CAPITOLO
LXXXI:
LA
CHIAVE DI VOLTA
“Non
sapevo cosa aspettarmi, da quando ho preso la decisione è stato
tutto sospeso in un sogno.
Riky
purtroppo non è potuto stare con me, però c'è stata la mia
famiglia.
È
stato tutto gestito in gran segreto in modo che nessuno potesse
sapere nulla se non prima che lo dicessi io.
Così
è tutto più facile nascondere le tracce, come si suol dire.
Diranno
che ho pagato un utero in affitto che ho inseminato per essere padre.
E diranno anche che ho lasciato incinta una cameriera per puro
divertimento e che l'ho pagata per lasciarmi il figlio e sparire.
Certo
che la pago per sparire, ma non per un mio capriccio.
Mi
assumo le mie responsabilità. Quella puttana mi ha fregato, ma non
posso cambiare la realtà.
-
Come stai? - Mi chiede Katia.
Io
la guardo con occhi spalancati e devo essere maledettamente
espressivo perchè fa una faccia strana e con un 'capisco', non dice
più niente.
Non
so cosa pensare. Come dovrei sentirmi?
Sta
per nascere, sto per prenderlo e portarmelo via. Staccherò subito
ogni contatto con lei.
Non
so proprio cosa pensare.
Proprio
mentre ci penso il telefono suona, sto per spegnere istintivamente
quando vedo che è Riky, per cui rispondo e sparisco dietro l'angolo
del corridoio, dietro un armadio.
-
Ehi... - Dico con voce incerta.
-
Ehi... come stai? - Anche lui che me lo chiede! Perchè tutti me lo
chiedono?
-
Come dovrei stare? C'è un modo particolare in cui mi devo sentire?
Perchè non so, sai... me lo chiedono tutti, io li guardo e loro
stanno zitti. Come mi sento? Non ne ho idea... - Alla fine ho aperto
le cataratte del cielo ed è venuto giù tutto.
-
Beh... emozionato... stai diventando padre. Sei agitato? Il cuore ti
batte forte? Salti alla gola di tutti quelli che ti parlano? - Alzo
gli occhi riflettendoci e poi mi rendo conto che ha ragione.
-
Sì, faccio proprio così! E mi girano subito al largo! Significa che
sono agitato ed emozionato? -
-
Cris, dovresti saperlo tu... sarai stato emozionato altre volte! - E'
sempre calmo, non so come fa a mantenere la calma quando lo sono
tutti e poi ad agitarsi in situazioni che onestamente non valgono la
pena.
È
proprio diverso da me.
-
Sì... nelle partite importanti... ma poi appena ho la palla fra i
piedi passa... più o meno! - Fa un buffo 'pfff' che indica che cerca
di non ridere, ma non gli riesce bene.
-
Ed è come quelle volte? - Provo a capirlo e torno a guardare in
alto. Alzo le spalle.
-
Non lo so... simile, ma non uguale... non so di preciso... è che
penso che dovrei sentirmi strano, ma non so, non riesco a capire. Non
so nemmeno se sento qualcosa! -
-
Cris, il fatto che tu non sappia cosa provi perchè sei nel caos non
significa che non provi nulla, sai? -
Sorrido
piano. Lui ha sempre le risposte pronte e sono sempre perfette.
Mi
tolgo il cappellino dalla testa e me lo rimetto di nuovo per un
centinaio di volte mentre batto il piede contro il muro come se
stessi palleggiando. Forse un po' nervoso lo sono in effetti.
-
Come ti sentivi quando è nato Luca? - Lo sento sorridere dolcemente
o forse lo conosco e so che lo sta facendo. Me lo immagino. Come
vorrei fosse qua con me. Non è che sto morendo dall'ansia, io credo
che non mi sto veramente rendendo conto di quello che sta per
succedere.
-
Emozionatissimo! Ero così fuori di me che non ti dico! Ho anche
pianto dal nervoso! Poi quando l'ho stretto è stato... sai, ho visto
Dio. È stato come vedere Dio, per me. Ho pensato che se Dio si
mostrasse a me sarebbe nelle sembianze di mio figlio. E non perchè
lui era bellissimo, ma perchè era qualcosa di meraviglioso, perfetto
e puro. -
Starei
anche ore a sentirlo parlare di queste cose. Il mio amore dolcissimo.
-
Spero che sia così anche per me... e se non provo niente? E se
quando lo prendo in braccio sarà come avere il figlio di un altro? -
-
Non dire così, vedrai che ti emozionerai. - Lui è così sicuro ed
io riesco solo a pensare che mi piacerebbe fosse qua con me.
-
Come vorrei che tu ci fossi... -
-
Ti penso di continuo, non mi senti? - Sorrido.
-
In effetti a volte ho la tua voce in testa che mi dice delle cose, mi
risponde ai miei quesiti o mi rimette in carreggiata. - In effetti
succede. Penso a cosa direbbe lui ed ecco che magicamente me lo
immagino.
Ride
ed è rilassante la sua risata. Solo mentre sciolgo lo stomaco mi
rendo conto che ero effettivamente teso. Smetto di battere contro il
muro.
-
Allora continua a farti domande, ti risponderò sempre... - Sa di
strano, questa cosa...
-
Tientela per quando non giocheremo insieme e vivremo lontani! - Prima
o poi succederà, lo sappiamo, lui continua a ridere e poco dopo
Katia viene a chiamarmi perchè pare che abbiano fatto.
-
Oddio credo che sia nato! Oddio, non ci credo! È pazzesco! -
-
Dai corri! - Io sono subito agitato, il cuore mi va sulle orecchie e
non capisco nulla, ho solo questi forti battiti. Alla faccia del 'non
provo nulla'.
Credo
che morirò.
Morirò?
Spero
di stringerlo in braccio.
Katia
mi vede bloccato, mi prende il telefono, saluta Riky e chiude, poi mi
prende per mano e mi tira verso la sala parto davanti cui siamo ad
aspettare.
Siccome
siamo i parenti del bambino, e siccome sono io, ci hanno imbacuccati
e ci hanno permesso di stare qua. Per quanto io sia gay mi sono
rifiutato di mettermi la cuffietta rosa. Però il completo non è
male.
Ma
a quante cose stupide ed inutili riesco a pensare?
Quel
ragazzo è vestito proprio male. Poi guardo bene. È un dottore.
È
una divisa da dottore. Però non è carina come questa che è rosa.
Cris
riprenditi, non ha senso quel che dici.
Quando
mi hanno chiesto se volevo entrare perchè ero il padre, ho scosso la
testa pensando che dato che non sento nulla, poi magari il piccolo
sarebbe nato male.
Non
mi sento suo padre, non sento nulla, non so...
Katia
mi spinge dietro l'infermiera che l'ha chiamata per dire di far
venire il padre nella nursery per vedere il piccolo che ora è stato
pulito e sistemato.
Mi
impalo da solo davanti al vetro. Mi sento idiota. Mi sento così
idiota che spiaccico il naso contro il cavolo di vetro e cerco di
capire quale è il mio.
Dovrei
sentire una connessione, capire qual è.
Però
sono tutti uguali, che differenza c'è uno con l'altro?
Mah...
Mi
mangio le unghie. Ma lo faccio sempre, non è sintomo di nervosismo.
'Anche
se non sai cosa provi perchè sei nel caos, non significa che non
provi nulla.'
Riky,
se fossi qua.
'Ci
sono.'
Però
non ti tocco.
'Mi
stai pensando in modo così ossessivo che è come se fossi lì.
Immagini perfino le mie risposte.'
Cosa
devo fare? E se piange quando lo prendo in braccio? Se non provo
nulla? Se non mi emoziono?
'Ci
si emoziona sempre coi doni del Signore.'
E'
un dono del Signore? Non è un mio errore?
'I
bambini non sono mai degli errori. Se vengono, è perchè è giusto
così!'
-
Venga pure... - Mi chiama e quasi salto su. Mi guarda. - Deve
togliersi il cappellino e mettersi la cuffia, gentilmente. - Faccio
anche un broncio.
'Cris,
fallo!'
Così
lo faccio.
-
Venga... l'abbiamo chiamato Cristiano Ronaldo Junior perchè la madre
non aveva scelto un nome e mi ha detto che nemmeno lei ci aveva
pensato. Così sapendo che lei era il padre, abbiamo scritto questo
nome. Poi quando andrà a registrarlo lo farà col nome che
preferisce. -
Ok,
registrarlo dove? Mi perdo la domanda perchè me lo dà.
Mi
perdo del tutto, in effetti.
Il
mondo si ferma. Io mi fermo.
Il
mio cuore.
E
capisco, nel prenderlo fra le braccia, trattenendo il fiato, cosa
diceva Riky.
Senti
Dio quando lo tieni.
Non
lo puoi descrivere in un altro modo. Non puoi.
È
qualcosa di grande.
Io
davvero non so se tutti i padri sentono qualcosa, forse ci sono
quelli che riescono a non sentire niente.
Però
so che anche se non so come definire tutto questo, lo esprime la
lacrima che scende.
Lo
guardo mentre le braccia mi tremano, l'ostetrica lo nota e mi mette
una mano sulla spalla.
-
E' un bambino bellissimo, complimenti. - Queste parole mi fermano,
infatti non tremo più.
Avevo
paura che mi cadesse, ma mi fermo per vedere quanto bello sia
davvero, non l'ho notato. Ho solo sentito l'emozione.
La
pelle è arrossata specie sugli occhietti e sulle orecchie, i
pugnetti sono piccoli e stretti ed ha tutte e dieci le dita e sono
così minuscole che ci vuole la lente d'ingrandimento.
Gli
occhi sono chiusi, ma i lineamenti sono perfetti anche se forse di
solito i neonati non sono sempre così belli.
Oddio
è vero, l'ho detto.
È
bello.
È
quasi pelato, ha pochi capelli neri e la boccuccia chiusa.
Poi
me ne rendo conto.
Non
piange.
Non
sta piangendo.
Dorme
tranquillo. Avevo paura che si sarebbe svegliato e si sarebbe messo a
piangere, che non mi avrebbe voluto. Per lui dovrei essere un
estraneo.
-
E' la prima persona che lo tiene in braccio dopo di me che l'ho
accudito. La prima persona che lo tiene fra le sue braccia stabilisce
sempre una connessione speciale, sa? - Non so perchè me ne parla,
credo si capisca che sono spaesato e che non so un'acca
sull'argomento.
Sorrido
e la guardo senza vederla davvero, poi sempre con la lacrima che
scende, torno a guardarlo.
-
Perchè ha gli occhi e le orecchie rosse? -
-
E' una cosa tipica dei neonati. Anche il visetto è un pochino
gonfio, dopo il parto sono così, poi si sistemerà. - Annuisco.
E
mi perdo di nuovo.
È
davvero perfetto, come volevo che fosse, come speravo che fosse. Non
so dire di preciso in che modo lo trovo perfetto, non è perfetto
perchè ha tutto e non gli manca nulla. È perfetto in un altro modo.
È
perfetto perchè... non lo so... perchè è il mio bambino.
-
Ora lo metto nella culla, quando vuole tenerlo venga pure da me. -
Non riesco a dire niente, glielo ridò e già mi manca. Resto a bocca
aperta a guardare mentre lo rimette nella culla, memorizzo il posto
ed esco tornando ad appoggiarmi al vetro da fuori, lo guardo e penso
di perdere la cognizione del tempo.
Cos'è
che provo?
Non
lo so, non ne ho idea. So solo che è qualcosa di grandissimo.
Come
si fa a rifiutare una cosa del genere? Come si fa a non volerla?
Come
si fa ad odiarla o provare ribrezzo?
Non
ne ho davvero idea.
Una
cosa del genere annulla tutto, ti fa sentire vivo, ti rigenera. Ti
rinnova.
Il
solo desiderio che ho ora è che lui un giorno possa essere fiero di
me.
Lo
proteggerò con tutto me stesso da ogni cosa. Che non gli succeda
nulla, nulla e mai.
Come
si fa ad amare qualcuno istintivamente dal primo minuto che lo vedi,
solo appena dopo averlo visto?
È
questo il legame padre-figlio che dicono tutti? È così, allora?
Riky
è tornato un po' prima dalle sue vacanze, speravo proprio lo
facesse.
Mi
ha fatto una sorpresa però ovviamente non ha potuto farla del tutto.
Ha dovuto chiamarmi e chiedermi dove fossi, se a casa mia o da mia
madre.
Ovviamente
sono da mia madre. Si è trasferita in fretta e furia a Madrid vicino
a me, il piccolo starà con lei perchè naturalmente non ho la minima
idea di come si cresca, resto terrorizzato e fondamentalmente
incapace.
E
poi sto troppo fuori casa.
Appena
apro e me lo ritrovo davanti, so che è lui e quindi l'emozione è
mitigata dal fatto che so che stava arrivando. Ma sono felicissimo lo
stesso.
Lo
tiro dentro e lo abbraccio baciandolo, lui preso alla sprovvista
resiste poco, dopo un po' mi spinge e mi guarda spaventato.
-
E tua madre? - Sorrido sapendo che si sarebbe preoccupato proprio di
questo, ma alzo le spalle. Sono troppo felice.
-
Di là! - Riky sgrana gli occhi.
-
Cris! -
-
Tanto sa tutto! - è rilassante fare senza nascondersi. Avere il suo
appoggio incondizionato è molto più di quello che ci si
aspetterebbe.
-
Dai, vieni che te lo faccio vedere. - Allora lo prendo per mano e lo
trascino in camera di mia madre, lei è in un'altra parte della casa,
ora.
Riky
entra piano di soppiatto e si affaccia alla culla dove il mio amore
dorme. È tutto silenzio.
Si
sospende ogni cosa e mentre vedo i miei due amori vicini, mi sento
gonfiare tutto. È così bello che penso sia perfetto, ogni cosa.
-
E' stupendo! - Dice girandosi verso di me con un sorriso splendente,
gli occhi brillano come due stelle. È emozionato. Come ci si fa ad
emozionare solo per il figlio di qualcun altro?
Ma
non è solo il figlio di qualcun altro. È il mio!
Mi
avvicino e mi chino con lui ad ammirarlo al suo fianco, gli prendo la
mano e intreccio le dita, stringe e mi trasmette tutta la sua
emozione. Sembra quasi che sia suo. Nostro.
-
Te l'avevo detto... -
Sorride
e mi dà un bacio sulle labbra che però prolungo invadendolo quando
sta per ritirarsi. Alla fine ci baciamo e ci alziamo, lo circondo con
le braccia e chiudo gli occhi sentendo un vuoto allo stomaco.
Mi
era mancato enormemente. Tutti questi giorni separati. Che tortura.
Un
leggero bussare ci disturba, così ci stacchiamo e sua madre fa
capolino, avevamo lasciato la porta socchiusa.
-
Cris? Oh ciao Riky! Non sapevo che fossi qua! - Sorride e la saluta
andandole incontro, l'abbraccia e lei ricambia materna.
-
Allora, com'è essere nonna? - Lei si illumina tutta.
-
Come essere di nuovo madre! - Per lei sarà così, ma del resto da
solo non potrei farlo. Sarebbe impensabile, in effetti.
-
Ascolta... devo uscire per un'oretta, puoi stare tu con lui, vero? -
Sgrano gli occhi ed il terrore comincia. Non sono mai stato da solo.
C'era Katia, c'erano gli altri, non sono mai stato io da solo.
Mia
madre si rende conto del mio terrore e ride indicandomi di seguirla
fuori dalla camera, così usciamo e mi spiega che ogni tanto devo
fidarmi anche di me stesso e che non è complicato, devo solo
acquistare fiducia.
-
Dai, per oggi ci sono anche io, ce la caveremo. - Lei guarda Riky
interrogativa, poi si ricorda che è padre e allora si tranquillizza.
Così
alla fine esce davvero.
Io
prendo un gran respiro e con la trasmittente collegata alla sua
camera per sentire se si sveglia, andiamo in cucina dove offro
qualcosa a Riky e parliamo un po' di com'è stato avere a che fare
con lui.
In
realtà sa già tutto perchè lo aggiornavo regolarmente per
telefono, ma questi ultimi giorni era preso dalla partenza e allora
ci siamo sentiti inevitabilmente di meno.
-
Allora... è meno tragico di quel che pensavi? - Chiede divertito. Si
prende gioco di me, ma non sa cosa significa.
Lui
è così diverso da me!
-
Sono terrorizzato, Riky! Se non ci fosse lei io penso che... andrei
nel panico! Anche ora, hai visto! Se non c'eri tu non potevo stare
solo! Mia madre mi sta insegnando a cambiarlo, a fargli il bagno...
ma io ho paura che se faccio queste cose da solo sbaglio qualcosa...
sai che ho il terrore che mi cada? - Ridacchia, perchè non mi prende
sul serio?
-
So che stai facendo la guerra ai fotografi che cercano di
immortalarlo. Hai detto che se trovi foto sue in giro quereli tutti.
- Passa ad altro.
-
Sì, non voglio che diventi un fenomeno mediatico! Io sono un
fenomeno mediatico perchè in qualche modo per loro faccio sempre
notizia e vedono mio figlio come una di queste notizie, la più
sensazionale! Non permetterò che lo usino per fare notizie! - Sono
molto deciso su questa cosa, lo ripeto e lo ribadisco.
Riky
annuisce e si fa serio, smette di ridere e sorseggia quello che gli
ho dato da bere.
-
Capisco, però non lo potrai tenere nascosto per sempre. Prima o poi
dovrai farlo uscire di casa, sarà inevitabilmente fotografato... è
normale. Non è un bambino comune. - Anche se lo dice con dolcezza,
mi infastidisce la cosa. È quello che dicono tutti, ma a me non
importa.
-
No, deve essere un bambino normale, non è giusto che sia un fenomeno
ancora prima di camminare! Voglio proteggerlo da questo mondo di
squali spietati dove la gente non guarda in faccia nessuno se è per
ferire o rovinare o fare soldi! Lo proteggerò da qualunque
accanimento! Non sarà un mezzo! Deve essere un bambino normale!
Punto e basta! -
Sospira
e storce la bocce pensando a come farmi cambiare idea e non capisco
proprio perchè debba farmi cambiare idea. Mi innervosisco molto,
infatti. Specie perchè ne sto parlando con lui.
-
Ma prima o poi sarà visto, magari ora è piccolo, ma un giorno
succederà... non la devi prendere così... sai, se tu fai di tutto
per nasconderlo e minacci querele in giro, ottieni l'effetto opposto.
Diventa una specie di guerra, di malattia! Cominciano a cercare di
fotografarlo fino a farlo diventare una vera malattia. È lì che poi
diventa sgradevole! -
Mi
alzo in piedi e comincio a camminare nervoso mentre gesticolo e mi
mangio le unghie a turno.
-
E cosa dovrei fare? Alzarlo in piazza davanti a tutti e gridare come
un deficiente 'questo è mio figlio?' -
-
Quello è Little John in Robin Hood! Non serve che fai il teatrale. -
Risponde
calmo anche se ho alzato un po' la voce. Faccio il broncio e lo fisso
indispettito mentre continua a non fare una piega.
-
Io e Carol abbiamo fatto alcune foto appena Luca è nato e le abbiamo
messe a disposizione della rete e dei media, in modo che usassero
quelle e che si soddisfacessero subito evitando così una guerra
malata per beccarlo. Così si sono calmati e non ci hanno mai
tormentati. -
Corrugo
la fronte, non mi piace, sono contrario. Non deve essere che tutti
vedono mio figlio per forza.
-
Perchè devono per forza vederlo? Mica fanno così coi figli di
tutti! - Continuo a puntare capriccioso i piedi e lui sembra
divertirsi un po' della cosa. Ma è lui e glielo lascio fare.
-
Sei tu, Cris. Non siamo persone comuni. Se fossimo persone comuni
avremmo mica tutti questi problemi a vivere la nostra storia? Certo,
la nasconderei comunque a mia moglie finchè non mi sentirei pronto a
dirglielo, però al di là di quello non starei sempre in apprensione
su chi ci vede e su cosa facciamo al di fuori di casa! Non siamo
persone normali! Per fare ciò che ci piace e per essere bravi e
avere successo, c'è un prezzo da pagare. -
E'
molto realista ed adulto, ci ha pensato molto a questo discorso,
immagino. Non sono d'accordo, non sono per nulla d'accordo, ma mi
rendo conto che ha ragione.
-
Però dovremmo poter scegliere quello che ci pare, quello che ci
sembra giusto, non il male minore! Che cavolo! Si parla di bambini,
dopotutto! - Sono iper protettivo verso di lui ma lo sono anche verso
Riky, solo che lui è grande e se la sa cavare da solo.
-
Non è giusto, hai ragione, però le cose stanno così e si tratta di
accettarle. Non lo potrai nascondere per sempre. Poi fai come vuoi. -
Sospiro e ancora non convinto scuoto la testa.
Penso
che al momento di doverlo fare uscire ci penserò.
Intanto
vengo attirato dal suo pianto che mi arriva dalla trasmittente e
spalanco gli occhi terrorizzato guardando l'affare bianco.
Riky
ride.
E
lui ride!
Basta
che rida... io sono spaventatissimo!
-
Non è normale essere terrorizzato dal figlio, no? - Dico nel panico
mentre rimango piazzato in cucina senza riuscire a muovermi. Riky
continua a ridere.
-
No, per niente... ma adesso affrontiamo la paura! -
A
questo lo fisso spaventatissimo.
-
Che vuoi dire? -
Lui
mi prende per mano e mi tira in camera.
-
No Riky... - Però del resto se piange non può mica stare lì!
Una
volta che entriamo lui non si calma, Riky mi dice di prenderlo ed io
gli dico se è pazzo.
-
Ma non è la prima volta che lo prendi! -
-
Sì però piange! Se lo prendo che piange non smetterà mai! - Forse
quello che dico non ha senso perchè mi fissa con aria da 'ma che
stai a dire?'.
Alla
fine lo prende lui e lo trovo anche dolce. Dolcissimo. E stupendo.
Finchè
non mi allontano tappandomi il naso.
-
Come diavolo fai? Puzza come una fogna! - Riky scuote il capo e mi
fissa con aria da compatimento.
-
Tirare fuori il tuo lato paterno sarà più dura del previsto! - Con
questo si gira e lo porta in bagno dove abbiamo sistemato il
fasciatoio.
Io
lo seguo a distanza debita e lo vedo mentre lo appoggia sopra e
comincia a cambiarlo come fosse suo figlio.
È
così disinvolto che sembra la mamma.
-
Tu sì che sei bravo... io sono un disastro! - Però lui non sembra
seccato né turbato.
-
Anche tu lo sei, ti serve solo pratica. - Io dico un 'si si' che è
più un 'non sono nato padre e non lo posso diventare'. - Ed ora te
lo dimostro! - A questo indietreggio spaventato, il cuore comincia a
salirmi in gola. Stupidamente, in effetti.
-
Cosa... cosa vuoi dire? -
Lui
mi guarda e sorride mentre butta il pannolino sporco di cacca e gli
pulisce con la spugna bagnata il culetto.
È
pratico da morire.
-
Adesso gli fai il bagnetto. - E' come una sentenza di morte.
-
Tu sei matto. - Dico subito.
-
No no... - E sorride mentre guarda il piccolo che non piange più. -
il tuo papà ti farà il bagnetto, ora! - Sembra convinto. Sembra
troppo convinto. Specie perchè va alla vasca ed apre il rubinetto
dell'acqua calda mentre torna a lavare il sederino di mio figlio.
-
Riky, non sono capace, finisce che lo annego! -
-
Per questo farai il bagno con lui. Così sarai più sicuro. -
A
questo punto penso davvero che scherzi.
-
Dovrei fare il bagno con lui? - Riky annuisce e in breve mi ritrovo
sia il mio moroso che mio figlio che ridono insieme. Ma che bel
quadretto, forse è sua madre davvero e mi è sfuggito il particolare
che anche fra uomini ci si può riprodurre!
-
Ma... -
-
Niente ma. Devi prendere confidenza. Se rimani sempre a guardare
terrorizzato non la prenderai mai! Adesso ti spogli e ti infili in
acqua! - Ora è risoluto e serio, ma continua a guardarlo mentre lo
spoglia del tutto.
È
maledettamente pratico e non so proprio come fa. È portato, io no.
Stop.
-
Non è una buona idea, davvero... è presto e c'è tempo per... - A
questo punto Riky si gira e battagliero come forse nemmeno in partita
è, mi fissa torvo.
-
Ho detto spogliati! - Trattengo il fiato e mi eccito, poi mi punta
col dito severo. - E se osi eccitarti ora, ti tengo in astinenza per
un mese! - Questo funziona, perchè mi spoglio subito e mi infilo in
acqua senza eccitarmi più.
Ma
che ricatti.
-
Questa me la paghi! La gente che ti crede un angelo sceso dal cielo
dovrebbe vederti quando mi minacci! - A queste mie lamentele, lui
semplicemente mi zittisce ficcandomi il bambino in braccio,
nell'acqua.
Trattiene
il fiato. Trattengo il fiato.
Io
guardo lui sorpreso. Lui guarda me sorpreso.
Ci
studiamo.
Non
so se mi vede, ma sembra percepirmi, non lo so.
I
suoi grandi occhi neri sono fantastici.
A
questo punto di solito piange, ma quando mi mette una mano sulla
schiena Riky, Junior si rilassa e torna a respirare. Perchè lo
faccio anche io.
Mi
si era proprio fermato il cuore.
-
Visto? Non piange nemmeno! Gli piace stare col suo papà! - Dice Riky
sedendosi sul bordo della vasca. Vorrei tirarmelo dentro e fare le
porcate con lui, ma naturalmente riconosco che questo momento va
vissuto a pieno.
E
lo farò con lui.
-
Dai guardalo, sistematelo in braccio, alza le ginocchia così e
mettilo sopra. - Seguo i suoi suggerimenti ed ecco che Junior steso
sul mio braccio ed appoggiato sul mio ginocchio, sta tranquillo. Si
succhia il pugnetto e mi fissa con quei suoi grandi, grandissimi
occhi neri e si perde. Chissà a cosa pensa.
È
davvero bello. Lo trovo sempre più perfetto. I capelli gli stanno
crescendo piano piano e la pelle assume un colore sempre più scuro
rispetto a quello normale. Se non ricordo male lei era mulatta.
Sarà
un bambino bellissimo.
Lo
è già, ma lo sarà ancora di più!
-
Parlagli! - Dice mentre con la mano gli mette l'acqua sulla testa.
Trattiene il fiato per la sorpresa e appena io comincio a parlare lui
si calma.
-
Mi sento un po' scemo, ma lui dice di parlare e lo faccio. - In
effetti funziona. Cerca la provenienza della voce. Sorrido. - Ah, ma
allora non mi vedi ancora! -
Riky
sorride.
-
No non ti vede ancora. Però a momenti dovrebbe riuscire a
distinguere le cose. - Mi spiega.
-
Ma lo sai che sei proprio bello? Farai stragi di cuori. Ovviamente è
merito del tuo bellissimo papà! Ma lo sai che il tuo papà è un
calciatore famoso? Vedi di diventare bravo come lui, sai! - Continuo
a dire un sacco di cavolate a random, tutto quello che mi viene in
mente, e nel frattempo Riky lo lava, io vedo come fa e poi lo
sciacquo da solo. È molto strano perchè parlandogli mi sono
calmato, così capisco che parlargli non era per calmare lui ma me.
C'è
come una connessione, per la fine del processo.
Ci
sentiamo in un modo davvero notevole. Ci calmiamo a vicenda.
Non
è difficile come pensavo, in realtà è come farlo per me, solo che
devo essere più delicato, non è impossibile.
-
Allora? - Chiede dopo che abbiamo finito e semplicemente rimango con
lui in acqua a godermelo.
-
E' fattibile! - Rispondo sorpreso. Riky ride.
-
Te l'avevo detto! - Lo spruzzo con un po' d'acqua per farlo smettere
ed una goccia arriva sul nasino di Junior che ride a sua volta di
riflesso. Mi fermo dal respirare, sorpreso, e lo rifaccio con poche
gocce. Non piange, torna a ridere. Sempre un riflesso, penso.
Il
mio amore.
Quando
ride sento un calore dentro ed un orgoglio che mi mancava.
Lo
faccio ridere io, in qualche modo.
Ed
anche il bagnetto gliel'ho fatto io!
-
Ride!? -
-
Certo. È felice di stare col suo papà! - Riky è molto soddisfatto
del risultato e lo percepisco, così mi metto il mio bimbo sul petto
e sulla spalla, la mano sulla sua schiena e la nuca, sente il mio
cuore emozionato e felice e sta così tranquillo. Non piange. Non sta
male. È sereno.
Quanto
lo amo. Non voglio più lasciarlo andare.
Chiudo
gli occhi cercando di catturare la sensazione che provo, ma è così
grande che ho paura se ne andrà appena aprirò gli occhi.
Poi
la sua voce dolce, mi risponde.
-
Sarà così per sempre. Anche solo pensarlo. Toccarlo. Baciarlo. Sarà
così ogni giorno della tua vita. È il tuo cucciolo perfetto! -
Sorrido intenerito pieno di tutto questo splendido sentimento che mi
sta facendo capire cosa conta davvero nella vita.
Sono
vissuto per i divertimenti, fino ad ora. Ero immaturo e piccolo di
mentalità.
Ma
penso che la sola cosa per cui voglio vivere ora è la felicità. La
sua, quella di Riky, la mia. Delle persone che contano. La felicità
pura.
Proteggere
chi amo.
Vegliare
su di loro.
È
questa la cosa più importante.
È
un istinto che sviluppo giorno dopo giorno, ma che in questo momento
è così forte che devo aprire gli occhi e cercare Riky, sono
emozionato, sono commosso e lo vede.
Lui
sorride intenerito.
-
Grazie. - Non serve dire per cosa, lui lo sa. Infatti mette una mano
sulla mia, sulla schiena di Junior, si protende verso di me e oltre
la nuca del mio bimbo mi bacia dolcemente sulle labbra.
Li
amo. Li amo in un modo che non saprò mai descrivere. Per cui dico
solo che li amo e che non sono mai stato più felice di ora. Non mi
manca più niente. Ho tutto davvero. “
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E'
vero che...
Cris
all'inizio era psicolabile riguardo la privacy di suo figlio. Ha sul
serio minacciato chiunque pubblicasse foto del piccolo, li voleva
querelare e penso che l'abbia anche fatto... poi si è calmato. In
un'intervista ricordo che Riky spiegò d'aver dato un consiglio a
Cris a tal proposito dicendo che il vietare le foto avrebbe creato
una guerra. Allora gli ha detto quello che lui e Carol hanno fatto,
ovvero si sono fatti delle foto 'ufficiali' con Luca (e poi con
Isabella) da mostrare a tutti, in questo modo non sono stati
tormentati. Poco tempo dopo, Cris ha smesso di fare la guerra ai
fotografi ed ha permesso di essere fotografato. E' vero però che lo
ha fatto uscire molto poco per un bel po', è di recente che lo ha
'reso pubblico' facendo lui per primo foto con il piccolo e
mettendole nei suoi vari profili e portandolo ai vari eventi.
E'
vero anche che il piccolo vive con la madre che vive vicino a Cris,
perchè lui non aveva idea di come si crescesse un bambino e comunque
aveva troppi impegni da calciatore... e soprattutto era un ragazzo
padre. Adesso da quel che ha lasciato miracolosamente trapelare, ogni
tanto dorme con lui, dipende dal tempo che ha.
E'
vero che ha continuato sempre a tenere il segreto sulla sua
'origine'. Penso che non si saprà mai come è spuntato sto bimbo, ma
visto che somiglia sempre più a lui direi che in ogni caso il padre
è certo!