CAPITOLO
LXXXII:
JOSE
MOURINHO
“Purtroppo
il mio categorico divieto di partecipare a qualunque tipo di attività
fisica in preparazione dell'operazione al ginocchio, fa sì che io
non partecipi al ritiro, quest'anno. La cosa mi rattrista perchè ho
un bel ricordo di quello dell'anno scorso, anche se ammetto che è
stato traumatico.
Ora
sarebbe bello, diverso... e non posso partecipare.
Sono
comunque convocato al primo giorno perchè c'è il primo incontro
serio con il nuovo mister, José Mourinho mi spaventa, non ho un
ricordo positivo per più motivi.
Uno
è che allenava l'Inter e l'altro è che non ha per niente aiutato
Andriy al Chelsea.
Non
dico che sia colpevole della sua depressione, però non l'ha aiutato
a riprendersi ed anzi vedendo che non stava bene l'ha messo da parte
e basta. Non si fa così, un allenatore deve essere in grado di
recuperare un giocatore, specie se campione. Non è che appena lo
vede che sta male, ha dei problemi o non è quello di prima, tu lo
metti in parte e non lo consideri più. Ci sono modi per aiutarlo a
tornare, per recuperarlo.
Andriy
ce l'aveva molto con lui, mi ha raccontato cose che di certo non sono
positive. Per cui ho un po' paura di lui, però altri invece sono
contentissimi, dicono che a parte alcune eccezioni, instaura dei
rapporti splendidi coi giocatori, fa gruppo, si fa amare.
Spero
che sia così perchè alla squadra manca un condottiero di quelli
tosti. Ma temo che possa non andare esattamente come tutti sperano...
ho un pregiudizio portato da quel che ho saputo e visto di lui, non
va bene e lo so. Spero di sbagliarmi, spero che invece vada alla
grande.
Per
il primo incontro con lui veniamo tutti, anche gli infortunati.
Mourinho si presenta, è socievole, allegro, sorridente, alla mano.
Sa come fare per piacere, è accattivante, spigliato, con la battuta
sempre pronta. All'inizio è tutto molto bello e piacevole però è
presto per trarre delle conclusioni.
Non
ci posso fare nulla, sono prevenuto. È una cosa sbagliatissima, è
come avere pregiudizi. Però non riesco a farne a meno.
Che
Dio mi perdoni, ma non so cosa posso farci.
-
Che hai? - Mi chiede Cris.
Mi
stringo nelle spalle. Non ne abbiamo parlato molto ma gli ho
accennato le mie perplessità.
-
Mah... - Rispondo perplesso.
-
Non sei convinto di lui? - Faccio l'aria mortificata.
-
E' una cosa brutta però non posso farci niente! - Cris allora mi dà
un'amichevole pacca sulla schiena.
-
Vedrai che ti stupirà! A me sembra simpatico! - La sua sicurezza mi
risolleva anche se è normale, all'inizio piace a tutti perchè vuole
piacere. Andriy ha detto che quando capisce che uno non gli è più
utile, non ci perde tempo e cala la maschera.
Però
non voglio smontare Cris, comunque ormai Mourinho è il nostro
allenatore ed in ogni caso va accettato e rispettato.
-
Simpatico lo è di certo! Dai, vediamo come va e basta! - Dico
rasserenandomi, però ho una nota di tensione nello sguardo, sono
cristallino come sempre e Cris lo nota, quindi mi spettina i capelli
e ride.
-
Sei un libro aperto! - Questo fa ridere anche a me e dopo di questo
mi sento chiamare proprio da lui.
La
sua voce inconfondibile, le mani sprofondate nelle tasche, l'aria
arcigna stesa in un sorriso che mi sembra forzato, ma che
all'apparenza è capace di incantare. È credibile.
-
Ti vanno due chiacchiere? - Mi dice in portoghese. Cris ci guarda e
sembra contento che voglia parlarmi subito, chissà cosa crede. So
che spera che tutto vada per il meglio e giuro che essere prevenuti
per uno come me è bruttissimo, spero di essere smentito. Annuisco e
con le stampelle lo seguo verso il suo ufficio. Mi fa sedere e si
dimostra molto gentile, mi chiude la porta, mi porge la sedia e si
mette accanto a me, non sulla sua al di là della scrivania. Si
mostra amichevole e disponibile. Credo farà dei colloqui personali a
tu per tu con tutti per conoscere meglio i ragazzi e per capire a che
punto sono, come vanno, che idee girano per le loro teste... dovrebbe
farlo, se è un allenatore che è qua per la squadra e non solo per
coprirsi di gloria.
Ha
fatto un'ascesa niente male... dal Porto al Chelsea all'Inter ed ora
al Real Madrid!
-
Allora, come va? - Mi chiede amichevole come fossimo amici di vecchia
data. Io lo guardo disorientato e mi guardo il ginocchio col tutore.
-
Beh, non bene... - Dico onesto. Lui annuisce e mi guarda in attesa
che io approfondisca, visto che non lo faccio perchè mi sono
automaticamente chiuso, cosa eccezionale per me, continua con le
domande.
-
Gli infortuni capitano. Specie a chi soffre di articolazioni fragili.
La tua corporatura non è robusta, hai cominciato col professionismo
molto presto e non hai avuto modo di rinforzarti. A parte il
ginocchio? - La domanda mi stupisce e mi stupisce quello che dice
prima.
-
Sì gli infortuni capitano e quello che ha detto è vero, ho avuto la
pubalgia ed è noto che anche al Milan avevo problemi di varia
natura, specie muscolari, è vero. - Dico calmo senza entusiasmarmi
troppo. - Però quest'anno è stato difficile, non lo nascondo. Ed
ora questa operazione che mi fermerà per sei mesi non è di certo il
proseguimento ideale... - Non nascondo i miei stati d'animo. Di
solito lo faccio, ma lui mi guarda, mi scruta penetrante ed io so che
lui sa, che non serve dirgli 'bene' perchè sa che non è vero.
-
No, è una bella merda in effetti. Soprattutto perchè un anno per
ambientarsi è passato, ora dovresti essere quello che raccoglie, hai
il carattere di quello che raccoglie, che tiene insieme tutti i pezzi
diversi di un gruppo e sei in un ruolo importante. Quindi sicuramente
è una merda, lo so. - Non ha peli sulla lingua e non nasconde le
cose. Per il momento. Sempre che non riveli le cose che può rivelare
per nascondere quelle che invece deve nascondere.
-
Già... - Dico abbassando lo sguardo amareggiato.
-
Che altro c'è, Riky? Non è solo gli infortuni e l'operazione. -
Parla come se mi conoscesse, come se fosse il mio allenatore da un
sacco. Alzo gli occhi sorpreso cercando di capire a cosa si riferisca
e lui non molla l'osso. È molto sicuro di sé, sa cosa dice. - Ti
parlerò onestamente perchè lo faccio sempre. Quando ti vedevo al
Milan eri una stella. Ora non mi serve vederti giocare o sapere come
è andato il tuo anno per capire che non sei nemmeno l'ombra di
quello che eri. Vorrei che me ne parlassi, non posso aiutarti
altrimenti. - Perchè già subito? Perchè dal primo giorno? Che gli
interessa? Che vuole?
Non
sa niente di me e sicuramente non gli interesso. Non gli interessava
Andriy quando era depresso al Chelsea! Lo voleva splendente, ma visto
che non splendeva l'ha lasciato spegnersi. Perchè non fa così anche
con me?
Lo
guardo ed è illeggibile.
-
Quando me ne sono andato dal Milan in quel modo, quando mi hanno
mandato via, per me è stata dura, durissima lasciare la mia casa, la
mia 'famiglia' di calcio. Calcisticamente ho faticato molto ad
inserirmi e quando sembravo riuscirci, mi è venuta la pubalgia. Poi
il ginocchio! È stato un anno da dimenticare sotto molti aspetti,
sembra che non sia mai finita. Io voglio solo concentrarmi sul calcio
e basta! - Mourinho a questo punto mi fissa sempre serio ed
indecifrabile, continua a penetrarmi e dà la sua scoccata senza
paura.
-
Solo sul calcio? - Mi irrigidisco e lo guardo senza capire.
-
E su cos'altro? -
Alla
fine fa un sorriso malizioso che non è raro vedergli in viso. Non è
un brutto uomo, anzi. È affascinante.
-
Cristiano? - Spalanco la bocca spontaneo, divento di mille colori e
annaspo.
-
C-come lo sa? - Chiedo balbettando come uno stupido. Scoppia a ridere
della grossa e mi mortifica. Siamo così diversi!
-
Quando ho capito che sarei passato al Real ho dato un'occhiata
preliminare alla squadra. Salta subito all'occhio una cosa. Te e
Cris! - Faccio un broncio spontaneo e rimango senza parole. Credo che
si diverta parecchio. - Non voglio imbarazzarti, ma chi non lo
capisce è un idiota! - La cosa mi fa andare subito nel panico,
voglio correre da Cris e dirgli che dobbiamo stare più attenti, ma
ovviamente non posso mancare di rispetto al mister e piantarlo in
asso. Perchè non arriva al punto?
-
Beh sì, è capitato qualcosa fra noi due... -
-
CAPITATO QUALCOSA?! - Grida divertito protendendosi verso di me, mi
prende in giro? - MANCANO SOLO I MANIFESTI! - Io resto rigido a
fissarlo poco convinto e lui capisce che ha esagerato. Sarebbe un
miracolo. Smette di marcare tutto quello che gli passa per la testa e
si calma. - Ok, senti... si vede che siete molto legati. Anche se uno
non crede che state insieme, è evidente che avete un rapporto molto
forte. Per cui l'umore di uno dipende dall'altro, immagino. E quando
ci sono di mezzo queste cose si finisce anche per giocare meglio.
Cioè se la vita personale, se i rapporti sono a posto, vai bene
anche a calcio. Ovviamente se non hai problemi fisici. - Grazie che
me lo ricorda. Non capisco ancora a cosa giri intorno, è uno che ama
usare le parole e fortuna che parliamo la stessa lingua altrimenti
sarebbe impossibile capirci.
-
Sì, è vero. Se nella vita privata le cose vanno bene, si gioca
meglio a calcio. Dove vuole arrivare? -
Forse
sono troppo diretto, anche lui è diretto ma non so quanto ami che
gli altri lo siano. Poi ci penso meglio. È un falso diretto. Fa
finta di dire sempre quello che pensa ad ogni costo, ma in realtà
non lo fa. È furbo, furbissimo.
Mi
sto automaticamente chiudendo.
-
Da nessuna parte, voglio capire come vanno le cose, cosa aspettarmi.
Non sono uno stupido. So che se voi litigate, la prima cosa su cui si
riversano i vostri problemi è a calcio. - Sembra che io non debba
stare fermo per 6 mesi! Poi ci arrivo. A lui interessa il benessere
psicologico di Cris perchè è lui la sua punta di diamante. Io ormai
sono infortunato, mi rimpiazzeranno!
Una
vampata interiore mi divora per un momento.
Perchè
sono sempre ingenuo su tutto ed ora su questo no?
Perchè
si tratta di Cris. È interessato a lui. Troppo. Ed io odio quelli
troppo interessati a lui.
Oh
mio Dio ho appena detto che odio qualcuno. Non nella fattispecie
Mourinho, anche perchè è presto per decretare l'odio. Oh Dio... oh
Dio fermami!
Sono
geloso ed il bello è che non è successo niente!
-
Va bene capisco. È giusto. - Dico controllando perfettamente la mia
mimica facciale. Sono bravo in questo. A volte mi sento falso però è
solo tenere per sé delle cose intime, tutti ne abbiamo il diritto.
Essere riservati non è essere falsi. Solo se dico una cosa per
un'altra, lo sono. Mi limito solo a nascondere le cose che mi
riguardano.
Lui
inarca le sopracciglia, mi scruta e mi studia. Mi passa ai raggi X ed
è intimidatorio ed inquietante.
-
Dunque? - Penso che finchè non gli dico quello che vuole sapere, non
mi lascia in pace. Io voglio scappare.
-
Dunque sarò sincero. È vero, siamo molto legati. Ed è vero stiamo
insieme, non è solo amicizia. - sono molto pacato e padrone di me
anche se dentro sono agitatissimo, è come avere un nemico davanti.
Anche se non è così. In teoria. Lui in silenzio mi ascolta attento.
- Se non fosse stato per lui non ce l'avrei fatta. Sono molto emotivo
e appena firmato ero a pezzi, lo sono stato per tutta l'estate e lui
mi è stato molto vicino! -
-
Ho notato. Cioè è chiaro che è stato così... - Commenta di nuovo
malizioso. Comincia a farmi sorridere. Ha un suo modo di essere
divertente.
-
E' molto diverso da quello che appare, sembra arrogante e pieno di sé
ma in realtà il modo in cui ha pensato a me, in cui mi ha aiutato è
stato unico. Ho superato il lutto. - Faccio le virgolette nell'aria.
- E mi sono concentrato sul calcio e su di noi. - Mourinho ora si fa
serio e ringrazio il cielo perchè era un po' disagevole parlare con
uno che mi fissa come se fossi un fenomeno da baraccone in attesa
delle cose sconce.
-
E' stato difficile accettarlo? - So a cosa si riferisce e so perchè
lo dice. Leggo qualcosa nei suoi occhi verde nocciola che non riesco
a capire.
Annuisco
e mi chiudo, parlarne è pesante, mi sentirò sempre in colpa ed in
errore, sarà sempre complicato, per me. Sempre.
-
Sì, molto. Ci ho messo molto. Cris cercava di farmelo capire dalla
premiazione del 2007. - Sgrana gli occhi incredulo ed io stesso non
so perchè glielo dico.
-
Da quella volta?! - Annuisco e continuo con la mia aria amareggiata.
- E' stata la cosa più difficile della mia vita. Però ho potuto
accettarlo quando ho capito che ero innamorato di lui. Ho cercato di
prendere il controllo della mia vita, di gestire le cose nel modo
giusto e... e mi sono sentito così in colpa con Dio, così lontano
da lui... ho un sacco di problemi personali per questo. Con Carol non
ne ho ancora parlato, ma un giorno lo farò perchè la cosa peggiore
non è la questione Dio, quanto lei. La sto ingannando e per me è
bruttissimo! Dio vuole che noi siamo felici nel modo in cui ci ha
creato. Se sono gay vuole che ami la persona che mi ha messo sul
cammino, la mia persona. Cristiano. - Non ha l'aria di uno che mi
prende in giro, ma forse capisco cosa leggevo prima. Pensava che
credente come sono, sto facendo una cosa ipocrita. - Non sono
cristallino come tutti pensano. - Do voce ai suoi pensieri e lui si
illumina distogliendo per la prima volta lo sguardo dal mio.
-
Nessuno lo è, toglitelo dalla testa che esistano persone
completamente oneste e completamente vere. Tutte hanno qualcosa da
nascondere, è normale ed è giusto. Quindi non fartene una croce! -
Piego la testa di lato. Dopotutto parlare con lui non è male.
-
No, è vero. Però non mi sento a posto con me stesso quando lo
nascondo a Carol. - Lui fa l'espressione di chi ammette che è il
minimo.
-
Ovvio! Voglio vedere! È tua moglie, no? Comunque sei molto credente
e non stai facendo una cosa da credente! - E' come un pugno allo
stomaco. Parlarne con Cris, sentirlo che mi fa forza è una cosa.
Dirlo io a me stesso è ancora un'altra. Sono consapevole di tutto.
Però sentirmelo dire senza peli sulla lingua da un estraneo è
un'altra.
È
così e basta.
-
Quindi c'è questo aspetto che mi ha rivoluzionato. Quando sono
riuscito ad accettarlo e a scendere a compromessi con me stesso per
non impazzire, sono cominciati i problemi a calcio, con la mia
salute. - Penso che questo concluda tutto.
-
Il tuo modo di giocare ti impone una conoscenza approfondita dei tuoi
compagni per rendere al meglio. Hai solo bisogno di giocare e di
conoscerli. - Mette sempre i diti nelle piaghe, se è il suo modo di
aiutare, ne farei volentieri a meno. Però nascondere la testa sotto
la sabbia è inutile.
-
Lo so. Per questo sono andato di nuovo fuori di testa. Ero giù, così
giù che piangevo ogni pomeriggio con lui. Convinto di essere finito,
che non sarei più tornato. È stata dura. Io sono troppo emotivo,
quando sto male vedo tutto nero il doppio di quello che è. Cris è
stato grandioso. Però ora... questo non mi aiuta... - Non gli sto
dicendo tutto. È colpa mia se ora devo operarmi. Se stavo fermo e
non giocavo il mondiale con le infiltrazioni, potevo guarire prima.
Ma mi dicevo che era il mio probabile ultimo mondiale, che ci tenevo
troppo, che dovevo sacrificarmi, che dovevo lottare con tutte le mie
forze. Ma non è servito. Ed ora pagherò le conseguenze e sarà
peggio di sempre, perchè mi conosco e so che sarà così. Trascinerò
Cris in un vortice insostenibile e penso che potrebbe arrivare ad
odiarmi. Quanto potrà sopportarmi ancora?
Sono
una persona terribile!
-
Non devi farne una malattia, sei giovane, guarirai e tornerai. Però
se non recuperi la forma mentale, anche se ci sei fisicamente sarà
come non essere mai guarito. Riky. - Si ferma, mi prende il braccio
per avere la mia completa attenzione, è serio. - Non farlo diventare
una malattia. Non lo è. Sono cose che succedono ai calciatori, ok? -
Sono demoralizzato e ancora convinto che forse sono finito, sono
rimasto troppo indietro e quando tornerò a giocare, il divario sarà
incolmabile. Non riesco a sorridere con gli occhi, lo faccio solo con
la bocca e lui capisce che non sono convinto come lo è lui. Non
posso farci nulla. Sto esaurendo le scorte di fiducia e di speranza.
Io, proprio io.
Che
Dio mi aiuti perchè davvero, questa volta, da solo non ce la farò.
-
Grazie. - Dico sperando di essere libero di tuffarmi fra le braccia
di Cris. È il solo sostentamento effettivo che mi fa andare avanti
quando do di matto, ed ora mia pare proprio che lo sto per dare.
Mourinho
ha capito tutto in pochissimo tempo ed il resto se l'è fatto
raccontare da me, ha il potere di manovrare chiunque. Non ho ancora
capito se posso fidarmi o no, ma alla fine gli ho raccontato tutto.
E
non mi sento meglio. Ho di nuovo visto il mio vero viso e, come al
solito, non ne sono soddisfatto.
Da
un lato Carol, il mio matrimonio, la mia relazione con Cris. Cris è
una benedizione, senza non sarei niente, avrei mollato tutto, non...
non ce l'avrei fatta. Però poi il calcio, la salute, io che non
riesco a tornare, non riesco a fare quello che vorrei.
Devo
piegarmi ed accettare gli ostacoli della vita, devo superarlo nel
modo giusto, capire le lezioni della vita e fidarmi di Dio.
Dio
ha un piano per me.
Devo
farcela.
Chissà,
magari questi sei mesi in cui starò più tempo con Carol mi
serviranno ad affrontarla, a dirle la verità, ad essere onesto.
Forse arrivano per questo. Continuo a sbagliare, la inganno. Anche se
amo Cris, la inganno. Finchè non sistemo con lei in qualche modo non
ho il diritto di avere una vita perfetta, di essere felice al cento
percento e di gioire per i miei doni. Non mi sto comportando bene.
Per
un momento il respiro mi si taglia dai polmoni, è come un blocco che
mi impedisce di inspirare. Arrivo ai limiti del campo dove Cris si
allena con gli altri della squadra che sono presenti, niente di
eccessivo.
Parla
con Pepe e Marcelo, ride con loro, è rilassato e sereno.
La
mia felicità dipende da molte cose, fra cui sicuramente spicca lui.
La sua non so... credo che riuscirebbe ad andare avanti comunque. È
una persona forte, molto più di me, riesce a prendere le cose
positive e a farsele bastare. È incredibile. Lo invidio.
Se
dovessi andare seriamente in depressione, mi conosco so che potrebbe
succedere, non vorrei trascinarlo giù con me.
Per
impedirgli di stare male per colpa mia forse sarebbe il caso di
allontanarlo. Almeno non lo risucchierei nel mio buco nero.
Lui
mi vede e mi sorride radioso salutandomi con la mano, io sorrido a
mia volta, ma sono tirato e poco convinto, comunque lo saluto e poi
me ne vado a casa.
Non
voglio fare a meno di lui, non posso, però quando arrivo a quello
stato faccio del male alle persone che ho vicino e lui non se lo
merita. È forte. Lo supererebbe e poi starebbe meglio senza di me.
Non
voglio, ma credo che pensando a lui sarebbe la cosa migliore.
So
che ho promesso di non farlo più, ma era diverso. Le altre volte era
una questione con Dio, con quello che pensavo Dio volesse da me. Ora
Dio non c'entra. C'entra che non voglio far del male a Cris ed io mi
sento soffocare. Vedo sotto i miei piedi e non c'è più la luce,
comincia ad esserci la nebbia ed oltre la nebbia ho paura ci sia il
nero.
Un
lungo infortunio, io sono così indietro che quando tornerò non sarò
più quello di prima, non lo sarò più, mai più. E sarò
rimpiazzato, potrei diventare la riserva di quello che chiameranno a
sostituirmi. Chiameranno di sicuro uno bravo, per sei mesi. Non avrò
più il mio posto. A calcio potrei essere finito, potrei non
rialzarmi più.
Non
posso trascinare Cris nel mio buio. Senza il calcio non so cosa
sarebbe di me. Non è la mia vita, ma non sono sciocco. Sarebbe un
duro colpo.
Quando
penso ad affrontare tutto questo senza Cris, di nuovo il fiato mi
manca e mi fa male lo stomaco al punto che mi viene la nausea.
Chiudo
gli occhi e stringo il volante con forza.
Non
lo devo affrontare ora. Non deve essere ora. Però più avanti sarà
peggio. Dio, non so cosa fare. Non so cosa devo fare.
Ho
troppe cosa a cui pensare, che dovrei sistemare.
Se
lascio Cris non serve affrontare Carol, rimarrei con lei, sarebbe la
cosa giusta.
Se
rimango con Cris devo affrontarla, sarebbe una cosa durissima. E nel
mentre avrei un probabile addio anticipato al calcio. Esagero? Sì,
forse. Però se non mi preparo poi penso che non riuscirei nemmeno ad
alzarmi dal letto, al momento fatidico.
Sono
confuso, sono così confuso. Di nuovo...”