CAPITOLO LXXIX:
IL MOMENTO DI CRESCERE

Non credo di essermi mai sentito così, ho delle crisi di panico una dietro l'altra.
Mia madre e Katia sono grandi, stanno gestendo tutto loro con l'avvocato, la cosa in un modo o nell'altro verrà risolta, non è certo questo. Però ho quest'ansia quando ci penso seriamente e non so perchè.
Insomma.
Che reazione è la mia?
La notizia è improvvisa, non avrei mai e poi mai pensato potesse succedere, però da qui ad avere tutti questi attacchi di panico ce ne passa.
Sto cercando di sopprimermi, di soffocarmi per non dire e fare nulla. Per aspettare lui. Per lasciarmi andare davanti a lui perchè solo lui potrà calmarmi e aiutarmi e farmi stare meglio.
Non so come reagirà né se alla fine dirò di noi a mia mamma, però so solo che ho bisogno di vederlo.
Gli spiegherò cosa è successo e poi... e se rimane deluso da me?
Se non mi vorrà più?
Se lo vedrà come un tradimento vero e proprio?
Se si opporrà?
Se...
Passo ore ed ore perso a pensare a tutti gli scenari possibili e quando penso che lui potrebbe lasciarmi, torna a mancarmi l'aria.
È questa la mia paura peggiore?
No, non si tratta solo di questo.
È un insieme di cose.
È più grande di me, questa cosa.
Molto, molto più grande di me.
Sento il campanello con una parte lontana di me, Katia va al citofono e risponde, poco dopo mi chiama.
- Cris è il tuo amico! - A questo scatto in piedi e corro alla porta.
Cazzo, non so nemmeno quanto tempo è passato. Le ore sono volate fuori dal mio controllo.
Corro all'ingresso e una piccola parte di me mi dice che non posso, che la mamma ancora non sa, che dovrò spiegarle tutto e sarà un duro colpo, ma sono troppo fuori di me, non ce la faccio.
Il panico torna e il cuore va in tachicardia mentre i polmoni sputano fuori troppa aria che non riesco a controllare.
Si ferma tutto solo quando gli butto le braccia al collo.
Davanti a Katia e a mia madre.
E tutto torna a fermarsi.
Si calma.
Stringo gli occhi e nascondo il viso contro il suo collo, come fa sempre lui.
È terapeutico, è un rifugio eccezionale.
Mi infonde la sua forza. Le braccia mi avvolgono piene senza paura di niente, nonostante lui abbia la fobia di farsi vedere con me da altri che non siano i nostri compagni di squadra.
Sono nella mia famiglia e ci stiamo abbracciando in modo inequivocabile.
Dio... Dio... se viaggi a pari passo con Riky, aiutami ad affrontare questa cosa.
È la prima volta che lo penso. Credo in Dio, ma non ci penso continuamente.
La sua mano mi carezza prima la schiena e poi la nuca sui capelli duri di gel.
- Ehi... ehi... - Mormora piano con dolcezza.
È morbido contro di me.
È il mio amore ed è qua per me. Ha volato per dieci ore ed è arrivato qua per me. Solo per me.
- Cosa è successo? -
Chiede cercando di non agitarsi troppo. La sua natura è questa. È ansioso.
Però ora sta calmo perchè io sono fuori di me.
- Cris... - Prendo un respiro, ce la faccio, non tremo più tantissimo. Allora mi stacco, gli prendo la mano e guardando Katia, la sola che sa, le faccio un sorriso di scuse perchè le sto lasciando la patata bollente di mia madre, e mi tiro Riky in camera mia dove mi chiudo a chiave.
Ora Riky è seriamente spaventato.
Credo di avere in generale un aspetto terribile.
Cammino su e giù per la camera e cerco di fare ordine, non so da dove cominciare e come dirglielo.
Mi mangio le unghie e le pellicine e lui è fermo sulla porta che mi fissa sempre più preoccupato. Non voglio preoccuparlo, ma non è facile dirgli quello che devo dirgli.
- Cris, cosa posso fare? - Chiede ansioso vedendo che non ce la faccio. Sentire la sua voce mi aiuta e così mi fermo, prendo un gran respiro profondo, alzo gli occhi sui suoi preoccupati e alla fine lo dico e basta. Non ci sono modi per dirlo.
Lo dici e basta.
- Sto per diventare padre. A giorni. -
Penso che se gli tiravo un pugno era meglio.
Non si danno certe notizie così.
Impallidisce e si irrigidisce mentre si fa serio.
- Cosa?! E come!? - Domanda sciocca. C'è solo un modo per diventarlo. Però lui pensava che io non avessi nessuno e soprattutto non ha certo mai saputo che ormai quasi nove mesi fa io sono andato con un'altra. Nove mesi era quando ci eravamo lasciati, però eravamo comunque insieme perchè non volevo saperne di lasciarlo.
Mi strofino il viso, ora le ginocchia sono molli e se faccio un passo vado giù. Abbasso gli occhi perchè non ho il coraggio di guardarlo ancora. Se leggessi delusione, dolore, risentimento non lo reggerei.
- Quando mi hai lasciato all'inizio della stagione, ricordi? Io ero fuori di me, non volevo più saperne ed anche se ti amavo alla follia e non volevo accettare che fosse finita e cazzo non ci credevo davvero... io quella notte ero furioso con te, col genere maschile in generale e coi sentimenti, non volevo saperne nulla di nulla e per rabbia sono andato in un night ed ho fatto sesso con una ragazza che lavorava là! -
Ricordare quella notte è complicato perchè non ero in me e non ho nemmeno dei ricordi precisi.
- Non l'ho più fatto, però pensavo che essendo una di mestiere usasse le solite precauzioni. Non le ho usate io. Ero... non ero in me! Non lo ero... - Riky sta immobile e zitto e così devo per forza alzare la testa e guardarlo.
È rigido e sconvolto però si sforza di non fare niente di particolare.
I suoi occhi sono lucidi.
Non piangere. Non dire che ti ho deluso. Non farlo.
Il panico torna a salire e ansimante tremo con le mani.
- Lo so che è un tradimento lo stesso, sono andato anche con altri, io non ricordo quel periodo, ero così pazzo che non so con chi e cosa ho fatto però so vagamente di questa qua... -
Inghiotte e fa molta violenza su sé stesso. Siamo ancora distanti.
- E... e lei solo ora è venuta a darti la lieta notizia? - Acido e tagliente. È così che reagisce quando si arrabbia. Non si infuria. Non grida. Se lo fa c'è da preoccuparsi.
Lui diventa gelido e tagliente.
È una rabbia composta.
Non lasciarmi, ti prego, ti prego, ti prego.
Riesco a pensare solo a questo in un momento simile dove ci sono mille cose a cui pensare.
- Sì... ha aspettato perchè altrimenti potevo obbligarla ad abortire. È stato fatto il test del DNA, è proprio mio. Visto che non era possibile arrivare a me è passato per il mio agente che l'ha passata al mio avvocato. Loro si sono occupati, con mia madre e mia sorella, di capire cosa di vero ci fosse. Quando hanno avuto la certezza che il bambino era mio, hanno aspettato che finissero i mondiali per non turbarmi e poi me l'hanno detto. Io... io non so cosa fare. Adesso l'avvocato sta gestendo la cosa, sta vedendo le opportunità, me le ha spiegate ma io devo decidere ed ho tempo fino alla nascita del bambino che sarà ai primi di Luglio, fra pochi giorni. Io non so cosa fare, sono nel panico! Non avevo in programma di diventare padre, non pensavo di diventarlo mai, non ne ho mai avuto il desiderio! Sono gay dannazione e non ho l'istinto paterno e forse non c'entra che sono gay, forse non sono tagliato. Non ho mai voluto bambini. Non sono capace di crescerne uno! Vivo in un modo da anti bambino! Mi piace divertirmi, non sono una persona seria, il mondo parla malissimo di me ed anche se non sono un criminale sono un egoista che pensa solo a sé stesso. Non saprò mai essere padre e crescerlo come si deve e non... non volevo esserlo! Un bambino è una cosa seria, gli serve una vera famiglia, una vera madre, un vero padre, una stabilità... io non ce l'ho, non lo so... non sono un padre e non lo sarò mai! Sono una persona orribile! Per capriccio che tu mi avevi lasciato sono andato con una puttana che mi ha fregato ed ora non so pensare a cosa fare. E c'è in gioco la vita di un bambino! - Non mi fermo più dal parlarne, dico tutto quello che mi passa per la testa, che avevo dentro e mi rendo conto che era molto, moltissimo.
Tremo così tanto che alla fine le ginocchia cedono, sto andando giù per terra come uno stupido e lui non fa niente e penso che sia finita, che non mi voglia più, che mi odi perchè dico queste cose. Lui è padre, adora i bambini.
Però qualcosa arresta la mia caduta, le sue braccia inconfondibili mi sostengono, mi tira su con una forza insospettabile e mi mette sul letto dove si siede con me, mi abbraccia e mi mette il viso contro il suo collo compre prima, la mano fra i capelli. Mi aggrappo alla sua maglia.
- L'affronteremo insieme. -
E' come se mi togliessero il tubo dalla gola che mi impediva di respirare bene da solo.
Sapere che non mi lascerà è quello che mi fa crollare e piango perchè mi sento idiota. Piango perchè non l'ho perso, sono immaturo ma ce l'ho ancora con me.
E piango perchè non sarò solo.
Se lui è con me ce la farò.
- Io pensavo che tu non mi volessi, di averti deluso, che... - Dico fra le lacrime. Che idiota che sono. Piangere per questo.
Riky mi carezza dolcemente, fermo, sicuro.
- Non devi nemmeno pensarlo. Quanti errori ho fatto io da quando ti conosco? Quanto ti ho fatto soffrire? Quanto sono stato sciocco, egoista ed immaturo? Mi hai sempre perdonato, sei sempre tornato da me, mi hai sempre accolto. Come potrei lasciarti perdere per una cosa simile, proprio ora che hai più bisogno di me? -
E' balsamo per la mia anima, non ho mai avuto tanta paura come ora. A parte quando sapevo che mio padre stava morendo, ma lì c'è stata delusione perchè lui è morto per colpa dell'alcool ed è una cosa che mi ha dilaniato in un altro modo.
Riky mi prende il viso fra le mani e mi guarda da vicino con quella sua intensità piena d'amore.
È il mio amore, il mio solo amore. Non ho mai amato nessuno e se mi lasciasse per sempre, un giorno, morirei. Non sarei più io.
Perchè ho pensato a lui appena ho saputo.
'E se Riky mi lascia?' quanto contava per me. Quanto conta. Quanto conterà sempre.
Ho qualcosa di troppo prezioso fra le mani ed il fatto che a volte soffro per colpa sua non mi giustifica. Se lo amo lo devo amare sempre fino in fondo, non solo quando mi fa comodo.
- Cosa devo fare? - Chiedo in un sussurro. Mi asciuga le lacrime con i pollici e mi bacia in mezzo alla fronte così teneramente.
- Hai già deciso. - Sgrano gli occhi senza capire, ma lui è così sicuro. - Stai dicendo che non pensi di esserne all'altezza. Lo terrai. - Mi toglie il fiato con questa frase, è come se dentro di me sapessi che è vero. Che sarà così.
Lo shock mi stacca di nuovo i fili e lo fisso serio.
- Pensi che ne sarò in grado? Che non soffrirà? Che sarà felice, stabile, equilibrato, che non gli mancherà nulla, che sarà felice, che avrà tutto ciò che gli serve? Che ne sarò in grado? - Sorride intenerito da questa mia reazione e mi bacia anche la guancia, sempre con dolcezza.
- Amore, ha solo bisogno di un padre che lo ami. E tu lo sei già. Lo stai già amando perchè hai paura che possa soffrire per colpa tua. Questo è l'amore più grande di un padre per il figlio. E poi queste cose vengono col tempo. Quando lo stringerai in braccio. E poi non sarai solo. Avrai tutto l'aiuto possibile. -
Cerco di pensare e fare chiarezza, ma quello che dice mi sconvolge, non so come ci riesce, ha un dono che non ho mai visto in nessuno. Lui toglie le nuvole nere.
- Lo pensi davvero? Io ho paura di non... - Stringe la presa sul mio viso ed il suo sguardo è più intenso.
- Fidati, lo so. Sarai perfetto. Ti aiuterò io, ti aiuterà la tua famiglia. Non sarai solo. -
Poi penso all'altra alternativa.
- Del resto l'alternativa è lasciarlo a lei ed ha detto che non lo terrà in quel caso, lo darà in adozione. Ha detto che non le fregava di essere madre, non ha messo la protezione perchè sperava che succedesse. Di rimanere incinta di me e poi di potermi spillare soldi e rifarsi la vita. Ha usato questo bambino come arma per farsi i soldi. È orribile! Se io lo rifiuto lo dà via. Oppure mi sputtana e rende pubblica la storia dicendo che non voglio mio figlio, che l'ho obbligata ad averlo e cose così. Con la visione che il mondo ha di me ci crederanno. Già quando sapranno che avrò un figlio e che non c'è una madre partiranno le storie e saranno tutte una peggio dell'altra. Che io ho pagato un utero, che ho pagato lei per sparire, che l'ho obbligata, che... ma che cazzo ne so! - Sospiro e affondo la fronte sulla sua spalla stanco e sfinito. Le nuvole stanno andando via, comincio a vedere ed è pazzesco tornare a vedere. Pazzesco davvero.
Mi bacia di nuovo all'angolo delle labbra, ogni bacio è un piccolo incantesimo che mi aiuta a stare meglio.
Amore. Amore mio.
Non lasciarmi mai. Non importa niente altro. Non lasciarmi mai e basta.
- Perdonami! - Mormoro cercando la sua bocca che mi concede. La sua lingua mi dà pace, mi fa stare sempre più meglio.
- Andrà tutto a posto. - Dice fra un bacio e l'altro.
- Perdonami. - Torno a dire con angoscia.
- Non ho niente da perdonarti. Ti avevo ferito così tanto... - così mi abbraccia e mi fa accoccolare contro di lui, il mio sostegno, il mio mondo, il mio tutto.
Lui dice che io sono il suo, ma lui è il mio.
È un intreccio, uno scambio continuo, un sentimento che si rinnova.
- Ce la farò davvero? Sarà felice? - Chiedo poi mentre riesco a vedere tutto con più chiarezza, il panico svanisce ed il mondo è della giusta dimensione. Non è più gigantesco come prima.
- Certo. Ce la farai e sarà felice. Sarà complicato, passerai le solite calunnie ma la gente non sa e dovrà parlare. Anche se affittassi un utero per diventare padre sarebbe una cosa bella lo stesso. Chi può criticare il desiderio di diventare padre? Non inganni nessuno perchè sai quanti si sposano solo per essere padri anche se non amano la loro donna? Ne cercano una solo per fare una famiglia, per il desiderio di essere padri. E poi non la amano. Tu sei gay, è la tua natura. Va bene così. Puoi essere padre anche tu, è un dono che tutti hanno il diritto di avere e nessuno può criticarti per il modo. Anche se poi la verità è un'altra. -
- Non voglio che nessuno sappia, non voglio mettere in mostra la sua storia. Sarebbe così orribile. Non se lo merita. Usato per soldi. A lui dirò che la sua mamma è morta ed il mondo non saprà nulla della storia. Che credano ciò che vogliono. Non dirò mai nulla. Mai. Non mi importa. - Lo sento sorridere mentre mi bacia la testa.
- E' la scelta giusta. - Sentirglielo dire mi tranquillizza del tutto.
Stiamo così un po', lui che mi coccola e mi calma ed io che mi lascio fare. Poi la mente mi riporta al presente e alla realtà e mi rendo conto di tutto quello che deve ancora arrivare.
- Riky... mia madre non sapeva di noi, volevo nasconderglielo... ma dopo di questo temo che sia impossibile... sei... sei pronto a dirglielo? Katia lo sa ma non lo direbbe mai a nessuno. Non lo dirà nemmeno a lei, ma so che tu hai il terrore di dire di noi in giro... - A questo punto mi tira su e mi guarda in viso, è serio e concentrato.
- Cris, se va bene a te, va bene anche a me. È la tua mamma. Mi sta benissimo. - Sorrido con un secondo enorme peso in meno.
- Come pensi che la prenda? - Chiede poi mentre ci sistemiamo per andare di là.
Provo a pensarci ma onestamente non so immaginarmi.
- Non ne ho la più pallida idea. Ne sono terrorizzato. Gliel'ho nascosto per così tanto tempo che rimarrà delusa da me... e forse anche dal fatto che lo sono... -
Non voglio che mia madre mi guardi in quel modo. Come se io fossi un errore della natura, come se fossi l'ennesima delusione della sua vita, una delle tante, come tutti.
Ti prego.
Fa che non mi guardi in quel modo. Amo mia madre. La amo troppo. Ti prego.

Come sospettavo Katia non le ha detto nulla, ci aspettano in cucina mentre preparano il caffè che ormai sarà tiepido, appena ci vede mia madre chiede a Riky come lo vuole e lui dice con due cucchiaini di zucchero ed un po' di latte.
Lei glielo versa poi ne mette anche a me come già sa che mi piace, dopo di questo si siede davanti alla sua tazza di tè e mi scruta apprensiva e preoccupata con quel suo sguardo da 'cosa deve succedere ancora?'
Sa che deve succedere ancora qualcosa.
Ma non ha chiesto niente quando siamo spariti in camera?
Guardo Katia per un momento che sgrana gli occhi da dietro di lei come per dire che non ha detto una sola parola.
È una reazione inattesa ed il panico torna a salirmi, le mani mi tremano così me le stringo e me le torco sotto il tavolo, Riky vicino a me vede che sto per avere un attacco. È normale in una situazione tanto tesa e stressante. Così senza muoversi troppo e disinvolto, mi prende la mano. Katia dalla sua posizione ci vede e fa un sorrisino tenero.
- Allora, come va ora? Ti vedo meglio... prima eri così stravolto che ero preoccupata... - Dice lei indagatrice.
Sospiro e mi mordo le unghie e le dita della mano libera, guardo in basso perchè non riesco a reggere il suo sguardo apprensivo. Cosa le devo dire? Cosa devo fare?
Mentirle? Tirare su una mega scusa? Aspettare che sia lei? Essere onesto?
E se la prende male?
Dirle che sono gay da anni e che da anni glielo nascondo non è esattamente una grande notizia... non dopo che è venuta a sapere che ho messo incinta una puttana o qualunque sia il suo nome!
- Sì ora sto meglio... dovevo calmarmi e da solo non ce la facevo... - Ok, non dire 'ma c'eravamo noi, non eri solo'. Non dirlo perchè non è questo il punto.
- Sono contenta. Sai Cri, non è una cosa poi così brutta essere padre. Ci sono soluzioni per ogni cosa tu decida, non devi pensare che sei in un vicolo cieco. Non sei solo, non te la faremo comunque affrontare da solo. - Per prima cosa la parte più importante. Bene, questo lo posso affrontare.
Alzo lo sguardo e concordo dicendole quanto deciso.
- Vorrei tenerlo. Non potrei vivere sapendo che l'ha dato a chissà chi! Non è per lo scandalo che farebbe nascere. O anche se lo tiene e lo usa come mezzo mediatico per fare scandalo contro di me e vendicarsi o non so... cioè non voglio che quel bambino venga usato in nessun modo, a prescindere che sia contro di me. Non lo trovo giusto. Non posso vivere pensando che per colpa mia lui è chissà dove, con chissà chi a passare chissà cosa! Non è colpa sua... - Lo dico agitato, chissà perchè ho paura che lo rifiutino. Lei però mi sorprende come ha sempre fatto e sorridendo, dice materna e calma.
- Tesoro, se Dio te l'ha mandato significa che è giusto così. Che è un dono che ti fa. Che sei pronto. Che va bene... - Riky si rincuora sentendola. È la prima volta che la incontra, ma penso che con questo si conquista un sacco di punti.
- E' quello che penso anche io. Questo bambino è un dono del Signore. Ogni bambino lo è... - Dice calmo a sua volta. I due si guardano e si sorridono amabilmente, sembra un quadretto perfetto, ma lei è illeggibile, non capisco cosa pensi di lui. Chi crede che sia?
- Ti aiuterò, amore mio. In tutti i modi possibili. - Dice dolcemente lei. Mi toglie un enorme peso.
- Lo... lo farai davvero? Io non ne sarò in grado. Voglio tenerlo ma non... non so essere padre, non lo diventi solo perchè ti nasce un figlio... e poi la vita che faccio... cioè con tutti gli impegni di calcio che ho, non sono quasi mai a casa e non so, non so tecnicamente come si cresce. È una cosa delicata. Da solo è impossibile comunque. Non saprei da dove cominciare. Non era nei miei piani, non lo è mai stato, non... non ho mai voluto essere padre ma... cosa posso dire? Arriverà ed è colpa di un mio errore... devo assumermi le mie responsabilità. Ma io trovo segno di responsabilità ammettere che non saprò essere padre, non saprò crescerlo da solo, non ne sarò in grado... - Mia madre mi ferma e mette le mani aperte sul tavolo protese verso di me, io le metto la mia fra le sue perchè l'altra sotto il tavolo non la mollo da Riky. Me la stringe e mi fa sentire meglio, gli occhi lucidi.
- Tesoro. Ti aiuterò io. Mi trasferisco a Madrid vicino a te e lo terrò io, lo crescerò io e tu starai con lui tutte le volte che potrai, piano piano imparerai e sarai un padre fantastico, un giorno. Nessuno nasce imparato, non sei solo. È vero che non l'hai cercato e non lo volevi, ma arriverà lo stesso ed è giusto che ti prenda la responsabilità. E se non pensi di poterlo crescere bene da solo, chiedi aiuto e ti sarà dato. Io lo posso fare. Lo farò. -
E' un peso davvero grandissimo che mi toglie, mi sento molto meglio, leggero. Non so dire quanto questa cosa mi angosciasse. È assurdo essere angosciati all'idea di avere nelle tue mani una vita umana e aver paura di rovinarla?
Io ne ho il terrore.
- E' brutto che non lo cresca io? È così brutto? - Lei sorride dolcemente e si porta la mia mano alla bocca e me la bacia affettuosa, è così dolce. Mi adora, mi ha sempre adorato perchè sono l'unico che gli ha sempre dato soddisfazioni e aiuti e mai problemi. Ed ora vedi... perfino io...
- Non pensarlo nemmeno. È segno di grande maturità ammettere i propri limiti e cercare di colmarli in qualche modo. Sarebbe peggio dire 'ci proverò' e magari se non ne sei in grado che fai? Un bambino ne soffrirebbe. Per me è meglio così credimi. Nessuno può giudicarti, si fanno errori e si cerca di rimediare nel migliore dei modi. Se la madre del bambino fosse la tua ragazza e viveste insieme sarebbe una cosa che potevate fare voi, ma tu vivi da solo, sei single e non hai una vita stabile. Fai il calciatore, sei sempre fuori... -
Tutte obiezioni vere e logiche. Però c'è un'ultima cosa.
Sono single. No, non è vero. È che sono gay. Come glielo dico? E se mi lascia la mano? E se mi... mi guarda male? Se rimane delusa? Sono terrorizzato, sono così spaventato... così tanto...
- Senza di te non potrei farlo. Lo faccio solo perchè mi aiuterai tu. - Lei sorride e mi bacia di nuovo la mano che mi sta per lasciare. A questo punto mi decido e gliela prendo, la stringo a mia volta, chiudo gli occhi e stringo anche quella di Riky sotto il tavolo, capisce che glielo sto per dire e si fa attento, ci guarda e trattiene il respiro. Credo sia spaventato anche lui.
Dio ti prego, fa che la prenda bene. Fa che mia madre la prenda bene. Ho paura.
- Mamma, devo dirti una cosa. Una cosa importante. E non so, credo sia grave... non so... dipende da te... - Lei si fa seria. Ci aveva pensato? L'aveva capito? Cosa aveva pensato di Riky?
Inghiotto, lei annuisce e aspetta.
Cris devi farlo, devi dirlo. È giusto, ormai è giusto. Oggi diventi uomo. È oggi che lo diventi. Allora diglielo e accetta le conseguenze.
- Mamma. Sono gay. Lo sono da quando ero adolescente ed ho iniziato a giocare a calcio seriamente. - Non so come si dicono queste cose, non c'è un modo più leggero e meno sconvolgente. C'è solo questo, credo. O per lo meno questo è il mio.
Sono terrorizzato.”


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E' vero che...

Ai primi di Luglio è nato suo figlio, lo ha ufficializzato tramite internet, nessuno sapeva niente ed è partita la caccia al dettaglio. Non ha mai rivelato nulla, non si sa assolutamente niente di questo bambino. Ci sono solo ipotesi mai confermate. Un giorno Katia ha solo detto che non c'era una madre perchè era morta. E' vero che il bambino sta con la madre di Cris perchè lui non poteva occuparsene da solo, non ne era in grado e vivendo da solo ed avendo troppi impegni, avevano deciso così per il bene del piccolo. Così lui va da loro tutte le volte che può, adesso ogni tanto, quando può, visto che il piccolo è grandicello, dorme con Cris.
Nella mia personale visione questo bambino è frutto di un incidente, come ho scritto nella fic, in un momento in cui era fuori di sé. Ma anche nel caso in cui abbia inseminato artificialmente un utero in affitto, non lo criticherei mai. Un gay che non riesce a fare sesso con una donna ma che ha una grande voglia di essere padre, ha il diritto di farlo come può. Come dice Riky, non è criticabile in alcun caso. Per me, poi, la troia ha davvero ricattato Cris con la storia del bambino e lui per farla tacere l'ha pagata così tanto che lei è sparita. Non so se sia morta, non so che storia sia, non so quale sia la verità e NESSUNO LA PUO' SAPERE, perchè lui non l'ha mai raccontata ad anima viva, per cui non credete a chi dice che è vero questo o quello. In ogni caso senza conoscere bene la situazione personale interna di qualcuno, non si può muovere mezza critica. Io so di persone che hanno sposato qualcuno solo per poter avere figli... senza amare la donna in questione. Ed hanno solo rovinato la vita di questi figli. Chiudo la parentesi.