CAPITOLO
LXXV:
SCOPRENDO
NUOVI AMICI
“Ogni
tanto il mio piccolo ci ricade e finisce che piange convinto che sia
finita.
Per
lui è molto dura, è vero che è rimasto indietro e che non ci
voleva la pubalgia in quel periodo, è anche vero che è rognosa e
non si guarisce facilmente.
Ha
avuto un piccolo alto fra i bassi ed ora è tornato ad avere dolori e
a stare ancora fermo.
È
rimasto a piangere convinto che fosse finita, che se non torna subito
a giocare a pieno ritmo non tornerà più come prima.
Finchè
si è addormentato.
Io
non so bene cosa fare per lui, più che consolarlo, ascoltarlo e
tenerlo con me. Non lo convinco del contrario, è testardo e si è
fissato che va così e basta.
E
poi è negativo!
Non
credevo che uno così ottimista potesse diventare tanto negativo.
Ho
idea che il suo vero lato distruttivo io non l'ho ancora visto...
Sto
con lui e lo ascolto, asciugo le sue lacrime quando arriva al livello
di dire che ormai è finito.
Il
peggio è stato oggi, quando ha detto che il Milan l'ha scaricato
sapendo che il suo fisico stava cedendo, perchè una società di
calcio riesce a capire quando il corpo di un giocatore è al suo
collasso e sa se è il caso di spenderci soldi o venderlo. Hanno
avuto l'occasione della vita e l'hanno sfruttata perchè sapevano che
lui stava male.
Riky
è stato male quasi subito, ha fatto poco ma la pubalgia non esce da
un momento all'altro, non è una cosa dall'oggi al domani, lavora
lentamente e per un occhio clinico può rendersi conto subito che sta
per arrivare.
Io
penso che lui esageri, è vero però che si tratta di troppi mesi fa.
Se
mi diceva di un problema al ginocchio da operare allora dicevo ok, lo
sapevano. Però così si tratta di pubalgia. Lui la covava, ma è
veramente uscita con l'inizio del campionato, non prima.
Però
è difficile convincerlo. Era già deluso dalla società rossonera,
ora se si convince di questa cosa siamo a posto.
Però
non posso che dirgli che anche se è così è qua con noi e ci
prenderemo cura di lui, Perez lo adora, ha fatto follie per lui.
Per
Riky è difficile staccarsi e cambiare vita e lo sta facendo sotto
tutti i punti di vista, da cima a fondo. Uno come lui dovrebbe vivere
la stessa vita dalla nascita, gli serve quel tipo di stabilità. Non
vive per la gloria e la fama, non gli importa della carriera. Vive
per la gioia di vivere e la gioia la senti quando se felice,
realizzato, amato. Soprattutto amato.
Adesso
rendersi conto di dover ricominciare con le amicizie, di avere un
altro vero amore che sono io... si sta rivoluzionando, sta accettando
un rapporto diverso con sua moglie e sta cercando di giostrarsi in
casa senza ferire troppo coloro che non meritano di essere pugnalati.
Sta
cercando dei compromessi per questo suo aspetto della vita ed a
lavoro si ritrova, dopo pochissimo dall'aver cambiato squadra e stato
e quindi tipo di gioco, a fermarsi e restare indietro rispetto al
proprio stesso livello.
Non
si riconosce più. Prima la sua certezza era il calcio, ora che
fatica e non riesce a fare più le cose di prima, non sa più a cosa
aggrapparsi, non sa quale sia questo punto fermo, non lo trova...
deve rifarsene di nuovi.
Io
cerco di aiutarlo quando gli danno il via libera per giocare, cerco
di aiutarlo al lato pratico in campo, ma alcuni non si fidano perchè
lo vedono sottotono e che spreca tante palle. Spesso sono davvero il
solo a passargli la palla. La cosa mi manda in bestia perchè io so
che tipo è. È un grande campione e si merita la fiducia a
prescindere da tutto, e loro lo sanno!
Questo
non guardare in faccia nessuno mi infastidisce e spesso si creano
momenti di tensione fra me e loro, Riky li percepisce e se ne
mortifica.
Un
giorno, dopo una partita, nasce una specie di discussione.
Accuso
Karim di non giocare mai in combinazione con lui, lui dice senza peli
sulla lingua che è Riky a dovergli passare la palla. Poi aggiunge
palle che siano buone.
Sto
per demolirlo. Non sono un tipo rissoso se non mi toccano certi tasti
ed ormai Riky è uno di quelli.
Iker
si intromette subito vedendomi preso male. Riky non è presente.
-
Ragazzi, calmiamoci! -
-
Un cazzo! - Esclamo fissando torvo Karim.
-
Karim non ha torto, Riky non è in forma, passargli la palla ora è
un rischio! Sappiamo che ha bisogno di giocare, non diciamo niente,
però finchè non è al suo livello... - qualcun altro si intromette
concordando con lui, altri in effetti fanno assensi ed io ho ancora
tutti i muscoli tesi, sto per scoppiare, il sangue mi va proprio al
cervello!
-
Riky si merita la nostra fiducia a prescindere dal suo attuale
livello! Quando è in forma è il giocatore che aiuta tutti e fa
comodo, prima di segnare pensa a far segnare, fra il passare ed il
fare goal, lui passa! Però è umano e capita che sia lui ad avere
bisogno dei suoi compagni! È facile fare affidamento su di lui
quando sta bene! Proviamo a ricambiare il favore! - Iker, Dio
provveda sempre a mantenerlo intelligente com'è, prende la parola
mettendosi proprio davanti a me, poi siccome cala il silenzio, Raul
si intromette. Il capitano ed il vice.
-
Iker ha ragione. Non voglio sentire questi discorsi! Siamo una
squadra, non gente che sfrutta chi è in forma e mette da parte chi
non lo è! Se vogliamo essere chiari, siamo sfortunati ad avere un
grande come Riky in un brutto periodo, ma sapete cos'è quando sta
bene, sapete cosa sarà quando tornerà in forma. È nel vostro
interesse aiutarlo e se non gli date questa palla, di sicuro non può
uscire dal tunnel! Da solo non ci può riuscire! -
Raul
ed il suo profilo risoluto fanno fronte a tutti, lui ed Iker
continuano dicendo cose giuste e sacrosante a favore di Riky e poi il
capitano che mi è piaciuto dal primo istante, conclude secco:
-
Se succede di nuovo una cosa del genere farò nomi e cognomi al
mister di quelli che non hanno voglia di fare squadra! -
Il
mister non è uno che incute timore, ma come ogni allenatore ha il
potere di punire e mettere in panchina chi non si comporta bene.
Quando
è scoppiato il casino, Raul era ancora fuori, è entrato quando Iker
era già intervenuto ed ha detto quelle cose giustissime, in base
alle quello Raul ha detto la sua.
Sono
due persone in gamba, spero di diventare come loro, quando sarò
capitano.
Sono
capitano del Portogallo, ma non ho mai pensato d'avere le qualità
per esserlo, è solo che sono il più bravo. Penso però che con
degli esempi così posso migliorarmi.
Ringrazio
entrambi, Raul mi dice di stare vicino a Riky e sostenerlo e poi va
sotto la doccia.
Rimango
con Iker a cui sorrido grato.
-
Se non fossi intervenuto avrei cominciato a scaldarmi e non va mai
bene quando lo faccio. -
Iker
sorride sornione.
-
Ho capito che tipo sei! - Iker ha avuto più contatti con Riky, per
cui era normale lo difendesse, ma mi è piaciuto che mi abbia
spalleggiato.
-
Ti va una cosa insieme? - Chiedo per ringraziarlo e poi penso che a
Riky farebbe bene qualcosa tutti insieme.
Iker
ci pensa un po' su e poi decide di accettare, lo invito da me prima
di tornare a casa e così ci concordiamo.
Iker
arriva insieme a noi, quindi faccio strada, Riky non è degli umori
migliori, ma credo gli farà bene un parere diverso dal mio. Ora
accetta solo me, ne parla solo con me, ma non gli fa bene.
Deve
guardare anche gli altri pareri.
La
cena è leggera e Riky cucina qualcosa aiutato da Iker, la cosa mi
piace perchè sarebbe casa mia e non ho nemmeno idea di che cosa ci
sia da mangiare, però sembrano cavarsela e ci sediamo a tavola dopo
che ho acceso il caminetto col comando automatico, molto comodo. Non
so quanto sia utile il caminetto in una casa completamente
elettronica, ma mi piace l'atmosfera.
I
cani si accoccolano davanti e mentre mangiamo noi parliamo di
tutt'altri argomenti che non riguardano il calcio.
-
Sai a casa di chi assomiglia la tua? - Mi dice Iker dopo essersi
guardato intorno con occhi attenti.
Iker
è una persona semplice che non ho mai approfondito molto.
Mi
faccio curioso.
-
Chi? - se lo dice significa che lo conosco.
-
David! - Riky tossisce e non so perchè.
-
David chi? - Non riesco a fare mente locale ed alla fine Iker con un
sorriso molto strano, mezzo timido e mezzo orgoglioso, me lo svela:
-
Beckham... - Ci penso un po'.
-
Eravate compagni di squadra... - Non so perchè Riky tossisce e Iker
ha questa faccia strana, capisco subito cosa c'è dietro.
-
In che senso te la ricorda? - Capisco dire 'tu mi ricordi lui' ma 'la
tua casa mi ricorda la sua' è atipico.
Iker
allora fra un boccone e l'altro ci pensa e mi spiega e mano a mano
che parla si rilassa meglio:
-
David è un tipo extra lusso. Però è tutta apparenza. Lui ci tiene
a dare di sé una certa immagine e lo fa tramite il suo aspetto, ma
soprattutto con le cose che ha. Non so perchè vuole dare questa idea
di sé, in realtà è tutt'altro che quello... ha le sue fisse... -
Sta prendendosi a parlare di David quando capisco immediatamente il
motivo.
-
Stavate insieme! - Lo dico con certezza e lui si soffoca, devo
battergli la schiena e poi ridendo lo riprendo:
-
Insomma, non puoi parlare di lui e non prevedere che io lo capisca! -
Iker
è di mille colori e beve a lungo, poi annuisce ammettendolo.
-
Mi è uscito spontaneo... tu me lo ricordi. Tatuaggi a parte. Siete
entrambi fissati con l'aspetto, lui si faceva un taglio diverso al
mese, quasi, ed era un perfetto parrucchiere. Teneva moltissimo al
suo look. -
-
Anche io, ma cosa c'entra, solo per questo somiglio a lui? - Voglio
solo capire meglio e lui finisce di mangiare mentre si accomoda
meglio sulla sedia e con le mani sulla pancia continua più a suo
agio:
-
No. È che per entrambi bisogna andare oltre la superficie per
trovare il vero 'voi'. - Questo lascia un silenzio strano,
confidenziale. Per me è un gran complimento, perchè significa che
ha visto che oltre il mio aspetto da 'extra lusso', come lo definisce
lui, c'è dell'altro.
-
Cris ha avuto un'infanzia difficile, per questo ora ci tiene a fare
un certo tipo di vita. È una reazione alla povertà ed ai problemi
avuti. - Spiega Riky. Mi stupisce che si unisca a noi per il
discorso. Siccome ha finito anche lui, ci spostiamo sul divano
davanti al caminetto ed il cane piccolo si sistema su di me mentre il
grande va da Riky, si mette fra lui ed Iker. Ormai riconosce Riky
come la mamma.
Fra
una carezza e l'altra, con l'atmosfera confidenziale del caminetto
che crea delle luci arancioni suggestive, continuiamo questi discorsi
molto intimi.
Non
mi piace parlare del mio passato, però con Riky l'ho fatto e penso
che potrei farlo anche con Iker. Riky si fida di lui.
-
Eravamo poveri e purtroppo mio padre era un alcolista. Si è ammalato
al fegato ed alla fine è morto per quello. Non è mai riuscito a
liberarsi dalla bottiglia e per me... per me lui era il mio mito.
Però quando ho capito quanto fragile fosse mi è mancata la terra
sotto i piedi. Non capivo se potesse essere il mio punto di
riferimento o no. Mi sono sentito perso. Vedevo mia madre piena di
problemi, era l'unica a lavorare, faceva pulizie quindi immagina,
avevamo una famiglia numerosa e mio padre beveva! Le mie sorelle non
hanno mai creato problemi ma erano un po' per conto loro, è normale.
Io mi rifugiavo nel calcio. Facevo quello dalla mattina alla sera. Mi
ha salvato dal frequentare brutte compagnie. Eravamo in un quartiere
che ti raccomando. Così il calcio era il mio rifugio da tutti i
problemi in famiglia. Mio fratello si drogava. Quindi mia madre oltre
a disintossicare mio padre, doveva disintossicare anche lui. Quindi
capisci da solo che alla fine ero parecchio lasciato a me stesso, ma
ci tenevo a non creare problemi. Le uniche soddisfazioni le avevo nel
calcio. Appena ho cominciato a guadagnare con questo, ho pagato le
cure a mio fratello e mio padre ed ho aiutato la mia famiglia a
riprendersi, però purtroppo per mio padre non c'era niente da fare.
È morto qualche anno fa. Non sono cose di cui parlo facilmente. Le
ho dette a Riky e basta. - Abbasso lo sguardo e Iker non dice niente
perchè sa che c'è dell'altro, credo lo percepisca dalla mia
esitazione, tormento le orecchie della pulce e Riky appoggia la testa
alla mia spalla dandomi sollievo.
Sta
tanto male però per me c'è sempre.
-
Quando ho capito che ero gay ero nel pieno dei problemi familiari,
non ne ho mai parlato con loro per non creare problemi. È questo che
ero convinto di essere. L'ennesimo problema per mia madre. - Lo dico
piano vergognandomene. Non sono un problema. Essere gay non è un
problema. Però sono cresciuto convinto di esserlo.
-
Cercavi di reprimerti? -
-
All'inizio sì, ma alla fine non ho potuto che arrendermi, però
sempre con la convinzione di essere sbagliato. -
-
Cosa ti ha fatto capire che invece non era così? - Lo guardo senza
capire come faccia a saperlo, così aggiunge: - Adesso ti accetti, si
vede. Ti vivi senza problemi. Non neghi e non confermi. Fai quello
che ti va. -
Sorrido,
ha notato molto bene le cose che mi riguardano.
-
Sì, ora mi accetto. Non so cosa è stato. Credo il passaggio al
Manchester United. Là c'erano moltissimi come me, Wayne e Ferguson
mi hanno preso sotto la loro ala e Ferguson mi ha fatto da padre,
Wayne da fratello e mi ha aiutato a capire che sono normale. - Iker
annuisce e fa un sorriso molto dolce.
-
Wayne e Ferguson sono in gamba. - Il modo in cui mi illumino gli
risponde. - David non è proprio uguale a te se non per il fatto che
non diresti mai che tipo è in realtà. Si sforza tanto di apparire
in un certo modo perchè pensa che così sia meglio, non l'ho mai
capito. Credo che difenda in questo modo le cose a cui tiene davvero.
I figli. Me. Non sono uno presuntuoso ma credo di essere stato il
primo che abbia amato. Ed anche l'unico. -
-
State ancora insieme? - Chiedo per l'ovvio problema della distanza.
-
E' riuscito a venire in prestito al Milan per questi due annetti. Ha
tanto fatto finchè non ci è riuscito. Quando è a Los Angeles è
difficile e spesso sembra che debba finire, però poi viene sempre.
Trova un sistema e mette le cose a posto. Non riesce a lasciarmi
andare. - Mi intenerisco nel sentirlo parlare di loro, vorrei saperne
di più e sento che anche Riky è molto più rilassato contro di me,
non ha più pensieri burrascosi per la testa.
-
Non sapevo di voi... -
Dico
infatti.
-
Sì, io ero un ragazzino ingenuo e molto semplice, lui una persona
complicatissima e furba. Ha deciso che avrei allietato i suoi giorni
a Madrid e da quella volta mi ha aperto un mondo. La mia semplicità
lo ha aiutato ad aprirsi e lasciarsi andare, la sua mania del
controllo mi ha aiutato ad essere meno incosciente e mi ha fatto
maturare. Ci siamo aiutati a vicenda. -
-
Vi amate molto... - Non serve che mi spieghi i dettagli ed annuisce.
-
C'è stato un periodo molto duro, quando eravamo lì. Il suo ultimo
anno. Problemi seri con l'allenatore per lui. Questo ci ha fatto
allontanare per dei mesi. Poi abbiamo risolto. Il punto è che lui
aveva questo grandissimo ed apparentemente insormontabile problema
con il mister... era convinto non si potesse risolvere e a Gennaio
firmò un contratto per i Galaxy che partiva da Giugno. Così io
esasperato ho parlato al mister. Non l'avevo fatto prima perchè
pensavo che potessero risolverla... ma quando ho visto David reagire
in modo così estremo ed esagerato mi sono intromesso. Non so se sono
stato io o cosa, però alla fine ha cambiato idea e l'ha riutilizzato
fino alla fine e la società si è pentita di avergli concesso la
partenza. Voleva convincerlo a restare, ma ormai era vincolato. - Mi
colpisce questo racconto. Iker ha molta esperienza eppure sembra un
bambino in qualche modo.
Sta
un po' in silenzio poi sposta lo sguardo da me a Riky il cui viso è
perso verso il fuoco.
-
Il punto è che si poteva risolvere anche se a lui sembrava di no. E
si è risolta, solo che era tardi. Ma quella soluzione c'era. Non era
finita. Il rapporto che lui credeva compromesso irrimediabilmente...
si poteva fare qualcosa e credimi che all'epoca non l'avresti mai
detto. - Riky sposta gli occhi su di lui, non lo vedo, ma sento che
muove la testa e capisco che si stanno guardando e mi faccio zitto e
attento. Ho capito perchè ha voluto parlare di lui. Ci pensava
dall'inizio.
-
Non fare il suo errore, Riky. Non pensare che ai problemi non ci
siano soluzioni, non agire precipitosamente. Mai. Fermati sempre e
fidati, che la soluzione c'è sempre. La risolverai. Ci devi credere
e fidarti anche degli altri. - Sembra assurdo dirlo, Riky che non si
fida degli altri? Ebbene ha ottimi rapporti con tutti però si apre
completamente e si affida al cento percento con difficoltà e con
poche persone, per davvero. Per il resto è semplicemente dolce e
amichevole.
Riky
capisce e annuisce, lo ringrazia e dice che non lo dimenticherà.
Poi
io e lui parliamo per un'altra oretta al termine del quale mi dice
che Riky dorme, allora ci alziamo lentamente, Riky si accascia sul
labrador che gli fa da cuscino e Iker mi aiuta a sparecchiare il
tavolo.
-
Grazie, sapevo che sarebbe stata una buona idea. Non si addormentava
così bene da un sacco di tempo! -
Lui
sorride e si stringe nelle spalle.
-
Voglio istintivamente bene a quel ragazzo. Mi rivedo in lui, come in
te rivedo un po' di David, per cui è normale che sia sempre pronto
per lui. -
Ora
so che potrò sempre contare su di lui.
Mi
scuso un attimo perchè scrivo a Carol dicendo che Riky non ha
passato una buona serata e che è di nuovo addormentato nel mio
divano dopo l'ennesimo sfogo. Lei si sta abituando a questa cosa, è
un rito in questo periodo. Non ho idea se sospetti qualcosa, non so
nemmeno se potrebbe arrivare a sospettarlo, in effetti.
Quando
torno da Iker lo trovo al telefono ed è molto preoccupato, è
proprio impallidito e capisco che ha ricevuto una brutta notizia.
Rimango attento, il suo bel viso tipicamente spagnolo sembra debba
trasformarsi da un momento all'altro. Sospira e continua a parlare
con calma, molto piano.
-
Dai. Non dire così. Non è vero e lo sai. Dipende da tante cose e la
volontà prima di tutto. Sì, sì, vengo subito... domani abbiamo il
giorno libero perchè abbiamo giocato di sera. Parto subito e sono da
te. Non preoccuparti, per te farei anche di peggio! - Con questo
mette giù e mi ci vuole poco per capire che si tratta di lui...
-
David? - Chiedo in pensiero. Iker sospira e annuisce strofinandosi le
mani fra i capelli mossi e corti.
-
Sì... -
-
Problemi? -
-
Sembra... sembra si sia rotto il tendine d'achille... dopo la partita
e le molte analisi è questo il responso! È nel panico! Guarda che
lui non va mai nel panico, solo una volta è successo. Quando doveva
dirmi che mi amava! Insomma... sta proprio male! È convinto che la
carriera sia finita, romperselo adesso significa appendere le scarpe
al chiodo, lui ne è sicuro ma non è così... devo andare da lui! -
Raccoglie le proprie cose, è agitato però riesce ad essere lucido.
Se
succedesse così a Riky, se si rompesse ora nel momento peggiore il
tendine penso che non saprei tirarlo più su. Per una cosa del genere
come la pubalgia è una tragedia...
-
Ti accompagno in aeroporto? - Scuote la testa.
-
No è meglio che vado in macchina così quando torno posso venire di
corsa agli allenamenti! -
-
Fortuna che è a due ore di aereo... - Annuisce e sta per
dimenticarsi il telefono che gli do, così lo abbraccio e gli do il
mio sostegno capendo quanto deve essere duro il momento che lo
aspetta.
Avere
la persona che ami infortunata ed in generale in un momento di tale
crisi... beh, so cosa significa, anche se lui ce l'ha più grave.
Quando
rimango solo rifletto su David ed Iker e su tutto quello che mi ha
detto stasera di loro. È stato bello conoscerli meglio ed
immaginarli, sono una bella coppia.
Spero
che superino tutto, ne sono sicuro.
Sapere
che loro ce l'hanno fatta e continuano a farcela, è un sollievo in
qualche modo anche per me.
Dopo
di questo mi rimetto nel divano, tiro su Riky e mando via il cane
mettendomi al suo posto. Riky si abbarbica su di me e mi stendo nel
mio spazioso e comodissimo divano, così come succede spesso ci
lasciamo cullare dal sonno.
Riky
ce la farà, ne sono certo. Forse gli capiteranno altre cose, avrà
altre prove e altre ne avrò io, però ce la farà. Sono sicurissimo.
E
ce la faremo insieme.
Un
po' sono lanciato da quello che mi ha detto Iker, un po' lo so e
basta.
È
un po' per questo che quando, la partita dopo, Riky torna a segnare
io lo prendo in giro sulle lacrime e faccio proprio il gesto del
piangere prima di abbracciarlo e stringerlo fortissimo.
La
sua gioia è il miglior premio, non quel goal e non ciò che
significa. Non so se sia finita o cosa, però questa gioia che mi
vede protagonista, è il miglior premio.
Le
ore passate a piangere con me dicendo che era finito si riassumono in
questo goal. Tornerà. L'avrà dura, ma tornerà.
Non
ne ho proprio dubbi!
Dopo
un po' però diventa una specie di tranello, aiutarlo tanto in campo
e passargli la palla finchè non segna. Perchè se segna grazie a me
poi lui mi salta addosso e mi premia con degli abbracci e dei gesti
che tolgono il fiato, che dicono quanto mi ama.
Per
lui che ha sempre paura di essere scoperto, che si lasci andare ad
abbracci di quel tipo ma soprattutto a baci in piena foga passionale,
è fantastico.
Lo
so quanto è combattuto, ma il fatto che vinca l'istinto di darmene è
fantastico. Ama più me che la sua sicurezza.
Godo
tantissimo. E godo perchè sono baci maledettamente sentiti. Tanto.”
________________
E'
vero che...
Il
primo anno di Riky è stato caratterizzato da questa pubalgia che
andava a singhiozzi, avendolo fatto rimanere tanto indietro ed avendo
questo modo particolare di giocare, ovvero con una profonda
conoscenza dei suoi compagni, per lui anche quando poi ha ripreso a
giocare a pieno ritmo, era difficile e non andava molto bene. Non
tutti lo aiutavano in campo e gli passavano la palla proprio perchè
era bloccato e fuori fase, però Cris sì, non ha mai smesso di
passargliela ed aiutarlo. Per cui poi quando segnava grazie a lui,
Riky gli si buttava addosso e facevano sempre gesti particolari come,
in questo caso, le lacrime... che poi Riky ha spiegato che andava a
lamentarsi sempre da lui!
Anche
il bacio è cosa vera, come notate.
Non
so onestamente se poi la fantomatica discussione sia vera, sono un
po' voci di corridoio messe in giro dai media, potrebbero essere
cavolate ma per la fic me ne sono servita.
In
quell'anno, verso Marzo se non erro, David si è rotto davvero il
tendine d'Achille giocando in prestito al Milan, poi però non ha
mollato, è tornato a giocare come ben sappiamo.