
osservarlo un minuto di più per sapere che ne ha bisogno, così si
mette un braccio sulla fronte e sugli occhi, se li copre e sospirando
scontento comincia a parlare flebile e amareggiato. Come una seduta
di psicoterapia.
-
Io credo... io credo che questa cosa avrà conseguenze peggiori di
quello che pensiamo. - Lo sapevo che l'avrebbe detto. Me l'aspettavo.
-
Perchè lo dici? Sai quanti hanno la pubalgia e poi guariscono senza
problemi? -
-
Sì però... mi è venuto proprio ora... adesso io dovrei giocare più
che posso per abituarmi alla squadra, già fatico... non sono quello
di prima e se mi fermo ora... -
-
Sì però lo sai che poi basterà allenarti di più e recupererai lo
stesso. Si tratta di ritardare il tuo favoloso ritorno, non è un
problema. Hai 27 anni, sei giovane, hai tutto il tempo per
riprenderti e tornare. È solo una pubalgia, Riky... certo, ti
costerà più che ad altri, però tornerai. Vedrai. - Riky sospira
drammatico, conosco questo sospiro, lo conosco benissimo.
-
Non lo so... - E conosco i suoi non lo so.
-
Perchè pensi di no? - Riky non toglie il braccio dalla faccia così
mentre gli massaggio le caviglie, con l'altra mano gli prendo il
gomito e tirando scivolo alla sua, la prendo e la intreccio sul suo
stomaco.
Finalmente
mi guardo, è serio e amareggiato ed ha una luce diversa, buia.
Davvero buia. È strano vederlo così. Non pensavo potesse arrivare a
questi livelli.
-
Credo che sia la conseguenza della mia scelta definitiva. -
Ovviamente non ci arrivo, perchè chi arriverebbe a pensare una cosa
del genere?
Nessuno!
-
Quale scelta? -
Riky
si morde il labbro ed alla fine lo dice.
-
Te. - Se mi dava un calcio allo stomaco era meno shockante.
Mi
toglie il fiato e lo fisso. Come può dire una cosa del genere?
Lo
fisso sconvolto che lo pensi davvero.
-
Stai scherzando, vero? - Scuote il capo, è totalmente inespressivo,
non è che si sente in colpa per la cazzata che ha detto. - Come puoi
dire seriamente una stronzata del genere? Io per... per cosa? Per la
tua salute? No spiegami bene perchè non ci arrivo. - Riky allora si
alza e ritira mani e gambe, si siede e mi guarda mantenendo una
distanza di sicurezza.
-
Non sei tu... è che tradisco Carol. Ho deciso che non ti lascerò,
però non riesco nemmeno a lasciare Carol per due motivi
principalmente: resterò sposato con lei anche se la lascio, è
questo il matrimonio davanti a Dio. Quindi non risolverei nulla se
non che almeno saprebbe la verità e non la ingannerei. E poi... se
glielo dico soffrirebbe, ne morirebbe e non voglio spezzarle il
cuore, non posso... non se lo merita. Non ha fatto niente di male,
sono stato io a sbagliare, a non capire che non sarei potuto essere
felice con una donna accanto... che... che non sono stato onesto con
me stesso. E ne soffrirebbe anche Luca. Non lo posso permettere. -
-
Per cui ti tolgono la salute? È solo una pubalgia, Riky! Che tu lo
voglia o no guarirai! -
-
Sì, ma a calcio non sarò più quello di prima! Già ora non lo
sono, adesso mi fermerò chissà per quanto e anche se tornerò non
sarò comunque quello del Milan. - è testardamente convinto di quel
che dice, mi sembra sia impazzito, lo fisso come con un alieno e
glielo chiedo perdendo la pazienza ed alzando la voce:
-
Ma come fai a dirlo! Non lo sai! Ti allenerai di più e tornerai tu!
Dai... stai dicendo che ti toglie il 30 % del tuo talento nel calcio
perchè stai tradendo Carol o, alla meglio, la farai soffrire
dicendoglielo? -
Annuisce
e siccome continuo a guardarlo come se fosse completamente svitato,
spiega.
-
Ascolta, so che può sembrare folle... e non dico che sia così, io
ho solo paura che sia una specie di... penitenza... perchè io ho
scelto questa strada. E non è che sia sbagliata. È sbagliato
ingannare e far soffrire qualcuno consapevolmente. Per cui in qualche
modo devo fare penitenza e la penitenza è una sofferenza, una
mancanza, un problema da affrontare... dipende, insomma. - Penso
ancora che sia schizzato, però gli sto dietro solo per capire a che
livello è la sua follia.
-
Perciò quando supererai tutto questo potrai stare sia con Carol e
ingannarla che con me e vivere la nostra storia senza sensi di colpa
e turbamenti perchè hai dato in cambio qualcosa e patito il
necessario per il tuo misfatto! - Riky non annuisce ma mi fissa con
quella sua inespressività che sa di convinzione. Oh Signore, come
gli faccio capire che è pazzesco?
Mi
strofino il viso e prendo molti respiri.
Sì.
Era molto peggio di quel che pensassi.
-
Cris, io non ti lascerò mai, sono pronto ad affrontare tutte le
conseguenze, però sappi che per me non sarà facile... per me il
calcio era la mia oasi, la mia gioia... se ora comincio ad averci
problemi non sarà facile vivere con me. Voglio solo che tu lo
sappia. Devi essere pronto... anche se nessuno potrebbe essere pronto
a me in quelle condizioni... - Questa frase teatrale mi mette la
pulce nell'orecchio e visto che ci sono gli chiedo anche questo.
-
Quali condizioni, che stai dicendo? -
Riky
ora cerca la mia mano e sospira calmandosi, prova a spiegarmi senza
farmi arrabbiare. Non è che io sia arrabbiato, penso solo che sia
pazzo.
-
Quando sto male e sono, diciamo, in fase depressiva... quando sto
moralmente a pezzi... sono tremendo, vado giù e con me affondano
tutti quelli che mi stanno intorno. Io divento così. Sono tanto
positivo quando sto bene, quanto negativo quando sto male. Non mi
sopporta nessuno. - A questo rido, sicuramente sta sdrammatizzando.
-
Quando mi hanno detto che sarei rimasto paraplegico, anni fa, per
quell'incidente in piscina... quando stavo per morire e mi sono
salvato per miracolo... ho passato un periodo terribile. Tu non hai
idea. Avevo 18 anni, ero nelle giovanili della mia squadra, giocavo a
calcio e mi si prospettava una carriera da professionista. Non
immaginavo certo quale. Però avevo grandi speranze. Ed
improvvisamente non solo nessuna carriera in quello che io adoravo,
il calcio. Ma non avrei potuto camminare. È stato tremendo. Io sono
stato cresciuto nella fede, ma in quei primi tempi ho avuto una crisi
allucinante. Non volevo vedere nessuno ed ero negativo, così
negativo che nessuno mi riconosceva. Nessuno si avvicinava, nessuno
riusciva a starmi vicino anche se vi provava. Quando mi hanno detto
che invece c'era una speranza, ma che dovevo seguire delle istruzioni
precise ed avere fede, sono tornato da Dio. È stato lì che la mia
fede si è rafforzata. Io so che devo tutto a Lui. Non solo mi ha
salvato la vita e mi ha permesso di camminare, ma mi ha dato un tale
talento a calcio. Lo vedi quanto corro veloce? Lui mi ha dato
qualcosa di prezioso... -
-
E pensi che te lo possa togliere se non ti reputa alla Sua altezza? -
Non ci voglio nemmeno pensare, ma se è lui a pensarci che ci posso
fare?
Riky
abbassa la testa e sospira stringendosi nelle spalle un po' perso.
-
Non so cosa pensare, devo avere fede e basta. Questo è tutto quello
che so. E accettare quel che mi manda. -
-
Il Suo disegno ti ha portato da me. Ti ha fatto nascere così. Hai
sbagliato con Carol però... però non ti punirà, è stato Lui a
farti così, capisci? - Alla fine mi addolcisco mentre gli metto una
mano sulla guancia e l'attiro a me, appoggio la fronte sulla sua e
cerco i suoi occhi, finalmente me li regala. È ancora molto confuso.
-
Togliti dalla testa che sia una punizione o... o qualunque altra cosa
tu credi che sia. Sono solo delle prove per renderti più forte,
niente altro. Non vuole toglierti nulla e nemmeno compensare ciò che
sbagli... hai una prova da superare e la supererai come quella volta
della paraplegia. -
Non
sapevo comunque nei dettagli quello che aveva passato e nemmeno che
fosse stato così recente. Quasi dieci anni fa, alla fine. Io non
immaginavo.
Non
so come la prenderei io se mi dicessero che non posso più camminare.
Diventerei
matto.
Riky
mette a sua volta una mano sulla mia guancia, non capisco in quale
senso lo faccia. Se si sia convinto o se la pensa ancora così ma
accetta che non ci credo.
Forse
è la seconda, conoscendolo. È troppo testardo.
-
Io so solo che non sono una persona corretta e pulita ed anche se ho
delle valide motivazioni per fare ciò che faccio... le azioni
sbagliate restano. Non so se la mia sia solo paura immotivata o
cosa... però mi fa pensare. È successo proprio ora che ho preso la
mia decisione definitiva. Davvero non significa nulla? - Resto in
silenzio, sapevo che non lo convincevo. Chiudo gli occhi e cerco
qualcosa, ma alla fine non ci sono parole.
-
I fatti ti convinceranno che ti sbagli. Nessuno ti toglierà niente.
È solo un ostacolo da superare per essere più forte di prima. -
A
questo punto appoggia le labbra sulle mie e su di esse mormora molto
piano, quasi inudibile.
-
Spero tu abbia ragione, in ogni caso stammi sempre vicino. - Apro di
nuovo gli occhi e prima di baciarlo gli rispondo prendendogli il viso
con entrambe le mani, gli trasmetto forza e sicurezza.
-
Lo sai che lo farò in ogni caso. Anche se Dio dovesse toglierti
davvero il 30... e che ti tolga pure il 50 o il 70! Io starò sempre
con te in ogni caso e ti sosterrò e sarò la tua felicità nei
momenti bui. - Però so che non sarà come dice. Dio non toglie. Non
è lui che manda le malattie a seconda della simpatia. Perchè c'è
gente che soffre e non lo merita e non è lui che la manda, quella
sofferenza. È che siamo uomini liberi e la vita ci presenta le prove
da superare, qualcuno le ha più difficili. È così e basta. Non c'è
un motivo, è la natura. Dio ci dà la forza per superare le prove,
ma dobbiamo crederci o quanto meno credere in noi stessi. .
È
questo che penso.
Passeremo
molte ore così a parlare di queste cose. All'infinito.
Con
lui e la sua testa appoggiata sulle mie gambe, io che l'accarezzo,
lui che si sfoga e spiega la sua visione negativa delle cose, le sue
paure, la sua convinzione che nulla sarà come prima, che avrà
problemi a calcio da ora in poi... ed io a ripetergli che non c'entra
nulla, che non è né Dio né la compensazione della natura, è solo
che a tutti capitano le dure prove, prima o poi. Chi prima chi dopo.
Io
le ho avute da ragazzino, la mia infanzia non è stata facile fra mio
padre e mio fratello... e tutti i problemi economici che avevamo...
noi eravamo poveri, avevamo una famiglia numerosa, mio fratello si
drogava e mio padre beveva... non è che sia stato tutto rose e
fiori!
Lui
è stato felice fino ad ora, non ha avuto grossi problemi ed ora
semplicemente ne deve affrontare qualcuno di serio per la prima
volta. Queste cose fanno crescere, per questo servono.
Alla
fine parliamo moltissimo e passiamo i giorni a ripetere le stesse
cose.
Non
so da dove mi esca tutta questa pazienza. Però quando lo vedo stare
meglio, alla fine delle nostre sessioni, mi sento meglio anche io.
Gli
fa bene tornare a fare ginnastica correttiva e riabilitazione, lo
distrae il lavoro pratico che deve fare e siccome non ha solo il
riposo assoluto da osservare, piano piano in generale va meglio.
Anche
se tende sempre alla depressione.
Sarà
sempre così?
Se
sta con me avrà comunque qualche ombra per via del calcio o di Dio o
di Carol? E se invece mi pianta starà comunque male per me?
Sarà
sempre così?
Niente
pace?
Non
è per me, io posso soffrire o no, non importa... a me dispiace che
lui ne abbia sempre una. È come incapace di non preoccuparsi per
qualcosa.
Spero
di riuscire ad aiutarlo un po'.
Sembra
una delle serate buone, così decido di approfittarne.
Torniamo
insieme perchè finiamo nello stesso momento, così come al solito
passa da me.
Oggi
la sua luna è bella dritta.
Parlare
di lui dicendo così sembra una barzelletta... come, lui non è
sempre di buon umore?
Auguro
a tutti di avere un ragazzo emotivo, complessato e paranoico!
Lo
adoro e lo amo, ma cercare di capire di che umore è dal modo in cui
chiude la porta di casa, non ha prezzo.
Specie
perchè non ho mai avuto di queste attenzioni in vita mia.
Oggi
la chiude piano, quindi significa che è felice e non passerà il
tempo a dire che sta male e che forse non tornerà più come prima.
Ho
avuto molta pazienza, specie per il lato sessuale. Avevamo detto di
fare lo stesso qualcosa, ma alla fine sono stati venti giorni e
qualcosa di più di piatta nera.
Ora
che si sta allenando di nuovo, anche se per conto suo, è come avere
il via libera. Certo non può esagerare, però ora mi sono stufato di
aspettare.
Se
chiude la porta gentilmente significa che sta bene.
-
Com'è andata oggi? - Chiedo riferendomi alla sua ginnastica.
Lui
sorridendo mi fa il resoconto, il succo è che non ha avuto molto
male e che va decisamente meglio.
-
Lo vedi che ti sei preoccupato per niente? -
Riky
fa l'aria infantile di scuse.
-
Meglio preoccuparsi per niente che per qualcosa! -
Ha
sempre la risposta pronta. Assottiglio gli occhi, ma è vero. Se
aveva ragione nella sua follia, chi lo teneva più?
Vado
in frigo a prendere qualcosa da bere e gli do un bicchiere di thé
che prende sedendosi al tavolo, io lo guardo stupito in attesa che si
sposti in posti più comodi.
-
Che c'è? - Chiede senza capire, anche lui in attesa che io sia
chiaro.
-
Stiamo in cucina? - E' anche la zona della casa che uso di meno!
Riky
alza le spalle senza arrivarci.
-
Vuoi andare sul divano? - Io gli lancio un altro sguardo
interrogativo, perchè queste domande sceme?
Ho
aspettato tanto che stesse bene ed ora che è così è chiaro che si
scopa!
Davvero
non ne sente il bisogno e la voglia?
Dovrebbe
essere lui!
-
Ah, per me possiamo anche farlo qua... - Dico mettendo in chiaro, ma
con malizia, a cosa penso. Ammicco e lui arrossisce come i primi
tempi che ci provavo con lui. Amo quando fa così. A volte penso che
non si abituerà mai!
In
risposta beve come una spugna tutto il bicchiere ed io, ridendo, mi
avvicino a lui. Resta seduto e mi guarda dal basso, appoggio le gambe
alle sue che gli apro e mi infilo in mezzo.
Ho
quest'aria altera e provocante, sorseggio il thé e continua a
fissarmi in attesa, nonché parecchio interrogativo!
-Tu...
vuoi farlo così a freddo? - Questa domanda che mi pone esitante mi
fa morire dal ridere, infatti butto la testa all'indietro e rido
sguaiato.
-
Se vuoi ci scaldiamo un po' con una corsa sul posto ed un po' di
stretching! -
Riky
apre la bocca e la richiude stizzito che lo stia prendendo in giro,
così punto sul vivo torna alla carica, ma senza alzarsi o spingermi
via, sventola il dito. Quando è seccato fa così.
-
Tu scherzi, ma per me sarebbe meglio! -
-
Correre? - Chiedo sempre schernendolo.
-
No, fare stretching! E se mi faccio uno strappo? -
-
Riky, non ti è venuta la pubalgia scopando troppo con me... anche
perchè venivamo da un periodo di astinenza! - Lo rimarco così si
ricorda da quanto mi tortura. Lui torna ad arrossire, ma continua a
sventolare il dito come un maestrino. Io glielo fisso... vedi dove te
lo metto questo dito se non la pianti.
-
No però contribuisce! Se sono in un periodo di stress muscolare,
farlo tanto non giova molto! - Adesso lo uccido. - Cosa pensi, che il
medico non mi abbia raccomandato di stare attento col sesso? Io
voglio guarire bene il prima possibile, adesso che ho questo
entusiasmo tu... - Visto che parte con la predica che non ho proprio
per niente intenzione di ascoltare, gli prendo questo dito malefico,
metto giù il bicchiere e me lo infilo nei pantaloni e nei boxer. La
mano si apre automaticamente appena va a contatto con il mio cazzo e
finalmente si zittisce diventando rosso, rigido e adorabile.
Rido
malefico mentre mi godo la sua espressione.
-
Stavi dicendo? - Chiedo malizioso mentre gli muovo la mano e gli
faccio prendere bene il mio cazzo, comincio a masturbarmi con lui.
Riky
non sa cosa fare, se ritirare la mano o smettere di parlare, la sua
bocca rimane semi aperta e la sua faccia è ancora ebete.
-
Beh? Non sei convinto di scopare con me? Tranquillo, faccio da
solo... non devi nemmeno sforzarti! - A questo punto, come un
maledetto stronzo quale sono se voglio, mi lecco l'altra mano per
bene e poi la infilo sotto i vestiti a raggiungere le altre due. Mi
lubrifico da solo come se dovessi entrargli dentro, in realtà va
bene anche se devi fare un semplice lavoro di mano.
Sente
che il mio cazzo cresce e la sensazione della sua fottutissima mano
sul mio cazzo è splendida. Mi mancava.
Tutte
quelle noiose depressioni mi avevano ammazzato la libido.
Finalmente
mi dà retta e smette di parlare di stupidaggini e abbassa meglio i
vestiti liberando la vista del mio inguine.
Continuo
a masturbarmi usando Riky e finalmente lo sento partecipare. Però
non lo faccio smettere né continuare da solo per vedere se ci mette
la bocca. Me lo fissa come fosse una cosa irresistibile. Dopotutto
gli mancava anche a lui, solo che aveva paura di sforzarsi troppo.
Visto
che si eccita guardandomi e che io sospiro indicandogli quanto
piacevole sia, infila la mano dentro ai suoi pantaloni e fa la stessa
cosa da solo. Molto bene.
-
Attento a non sforzarti, sai... potresti avere una ricaduta... - Dico
ansimando. Sono davvero cattivo quando voglio. Lui assottiglia gli
occhi e si morde le labbra per poi preferire gemere a sua volta.
Abbandona la testa all'indietro mentre si eccita da solo. Vorrei che
si scoprisse, ma anche così mi piace. Vedere cosa fa se lo lascio
fare.
Allora
gli mollo la mano e vedo. Lui continua con entrambe: una su di sé e
l'altra su di me, metto le mie ai fianchi e spingo il bacino nei
movimenti sempre più veloci.
Dannazione,
se mi era mancato.
È
come un incantesimo. È il suo tocco. È lui che mi fa qualcosa.
Riesco
a non desiderare nessun altro, nemmeno quello più bello di questo
mondo.
I
miei gemiti aumentano e chiudo gli occhi, quando lo faccio sento la
sua lingua sulla punta della mia erezione ed è il colpo di grazia,
perchè cerco la sua nuca, affondo le dita fra i capelli, glieli
spettino e poi l'attiro meglio a me in modo che lo prenda tutto in
bocca e che si sbrighi.
Questo
gesto prepotente e virile lo accende ulteriormente, va più veloce ed
intensamente, sospira per ciò che si provoca da solo e spingo più
forte, più veloce.
Fino
a chiamarlo e a dirgli di continuare a succhiare, di farlo ancora,
ancora...
Mi
accontento di questo orgasmo che mi scioglie ogni nervo teso e mi fa
dimenticare delle lunghe giornate con le sue paranoie.
Forse
è vero che deve risparmiarsi, però almeno questo me lo poteva
concedere...
Gli
sono venuto in bocca, ma non è ancora per l'ingoio, così si alza
veloce e va al lavandino a sputare e si lava la mano perchè si è
venuto addosso.
Quando
è pulito si gira ed io ridacchio malizioso a queste sue reazioni
ancora da perfettino.
Arriverà
il giorno in cui ingoierai tutto e ti spalmerai di questa schifezza
perchè sarai così eccitato da non avere idea di che cosa fai.
Intanto
ti schiaccio contro il frigo e ti bacio e mi prendo la tua bocca, il
mio sapore e poco dopo il tuo corpo.
Solo
carezze e piccoli segni che ti lascio, che ti fanno sapere che sei
solo mio e ricordarti che non puoi davvero fare a meno di questo.
Ricordatelo.
Tu ormai mi appartieni.”
____________________
E'
vero che...
Come
dicevo, gli evangelisti hanno questa idea che se hai problemi di
salute significa che non sei un bravo cristiano e che è un sistema
per scontare i tuoi peccati.
La
storia di Riky e dell'incidente che lo lascia paraplegico a 18 anni,
è vera. Ha rischiato grosso e lui era appena entrato nel
professionismo che il San Paolo. Gli han detto che è guarito per
miracolo e questo lo ha avvicinato molto a Dio.
E'
pure vero, o meglio si capisce dalle interviste, che Riky in quel
periodo della pubalgia passava i pomeriggi a lamentarsi e
piagnucolare con gli amici, fra cui Cris era quello più gettonato.
Infatti il significato delle loro esultanze di quel primo anno,
significa questo.